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Autore: LazySoul    10/02/2021    2 recensioni
Hermione Granger, 45 anni, sposata con Ronald Weasley, è diventata, da poco più di un anno, Ministra della Magia e passa la maggior parte del suo tempo a lavoro.
Ginevra Weasley, 43 anni, è casalinga, nonché moglie dell'illustre Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico. Passa le sue giornate tra corse mattutine, visite a sua madre Molly e vino, litri e litri di vino.
Harry Potter e Ronald Weasley, 44 anni, hanno invitato le consorti a cena in un intimo ristorantino fuori Londra per annunciare loro una difficile verità.
Quale segreto avranno tenuto nascosto Harry e Ronald per vent'anni?
Hugo, diciotto anni, accetta l'invito della sorella, Rose, a passare due settimane a Granada. Con loro ci sono Lily, Albus e un paio di compagni di Hogwarts, tra cui Fred Weasley II e Scorpius Malfoy.
Quali avventure li attenderanno in Spagna?
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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10. Di quando Hugo si perse all'Alcaicería



 

Per Li Haiyun non era un problema aspettare i ritardatari, soprattutto se aveva a disposizione un buon libro o una rivista interessante da sfogliare o leggere, durante l'attesa.

Quel giorno si trovava nel cortile che circondava l'edificio che fungeva da dormitorio per molti ragazzi e molte ragazze che, come lei, erano studenti e studentesse fuori sede.

Si trovava a Granada per un corso avanzato di Pozioni, materia in cui si stava specializzando e che nell'arco di qualche anno avrebbe potuto insegnare.

Seduta su una panchina, con uno spesso tomo sulle pozioni curative aperto in grembo, Haiyun leggeva attentamente, baciata dai caldi raggi del sole.

Provò un pizzico d'impazienza solo quando in lontananza sentì i rintocchi provenienti dalla cattedrale annunciare le tre del pomeriggio, poi però sospirò e tornò a leggere, cercando di non pensare troppo alla delusione che provava.

A qualche strada di distanza, nell'affollato mercato dell'Alcaicería, Albus Severus Potter, di fronte ad una bacarella che vendeva, secondo il proprietario, vecchi monili d'argento risalenti al periodo in cui Granada era ancora sotto il dominio dei mori, era indeciso su quale braccialetto comprare per fare una buona impressione ad Haiyun, quando si sarebbero incontrati quel pomeriggio.

«Lily, devi aiutarmi», disse Albus: «Tu cosa compreresti alla ragazza più bella del mondo, per fare colpo su di lei?»

Lily Potter spostò lo sguardo dalla bancarella accanto, che vendeva antichi e rari tomi da collezione, portandolo sulla bigiotteria, che il fratello stava osservando con sconforto.

«Le piacciono i gioielli?», chiese Lily, avvezza a situazioni simili; non era certo la prima volta che Albus le chiedeva consiglio per conquistare una ragazza.

«Non lo so», ammise il ragazzo, rendendosi conto, non per la prima volta, di sapere davvero poco sulla ragazza a cui aveva mandato, due sere prima, una struggente lettera d'amore.

«Allora perché vuoi comprarle un gioiello?»

«Perché a voi ragazze piacciono... no?»

Lily sospirò e si sfregò il volto con le mani, poi posò i suoi occhi in quelli verdi del fratello e cercò di trovare le parole più adatte per dire ad Albus, una volta per tutte, che la sua stupidità poteva essere paragonata soltanto a quella di un troll.

"Senza offesa per i troll, ovviamente", pensò Lily, prima di borbottare: «Quanto sei superficiale», sollevò gli occhi al cielo e indicò con un gesto spazientito del capo i tomi della bancherella accanto: «Hai detto che è a Granada per studire, no? Perché non le compri un libro?»

Albus spostò, con aria pensierosa, lo sguardo dai gioielli ai libri e annuì distrattamente: «Forse hai ragione».

«Forse?», borbottò a mezza voce Lily, con una smorfia incredula in volto, prima di allontanarsi di qualche metro, verso un piccolo negozietto che vendeva giacche di pelle di drago.

Ad Albus ci vollero pochi minuti per individuare un interessante tomo dall'aspetto antico, che secondo il titolo analizzava da un punto di vista storico alcune delle più antiche pozioni, utilizzate per modificare gli stati d'animo di maghi e babbani. Contrattò brevemente con il venditore, fino a quando non concordarono sul prezzo, poi prese il tomo sotto braccio e con un sorriso soddisfatto passeggiò tra le bancarelle e i negozietti dell'Alcaicería.

Soltanto quando capitò di fronte ad un piccolo banco, dove venivano venduti orologi di ogni tipo e foggia, si rese conto di essere terribilmente in ritardo e, con un'espressione a metà strada tra lo sbalordito e il preoccupato, si smaterializzò.

Albus Severus Potter riapparve a poche vie di distanza, di fronte al muretto in pietra che delimitava il cortile del dormitorio, in cui Haiyun gli aveva detto soggiornare per quel semestre.

Non gli ci volle molto per individuare la figura della ragazza, seduta su una panchina poco distante, intenta a leggere con espressione concentrata un volume che sembrava meno antico rispetto a quello che Albus aveva sotto braccio, ma che dava comunque l'impressione di essere molto noioso.

«Ciao, scusa per il ritardo, ero... ho perso la cognizione del tempo e...»

Albus non era solito balbettare, soprattutto non di fronte alle ragazze, ma Albus non era nemmeno solito arrivare ad un appuntamento con più di mezz'ora di ritardo, quindi il suo disagio era più che comprensibile.

Haiyun lo osservò con un misto di rimprovero e sorpresa, poi chiuse il tomo che aveva in grembo e lo incantò in modo tale da rimpicciolirlo e poterlo riporre comodamente nella tasca dei pantaloni che indossava.

«Ciao, cominciavo a pensare che non saresti venuto», ammise lei, facendogli spazio sulla panchina.

Albus si sedette alla destra della ragazza e le porse il libro di pozioni che aveva appena comprato all'Alcaicería: «Per te», disse semplicemente, con le labbra strette in un'espressione contrita.

Haiyun prese tra le mani il volume, saggiandone la pelle consumata e ne lesse con vivo interesse il titolo.

«È la prima volta che un ragazzo mi regala un libro», ammise, puntando i suoi occhi scuri in quelli verdi di Albus: «Grazie, davvero, sembra molto interessante».

Il ragazzo scrollò le spalle, sorridendo soddisfatto: «Figurati, in realtà temo che sarà una lettura mortalmente noiosa, ma so che ti stai specializzando in Pozioni Avanzate, quindi...»

Haiyun rise divertita: «È stato un gesto davvero carino, anche io ho qualcosa per te», disse la ragazza, estraendo dalla tasca dei pantaloncini un paio di occhiali dalla montatura rossa: «Sono incantati in modo tale da cambiare leggermente il tuo aspetto agli occhi di chi ti guarda, così la prossima volta che verrai scacciato da un locale esclusivo, potrai tornarci sotto mentite spoglie».

Albus la ringraziò con una pizzico di divertimento e sorpresa negli occhi verdi e provò subito gli occhiali, chiedendo a Haiyun come gli stessero.

«Ti danno un'aria più intelligente», scherzò lei, sorridendo.

Nella, tutto sommato, breve vita di Li Haiyun, erano state poche le volte in cui la ragazza si era sentito altrettanto serena e a proprio agio.

Provava un simile senso di pace quando era con sua madre, quando leggeva qualcosa che la interessava particolarmente e quando passava del tempo con la sua migliore amica, Polette, o la sua attuale compagna di stanza Alejandra.

A malincuore, dovette ammettere a se stessa che aveva provato qualcosa di simile anche in presenza di Tomas, quello che ormai, dalla sera in cui aveva conosciuto Albus, era diventato il suo ex ragazzo.

Aveva conosciuto Tomas poche ore dopo esser arrivata a Granada per l'inizio dei corsi del secondo semestre. Era stata Alejandra, la sua coinquilina, a presentarglielo e Haiyun si era facilmente lasciata incantare dagli occhi blu scuro del ragazzo e dai suoi modi affabili.

Ci era voluto del tempo, però, prima che Haiyun si sentisse perfettamente a suo agio con Tomas ed erano stati rari i momenti in cui la ragazza si era sentita davvero capita da lui.

Ancora non riusciva a credere a come Albus, in un locale affollato e pieno di rumore, fosse riuscito ad attirare tanto facilmente la sua attenzione.

Aveva trovato a dir poco arrogante il modo in cui, quel ragazzo dagli spettinati capelli scuri e gli occhi verdi, aveva spudoratamente cercato di attirare la sua attenzione, raccontandole di come suo padre fosse famoso in Inghilterra, per aver sconfitto un pericoloso mago oscuro, e sua madre una bravissima giocatrice di Quidditch, tanto da aver fatto parte delle Holyhead Harpies.

In un primo momento aveva trovato il blaterare dello sconosciuto una piacevole distrazione dal litigio che aveva avuto quel pomeriggio con il suo ragazzo e che continuava a ripresentarlesi ogni pochi minuti alla mente, poi, quando aveva notato il modo in cui Tomas osservava con un misto di rabbia e gelosia il chiacchierone seduto di fronte a lei, aveva iniziato a prestargli maggiore attenzione.

Quello che era iniziato come un semplice e innocuo tentativo di far ingelosire il suo ragazzo, si era ben presto trasformato in qualcos'altro.

Haiyun si era scoperta sempre più affascinata dal chiacchiericcio dello sconosciuto e dalle mirabolanti avventure che raccontava con una maestria impressionante.

Aveva ascoltato di voli a dorso di thestral, di passaggi segreti e di una scuola in cui le scale cambiavano sempre direzione, portando gli studenti dove volevano loro.

Si era ben presto resa conto che, quelle che inizialmente le erano sembrate vicende inventate da un ragazzo arrogante alla ricerca di attenzioni, erano molto probabilmente storie vere e a quel punto la sua attenzione era stata completamente catturata.

Quando Tomas aveva fatto scacciare dal locale lo sconosciuto chiacchierone e il suo amico a caccia di scommesse, Haiyun si era limitata a inventare una scusa per allontanarsi dal tavolo, ma invece di andare in bagno aveva raggiunto l'affascinante estraneo nel vicolo di fronte al locale e gli aveva dato un bigliettino su cui c'era scritto il suo indirizzo e il suo nome completo, dicendogli di scriverle.

Quella sera stessa Haiyun aveva detto a Tomas che era finita e che non poteva sopportare altri litigi o distrazioni, non quando gli esami di fine semestre erano ormai alle porte.

Il vero motivo per cui l'aveva lasciato era che si era resa conto di non provare più per lui la dolce fascinazione di un tempo. Tutto quello che aveva creduto di provare per Tomas, fino a qualche settimana prima, era svanito lentamente, sotto strati sempre più spessi e impenetrabili d'indifferenza.

Albus Severus Potter era quel tipo di ragazzo che, come Tomas, avrebbe potuto intrattenere Haiyun per un po', ma che era molto improbabile finesse col penetrarle sotto pelle e lasciare un segno.

O almeno questo era quello che aveva pensato Haiyun quando le era arrivata quella ridicola lettera d'amore due sere prima ed era quello che aveva pensato fino a dieci minuti prima, quando aspettava con ben poche speranze che il ragazzo la raggiungesse nel luogo in cui avevano stabilito d'incontrarsi.

Ora che i suoi grandi occhi a mandorla si posavano sul volto di Albus Severus Potter, non era più tanto certa che quello che aveva creduto essere un innocente flirt potesse rimanere tale a lungo.

«Ti va una passeggiata?»

Haiyun annuì, lasciò che Albus le afferrasse la mano e l'accompagnasse lungo le vie e le viuzze di Granada, intrattenendola con mirabolanti racconti e con le avventure che sapeva lo avrebbero atteso, una volta che avesse concluso il corso da Auror e fosse entrato in servizio, come suo padre e suo zio, contro le forze del male.

Quando fu il turno di Haiyun di parlare, la ragazza tentennò, incerta.

Era facile parlare e raccontarsi, quando nella propria vita c'erano ben poche ombre, diventava più difficile quando, come lei, si era passata la maggior parte della propria infanzia in fuga; ma Haiyun era diventata brava col tempo, le bastava omettere qualche dettaglio, ricamare qualche bugia bianca da aggiungere al racconto e fingere di non essersi mai trovata in pericolo di vita.

Eppure, di fronte alla disarmante sincerità di Albus, Haiyun si ritrovò a tentennare abbastanza a lungo da far intuire al ragazzo che c'era qualcosa che non le andava di raccontare.

«Perdonami, sono un ficcanaso, non devi parlarmi della tua famiglia se non vuoi».

Haiyun trattenne a stento le lacrime, poi accennò un timido sorriso: «Non è un racconto piacevole, magari un'altra volta, quando sarò in vena di racconti tristi».

Albus annuì e cambiò argomento e Haiyun ebbe ulteriore conferma di essersi sbagliata fin dall'inizio; c'erano molte più probabilità di quanto avesse pensato che quel ragazzo riuscisse a insinuarsi sotto la sua pelle.

 

A qualche via di distanza, nel mercato dell'Alcaicería, Hugo dovette ammettere a se stesso, a malincuore, di essersi perso.

Si trovava tra un negozio di tisane e pozioni rinvigorenti e una bancarella che sembrava vendere illegalmente quelle sembravano uova di drago.

Non riusciva a vedere da nessuna parte, intorno a sé, tracce di sua sorella Rose o del suo ragazzo Scorpius, con i quali era certo di aver passeggiato fino a pochi minuti prima.

Anche il resto del gruppo sembrava essere scomparso.

Fred era probabilmente in qualche luogo losco a vincere scommesse, Lily l'aveva vista scomparire in un negozio di giacche in pelle di drago e Morgan era sparita in qualche viuzza, prima che lui potesse rendersene conto e seguirla.

Era da due sere prima, dalla sera in cui lui e Morgan si erano quasi baciati, che non riusciva a rimanere da solo con lei e Hugo aveva sempre più l'impressione che non fosse un caso.

Aveva notato gli sguardi di sottecchi che ogni tanto la ragazza gli lanciava, quando pensava di non essere vista, e aveva anche notato l'incertezza nella sua voce ogni volta che lui le rivolgeva la parola di fronte agli altri; Morgan sembrava avere paura di lui.

Il che per Hugo era qualcosa di completamente nuovo, nessuno aveva mai avuto paura di lui nel breve arco della sua vita e non aveva idea di come comportarsi, soprattutto tenendo conto che quello che voleva suscitare in Morgan non era certamente paura.

Quando era rimasto solo con Rose, quella mattina, aveva provato a chiederle consiglio, ma la sorella maggiore sembrava avere ben pochi suggerimenti da poter elargire al fratello e tutto quello che Hugo aveva ottenuto era stato un semplice: «Prova a parlarle», conclusione a cui lui era già arrivato da tempo.

E ora, Hugo si era perso all'Alcaicería, perché era stato tanto stupido da voler provare a cercare Morgan tra la folla di gente, che percorreva quelle viuzze strette piene di attività illegali, invece di controllare di avere Rose e Scorpius nelle vicinanze.

Hugo si guardò intorno, incerto su quale via avesse preso per arrivare di fronte al negozietto delle tisane e alla bancarella di uova di drago e in quel momento, mentre scrutava l'orizzonte con ben poche speranze di notare qualcuno o qualcosa di familiare, notò i biondi capelli di Morgan legati in una spettinata treccia a spiga di grano e il suo cuore sembrò sussultargli in petto per la sorpresa.

Morgan sembrava intenta a confabulare con un losco figuro il cui capo e corpo erano coperti da un lungo mantello nero, malgrado il caldo di quel pomeriggio estivo.

Hugo si fece spazio tra la folla, diretto verso la ragazza e fu in quel momento che notò Morgan afferrare dalla mano guantata dello sconosciuto una fiala, al cui interno era contenuta quella sembrava semplice acqua.

Poi Morgan porse al losco figuro un sacchetto di monete e nell'arco di pochi secondi lo sconosciuto si stava allontanando lungo la via, mentre Morgan instascava la fiala con aria guardinga.

Hugo ebbe giusto un paio di secondi per fingere di non aver assistito allo scambio, puntando lo sguardo su un orribile ororlogio a cucù, poi nel modo più casuale che riuscì a padroneggiare in quel frangente, lanciò un'occhiata verso sinistra, dove trovò facilmente lo sguardo di Morgan, a qualche metro di distanza, fisso su du sé.

Sollevò una mano per salutarla e iniziò ad andarle incontro e, con stupore, notò la ragazza fare lo stesso.

Hugo mise da parte tutte le domande che lo tormentavano in quel momento e, malgrado sapesse di essere un pessimo bugiardo, provò lo stesso a nascondere la propria curiosità e la propria apprensione dietro ad un semplice e genuino sorriso: «Ciao, cominciavo a pensare di essermi perso!»

Quella parole sembrarono sciogliere fin da subito la tensione tra di loro e Morgan sorrise: «Tranquillo, conosco bene queste vie e sono abbastanza certa che Scorpius abbia portato Rose nel localino per coppie più sdolcinato del mondo, vieni, ti ci accompagno».

Hugo iniziò a seguire Morgan senza dire niente, mordendosi le labbra per il nervosismo, mentre si chiedeva come avrebbe potuto portare nuovamente il rapporto con la ragazza alla spensierata pre-amicizia che c'era stata fino a due giorni prima.

Racimolando un po' di coraggio, alla fine decise di affrontare di petto la questione: «Perché mi eviti?»

Le spalle di Morgan s'irrigidirono, mentre si fermava in mezzo alla via e posava i suoi occhi azzurri in quelli scuri di Hugo: «Come scusa?»

«Perché mi eviti? Ho fatto qualcosa di sbagliato?»

Morgan si guardò intorno e iniziò a giocherellare con il foulard verde che aveva al collo quel giorno, poi prese la mano di Hugo e lo trascinò attraverso una viuzza sottile che li condusse nella piazzetta, di fronte alla quale sorgeva la Cappella Reale di Granada.

Si sedettero su una panchina e solo a quel punto Morgan lasciò andare la mano di Hugo e, tornando a giocare con il foulard, parlò: «Mi dispiace se mi sono comportata in modo strano negli ultimi giorni, non...»

Per qualche secondo Morgan sembrò indecisa se continuare o meno, poi scrollò le spalle e riprese a parlare: «Tu mi piaci, Hugo, mi piaci molto...»

Hugo approfittò del momentaneo silenzio, per sovrastare il suono del proprio cuore impazzito e parlare a sua volta: «Anche tu mi piaci».

Morgan rimase con la bocca aperta ad osservare il ragazzo per qualche secondo, le dita affusolate di una mano, non più intente a giocherellare con il foulad, erano congelate contro la gola della ragazza.

«Oh», sfuggì dalle labbra di Morgan, mentre riprendeva a rigirarsi il tessuto verde e leggero del foulard tra le nocche: «Questo cambia le cose, allora».

Hugo allungò una mano, così da bloccare il tic nervoso di Morgan e intrecciare le proprie dita a quelle della ragazza: «Ora smetterai di evitarmi?»

Morgan sorrise appena e annuì: «Solo se tu mi prometti di essere sincero».

Hugo si sporse su di lei, fino a quando i loro nasi non si trovarono a pochi millimetri di distanza.

«Prometto di essere sincero: tu mi piaci, Morgan, altrimenti perché ti avrei chiesto di ballare l'altra sera?»

La ragazza scrollò le spalle: «Perché ti facevo pena?», propose con un filo di voce, l'arruzzo dei suoi occhi che sembrava incerto se osservare le labbra vicinissime di Hugo o il colore caldo delle sue iridi.

Hugo aggrottò la fronte, era pronto a chiederle perché mai avrebbe dovuto fargli pena, poi decise all'ultimo di cambiare domanda: «Posso baciarti?»

In quell'istante Lily Potter, che stava osservando la scena da qualche metro di distanza, sorrise crudelmente e con un sonoro crack si smaterializzò per apparire a pochi passi dalla panchina in cui suo cugino faceva gli occhi dolci alla cucina di Scorpius.

Hugo e Morgan sussultarono per lo spavento e, per la seconda volta nell'arco di pochi giorni, scoprirono che la responsabile del loro bacio mancato era, nuovamente, Lily Potter.

«Ciao, ragazzi! Sapete per caso dove sono Rose e Scorpius?»

In realtà a Lily non importava dove si trovasse la coppia e sorrideva da orecchio a orecchio per la soddisfazione di esser riuscita, anche quel giorno, a dare fastidio a qualcuno.

Morgan aprì bocca, pronta a rispondere, ma Hugo la precedette: «Là», disse, indicando la viuzza da cui erano appena comparse le figure abbracciate di Rose e Scorpius.

Data la fortuita coincidenza, appena la coppia raggiunse il resto del gruppo, decisero di smaterializzarsi verso casa tutti iniseme e di aspettare lì l'arrivo di Fred e Albus.

Hugo e Morgan entrarono nell'elegante villa tenendosi per mano e, anche se non erano riusciti a baciarsi poco prima, sembrava che Morgan si fosse definitivamente lasciata alle spalle il timore e l'incertezza che l'avevano spinta ad allontanarsi da Hugo negli ultimi giorni.

Fu una sorpresa per tutti trovare Fred spaparanzato su uno dei divani dell'enorme salotto, mentre contava con soddisfazione delle monete.

«Fatto altre scommesse?», chiese Rose, con una punta di rimprovero nel tono di voce, mentre si avvicinava al cugino.

Fred puntò i suoi occhi scuri colmi di compiacimento in quelli dei nuovi arrivati e annuì: «Vuoi vedere cos'ho vinto, cuginetta?»

Prima che qualcuno potesse rispondere, Fred mostrò ciò che si trovava ai piedi del divano, proprio accanto a lui.

Rose svenne per lo spavento e Scorpius riuscì a stento ad afferrarla prima che cadesse a terra, mentre sul volto di Lily compariva un sorriso a trentadue denti: «Hai vinto uno snaso?!»

Nella gabbietta che Fred aveva sollevato si poteva chiaramente notare la silhouette nera di uno snaso spaventato, i cui occhietti scuri si spostavano in continuazione da un volto all'altro.

«Si chiama Jill».

«Come la tua ex ragazza?», chiese Hugo, aggrottando le sopracciglia.

Fred annuì: «Esatto, se Jill è stata tanto abile da rubarmi il cuore il quarto anno, sono certo che uno snaso con questo nome sarà semplicemente invincibile».

Nessuno sembrò voler controbbare a quel tipo di ragionamento, certi che una volta che Rose fosse tornata in sé, si sarebbe occupata lei della questione.

 

 

 

***

Buonsalve popolo di EFP!

Eccoci alla fine del decimo capitolo, che spero vivamente esservi piaciuto!

Sembra ieri, quando ho iniziato a pubblicare questa storia e siamo già arrivat* al decimo capitolo!

Wow, prima che me ne renda conto finirò con concludere la fanfiction, me lo sento!

Per tutt* coloro che volevano un capitolo su Hermione, chiedo di pazientare fino a Sabato, ho intenzione di scrivere un capitolo molto molto lungo per farmi perdonare, dato che mi sembra di aver messo un po' troppo da parte la nostra Ministra, decidendo di concentrarmi sugli altri personaggi. Hermione avrà la sua rivincita Sabato, ve lo prometto.

Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto, ho presentato un po' meglio il personaggio di Haiyun, che avevo a mala pena nominato qualche capitolo fa, abbiamo anche scoperto che Morgan ha comprato qualcosa in gran segreto nel mercato dell'Alcaicería (a proposito, il mercato dell'Alcaicería esiste davvero, intendo nel mondo babbano, ed è una zona davvero carina di Granada, dove si può trovare un po' di tutto; ho pensato fosse giusto creare la sua versione magica e inserirla nella storia!) e che Fred ha vinto Jill lo snaso!

Ammettetelo, Jill lo snaso è appena diventato il vostro personaggio preferito, vero?

Come sempre spero che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa pensate del capitolo e vi ricordo le solite due cosette:

- Se volete potete trovarmi anche su Instagram, il nome dell'account è lazysoul_efp

- Se foste interessati a supportare il mio lavoro donandomi un simbolico caffè, potete trovarmi su Ko-fi.

Un bacio,

LazySoul
  
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