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Autore: Schmetterlinge    31/01/2021    1 recensioni
Il Genio della Pallavolo.
Il Piccolo Gigante.
E una squadra di ragazzi altrettanto talentuosi sempre pronti a dare manforte, anche nei momenti più bui, dove le difficoltà paiono insormontabili.
Una raccolta di alcuni dei momenti più iconici - talvolta rivisitati - di una serie che ha fatto sognare e continua a far sognare gli appassionati della pallavolo.
E non solo loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quei due avevano litigato.

 

 

 

Ancora

 

 

 

Yachi bussò alla porta con foga, restando in attesa, quando scorse un Hinata malaticcio e febbricitante scrutarla da dietro lo stipite.

 

 

 

 

 

E ancora non si parlavano

 

 

 

“Posso?”

 

“Potrei attaccarti il raffreddore.”

 

“Correrò il rischio.”

 

Lo superò con finta indifferenza, conscia di avere il suo sguardo addosso.

 

“Avete intenzione di tenervi il broncio per molto?”

 

Shoyo sorrise - preso in contropiede - invitandola a sedersi.

 

“Sai come siamo fatti.”

 

“Come cane e gatto?”

 

“Qualcosa del genere.”

 

Yachi lo scrutò a lungo, osservandone il volto stanco e sciupato, gli occhi solcati e le membra tese.

 

“Avete le olimpiadi tra meno di due mesi.”

 

 

 

 

Silenzio

 

 

 

 

“Non sarebbe il caso di fare pace per quella data?”

 

Shoyo scoppiò a ridere, guardandola dolce.

 

“Dimmi, sei stata anche a casa sua?”

 

“Passavo per caso…”

 

Per caso?”

 

“Già.”

 

Si osservarono per interminabili secondi - consapevoli - quando Hinata si passò una mano sul volto.

 

“Non devi preoccuparti, vedrai che si risolverà.”

 

“Non mi piace vedervi così.

 

Shoyo le scompigliò la frangia, regalandole un buffetto sulla guancia, quando sentì la terra mancare sotto i piedi.

 

“Hinata!”

 

Yachi lo prese per la vita, facendo leva sulle spalle e capitolando a terra; le ci volle qualche secondo per registrare quanto accaduto.

 

“Hinata!?”

 

“E’ stato solo un giramento.”

 

“Hai la febbre alta.”

 

 

 

 

Scottava 

 

 

 

 

“A quanto pare sono recidivo.”

 

Lei non rispose, carezzandogli la fronte con le dita.

 

“Ho bisogno di una doccia fredda.”

 

“Sicuro?”

 

“Devo abbassare la temperatura.”

 

Yachi dovette soffocare un rantolo nel vederlo togliersi la maglietta e restare a dorso nudo.

 

 

 

 

Uno spettacolo indubbiamente gradevole agli occhi

 

 

 

 

“Appoggiati a me.”

 

 

 

 

Ma questo lo sapeva già 

 

 

 

 

“Yachi …”

 

“Non ti reggi in piedi.”

 

Quando sentì il corpo dell’amico aderire al proprio fu certa di essere arrossita e molto anche; non si sarebbe mai abituata a certe cose.

 

“Ci siamo quasi …”

 

Fece per allontanarsi quando si sentì stringere la vita; Hinata la osservava sorridente.

 

“Grazie.”

 

Si specchiò nelle sue iridi ramate, sfiorandogli il mento con le dita.

 

“Di nulla.”

 

“Quindi parti per l’Europa?”

 

“Per il fine settimana sarò già di ritorno, Hinata.”

 

Lui la fissò serio, imbarazzandola furiosamente.

 

“Allora sabato potremmo organizzare una rimpatriata.”

 

“Sarebbe perfetto.”

 

Schiuse le labbra quando avvertì quelle di Hinata affondare contro la sua guancia.

 

 

 

 

Iniziava a sentire caldo

 

 

 

 

 

“Si vede che hai la febbre, casanova.”

 

“Dici?"

 

Risero, scambiandosi uno sguardo eloquente.

 

“Fila in doccia e rivestiti per favore.”

 

“Imbarazzata?”

 

“Muoviti.”

 

Gli lanciò l’asciugamano prima di dargli le spalle e scomparire oltre la porta, il volto in fiamme e un sorriso malizioso.

 

“Ti aspetto di là.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hinata fu certo di aver smesso di respirare; fissò la televisione con apparente apatia per poi precipitarsi alla porta dove incappò in un Kageyama altrettanto sconvolto.

 

“Tobio…”

 

“Gli altri ci stanno aspettando.”

 

Si scambiarono uno sguardo d’intesa per poi iniziare a correre come se la loro vita dipendesse da questo; quando arrivarono alla Karasuno, si diressero alla palestra della scuola dove trovarono la squadra al completo.

 

“Ragazzi…”

 

Tadashi andò loro incontro, le lacrime agli occhi.

 

“Non sappiamo ancora nulla.”

 

Schimizu aveva portato una mano alla bocca - quasi a impedirsi di urlare - mentre Tanaka tentava di calmarla.

 

“Sua madre?”

 

“L’abbiamo sentita poco fa.”

 

Daichi e Asahi avevano le iridi arrossate, lo sguardo impietrito al pari di Suga, Nishinoya e tutti gli altri.

 

“Come diavolo ….?”

 

Hinata non riuscì a continuare.

 

“Pare sia precipitato dopo il decollo, nessuno sa cosa sia successo.”

 

“Siamo sicuri fosse sul quel volo?”

 

“…"

 

Tobio aveva abbassato lo sguardo, appoggiandosi al muro lì vicino; anche Tsukki aveva serrato le labbra, un’espressione sofferente in volto.

 

“Avremmo dovuto vederci domani.”

 

Shoyo sorrise - un sorriso amaro -  specchiandosi negli occhi del rivale di sempre.

 

“Voleva tornassimo a parlarci.”

 

Scosse il volto, visibilmente infuriato.

 

“Hinata …”

 

“…”

 

Kageyama fece per avvicinarsi ma l’amico si allontanò, dandogli le spalle.

 

“Non può essere.”

 

“…”

 

“Non può...”

 

Suga e Daichi non ebbero il coraggio di replicare e Shoyo, in cuor suo, pregò non lo facessero.

 

 

 

 

E pensare che si erano sentiti il giorno prima

 

 

 

 

Schimizu fece per alzarsi quando sentì il telefono squillare.

 

“E’ sua madre…”

 

Quella frase fu sufficiente a far ammutolire tutti; la ragazza smise di respirare, cambiando colore, quando dei passi rapidi e leggeri richiamarono l’attenzione dei presenti, inducendoli a volgere lo sguardo all’ingresso.

 

“Non …”

 

Hinata assottigliò le iridi - restando in attesa - quando scorse Yachi sbattere contro lo stipite, pallida e smorta.

 

“Mi dispiace…”

 

Abbassò il mento, sul punto di collassare.

 

“Ho preso il volo prima, volevo farvi una sorpresa.”

 

Portò una mano al petto, stremata.

 

“Ho saputo dell’incidente solo adesso, avevo il cellulare scarico e non …”

 

Avrebbe voluto terminare la frase ma venne travolta da Hinata e dai ragazzi, capitolando a terra.

 

“Non ti azzardare più, dannazione!”

 

Hinata e Tobio la strinsero a sé e lei non potè fare altro che sorridere nel vederli gli stessi di sempre.

 

“Siete tornati a parlarvi.”

 

I due non risposero, soffocando un sorriso.

 

“Era ora.”

 

 

 

   
 
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