Fanfic su artisti musicali > Nothing But Thieves
Ricorda la storia  |      
Autore: Soul Mancini    02/02/2021    3 recensioni
[Dedicata a Juriaka per il suo compleanno ♥]
“È una cosa seria? È per quello che sei di malumore?”
“Non sono di malumore!” obiettò Conor.
“E allora perché hai quella faccia?”
Lui sospirò. “È un segreto.”
Joe sgranò gli occhi, improvvisamente curioso. “E non lo puoi dire proprio a nessuno?”
Conor ci pensò su e puntò i suoi occhioni scuri sul viso dell’amico. “A te sì, ma promettimi che non lo dici a nessuno.”
Joe scrollò le spalle. “Io sono bravo a tenere i segreti.”
- NONA CLASSIFICATA (insieme a "There's another round for you" e "Quella scintilla nei suoi occhi") al contest fiume "Acquerelli" indetto da Juriaka e valutato da BessieB sul forum di EFP.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Conor Mason, Dominic Craik, James Price, Joe Langridge-Brown, Philip Blake
Note: AU, Kidfic | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nbt
A Juriaka,
amica dolcissima
che crede in me anche quando io per prima non lo faccio.
Avrei voluto fare molto di più per questa giornata speciale,
ma tutto ciò di cui sono capace è dedicarti una kidfic –
tipo di storia di cui mi sono innamorata solo grazie a te :3
Tantissimi auguri e un abbraccio enorme!!!
 
 
 
 
 
 
Telefono senza fili
 
 
 
 
La maestra Clarence parlava in tono estremamente serio mentre faceva scorrere lo sguardo tra i suoi alunni, cercando qualche indizio nei volti dei bambini. “Non è tanto grave che abbiate fatto cadere il barattolo della colla, lo è più il fatto che siate entrati nell’aula di arte senza avvisarmi. Se qualcuno di voi aveva bisogno di prendere qualcosa, avrebbe potuto chiedermelo e io gli avrei dato il permesso.”
I bimbi del terzo anno si scambiarono occhiate confuse e timorose, in rispettoso silenzio. Non avevano particolarmente paura della maestra Clarence, una donna giovane e sempre paziente con loro, ma se lei aveva deciso di sgridarli in quel modo la situazione doveva essere seria. Non era da lei.
“Posso sapere chi è il responsabile? Chiunque sia, prometto che non sarò troppo severa e ascolterò le sue ragioni; voglio solo capire come mai ha compiuto questo gesto” proseguì lei, addolcendo appena il tono della voce.
Nella stanza calò il silenzio e la maggior parte dei bambini scosse il capo, come a volersene tirare fuori. Qualche altro rimase immobile, forse stava pure trattenendo il fiato.
“Nessuno si fa avanti?” incalzò ancora la maestra dopo una decina di secondi.
Nessuna risposta.
“Bene. Il responsabile ha tempo fino a domani per farsi avanti, altrimenti vi punirò tutti” decise allora.
Si levò un coro di preteste e vocine lamentose.
Ma tra quei bambini ce n’era uno che sapeva bene cosa doveva fare.
 
 
Joe, seduto sul bordo di un’aiuola nel cortile della scuola, stava cominciando a stufarsi.
Quel giorno, come capitava spesso, lui e Conor – uno dei suoi migliori amici – dovevano andare via insieme: la madre di Conor lavorava tanto e non poteva sempre venire a prenderlo, così il padre di Joe si era offerto di riportarlo a casa quando lei non poteva. Tanto non abitavano lontani.
Ma stavolta, al posto di uscire insieme a lui, il suo compagno gli aveva chiesto di aspettarlo fuori ed era rimasto dentro l’aula più del solito. Non gli aveva spiegato niente.
E adesso lui era lì fuori, suo padre lo stava aspettando oltre il cancello e rischiava pure di fare tardi per l’allenamento di calcio.
Quando finalmente Conor fece capolino dalla grande porta della scuola, l’altro bimbo si alzò e gli corse subito incontro. “Finalmente!”
“Scusami, ma dovevo fare una cosa importante.” Teneva lo sguardo basso, era serissimo.
Subito si incamminarono all’esterno, per raggiungere l’auto del padre di Joe.
“È una cosa seria? È per quello che sei di malumore?”
“Non sono di malumore!” obiettò Conor.
“E allora perché hai quella faccia?”
Lui sospirò. “È un segreto.”
Joe sgranò gli occhi, improvvisamente curioso. “E non lo puoi dire proprio a nessuno?”
Conor ci pensò su e puntò i suoi occhioni scuri sul viso dell’amico. “A te sì, ma promettimi che non lo dici a nessuno.”
Joe scrollò le spalle. “Io sono bravo a tenere i segreti.”
L’altro abbassò di nuovo lo sguardo. “È che… sono stato io a rovesciare quel barattolo di colla. Ma l’ho fatto per sbaglio!”
Intanto i due erano giunti presso l’auto del padre di Joe, così furono costretti a interrompere la loro conversazione: presero entrambi posto nei sedili posteriori e salutarono il signor Langridge-Brown.
Ma ormai Joe era troppo curioso di sapere tutta la storia.
“Perché sei entrato nell’aula di arte senza permesso?” sussurrò infatti dopo qualche minuto, complice il rombo del motore e la radio accesa che coprivano la sua voce.
“Perché… tra qualche giorno è il compleanno di Phil e io gli volevo preparare un biglietto d’auguri con un bel disegno fatto da me” spiegò il bimbo dai capelli biondo scuro, arrossendo appena. “Ma il mio pennarello rosso era finito e sono entrato nell’aula d’arte per prenderne uno, e allora ho fatto cadere quel barattolo. Però oggi non ho avuto il coraggio di dirlo davanti a tutti, perché altrimenti avrei dovuto spiegare il motivo e la sorpresa per Phil si sarebbe rovinata… allora ho parlato con la maestra dopo le lezioni.” Adesso si torceva nervosamente le dita.
“Vuoi fare un biglietto per Phil?” chiese Joe annuendo. Non era sorpreso: Conor e Phil erano migliori amici, era normale che gli volesse regalare qualcosa.
“Sì. Per darglielo alla sua festa. Ma tu non glielo dirai, vero?”
Joe sorrise appena. “No, tranquillo.”
 
 
“Mi raccomando, segnate bene ciò che vi sto per dire.” La maestra Clarence fece scorrere lo sguardo sui suoi alunni per assicurarsi che tutti avessero quaderno aperto e penna in mano; ma qualcosa di insolito attirò la sua attenzione. “Conor, cosa stai combinando con tutti quei pennarelli? Non servono durante la lezione di geografia.”
Il bambino, seduto proprio al primo banco davanti a lei, sobbalzò e arrossì. “N-niente, io… li conservo subito” farfugliò terrorizzato.
Il piccolo Dom, che aveva assistito alla scena dal suo angolino all’ultimo banco, aggrottò la fronte e diede di gomito al suo compagno di banco. “Conor è tutto strano in questi giorni. In genere è sempre precisino, sempre attento… è un secchione” sussurrò.
In tutta risposta, Joe si strinse nelle spalle.
“Tu sai perché?”
Il biondino abbassò lo sguardo, puntandolo sui quadretti del suo quaderno aperto. “No…”
“Non è vero” lo punzecchiò Dom, sorridendo e dandogli di nuovo di gomito.
Joe sbuffò. Era davvero difficile nascondere qualcosa a quel ficcanaso del suo compagno di banco.
“Io… io lo so, ma non lo posso dire” ammise infine, sperando di cavarsela.
Dom sgranò gli occhi. “È un segreto?”
“Sì.”
“Ma Conor è anche amico mio, quindi cosa cambia se lo so anche io?”
“E allora chiediglielo tu!” Joe incrociò le braccia al petto.
“Ma io lo voglio sapere adesso!”
L’altro si morse il labbro. “E va bene, ma tu non dirlo a nessuno, okay?”
Dom annuì solennemente. “Te lo giuro!”
Il biondo allora si fece un po’ più vicino e sussurrò con fare complice: “Tra qualche giorno è il compleanno di Phil, e Conor… gli sta organizzando una festa, o qualcosa del genere. E gli serviva un pennarello, quindi è entrato nell’aula di arte e ha rovesciato la colla” spiegò, cercando bene di ricordare bene tutto.
Dom spalancò occhi e bocca e gettò un’occhiata a Phil, che era seduto nella bancata centrale. “Una festa?!”
Joe fece spallucce. “Ha detto così.”
“E perché per Phil la organizza e per il mio compleanno invece non ha fatto niente?” si indispettì il bambino moro.
“Non lo so.”
“Anche io sono un suo migliore amico…”
“Dominic, stai scrivendo ciò che sto dettando?” li interruppe all’improvviso la voce della maestra.
Dopo un momento di sorpresa, Dom afferrò la penna e mise su un sorriso impertinente. “Sì, ma mi sono un po’ perso… sono rimasto fermo alla data di oggi, più o meno!” esclamò, facendo ridere tutta la classe.
“Molto divertente, sì. Se stessi un po’ più attento, ti verrebbe più facile studiare” gli ricordò la maestra in tono quasi esasperato. “Bene, ricominciamo da capo.”
Joe e Dom si scambiarono un’ultima occhiata complice prima di mettersi al lavoro.
 
 
Con un sacchetto di caramelle mezzo vuoto a dividerli, Dom e Price se ne stavano seduti sul divano di casa di quest’ultimo, la tv accesa e un joystick a testa tra le mani.
Dom adorava andare a casa del suo amichetto, perché aveva un sacco di videogiochi e si divertivano tantissimo a sfidarsi. Certo, a volte litigavano e si accusavano a vicenda di imbrogliare, ma quelle tra amici erano cose normali.
“Ah! Ti ho battuto di nuovo!” Price lasciò andare il joystick e sorrise vittorioso, prima di tuffare la mano nella busta dei dolciumi.
“Ma che cavolo, non è giusto! Questo videogioco non mi piace, cambiamo!” si rivoltò Dom, mettendo il broncio.
“Tutte scuse! La verità è che sono più bravo io!” lo sbeffeggiò Price mentre masticava una caramella alla ciliegia.
Dom sospirò. “Non è vero! È che oggi sono deconcentrato.”
“Sì, certo…”
“No, davvero. È da stamattina che sto pensando a una cosa.”
Price si voltò a guardarlo e si sistemò meglio gli occhialini sul naso. Non voleva chiedergli cosa fosse successo, ma sembrava davvero importante.
“Che cosa?” cedette dopo pochi secondi, troppo curioso per trattenersi.
Dom prese una caramella. “Io in realtà non te lo potrei nemmeno dire.”
“Perché?”
“È un segreto” sussurrò in tono complice.
Price trattenne il fiato per qualche secondo. “Però gli amici si confidano i segreti, vero?”
“Veramente quelle sono cose che fanno le femmine, però… io te lo voglio dire, perché ci sono rimasto un po’ male.”
“Oh.” Price prese a giocherellare col suo joystick, in difficoltà. Non sapeva bene cosa dire in quei casi.
“Joe mi ha detto che Conor vuole organizzare una festa per il compleanno di Phil. Una festa intera, capito? E invece per il mio compleanno non ha fatto niente!”
L’altro bambino lanciò un gridolino meravigliato. “Ne sei sicuro?”
“Sì! Però, sai una cosa?” Dom si fece ancora più vicino, perché stava per dire una cosa davvero troppo importante per essere pronunciata ad alta voce. “Secondo me a Conor piace Phil.”
Price scoppiò a ridere. “Smettila di dire stupidaggini!”
“Non sono stupidaggini! Ecco perché Conor organizza tutte queste sorprese grandissime per lui. Vuole che sia il suo fidanzato” proseguì Dom, parecchio convinto della sua ipotesi.
“Ma i maschi si fidanzano con le femmine, quindi non è possibile” obiettò Price, quasi indignato.
“Mica è sempre così! i miei genitori sono amici di due ragazzi, che però stanno insieme e vivono anche insieme, e mi hanno detto che non c’è niente di male e che le persone si possono innamorare anche se non sono un maschio e una femmina” spiegò il moretto con aria sapiente.
Il suo amico aggrottò la fronte. “Io però non sono convinto.”
“Fai come vuoi. Però ricordati che non lo devi dire a nessuno, perché è un segreto. Altrimenti si rovina la sorpresa per Phil.”
“Va bene, sto zitto.” Detto ciò, si alzò dal divano e si accostò alla pila di videogames accanto al televisore. “Adesso a cosa giochiamo?”
 
 
“Allora” rifletteva Price mentre osservava il quadrante suddiviso in nove caselle che era stato tracciato sul foglio, un’espressione concentratissima stampata sul volto. “Se io metto il cerchietto qui, tu metti la x lì e fai tris. Ma se io la metto da questa parte… vinci lo stesso!” Mollò la matita sul banco, sconfortato.
Battere Dom ai videogames era una passeggiata, ma sfidare Phil a quei giochi di strategia era tutta un’altra cosa. Perdeva sempre.
Il suo amico gli sorrise. “Vuoi la rivincita?”
“No, perché tanto vinci sempre tu e non è divertente!”
“Okay.” Phil ritirò il quaderno e l’astuccio, riponendoli dentro lo zaino e portandone fuori una scatoletta in legno allungata. “Se vuoi ho portato lo Shangai.”
Il suo amico si illuminò. “Sì, giochiamo con quello!”
“Se ha finito di mangiare possiamo chiederlo anche a Conor, visto che gli piace molto. E poi in tre è meglio” propose Phil, guardandosi attorno per cercare il biondo tra i tavoli della mensa.
“No! Non chiediamoglielo!” saltò su Price allarmato, sporgersi verso di lui e dandogli un colpetto sul braccio.
L’altro si accigliò. “Perché?”
“Ehm… perché noi…” Non sapeva proprio cosa inventarsi. Dopo quello che gli aveva rivelato Dom, l’idea di vedere Conor a fianco a Phil non gli piaceva per niente; per quello aveva reagito così.
“Avete litigato?” gli chiese il suo compagno.
“No. Cioè, sì. Non proprio.”
“Price…”
“Non te lo posso dire, è un segreto. Ma non chiedergli di giocare con noi!”
Ma a Phil quella situazione non piaceva per niente. “Se non mi dici perché, vado e glielo chiedo subito.”
“No! Va bene, te lo dico! Però mi vergogno, perché non è una cosa facile.” Price avrebbe preferito essere punito dalla maestra piuttosto che rivelare ciò che aveva scoperto.
“Dai, dimmelo e basta.”
Il bimbo con gli occhialini si schiarì la gola, arrossì e si accostò al suo amico per potergli sussurrare all’orecchio. “Conor è innamorato di te e sta organizzando una festa per il vostro fidanzamento” disse tutto d’un fiato.
“Cosa?!” sbottò subito Phil, poi lo incenerì con un’occhiata. “Da dove le tiri fuori certe balle?”
“Non è una balla, te lo giuro! Me l’ha detto Dom.”
“E non se l’è inventato?”
“No, gliel’ha detto Joe.”
“Ma non hai detto che era un segreto?”
Price si strinse nelle spalle.
Phil allora sgranò gli occhi e si batté una mano sulla fronte. “Ma io ho solo otto anni, non ci penso ancora a fidanzarmi: sono troppo piccolo!”
“E adesso che cosa vuoi fare?”
Il bimbo ci pensò un po’ su, poi aprì la scatoletta in legno e sparse i bastoncini dello Shangai sul tavolo. “Niente. Giochiamo.”
“E Conor non lo vuoi più invitare?”
“Sicuramente sta ancora mangiando.”
 
 
La festa di compleanno di Phil era finalmente arrivata. Il festeggiato era molto contento ed emozionato: aveva invitato tutta la sua classe e aveva comprato piatti, bicchieri e tovaglioli di Superman, il suo supereroe preferito.
Man mano che i suoi compagnetti arrivavano, si sentiva sempre più euforico: Dom e Price, che erano due dei suoi migliori amici, erano stati tra i primi a presentarsi, ma poi erano arrivati anche Joe e tanti altri invitati.
Il cuore gli balzò nel petto quando vide Conor fermo vicino alla porta d’ingresso, che si sfilava il giubbino leggero e lo consegnava alla mamma. Da quando Price gli aveva raccontato il segreto non ci aveva ancora parlato, perché era cominciato il fine settimana e non si erano più visti in classe.
“Phil!” gridò il bambino dai capelli biondo scuro, correndogli incontro con un sorrisone sul visetto arrotondato. “Buon compleanno!” continuò a strepitare, stringendolo in un abbraccio fortissimo.
Phil lo ringraziò e, quando si separarono, si accorse che aveva un foglio piegato in due in mano.
Ma non ci fece troppo caso, troppo impegnato a pensare a ciò che doveva dire.
“Ascolta Conor… io non voglio che tu ci rimani male, perché siamo migliori amici dall’asilo… e però non ti voglio nemmeno offendere, però… io ho solo otto anni appena compiuti e non mi voglio ancora fidanzare, e poi sei stato davvero esagerato a organizzare una festa per me, senza nemmeno sapere se ti avrei detto di sì o di no…” prese a blaterare come un fiume in piena.
Parola dopo parola, l’espressione di Conor si faceva sempre più confusa e alla fine si dovette pure sforzare per non ridere. “Fidanzamento? Ma cosa stai dicendo? Io volevo solo darti questo!” lo interruppe, porgendogli il foglio che aveva in mano.
Phil lo prese e lo aprì: si trattava di un disegno che ritraeva loro due, due bambini sorridenti su un prato e circondati da alberi con la chioma rossa. In alto a destra, a fianco a un sole sorridente, c’era la scritta «Buon Compleanno», mentre in basso si poteva leggere: «Al mio migliore amico, ti voglio tanto bene! Da Conor per Phil».
Sempre più perplesso, sollevò lo sguardo su Conor, che lo guardava pieno di speranza.
“Ti piace?” gli chiese.
“Certo che mi piace!” rispose sinceramente.
Però aveva giusto un paio di cose da chiarire con Price, Dom e Joe.
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
 
Salve a tutti ed eccovi la mia prima kidfic in questo fandom! E adesso che ho sperimentato questo tipo di storia… chi mi ferma più? AHAHAHAHAHAH XD
Lo so, è una storia idiotissima, ma io mi sono divertita un sacco a scriverla e creare tutti questi equivoci AHAHAHAHAHAHA i bambini hanno una fantasia invidiabile!!! Il fatto che poi io abbia inserito accenni Phinor anche in quest’AU è assolutamente casuale e non voluto… ^^”
Si tratta appunto di un AU per due principali motivi: in primis sono abbastanza sicura che da piccoli non si conoscessero già tutti e cinque, e poi ovviamente nella realtà non hanno tutti la stessa età, ma io ho modificato questo dato apposta per metterli in classe insieme ^^
Prima di passare ai piccoli dettagli che ho inserito, piccola nota sul titolo: penso che un po’ tutti conoscano il gioco del Telefono senza fili, in cui un gruppo di persone si mette in fila, la prima a un’estremità pensa a una parola e la sussurra all’orecchio di chi gli sta a fianco, che la sussurra a quello a fianco e così via, fino ad arrivare all’altro capo… ecco, se ci avete giocato, saprete sicuramente che in genere la parola finale non era MAI uguale a quella iniziale XD il messaggio si modificava durante il tragitto, SEMPRE! Ecco, diciamo che più o meno è successo così in questa shottina, anche se teoricamente la voce non si sarebbe nemmeno dovuta spargere AHAHAHAHAHAH XD
Passando a qualche altra curiosità…
Parlando di Joe, cito gli allenamenti di calcio perché attualmente il chitarrista è appassionato di football. Non so se ci abbia mai giocato, ma mi sembrava un’attività abbastanza plausibile da fargli svolgere da bambino ;)
Invece su Price e Dom che si sfidano ai videogiochi, so che lo fanno ancora oggi quando si trovano sul tour bus per ammazzare il tempo, quindi anche in questo caso mi sembrava abbastanza credibile!
Il tris e lo Shangai, alla stregua del Telefono senza fili, penso li conoscano tutti XD
E infine, Phil compra tutto a tema Superman per la sua festa perché, nei video “in solitude” che i NBT hanno registrato in quarantena, si vede un poster di Superman sulla parete di quella che potrebbe essere camera sua ^^ qui il link, se siete curiosi:
https://www.youtube.com/watch?v=0NpXPVIHLvo
(Alla fine di questo video c’è una fesseria firmata Price, vi consiglio di guardarlo tutto fino all’ultimo secondo XDD)
Credo di aver detto tutto! Spero che la storia vi abbia fatto sorridere e ringrazio chiunque sia giunto fin qui :3
Alla prossimaaaaaa!!! ♥
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nothing But Thieves / Vai alla pagina dell'autore: Soul Mancini