Libri > Good Omens
Ricorda la storia  |       
Autore: Musical    07/02/2021    10 recensioni
Era successo qualcosa, Crowley conosceva bene questa sensazione, era la stessa sensazione di quando il segugio infernale aveva trovato il suo padrone. Ma quando il demone corse da Aziraphale, scoprì con orrore che qualcosa era cambiato.
(post!Armageddon't, amnesia!au, OOC per Aziraphale)
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anatema Device, Aziraphale/Azraphel, Crowley, Gabriele
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Amici, non siamo amici. Siamo un angelo... E un demone. Noi non abbiamo niente in comune. Non mi piaci nemmeno!"


Dopo un sonno ristoratore durato un paio di settimane, Crowley aprì all'improvviso gli occhi, i peli dietro al collo s'erano alzati, le unghie s'erano tramutate in lunghi artigli neri che avevano squarciato il materasso e le coperte, mentre un brivido percorse tutta la sua schiena facendogli venire la pelle d'oca. Il demone prese veloci respiri per annusare meglio l'aria nel tentativo di captare qualcosa, mentre gli occhi saettavano in ogni angolo della camera e le orecchie erano tese, pronte a cogliere anche il minimo rumore. Lo stato d'allerta con cui s'era svegliato lo portò ad accantonare il sogno che stava avendo.
"È successo qualcosa."
Crowley fu immediatamente sveglio, fece schioccare le dita un paio di volte e, appena fu pronto, si diresse a grandi passi verso la sua amata Bentley, la libreria di Aziraphale come destinazione.

Con sommo sollievo, Crowley avvertiva ancora la presenza dell'angelo sulla Terra, quindi non gli era successo nulla, eppure la paura di non vederlo più, immerso tra i suoi amati libri, con quegli occhialetti da lettura completamente inutili e il suo adorato papillon di tartan, era ancora presente. Era trascorso un anno e mezzo da quello che era stato ribattezzato col nome "Armageddon't" (con immenso piacere da parte del demone, avrebbe aggiunto, perché Aziraphale aveva scelto un nome come il titolo di Robinson Crusoe, decisamente troppo lungo, per fortuna quella era moda passata), ma i suoi effetti collaterali erano ferite ancora aperte che richiedevano lunghi e difficili tempi di guarigione per i due esseri sovrannaturali. Certamente, c'era il lato positivo che Crowley ed Aziraphale potevano frequentarsi senza più guardarsi le spalle, o senza inventare scuse per giustificare i loro incontri clandestini. Erano diventati più rilassati, questo era vero, tuttavia per un angelo e un demone diciotto mesi potevano essere l'equivalente di un giorno per gli esseri umani... Era trascorso troppo poco tempo.

Quante volte, durante questi diciotto mesi, Crowley aveva provato ad approcciarsi meglio ad Aziraphale, quante volte aveva tentato di prendergli la mano eppure, nonostante potesse stare tranquillo, la sua mano aveva sempre deviato il percorso, oppure si fermava prima. Gli unici momenti in cui il demone non aveva esitato erano stati due, quando dovevano tornare ognuno nel proprio corpo e quando i due avevano preso l'autobus per tornare a Londra, ma erano per ovvi motivi: il primo era per poter ammirare nuovamente le rotondità del corpo di Aziraphale sul suo effettivo proprietario, l'altro era, beh... Per... Era successo tutto di fretta, e lui era esausto nel fisico, nella mente e nello spirito, aveva bisogno di una conferma, di sapere che il suo angelo era lì, insieme a lui, vivo e sorridente, tutto ciò di cui aveva bisogno. Nonostante queste piccole difficoltà da parte sua a dimostrare affetto per primo, quando era Aziraphale a sfiorargli il dorso della mano, o le dita, o a posargli la mano sulla gamba, Crowley era il demone più felice del mondo, non riusciva a mantenere il controllo del proprio corpo e diverse scaglie nere apparivano sul suo collo e sulle dita. Aziraphale, da perfetto bastardo quel era, ridacchiava vedendolo in quello stato e poi sospirava sereno mentre volgeva lo sguardo davanti a sé, senza allontanare la mano, facendo sciogliere ancor di più d'amore il demone accanto a lui.

Come al solito, la diabolica Bentley parcheggiò davanti all'ingresso dell'angelica libreria senza preoccuparsi di come avrebbero reagito gli esseri umani; Crowley uscì dall'abitacolo dell'auto, in poche falcate varcò la soglia e, proprio nel momento in cui aveva aperto la bocca per chiamare il suo angelo, un fulmineo raggio bianco lo catapultò contro un mucchio ben organizzato di libri, facendolo gemere per il colpo subìto. Colta di sorpresa, la sua mente corse nel tentare di capire chi potesse essere il colpevole: non aveva avvertito alcun'essenza di qualche ospite indesiderato, era presente solo quella di Aziraphale, poteva essere qualche essere umano? No, non erano dotati di simili capacità, anche l'Inferno era da escludere, il fascio di luce apparteneva inconfondibilmente alle schiere del Paradiso.
Nel mentre ragionava, le sue orecchie avvertirono dei passi farsi sempre più vicini, erano passi lenti, calcolati, circospetti, appartenenti a qualcuno che stava studiando bene la situazione per capire come procedere; Crowley provò a muoversi, il colpo era stato doloroso, ma niente in confronto alla Caduta; quando stava per posizionare le mani in modo da potersi alzare, una voce giunse alle sue orecchie, e il sangue gli si gelò nelle vene.
"Non provare a muoverti, sporco demone, o la prossima volta non sarò così misericordioso."
La voce era quella di Aziraphale, ma era così fredda, così distaccata, non era veramente la sua. Crowley girò solo la testa per vedere chi era, e tutto ciò che vide fu Aziraphale a pochi metri da lui, con le braccia lungo i fianchi, lo sguardo minaccioso e le labbra serrate.
"Angelo", lo chiamò, però non vide la solita reazione da parte dell'altro, non notò il solito ed innocente rossore che gli appariva sulle gote, o le dita che s'intrecciavano nervose e timide, oppure gli occhi che cominciavano a brillare come le mille galassie che aveva creato tanto tempo fa. La reazione che ottenne fu un'espressione quasi disgustata e le mani chiuse in due pugni.
"Principato sarebbe meglio", lo corresse con quella voce fredda.
Crowley, nonostante il dolore al petto, si rimise in piedi e rise. "Gran bella recita, davvero. Sono sbalordito, per un attimo ci stavo cascando anch'io. Un vero tocco di classe quello di alterare la propria essenza per farla assomigliare a quella di Aziraphale, te l'ha consigliato lui? Bastardo ed intelligente com'è potrebbe pure averlo fatto. Dimmi, Gabriel? O Sandalphon? No, lui preferisce distruggere intere città, non conosce il senso della misura. Uriel? Nah, ama le maniere fisiche, non si limiterebbe ad un semplice fascio di luce. Michael, allora? Il tuo Lucifero, sai benissimo dov'è, ce l'hai spedito tu, d'altronde... Per quel che riguarda Ligur, beh... È diventato parte del mio appartamento, ormai. Magari sei nuovo del mestiere e Lassù ti hanno dato l'ordine di prendere le sembianze di Aziraphale? Senza offesa, ma lasciatelo dire, fai pena! Conosco gente che sarebbe in grado di interpretarlo alla perfezione! La recitazione non è il tuo forte. Se proprio vuoi interpretare Aziraphale, devi--"
Non fece in tempo a finire il suo consiglio, che venne afferrato per il colletto e fatto sbattere contro il muro più vicino. Quanta poca conoscenza aveva questo tipo qui, non conosceva le basi, era abitudine di Crowley sbattere l'angelo contro il muro, non viceversa, anche se non era male come idea, doveva consigliarla al suo angelo, una volta terminata questa storia.
"Ti avevo detto di non muoverti, e ti sei mosso. Ora, sperando che tu capisca, non osare pronunciare il mio nome un'altra volta, lurido demone."
Crowley riuscì a vedere meglio gli occhi di questo sconosciuto, erano così uguali a quelli di Aziraphale, eppure così diversi. Cosa benedetto era successo?
"Allora non ti dispiacerà se ti chiamo angelo."
Il falso Aziraphale alzò gli occhi al cielo, come spazientito.
"Come t'ho detto poco fa, preferisco Principato."
"Ma puoi vederlo anche da te che Principato non è bello da sentire, e poi smettiamola con questi giochetti, mi piace farli con il vero Aziraphale, non con una sua copia mal riuscita. Dimmi piuttosto dov'è, così la finiamo con questa messinscena. E poi, non era stato abbastanza chiaro che non dovevate più disturbarlo? O il Fottuto Arcangelo Gabriel non t'ha detto nulla?"
La presa al suo colletto si fece più serrata. "Di cosa blateri? Hai davanti a te il vero, unico e solo Principato di nome Aziraphale, creato per seguire il volere di Dio e realizzare il Suo Ineffabile Piano, nato per combattere le schiere infernali, colpevoli di essere stati egoisti e pretenziosi, meritevoli di non essere più avvolti dalla grazia di Dio e non avere più il Suo amore."
Crowley sentì una fitta all'altezza del cuore e fu con un'arcaica rabbia che rispose, afferrando i polsi di quell'angelo che aveva l'ardire d'affermare di essere il suo angelo: "Il mio Aziraphale non avrebbe mai detto una stronzata del genere."
Ci fu un attimo di esitazione da parte dell'angelo, che durò solo un istante, Crowley venne sollevato di forza per essere lanciato lontano, facendogli sbattere la testa contro uno scaffale. Provò a reagire, ma in poco tempo il suo mondo divenne tutto nero.

La testa gli pulsava dolorosamente quando riprese coscienza, il demone si portò una mano per toccare la parte lesa e, con un piccolo miracolo diabolico, il dolore scomparve.
"Dove sei angelo?" si massaggiò ancora un po' la testa, avvertendo la presenza di Aziraphale nelle vicinanze si sentì al sicuro di poter parlare liberamente.
"Per Satana, che incubo! Prima ho sognato nuovamente la nostra discussione al palco dell'orchestra, orribile... Poi qualcuno aveva preso il tuo posto... E... Non è stata una bella esperienza."
Invece di sentire i mugolii preoccupati dell'angelo, non ricevette alcuna risposta a quelle parole, strano, non era da Aziraphale lasciarlo solo in balia dei suoi incubi; Crowley aprì finalmente gli occhi e si rese conto di trovarsi sul pavimento della libreria. Dov'era Aziraphale?
Dei passi s'avvicinarono nuovamente e la figura del Principato apparve nuovamente davanti a Crowley.
"Quale discussione al palco dell'orchestra?"
Crowley sgranò gli occhi, benedizione! Immediatamente si rimise in piedi, senza distogliere lo sguardo da quell'angelo che aveva le sembianze di Aziraphale, strinse i pugni, cominciava ad averne abbastanza di questa storia.
"Dov'è Aziraphale?"
L'angelo lo guardò confuso e in qualche modo stupito. "Posso assicurarti che sono io."
"No! Sei solo una falsa copia. Non sprigioni assolutamente nessuna luce che sia uguale a quella di Aziraphale."
Lo sguardo angelico prese una sfumatura di curiosità, "e quale luce dovrei emanare?"
"Certo, come se venissi a dirtelo, così sarà più facile far finta di essere lui."
L'angelo sospirò. "Come ti ho già detto, sono veramente Aziraphale."
"Se è così, dimmi dove hai messo la tua spada, o cos'è successo a Parigi, o durante il Blitz. Dammi la tua opinione su Liszt o dove si mangia il miglior sushi."
Aziraphale stava per aprir bocca, ma non disse nulla, la richiuse e volse lo sguardo a terra, pensoso, portandosi una mano sotto il mento.
"Visto? Non sei Aziraphale. Sei solo un--"
"Sei per caso Crawly?"
"Fals... Sarebbe Crowley."
Aziraphale tornò a guardarlo. "Mi hanno messo in guardia da te, hanno detto che sei abile con le parole, tanto da convincere gli umani a mangiare il frutto proibito."
"E abbiamo visto i risultati. Ora rispondimi."
"Per quanto riguarda la mia spada, posso assicurarti che... È in un luogo sicuro, ben nascosta dalle tue mani. A Parigi sono andato una volta, durante la rivoluzione, tentando di fermarla, ma sono tornato immediatamente qui a Londra per sistemare una questione della massima urgenza. Durante il Blitz ero in una chiesa per intrappolare dei nazisti, sfortunatamente sono morti a causa di una bomba. Liszt è uno dei più bravi compositori che abbiano vissuto e un angelo non deve mai cedere alle tentazioni, compresa la gola che, dall'ultima volta che ho controllato, viene ancora considerata un peccato mortale."
A quella risposta, Crowley aprì i pugni, colto dall'orrore, le risposte erano giuste, ma non erano vere.
"Soddisfatto adesso?" gli domandò Aziraphale alzando un sopracciglio. "O vuoi che risponda ad altro? Altrimenti puoi benissimo andare via e usare la tua lingua in un altro luogo."
"Quindi, sei davvero Aziraphale..."
"Noto che cominci a capire."
Qualche ora fa, il demone avrebbe riso del tono infastidito usato da Aziraphale, tuttavia dalle labbra gli uscì un debole sussurro.
"Cosa t'è successo?"
Sussurro che fece insospettire Aziraphale: "Niente al di fuori del normale, rapporti completati, complimenti per il buon operato."
Questo fece scattare un allarme nella testa di Crowley. "Ti hanno contattato?!"
"Come ogni mese."
Crowley avrebbe preferito ricevere un altro colpo sulla testa piuttosto che sentire quelle parole, s'adagiò sullo scaffale dietro di lui e scivolò per terra sotto lo sguardo sorpreso di Aziraphale. Il demone si portò le mani tra i capelli e strinse forte alcune ciocche.
"Strano che un demone si preoccupi così tanto per me. È a dir poco bizzarro."
Crowley normalmente avrebbe detto che lui non si preoccupava, che non ne era il tipo, ma questa volta non rispose, chiuse gli occhi ed inspirò, cercando di mantenere la calma e capire cos'era accaduto.
"Sei qui sulla Terra da seimila anni, corretto?" gli domandò.
"Da quando gli umani sono stati cacciati dal Paradiso Terrestre."
D'accordo, questa parte della storia c'era. Cos'avevano combinato Gabriel e gli altri arcangeli?!
"Come hai aperto questa libreria?"
"Perché continui a far domande?! Non ho niente da condividere con te, demone insolente. Quindi vattene!"
Crowley guardò dritto negli occhi Aziraphale, sembrava serio, deciso e desideroso di non averlo al proprio fianco. Ancor più ferito, il demone s'alzò e s'aggiustò gli occhiali, se Aziraphale non lo voleva lì, lo avrebbe rispettato.
"Oh beh, sì, certo. Dopotutto sono solo un demone, no? Qualcuno che non potrà mai capire e non potrà mai aiutare un angelo come te."
Aziraphale rimase fermo, immobile, con quello sguardo fisso ed imperturbabile, che dava fastidio al demone.
"Ovviamente è così, non mi puoi aiutare in alcun modo."
"Ovviamente!" gli rifece il verso volgendogli le spalle, ma poi tornò a guardarlo e gli si avvicinò, avvertendo una stretta al cuore quando Aziraphale mosse qualche passo indietro. "Quindi, se i tuoi amatissimi superiori ti chiedessero dov'hai messo la tua benedetta spada di fuoco, non osare dire che l'hai data ad Adamo perché Eva era incinta e al mondo vi erano bestie feroci pronte a sbranare quei due. Non provare a dire che quella tua spada appartiene ormai da millenni a Guerra. E non pensare minimamente a rivelare che non hai mai detto a nessuno di questa faccenda, neanche a Dio in persona, e che l'unico essere a sapere di quella tua stupida decisione è un demone di nome Crowley. Buona permanenza sulla Terra, Principato."
Dopo aver rivolto con disprezzo quel saluto, Crowley decise d'andare via, lasciando Aziraphale da solo, all'interno della sua libreria, in compagnia dei suoi soli pensieri.

Erano trascorse un paio di settimane, forse... Nnn... Non se lo ricordava bene, il tempo era qualcosa di relativo, come disse quello scienziato folle ma geniale, gli piacevano i suoi baffi, erano buffi... Crowley bevve un altro sorso di vino, nel vano tentativo di sopprimere i suoi pensieri... Ad Aziraphale era successo qualcosa, qualcosa con la memoria... Aveva tutti i suoi ricordi, ma erano alterati... Come... Come... Coooooommmme... ... Inoltre, il modo in cui l'angelo l'aveva trattato, era stato pessimo, certo, certo, se Aziraphale non aveva più i suoi ricordi allora VINO! Ecco la similitudine giusta! I ricordi di Aziraphale erano come affermare che il vino non era altro che succo d'uva, giusto, ma completamente sbagliato! Che c'entrasse quel pallone gonfiato di Gabriel con i suoi scagnozzi era assodato, il problema era come poter risolvere la situazione, come far tornare Aziraphale normale, il solito amabile bastardo qual era...
Il campanello del suo appartamento suonò e Crowley alzò la testa dal divano, urlando il più minaccioso possibile: "Chi è?!" non voleva ricevere alcune visite al momento.
Il demone non ottenne alcuna risposta, così decise di tornare al suo momentaneo passatempo, quando il campanello suonò nuovamente, facendo innervosire l'occulta creatura.
"Per Amor di Qualcuno!" cominciò ad urlare mentre raggiungeva l'ingresso, pronto a spaventare per bene chiunque l'avesse disturbato.
"Un demone non può più sbronzarsi in Santa Pace?!" aprì la porta senza accorgersi subito di chi c'era dall'altra parte. "FUORI DALLE PAL-oh... Sei tu."
"Già, sono io."
Davanti a Crowley c'era niente di meno che Aziraphale, l'ultima persona che il demone voleva vedere per il momento.
"Come sei riuscito a trovarmi?" non riuscì a sopprimere una nota di speranza nella voce, immaginandosi una risata nervosa e timida, mentre quelle labbra avrebbero farfugliato una qualsiasi scusa, ma ciò non avvenne.
"La tua aura, è stato facile individuarla e seguirla."
Certamente, la sua aura, non qualcosa come "Mi sono ricordato dove abitavi, ora è tornato tutto come prima, Crowley!" con quella gioia negli occhi.
Aziraphale sembrò notare lo sguardo deluso del demone, difatti gli domandò: "Sono venuto in un brutto momento?"
E Crowley strinse la maniglia, avrebbe voluto tanto ridere e piangere allo stesso tempo, affermando che, nonostante il problema della memoria, rimaneva sempre lo stesso stupido angelo che si preoccupava degli altri; tuttavia negò con la testa, riesumando un po' di quell'aria figa e tirando fuori dall'arsenale il suo miglior sorriso strafottente: "A cosa devo l'onore di questa visita, Principato?"
Crowley lo fece apposta a chiamarlo in quel modo, non gli piaceva, ma sapeva che nel profondo anche ad Aziraphale non piaceva; come volevasi dimostrare, l'angelo abbassò lo sguardo, le mani rimanevano ancora ferme, ma c'avrebbe lavorato, conosceva quella soffice creatura meglio di chiunque altro.
"Vorrei parlare un attimo con te, Crawly, se non ti dispiace."
Il demone storse le labbra per quel nome, ma s'allontanò per far entrare l'altra creatura, "certamente, entra pure."
Ma Aziraphale rimase fuori dalla porta. "I-in realtà, preferirei un luogo neutrale. Magari un luogo dove non c'ascolta nessuno, o fa caso a noi, qualcosa come--"
"Saint James' Park."
"Come fai a sapere che--"
"Lo so e basta, ora andiamo!"
Con uno schiocco di dita, Crowley indossò occhiali e giacca e si diresse verso la Bentley, seguito da Aziraphale che continuava a protestare riguardo la scelta della macchina, non potevano andare a piedi, o prendere un mezzo pubblico, o--
"Non fare il pignolo e sali in macchina, angelo."
... D'accordo, questa gli era sfuggita, Crowley preferì non farci caso, accese il motore e guidò fino al parco, riuscì a sorridere in maniera impercettibile quando Aziraphale cominciò a lamentarsi della velocità con cui guidava. Era sempre Aziraphale, anche se senza memoria.

"Dunque siamo qui", annunciò Crowley dopo che i due erano seduti da ben cinque minuti sulla panchina in totale silenzio, Aziraphale non aveva accennato a parlare, guardava davanti a sé con le mani giunte sul grembo, ammirando il panorama e le persone attorno a loro, emanando una calma che stava mettendo ansia al demone, per questo sentì il bisogno di parlare, di dire qualcosa, qualunque cosa, pur di far cessare quel silenzio assordante, e immediatamente si sentì in colpa perché non era mai successa una cosa del genere con Aziraphale, non avevano bisogno di riempire a tutti i costi il silenzio, riuscivano a godarselo, calmi, sereni, tranquilli, perché non poteva continuare ad essere così?!
"È avvenuta già la fine del mondo?"
"Mh?" il demone ebbe finalmente il coraggio di voltarsi e posare i suoi occhi sul profilo dell'angelo.
"La fine del mondo... È avvenuta?"
Crowley avvertì il bisogno di prendere un'altra posizione per rimanere seduto e tornò a guardare il laghetto. "Sì, direi di sì. Non nello specifico, ma era in programma."
Vide con la coda dell'occhio Aziraphale annuire. "Come sospettavo."
"Perché?"
Questa volta fu lui ad avvertire gli occhi dell'angelo su di sé e inconsciamente tese i muscoli.
"E dimmi... Cos'è successo?"
"Che intendi?" gli chiese girandosi a sua volta.
"Ha vinto qualcuno? Cos'è successo?"
"Quindi non te lo ricordi."
"Non ho detto questo."
"Ma l'hai pensato, ammettilo."
"Non credo che tu, demone, possa sapere quello che penso io."
"Avrei un nome, angelo."
"E io un ruolo ben più in alto di semplice angelo."
"Principato. Sai, tendo a dimenticarlo, però almeno non posso dire che è stata colpa di qualcuno."
"Gabriel ha detto che non è stata opera loro."
"SEI SERIO? Tu credi a quel coglione?!"
Crowley era balzato in piedi, era stata una pessima idea uscire con Aziraphale, che in quell'esatto momento lo guardava come se stesse affermando che il quattordicesimo secolo era il migliore in assoluto.
"Mi pare logico, è Gabriel, la sua parola segue il volere di Dio."
"Quindi, quando ti diceva di stare zitto, o di perdere un po' di peso perché secondo lui il tuo non era l'aspetto di un angelo addestrato al combattimento, o quando ti chiedeva di morire varcando una colonna di Fuoco Infernale, lo diceva perché era Dio che lo voleva."
Il volto dell'angelo perse il proprio naturale colorito, assumendo tonalità più cadaveriche, Crowley notò quest'impercettibile cambiamento, in parte si sentì responsabile del dolore che aveva inferto ad Aziraphale, ma dall'altra parte doveva far realizzare all'altra creatura che si stava fidando delle persone sbagliate, di nuovo.
"... Stai mentendo."
Il cuore di Crowley parve spezzarsi in quell'istante, la bocca e gli occhi spalancati, la sua mente vuota per qualche istante, prima di riprendersi completamente e rispondere a tono: "Credi che sia capace di dirti una bugia?"
"Certamente, sei un demone, mentire è parte della tua natura."
D'accordo, adesso era stufo di tutte queste sciocchezze, se questo nuovo Aziraphale voleva trovarsi di fronte un vero demone che mentiva spudoratamente, l'avrebbe avuto, gliel'avrebbe dato, anche questo.
"Se è così che stanno le cose, allora, lasciamiti dire un paio di cose..." lo fronteggiò, puntandogli un dito contro.
"Quando ti ho detto che mi piacevi da quando ci siamo incontrati, sul muro dell'Eden, perché solo uno stupido ed incosciente angelo poteva lasciare la sua spada a due esseri umani, mentivo. Quando ti ho detto che trovavo fastidioso ma assolutamente adorabile il tuo comportamento, da grande e prezioso bastardo quale sei, mentivo. Quando ti ho detto che stavo piangendo per la perdita del mio migliore amico dentro la sua stupida libreria, mentivo. Quando ti ho detto che avrei continuato a portare avanti la farsa di Miss Ashtoreth e Brother Francis solo per poterti vedere ogni giorno, mentivo."
Vedere l'espressione di Aziraphale divenne sempre più difficile a causa della sua visione offuscata, prendere respiro divenne sempre più complicato a causa di un ignoto peso che stava crescendo nel suo petto, mantenere le sembianze umane divenne un'impresa impossibile da portare avanti; eppure Crowley continuò a sputare bugie su bugie pur di far contento il suo angelo, mentre la sua mente si ribellava e il suo cuore voleva essere avvolto dalle forti e confortevoli braccia di Aziraphale.
"Quando ti ho chiesto di fuggire dalla Terra per andare su Alpha Centauri, mentivo. Quando ti ho detto che avrei fatto di tutto per non farti cadere, mentivo. Quando ti ho proposto di andare a vivere insieme, mentivo. Quando ho detto che non sarei stato capace di vivere senza la tua bastardaggine mentivo."
Dovette tirar su col naso e gli occhi gli lacrimavano, da quando aveva sviluppato un'allergia all'erba?
"Ora sai la verità, no? Puoi continuare a seguire gli ordini di Gabriel, no? Tanti auguri per la tua nuova vita, angelo."
Nuovamente, Crowley gli voltò le spalle e andò via, accese la Bentley e si diresse verso una destinazione a lui sconosciuta, l'importante era che fosse il più lontana possibile da Aziraphale. Cos'avevano fatto di male per meritarsi questo? Perché Dio non li lasciava mai un momento di tranquillità? Entrambi avevano deciso di non voler più aver a che fare con le rispettive parti, perché allora non volevano lasciarli liberi?

Aziraphale continuava ad osservare il punto dove Crawly era scomparso, quando una mano si posò pesantemente sulla sua spalla destra, e una voce maschile cominciò a parlare.
"Davvero un lavoro eccellente, Aziraphale."
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro.
"Non capisco però perché vuoi che sia io a compiere questo lavoro, Gabriel."
L'Arcangelo rise e dopo qualche passo si trovò di fronte al Principato, sorridente.
"Aziraphale, c'è una cosa che ti fa amare da Dio."
Aziraphale alzò un sopracciglio, non sapendo lo scopo di quella frase. "Sarebbe?"
"Hai così tanta compassione verso il prossimo, che saresti in grado di perdonare l'imperdonabile. È per questo che Dio ti ama, ma vedi", Gabriel fece una smorfia contraria e dispiaciuta allo stesso tempo, "è un demone, non può essere perdonato. Inoltre, ha compiuto delle azioni imperdonabili persino per uno della sua spregevole specie. È nostro dovere toglierlo di mezzo."
"Non dovrebbe pensarci l'Inferno a punirlo?"
"Senti, raggio di sole, è stato deciso così, e così verrà fatto. Sei stato scelto per questo compito e vuoi ritirarti proprio adesso che sei in dirittura d'arrivo? Non è da te."
Aziraphale chinò il capo e prese un profondo respiro: "È che... Non lo so, anche questa volta sembrava ferito, arrabbiato... Come se... Come se fosse addolorato per qualcosa ogni volta che mi vede... Dice cose strane, come se mi conoscesse da tanto tempo e--"
"Aziraphale." Gabriel lo interruppe posandogli due mani sulle braccia, attirando così il suo sguardo. "Tu sei un Principato, un angelo forgiato nell'arte di eseguire gli ordini e di combattere. Certo, dovresti perdere un po' di peso, ma col tempo e un po' d'esercizio tornerai in forma. Ma adesso, devi concentrarti sull'uccidere quel demone senza usare l'Acqua Santa. Magari usando la tua spada mh? Sarebbe l'ideale in questo caso."
Gli rivolse un sorriso che sembrò falso, e Aziraphale ricambiò: "Certo, naturalmente."
"Così ti voglio! Ora, la prossima volta non voglio alcun errore, un bel colpo secco, così da liberarci tutti di quello scocciatore una volta per tutte."
Aziraphale annuì e in pochi secondi Gabriel scomparve nuovamente, lasciandolo solo.
Qualcosa non andava in quella storia, ma di chi si doveva fidare?

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: Musical