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Autore: vielvisev    04/02/2021    6 recensioni
Hogwarts è reale da qualche parte e la storia di Harry Potter come la conosciamo è quella che i maghi hanno scelto di raccontarci: una piccola parte della grande guerra contro Voldemort, un punto di vista.
*
In questa storia invece Harry Potter non è l'unico ad avere una profezia che pende sulla sua testa. Grifondoro e Serpeverde non sono le uniche Case che contano. I 4 fondatori hanno avuto fratelli. La protagonista si chiama Emma O'Shea e i ricordi di Severus Piton che conosciamo non sono proprio tutti i ricordi che avremmo dovuto vedere.
Eppure la storia di Harry è la stessa e ci sono sempre Ron, Hermione, Draco, Luna, Ginny e tutti gli altri.
Quasi nulla cambia, se non i punti di vista e le parti in ombra, che vengono messe in luce.
*
Ho iniziato questa storia quasi 10 anni fa.
Nulla è lasciato al caso.
Tutti i capitoli sono già scritti.
Non resta che leggerli.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, I fondatori, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Severus, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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.Legami.



Le braccia cariche dei libri delle lezioni di quella mattina e il morale sotto terra per i tre rotoli di pergamena da compilare in serata, nonostante il pomeriggio già passato a studiare in Biblioteca, Emma sussultò quando vide inattesa la testa bionda di Draco Malfoy che si dirigeva verso il lago nero: era da solo.
 Per un lungo momento lo osservò in silenzio, chiedendosi se fosse il caso di disturbarlo, ma poi si rese conto che non avrebbe avuto facilmente di nuovo così tanta fortuna da trovarlo privo di Tiger e Goyle al suo fianco, o senza lo sguardo di Pansy all'orizzonte e agì d'istinto, inseguendolo prima che sparisse dalla vista.
 Attraversò il parco quasi di corsa verso il lago, scivolando lungo i sentieri, il dorso dei libri che le tagliavano il respiro. Sentiva il cuore batterle nel petto di agitazione, mentre usando blandamente l'Occlumanzia riordinava i pensieri. Aveva l'impressione curiosa che avrebbe avuto solo pochi istanti per riuscire a catturare e trattenere l'attenzione di Malfoy, prima che scivolasse dietro scuse mormorate a mezza voce, con uno sguardo contrito a fargli da scudo.
 Quando infine lo raggiunse, il fiato corto, il Serpeverde si era appena seduto sull'erba, la borsa piena di libri abbandonata al suo fianco e quell'aria vagamente triste e assorta che ormai sembrava essersi cucito addosso a inquinare la sua calma.
 “Draco” soffiò la ragazza, attirando la sua attenzione.
Lui non si scompose, forse l'aveva addirittura sentita arrivare, ma stese un ghigno almeno all'apparenza divertito.
 “Mi stavi pedinando, O'Shea?”
 “A quanto pare è l'unico modo per poterti parlare” ribatté lei.
 “Touché” mormorò, facendole cenno di accomodarsi accanto.

La ragazza eseguì, riprendendo lentamente fiato e per un lungo momento rimasero in silenzio guardando la superficie liscia del lago nero: lui appoggiato agli avambracci con aria sicura, le gambe stese di fronte a sé, lei seduta leggermente curva, a gambe incrociate, le dita che si perdevano nell'erba, giocherellando incerte con i suoi fili.
 Il riverbero dell'acqua brillava ipnotico ed entrambi la osservavano in silenzio, fino a quando l'emoor, non prese un grosso respiro, cercando di racimolare lucidità e parole.
Si sentiva pizzicare la nuca e le mani per impellente la necessità di affondare nel petto magro del Serpeverde e sentirne l'odore della sua pelle: pioggia in arrivo, menta e caffé come nei fumi dell'Amortentia.
 Voleva baciarlo, carezzare quei capelli chiari che sapeva morbidi, afferrargli la mano, forse essere abbracciata.
Voleva essere un'adolescente. Draco gli mancava.

“Mi manchi”
Lo disse a mezza voce, senza quasi rendersene conto e subito arrossì.
 “Lo so” la prese dolcemente in giro lui, il sorriso sghembo che si allargava, ma poi inclinò leggermente il capo per guardarla meglio, il grigio degli occhi che si fece morbido e così la smorfia tesa sul volto affilato “Anche tu” ammise tranquillo.
 Emma si costrinse a contrarre i muscoli del viso, per non sembrare troppo stupita e alzò lo sguardo verso di lui, curiosa.
 “E allora perché mi stai evitando?” chiese.
“Non lo sto facendo.”
La ragazza si fece sfuggire una risata amara tra i denti.
 “Malfoy, regola numero uno” ricordò secca “Non mentire”
 “Non avremmo mai dovuto fare quelle stupide regole, O'Shea”
 “Perché?” chiese lei nervosamente.
“Non facciamo che infrangerle.”
 “Se tu lo chiedessi ai gemelli Weasley ti direbbero che le regole vengono imposte proprio per essere infrante” rispose tranquilla e gli porse la mano, il palmo verso l'alto, invitante e Draco tentennò prima di posarci sopra il proprio intrecciando le dita con lei.
 Il contatto con la pelle fresca dell'altro li fece rabbrividire.
 “Ora non siamo al Manor.” disse Emma “Puoi parlarmi. Siamo qua da un mese. Non mi vuoi più? Non mi hai mai cercato”
 “Non è questo” si difese subito lui.
 “E allora cos'è? Non sarà ancora qualcosa di stupido come le nostre diverse amicizie, vero? Per favore dovremmo riuscire...”
 Il ragazzo scosse la testa con strana energia, fermandola. 
 “È solo un periodo difficile” mormorò e lei si strinse nelle spalle.
 “Lo è per molti” gli fece notare.
Malfoy sospirò piano, tornando a guardare la superficie del lago con aria assorta e c'era qualcosa di fragile in lui e allo stesso tempo di scomposto, i capelli chiari che si muovevano nella brezza, non più ingellati contro i lati del capo come da ragazzino.
“Ti puoi fidare di me, Emma, come dici continuamente di voler fare?" sussurrò assorto e la sua voce era incrinata, come se temesse un no in risposta, ma il suo sguardo era tagliente e sicuro.
 “Io mi fido di te” rispose lei, lentamente, scegliendo con cura ogni parola “l'unico problema è che stiamo tornando al punto di partenza, Draco, ti vedo più spesso con un smorfia di disprezzo sul volto, o di sofferenza, che con un sorriso. Sei sempre serio, solo, affranto. Lo vedo che soffri”
Si avvicinò di un poco, allungando la mano libera dalla stretta per carezzargli il viso e il ragazzo non si ritrasse, anzi, sembrò per un attimo lasciarsi andare contro il suo tocco, a godere di quel contatto lento, dolce, chiudendo gli occhi, stranamente arreso.
Erano soli. Nessuno studente in vista.
 Erano le uniche due anime sedute davanti al lucido specchio del lago nero e l'emoor non aveva intenzione di sprecare quell'occasione per chiarire con lui, per sciogliere un po' di nodi.
 “Vorrei solo che mi parlassi” gli sussurrò e vide i suoi occhi schiudersi appena e poi scrutarla attenti, così grigi e quieti.
 Non rispose però, anzi si ostinò al silenzio ed Emma fece passare qualche minuto prima di decidersi a romperlo.

“D'accordo, stupido Serpeverde, come stai?”
Il ragazzo le lanciò un'occhiata perplessa “Bene.”
 “E Daphne e Blaise?” insistette lei, sorridendo appena “Come stanno, come vanno le cose nella vostra Casa?”
 Lui alzò un sopracciglio “Cosa tenti di fare, O'Shea?"
 “Conversazione” gli rispose con aria innocente “Parlo del più del meno per passare del tempo insieme.”
 Le labbra del ragazzo assunsero una piega gentile, divertita.
 “Sto bene. Le cose a Serpeverde procedono bene e anche Blaise e Daph stanno bene. A dirla tutti credo che si stiano facendo la corte, non fanno altro che stuzzicarsi”
“Sarebbe anche ora che lo ammettessero”
 “Che cosa?” chiese, arcuando un sopracciglio.
 “Che si piacciono” disse placida l'emoor.
 Draco la scrutò improvvisamente attento, raddrizzandosi appena sulla schiena, la testa inclinata di lato.
“Tu lo sapevi?” mormorò perplesso ed Emma rise.
“Non ci vuole un genio per capirlo, Malfoy. Non fanno che guardarsi. Hanno una bella chimica”
 Draco scosse leggermente il capo, gli occhi velati di malinconia.
 “È la stessa cosa che ha detto Blaise di me e te, dice che abbiamo chimica, come una pozione ben riuscita”
“Una pozione con ingredienti pericolosi”
 “Ma ben riuscita” sottolineò lui, sorridendole sincero.
 Cadde di nuovo il silenzio per un momento, la brezza leggera che soffiava, carezzando la calma che pesava delicata sulle loro spalle. 
 “Sai che ti puoi fidare di me, Draco?” gli disse lei, all'improvviso, parlando lentamente, attenta al tono e alle parole e vide il ragazzo chiudere gli occhi e annuire tra sé.
 “Blaise non usciva con una ragazza della tua Casa?”
 Emma strinse appena le labbra, infastidita da quel cambio argomento furbo e repentino.
 “Sarah. Sono amici. Blaise e Sarah sono molto amici.”
 “Capisco...”
 “Draco” insistette, il tono di voce tagliente e severo, che non ammetteva repliche “Odio essere tenuta all'oscuro di qualcosa. Non c'è nulla che possa spaventarmi di più del saperti in pericolo e non poterti aiutare. Mi sono spiegata?”
 Gli occhi del ragazzo tremarono di incertezza per un solo istante.
 “Mi serve più tempo” spiegò conciso “Vorrei solo che tu fossi al sicuro, credimi. Vorrei...”
“Io sono al sicuro. O per lo meno non sono più in pericolo di altri.”
 E lui esplose in una risata che sapeva di vetro e ruggine, così matura e sconfortata che Emma sentì un brivido e per una volta tanto tacque, priva delle giuste parole da dire.
“Credimi” disse rauco Malfoy, lo sguardo di metallo “sarebbe meglio se io fossi un Grifondoro in questo momento”
L'emoor soppesò il silenzio denso che seguì prima di insistere.
 “Cosa è successo al Manor Draco?”
 “Non mi va di parlane”
“Draco. Per favore”
 “Non ora Emma.” disse secco e le rubò un bacio sulle labbra, dolcemente, stringendola leggermente a sé con un nota di disperazione, fino a quando lei non si arrese, facendo scivolare le mani sul volto di lui.
 “Ok” mormorò soltanto e lui la fece sedere di fronte a sé in modo che le desse la schiena, avvolgendola stretta contro il suo petto e nascondendo il volto tra i suoi capelli.
 Emma lo sentì sospirare e si morse la lingua per non insistere ancora una volta, per non cercare la verità che avrebbe voluto sentire, anche a discapito della possibile sofferenza.
 
“James è solo un amico, vero?” chiese a sorpresa Draco, con voce vagamente imbarazzata, mugugnando contro la spalla di lei.
 La Corvonero cercò di girarsi per guardarlo, ma lui la teneva stretta per impedirglielo, così riuscì solo a intravedere una piccola parte di guance particolarmente rosse di lui.
 “Che fai Draco? Sei geloso?”
 Malfoy rimase in silenzio colpevole, continuando a stringerla, affondando il viso tra i capelli ramati.
 “Vi vedo spesso ridere insieme” si difese goffamente.
 “Io e James in effetti ridiamo spesso insieme” gli rispose Emma con dolcezza, trattenendo il sorriso che le stava per sfuggire dalle labbra.
Malfoy era geloso. Davvero geloso.
 “
A volte mi chiedo perché non hai scelto uno come lui” disse e lo sconforto nella sua voce era tale che Emma gli lanciò un'altra occhiata attenta e si strinse più a lui.
“Come lui in che senso?” chiese stuzzicandolo “Intendi moro? O Corvonero? O forse intendi bravo a Pozioni? Perché tu sei piuttosto bravo a Pozioni, mi pare”
 Seppe di aver risposto nel modo giusto, perché sentì Malfoy sorridere lievemente tra i suoi capelli.
 “E sono anche maledettamente affascinante”
 “E umile soprattutto mi sembra.” lo prese in giro.
 “E schifosamente ricco.”
 Emma rise liberamente e riuscì a sfuggire dalla sua presa quanto bastava per poterlo guardare in volto.
 “Non farti venire in mente idee stupide, Draco” disse e si lasciò scivolare contro il suo petto, distendendo le gambe in una posizione più comoda e si chiese per un momento se fosse quella l'adolescenza priva dell'ombra di Voldemort, se fosse quella la felicità.
Rimasero in silenzio, entrambi increduli per quel momento di pace, quasi dimentichi della magia torbida del Manor, che aveva pesato troppo a lungo su di loro e all'emoor pareva di sentire la testa del ragazzo pensare. Avrebbe dato qualunque cosa per sapere a cosa stesse pensando per anticipare le sue ansie e le sue paure.
 “Come fai a fidarti di me?” chiese Draco.
 “Non lo so. Ci sto provando.”
 “Sei una ragazza strana, Emma” sorrise lui.
 “Da che pulpito, Draco” gli fece eco lei.
 Si lasciò cullare contro il petto del Serpeverde, ignorando il freddo, avvinghiati l'uno all'altra per moltissimo tempo. Emma si era quasi pentita di non essere andata a cercarlo prima. Al sicuro tra le braccia del ragazzo, il volto appoggiato nell'incavo tiepido del suo collo, cercò di godersi quel momento di pace.

*

“Qual è la missione di Draco?”
 Era almeno la decima volta che la ragazza provava a chiedere risposta a Severus, ponendo continuamente in maniera casuale la domanda in mezzo a un'innocente conversazione.
L'uomo roteò nuovamente gli occhi scuri, tornando a fissare ostinatamente il libro che stava leggendo e ignorandola e la ragazza sbuffò leggermente a sua volta, appoggiando il mento nel palmo della propria mano, lo sguardo rivolto al soffitto scuro.
 Erano nello studio del professore nei sotterranei.
 Emma adorava quel posto che sembrava resistere al tempo e non cambiava mai e che le ricordava sufficientemente il caldo grigiore di Spinner's End di cui spesso sentiva nostalgia. 
 Da qualche tempo, quando la sera non aveva troppo voglia di studiare, o al contrario, quando voleva un posto dove stare tranquilla e concentrarsi, l'emoor andava a fare visita al tutore, che come tacito accordo le concedeva di stare lì fino al coprifuoco,  quando le faceva un cenno secco che sanciva la fine di quei momenti di condivisione e la accompagnava verso la sua torre.
Di solito si facevano compagnia senza darsi fastidio, in ottimo equilibrio tra loro, a meno che, come quella sera, lei non ci si mettesse di impegno. L'uomo abitualmente correggeva compiti, o si immergeva nella lettura di grossi tomi e solo di tanto in tanto distillava pozioni, facendosi aiutare dalla protetta come quando erano a casa. Lei invece studiava, leggeva e si rilassava, sentendosi in un posto sicuro per mostrarsi senza maschere.
 Quella sera Emma se ne era stata china per ore sulla pergamena di Incantesimi malamente macchiata d'inchiostro, cercando inutilmente di concentrarsi, con pochi risultati. Continuava a pensare al viso di Draco che diventava sempre più pallido e stravolto, nonostante tra loro le cose andassero a meraviglia.
“Perché hai mantenuto questo ufficio?” chiese con leggero disappunto, provando a cambiare argomento, non avendo avuto risposta dall'uomo alla domanda precedente.
 “Perché mi piace” disse lui, muovendo appena le labbra.
 “Ma puoi farlo?” domandò lei con un sorrisetto “Non ti sembra che Silente ultimamente ti stia facendo fare un po' quel che vuoi? Prima Difesa contro le Arti Oscure e ora ti lascia anche scegliere l'ufficio”
 “Dici?” fece lui, con un tono vagamente ironico, il naso adunco affondato nelle pagine del libro “Perché non glielo fai notare?”
 Emma ridacchiò in risposta, scuotendo appena il capo. 
 “Lunedì sera ho la mia prima lezione con lui” disse quieta, giocherellando con la piuma “potrei farglielo notare”
 Piton arricciò le labbra in una smorfia che poteva sembrare un sorriso, così come un segnale di insofferenza e non rispose.
 “Sev?” disse la ragazza, arrotolando distrattamente la pergamena e cercando lo sguardo del tutore.
“mmm?” fece lui, lanciandole una mezza occhiata.
 “Qual è la missione di Draco?” soffiò lei e l'uomo roteò nuovamente gli occhi neri, spazientito, facendo sorridere un poco la piccola Corvonero con la sua esasperazione.
 “Non tirare troppo la corda ragazzina” disse secco ed Emma, il cuore gonfio di affetto per Piton, si sentì un poco in colpa per il suo continuo tentativo a minare i suoi nervi già tesi, si rimise a lavorare al compito in silenzio, concedendogli un po' di quiete.

*

“Le ombre di Hogwarts continuarono a collaborare per la scuola che avevano creato e, a dispetto degli altri quattro fondatori, decisero che il loro ruolo sarebbe stato sempre quello di proteggere quelle mura” finì di leggere Emily con tono solenne.
Erano in Sala Grande seduti al tavolo che durante i pasti apparteneva a Serpeverde. Emily e David seduti vicini ed Emma invece accanto ad Artemius, una volta tanto interessato anche lui a quello che stavano dicendo.
“E questo dove l'hai trovato?” chiese curiosa la Corvonero, con un cenno al libro sottile intitolato 'Le ombre di Hogwars' che l'altra ragazza stava sfogliando davanti a lei.
 “Joanne.” rispose Emily asciutta, continuando a frugare tra le pagine, la fronte aggrottata e l'aria concentrata.
 “Joanne?” chiese l'emoor, perplessa.
 La Serpeverde la guardò per un attimo interrogativa prima di illuminarsi: “Oh sì, voi non vi conoscete. Joanna Rowling è una mia amica di Serpeverde, l'adoreresti” spiegò semplicemente, prima di ributtarsi sul volume come se fosse sicura di essersi fatta sfuggire qualcosa di importante ed Emma ebbe il fugace ricordo di una ragazza con capelli arruffati che seguiva spesso Emily per i corridoi.
 “Te ne ho parlato, Ems” aggiunse David pensieroso.
 “Posso vedere?” chiese la Corvonero, tendendo la mano. 
 In quel momento non gli importava poi molto chi fosse Joanne Rowling, ma voleva studiare quel libro il più a lungo possibile.
 L'amica osservò il suo gesto deciso e riluttante le passò il tomo. Non sembrava molto contenta all'idea di separarsene, ma si rilassò quando David le circondò le spalle in un abbraccio.
Emma capiva la sua frenesia, era la prima volta che avevano qualcosa per le mani che parlasse realmente delle quattro Ombre e le sembrava un bene prezioso. Distolse lo sguardo dagli amici, sfogliando insieme ad Artemius le pagine.
 “Dove l'ha trovato Joanne?” sussurrò.
“Nella biblioteca di sua zia” rispose Emily, staccandosi appena da David che le sorrideva dolcemente.
“E perché sua zia ha un libro del genere?” insistette l'altra.
 “Non ne ho idea, ma lei sapeva che cercavo qualcosa riguardo a noi e ha avuto la gentilezza di portarmelo. Joanne è un'esperta dei fondatori originali, la sua famiglia ha molto materiale.”
 “Beh, non è affatto male” mormorò l'emoor.
 In realtà si trattava di poche pagine giallastre piuttosto sgualcite e a dirla tutta non sembrava ci fossero scritte cose di cui non fossero già tutti al corrente, ma avere qualcosa di reale che parlava di loro anche se indirettamente, la confortava un minimo.
Il loro ruolo sarebbe stato sempre quello di proteggere quelle mura” ripeté lentamente l'emoor e alzò gli occhi verso gli altri in cerca di supporto, ma David ed Emily stavano sussurrando qualcosa a bassa voce, ridacchiando e si voltò quindi verso Artemius che ricambiò il suo sguardo senza allegria.
 “Ci stavo pensando anche io” disse il ragazzo.

Il loro ruolo sarebbe stato sempre quello di proteggere quelle mura 

“Il nostro ruolo, sembra essere legato più alla scuola stessa che non a Voldemort” sussurrò Emma, non senza un vago stupore e Artemius annuì di rimando, ma stette in silenzio.
 “Forse” snocciolò di nuovo la Corvonero concentrata “la nostra profezia comprende Voldemort solo perché lui cerca qualcosa in questa scuola, o forse perché vuole la scuola, o vuole distruggerla. Voldemort potrebbe essere un incidente di percorso per le Ombre”
 A quel punto anche Emily e David la stavano ascoltando e si misero tutti e quattro a rimuginare. Emma guardava i disegni tra le pagine e si soffermò sulla figura esile che rappresentava di Alicia.
 La Serpeverde, i lunghi capelli corvini che incorniciavano un volto a cuore pallido e bello, ricambiava il suo sguardo sfoggiando un sorriso sghembo.
“Alicia Serpeverde, nota per i suoi occhi verdi e neri, cangianti, fu di gran lunga una strega più potente del più noto fratello Salazar e probabilmente la più potente delle quattro Ombre” Emma si soffermò su quella frase per qualche secondo e continuò a leggere sotto “Lei e Thomas Corvonero furono a lungo amanti ed entrambi prediligevano passare il proprio tempo con gli amici Andrew Tassorosso e Angela Grifondoro, piuttosto che con i rispettivi fratelli, ma Salazar e Alicia, pur non condividevano le stesse idee sul sangue magico, rimasero per tutta la vita molto vicini”
“Drammi familiari. Non sembra molto interessante” disse David.
Emma annuì leggermente affranta, mordendosi il labbro.
“Già non aggiunge molto” sussurrò.
 Fece per girare la pagina, quando si bloccò. Rispetto alle altre questa era decisamente più spessa. Aggrottando la fronte controllò attentamente le pergamena in controluce.
 “Sono due pagine incollate” sussurrò.
Artemius ed Emily si protesero a loro volta a controllare e David trattenne quasi il respiro. Emma con attenzione divise le due pagine con il terrore che le si sbriciolassero davanti agli occhi.
 “È un disegno del castello” sussurrò Artemius una volta aperte.
 Tra le due pagine, incollate dal tempo, c'era in effetti un disegno piuttosto dettagliato di Hogwarts, esattamente come era in quel momento e un piccolo trafiletto. Emma lo lesse con voce bassa e tranquilla, le teste degli altri emoor vicinissime alla sua.
 “Quando le quattro Ombre finirono il loro lavoro presso la scuola di cui i fratelli divennero i fondatori, scelsero di rimanere, come è noto, nell'ombra e fecero un Vinculum Eldest tra loro. Essendo Thomas Corvonero e Alicia Serpeverde profondamente innamorati ed esistendo una forte amicizia a legare Andrew Tassorosso e Angela Grifondoro il Vinculum Eldest venne fatto incrociando le coppie. Quindi tra Thomas e Angela e tra Andrew e Alicia. Ad oggi non è noto quali fossero le imposizioni del Vinculum Eldest, ma in una lettera dello storico Rufuld, si legge che Andrew cita la promessa di proteggere Alicia con la sua stessa vita, affinché lei protegga le mura. Si presume quindi che Thomas abbia stretto la stessa promessa con Angela.” mormorò l'emoor.
 “Oh, Merlino” sussurrò Emily, sporgendosi per rileggere velocemente e a Emma batteva il cuore all'impazzata, le sembrava di essere a un passo dallo scoprire qualcosa di essenziale.
 “Che cos'è un Vinculum Eldest?” chiese, sentendo la bocca asciutta.
 La Serpeverde di fronte a lei scosse la testa, la fronte aggrottata.
 “Non ne ho idea, ma se hanno stretto un patto a coppie deve essere un vincolo di sangue, o una maledizione”
 “Si sono auto maledetti?” chiese perplessa Emma ed Emily si mordicchiò il labbro inferiore, incerta, prima di rispondere.
 “Da quel che dice qui sembra di sì. Volevano imporre qualcosa a loro stessi, per qualche motivo”
“Assicurarsi a vicenda che avrebbero protetto insieme la scuola” disse velocemente David, unendosi al ragionamento.
 “...esatto. Probabile” riprese la Serpeverde, concentrata “Dato che pare esistesse una fiducia maggiore tra l'Ombra Corvonero e Serpeverde e tra quella Tassorosso e Grifondoro hanno stretto il patto con il compagno di cui avevano meno fiducia.”
 “Corvonero con Grifondoro e Tassorosso con Serpeverde” mormorò Emma e non poté fare a meno di notare che in quel momento erano proprio divisi in quel modo.
 Emily e David emoor di Corvonero e Grifondoro seduti vicini e lei e Artemius spalla contro spalla di fronte a loro.
“Questa è la prima cosa reale che scopriamo” disse serio quest'ultimo, gli occhi chiari che scorrevano sugli altri tre.
Emma riprese in mano il libro e rilesse di nuovo attenta, poi si riscosse, puntò la bacchetta sulle pagine ingiallite e ne fece una copia con un incantesimo Geminio prima di ridarlo a Emily.
“Accidenti” disse David stupito “forse anche noi dovremmo applicarci e diventare bravi come te con gli incantesimi se vogliamo prendere qualche GUFO”
 Emma gli fece un buffetto gentile, con noncuranza, la fronte ancora aggrottata e il viso mortalmente serio.
“Dobbiamo scoprire che cosa è il Vinculum Eldest” disse.
“Certo e una volta scoperto capire perché lo hanno fatto. Che cosa si sono promessi a vicenda?” mormorò Artemius.
 Sul tavolo scese un pesante silenzio, ma per la prima volta era un silenzio ricco di tensione e pensieri e non di sconforto davanti all'assenza di risposte.

*

“Hei, tutto ok?” chiese Hermione, cogliendo Emma di sorpresa.
 Chine sui libri sparsi sul tavolo della biblioteca avevano passato l'ultima ora leggendo e studiando senza proferire mezza parola.
 L'emoor sorrise all'amica, stropicciandosi gli occhi, fuori era quasi buio e nevicava, non se ne era nemmeno accorta. 
 “Tutto ok” rispose con voce impastata.
 “Stavi sorridendo da sola, lo sai?” indagò la Grifondoro con aria divertita, un sorriso che le illuminava gli occhi color cioccolato.
 “Sì me ne sono accorta, pensavo.”
 “È lecito sapere a cosa?”
 “Draco” rispose Emma diretta, senza aver voglia di dissimulare “mi ha invitato a uscire insieme ad Hogsmeade” aggiunse, vedendo l'aria interrogativa dell'altra.
 “Oh” fece Hermione, senza riuscire a nascondere lo stupore.
“Oh?” le fece eco Emma, inarcando un sopracciglio.
“No beh” si riscosse la Granger “È solo inaspettato, ma finalmente si è deciso a crescere, direi. Sembrava quasi ti evitasse quello stupido”
 L'emoor allargò di poco il sorriso. Dopo la conversazione al lago Draco si era dimostrato più gentile con lei, pur mantenendo un pacato distacco. Per due volte lo aveva trovato fuori dall'aula di Pozioni ad aspettarla per passeggiare insieme intorno al lago e nelle ultime due settimane si erano visti anche per studiare in biblioteca.  
 Nessun bacio, nessuna stretta di mano, solo una pacata gentilezza, ma Emma non si era lamentata e si era goduta ogni momento con lui. Poi a sorpresa, il giorno prima a colazione, Malfoy aveva attraversato tutta la Sala Grande con grandi falcate, si era avvicinato al tavolo di Corvonero, sotto lo sguardo sgranato dei compagni di Casa e le aveva chiesto di andare insieme a lui a Hogsmeade.

*

Allora ci vieni, O'Shea?”
 Emma arrossì leggermente, con gli occhi sgranati.
 “Io, mi ero già messa d'accordo con Lilith e James...” balbettò.
 Lilith alzò lo sguardo dalla lettera che stava scrivendo a Fred con tale impeto che James ridacchiò e Malfoy si irrigidì per la sorpresa.
 “Oh, Emma! Stupida testa di legno, non osare” sbottò “Non c'è problema Malfoy, io e James sopravviveremo qualche ora senza di lei, divertitevi”
 Il Serpeverde fece un leggero ghigno in risposta ed Emma sorrise.
 “Allora è ok, Malfoy”

*

L'emoor si agitò sulla sedia della biblioteca, arrossendo, non era mai stata a Hogsmeade con Draco, come due normali ragazzi. Era, in realtà, il loro primo incontro fuori da Hogwarts, o il Manor.
“Sono contenta che Malfoy starà con te” disse la Granger.
 “Come mai?” domandò subito l'emoor che non si era aspettata un'affermazione del genere.
 “Harry è paranoico, è convinto che Malfoy trami qualcosa e io vorrei godermi una gita a Hogsmeade per una volta. Saperlo con te lo tranquillizzerà”
 “Perché Harry è convinto che Draco stia tramando qualcosa?” 
 La grifona fece un gesto vago con la mano, come a minimizzare.
“Harry si fissa sulle cose a volte, anche quando sono palesemente assurde. Hai presente quando ci siamo incontrati a Diagon Alley?”
“Certo” disse la ragazza, che ricordava bene il litigio tra Draco e i Grifondoro e il conseguente diverbio che era scoppiato tra lei e il ragazzo subito dopo.
 “Beh, Harry ha visto Draco reagire esageratamente quando la McClan gli ha toccato il braccio sinistro...”
 L'emoor sbatté una volta le palpebre scioccata, perché anche lei aveva notato quella reazione, ma aveva pensato semplicemente che fosse il lato teatrale e insopportabile di Draco, non certo il marchio.
 “Potter è convinto che Draco sia un Mangiamorte?” chiese incredula a Hermione, tenendo la voce bassa e l'altra si mise i capelli dietro alle orecchie in un gesto nervoso, sedendosi rigidamente, palesemente a disagio.
 “Sì, esatto” rispose con la voce leggermente troppo acuta che tradiva la sua agitazione “il che è semplicemente assurdo, no? Ma Harry non vuole affatto sentire ragioni”
L'emoor rimase in silenzio un secondo di troppo, stringendosi nelle spalle, mentre ragionava velocemente. Poteva essere vero?
 “Non saprei, non ci ho mai pensato” rispose meccanicamente “ma Draco ha solo sedici anni, no?” concluse e subito Hermione annuì energicamente, lo sguardo lucido e gentile.
“Esatto” sottolineò sollevata “È esattamente quello che ho detto io. E poi se fosse un Mangiamorte tu lo sapresti, no?”
Emma annuì incerta, mentre la Grifondoro tornava con la testa bassa a compilare la sua pergamena e sentì una strana e sgradevole stretta allo stomaco: panico.
 Improvvisamente tutto l'atteggiamento di Draco, la sua ansia e fragilità, il distacco, le occhiaie, la paura nascosta nei lineamenti, la visita di Narcissa a Spinner's End e le assenze del ragazzo al Manor sembravano assumere nuovi significati, più oscuri e terribili.
Draco poteva essere un Mangiamorte?

Loro si erano promessi di dire sempre la verità, ma lei quella domanda al ragazzo in effetti non gliela aveva mai fatta.
E aveva sedici anni, vero, ma poteva essere che Voldemort fosse tanto deluso da Lucius da costringere il figlio a prendere parte delle sue schiere? Era stata Emma stessa qualche mese prima a dire a Draco che dovevano aspettarsi una cosa del genere, in fondo. 
La ragazza inghiottì saliva, mentre cercava di placare il panico. Non poteva andare dal Serpeverde e di punto in bianco chiedergli se aveva preso il marchio, doveva essere cauta e se quella fosse stata la verità doveva tenere a bada il disgusto e la paura. Non doveva farlo sentire abbandonato, o Merlino solo sapeva come avrebbe reagito lui.
 In fondo l'emoor si sentiva in colpa, anche se sapeva che non avrebbe dovuto, ma tecnicamente era anche a causa sua se Lucius aveva fallito il suo piano ed era stato scoperto e incarcerato, quindi era anche lei parte degli eventi che avevano provocato la nuova posizione spiacevole dei Malfoy.
 E sicuramente Severus e quindi anche Silente ne erano al corrente, ma non lei, a lei nessuno diceva mai nulla.
Serviva che qualcun altro lo sapesse?
La Corvonero abbassò lo sguardo sulla testa riccia di Hermione intenta a scrivere il suo tema e sentì il disagio aumentare.
Avrebbe dovuto tenere nascosto ai suoi amici una notizia del genere?
 Sì, se non li mette in pericolo, 
e loro ora non lo era. 
L'ago della bilancia di nuovo. 
Emma prese una volta di più un grosso respiro, afferrò la piuma e si mise a scrivere il compito di Pozioni senza che Hermione si fosse accorta di quello che aveva appena passato.

*

Il circolo di Mangiamorte. Codaliscia che rideva con il pugnale zuppo di sangue.
Perché proprio il sangue di Harry?
Le grida della donna che non conosceva. Suo padre, sua madre e Steph vestiti da Mangiamorte. Severus e Lucius che ridevano di lei.
 
“È convinta che Draco tenga a lei, Lucius”
 “Come può mio figlio tenere a una ragazza che ha diviso la sua famiglia?”
Un lampo verde. Le grida. Draco che la guardava pallido.
“Ho scelto il lato sbagliato O'Shea”

Emma urlò nel buio della sua stanza.
Le braccia di Lilith, e poi Luna e infine Sarah e Carmen, accorsero salvarla dal suo dolore.

*

Nevicava.
Emma, avvolta nella mantella verde che era appartenuta a Eileen Piton, il volto rivolto verso l'altro, guardava i fiocchi cadere con un sorriso che le illuminava il viso.
 “Nessun Gorgosprizzo?” chiese Luna alle sue spalle.
L'emoor sorrise in direzione dell'amica “Nessuno, Luna.”
 “Peccato” disse l'altra, dirigendosi verso l'ingresso del castello.
 “Non vai ad Hogsmeade?” chiese Emma.
 La ragazza scosse la chioma biondo cenere con un sorriso svagato.
 “No, penso che oggi Hogsmeade non sia un bel posto. Penso che andrò a parlare con le sirene del lago nero”
 L'emoor la osservò mentre si allontanava in piccoli balzelli, pensando che forse non era solo Hogsmeade ad essere un posto poco luminoso e positivo, ormai, che forse tutto il mondo all'infuori di quel baluardo che era Hogwarts era un luogo oscuro.
Dondolò sul posto, in attesa. Draco era in ritardo, ma lei era contenta di godersi quell'attimo di calma sotto i fiocchi di neve.
La neve le era sempre piaciuta, la trovava elegante, leggera e vederla cadere non le metteva mai cattivo umore, anzi le faceva sempre venire voglia di una cioccolata calda, dell'odore di arancia e cannella e di un caminetto acceso.
 Le guance e il naso arrossati e l'aria stranamente serena e felice, Emma in quel momento sembrava più piccola della sua età e spensierata, con i lunghi capelli, che apparivano ancora più ramati in tutto quel biancore e che le accarezzavano la schiena come un'onda, rimbalzando a ogni leggero movimento che faceva.
 Draco la trovò così, la testa reclinata verso l'alto, gli occhi spalancati pieni di gioia, le labbra socchiuse che rubavano qualche fiocco pigro e rimase fermo ad osservarla incantato, rendendosi conto una volta di più, quanto quella ragazza gli fosse entrata sotto la pelle. 
 Fece un profondo respiro e decise di inghiottire tutta l'ansia che gli stringeva lo stomaco, il senso di colpa che lo soffocava e la consapevolezza che quella probabilmente sarebbe stata la sua ultima gita a Hogsmeade e sorrise mesto tra sé e sé, prima di avvicinarsi a lei con passo lento e tranquillo.
Emma meritava di avere una bella giornata e lui era deciso a tenere lontani, per quanto possibile, i doveri che lo attendevano e tutte le sue preoccupazioni, pur di regalargliela. 
 Fece un passo in avanti nel momento in cui la ragazza si voltò verso di lui con un largo sorriso e sentì il cuore perdere un battito a quella visione e anche l'emoor sussultò e arrossì leggermente, il pensiero delle parole di Hermione, dei suoi dubbi e del marchio nero, chiuso in un cassetto della sua mente.
Si squadrarono educatamente come fosse la prima volta che si vedevano davvero. Malfoy, avvolto in un pesante tabarro, aveva pettinato con cura i capelli all'indietro e la guardava con un sorriso di una dolcezza tale da stonare quasi su quel volto affilato, lei stretta nella sua mantella aveva le guance arrossate e gli occhi brillanti.
“Ehi” lo salutò la Corvonero e Draco tese una mano verso di lei.
 “Posso accompagnarla a fare un giro, signorina O'Shea?” domandò con fare formale, trasformando il sorriso in un ghigno che meglio si adattava al suo volto.
 “Ero proprio in attesa di una serpe che mi invitasse” rispose Emma e la risata tagliente di Draco riempì l'aria intorno a loro.

Hogwarts troneggiava bellissima alle loro spalle, avvolta nella neve sottile. Erano tra gli ultimi ad aver abbandonato il castello, si scorgevano parecchi studenti camminare molto più avanti rispetto a loro, oltre che uno sparuto gruppetto di primini che li salutava allegramente nei pressi della capanna di Hagrid. 
 Camminarono mano nella mano attraverso il parco e poi lungo la strada che portava a Hogsmeade. 
 “Cosa vuoi fare?” chiese lui.
 “Non saprei, conosco Hogsmeade meno di te.”
 “Le coppie di solito vanno da Madame Piediburro”
“Sembra svenevole solo a nominarlo” fece notare l'emoor, cercando di non pensare troppo al fatto che Malfoy avesse appena sotto inteso che loro erano una coppia. Quello era un appuntamento?
 “Lo è te lo concedo” rise lui “ma fanno un ottimo the”
 “Con chi ci sei andato?” chiese Emma, sentendo un briciolo di curiosità pungente.
 “Gelosa Mezzosangue?”
 Lei roteò gli occhi, infastidita da quell'appellativo, ma lui si chinò a scostarle una ciocca di capelli dal viso e le diede un bacio leggero sulle labbra, stupendola abbastanza da non far vincere il malumore.
 “Un po'” ammise quindi, sorprendendolo con quella risposta.
 “Sono andato con Blaise" spiegò Draco, con un mezzo sorriso più dolce, anche lui in fondo aveva provato la morsa della gelosia più volte, specie vedendola con James e George e si sentiva deliziato a sapere che anche lei lo fosse.
 “Non ci credo” esclamò la ragazza.
“Dovresti invece, Blaise si era beccato una scadente pozione d'amore e aveva invitato Millicent Bulstrode.”
 “Non ci credo” ripeté la Corvonero e Draco rise e lei sentì il cuore perdere un battito al suono di quella risata.
 “Invece è così, andai a salvarlo insieme a Theo e ci ritrovammo a bere the da Madame Piediburro. Una situazione grottesca”
 “Beh questo è un buon materiale per prenderlo in giro a lungo”
 “Non farlo” la ammonì la serpe “ci soffre ancora.”
 “Millecent ha una cotta per Blaise?”
 “Naaah era a sua volta vittima di uno scherzo di Daph, ti sembrerà assurdo, ma Millicent Bullstrode aveva una cotta tremenda per Cedric Diggory al tempo”
 Emma si rabbuiò leggermente a sentire quel nome ed ebbe la fugace visione del volto bello e gentile del Tassorosso.
Draco, di conseguenza, aggrottò la fronte preoccupato.
 “Oh, cattivo gusto” mormorò, chiudendosi a riccio.
 “Non ti preoccupare” sussurrò subito l'emoor “Cedric era un bellissimo ragazzo no? Chiunque capirebbe Millicent”
 Lui fece un sorriso teso e annuì.

“O'Shea!”
Emma e Draco si voltarono di scatto dimenticandosi di lasciarsi la mano e videro Lumacorno arrancare verso di loro, il sorriso enorme sotto i suoi grandi baffi.
 “Professore” lo salutò la Corvonero quando fu vicino.
 “Stai facendo un giretto?” chiese l'uomo, ancora senza degnare di uno sguardo il Serpeverde accanto a lei.
 “Sì, professore. Conosce Draco?” chiese, presentando il ragazzo.
 “Oh, certo, certo” disse l'altro, senza tenere lo sguardo troppo a lungo su di lui “Il nipote di Abraxas, frequenti il sesto anno, no?”
 Emma trovò curioso che Lumacorno facesse riferimento al nonno di Draco e non al padre e un piccolo campanello nel cervello le fece pensare che forse il professore non apprezzasse i Mangiamorte o simili, il che, essendo lui un Serpeverde era quantomeno curioso.
 Draco lasciò la mano alla ragazza per tenderla verso l'uomo, con la sua solita perfetta educazione che sfoggiava con gli adulti.
 “Sono stato molto felice nel sapere che era ad Hogwarts, mio padre mi ha parlato bene di lei” disse e sfoggiò il suo ghigno migliore, ma Lumacorno non si lasciò impressionare e fece solo una mezza smorfia imbarazzata, prima di stringere velocemente la mano del ragazzo per tornare a rivolgersi immediatamente verso l'emoor:
 “Faremo una piccola festicciola prima di Natale cara Emma, mi farebbe piacere se volessi partecipare. Saremo solo qualche persona in gamba e del buon vino”
“Sarà un piacere” concesse lei.
 “Se vuoi avvisare anche il signor McGregor”
 “Certamente, lo farò”
 L'uomo annuì e fece qualche passo superandoli, poi si bloccò in modo goffo e si girò di nuovo verso di lei, incerto.
 “Naturalmente puoi venire accompagnata se lo desideri” disse a voce bassa, lanciando solo una brevissima occhiata a Malfoy, prima di girarsi e allontanarsi a passo spedito sulle corte gambette.
 “Mi odia” disse Draco con una punta di amarezza.
 “Non dire così” sorrise Emma, tentando di consolarlo, pur ammettendo che sicuramente Lumacorno non sembrava avere una grande simpatia nei confronti di Malfoy.
 “Vuole tenersi lontano dai Mangiamorte, è evidente” disse lui sconfortato “In classe finge che io non esista”
 “Beh” sorrise Emma, riafferrando la mano del ragazzo e riprendendo a camminare verso la città “È comprensibile, no? Ma tu non sei un Mangiamorte e sei anche molto bravo in Pozioni”
 L'aveva detto senza pensarci, unicamente per tirarlo su di morale, ma quasi sussultò quando sentì la mano del ragazzo contrarsi leggermente nella sua e inghiottendo un boccone d'aria decise di far finta di nulla, anzi, sfoggiò un sorriso.
 “Ti va di venire con me alla festa di Lumacorno?” chiese.
 “È un invito ufficiale?” domandò Draco, arricciando appena le labbra in una smorfia sorniona.
 “Devo mettermi in ginocchio Malfoy?”
 “Sarebbe divertente”
 “Io non credo” 
Risero. Risero ancora. Draco la avvolse in un abbraccio. 
 Avanzavano vicini, innamorati, Emma sperò che quel momento durasse per sempre.

. . .

Andarono a Mielandia e poi al negozio di piume, dove Emma ne comprò un paio di nuove di ottima fattura su consiglio di Draco.
 Non lo sospettava, ma il ragazzo sembrava essere un esperto e conosceva molto sull'argomento e a lungo parlarono di inchiostro, piume e tipi di pergamena.
 “Preferisco quella rigida a quella morbida, ma la morbida è più pregiata” stava dicendo il ragazzo, mentre Emma rimirava i suoi nuovi acquisti, prima di metterli nella borsa a tracolla e riafferrare la mano del biondo.
 Camminavano sbirciando le vetrine, chiacchierando del più del meno con naturalezza, della scuola, dei pettegolezzi e man mano che il tempo passava Emma si rendeva conto di quanto gli fosse mancato e fu felice di constatare che lontani dal Manor, dalla magia nera e dagli adulti, stessero ancora bene insieme.
 Come era stato per l'estate precedente trovò la compagnia di Draco estremamente piacevole. Passavano sereni da un argomento all'altro, gentili, attenti, disposti all'ascolto, interrompendo il discorso solo per scambiarsi un sorriso, fare una smorfia divertita, o ridacchiare sommessamente, ignorando completamente gli sguardi curiosi che le persone inviavano loro.
Emma accompagnò Draco a vedere un negozio di Quidditch e si recarono anche in un minuscolo emporio specializzato in ingredienti magici per pozioni, dove non comprarono nulla, ma guardarono tutto con molta curiosità e infine, dopo aver visto solo l'esterno di Madame Piediburro e aver deciso che era troppo melenso per loro, si avviarono lentamente verso i 'I tre manici di scopa'.
 Si tenevano ancora per mano, il capo dell'emoor appoggiato sulla spalla del ragazzo, i sorrisi leggeri, la neve candida a far loro da cornice. Sembrava di essere quasi in un sogno.
“Che schifo O'Shea. Ora te la fai con Malfoy?”
 Zacharias di Tassorosso li osservava insieme a un gruppo sparuto di altri compagni della sua Casa. Emma lanciò lui un'occhiata annoiata: non le era mai andato troppo a genio quel ragazzo.
 “Problemi Smith?” chiese piatta, sentendo Malfoy irrigidirsi.
 “Pensavo avessi gusti migliori, sai?” berciò l'altro “Andate nel fine settimana ad Azkaban insieme per incontrare Lucius?"
 Emma contrasse la mascella, mantenendo il controllo con difficoltà, mentre frenava l'istinto di affatturare il Tassorosso. Prese un grosso respiro, stringendo la presa sulla mano di Draco e lo spinse con fermezza in una stradina laterale.
 “Io... quell'Idiota...” sibilò Malfoy, rosso in volto, cercando di tornare indietro, ma Emma lo trattenne con fermezza.
“Non ci provare, Draco” disse in un sussurro minaccioso “Non me ne frega nulla di quell'idiota. Può blaterare quanto vuole.”
 “Ha osato nominare mio padre.”
“Devi imparare a fregartene, Draco.” insistette lei, ferma e lui respirò un paio di volte più lentamente, cercando di calmarsi.
Emma portò entrambe le mani sul suo petto, sorridendogli appena, fino a quando non sentì i suoi muscoli distendersi sotto il suo tocco.  Si mise sulla punta dei piedi per baciarlo sulle labbra e poi lo strinse in un abbraccio leggero. Draco appoggiò la testa sulla sua, arreso.
 “Grazie” mormorò tra i suoi capelli.

Tornarono sulla via principale con le mani ancora intrecciate e ripresero a camminare verso il pub, rallentando appena quando passarono davanti a una gioielleria.
 “Tu non porti molti gioielli vero?” chiese Draco alla ragazza, in cerca di un argomento qualunque per spezzare il silenzio.
 “No, in effetti” disse lei.

Portava da sempre degli orecchini a cerchio che erano appartenuti a sua mamma Lydia e l'unico ornamento da cui non si staccava mai era la collana a forma di moneta con impressa la serpe e il corvo sulle due facce, che Ginny le aveva regalato due natali prima.
 “È strano no? A voi ragazze piacciono i gioielli”
 “Beh non a tutte” rispose l'emoor, stringendosi nelle spalle e pensando che a parte gli orecchini a ravanello di Luna, che dubitava che Malfoy avrebbe definito accettabili e alcune collane brillantinate di Carmen, non aveva presente molti gioielli sulle sue amiche.
 “Mia madre ha una grande collezione di monili” spiegò lui “per i casati Purosangue i gioielli sono molto importanti, si tramandano di generazioni in generazioni e spesso hanno molti significati”
“Non lo sapevo” rispose Emma interessata “Per esempio?”
“Beh, ci sono addirittura degli studi a riguardo, si può capire la storia di un'intero albero genealogico a volte basandosi su monili e tiare, non è raro che vengano anche maledetti, di solito in modo che solo le persone della famiglia possano indossarli”
 “Questo è poco simpatico” disse Emma seria e il Serpeverde fece un leggero ghigno, annuendo distratto.
 “Si tratta comunque di magie molto antiche” spiegò “e ormai in disuso, ma non del tutto debellate. Alcune forme di monili possono addirittura essere di protezione per chi indossa il gioiello. Per esempio sono sicuro che tra i gioielli Black e Malfoy non ce ne siano di maledetti, ma mia madre ne ha diversi contro le maledizioni”
 “Ne sai molto sull'argomento, come mai?”
 “Ne ho letto per caso ultimamente” borbottò lui, improvvisamente rigido, aprendole la porta del locale.
Emma gli lanciò un'occhiata perplessa per quella reazione, ma decise di non insistere, vedendo il suo pallore ed entrò svelta nel tepore dei “Tre manici di scopa”, guardandosi intorno.
Scorse varie facce di Hogwarts, ma nessuno dei suoi amici più stretti, tranne Ron, Hermione ed Harry che dividevano un tavolino dall'altra parte del locale e non parvero fare caso a loro.
 “Il tuo anello?” chiese l'emoor, con un cenno al monile argentato che il ragazzo portava sulla mano sinistra “È un gioiello Malfoy?”
Lui scosse la testa, ancora leggermente teso.
 “Black in realtà, un regalo di mia madre. Invece il tuo ciondolo?” chiese curioso “È della famiglia di Piton?”
 “Oh no” rispose Emma, portando d'istinto la mano al collo “Me l'ha regalato Ginny due natali fa, perché pensavi fosse di Piton?”
 Malfoy parve confuso e aggrottò la fronte. 
 “Ci sono incisi sopra un corvo e un serpente, pensavo che fosse un riferimento alle vostre due Case.”
L'emoor si sentì arrossire, Draco non sapeva che lei fosse l'erede di Alicia Serpeverde. A dirla tutta Ginny era l'unica insieme agli altri emoor al corrente della sua discendenza, nemmeno Lilith e James sapevano niente, né tantomeno Harry Potter e tutti gli altri.
“Credo in effetti che Ginny l'abbia scelto per via di Piton” disse asciutta “E poi perché sono una Testurbante, non so se ricordi quanto è durato il mio Smistamento, credo il cappello ci abbia messo quasi cinque minuti. Era davvero intenzionato a mandarmi in Serpeverde, prima di scegliere per Corvonero”
“Davvero?” chiese stupito Malfoy.

Ordinarono due Burrobirre e continuarono a chiacchierare per un poco fino a quando Draco, scusandosi, non si alzò per andare al bagno. Emma rimasta sola con un leggero sorriso sulle labbra, tamburellava distrattamente sul legno rovinato del tavolo.
 Qualcuno alle sue spalle le coprì gli occhi chiedendo: “Chi è?”
 “Ginny” rispose l'emoor.
La rossa rise e le scoprì gli occhi mettendosi in piedi di fronte a lei.
 “Allora come sta andando?” chiese con un grande ghigno.
“Bene” ammise Emma “ci stiamo davvero divertendo, tu?”
“Oh lascia perdere, io e Dean abbiamo litigato di nuovo, sto pensando di mollarlo” disse  lei a bassa voce, con un gesto vago.
“Di sicuro non potete continuare così” ammise l'emoor, mordendosi la lingua per non chiedere all'amica perché si ostinasse a frequentare tutti quei ragazzi, quando ancora era palesemente innamorata di Harry.
 “No, hai perfettamente ragione” disse la rossa con un sbuffo, poi scrollò il capo, come a liberarsi di un pensiero fastidioso. 
 “Ad ogni modo vi osservavo da lì” aggiunse soave, indicando un tavolino dove Dean Thomas la aspettava da solo con aria parecchio  corrucciata “Siete proprio carini.”
Emma arricciò le labbra in un sorriso e arrossì sulle guance.
“Non posso che darti ragione”
 “Weasley” la salutò monocorde il Serpeverde, apparso alle spalle dell'emoor “Perché appesti la mia aria?”
 “Malfoy” disse la rossa sicura di sé “Tutto bene?”
Il ragazzo si risedette al tavolo e leggermente rigido annuì.
 “Puoi anche rispondermi a voce” lo esortò Ginny con una buffa smorfia  “Mica ti mordo”
 “Devi solo provarci” rispose beffardo lui.
 “Ricorda che sono io a fare le minacce, furetto” sottolineò la ragazza, ma sorrideva pacifica e Malfoy tese un ghigno. 
 “Lo terrò a mente donnola junior” concluse borbottando e Ginny parve soddisfatta del battibecco, sorrise apertamente e fece un occhiolino ad Emma prima di allontanarsi.
 “La Weasley è passabile” disse il Serpeverde ed Emma annuì, visibilmente soddisfatta, mentre lanciava un'occhiata all'amica.
“Ginny è fantastica. Davvero. Dovresti essere carino con lei è una grande fan della nostra coppia”
 Il ragazzo le lanciò uno sguardo confuso “Davvero?”
 “Certo” rispose “non fa altro che ripetere il tuo nome mentre siamo in gruppo, spera che la gente si dimentichi chi sei e che tutti depongano l'ascia da guerra accogliendoti come un fratello”
 “Non so se voglio essere accolto da gente come i Grifondoro” borbottò lui con una smorfia schifata “Sicuro non da San Potter e la sua stupida cricca”
 Emma si strinse nelle spalle noncurante.
“A te ha fatto piacere quando Daph e Bla sono stati carini con me” rispose e il ragazzo ci pensò un istante, preso in contro piede, ma alla fine annuì appena, mormorando un “Hai ragione.”
 Finite le Burrobirre, senza smettere di chiacchierare, si avviarono verso l'uscita e poi, mano nella mano, lungo la strada di ritorno. Sembravano una coppia normale, senza pensieri e preoccupazioni.
Emma gli fece una smorfia felice e gli rubò un bacio e lo sentì quasi sorridere a sua volta contro le sue labbra.
 “Grazie per oggi” mormorò emozionata, ma prima che Draco potesse rispondere, qualcosa spezzò il silenzio: grida di orrore.
 L'emoor si girò di scatto e vide una ragazza che si contorceva in aria a pochi metri da loro e sotto di lei Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley che la fissavano disarmati, mentre un'altra compagna di Casa, in lacrime, gridava a intermittenza “Katie!”.
 La mano del Serpeverde si strinse convulsamente su quella dell'emoor ed Emma lanciò lui uno sguardo preoccupata.
 “Ma cosa?” mormorò incredula.
 “Salazar” sussurrò Malfoy.



*Angolo Autrice*


Ciao Lettori. 
Ecco con un nuovo capitolo che può sembrare di passaggio, ma NON lo è! 
Ho usato il legame di Draco ed Emma per riflettere e passare attraverso diverse situazioni e lasciato un piccolo spazio agli emoor MOLTO IMPORTANTE.
Spunti e appunti:

. Draco ed Emma tengono l'un l'altra, si riconciliano e si allontanano, si stringono e si lasciano, si avvicinano e poi fuggono. Il tutto per proteggersi. Mi distrugge vedere come funziona il loro equilibrio, tanto quanto è pronto a spezzarsi da un momento all'altro. Ci ho tenuto a mostrare come la loro comunicazione sia però bella, come il loro affetto sia sincero e come facciano fatica a nascondere l'un l'altra le loro fragilità. 
. Piccola parentesi con Severus che sa di quotidianità e calore, ma se all'apparenza tutto è idiliaco e positivo tra i due, di nuovo la domanda della ragazza su Draco gettà una piccola ombra sulla situazione. Noi sappiamo benissimo che Severus sa e tiene all'oscuro la ragazza. 
.GLI EMOOR. Forse a voi non sembra, ma quello che leggiamo oggi di loro è piuttosto importante. Il Vinculum Eldest è di mia invenzione, ma si parla molte volte dell'importanza del sangue nei libri della Row. Una giovane Row Serpeverde che si rivela, senza apparire, anche un'importante alleata e conoscitrice dei fondatori. Ho immaginato che non si possano fare troppi legami di sangue ( un po' come gli Horcrux ) perché ciò indebolirebbe i maghi, per questo faccio sottointendere ad Emily che legami a due a due possano essere legami di sangue o maledizioni. Che ne pensate di tutto ciò?
. Emma scopre, grazie ad Hermione, che Harry sospetta di Draco e per la prima volta anche lei pensa concretamente a ciò che fino a quel momento ai suoi occhi era solo una blanda opzione, ma ancora una volta decide di avere fiducia.
. Gli incubi sono gli incubi e come non se ne libera Emma non ce ne liberiamo noi. 
Questa è la prima volta che Draco nell'incubo però non accusa Emma di aver sbagliato parte, ma accusa sé stesso.
. Luna delicata e leggera che ha già un presentimento su come andrà la visita ad Hogsmeade mi spezza il cuore.
. Penso che l'uscita ad Hogsmeade di Emma e Draco sia MOLTO importante perché a più livelli di lettura. 
Pensateci: Emma e il ragazzo stanno bene insieme, si divertono, sono in equilibrio. Ci sono due momenti che li riportano però alla realtà: Lumacorno e Justin, ma in entrambi casi l'equilibrio si mantiene, rischiando di incrinarsi quando Draco si accorge di aver mostrato di sapere troppo su amuleti e gioielli. Vi rendete conto che in quel momento ha in tasca la collana maledetta che darà a Katie?
Quando torna dal bagno, immaginate come si deve essere sentito il serpeverde? Ve lo dico io: Benissimo. 
E non per aver messo in pericolo la ragazza, ma perché Draco non ha idea di cosa significa UCCIDERE qualcuno, ma il pensiero di essere riuscito a liberarsi della collana e di aver quindi chiuso la sua missione, mentre la Bell la porta a Silente per lui, lo solleva. 
Draco deve essersi sentito per un momento libero, euforico, convinto di aver pagato il suo debito e aver chiuso i suoi obblighi.
Scherza con la Weasley, sorride quasi sulle labbra di Emma, non si rende conto di cosa voglia dire fare del male davvero. 
Penso che nel libro canon, così come in questa FF, il rendersi conto di aver quasi ucciso una ragazza, sia il primo grosso schiaffo che gli fa capire che non uscirà mai da questo compito e che se vuole sopravvivere dovrà fare molto di più.


Venerdì sarò a lavorare su un set fino a tardi. La pubblicazione slitta quindi a Sabato :)
Fatemi sapere che ne pensate e scusate i LUNGHI ragionamenti, ma mi piace ragionare con voi.
Grazie a chi segue e chi commenta. 

Con affetto.
vi



  
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