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Autore: Nephertiti    11/02/2021    1 recensioni
*SEQUEL DI GIRL OF LIFE*
Molte cose sono cambiate dalla prima volta in cui Mitsuko ha messo piede in villa Sakamaki.
E adesso può affermare di essere parte della famiglia.
Ma con il suo diciottesimo compleanno alle porte, il destino sembra avere in serbo altri piani per lei.
***
Estratto da un capitolo:
“All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, sembrava ignorare la sua presenza.
Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.
Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
***
Per poter leggere questa storia avrete bisogno di conoscere “Girl of Light” e “Girl of Life”, quindi correte a recuperare!
La fan fiction prende alcuni spunti dal videogioco, ma la trama sarà ben diversa.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki Mukami, Shuu Sakamaki, Sorpresa, Subaru Sakamaki
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 15 - Running Away -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spalancai gli occhi, ma rimasi rannicchiata su me stessa, incapace di muovere un muscolo.
Non poteva essere lì.
Non poteva essere lui.
Doveva trattarsi di un sogno.

Le sue dita mi sfiorarono un braccio: i suoi polpastrelli sulla pelle erano fin troppo reali.
Forse avevo completamente perso la testa, ma non m’importava.
Anche se si fosse trattato di un’allucinazione, avevo bisogno di lui in quel momento.

Mi alzai lentamente e mi voltai con estrema calma.
Quasi stramazzai al suolo, nel trovarmi davanti il vampiro dai capelli rossi.
Stranamente non indossava il suo tipicp cappello, ma non ci badai troppo: sentivo le gambe molli e le mani tremare, tanta era l’emozione nel vederlo in piedi, di fronte a me.

“Sei… sei vivo.”, sussurrai, allungando una mano sul suo viso per testare che fosse reale.
Il contatto con la pelle fredda mi diede i brividi: non era affatto un sogno, ne’ il frutto della mia immaginazione.
Ma nonostante questo, c’era qualcosa, in lui, una strana luce nei suoi occhi.
Non erano il solito verde smeraldo, vi erano diverse sfumature dorate a riempire l’iride.

Quando mi artigliò i fianchi, sussultai.
Mi strinse a sé e calò le sue labbra in un battito di ciglia.
Non opposi troppa resistenza, mi abbandonai presto al suo bacio.
Sentivo che c’era qualcosa di sbagliato, sentivo che non avrei dovuto farlo.
Non c’era passione, in quel bacio, era come baciare un robot che sapeva muovere le labbra, ma che non trasmetteva alcun tipo di emozione.

Eppure avevo bisogno di stare tra le sue braccia.
A richiamare la mia attenzione, furono le zanne del vampiro, che addentarono le labbra, facendomi sanguinare.
Lui continuò a leccare e a baciare la mia bocca, mentre assaggiavo il mio stesso sangue.
Poi proseguì sul collo, mordendo e leccando anche lì.
E mentre la testa continuava ad urlare di fermarmi, il corpo non le dava ascolto, io restavo inerme, mentre venivo privata del mio sangue… e dei miei vestiti.

Avevo notato come il vampiro mi avesse sollevato la gonna, insinuando una mano sul mio fondoschiena, stringendo talmente forte da graffiarmi.

Di colpo una sensazione.
Non era più la mia voce a gridare “fermati”, nella mia testa, bensì una voce maschile e ignota.
“Osserva bene.”, ripeteva.

Puntai lo sguardo sul vampiro dai capelli rossi e notai che il suo viso era cambiato: i suoi lineamenti erano più maturi, gli occhi non erano affatto verdi ma dorati.
Ed io ero ricoperta di sangue e per metà svestita: c’era qualcosa di profondamente sbagliato.

Mi allontanai bruscamente.
“Tu non sei Raito.”
“Bitch-chan…”, provò di nuovo ad avvicinarsi, ma indietreggiai, sistemando il vestito che indossavo.

“Raito è morto. –, affermai e la voce si incrinò appena. – E il Raito che amavo, non mi avrebbe più chiamata sgualdrina, se fosse stato ancora in vita.”

L’altro abbozzò un sorriso, un sorriso agghiacciante, degno di Kanato.

Poi la sua figura mutò completamente: i capelli si allungarono, tingendosi di un candido bianco, sfumato di rosa alle punte; le iridi divennero simili a due biglie d’oro, e la divisa scolastica lasciò il posto ad un completo elegante, adornato da un bavero bianco.

Deglutii a fatica, poi la collera prese il sopravvento.
“Tu! Sei un assassino e un pervertito!”
“Suvvia, Mitsuko, dove sono le tue buone maniere?”, esordì Karl Heinz.
Per un secondo valutai l’opzione di soffocarlo a mani nude, ma era una lotta persa in partenza.

“Non hai rispetto neppure per tuo figlio, lo hai usato per arrivare a me! Quel sogno… Era tutta una strategia!”, continuai.
Come avevo potuto credere che Raito fosse vivo?
Come avevo potuto lasciare che quel maniaco mi toccasse in quel modo?

I suoi morsi ancora bruciavano sulla cute: ero piuttosto debole, ma avrei comunque tentato la fuga, sperando di incappare in qualche Sakamaki o in qualche Mukami.
Dov’erano i miei poteri quando ne avevo bisogno?

“Ho dovuto adottare una strategia per approcciarti più da vicino.”
“Che diavolo vuoi da me?”
Karl Heinz mosse qualche passo nella mia direzione: lanciai un’occhiata alle mie spalle, pronta a scappare fuori dal roseto.
“Come sai, ho un progetto. –, annunciò, girandomi intorno come un predatore. – E fin’ora tutti i miei figli, compresi quelli adottati, si sono rivelati inutili.”

Quindi perseguiva ancora il suo progetto per creare una nuova razza.
“E probabilmente non sono l’unico che ha degli interessi nei tuoi confronti. –, dichiarò enigmatico, fermandosi davanti a me. – Considerata la vampira che ha fatto irruzione nella villa.”
Aggrottai le sopracciglia: come poteva sapere?

“Oh Shu e Reiji non te lo hanno detto? Sono venuti a farmi visita.”
Il mio cuore perse un battito.
Perché mai Shu non avrebbe dovuto dirmelo? Avrei potuto capire il fratello minore, ma lui?
Pensavo non ci fossero più segreti tra di noi.
Io avevo omesso la questione “poteri”, ma avevo un motivo ben preciso.
Perché Shu non avrebbe dovuto rivelarmi le loro vere intenzioni?

“Mia cara Mitsuko, continui ad illuderti di essere parte della famiglia. Ma sei e resterai sempre una Sposa Sacrificale, per loro.”
Quelle parole mi colpirono come uno schiaffo, ma scossi il capo con vigore: Karl Heinz era astuto e subdolo, sapeva esattamente dove colpire.
Tuttavia, sapevo bene di essere molto più di una mera Sposa Sacrificale, sia per i Sakamaki che per i Mukami.

“Tu non conosci l’affetto, ne’ l’amore –, risposi con decisione. - E i tuoi figli mi vogliono bene, più di quanto ne abbiano mai voluto a te.”
Notai un brevissimo tentennamento da parte del vampiro, la sua maschera affabile e imperturbabile aveva vacillato per un secondo.
Ma si ricompose in fretta, facendosi più serio.
“Inganna pure te stessa, con queste parole. Adesso, per quanto piacevole possa essere, non sono qui per conversare.”
Sentendo quella frase, mi preparai a scappare.
“Allora cosa vuoi?”
Di nuovo quel sorriso folle sul suo volto.

“Voglio che tu dia alla luce la mia nuova razza di vampiri.”

Non elaborai immediatamente il significato della frase, poi sgranai gli occhi: aveva tentato con i suoi figli, ma adesso non avrebbe atteso oltre, si sarebbe occupato personalmente della nuova progenie, e intuii subito in che modo.

Scattai fuori dal roseto, certa che mi avrebbe riacciuffato in un baleno, tuttavia sentii la sua risata alle mie spalle.
“Corri pure Mitsuko. Non hai più scampo.”

Mi affrettai a raggiungere la villa, ma lungo il viale per rientrare, mi scontrai con due corvi, che mi vennero incontro, brandendo i loro artigli: mi piegai per evitarli, e questi planarono di fronte a me.

Esitai prima di continuare, i corvi stavano mutando forma: i loro artigli si allungarono, mentre le piume svanivano, lasciando il posto a due ragazzi con gli occhi
interamente neri e la carnagione olivastra.1

I loro canini erano affilati come quelli dei vampiri, ma lunghi fino al mento.
Tremai: che razza di creature erano quelle?

Si avvicinarono con un sorriso orribile stampato in faccia.
Indietreggiai, sperando che i miei poteri si manifestassero, considerato il pericolo imminente.
Ma per quanto tentassi di fare qualcosa, qualsiasi cosa, niente mi riusciva: nessun ramoscello, nessuna liana, neppure una misera rosa.

Ruotai il busto, intenzionata a correre nella direzione opposta alla loro, ma mi paralizzai, trovandomi di fronte la bionda che aveva aggredito Shu: mi sentii in trappola.
Non c’era traccia ne’ dei Sakamaki ne’ dei Mukami.

“Sta’ giù!”, ordinò inaspettatamente la vampira.
L’istinto mi suggerì di seguire il comando, così mi accovacciai sul terreno.
La bionda lanciò due coltelli, che si conficcarono precisamente nel petto delle creature.
“Vieni!”, gridò poi, allungando una mano.

Osservai le creature sfilarsi gradualmente i pugnali dal petto, apparentemente tranquilli, nonostante del sangue scuro sgorgasse dalle ferite in mezzo al torace.
Cercai con lo sguardo qualche vampiro familiare, ma non c’era nessuno nei dintorni.

“Non vuoi scoprire da dove provengono i tuoi poteri?”
Sobbalzai.
Lei sapeva.
“Come-“
“Non c’è tempo. -, rimbeccò. – Forza andiamo!”
Me ne sarei pentita, non avevo alcun dubbio, tenendo conto delle precedenti esperienze.
Ma io dovevo sapere.
E se avesse voluto uccidermi, di certo non mi avrebbe difesa da quei due.

Le corsi incontro e le afferrai la mano, in quel modo ci teletrasportammo.

***

“Di sicuro non è stato nostro padre a mandare quella predatrice.”, commentò Reiji, per spezzare quel silenzio imbarazzante che si era creato nella limousine.
“No, lui avrebbe mandato i suoi uccellacci.”

Trascorse qualche istante, poi Shu riprese la parola.
“E quindi tu ed Edith-“
“Preferirei non parlarne.”, tagliò corto il fratello.
Il biondo sorrise impercettibilmente, volgendo lo sguardo all’esterno.
Il cielo iniziava a tingersi di un lieve arancione, il che stava a simboleggiare l’arrivo dell’alba.

Erano stati via parecchio tempo, ed erano anni che Shu non restava sveglio tanto a lungo.

Si disse che, una volta giunti a casa, sarebbe sgattaiolato nella stanza di Mitsuko, avrebbe ignorato il suo blaterale e avrebbero dormito assieme, proprio come facevano
da bambini.
Anche se lei sembrava non ricordarlo.

Ma quando raggiunsero la villa, i due Sakamaki intuirono immediatamente che qualcosa non andava.
Non appena scesi dalla limousine, le urla di Subaru e Ruki giunsero al loro udito super-sviluppato: provenivano dal giardino posteriore.
Shu si materializzò nella serra con le rose, ma oltre al fratello e al Mukami, vi erano due Ghoul1 con mani e piedi legati, la faccia sanguinante.

“Che significa?”, domandò Reiji, anch’egli comparso nel roseto.
“Significa che il vostro lurido padre ha rapito Mitsuko. –, commentò Yuma a qualche metro di distanza. – E ha mandato loro per prenderla, anche se non vogliono parlare.”
Shu sgranò gli occhi e serrò le mani a pugno.
Solitamente era Subaru a perdere le staffe, ma ne aveva abbastanza di Karl Heinz e dei suoi trucchetti, stavolta avrebbe messo fine alla sua vita personalmente.
“Andiamo a riprenderla allora.”

“Credevo fossi più intelligente di questo qui.”, lo interruppe Ruki, alludendo a Subaru.
L’albino emise un grugnito, contemplando vari modi per disfarsi del Mukami.

“Non possiamo fare irruzione nella villa di tuo padre, sai che è potente.”
Shu lo ignorò, scambiandosi un’occhiata col fratellastro: sapeva che, se avesse deciso di far visita a Karl Heinz, lui gli avrebbe dato man forte.
Ma una mano si posò sulla sua spalla.
Reiji lo guardava con un cipiglio severo.
“Sai che ha ragione.”

Certo che aveva ragione.
Karl Heinz aveva vissuto per secoli, i suoi poteri erano cresciuti, così anche le sue conoscenze, il che lo rendeva ancor più pericoloso.
Non era un caso che fosse diventato il “Re dei Vampiri”.

“E poi c’è qualcosa che dovreste sapere su Mitsuko.”, aggiunse Ruki, suscitando la curiosità dei Sakamaki appena arrivati.
“Entriamo.”

“E questi due?”, volle sapere Yuma.
“Se non vogliono parlare, te ne puoi disfare.”

Solitamente Ruki non condivideva la crudeltà dei Sakamaki, ma in quel momento, sapendo Mitsuko nelle mani di Karl Heinz, avrebbe risposto proprio come Reiji.
Yuma afferrò i due Ghoul per il colletto, trascinandoli fuori dalla serra.
“Sarò di ritorno tra qualche minuto.”
Ruki annuì, mentre seguiva i Sakamaki dentro la villa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ghoul1: Nell’universo dei Diabolik Lovers, le razze dei demoni si dividono in due categorie: Demoni Superiori(che comprendono i vampiri) e Demoni Inferiori (di cui fanno parte i Ghoul).
Anche i Ghoul si nutrono di sangue e sono più forti e veloci rispetto agli esseri umani, non conosco il loro reale aspetto e ho deciso di inventarlo.
La questione Demoni Superiori/inferiori verrà approfondita più in là.

 

   
 
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