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Autore: LudwigGhost    02/02/2021    1 recensioni
In un mondo dove i Quik non sono la normalità sono state inventate delle strutture di contenimento per i portatori di essi. Midoriya una guardia si ritrova a lavorare in una di queste strutture ma subito si accorge che c’è qualcosa che non va: il precedente personale è morto, alcune celle sono vuote e dei documenti spariti. Qualcuno gli nasconde una segreto: e i portatori di Quirk ne sanno qualcosa? O il suo collega Shoto? E c’è veramente qualcosa di umano nei portatori? O sono solo bestie assassini come e le dipingono? Allert: BakuKiri, TodoDeku, HawksxDabi
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Kaminari Denki, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Izuko arrivò davanti alla cella di Endevar, si chiese più volte se fosse stato meglio entrare o meglio.

Forse glielo doveva, gli doveva una spiegazione per tutta quella distruzione, perché sarebbe stato l’unico a non andarsene.

Entrò e lo vide, non alzò neanche la testa sentendo il rumore della porta, se ne stava accasciato sul pavimento, gli face un certo effetto, solo e abbandonato, dimenticato dietro a quelle sbarre sempre chiuse.

-Signor Todoroki- cercò di attirare la sua attenzione ma si guadagnò solo un’occhiata persa -ve ne state andando? Da a Shoto i miei auguri- Midoriya provò a non provare troppa pietà, a rimanere concentrato sulla domanda che doveva fare -perché ha fondato queste strutture?- era stato propio lui a farlo, lui che aveva un Quirk, l’uomo sorrise triste -io volevo…io pensavo che creando dei soggetti che sapessero usare i loro Quirk, controllarli, e facendoli entrare in una forza armata nulla avrebbe più potuto fermare l’umanità, doveva essere un’istituto d’educazione e non una prigione, avrei avuto fama, riconoscimento e il mondo si sarebbe reso conto delle potenzialità delle unicità- -per questo ai ucciso Tonya? Perché era indisciplinato? Era tuo figlio- scosse il capo -Tonya era impazzito non avrebbe mai potuto continuare a vivere in una società normale. Ma ormai è inutile, tutto questo è inutile non vivrete mai normalmente fuori di qui, tutto il tempo a nascondervi, e quando arriveranno le forze speciali la maggior parte di voi moriranno qui- guardai la porta -forze speciali?- Endevar annuì -sono state addestrate apposta, scappate con i pochi liberati e forse farete in tempo, non puoi salvare tutti, non sei un’eroe. Gli eroi non esistono-.

Riprese la tessera e scattò fuori.

Si sentivano urli e singhiozzi, tutto era in fiamme ma alcune pareti erano circondate da ghiaccio.

Qualcosa gli afferrò la giacca mentre la visuale era coperta dal fumo, sentì il suo peso svanire mentre tossiva e cercava di girarsi.

Si alzò in aria trovandosi a fluttuare -sono qui!- la voce di Uraraka poi la sentì urlare, passi lenti, voci confuse poi altri passi solo di corsa.

Passarono un’altro paio di secondi e ricadde a terra in modo brusco, -Izuko…- la voce della ragazza, la raggiunse provando ad abbassarsi il più possibile per il fumo, era a terra sanguinante con una lancia conficcata all’altezza dell’addome -Uraraka- la prese tra le braccia -non vinceremo mai…le forze speciali…- smise di parlare, mise una mano sul petto, non c’era respiro.

Era morta…

Un’enorme peso cadde sul petto del giovane, aveva sbagliato i calcoli.

Altri passi e voci, doveva andar via, non poteva star lì avrebbero ucciso anche lui.

Si alzò e dopo averle rivolto un’ultimo sguardo lacrimoso. Prese a correre.

I muri erano pieni di crepe più avanti e in parte sciolti da acido.

Avevano combattuto.

Mina era a terra ansimante si avvicinò ma lo spinse via -stanno per attivare il gas tossico, andate via…non pesate- gemette, doveva saperlo che il piano starebbe fallito, come aveva anche solo potuto pensare che potessero essere liberi?

-Corri!- urlò ancora lei spuntando sangue, non poteva salvare nessuno, non riusciva, i rumori dei mitra nemici lo accompagnavano a ogni passo.

Udì un’urlo, ruppe ogni altro suono, lo seguì tossendo e ansimando.

Kirishima era indurito e proteggeva a braccia aperte Bakugo che era a terra con gli occhi socchiusi, il sangue del biondo si espandeva sul pavimento, gli uomini sparavano ma il rosso deviava i proiettili il più possibile rimando con lividi e cicatrici -va via idiota…- mormorò Katsuki, il suo tono ricordava quello di una tormentata ninna nanna, un’ultima disperata lotta per l’aria -mai, non ti lascio qui! Mi hai promesso che ce ne saremmo andati insieme!- -guardati attorno!- ubbidì anche Izuko all’ordine, era piano di cadaveri, anche il professore…era morto con un bambino tra le braccia che ancora piangeva.

Midoriya glielo sfilò dalle braccia il più delicatamente possibile per far si che gli uomini rimanessero concentrati sul rosso,

Appena lo prese in braccio, quando una delle mani del piccolo dai capelli azzurro sporco lo toccò la maglia si fece in mille pezzettini, nonostante ciò il verdino non lo lasciò.

Il rumore di qualcosa che si congela, un’enorme cristallo di ghiaccio gli apparse davanti.

Poi notò Todoroki che respirava a fatica zoppicando.

Lo fece poggiare a se stesso notando la difficoltà nel procedere -abbiamo meno di 3 minuti Izuko, attiveranno un gas letale e la maggior parte di noi è già…- abbassò gli occhi.

Fecero un paio di passi ma poi Midoriya deviò per andare da Bakugo, Eijiro gli aveva fatto poggiare la testa sulle ginocchia e premeva sulla ferita al petto.

Aveva gli occhi chiusi ma li aprì appena percepì le nuove due presenze -Deku…salvali…- quelle parole gli causarono un vuoto inimmaginabile al petto -…salvali tutti…- piangeva e anche l’amico iniziò a farlo, ogni momento, ogni gioco d’infanzia stava per venir spazzato via.

Annuì -li affido a te…- sorrise chiudendo gli occhi, dietro di loro sentirono il rumore di altri passi, nuovi agenti erano in arrivo.

Midoriya tenendo Shoto ricominciò a camminare -Kirishima..- lo incentivò a camminare, ma l’altro era perso ad accarezzare il cadavere -penso che gli farò compagnia, siamo una squadra no? I nostri destini sono uniti- -non abbiamo tempo- gli ricordò il fidanzato e ripartirono.

Il bambino smise di piangere ma si agitava.

Li sentivano sempre più vicini e la gamba di Todoroki non il consentiva di correre, uno sparo gli graffiò la guancia e caddero.

Alzò il viso, erano tutti lì con le armi puntate e le maschere anti gas.

Si guardò attorno, erano davanti alla cella del calice del tempo. Strinse i pugni -io li salverò tutti, io sarò un’eroe- Todoroki sorrise capendo -ti copro, salvaci, ti amo-.

Scattò dentro la cella e sentì il rumore dei mitra, il bambino pianse.

Provò a non pensare a Shoto, al suo corpo a terra sanguinante, lui li avrebbe salvati, avrebbe salvato tutti.

Era davanti al calice e scorse gli uomini che entravano dalla porta, gli puntavano le armi contro, afferrò il calice senza pensare e bevve tutto il liquido.

All’improvviso il silenzio, a lui non era mai piaciuto il silenzio eppure trovò conforto nel sentire cessare quelle urla, la consapevolezza della missione tornò quando udì la voce conosciuta dell’uomo.

-Di nuovo qui?- sogghignò da dietro la maschera -sono io a proporti uno scambio sta volta- l’uomo rimase a fissarlo -il mio Quirk è nato dal desiderio di aiutare dei coraggiosi, della cristallizzazione delle loro anime…-  si guardò la mano libera mentre con l’altra reggeva l’infante -…te lo darò, sarà tutto tuo. Ma dammi, dammi un mondo dove potremo vivere in pace, dove potremo essere eroi! Dove tutti saremo vivi!- cadde in ginocchio -uno scambio coraggioso- decretò l’uomo -voi non ricordare niente di questo lo sai…nessuno saprà di questo…- Izuko guardò il piccolo -essere un’eroe non vuol dire mettersi in mostra, io porterò la pace, anche se non ne sarò il simbolo- l’entità rise.

-Accetto dammi il bambino, non potrà venire subito- se pur incerto Midoriya ubbidì -io sono all for one, ricordati questo nome figlio mio…- -figlio mio?- urlò mentre tutto iniziava a scomparire -e questo giovanotto è Shigaraki Tomura, un giorno ci rincontreremo sicuramente ma in quel momento saremo nemici- tutto scomparì e iniziò a vedere buio, sentì la fiamma del One For All spegnarsi, la percepì abbandonarlo.

Quando riaprì gli occhi era solo un bambino in fasce, uno degli appartenenti al 20% della popolazione senza Quirk, ma quando il calice del tempo toglie qualcosa se pur a suo tempo la ridà.

Il resto del raccordo è uniformante conosciuto e beh che dire: Questa è la storia di come Izuko Midoriya divenne il più grande eroe di tutti i tempi.

 

(angolino: grazie a tutti per aver seguito questa serie, siamo giunti alla fine. Vi è piaciuta? Ve lo aspettavate? Spero di avervi divertito e ringrazio vivamente tutti colore che hanno lascito recensioni perché anche se non ho risposto a tutte per me hanno voluto dire veramente tanto essendo la prima storia che scrivo. Non confermo se in futuro farò degli spinof  o del punto di vista di qualcun altro per il momento finisce così. Grazie ancora per aver condiviso questa avventura e alla prossima spero, bye)

 
   
 
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