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Autore: NorwegianWoodFields    03/02/2021    2 recensioni
Artù, un ragazzo viziato seppur di buon animo, è da sempre vissuto nell'agiatezza e si ritroverà a fare i conti con la realtà più cruda, quella dei comuni mortali, a vivere senza la sua stabilità economica e privilegi vari, cominciando a capire cosa significhi dover provvedere a se stesso, più o meno da solo, senza alcun appoggio da parte del padre.
Merlino è un ragazzo che si fa in quattro con i suoi lavori part time tentando di sostentarsi ed aiutare la madre. Conosce da sempre la realtà nella sua forma più cruda, eppure questo non gli ha mai impedito di essere una persona dalla serenità travolgente.
Entrambi cominciano con il piede sbagliato carichi uno di aggressività e l'altro di pregiudizi. Le "ragioni" della loro ingiustificata antipatia sono effettivamente inconsistenti: si contendono le attenzioni della stessa ragazza, Viviana.
Presto però, la sorte farà si che debbano cominciare a passare molto tempo insieme per lavoro. Scopriranno di essere tanto simili nonostante le loro evidenti differenze. Questa velocità con la quale si legheranno subito in un'amicizia e la rapidità con cui la chimica tra loro esploderà, sarà causa di dubbi esistenziali, paure e rivalutazioni di aspetti abbastanza personali del proprio essere.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù, Will | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Artù, come spesso accadeva, era arrivato con molto anticipo a lavoro, già si era svestito, nell'attesa aveva indossato la sua vestaglia e si era seduto su uno sgabello. Smanettò sul cellulare con fare impensierito, poi aprì i messaggi su whatsapp con Viviana, non sapeva più che fare con quel groviglio; avrebbe dovuto dar retta al suo istinto, dar credito perciò all'irrazionalità dei suoi presentimenti e troncare subito, senza farsi dare spiegazione alcuna? O avrebbe dovuto provare una seconda volta con un appuntamento, per poter levare ogni tipo di dubbio?

Lei non gli era sembrata interessata oppure attratta né in un senso fisico, tanto meno perciò in un senso romantico o anche solo amichevole, però non pareva essersi sentita a disagio come lui, anzi, si mostrava compiaciuta ed addirittura appagata nell'esternare il suo fare arido ed iroso, sapendo alla perfezione che quel comportamento suscitasse fastidio ed andasse a minare la quietezza degli altri.

Lesse la chat più e più volte...tra le persone era spesso tutto così ingarbugliato!

Gli tornò per la mente il messaggio che il giorno prima lei aveva scritto a Merlino, la ragazza continuava a sentire il suo collega, ma cercava anche lui...che giochetto era quello? Non ne valeva la pena, lo aveva capito, come aveva capito di aver ingigantito un'attrazione, quindi poteva benissimo fregarsene e non arrovellarsi troppo, eppure quella situazione lo infastidiva e non poco, non sapeva come uscirne.

Lo irritava e frustrava per principio non avere una spiegazione plausibile che giustificasse il comportamento ambiguo di Viv. Nonostante non la conoscesse, nonostante non avesse veramente l'ombra del minimo sentimento per lei, era svilente non essere trattati con chiarezza e coerenza.

In quel momento entrò Emrys nello spogliatoio, salutandolo in modo educato per la seconda volta nel giro di pochi giorni. Non che il biondino non se lo aspettasse, dopo quell'aggressione era palesemente cambiato qualcosa tra loro, forse poteva sembrare affrettato pensarlo basandosi sulle poche interazioni avute, ma l'aria era decisamente più distesa. Anche se non ci voleva poi tanto per migliorare quel modo di relazionarsi ai limiti dell'infantile e del ridicolo. Con molta probabilità anche l'aver aiutato nello sfratto di Cedric aveva contribuito all'armistizio.


 

“E oggi? Che strambo indumento racchio e ridicolo dovremmo indossare?” Chiese il moro che come al solito non si prendeva mai la briga di informarsi da se.


 

“Oggi è una posa di nudo.” Rispose secco.


 

“Ah” Pareva quasi preoccupato dal tono della voce. Si sfilò il maglione, Pendragon guardò la sua schiena, il morbido candore della pelle era contrastato da enormi macchie viola, i segni lasciati dall'assalto dell'altro giorno. Gli si avvicinò sfiorandogli impercettibilmente le scapole tracciando la forma del livido, come se così facendo potesse risalire ed intuire quali colpi erano stati inflitti da quel teppista da quattro soldi.


 

“Ti ha tirato il braccio indietro?” L'altro trasalì appena a quel lieve contatto ed annuì subito dopo con energia.


 

“E questo?” Continuò a chiedere, premendo sull'ecchimosi violacea più grande in mezzo alla schiena.


 

“Li, ho sbattuto su uno spigolo, mi fai un favore però? Non toccarmi!” A quella risposta Artù alzò le braccia maldestramente, come per discolparsi da un'accusa, fece dei grossi passi all'indietro, sbattendo goffamente la testa sull'armadietto.

Merlino si girò a quel tonfo sordo e lo guardò divertito. Quel ragazzo era così suscettibile!


 

“È perché mi fa male, stai tranquillo, non c'era bisogno di infliggersi un trauma cranico!” Si spiegò tra le risate, in tono canzonatorio.


 

“Idiota...” Bofonchiò tra i denti, massaggiandosi il capo indolenzito.


 

“Senti, sei sicuro che oggi è proprio una posa di nudo?” Chiese Emrys preoccupato mentre si sfilava i pantaloni.


 

“Si che sono sicuro! Ti vergogni per caso? Beh è normale insomma...” No, non doveva cominciare con i suoi soliti tentativi di essere una persona affabile, si impappinava, risultando abbastanza ridicolo ed odiava a morte mostrarsi così patetico per di più davanti ad un mezzo estraneo.


 

“Oh no, non proprio, è che...” Fece una breve pausa come se piegare i pantaloni fosse un'attività troppo impegnativa da potergli permettere di parlare nel frattempo.


 

“Che?” Tentò di spronarlo il biondino, mentre l'altro finito di mettere apposto i panni, si girò verso di lui fissandolo con eloquenza come se si aspettasse che capisse le sue ragioni, poi si sfilò le mutande, senza il minimo pudore dinanzi al collega, che di certo poté constatare che non era la completa nudità a metterlo sotto stress.


 

“AH, decisamente non è questo il tuo problema...” Sussultò imbarazzato distogliendo in fretta e furia lo sguardo, per poi ruotare il capo ed infine girarsi completamente di spalle.


 

“Sono i lividi che mi danno fastidio...mi mette a disagio che siano così enormi, perché è ovvio che si faranno delle domande, non mi piace essere al centro delle questioni degli altri. Dici che sembro strambo se mi rifiuto di dargli la schiena? Lo so che è da scemi, ma mi vergogna ammettere che un ragazzetto mi ha fatto fuori in un posto notoriamente malfamato. Passo per un totale rincoglionito e pure sprovveduto!” Spiegò il moro infilandosi la propria vestaglia.


 

“Tu guarda! Esattamente quello che sei insomma!” Lo prese in giro, provocando indignazione nell'altro che scuoteva la testa con rimprovero.


 

“Forse a uno borioso come te darebbe fastidio ammettere una debolezza, io invece nello specifico, non vorrei spiattellare l'accaduto per non suscitare pena a nessuno a causa della mia stronzaggine in quel parcheggio. Insomma, mi fa ribrezzo dirlo ma le due cose un po' si somigliano, tu dovresti comprendermi un minimo!” Era vero che per Pendragon, mostrare le proprie fragilità fosse difficile, le reputava qualcosa per cui provarne vergogna, ma questo non significava che non si sentisse infastidito dalle parole del collega.

Perché era sempre così prevenuto nei suoi confronti? Sembrava adorasse sputare congetture sul suo carattere basandosi sull'unica informazione in suo possesso: veniva da una famiglia ricca e questo gli bastava. Possibile che la propria personalità si annullasse ogni volta, in favore dell'avere un padre che nuotava nell'agiatezza?


 

“Sul labbro spaccato e lo zigomo potrei anche inventare una stronzata, del tipo che per aprire una bottiglia di champagne mi sono dato un pugno in faccia, è credibile visto che sanno che sono imbranato!” Il moro continuò a lamentarsi e di certo l'altro non avrebbe sopportato quel frignare ancora per molto, magari continuando a doversi sentir dire che era un borioso, arrogante, violento ed altri insulti a caso persino quando l'argomento del discorso non riguardava in modo diretto la sua persona. Poteva benissimo esprimergli il suo fastidio, spiegargli che lui non era così inconsistente, ma perché avrebbe dovuto provare ad uno sconosciuto che un po' si sbagliava nei suoi confronti? Da quando ci si giustificava o si doveva rendere conto ad un Dumbo idiota?

Artù iniziò a rivestirsi in fretta e furia, era meglio tentare di risolvere il disagio del ragazzo, o gli sarebbe esploso il cervello a furia di sentirlo lagnare con quella parlantina veloce.


 

“Perché ti stai vestendo?” Chiese confuso Merlino.


 

“Rivestiti, sbrigati abbiamo venti minuti!” Rispose l'altro indispettito.


 

“Ma per fare cosa, vorresti spiegarmi?” Oh se Emrys non odiava con tutto se stesso quando quello starnazzava verbi all'imperativo indirizzati a lui! Una volta rivestito alla bene e meglio, il biondino aveva estratto il proprio cellulare cercando freneticamente sulla rubrica.


 

“Vestiti su!” Ripeté, trovando finalmente il numero che cercava. Avviò la chiamata ed il collega sbuffò rumorosamente scrutandolo, tentando di intuire cosa diamine passasse per la su mente.


 

“Ciao, senti come si chiama quel coso che ti metti in faccia...il cerone vero?” A quelle parole il moro scoppiò in una fragorosa risata suggerendo il nome esatto del cosmetico di cui il ragazzo stava parlando ed in quel momento capì le sue intenzioni, ma certo! Perché non ci aveva pensato lui stesso? Poteva usare un correttore o un fondotinta per coprire le macchie! Cominciò perciò a rivestirsi anche lui.


 

“Ah... e senti dovranno esserci vari colori no? Tu che sei così pallida, mi dici un numero, un codice del fondotinta che usi, che corrisponde alla tua carnagione?” Continuò il biondino prendendogli con fare grezzo il polso, rigirandogli il braccio da un verso all'altro, a suo piacimento. La carnagione di Merlino gli sembrava più o meno come quella di sua sorella Morgana ed in quel momento stava confrontando mentalmente la pelle di entrambi.


 

“NO STREGA! Io sono un uomo, non mi trucco!” Rispose Pendragon stralunato, l'altro a quelle parole, sfilò il polso dalla sua presa e gli lanciò uno sguardo truce, doveva aspettarselo quel tipo di mentalità bigotta da parte sua.


 

“Che cazzo c'entra?” Sussurrò Emrys risentito e molto probabilmente la voce al di là del telefono ribatté allo stesso modo. Artù aggrottò le sopracciglia sinceramente confuso...che aveva detto di strano adesso? Ci mancava solo che fosse insolito che lui non si truccasse!

Morgana gli aveva già attaccato in faccia e i due uscirono velocemente dall'accademia, entrando in un negozio di quelli in cui si poteva trovare di tutto ed un po', una volta nella sezione del make-up, il biondino puntò direttamente i fondotinta cercando il numero di gradazione che la sorella gli aveva dato. Afferrò nuovamente il polso del moro accostandolo alla confezione del prodotto, appurando così che quella pigmentazione fosse davvero perfetta per lui.


 

“Potresti essere più delicato? Ogni tanto eh!” Chiese sarcasticamente Merlino, l'altro lo fulminò con sguardo quasi schifato, lasciandolo subito dopo...Delicato tsk! Dove pensava di stare, in un centro benessere?

Emrys si stava avviando verso la cassa, ma non sentiva dietro di se i passi del collega, perciò si girò per capire dove diamine si fosse cacciato, poi lo vide tramite gli scaffali, non si era schiodato affatto dalla sezione dei trucchi e cosmetici. Tornò verso di lui e lo scrutò attentamente, si stava mordendo il labbro inferiore accanitamente, sembrava si sentisse parecchio incomodo.


 

“Insomma che hai?” Tentò di spronarlo, il ragazzo cominciò a rigirarsi il fondotinta tra le dita e preso dell'ansia si voltava da una parte e dall'altra furtivamente, come se avesse appena rubato qualcosa. Il moro gli si avvicinò con passi spediti, sfilandogli delicatamente la boccetta dalle mani.


 

“Ho capito va, ce lo porto io in cassa, dovesse prenderti un infarto...dovessero pensare che ti trucchi! Poi serve a me è giusto così!” Era assurdo, non voleva credere ai suoi occhi, più giorni viveva e più si convinceva che l'idea che il patriarcato fosse un cancro sia per le donne che per gli uomini, era assolutamente veritiera. Ne aveva le prove, ne vedeva gli effetti sulle persone praticamente quotidianamente. Pendragon si sfregò la punta del naso, guizzando con lo sguardo a destra e a manca, Merlino gli indicò la strada con un braccio, per farlo finalmente smuovere, cosicché entrambi raggiunsero il cassiere.


 

“Ragazzi volete che ci faccia un pacchetto regalo? Che carta preferite?” Chiese il dipendente in buona fede. I due rimasero imbambolati ed invece di rispondere con un “no” come ci si aspetterebbe da due persone provviste del giusto numero di neuroni, si stavano questionando mentalmente, guardandosi con espressione da stoccafissi. Perché avrebbero dovuto confezionarlo? Per caso era da spalmare con la carta pacchi?


 

“Non è un regalo per una ragazza?” Domandò il commesso, non aveva fretta, non c'era chissà quanta clientela ma voleva porre fine a quel silenzio imbarazzante.


 

“SI!” Urlò Artù, sentendosi esattamente come quando era un ragazzino delle elementari che a casa seguiva le Winx con la sorella, ma davanti agli altri maschietti faceva finta gli facessero schifo, come probabilmente facevano un po' tutti i bimbi.


 

“No no, è per me!” Emrys lo contraddisse, buttandogli un'occhiataccia fugace di rimprovero. Doveva segnarseli quegli episodi di mascolinità fragile, semmai un giorno le cose fossero migliorate e qualcuno avesse negato dell'esistenza di evidenti disturbi causati da questa tossicità, lui avrebbe avuto le sue memorie con se.


 

“Ah...si...scusa!” Si discolpò il dipendente. Il biondino fece per prendere i soldi dal portafogli, ma l'altro gli si parò davanti, impedendogli di poggiare qualsivoglia spicciolo sul bancone. Il moro pagò da se, lesto come un fulmine ed uscirono incamminandosi a passo spedito verso l'accademia, il collega non aveva motivo per pagargli quel prodotto e non importava se dietro quel gesto incompiuto non ci fosse ostentazione, ma solo educazione, non vedeva il perché avrebbe dovuto fargli quella cortesia.


 

“Mi ha chiesto di uscire...sappi che ci vado, credo voglia chiarire! Poi ti dico.” Annunciò Merlino dopo attimi di silenzio, non c'era bisogno di specificare di chi stesse parlando. L'altro annuì semplicemente ed era troppo strano, sicuramente aveva ragione a credere che a Pendragon fosse successo qualcosa durante l'appuntamento o che avesse capito che non le piaceva per nulla, non c'era traccia di gelosia, di rabbia, come si aspettava che fosse. Certo, c'era da dire che non era per forza necessario aver compreso di non esserne attratti, bastava quella sorta di limbo in cui entrambi si trovavano sospesi, per far scemare anche il minimo interesse e ad Emrys si che era scemato! Nonostante questo però, prima di darci un taglio del tutto, aveva bisogno di chiudere qualunque cosa acerba quel rapporto fosse, nella più completa sincerità.


 

“Tu che ci sei uscito più volte ed è da più tempo che ci parli...che cosa ci hai trovato in lei?” Si azzardò Artù a domandare.


 

“IL TUO È SICURAMENTE UN PIANO!” Urlò il moro facendogli il verso, ripetendo più o meno le frasi del collega quando era convinto che gli stesse dando informazioni devianti, per mettere zizzania tra lui e Viv e per levarselo di torno.


 

“Oh, no! No, assolutamente no!” Quella risposta inaspettatamente seria fece sbuffare Merlino in un risolino vagamente malizioso.


 

“Ti sto perculando, dovresti rilassarti cazzo!” O il biondino aveva un pessimo senso dell'umorismo, o davvero aveva bisogno di distendersi...oppure addirittura entrambe, era così suscettibile e permaloso! Non gli era mai capitato prima di dover specificare quando fosse ironico. Pendragon lo guardò con fare pensieroso, “rilassarsi” fosse stato facile!


 

“Comunque mi fa strano che tu mi faccia questa domanda...cioè proprio tu!? Quello che le si accollava? Allora è vero che non ti piace!” Continuò Emrys e l'altro boccheggiò forse in cerca di una risposta.


 

“Ok, ok, insomma cosa ho trovato in lei? Boh...è stata una cosa d'impatto, superficiale se vuoi. Poi ci sono uscito e mi ha incuriosito un suo aspetto, questa stessa sua caratteristica però dopo un po' m' ha lasciato basito.”


 

“Cioè?”


 

“Il suo umorismo nero, amo quel tipo di comicità. Ma inizio a credere che le sue non siano battute! Questo non mi piace granché! Tralasciando tutto questo casino, che Beautiful accompagna e basta!” Bene, anche lui quindi aveva notato quella rabbia particolare in Viviana, non era pazzo allora!


 

“Hey Merl! OH, Artù, ciao!” Salutò Freya, sorpresa nel beccarli camminare insieme.


 

“Come mai sei fuori scuola?” Le chiese il moro.


 

“Abbiamo qualche minuto di pausa, volevo una bella ciambella! Voi due...non state litigando no?” A quella domanda Pendragon negò oscillando la testa, sorridendole appena. Poi incontrò velocemente lo sguardo disteso del collega.


 

“Che hai sul volto Merl!?” Domandò apprensiva.


 

“Mi sono stappato una bottiglia in faccia in pratica!” Mentì, suscitando delle risate da parte della ragazza.


 

“Avete risolto quella questione con la tipa?” Domandò poi ed Artù lanciò uno sguardo interrogativo verso l'altro...bene Freya era a conoscenza delle loro dinamiche, chissà però per quale mostro lo avesse fatto passare Merlino!


 

“Non abbiamo risolto un bel nulla con quella!” Rispose Emrys, aprendole goffamente il portone pesante dell'accademia, stava impiegando molte delle sue forze per bloccarlo con entrambe le braccia, potendo dare così la precedenza a Freya.

Il biondino era divertito da quella visione, gli sembrava un ramoscello rinsecchito che magicamente riusciva a sostenere un enorme masso, gli veniva da ridere, ma non era il caso.

Il moro aveva la pelle sotto le unghie violacea, che sentisse freddo? Pendragon esaminò il giacchetto di pelle che l'altro portava, effettivamente non sembrava scaldasse troppo, sicuramente non era un indumento adatto alla stagione, avrebbe provveduto a prendergliene uno non appena fosse uscito con Morgana.

Erano ancora bloccati sull'uscio poiché la ragazza si prese del tempo per sorridere affabile al gracile gentiluomo, ringraziandolo con dolcezza per quella carineria. Artù ci fece caso e quando lei si allontanò per le scale, poggiò un braccio sul portone, sostenendolo a quel razza di imbranato mingherlino ormai visibilmente in difficoltà, sopraffatto dall'imponente peso. Merlino si poté sgranchire gli arti e l'altro alzò un sopracciglio guardandolo con la faccia di chi la sapeva lunga, trattenendo un sorrisetto eloquente.


 

“Sentiamo, cosa significa questa espressione?” Chiese, anche se già poteva immaginare cosa il biondino stesse insinuando con quella mimica.


 

“Ti stai riprendendo subito eh!”


 

“Che testa di fagiolo! Le ho solo tenuto un portone, tra l'altro pure tu me lo stai tenendo adesso!” A quelle parole Pendragon fece per entrare nell'atrio, potendo lasciare così la presa sulla porta.


 

“Si, esattamente la stessa cosa, ma non ti vedo mica sbattere le ciglia verso di me!” Rispose in tono furbo, dissimulando un sorrisetto mellifluo.


 

“Nah, io sono fatto così e lei è affettuosa, tutto qui! Anche tu le avresti fatto questa cortesia!” Era vero, Freya non le interessava in quel senso e neanche da parte di lei c'era quel particolare trasporto, su questo ne era certo!


 

“Mh...” Artù parve pensarci, in fondo lo aveva notato che le persone espansive si comportavano normalmente in quel modo tanto melenso con tutti quelli che gli andavano a genio! Da una parte avrebbe voluto essere così, non avere problemi nel mostrare e dimostrare le sue emozioni, era un traguardo che capì da pochi anni di voler raggiungere, ma era complicato quando non si avevano troppi esempi prossimi.


 

Entrambi tornarono in spogliatoio svestendosi nuovamente, Emrys poi spalancò la porta del bagno, doveva solo coprire i segni delle ecchimosi, perciò non richiuse la porta di quello spazio particolarmente angusto, si piazzò davanti il piccolo specchio e fece colare dalla boccetta un po' di prodotto sui polpastrelli.


 

“Non ti sembra un po' poco?” Chiese il biondino.


 

“Artù, non è mica crema solare!” Rispose in un sorriso, contorcendosi nei più disparati modi per vedere la sua schiena allo specchio e nel contempo per raggiungere i lividi con le dita intrise di fondotinta. L'altro si morse un labbro tentando di non scoppiare a ridere, gli si avvicinò curioso di sapere se stesse azzeccando i punti giusti e d'improvviso il moro cacciò un piccolo gridolino di dolore per poi far riposare la sua schiena da quella torsione prolungata, ristabilendosi in un posa eretta.


 

“È un sorriso quello? Cazzo un minuto di silenzio, complimenti!” Scherzò Emrys, mimando un'espressione di puro shock nel vedere il collega con quella faccia divertita e finalmente distesa. Nel contemplarlo, iniziò a massaggiarsi il punto in cui poco prima aveva provato un forte dolore, evidentemente il suo collo non ne voleva sapere di collaborare e mantenere quell'attorcigliamento.


 

“Girati.” Quando diamine avrebbe smesso di parlargli a suon di imperativi? Doveva per caso fare come con i bambini quando dimenticavano le buone maniere? Merlino però non replicò e si voltò, non era il caso di privarsi di una testa di fagiolo così sorridente, era persino piacevole.

Pendragon scoppiò in una fragorosa risata alla vista di come l'altro si fosse spiaccicato addosso quel cosmetico. Il collega lo guardò tramite lo specchio e venne contagiato anche lui da quel riso.


 

“I lividi sono qui no?” Disse Artù sfiorandoli col dito, indicandogli perciò l'esatta posizione sulla sua schiena, l'altro annuì.


 

“Tu hai messo il cerone qui!” Continuò, toccando il punto in cui era stato applicato il prodotto, completamente da tutt'altra parte rispetto alle ecchimosi. La risata di entrambi si fece ancora più intensa, gli occhi dei due erano ridotti ormai a fessure ed il fatto che il ragazzo avesse usato di nuovo la parola “Cerone” non aiutava affatto.


 

“Beh, vorrei vederti a te!” Si giustificò Emrys per poi riprendere fiato. Era così carino ridere per certe stronzate, forse era da sempliciotti, ma lui non era uno complicato ed essere semplici non era mai stata una cosa brutta.

Il biondino coprì i segni violacei tamponando delicatamente il correttore mentre le risate pian piano scemavano.


 

"Senti...” Cominciò Pendragon, cercando gli occhi del ragazzo attraverso il riflesso dello specchio.


 

“Di!” Lo spronò, incontrando il suo sguardo improvvisamente solenne.


 

“Mi dispiace per essere stato aggressivo quella volta, ho perso le staffe, non mi succede mai, non sono un teppista violento come quello che ti ha assalito l'altra sera! Credimi..." Il moro annuì, aveva già avuto modo di capire che in realtà Artù non era proprio una brutta persona, in più di un'occasione ed in quel momento stesso i fatti dimostravano tutt'altro. Ci percepiva del buono, poteva addirittura definirlo un ragazzo apposto! Si voltò verso di lui lasciandogli delle leggere pacche sulla spalla.


 


"E...e per la giacca non l'ho fatto apposta, è comunque colpa mia, ma non volevo che bruciasse un bel niente! Ho intenzione tipo...di prendertene una simile! Vai in giro con giacchette non adeguate al tempo, potresti ammalarti! Hai delle preferenze in particolare?" Merlino roteò gli occhi improvvisamente scocciato, come se l'altro avesse detto qualcosa di sbagliato, eppure era stato così attento nel soppesare le parole!

 


"Davvero, giuro che stavolta non ti volevo dare addosso...ma vedi come subito pensi di poter risolvere tutto con la tua disponibilità economica?" Rispose senza cattiveria, ma questo non impedì al biondino di lasciarsi un po' ferire da quelle parole, cosa c'era che non andava nel risarcire un danno?



"A me sembra che tu abbia grossi preconcetti nei miei confronti! Se smettessi di essere così supponente...” Questa volta non poteva proprio non farglielo notare, non lo voleva acquistare per farlo sentire in difficoltà, ma perché ci teneva a risanare quel piccolo danno.

Emrys fissò con attenzione la reazione del collega, in qualche modo lo aveva mortificato e in quell'istante si sentì un perfetto cretino dalla bocca larga. Alle volte avrebbe desiderato pensare di più alle parole che pronunciava, in fondo cosa gli aveva detto il ragazzo di offensivo? Nulla, voleva semplicemente rimediare ad un incidente. Fu come un'orrenda epifania accorgersi di avere dei pregiudizi su Pendragon, non era affatto logico né rispettoso presupporre che da lui ne uscissero solo azioni o parole mirate ad ostentare il suo benestare.


 

“Io...non volevo...” Il moro sventolò una mano a mezz'aria come se quel gesto potesse in qualche modo fargli rimangiare le parole. Si accorgeva spesso troppo tardi di aprire bocca e dargli fiato, sempre, stupida boccaccia, non poteva semplicemente declinare invece che trattarlo male, quando non lo meritava affatto?


 

“Come si dice, chi rompe paga, è più che giusto che io rimedi. Vorrei capire, per chi mi hai preso? Non sono mica un mostro! Non si tratta di fare l'arrogante viziato mostrandoti che posso, ma di correttezza!" Artù da una parte comprendeva e conosceva appieno l'avvilimento e la vergogna che si provavano quando qualcuno ti aiutava a sostenere delle spese, ma in quel caso era diverso, non era mica la carità, era solo una sorta di rimborso più che dovuto!

Merlino sapeva che il ragionamento filava, in fondo il biondino voleva solo rimediare alla sua stupidità per pura correttezza, ma lui si vergognava all'idea di farsi risarcire dal collega, per quanto gli avrebbe fatto comodo, si sarebbe sentito un verme nel cogliere e sfruttare quell'occasione.



"Non volevo essere né supponente né stronzo con te, non più! Però davvero, è che mi metti in imbarazzo e allora io straparlo, mi dispiace! Senti, non fa nulla, non voglio approfittarmene!”

Pendragon lo fissò, abbassando le spalle lasciandosi sfuggire un sospiro frustrato. Erano così complicati i rapporti con le persone...Non avrebbe insistito ulteriormente, gli avrebbe comprato un cappotto qualsiasi e glielo avrebbe dato, senza troppe cerimonie e convenevoli.


 

“Vedrò di prendermi qualcosa negli sconti natalizi, intanto ruberò un piumino da Will, non preoccuparti Artù, non è più un problema, è andata, è stato solo un incidente, lo so. Dimenticatelo ok?!” L'altro si allontanò andando a controllare l'orario sul proprio telefono.


 

“Andiamo che è ora!” Rispose semplicemente, dirigendosi verso l'aula. Il biondino non ce l'aveva con lui in modo rabbioso poteva notarlo, però il senso di colpa per avergli detto sciocchezze iniziava a farsi sentire, nonostante si fosse scusato e le sue discolpe erano state accolte, ne era sicuro.

Quando entrarono, gli studenti erano già li, tutti intenti ad attaccare fogli sul proprio stiratore lanciandosi lo scotch carta da una parte all'altra.


 

“Ragazzi, vorrei che trovaste una posa a vostro piacimento, deve essere molto semplice e comoda per voi, visto che dovrete rimanerci per molto!” Annunciò il prof ai due modelli, che subito dopo si avviarono nelle loro postazioni, incominciandosi a sistemare tenendo a mente le istruzioni.


 

“Oggi non faremo le solite pose da cinque o dieci minuti l'una, iniziate con il consueto schizzo generale, voglio che mi impostiate le luci e le ombre quel poco che basta per creare un'atmosfera. Una volta che avete finito, cambiate foglio, vi scegliete un particolare di Merlino, uno di Artù ed iniziate a lavorare sui dettagli. GUAI, se vedo dei francobolli!” Spiegò l'esercizio, sperando di essere stato il più chiaro possibile.

I due avevano trovato le proprie posizioni, si sfilarono le vestaglie dando così la possibilità alla classe di iniziare a lavorarci su. Emrys era davvero tranquillo per essere la prima volta in cui posava completamente svestito e molto probabilmente non sarebbe mai stato così disteso se il collega non si fosse fatto venire in mente l'idea del fondotinta.

All'inizio ai due ragazzi pareva più semplice del solito doversene star fermi in una sola posa per tutta la lezione, ma quando i minuti iniziarono a scorrere, lenti, lentissimi, si accorsero che quel compito non era poi tanto facile come poteva sembrare.

Il biondino preso dal tedio iniziò a guardarsi intorno, tentando di muovere solo le pupille e non la testa, anche se a breve avrebbe avuto bisogno di sgranchirsi un po'. Notò che avevano preso una stufa nuova, se c'era qualcosa che in quelle lezioni non poteva mancare d'inverno, era proprio un sistema di riscaldamento.

Immaginò poi di essere al posto degli studenti...concentrarsi su un particolare, quale avrebbe disegnato lui? Cominciò così ad osservare il ragazzo che aveva accanto: il secondo dito era più lungo dell'alluce, di poco, non ci aveva mai fatto caso, curioso certo ma non avrebbe disegnato quel dettaglio, né le gambette secche ed allampanate pur essendo l'unico punto ad avere degli accenni di muscoli, doveva usare la bici come mezzo di trasporto principale evidentemente.

Saltò l'inguine a prescindere, sarebbe stato da pervertiti soffermarcisi, ma il suo sguardo slittò forse con troppa irruenza andando a finire direttamente al volto, innegabilmente interessante, nel senso puramente oggettivo del termine! Ma se c'era una cosa di cui molto spesso gli insegnanti si lamentavano era il fatto che ritrarre visi, per gli alunni dei primi anni, fosse la loro zona di comfort, e i prof li spronavano continuamente ad essere ferrati anche sull'anatomia generale e sulla prospettiva, perciò non avrebbe disegnato nemmeno la sua faccia, sempre nell'ottica del suo giochetto mentale dettato dalla noia, dove si ipotizzava una sua predisposizione nelle arti visive.

Scese giù con gli occhi, il collo era lungo, sinuoso e sottile, decisamente un particolare delicato, il busto e le braccia asciutti, passò oltre ed indugiò per parecchio tempo sulle mani affusolate. Quelle le avrebbe disegnate con dedizione, lo affascinava come delle dita così spigolose e dinoccolate potessero dare la sensazione di finezza e armonica dolcezza. Forse questa sensazione era data dal modo in cui il moro le muoveva di solito. Leggiadria. Come faceva ad esserlo, se per la maggior parte del tempo quel ragazzo era anche tremendamente imbranato, questo rimaneva un mistero.

Sbadatamente finì per sfiorargli il dorso della mano con la propria, l'altro fissò quel contatto inizialmente con espressione assente, probabilmente anche lui nella noia si era completamente eclissato nel proprio mondo. Pendragon cercava qualcosa da dire a riguardo per giustificare quella cosa sciocca e senza motivo, sarebbe bastato levargli le dita di dosso, anche perché sembrava di aver toccato i lati di un congelatore.


 

“Che succede?” Sussurrò Merlino, questionandosi su quel piccolo gesto discreto.


 


"Vuoi che...cioè la stufetta, più verso di te...la avvicino? È perché sei congelato!" Balbettò.


"No tranquillo, sono sempre così!" Rispose sorridendogli ed Artù sfilò la mano tornando contenuto come al solito, Emrys non si aspettava fosse un tipo premuroso, tanto quanto non si aspettava di sentirsi lusingato da quel semplice gesto. Quella consapevolezza lo fece arrossire leggermente, si schiarì la gola come se potesse scacciargli l'imbarazzo o la lusinga. Certo che però...era una fortuna che il biondino fosse così, avesse avuto davvero un caratteraccio, il moro si sarebbe fatto mandare a quel paese alle prime due paroline a sproposito che avesse pronunciato. Era meglio di quanto credesse e questo poteva essere solo un fatto positivo sia per una tranquillità sul luogo di lavoro, che umanamente parlando.

Quando finirono il turno, una volta tornati nello spogliatoio, Pendragon ricontattò Morgana.


 

“Allora Strega, quando vai...per quella cosa di Gwen?” Chiese, lanciando ogni tanto delle occhiate all'altro, che si stava rivestendo in tutta fretta.


 

“Ok, dopodomani, senti ti ci porto io eh, quando stacco da scuola! Mi serve una cosuccia. Si si, ciao!” Attaccò per poi incominciare a cambiarsi. Merlino uscì dallo spogliatoio con una corsetta imbarazzante, lasciando li le sue cose.


 

“Cenerentola, dove hai la testa?” Gli urlò Artù, possibile che quello stava scordando di nuovo il cellulare? Il borsone poi! Oh e anche di salutare. Il collega scoppiò a ridere, girandosi verso di lui.


 

“Rientro tra un minuto tanto!” In fondo mica era così rincoglionito! Prima di uscire doveva fare una cosa, nulla di che, ma era stato proprio stronzo quel giorno e gli andava di riscattarsi almeno un po'.

Quando finì di rivestirsi, effettivamente Emrys era di nuovo nello spogliatoio camminando con decisione dritto verso di lui, beh per fortuna non stava correndo, o avrebbe dovuto lavarsi gli occhi con la candeggina.


 

“Un caffè? Lo vuoi? Beh eccolo lo stesso, stendi la mano!” Gridò euforico, parlando a raffica, praticamente ficcandogli il bicchiere in mano.


 

“Accontentati, è quello delle macchinette!” Continuò, riponendo il cellulare e caricandosi il borsone. Il biondino era rimasto come un pesce lesso con quel bicchiere di plastica tra le dita.


 

“Ma...è per me?” Chiese stupidamente anche davanti all'ovvietà.


 

“Chiaro, Cenerentola ora se ne va a lavoro, stammi bene!” Lo salutò poggiandogli una mano su una spalla, scomparendo poi tra i corridoi di nuovo con quella corsetta goffa e il borsone che oscillava come un pendolo, avrebbe potuto scaraventarsi al suolo da un momento all'altro. Pendragon aspirò l'intenso profumo del caffè ed un sorrisetto disteso fece capolino sulle sue labbra. Che tipo...






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Ciao!

Quel “Che succede?” Mi fa pensare a Morgan.

Per tutti quelli che potrebbero trovarlo strano... il fatto che due persone posino nude davanti ad una classe, non significa ovviamente che non si debbano coprire nelle pause tra una posa e l'altra. Solitamente anche quando si preparano e stanno in coppia, prima indossano una vestaglia e poi si tolgono l'intimo. È per questo che Artù è mezzo stranito quando Merlino gli si denuda tranquillamente davanti, senza pudore. Non è un contesto in cui si trovano tante persone, magari poteva sembrarvi incoerente che lui si imbarazzasse, quando poi dovevano comunque stare nudi e lavorare insieme. Beh ora sapeteh!

Ringrazio le persone che hanno salvato la storia o che hanno lasciato ipotesi, idee, o critiche costruttive. Non so fin dove mi porterà tanta acerbità né se riuscirò ad ingranare, ma, a presto :D

   
 
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