Dedico questa fan fiction alla mia amica Dindi, che mi ha dato
lo spunto per scriverla. T.V.B.
A Strange Date
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And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand »
(Goo
Goo Dolls – Iris)
Era una giornata tranquilla. Il canto degli
uccelli fuori di casa sembrava estremamente rilassante. James stava sulla
veranda di casa Potter insieme al suo inseparabile fratello Sirius, entrambi seduti su di
una panca ad annusare il profumo della libertà, dopo che il giorno precedente
avevano abbandonato Hogwarts per sempre. Era stata
proprio una giornata tranquilla… fino a quel momento.
Infatti di lì a poco un sonoro CRACK giunse alle loro orecchie,
attirando l’attenzione dei due baldi giovani. Apparve Lily a pochi metri dai
gradini, che James, notando la sua bella, si affrettò a scendere per
stritolarla con un abbraccio da orso.
“Amore,
ciao. Non mi aspettavo una tua visita.” le soffiò James in un orecchio, al che
la ragazza divenne tutta rossa. Sirius ovviamente
notò l’imbarazzo di Lily e scoppiò in una risata molto simile ad un latrato.
“Non ridere, Black!”
gli ordinò Lily, mentre con una gomitata allontanava il suo ragazzo. “Sono qui
per cose importanti.” annunciò infine, riprendendo il normale colorito.
James si massaggiò lo stomaco appena
colpito dalla ragazza e disse “Okay, Lils. Ti
ascoltiamo”. Dopo che Sirius ebbe smesso di ridere, i
due Malandrini ascoltarono la notizia che Lily doveva dar loro. I muscoli dei
loro visi, man mano che i minuti passavano, si deformarono in un’espressione orripilata o, quanto meno, disgustata.
“Aspetta un attimo!” la bloccò James
“E’ uno scherzo?”
La ragazza lo guardò con disappunto.
“No, non è uno scherzo! Ho organizzato un appuntamento al quale verrà anche Tunia!”
“Saremo io, te e la musona!?” cercò di riassumere James,
contando sulla punta delle dita, con espressione sempre più allarmata.
“Sì, io, te e Petunia!” assentì la ragazza, sottolineando bene il nome della
sorella.
“Ma è la stessa Petunia che dico io?”
domandò il ragazzo, sperando vivamente che la risposta fosse no.
“Sì, mia sorella.” rispose Lily “Ma non
è finita qui.”
“Cos’altro c’è!?” chiese James, ormai
fuori di sé.
“Vorrei che con noi venisse almeno un
altro della tua banda di monelli.”
“Malandrini!”
precisò il moro.
“E’ uguale.” fece lei con un gesto
eloquente della mano. Il suo sguardo poi ricadde su Sirius
che, avendo intuito il pericolo, stava sgattaiolando via. “E visto che Black sembra così entusiasta, verrà lui!” ordinò lei, con
gli occhi ridotti a due fessure, mentre il ragazzo sobbalzava al richiamo.
Si voltò verso la ragazza mostrando un
sorriso tiratissimo. “E quando sarebbe questo appuntamento?” domandò Felpato,
con una vena pulsante sulla fronte. Odiava prendere ordini da una donna.
“Domani!” rispose Lily, con un sorriso
sornione.
James intanto fissava dispiaciuto il suo
migliore amico. Avere a che fare con Petunia Evans non lo avrebbe augurato nemmeno
al suo peggior nemico (fuorché Mocciosus ovviamente). “Mi dispiace.” rispose Sirius, troppo velocemente perché potesse sembrare la
verità “Domani ho un impegno!”
“E quale impegno avresti?” domandò Lily,
avvicinandosi a lui sospettosa.
Sirius
ci pensò per un momento. Doveva trovare un impegno improrogabile, un impegno
che lo avrebbe tenuto indaffarato per tutta la giornata. Dei monosillabi a
ripetizione del tipo “Mmh” e “Ehm” gli fuoriuscirono
di bocca senza che lui riuscisse a trovare una risposta decente.
“Vedo che non hai un impegno.” lo incalzò Lily.
“No, no! Sono sicuro di essere impegnato
domani, ma non riesco a ricordare cosa devo fare. Dovrei consultare la mia
agenda.” buttò lì a raffica il ragazzo, portandosi una mano sul mento in segno
di riflessione.
“Allora vediamola quest’agenda!” insistette
Lily.
“Eh, no! Non è possibile, perché l’ho
persa! Ieri non l’ho più trovata!” inventò ancora Sirius.
“Quindi se hai perso l’agenda, hai perso
anche i tuoi impegni.” continuò Lily, per niente intenzionata a cedere.
“No, ora mi ricordo! Devo…”
cercò di dire il ragazzo, ma Lily lo interruppe con una furia immane.
“Ora basta, Black!
Tu verrai con noi! E farai compagnia a Tunia!” gli
urlò.
Sirius
sbuffò. Ormai la partita era persa. “Va bene.” borbottò arreso.
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Hogsmeade
d’estate era una meraviglia. Il calore ti si appiccicava addosso, ma appena
entravi in un qualche locale una bella bevanda fresca non te la toglieva
nessuno. L’assenza della neve rendeva il luogo meno appariscente, tuttavia il
sole rovente illuminava ogni singolo vicolo della cittadina. Tornarci fu un
sollievo per James e Sirius. I bei ricordi li avevano
invasi non appena si erano ritrovati a pochi metri dalla Stamberga Strillante.
I due presto si diressero ai Tre Manici
Di Scopa, dove avrebbero dovuto aspettare le sorelle Evans. Ramoso non
credeva fosse possibile che la sua ragazza fosse intenzionata a portare per
davvero una Babbana in quella cittadina magica.
“E’ così terribile quella Petunia?” domandò
Sirius, interrompendo le fantasie del moro. Aveva
un’espressione corrucciata. Non voleva assolutamente incontrarla.
“E’ un po’ musona. Odia la magia.” gli
spiegò James.
“Perfetto!” disse l’altro, con una risatina
isterica.
“Non ci darà fastidio.” lo rassicurò
l’amico.
“Era meglio se andavo a trovare Remus.” biascicò l’altro, sull’orlo di una crisi di nervi
“Non posso neanche farle qualche scherzo per divertirmi un po’?”
James lo guardò male, come se il suo amico
avesse detto l’eresia più assurda. “Non credo sia una buona idea. Farai
imbestialire Lily.”
Felpato sospirò. “Ah, già. Mi ero scordato
di quella.” disse, mentre alzava lo
sguardo all’orizzonte e fissava, strizzando gli occhi, le due figure che
stavano arrivando. Lily teneva stretta la mano della sorella, una ragazza
bionda e smilza che fissava con la fronte corrucciata le loro mani intrecciate.
Le due arrivarono di fronte ai ragazzi e Petunia staccò la sua mano dalla presa
di Lily.
“Tunia, ti
ricordi di James vero?” disse Lily, indicando il suo ragazzo.
“Come potrei dimenticarmene.” borbottò
Petunia, imbronciata come al solito. Ricordava quando a Natale il ragazzo era venuto
a casa loro. L’esperienza non era stata delle migliori. Si erano comportati
come cane e gatto e si erano fatti dispetti contro dispetti.
“Ciao, Tunia!” salutò James con un
sorriso angelico e innocente.
Lily poi indicò l’altro ragazzo. “Lui
invece è Sirius, un amico di James.” disse infine la
rossa.
Sirius
tese la mano a Petunia. “Ciao.” la salutò aspettando una stretta di mano.
Petunia guardò sospettosa la mano del ragazzo, come se temesse una scossa
elettrica. Si fece coraggio e la strinse più forte del dovuto.
“Salve.” si limitò a dire lei.
“Bene, andiamo dentro! Un fresco succo di
zucca ci farà bene!” esclamò Lily, entusiasta che Sirius
avesse fatto il bravo. Petunia mollò la mano del ragazzo e si lasciò trascinare
dalla sorella nel locale, senza però distogliere lo sguardo truce dal ragazzo.
Quando le due furono abbastanza lontane,
James si rivolse a Sirius. “Visto com’è simpatica Tunia?”
domandò.
Sirius
lo guardò con un sorrisino esasperato. “Un bijou!” rispose, entrando nel locale
con un James sghignazzante al seguito.
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I quattro erano ormai seduti al tavolo da
mezz’ora. Petunia aveva poco gentilmente rifiutato il succo di zucca che non le
era sembrata una bevanda di sua conoscenza. Aveva chiesto indignata al barista
se ci fosse una coca-cola o un tè freddo, ma nulla. Niente di niente. Allora la
biondina aveva cacciato il broncio e non aveva più spiccicato parola.
“Ehm… Tunia?” provò a parlarle Lily “Che ne dici di accompagnarmi
in bagno?”
Petunia scosse la testa. “Vacci da
sola.” sbottò.
“Okay.” rispose la rossa dispiaciuta,
alzandosi e allontanandosi dagli altri.
Anche James allora si alzò. “Dove vai?”
domandò Sirius.
“Anch’io ho i miei bisogni.” gli spiegò
lui “Tu resta con Petunia.”
“Va bene.” sbuffò Sirius.
Ma perché lo trattavano come uno schiavo? Serviva solo per fare da guardia del
corpo alla mocciosa? La fissò per un istante, ma quello bastò perché la ragazza
se ne accorgesse e gli scoccasse un occhiata torva.
“Perché mi fissi?” domandò Petunia, ora
con la bocca storta dal disgusto.
Quella smorfia non fu molto gradita al
bel Black. “Ho gli occhi, quindi posso farlo!”
ribatté lui.
“Mi dà fastidio!” gli urlò lei,
scattando in piedi.
“A me invece dà fastidio il tuo
comportamento! Potresti anche sorridere ogni tanto o hai paura che ti spuntino
le rughe troppo presto?” la canzonò Felpato, alzandosi anche lui e
sovrastandola con tutta la sua altezza.
“Non sono certo venuta di mia iniziativa
qui!” gli fece notare lei.
“Neppure io se proprio lo vuoi sapere!”
Le ultime parole di Sirius
la fecero zittire. Era chiaro che preferiva stare dovunque, ma non in sua
compagnia. La ragazza trattenne a stento le lacrime, mentre stringeva i pugni
arrabbiata. Entrambi si risedettero. Petunia gliel’avrebbe fatta pagare. Infatti
proprio mentre Lily usciva dal bagno e si dirigeva verso il loro tavolo, la
biondina dichiarò guerra. I suoi occhi ricaddero immediatamente sul bicchiere
contenente succo di zucca. Lo afferrò e lo svuotò in faccia a Felpato. Lily con
gli occhi sbarrati, a pochi metri da loro, si portò una mano alla bocca, mentre
James la raggiungeva per poi bloccarsi notando il viso infuriato e fradicio di Sirius.
“Come hai osato, maledetta mangusta!?” ringhiò Sirius,
alzandosi in piedi e avvicinandosi a Petunia.
James gli corse subito incontro e gli cinse
le braccia intorno al busto. “Non fare sciocchezze, Felpato.” lo pregò. Anche
James, quella volta che era stato a casa Evans, era stato infastidito parecchio
dalla ragazza. Per combatterla si era limitato a farle degli scherzi. Ma sapeva
per certo che Sirius si era incavolato parecchio. Chi
attentava alla sua bellezza non aveva vita lunga e James supponeva che lo
stesso sarebbe stato per l’insopportabile Petunia. “Calmati, Felpato. Respira a
fondo e scaccia i nervi.” gli consigliò James.
“Ma vai a quel paese, Ramoso! Hai visto che
ha fatto!? Non la passa liscia!” minacciò Sirius,
ancora più arrabbiato, divincolandosi dalla stretta dell’amico.
Lily allora si frappose tra la sorella e il
ragazzo. “Black, smettila. Non l’ha fatto apposta.
Vero, Tunia?” la giustificò.
Petunia non rispose. La sua espressione era
un misto tra broncio e paura.
“Ma sei scema!” la accusò Sirius “Mi ha gettato il succo di zucca in faccia!!”
Il barista del locale, notando la
discussione per niente amichevole, si avvicinò ai ragazzi. “Nel mio locale non
voglio grane, quindi andate da un’altra parte.” disse loro.
James annuì con un sorriso parecchio
tirato. Cacciò fuori da una tasca una quantità esagerata di galeoni e li porse
all’uomo. “Tenga il resto. Andiamo, Sir.” incitò James all’amico spingendolo
verso l’uscita, mentre Lily, borbottando mille scuse al signore e trascinandosi
con sé la sorella, li seguì.
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Ora i quattro ragazzi si erano divisi in
due gruppi, seduti poco distanti gli uni dagli altri. Lily parlava alla
sorella. Cercava di carpire una spiegazione ragionevole per il suo
comportamento di poco prima. L’unica cosa che disse Petunia era che quel ragazzaccio le dava sui nervi.
Dal canto suo anche Sirius
disse qualcosa del genere a James. Quella mangusta,
come l’aveva chiamata lui, gli dava sui nervi. “Me la paga, me la paga.” giurò
il ragazzo serrando la mascella per la rabbia.
James cercò di convincerlo in tutti i
modi a lasciar perdere quella vendetta, ma non riuscì a dissuaderlo. Quindi
decise di schierarsi parzialmente dalla sua parte e di consigliargli una
vendetta meno cruenta. “Perché non ti trasformi in cane e le metti paura?
Sarebbe divertente.” gli sussurrò per impedire che Lily e Petunia sentissero.
“Sai che non è una cattiva idea.” disse
l’altro sogghignando “Mi metto all’opera”. Sirius
quindi si alzò e, mentre le due ragazze erano distratte, si trasfigurò in un
cane. Quatto quatto si avvicinò a Petunia, si mise in
posizione d’attacco, mentre la sua coda si agitava a destra e a sinistra per l’eccitazione,
e cominciò ad abbaiare e a ringhiare. Petunia sobbalzò, voltandosi di scatto, e
balzò in piedi. Cominciò a correre urlando, mentre Felpato la inseguiva
divertito. James intanto cercava di soffocare le risate e Lily guardava esterrefatta
la scena. Per tre minuti buoni i due continuarono l’inseguimento, poi Lily si
riscosse e urlò “Ora basta, Black!”
Sirius si
fermò e Petunia cadde in ginocchio stremata. Il ragazzo poi riacquistò le sue
sembianze. “Mi sono un po’ sgranchito le zampe.” gongolò, guardando l’espressione
truce che ora una trafelata Petunia gli stava rivolgendo. “Ti ho ripagato con
lo stesso galeone, anzi, sono stato alquanto clemente con te.” la canzonò
Felpato.
La ragazza si alzò in piedi, indignata
e disgustata come non lo era mai stata. Alzò una mano in aria.
“Felp…” tentò
James, per avvertire l’amico del pericolo, ma lo schiaffo di Petunia era già
arrivato a destinazione. Il secondo
attentato alla sua bellezza, pensò James deglutendo.
Sirius
strinse i pugni e cominciò a schioccarsi le dita, avvicinandosi alla ragazza. “Questo
è troppo!” latrò. Petunia fece qualche passo indietro. Sirius
era pronto per sferrare un pugno degno di un lottatore di Wrestling. Il pugno
partì, ma colpì la faccia sbagliata. James crollò a terra, dopo che, essendosi messo
tra Felpato e Petunia, era stato colpito senza riuscire a fermare il piede di
guerra dell’amico.
“James!!” urlò Lily, correndo a
soccorrerlo. Si inginocchiò accanto a lui e gli sorresse la testa con un
braccio. Poi frugò in una sua tasca ed estrasse un fazzoletto per tamponargli
il rivolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro inferiore.
“Per tutte le caccabombe di Zonko,
che ho fatto…?” borbottò Sirius,
dispiaciuto, massaggiandosi il pugno che aveva colpito l’amico.
“Sei un cretino!” lo insultò Lily “Come
potevi pensare di colpire una ragazza?”
“Ma lei mi ha colpito!” si difese lui.
“Oh, stai zitto e vai a recuperare un
po’ d’acqua fresca.” gli ordinò lei, tornando al soldato ferito.
“Vado, vado.” sbuffò Sirius allontanandosi. Gli sguardi di Petunia e Felpato si
incontrarono. Lei lo snobbò voltando lo sguardo da un’altra parte. Lui allora
ringhiò sommessamente qualche imprecazione, mentre si allontanava.
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Era tutto molto offuscato. Le palpebre
erano pesanti. Dei visi lo fissavano speranzosi nel suo risveglio. “James.”
chiamò una voce femminile, che lui riconobbe all’istante. Mise a fuoco. Lily
era ad una trentina di centimetri dal suo viso. Sorrise quando lui riaprì gli
occhi. “Come stai?” gli domandò.
“Un po’ ammaccato.” sghignazzò lui.
“Scusami, Ramoso. Non volevo colpire
te.” disse un’altra voce. C’era anche Sirius vicino a
Lily.
Lei lo guardò male. “Sappiamo benissimo chi
volevi colpire.” sbottò lei, quasi fosse un rimprovero.
“Dove sono?” domandò James.
“A casa tua. Sei rimasto svenuto per una
mezz’oretta.” gli spiegò lei, chinandosi su di lui e scoccandogli un bacio
sulle labbra “Sei stato molto gentile a difendere Tunia.”
“Anche se lei non ha accennato nessun
ringraziamento.” commentò Sirius nauseato dal
ricordo.
“Era dispiaciuta per James.” gli urlò Lily.
“Ma non dire baggianate! A stento ha
trattenuto le risate!” le urlò Felpato.
James allora sventolò le mani per aria, per
attirare la loro attenzione. “Non fa niente. Non me ne importa.” disse mettendo
fine al litigio. “Lily, mi prometti una cosa?” avanzò poi.
“Cosa?” domandò Lily.
“Se vuoi che usciamo con Petunia un’altra volta,
portiamoci Remus, per favore.” la pregò James con
sguardo implorante.
Lily scoccò uno sguardo incerto a Sirius, poi annuì risoluta. “Sì, è molto meglio Remus.” concordò.
“Scusate se sono stato trattato male dalla dolce Petunia, eh!” ironizzò Sirius offeso.
Lily e James scoppiarono a ridere, seguiti
poco dopo anche da Sirius. Quella giornata infernale
si poteva dire conclusa.
FINE
I personaggi di questa fic NON
mi appartengono. Li ho solo presi in prestito dalla zia Row.
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MICROSCOPICO ANGOLINO DELL’AUTRICE
Salve, ragazzi! Volevo solo salutarvi
prima della mia partenza (perciò l’angolino è microscopico). Me ne vado un po’
in Calabria. Non vedo l’ora di farmi un bagnetto in quel mare limpido e
splendido. Ora vi saluto. Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno,
commenteranno, metteranno tra preferite e seguite la fic
e vi lascio ai vostri affarucci. Ciau!
Vale-chan