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Autore: Eevaa    07/02/2021    9 recensioni
Due appartamenti, cinque inquilini, nuove e improbabili amicizie che metteranno in discussione le grandi leggi del Mondo Magico.
Perché chi l'avrebbe detto che, quattro anni dopo la guerra, Grifondoro e Serpeverde si sarebbero trovati a stringere alleanza?
Un'altra serata stava per concludersi nella palazzina Augurey n.7. Una delle tante a metà tra un burrascoso passato e un futuro ancora tutto da raccontare.
Genere: Commedia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro. 
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.

 
NB: Non prendete questo capitolo troppo seriamente. Le situazioni sono fittizie e ironiche, come sempre. Nessun essere umano reale è stato maltrattato e preso in giro per la propria nazionalità o feticismo.


 
- AUGUREY BUILDING N.7 -
A magic sitcom in Diagon Alley



CAPITOLO 8
L'Homo Sapiens e il Totem Indiano


 

 

Non ne parlarono più.
Fu una gara silenziosa a chi faceva meglio finta di niente su quanto accaduto.
Come se nulla fosse successo. Come se Harry, ubriaco, non avesse chiesto a Draco di uscire dopo il matrimonio di Luna e Neville.
Oh, se lo ricordavano benissimo entrambi, ma fu un accordo tacito quello di non tirare mai più fuori l'argomento.
Più difficili furono da ignorare le foto del matrimonio che li ritraevano sorridenti, danzanti e abbracciati con il bouquet in mano. E gli articoli di giornale che ne derivarono. E le Strillettere di Lucius Malfoy a riguardo, che Draco aveva sapientemente incenerito.

 

"L'Eroe del Mondo Magico di nuovo innamorato?" di Rita Skeeter.
Dopo il clamoroso coming-out di inizio aprile, Harry Potter ha trovato di nuovo il modo di far parlare di sé. Dopo la fine della precedente relazione con Ginevra Weasley – giocatrice delle Holyhead Harpies - la situazione sentimentale di Potter sembrava essersi completamente raffreddata.
Ma, udite udite, sembrerebbe proprio che il nostro Eroe non sia più sulla piazza! Il fortunato pare che sia Draco Malfoy, ex compagno di scuola e attuale vicino di casa del Prescelto.
Da tempo i due ragazzi avevano messo da parte la loro storica rivalità scolastica, ma mai nessuno avrebbe pensato che la situazione potesse prendere una piega così inaspettata.
I due novelli fidanzatini sono stati infatti immortalati in atteggiamenti romantici durante un matrimonio di amici.

Continua a pagina 16.

 

«Sul serio, perché nessuno l'ha ancora licenziata?»
Ron chiuse il giornale di scatto e scosse la testa.
«Ancora leggi quella robaccia?» domandò Hermione, prendendogli il giornale dalle mani. «Il posto di questo quotidiano è qui» disse, e con un gesto secco gettò tutto nel cestino, «nella spazzatura».
«Già. Non prendetevela, cari» intervenne Pansy.
Draco sfoderò una risatina sagace.
«Oh, io non me la prendo di certo. Potter, tu te la sei presa?»
«No, Malfoy. Perché dovrei? Rita Skeeter scrive cazzate tutti i giorni» rispose Harry, anch'egli con un sorriso talmente tirato che gli si sarebbero potuti scorgere i molari. «Manderò una missiva al Profeta giusto per smentire, altrimenti sai cosa? Tutti penseranno che non siamo davvero più sulla piazza!»
«Hai ragione, questo è il vero dramma: niente più conquiste! Andiamo direttamente in sede?» propose Draco.
«Ci sto! Ottima idea!»
I due ragazzi si alzarono in simultanea, poi uscirono dalla porta con continui e assurdi convenevoli sulle loro argute idee.
Un'autentica gara a chi ha la faccia di culo più grande.
«Cosa diavolo è appena successo?» domandò Ron, sconcertato da cotanta gentilezza reciproca.

 


 

Quella situazione andò avanti per più di un mese. Dopo la smentita sui giornali, Draco e Harry avevano continuato a fare come se nulla fosse accaduto. Uscivano, partecipavano a eventi di vita mondana, si ritrovavano in terrazza, tutto nella norma.
Ma, ogni volta che qualcuno tirava fuori l'argomento matrimonio, i due sembravano assumere la classica posizione di chi ha una Firebolt infilata su per il sedere.
Sorrisi plastici, tono della voce stridulo. Iniziavano ad assecondarsi in modo del tutto innaturale e cambiavano argomento veloci come una finta Wronski.
L'equilibrio precario della situazione, però, venne spezzato una calda sera di giugno. Da un certo Luca.
Quando Harry si presentò allo Shame-rock mano nella mano con il suo bel tirocinante italiano, infatti, fu come se quel sottile e gracile equilibrio fosse stato schiacciato da una mandria di Centauri in corsa.
«Ciao ragazzi, vi dispiace se aggiungiamo un posto?» domandò Harry, con un largo sorriso.
Stava frequentando Luca da oramai due settimane. L'aveva conosciuto all'Ufficio Affari Internazionali, nel quale il ragazzo aveva appena iniziato il suo tirocinio della durata di un anno.
Era stato un piacevole colpo di fulmine e Harry quindi non ci aveva visto niente di male nel presentarlo ai suoi amici, tuttalpiù che Luca fosse appena giunto a Londra e non conoscesse nessuno.
Ma, se Hermione, Pansy e Ron riuscirono a trattenere le loro mascelle dallo sfracellarsi sul tavolo, Draco non fu altrettanto bravo a mantenere l'accortezza.

Potter aveva declinato gentilmente le offerte di uscire a cuccare nei due week end passati perché, a detta sua, era stato molto impegnato con il lavoro. Non aveva idea che il lavoro fosse quel tizio.
Luca si presentò alla tavolata con un sorriso smagliante di denti bianchissimi, una giacchetta di sartoria italiana e i lunghi capelli castani raccolti in uno chignon alto. Barba folta, piercing al sopracciglio e due grandi occhi blu.
Ma, quando giunse il turno di presentarsi a Draco, quest'ultimo mostrò un attimo di riluttanza a stringere la mano al nuovo arrivato. Era bellissimo. E lo odiava.
«Piacere, io Luca. Tu è?» parlò lui, ancora piuttosto impacciato con l'inglese.
Draco storse per un attimo il naso, poi gli porse la mano e la strinse con un sorrisetto sarcastico.
«Io Draco. Homo Sapiens» scandì lentamente. Fortuna volle che Harry in quel momento fosse troppo impegnato a parlare con Ron, per cogliere l'acido nelle parole di Malfoy.
Pansy quasi si strozzò con il Diagon Mule, mentre Hermione tentò di salvare la situazione in extremis.
«Ahahah, non badare a lui, Luca. Sono le uniche cose che Draco sa dire in latino, e lui pensa che il latino sia simile all'italiano e, beh, è un gran combina guai anche quando vuole sembrare gentile! Eheh! Di cosa hai detto che ti occupi?» farneticò la ragazza. Luca ridacchiò, confortato, poi iniziò a spiegare con parole sue il ruolo che copriva al Ministero.
E il sopracciglio di Draco raggiunse vette inesplorate sulla fronte.

 

La serata proseguì a suon di frecciatine nei confronti di Luca e la sua scarsa dimestichezza della lingua inglese – sempre quando Harry non poteva sentire – e con poco discreti tentativi di Draco di mettere in mostra tutto il suo estro e bellezza, oltre che la sua relazione amichevole e privilegiata con Harry.
Quando, verso il concludersi della serata, Draco si allontanò dal gruppetto per prendersi un altro Whiskey Incendiario – sculettando come una Veela – rimase sorpreso nel vedere Hermione avvicinarsi con un sorriso dolcemente divertito.
«Sei ridicolo» gli disse, compiaciuta.
A quanto pare le sorprese non erano finite.
«... Granger?» le domandò, sperando di aver capito male.
«Stai facendo apposta per dare nell'occhio, allora».
Hermione si appoggiò con il fianco al bancone a braccia conserte per fronteggiarlo, e Draco la emulò.
«No, se volessi dare nell'occhio uscirei con un cavernicolo» commentò lui, cinico e sorridente, con quelle sopracciglia che sembravano prendere vita propria nella danza del sarcasmo.
Hermione scosse la testa, ma si lasciò scappare un altro sorrisetto.
«Luca non sembra così male» lo provocò.
«Affatto, se sei appassionato di cultura paleolitica» ribatté a tono Draco, sottecchi.
Lei si avvicinò un poco di più, costretta ad alzarsi sulle punte per spiattellare in faccia a Draco la sua espressione più divertita.
«Sai chi parlava allo stesso modo? Ron. Quando sono andata al ballo con Krum».
Le sopracciglia di Draco frenarono la loro danza e si immobilizzarono in una curva di innaturale stupore.
«Stai insinuando che io sia geloso?!» commentò, sempre più infastidito. «Ma è ridicolo» rise sguaiatamente. «Di quello?!»
Indicò Luca con un gesto talmente schifato che sembrava si stesse riferendo a un Purvincolo.
«Se non lo fossi, avresti detto "di Potter?!"» fece notare Hermione, vittoriosa e raggiante.
Draco divenne completamente livido; gli mancava solo il fumo dalle orecchie e dal naso. Aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non ne uscì niente. Poi, dopo diversi tentativi di controbattere in modo sensato, le puntò un dito contro con indignazione.
«Questa conversazione finisce ora» concluse secco, allontanandosi con fare altezzoso.
Il sorriso di Hermione, invece, non si spense affatto.

 


 

Quella bizzarra relazione con il cavernicolo sembrava procedere a gonfie vele, dalla frequenza con la quale Draco li aveva sentiti rincasare insieme e uscire di casa sempre insieme per andare al lavoro, quella settimana.
E, tutte le sante volte, non riusciva proprio a farsi mancare un verso di disappunto. Proprio non lo sapeva il perché, ma lo detestava profondamente. Sembrava il classico tizio bello ma stupido, che non capiva un accidente e soprattutto non c'entrava niente con Potter. Ma cosa aveva da stupirsi? Erano risapute le ridicole scelte di Potter e il suo pessimo gusto. Era uscito con Finch-Fletchey, per l'amor del cielo!
Eppure tutti continuavano a dire che fossero "carini". Anche Pansy lo diceva, e ogni volta Draco doveva costringersi a mordersi la lingua pur di tacere.
Quel sabato mattina, in particolare, fu parecchio imbarazzante rientrare a casa da una colazione al bar con una collega e ritrovarselo davanti, sul pianerottolo, in attesa dell'ascensore. Evidente che nessuno si fosse premurato di avvertirlo del Poltergeist.
«Oh, ciao, Drago!» trillò Luca, tutto pacioso e spettinato. Se l'era data alla pazza gioia con Potter, quella notte.
«Draco» puntualizzò lui, piatto.
Drago! Hah! Che grandissimo idiota.
«Chiedo scusa! Beh, buona giornatta!» rispose Luca, arrossendo sulle guance.
Semplicemente odioso.
Il ding dell'ascensore evitò a Draco di dover fornire una risposta. Si voltò per inserire le proprie chiavi nella porta, del tutto intenzionato a non avvertirlo di Gazza. Luca se la sarebbe spassata un mondo, in ascensore con lui.
Poi, tutto d'un tratto, ecco il senso di colpa. Cos'era quella nuova sensazione? Non si era mai sentito in colpa per praticamente nulla. Ma già poteva vedere la faccia di disappunto di Harry quando Luca gli avrebbe raccontato di quella storia. Si sarebbe arrabbiato e lui avrebbe fatto solo la figura dello stronzo.
Draco sospirò e si maledisse per averlo anche solo pensato, ma decise di intervenire. Solo perché altrimenti Potter gli avrebbe rotto le scatole per settimane e lui no, non voleva farsi rompere le scatole.
«Aspetta! Vieni fuori di lì!» disse a gran voce, e Luca uscì dall'ascensore allarmato e confuso. «È infestato da un Poltergeist. Potresti venirci fuori tra due giorni!» tutto d'un tratto non gli sembrò più una brutta prospettiva. Magari avrebbe potuto buttarcelo sopra a forza.
Però, ancora una volta, gli occhi delusi di Potter gli invasero la mente.
«Oh, grazie! Amici di Harry tutti così gentili!» sorrise di nuovo Luca, con quei denti dritti e bianchi. Poi, con un cenno gentile – e odioso – del capo, lo salutò e corse giù dalle scale.
«Mphf» grugnì Draco, annoiato, intenzionato a chiudersi nel proprio appartamento e maledirsi per quel gesto caritatevole e fin troppo Grifondoro.
Ma, a proposito di Grifondoro, la porta dell'appartamento 5a si aprì di scatto e ne uscì fuori solo la testa di Hermione Granger, compiaciuta.
«Ri-di-co-lo» scandì a bassa voce, poi la porta di chiuse di nuovo.

Draco esplose così tanto dalla rabbia che, per la prima volta in tutta la sua vita, entrò in casa tutto spettinato e livido in volto.
Quella storia doveva finire, e al più presto. Non poteva permettersi di essere tacciato di gelosia da parte di quella saputella. Gelosia, poi! Ma di che cosa?!
«Pansy!» urlò, spalancando la porta della camera della coinquilina, ancora profondamente addormentata nel suo letto. «Devi trovarmi un ragazzo. Voglio un ragazzo, adesso».
Lei si tirò a sedere incredula, con la mascherina da notte mezza storta sul naso e l'aria di chi ancora non ha realizzato di essere al mondo.
«Un ragazzo!?» pigolò, confusa e certa che si trattasse solo di un sogno. Un sogno molto, molto bizzarro.
«Sì, Pans, un ragazzo. Deve essere bello e disposto ad avere un appuntamento a pranzo e per le future sere a venire».
Pansy si stropicciò gli occhi e si tirò un pizzicotto sul braccio, giusto per essere certa che non stesse ancora dormendo.
«Ma a te non è mai interessato avere una relazione» disse lei, confusa.
Draco arrossì fino alla punta delle orecchie.
«Sì ma, beh, le cose cambiano. Ho una certa età, poi! Non posso continuare a fare il cucadores per sempre, dai!»
Pansy ascoltò le farneticazioni di Draco fino alla fine, ma non ci volle affatto molto tempo per riuscire a captare l'antifona di tutto quel discorso. Comprese appieno dove fosse il problema ma, siccome conosceva il suo pollo sin dai tempi della scuola, ben sapeva che non era affatto il momento di farglielo notare. Né di metterlo davanti al fatto compiuto.
Sarebbe stato molto più proficuo assecondare la sua irriverente follia ancora per un po'.

 

La follia prese il nome di Jonas, un ragazzo di origine austriache che frequentava la sua stessa palestra. Un metro e novantacinque di altezza per un metro e mezzo di spalle. La circonferenza del braccio pari a un arto di Hagrid e degli addominali così scolpiti da poterci grattugiare sopra il parmigiano.
Durante il primo appuntamento, Draco ebbe come la tremenda sensazione che Jonas avrebbe potuto prenderlo e utilizzarlo come stuzzicadenti. Ma, tutto sommato, si era rivelato abbastanza carino nei modi. Giusto un poco focoso e con la mania di infilargli la lingua in gola a mo' di gastroscopia, ma carino.
Trascorsero il pomeriggio in giro per Diagon Alley a passeggiare romanticamente per le viuzze – tutto pur di non portarselo a casa nell'immediato e poter raggiungere lo Shame-rock all'aperitivo ove, Draco lo sapeva, si sarebbero radunati tutti gli inquilini della Palazzina Augurey.
Entrarono nel locale sottobraccio. O meglio, Jonas lo teneva ancorato a sé come se volesse stritolarlo. Era un Boa Constrictor o un ragazzo?
Ma, se Hermione e Ron riuscirono a trattenere le loro mascelle dallo sfracellarsi sul tavolo, Harry non fu altrettanto bravo a mantenere l'accortezza. Ovviamente.

«Oh, ma che sorpresa! Ci sono i miei amici!» trillò Draco, falso come una moneta da cinque Galeoni. «Amici, questo è Jonas! Jonas, loro sono i miei amici» disse estasiato, puntando poi lo sguardo verso il ragazzo di Harry. «E lui è Luca». Giusto per rimarcare il tipo di rapporto che non incorreva tra loro.
Harry spalancò così tanto la bocca da sembrare uno stoccafisso. E la spalancò ancor di più quando li vide limonare al bancone del bar. E quando li vide limonare sul tavolo da biliardo. E quando li vide limonare al tavolo di Sparaschiocco.

«Caspita, quel Jonas sembra molto passionale» commentò Hermione, dopo l'ennesimo siparietto dei due novelli piccioncini vicino al bancone.
«Sembra quasi che voglia masticarlo, sputarlo fuori e poi divorarlo di nuovo» ribatté Harry, con un certo disgusto. Era uno spettacolo raccapricciante.
Detestava quel tipo. Non gli era piaciuto fin dal momento in cui erano entrati.
«Beh, però è molto bello» intervenne Pansy, giusto per stuzzicare ancor di più gli animi.
«Se Malfoy aveva bisogno di un armadio a doppia anta, avremmo potuto andare all'IKEA» controbatté di nuovo Harry, arricciando il naso.
«Secondo me ce l'ha piccolo!» ridacchiò Hermione, più che intenzionata a voler fare la pettegola fino in fondo.
«Già, infatti, e tutti quei muscoli servono solo a compensare» concordò Harry. Luca lo guardò storto per un secondo, ma Pansy fu più veloce a parlare.
«Viene in palestra con me. Dai pantaloncini attillati si vede benissimo che ha un totem indiano nelle mutande!» sussurrò, ammiccando con le sopracciglia.
Harry sbuffò, affranto.
«Ragazze, che schifo!» intervenne Ron, basito da quei discorsi. Specialmente da parte della sua fidanzata. Da quando Hermione era così propensa ai volgari pettegolezzi?
«Ehi» si indispettì Harry, «mi hai dato della ragazza?»
Ron fece spallucce e sollevò il labbro in un sorrisetto colpevole.

Quando Draco e Jonas si congedarono dal gruppetto per potersi finalmente allontanare – Jonas non aspettava altro da tutto il pomeriggio, se non portarlo in camera da letto – Harry alzò gli occhi al cielo nel vederli camminare fuori dal locale a braccetto. Che spettacolo disgustoso.
Non seppe dire come mai, ma provò una rabbia cocente fin dentro le viscere. Jonas sembrava il classico tipo tutto muscoli e niente cervello, un lumacone di prima categoria. E Draco gli dava corda!
Provò così tanto risentimento che non volle rimanere nel locale nemmeno un secondo di più. Prese Luca per un braccio e se ne andarono di tutta fretta. Ma, quando giunsero davanti alla Palazzina Augurey e Harry lo invitò a salire, egli negò con la testa.
«No, Harry. Non mi va» disse Luca, stringendosi nelle spalle.
Harry si accigliò. Non gli andava? Forse era perché avevano passato tutta la settimana a vedersi? Forse aveva bisogno dei suoi spazi? Comprensibile, del resto.
«No? Come mai?» domandò ingenuamente.
«Mi dispiacce, Harry. Non credo può funzionare tra noi».
Una secchiata d'acqua gelida si rovesciò sulla testa di Harry. Si stavano frequentando da due settimane e stava andando tutto bene!
«Ma... ma come? Io pensavo che-»
«Non è colpa tua. Ma io cerco cosa seria» ammise Luca.
Harry si irrigidì. Se ci stava uscendo da così tanto – per i suoi ultimi standard - voleva dire che gli piaceva, che ne valesse la pena. Insomma, aveva fatto sesso con un uomo per la prima volta con lui! Non era cosa da poco. Era divertente, ironico, carino, intelligente. Ed era un bravissimo ragazzo. Forse valeva la pena andare avanti, provare a costruire qualcosa con lui, ufficializzare le cose.
«Ma anche io voglio una cosa seria. Provarci, almeno» disse infine Harry, ma Luca ridacchiò.
«Sì... ma non con me».
La mandibola di Harry cadde al terreno, e si sentì avvampare dalle dita dei piedi alla punta delle orecchie.
«Cosa?» soffiò, incredulo.
«Ci vediammo a lavoro, Harry» si congedò infine Luca e, dopo essersi allontanato di qualche passo, si smaterializzò altrove, lasciandolo solo.
Solo e perso nei propri pensieri.
Non con me, aveva detto. E con chi, se no?
Una cosa era certa: ne soffrì meno di quanto si aspettasse.


 


 

Mai più, si ripromise Draco. Mai più uscire con un individuo del genere. Jonas l'aveva ridotto a uno straccio, quella notte. Non gli era mai, mai capitato di pensare "ma sicuro che quel coso ci stia, qui dentro?".
Ancora non aveva capito per quali leggi della fisica, ma alla fine c'era stato. Ma a che prezzo?
Si sollevò dal letto con fatica disumana, e camminò fino al soggiorno con altrettanto sforzo. Ripensare alla notte precedente gli fece venire la pelle d'oca. Tralasciando le dimensioni fuori dal normale della sua Firebolt, forse avrebbe dovuto immaginarlo che un individuo che ti dice, testualmente, "voglio farti diventare il mio schiavo" non abbia intenzioni del tutto pacifiche.
Non che Draco fosse pudico a letto, ma quella roba lì non l'aveva mai vista fare prima. E no, non gli piaceva. Si guardò allo specchio a torso nudo e si maledisse per non avere delle scorte di Dittamo nella sua cassetta medica. Morsi, graffi profondi. Ma con chi diavolo era uscito? Con un Licantropo?
«Ahi!» si lamentò, infilandosi la maglietta del pigiama a fatica.
Camminò a passi lenti e molto, molto larghi fino a oltre il pianerottolo, poi entrò nell'appartamento dei Grifoni con un cipiglio tutt'altro che felice e l'esilarante sensazione di avere un riccio tra le chiappe.
Inutile dire che lo accolsero delle risate sguaiatissime. Soprattutto da parte di Weasley.
«Passato una bella nottata, Malfoy?» domandò, con le lacrime agli occhi. Draco lo fulminò e, lento come un bradipo, si avviò fino alla poltrona. Per sicurezza ci poggiò sopra due cuscini, prima di sedersi.
«Oh, da matti!» trillò Draco, nel tentativo di essere convincente. «Non vedo l'ora di uscirci di nuov-AHHH!» urlò, nel momento in cui le sue aristocratiche natiche poggiarono sui cuscini.
Altre ilari risate riempirono la stanza.
«Vedo! "Oh, sì, sono il tuo padrone! Dimmi che sono il tuo padrone!"» lo prese di nuovo in giro Ron, e di tutta risposta si beccò una rivista in piena faccia.
«"Sei la mia bambolina bionda! La mia bambolina porcellina"» intervenne Harry, facendo nuovamente ridere tutti.
Jonas non era stato per nulla discreto e aveva persino insistito a non insonorizzare la stanza col Muffilato. Pansy si era veduta costretta a dormire sul divano dei Grifoni, quella notte.
«Simpaticissimi, davvero. Che spasso!» grugnì Draco, massaggiandosi il collo con vigore. Il suo cellulare, però, iniziò a suonare nella tasca dei pantaloni. Hermione sollevò un sopracciglio. Sul serio aveva come suoneria "I want to break free"?
Draco sbiancò: era Jonas. E ciò causò altre sonore risate.
«Pronto?» rispose, con sguardo sofferente. Oh, no, non avrebbe potuto rifiutare un'uscita con lui. Almeno avrebbe dovuto fare finta, altrimenti che senso avrebbe avuto tutto quello? Doveva mostrare a Potter che, se voleva, era in grado di avere una relazione anche lui. «Sì... ok. Ci... ci vediamo staser-aaaah» si lamentò di nuovo, colto da un improvviso attacco di mal di schiena. Più in basso.

Tutti risero a crepapelle, soprattutto quando Draco chiuse la telefonata prima che Jonas si appellasse a lui con nuovi bizzarri epiteti.
«Quindi ci esci di nuovo? Che coraggio, sembri quasi un Grifondoro!» commentò Hermione, respirando a malapena tra una risata e l'altra. Draco le fece il verso e annuì.
«Peccato, bambolonsporcaccione, speravo che stasera potessimo fare una serata rimorchio insieme come i vecchi tempi» si intromise Harry.
«Vecchi tempi due settimane fa?» intervenne Ron, ma Draco ignorò la questione e si rivolse a Potter con occhi sgranati.
«Rimorchio?! E l'italiano?» domandò, incredulo.
«Mi ha piantato» fece spallucce Harry.
Nonostante gli sforzi, Draco non riuscì proprio a farsi sfuggire un sorrisetto impertinente. Incredulo, certo, ma con una sensazione di leggerezza a livello del petto. Una sensazione di sollievo, nonostante tutto il dolore fisico dilaniante.
«Vogliate scusarmi, ho bisogno di andare ad acquistare del Dittamo» si congedò Draco nell'immediato, sollevandosi a fatica dalla poltrona. Si avviò a passi svelti – per modo di dire – verso l'uscita e, una volta fuori, si aggrappò al telefono e cercò in memoria il numero di Jonas.
Trascorse giusto il tempo di due squilli, poi il ragazzo rispose e Draco non lo lasciò neanche iniziare a parlare.
«Ripensandoci!»
Quando Draco attaccò il telefono, si domandò cosa diavolo passasse nel cervello di Jonas. Aveva sul serio pianto? Dopo essere usciti un giorno solo? E poi, in che senso "rimarrai la mia principessa"?!
Non fece tempo a interrogarsi troppo perché, dietro di lui, non si era accorto che la Granger l'avesse seguito e avesse origliato lungo le scale. Lo guardò con gli occhi di chi giudica, poi si voltò e salì i gradini senza guardarsi indietro. Tutto ciò che disse, prima che Draco si mettesse a urlare, fu «Ridicolo».

 


 

«Ladies and gentlemen, Lord Malfoy e Mr. Potter tornano in piazza, pronti a conquistare il mond-OOH!» annunciò Draco quella sera, prima di uscire, vedendosi però costretto a sedersi su un cuscino morbido.
«Tutto ciò che dovresti aspirare di conquistare, ora, è una ricostruzione dell'osso sacro... monello zozzerello» gli fece presente Ron.
Draco grugnì e si sistemò meglio il cravattino al collo. Quanto sarebbe durata quella storia dei soprannomi?!
«Io l'avevo detto a Mary che serviva una pozione apposta per riparare la verginità anale» brontolò poi.
«Chi diavolo è Mary?» domandò Harry.
«No, Harry, la giusta risposta a quell'affermazione era: che schifo» puntualizzò Ron.
Hermione e Pansy ridacchiarono sotto i baffi e, nel frattempo, continuarono a sigillare con la ceralacca le lettere di ringraziamento sui confetti del matrimonio. Era previsto per il trenta di luglio, e mancava solo un mese e mezzo.
«Mary è la mia collega di lavoro. O meglio, sottoposta» spiegò Draco e, con grande sforzo, si tirò in piedi pronto a uscire con Harry per una nuova, leggendaria serata.
«Tu non hai un lavoro!» Ron scosse la testa, esasperato.
«Certo che ho un lavoro, suvvia!»
«Ma se rispondi sempre "suvvia"! Vuol dire che un lavoro non ce l'hai» ringhiò Ron, oramai stufo di fare sempre lo stesso discorso. Che cosa gli costava, a quell'idiota, ammettere che vivesse semplicemente delle ricchezze di famiglia?
Draco storse il naso.
«Oh, Weasel, come al solito la tua ignoranza non mi stupisce. Sono un pozionista, ovviamente! Lo sanno tutti! S.U.V.V.I.A. Società Ufficiale di Variegati Veleni e Ingredienti Alchemici!»
E, detto ciò, prese Harry per un braccio e lo trascinò fuori dall'appartamento.
Ma, se Hermione riuscì a trattenere la mascella dallo sfracellarsi sul tavolo, Ron non fu altrettanto bravo a mantenere l'accortezza.



 
 
Continua...

ANGOLO DI EEVAA:
Buongiorno gente!
Che dire, vi avevo promesso un capitolo delirante e capitolo delirante è stato. Voglio unirmi alle mie lettrici su Wattpad e dare inizio a un nuovo trend: #TeamPansy. Anche se in questo capitolo, direi, ci sta anche un #TeamHermione.
Finalmente abbiamo scoperto che lavoro fa Draco :D ve lo aspettavate? Chiaramente gli amanti di HIMYM avranno colto la citazione al nostro Barney preferito, no? :D
La nostra coppia preferita di Corvoneroneanchepersbaglio ha decisamente bisogno di una spinta. O un calcio nel sedere, che dir si voglia. Abbiate fede, la spinta giungerà molto presto - anche perché mancano pochi capitoli alla fine. 
Abbiate fiducia nei team sopracitati, ve ne prego.
Un grazie a tutti voi che mi seguite sulle varie piattaforme, siete preziosissimi! Come sempre un grazie speciale alla mia dolce Pally93, che anche in questo capitolo mi ha dato le doverose martellate sulle mani per i miei orrori. Love ya!
A domenica prossima,
Eevaa

 
  
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