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Autore: Blue_Wander    11/02/2021    2 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fortezza d'oro

 

Le porte della casa in centro appartenente a Iya erano chiuse. I ragazzi si guardarono indecisi sul da farsi, ma poi Jungkook tirò un calcio alla serratura e quella cadde dall'altra parte in modo che potessero così entrare. Sulla scalinata nell'ingresso si palesò Blanche con un'espressione curiosa, ma quando incontrò lo sguardo dei compagni divenne subito seria e notò che vi era un membro in meno. -Perché Veral non è con voi?- chiese in tono incredulo, dove si era cacciata quella ragazzina?

Seyun diede un pugno al muro e Jungkook salì le scale senza dire una parola, oltrepassando la maggiore che ancora non aveva idea di che cosa stesse succedendo. Non aveva mai visto il principe con quella faccia, sembrava davvero sconvolto.

Kerasi le poggiò una mano sulla spalla. -Lascialo perdere, è arrabbiato con se stesso. Ripartiamo tra qualche ora.

Blanche stava per protestare: era notte fonda e lei era l'unica a sapersi muovere nell'ombra. Non disse nulla però, non era sicura che sarebbe servito a qualcosa. Veral era scomparsa, Iya non aveva fatto ritorno, i ragazzi sembravano sconvolti e stremati.

La soldatessa fece come per raggiungere Jungkook, ma una volta in cima fece segno a tutti di seguirla. -Ha bisogno di noi, ora più che mai. È poco più che un ragazzo in fondo, non possiamo lasciarlo da solo in un momento come questo.- guardò Seyun e si rivolse a lei. -E non lo faremo neanche con te. Ti prometto che troveremo una soluzione anche al tuo problema.

-Non puoi riportare indietro i morti.- ammise la mora, il suo tono non sembrava triste però. -E anche se fosse, Veral è mia amica e non la lascerò da sola.- nonostante le sue parole non sembrava aver cambiato atteggiamento; Blanche non riusciva ancora a capire se fosse sincera o meno.

Kerasi si sforzò di sorridere. -Rimani qui un attimo.- lanciò a Yoongi uno sguardo d'intesa, ma il ragazzo non ne sembrava entusiasta. Lei gli riservò un'occhiataccia che non ammetteva repliche e lui sbuffò. La maggiore sarebbe scoppiata a ridere nel vedere quella scenetta, ma non le pareva il momento quindi si morse la punta della lingua e prese a seguire l'amica al piano di sopra, copiata da Hoseok e Seokjin

La soldatessa aprì la porta della stanza in cui Jungkook aveva appena finito di cambiarsi, allacciando la cintura da cui pendeva la fodera della spada. Kerasi e gli altri tre gli apparvero alle spalle e quando il moro vide il Guardiano lo prese per il colletto della giacca da finto principe e lo sollevò con irruenza. -Perché non ci hai detto che Iya era dalla parte di Topazio?- alzò la voce. Le due ragazze cercarono di tirarlo giù, ma lui le fermò. -Sono sicuro che tu lo sapevi, ma se ce lo avessi detto adesso Veral non sarebbe stata catturata, forse Iya stessa sarebbe rimasta viva.

-Jungkook!- lo riprese l'amica. -Non dimenticare che Seyun può sentirti, è ancora molto scossa dalla notizia.

Il principe lasciò il colletto di Hoseok e si sedette sulla brandina, il castano fece lo stesso e si mise al suo fianco. -Non voglio mentirvi.- ammise. -Perciò anche se vi sembra impossibile vi chiedo di credermi quando vi dico che non ne avevo idea.- si sentì quattro paia di occhi addosso nonostante Blanche non avesse ancora capito granché. -Non so perché, ma non avevo neanche percepito il solito vuoto come per Namjoon o per Veral, sembrava quasi come se non fosse mai accaduto.

-Ma deve essere accaduto.- ribatté Kerasi. -Perché Topazio avrebbe dovuto mentire? Senza contare che non può essere una coincidenza, è successo tutto troppo in fretta per non essere stato pianificato.

-Lui non sembra essere un nemico comune.- ammise il Guardiano. -Guardandolo non solo ho avuto la conferma che il potere della Luce lo ha abbandonato, ma ho scoperto che si è impossessato di talmente tante donne che è riuscito a controllare il suo limite. Può uccidere anche solo con quello, Seyun e Veral se la sono vista brutta.- stava per aggiungere altro ma la porta si spalancò ancora e ne entrarono i membri che mancavano all'appello. I due sembravano sconvolti, non li avevano mai visti in quel modo, si comportavano in maniera strana: Yoongi si avvicinò a Kerasi e deglutì a fatica, bianco come un lenzuolo le porse un foglio arrotolato su se stesso con un buco al centro.

-Abbiamo sentito bussare all'ingresso e quando abbiamo aperto la porta c'era questa sull'uscio.- la mora alzò una freccia robusta. -Incastrato c'era quel foglio.

La soldatessa lo passò al principe che gli diede una rapida occhiata, poi lo gettò sul pavimento. Si alzò e prese il mantello rosso. -Dove stai andando?- chiese lei. -Non te ne vai senza di noi.

-Invece sì.- ammise senza esitazione. -È una cosa che devo fare da solo e per questo non verrete con me, il mio è un ordine.- Kerasi aggrottò le sopracciglia, le era venuta voglia di tirargli uno schiaffo, quello non era il principe che conosceva!

-Jungkook ha ragione.- confermò Yoongi. -Noi siamo gli unici che possono riuscire in questa impresa. Torneremo prima che voi possiate notarlo.- stava per avviarsi verso l'uscita, ma l'altro lo fermò.

-Vale anche per te. Non voglio mettervi tutti in pericolo, avete visto che cosa è capace di fare e mi sembra anche abbastanza forte.- rivolse un sorriso gentile alla sua guardia, poi guardò Yoongi e Jin. -Voi due, proteggete le ragazze e il Guardiano, sono loro i bersagli principali di Topazio.- guardò Seyun e ne notò l'espressione dura. -Ho bisogno di un cavallo, sai dove potrò trovarne uno?- la ragazza fece un cenno positivo con il capo, poi però il sovrano si mise in mezzo.

-Sarai anche il principe, ma io rimango pur sempre il re.- vide Jungkook sospirare. -I tuoi ordini sono come la sabbia del deserto per me: non valgono niente!

-Zamek è un regno più importante di Ignogan.- spiegò allora l'altro spazientito. -E poi Seokjin non riuscirà a combattere da solo, non con quella brutta ferita.- si avvicinò al suo orecchio. -Se non rimani, non sono sicuro che rivedrai intera la tua Seyun.

Uscì subito dopo e l'idol lo seguì.

 

Seyun era appena rientrata e appoggiò la mantella che le copriva il lungo abito scuro che ancora indossava sul piccolo gancio dorato attaccato alla parete. Pochi secondi dopo vide Yoongi e Hobi scendere le scale con una grossa asta di legno. La mora li guardò con un sopracciglio alzato: da dove se l'erano procurata?

-Abbiamo dovuto staccarla da un armadio.- spiegò il Guardiano con sguardo dispiaciuto, anche se non poteva leggerle nel pensiero non era complesso notarne il disappunto. -Serve per tenere la porta chiusa.

-Se Jungkook non fosse così maledettamente irruente forse adesso potremmo dormire in pace, senza contare che ovviamente sanno dove siamo.- borbottò il re.

La ragazza non disse nulla e con un gesto della mano sollevò la lastra e i chiodi che stavano sul mobile all'ingresso, probabilmente portati lì dai due ragazzi in precedenza dato il martello poco distante. Con un secondo movimento più veloce i battenti furono chiusi definitivamente.

-Forte!- esclamò Hoseok allegro.

Seyun sbuffò e si recò al piano di sopra, non riusciva a capire perché quell'idiota di Yoongi si fosse portato dietro il Guardiano e non Kerasi, ma preferì non fare alcuna domanda. Entrò nella sua stanza e con stupore ci trovò proprio la soldatessa con Jin, la ragazza gli stava medicando la ferita: nonostante l'unguento delle Ninfe i vestiti del ragazzo si erano rovinati nell'impatto e quella misera benda data da Iya all'arrivo non avrebbe di certo tenuto a lungo, facendogli rischiare una brutta infezione.

La mora uscì nuovamente e andò nella stanza dove ancora si trovava Blanche nonostante non le appartenesse. Le due si guardarono per un po' ma nessuna ebbe il coraggio di dire qualcosa, così Seyun aprì un cassetto dell'armadio imponente -conosceva a memoria tutti gli spazi della grande casa, anche quelli che non avrebbe dovuto nemmeno guardare- e ne tirò fuori un paio di camicie pulite.

-Perché lo fai?- chiese la maggiore ad un tratto. -Mi pare che avessi detto che non ti importava di niente e di nessuno.

Seyun però non si fermò a guardarla e rispose senza esitare. -Tu hai i tuoi motivi per aiutarci, io ho i miei.

-Mi sembrava di aver capito fosse perché li consideri amici.

-Kerasi e Veral sono mie amiche.- ribatté subito dopo. -E provo un profondo rispetto per gli altri.- poi non disse altro e chiuse la porta alle sue spalle. Non voleva essere dura con lei, ma Blanche non era di certo lì per bontà d'animo, voleva solo viaggiare e portare sua sorella in un posto luminoso. Secondo Seyun era una cattiva idea, lei aveva girato un po' tutte le regioni e nessun posto era come Vimana, la sua città natale. Non importavano i brutti ricordi che la perseguitavano in ogni via o in ogni negozio, sapeva perfettamente che l'avevano resa l'idol di cui tutti andavano fieri, persino lei stessa.

Sospirò e raggiunge nuovamente la sua stanza, entrandoci dentro senza bussare. Non le interessava molto, quella dopotutto l'avevano occupata senza chiedere il permesso, probabilmente era stata la scelta peggiore che avessero mai fatto. Comunque sorrise nel vederli solo conversare in modo sereno, un dolore le attraversò il petto, ma non disse nulla.

-Abiti puliti.- ammise. -Vedrai che starai meglio.

-Umh?- fece Kerasi confusa. -Pensavo che ti facesse strano indossare i vestiti dei morti.

Seyun si mise a ridere, ma senza scomporsi. -Non so se il proprietario fosse morto.- cominciò. -Ma di sicuro non si accorgerà di qualche camicia mancante.

La rossa corse ad abbracciarla, ma evitò di toccarla con le mani ancora sporche. -Sei una vera amica.

La minore ricambiò la stretta dopo qualche momento. Dopo tanto tempo si sentiva davvero felice: quanto era passato da quando qualcuno le aveva mostrato affetto? Iya c'era sempre per lei, ma era una donna molto severa ed esigeva la perfezione. Nonostante ciò Seyun sapeva che le voleva bene, il mistero dietro al suo tradimento non le avrebbe dato pace; che cosa le aveva offerto Topazio in cambio di Veral? Deglutì a fatica e pensò al peggio, poi sciolse l'abbraccio. Aveva assolutamente bisogno di distrarsi. -Qualcuno ha letto il messaggio indirizzato a Jungkook? Io e Yoongi eravamo talmente preoccupati dall'accaduto che non ne abbiamo avuto il tempo.

Kerasi lo tirò fuori dalla tasca. -L'ho preso io, ma in effetti non ho avuto molto per guardarlo.- lo srotolò e rimase a fissarlo per un po'. Lo richiuse e lo riaprì con uno sguardo sconcertato. I due stavano per chiederle che cosa ci fosse scritto, ma lei li precedette entrambi, mostrandoglielo direttamente.

 

Qualcuno per cui si è disposti a combattere”

 

La soldatessa fu sul punto di urlare. Era quello che aveva fatto cambiare idea al principe? O aveva solo confermato la teoria iniziale di partire da solo? Cominciava a capire l'odio che Seyun provava nei confronti di Topazio: sentiva un formicolio alle mani e avrebbe tanto voluto infilargli una freccia in mezzo agli occhi. Era più che ovvio si trattasse di una trappola, eppure Jungkook non era mai stato troppo ingenuo su queste cose. Che cosa gli aveva fatto abbandonare il buon senso?

Kerasi guardò l'amica nel tentativo di trovare uno sguardo carico di speranza, ma questo non avvenne. Seyun tratteneva le lacrime.

 

-Portatela nella mia stanza- cominciò l'uomo tirando indietro i capelli castani. -Ci penseranno le altre a spogliarla e addobbarla in modo consono.

Veral provò a divincolarsi, senza successo. Era trasportata da tre ragazze, una era sicuramente più giovane di lei, sembrava quasi una bambina, mentre le altre due potevano avere l'età di Blanche. Il suo castello pullulava di giovani fanciulle, non ne aveva vista una che fosse avanti con l'età. Le sembrava strano infatti che Iya fosse stata truffata dalla gemma, ma decise che quello non era il momento migliore per pensare ai problemi di qualcun altro. Mollò una gomitata sullo stomaco alla ragazzina che le teneva la bocca chiusa e quella cadde per terra; Veral continuava a pensare che Topazio era stupido e che invece di chiedere a quelle tre incapaci, avrebbe potuto imbavagliarla come tutti i malviventi rispettabili, si domandò perché non approfittare di quel vantaggio. -Pensi davvero di poterci fermare? Portandomi qui li hai attirati tutti e ti faranno a pezzi come gli altri prima di te.

Lo vide ridere. -Non credo proprio.- la guardò e si avvicinò al suo volto. Veral sentì che la presa sul suo corpo era più debole. Giurò di udire il respiro delle ragazze alle sue spalle farsi più veloce. La castana non riusciva ancora del tutto a liberarsi, ma sentì un senso di disgusto provenirle dall'interno. -Non preoccuparti però, non ho intenzione di forzarti, vedrai che nel momento in cui mi guarderai negli occhi capirai che il tuo desiderio è più forte di quello che vuoi pensare e alla fine cederai. Nessuno può resistere, al contrario degli altri miei defunti colleghi, il mio limite e la mia forza sono innati nel cuore e nella mente di tutti.

Era quello che importava quindi, pensava di poterla comprare solo perché si auto-considerava di bell'aspetto? Sembrava una discussione ridicola, abbastanza da mandare Veral su tutte le furie. -È davvero solo questo che conta per te?- chiese in tono serio. Sembrava che la sua rabbia fosse svanita nel momento in cui quelle parole avevano sfiorato i suoi timpani. -Perché sappi che non ti trovo né bello né desiderabile, come potrei? Hai minacciato me e i miei amici...- venne subito interrotta.

Topazio le prese le guance tra il pollice e le altre quattro dita. -No no no.- con l'altra mano fece muovere l'indice in segno di negazione. -Io ho minacciato te e il tuo principe.- la lasciò andare e gli occhi della ragazza cominciarono a riempirsi di lacrime dal dolore. Non poteva neanche massaggiarsi la parte lesa visto che le due ragazze le stavano ancora tenendo le braccia. L'ultima invece era ancora stesa sul pavimento, ma non riusciva a convincersi di essere stata lei a farle quello, probabilmente era l'effetto che quel viscido di Topazio faceva a quelle galline che aveva al suo servizio. -Comunque tu non sei mia prigioniera, sei mia ospite.- fece una pausa e le diede le spalle. -Almeno questo dipende da te: se sceglierai di governare come mia regina e di concederti a me, allora eviterò che Opale ti porti via e risparmierò i tuoi amici.- iniziò a camminare. -Ma non potrò fare nulla per il principe di Zamek, lui è già in viaggio per venire a salvarti. È un peccato che morirà nel tentativo.- si allontanò e sparì dietro una porta, concludendo con una risata isterica che riecheggiò nell'intero palazzo.

Veral era di nuovo prigioniera in un castello. La volta precedente era successo con Lapislazzuli, ma quello era un inetto e a nessuno importava molto di lui, Topazio invece aveva al suo cospetto un esercito fedelissimo a cui aveva giurato amore vero. Non avrebbe trovato un aiuto in quel palazzo neanche se ci avesse provato con tutte le sue forze, quindi non aveva scelta avrebbe dovuto comportarsi nello stesso modo in cui aveva sempre fatto tutto: cavandosela da sola.

Certo, a detta della creatura, Jungkook stava arrivando per lei, ma anche se fosse non avrebbe potuto aspettare che giungesse senza nemmeno provarci. La Gemma non sembrava di certo amichevole e anche se i suoi metodi si erano rivelati sciocchi più di una volta, il suo atteggiamento così sicuro le faceva pensare che avesse un piano, uno anche parecchio pericoloso.

Ad un tratto si rese conto che la ragazzina che le teneva coperta la bocca era rimasta ancora accasciata sul pavimento. -La vostra amica la lasciate lì per terra?- domandò alle altre in tono confuso. -Potrebbe sentirsi male.

-È morta.- spiegò quindi una delle due. La voce sembrava provenire da sinistra, ma Veral non ci mise la mano sul fuoco. -Il desiderio a cui è stata sottoposta dal nostro Padrone era troppo forte per il suo corpo.- detto ciò continuarono a camminare nel silenzio.

Nel palazzo lavoravano solo ragazze e man mano andava avanti ne incontrava una quantità sempre maggiore. Molte erano quasi completamente nude, coperte solo da piccoli triangoli di stoffa e per un attimo il pensiero che fosse quella la trappola a cui alludeva Topazio le balenò in mente -in quanto aveva tutta l'aria di essere un piano stupido.

La sua stanza era bianca e dorata e sembrava solo una camera da letto vuota in cui si entrava solo ed esclusivamente per dormire. La ragazza ne fu sollevata: era talmente impolverata che si capiva non fosse solito usarla, poteva solo significare che non aveva ancora intenzione di appropriarsi di lei. Si chiese se avrebbe funzionato, in ogni caso. Di certo non era come le altre ragazze, quello sarà pur valso qualcosa, no? Il terrore si impossessò di lei nuovamente quando vide altre due giovani fanciulle più o meno identiche che non aveva mai visto con in mano una stoffa gialla, un metro da sarta e una forbice.

-Dobbiamo prendervi qualche misura.- fece la prima. -Il Padrone è molto contento di voi, siete il suo ultimo acquisto.

-Sbrigati Igolka!- esclamò la seconda. -Se Myla ci trova qui saremo nei guai con il Padrone.

-Nikta ha ragione.- ribatté allora di nuovo la prima, avvicinandosi a Veral con un sorriso. -Myla è incaricata di lavare tutte le nuove arrivate e purificarle. È la più anziana di noi e anche se è molto severa ha sempre un occhio di riguardo nei nostri confronti.- l'altra annuì vigorosamente e la indusse a continuare. -Da quello che sappiamo lei è stata la prima a venire qui ed è l'unica di cui il Padrone non si è mai sbarazzato.

Nikta a quel punto le intimò di fare silenzio. -Zitta! Non puoi parlare così o verrai punita, Igolka.- si rivolse a Veral con sguardo gentile e le si avvicinò con tutta la stoffa tra le mani. -Non datele retta, vedrete che il Padrone sarà molto buono con voi.

La ragazza si ritrasse. Non le piaceva molto l'idea di doversi considerare un oggetto alla mercé di Topazio e in più non avrebbe lasciato che qualcuno la separasse dall'abito regalatole da Seyun in onore della principessa di Vimana. A quel pensiero si fermò un secondo a guardare i volti delle due giovani davanti a se: Igolka e Nikta sembravano poco più di due bambine, che cosa ci facevano in quel palazzo? Le tornò in mente la ragazzina che le teneva la bocca chiusa ed emise un verso terrorizzato. Come aveva potuto appropriarsi della loro innocenza e della loro vita? Di colpo ricordò lo sguardo triste con cui aveva lasciato Lucille, non poteva fare altro che pensare a lei nelle situazioni difficili, riusciva a calmarsi e a riflettere. Non poté non chiedersi il motivo.

Qualcuno bussò alla porta chiusa e Veral trasalì quando vide che anche le espressioni sui volti delle due piccole sarte erano cambiate.

 

Jungkook era arrivato al cancello della fortezza. La sua strada non venne bloccata da nessuno, neppure una singola guardia al controllo. Non riuscì a mantenere uno sguardo nervoso: era chiaro che volevano farlo cadere in trappola, lo era stato fin da quando Topazio si era presentato a quella stupida festa. Al pensiero il cuore gli diventò un po' più leggero e ricordò all'improvviso il motivo del suo viaggio. Non era stato semplice, doveva ammetterlo, ma a cavallo ci aveva impiegato molto meno del previsto; ringraziò Seyun mentalmente. Non solo per il cavallo, ma anche perché con il suo dono era riuscito ad avere il coraggio di parlare con la sua principessa o almeno colei che ne faceva le veci. Sarebbe stato facile convincere suo padre, ma senza titolo nobiliare non avrebbe potuto fare granché con sua madre. La regina non era di certo la campionessa del tatto.

Vide che anche le ultime porte da superare si spalancarono davanti ai suoi occhi, ma fu costretto comunque a fermarsi: una barriera magica composta da un sottile strato di luce si frappose tra lui e l'interno. Jungkook sospirò e smontò da cavallo. -Mi dispiace molto ma credo che la nostra avventura finisca qui.- gli fece un sorriso e accarezzò il muso scuro.- Tornerò a prenderti prima di andare via, mi raccomando.- il destriero sembrava quasi avesse capito alla perfezione.

Il principe guardò la barriera con le braccia incrociate. Che cosa avrebbe dovuto fare? Si voltò e prese il primo ramoscello disponibile, gettandolo attraverso. Si sentì uno sciocco quando lo vide bruciare, però non se la sentiva di dare per scontato qualcosa di così importante come quello. Topazio gli era sembrato spietato, di certo non gli avrebbe reso la vita più semplice di quello che già era stata. Ispezionò le pareti, ma non sembravano esserci iscrizioni particolari. Si rimise a fissarla come se fosse il più affascinante dei dipinti.

E poi sbatté le palpebre il più velocemente possibile, incredulo.

Le striature luminose erano state disposte in modo da formare alcune lettere, eppure sembravano illeggibili, quasi come se fossero solo dei segni disegnati su un muro disposti a casaccio. Ricordava bene quando da bambino disegnava sulle pareti delle torri del palazzo, era sempre Kerasi a ripulire tutto prima che arrivassero i suoi genitori. In effetti, era sempre lei a risolvere i suoi problemi, ma lui le aveva giurato protezione e fedeltà, si conoscevano da così tanto che sentiva di averla al suo fianco da sempre. Certo, si riferiva ad un periodo dove era più basso, con i capelli tagliati a scodella e un'iperattività tipica dei bambini, quando ancora sognava il mondo degli adulti con impazienza.

All'improvviso si rese conto che la chiave di quell'indovinello era proprio nella sua statura: quei segni allungati sembravano calzare a pennello con la sua similitudine. Si piegò sulle ginocchia e guardò verso l'alto. “Ora che ti sei inchinato, sei il benvenuto” diceva la scritta.

La barriera sparì e Jungkook si alzò in piedi.

 

  
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