Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Miss_Fantasy    15/02/2021    2 recensioni
Solo un sogno.... che non realizzerò mai o forse sì.....
Un ragazzo disabile. Un sogno. Un incontro. Tanti casini.
(Questa storia è collegata a "Tutta colpa di Kurama!!!!" ma se si vuole si può anche leggerla singolarmente)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
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Serro la mano in un pugno, ma non dico niente perché è il mio capo. Oltretutto, oggi dovrebbe essere il mio primo giorno di lavoro qui, non mi posso permettere di rispondere... anche se una parte di me dice di farlo. Semplicemente sorrido, lo ringrazio ed esco mentre il mio capo rimane in silenzio.

-M, H, voi rimante qui. Dobbiamo parlare del nuovo album e dobbiamo anche discutere degli ultimi dettagli- fa lui in modo freddo ai due. Pensavo che fossero amici, ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso, o magari non gli piacciono gli estranei...

-MA L!!- dicono in coro i due che sembrano sorpresi della cosa. L fa schioccare la lingua al palato con i denti stretti, facendolo sembrare una specie di "tsk" seccato. I due sembrano rassegnarsi alla cosa, come se non avessero scelta. In quel momento vengo stravolto da una figura che si butta a peso morto su di me.

-Eren!!- fa la voce di Isa seguita da Furlan qualche passo più indietro, che mi saluta con la mano.

-Ciao, Isabel- la saluto e lei comincia a mettere il broncio, lasciandomi senza parole.

-Ti ho detto di chiamarmi Isa!!- mi fa e Furlan mi mima con le labbra di accontentarla... che se no me lo avrebbe ripetuto fino allo sfinimento.

-Scusa, Isa. Come state?- chiedo, mentre Isa mi libera dal suo peso. Fanno per rispondermi, ma vengono preceduti da L. 

-Signor Jäger, lasci l'ufficio ora. Vada alla reception personale; lì l'aspetta il signor Bodt. Le mostrerà come funzionano le cose qui- mi dice il cantante, dando molta enfasi sulle ultime quattro parole, come un avvertimento. La sua "minaccia" non mi spaventa e mi limito ad annuire mentre il resto delle persone protesta.

-Non preoccupatevi- li riassicuro, anche se mi sento nervoso a conoscere gente nuova. Cerco sempre di non darlo più di tanto a vedere e mi dirigo verso la porta tenutami aperta da M. 

-Arrivederla, signor L. Le auguro una buona giornata- saluto il mio capo, che per tutta risposta fa un verso seccato. Esco alla ricerca dell'ascensore di prima, con la speranza di non perdermi visto che non sono proprio bravissimo ad orientarmi... anzi, credo che sarei capace di perdermi anche in una cabina telefonica. Il mio telefono vibra per segnalarmi che è arrivato un messaggio da Levi.


 

Levi [17:00]:

Oi, moccioso! Ci sei? Ti ho scritto su Whatsapp, volevo solo sapere se stavi meglio, visto che non hai spicciato parola questa mattina. Scrivimi quando puoi per farmi sapere.


 

Prima decido di cercare l'ascensore e poi di rispondere a Levi. Dopo pochi minuti trovo quello che stavo cercando e schiaccio il pulsante per chiamare. Solo ora noto le grandi finestre del grattacielo che mi fanno venire le vertigini, perché ho paura dell'altezza... però con tutto quello che è successo non me ne sono accorto. 

Prendo il telefono e cerco di distrarmi per non pensarci troppo e per fortuna mi ricordo che devo rispondere al mio vicino, rileggendo il messaggio che mi aveva inviato.

Ridacchio felice e gli rispondo che sto bene, che va tutto alla grande e che ho appena incontrato il mio capo. Poi gli racconto il mio pensiero negativo su di lui, ma che magari lo rivaluterò. Il mio vicino mi risponde che faccio bene a non dare la mia opinione definitiva al primo incontro con una persona, perché potrebbe essere una sorpresa: lui stesso ha scoperto i suoi amici più stretti nelle persone che meno si aspettava.

Finalmente l'ascensore arriva. Levi mi dice che deve andare, perché deve riprendere il suo turno. Aggiunge anche che è più tranquillo nel sentirmi più sereno, ma che vuole sapere cosa è successo questa mattina... cosi gli prometto che glielo dirò, se proprio lo riterrò necessario.

Metto via il telefono e cerco di infilarmi nell'ascensore prima che le porte si chiudano: il problema è che il tempo in cui rimangono aperte è davvero poco. L'unica cosa che davvero apprezzo dell'essere disabile è che per riuscire a fare qualcosa ci si deve arrangiare per trovare una soluzione. Mi fiondo dentro, ma solo ora mi accorgo che non ho la più pallida idea di dove devo andare, visto che ci sono cento piani. Decido di andare al piano terra, e sto per spingere il pulsante, però in quel momento mi arriva un altro messaggio di Levi.


 

Levi[17:30] 

Premi il bottone del novantesimo piano, non quello al piano terra.




 

Guardo il messaggio confuso: credo che abbia sbagliato numero. Strano che lui sappia dove volessi andare... No, no... succede a tutti di sbagliare numero; sono io che sono paranoico. Però... magari vediamo cosa c'è al novantesimo piano.

Premo il tasto che mi porta al piano mentre scrivo a Levi che ha sbagliato numero. Lui si scusa, dicendo che ha fatto le ore piccole per via del lavoro.

Appena si sente il rumore dell'ascensore e le porte si aprono, noto tre figure che parlano tra di loro: due le riconosco, sono quelle di Petra e Historia, mentre l'altra figura non so chi sia.

-Petra?- chiedo io, più che chiamarla. Lei si gira verso di me con un sorriso stampato in faccia, seguita subito dalla bionda e dalla figura che si rivela essere un ragazzo molto alto.

-Eren, sono felicissima che tu sia arrivato e... a essere sincera, stavamo per venirti a cercare. Pensavamo che ti fossi perso, questo posto è molto grande, quindi è molto facile perdersi: succede anche a me che qui ci lavoro- mi spiega la rossa divertita.

-Quindi non ho sbagliato?- chiedo, guardandomi intorno spaesato. Historia mi conferma che sono nel posto coretto. 

-Ma, esattamente, dove sono?- gli richiedo mentre mi guardo attorno. Il piano ha sempre gli stessi colori che ho visto all'entrata, però è molto minimalista anche se più illuminata dalle finestre un po' ovunque. L'oro che si trova un po' in tutta la stanza quasi mi acceca per via della luce. Sbatto gli occhi più volte e decido di coprire gli occhi con la mano. Poi mi appunto mentalmente di portare gli occhiali da sole, o di chiedere a L sul da farsi.

-Sì, noi siamo le segreterie di L- mi spiega la rossa mentre la sua voce diventa più fievole e zuccherosa, quando parla del cantante. Io non posso fare niente se non rimanere sorpreso dal suo atteggiamento; L è stato super stronzo, ma è estremamente popolare... Ma cosa me ne importa? Mica lo devo sposare e poi... magari scopro che è simpatico.

-Ma voi non eravate addette alle luci?- chiedo confuso, piegando la testa leggermente di lato e sbattendo le palpebre più volte. Loro si guardano e poi scoppiano a ridere senza ritegno, come se avessi detto una barzelletta. Il telefono che è accanto a Petra squilla, e lei risponde in modo molto gentile mentre la bionda le passa carta e penna per prendere appunti nel caso servisse. 

-Siete degli incompetenti!!- sento una voce maschile che si mette a urlare così forte che Petra deve allontanare la cornetta dall'orecchio per non diventare sorda. Guardo la scena esterrefatto, mentre L grida contro i tre che stanno con lo sguardo basso. Non lo posso sopportare e faccio per dire qualcosa, ma mi precede la voce di Isa in lontananza. Ci raggiunge poco dopo, strappando praticamente di mano la cornetta del telefono alla rossa.

-L!! Non puoi urlare tutte le volte che qualcosa non ti va a genio!!- lo sgrida lei, gesticolando con le mani per poi mettersi a discutere in un'altra lingua; forse francese. Nel mentre Furlan scuote la testa sconsolato, come se fosse abituato alla cosa. Dopo cinque minuti di urla aggressive, la ragazza restituisce il telefono alla segretaria che è ancora sotto shock.

-Si! Non la deluderemo una seconda volta, capo!- fa la segreteria inchinandosi, per poi essere seguita immediatamente dagli altri due. Isa fa un sorrisetto, compiaciuta, mentre Furlan sospira appena messa giù la cornetta del telefono.

-Marco, vuoi che ci pensiamo noi a Eren?- chiede il biondo al ragazzo più alto. Io ormai ho perso la speranza nel capirci qualcosa di quello che sta succedendo... cosi decido di lasciar perdere.

-Oppure lo facciamo tutti insieme; non credete sia meglio?- interviene Historia mentre rimette in ordine alcuni fogli e Petra armeggia con il computer. Tutti sembrano d'accordo per l'idea e a me non resta altro che acconsentire. 

-Allora Eren, credo tu abbia già conosciuto Marco...- comincia Isa, ma si ferma quando nota la mia faccia spaesata. Mi gira verso il ragazzo più alto del gruppo e devo alzare moto la testa per vederlo in faccia.

-Eren, lui è Bodt Marco, il nostro social media manager. Marco, lui è Eren Jaeger, lavorerà come stilista con Scarlett- ci presenta la ragazza. Quindi ci diamo la mano sorridendo.

-Piacere! Wow!! Buona fortuna con il demonio... scusa intendevo Scarlett, lo so che non si deve parlare male dei colleghi, ma di lei farei volentieri a meno- fa lui sorridendo mentre mi stringe la mano in modo delicato e io ricambio, confuso.

-Oh sì, quella donna è spaventosa. È molto bella, ma completamente pazza...- gli dà corda la ragazza.

-Per me è bipolare... avete visto come si comporta con gli altri. Mentre con L, che non la calcola minimamente... neanche per sbaglio, tra poco bacia la terra sulla quale cammina o sfiora- gli dà corda la ragazza con i codini. Gli altri annuiscono piano mentre io rimango lì come un fesso.

-Okay, ora che ci siamo presentati tutti, direi di fare un giro della struttura- ci comunica Petra, come per cambiare discorso. Historia decide di rimanere per svolgere le sue mansioni, e aggiunge che nel caso in cui ci siano problemi non si farà scrupoli a contattare la collega. Così aspettiamo che la rossa prenda le cose che gli servono per poi farci da giuda turistica per l'edificio. Ci spiega che il piano in cui ci troviamo è il secondo in ordine d'importanza, visto che è la reception di L e dove si trovano gli uffici delle persone che lavorano per lui personalmente.

-Eren, ora ti mostriamo il tuo ufficio!! È poco più avanti- esclama Isa tutta eccitata all'idea, che sta saltando qualche passo avanti a me e Furlan che si è gentilmente offerto di spingermi; sia il media manager che la segreteria sembrano essere stati congelati sul posto dopo la frase di Isa

-Lui lavora personalmente per L?- chiedono in corro gli altri mentre i due ridono senza ritegno. Io sono super confuso perché continuo a non capire cosa sta succedendo.

-Allora Eren, credo che delle spiegazioni siano dovute. Devi sapere che questo edificio è diviso in quattro parti: la prima comprende i primi 25 piani e sono quelli che usiamo per accogliere gli ospiti. Le altre quattro parti (sempre di 25 piani) sono divise tra M, H e L. Ma diciamo che ti deve interessare solo dal centesimo piano fino al settantacinquesimo, dove effettivamente lavorerai. Non ti preoccupare, il tuo ufficio sarà vicino al nostro e, se ci dovessero essere problemi, puoi venire da noi tutte le volte che vuoi- mi spiega il mio accompagnatore. Nonostante abbia risposto a delle domande, me ne sono sorte altre. Ma ancora prima che io possa anche solo formulare la domanda nella mia mente, mi precede Marco.

-Wow, devi essere veramente bravo per essere nel personale di L, dato che neanche Scarlett è riuscita in tale impresa- si congratula, ma non capisco perché. Sembra che Isa se ne sia accorta, così si affretta a spiegare.

-Come è stato detto prima, l'edificio è diviso in quattro parti, ma devi sapere che anche qui ci sono delle classi. Ci sono i lavoratori "normali", ci sono i lavoratori "VIP" che lavorano per il vari membri del gruppo, ma i più importanti tra i "VIP" sono quelli che lavorano per L. Si può dire che lui sia molto, MOLTO selettivo quando si tratta del suo personale e si possono contare sulle dita di una mano le persone che possono vantare il titolo. Tra queste persone ci sono: Io, Furlan, Petra, Historia e da oggi anche tu! Almeno, noi siamo i principali- mi informa la ragazza. Nonostante abbia chiarito molte cose, sono troppe informazioni tutte insieme da riuscire a elaborare subito; ma non me la sento di richiedere, quindi semplicemente annuisco... anche se non troppo convinto.

-Ma, esattamente, cosa devo fare come stilista?- sento la mia voce chiedere ciò che il mio cervello si stava domandando da quando sono uscito dall'ufficio di L. In questo momento mi sento un tale idiota.

-Oh dio!! Sono proprio scemo, ho fatto tutto tranne il motivo per il quale mi hanno chiamato- fa Marco mentre sbatto le ciglia più volte.

-Molto semplicemente, devi creare delle bozze per i diversi eventi, come fa Scarlett. Una volta che L avrà approvato i vestiti poi potete passare a cucirli. Penso che tua abbia capito che ogni decisione importante è decisa da L, e senza il suo consenso non si comincia niente. Ah, quasi dimenticavo: lavorando per lui guadagni 70.000 euro all'anno- mi risponde Petra mentre osserva molto attentamente l'iPad.

-Cosa!!- urlo scioccato. 

70.000 euro sono tantissimi!! Soprattutto per uno come me che è alle "prime" armi... C'è gente molto più competente che ha frequentato scuole per essere stilista, che lo fa da anni e che riescono a creare dei capolavori. Mentre io ho avuto solo fortuna nel trovarmi nel posto giusto al momento giusto, ma nonostante tutto guadagnerei come uno stilista esperto; non posso non sentirmi un imbroglione perché c'è chi quel posto lo merita veramente.

-Eren, tutto okay?- mi riporta alla realtà Furlan mentre mi sventola la mano davanti alla faccia. Annuisco e lui non sembra molto convinto della mia risposta, ma non chiede altro. Poi mi rivolgo a Petra, chiedendo di ricontrollare per vedere che non ci sia un errore. L'unica cosa che fa è passarmi il suo iPad ed effettivamente è esattamente come ha detto lei. Scrollo la testa sconsolato, poi sento qualcuno che mi prende per le spalle. Mi irrigidisco di colpo; odio essere toccato sulla schiena e cerco sempre di non tirare un pugno a chi lo fa.

-Cosa ti aspettavi? Lavori per L quindi è normale che guadagni così tanto, ti conviene farci l'abitudine visto che L fa sempre le cose in grande.- Il biondo mi sorride mentre ci fermiamo davanti a una porta nera con la targhetta dorata in cui è inciso il mio cognome. Si rivela essere l'ufficio di cui parlava Isa poco fa e mi chiedono di aprirla visto che è il mio ufficio, ma in quel momento il telefono di Petra suona.

-Sì? Scarlett... Sì, in realtà gli stavamo per mostrare l'ufficio... Cosa!! No, non lo sapevamo. Sì, arriviamo subito- fa la ragazza rossa turbata. Noi la guardiamo come per chiedere una spiegazione e l'unica cosa che fa è guardare l'iPad che ha in mano per poi sospirare.

-Sessantesimo piano. Voi andate, io vi raggiungo tra poco; devo prendere un paio di cose- ci risponde in modo sbrigativo e gli altri semplicemente annuisco convinti. Io che non conosco la struttura non so cosa c'è a quel piano... però, vedendo le loro facce, decido che non è il momento giusto per fare domande, quindi anche io annuisco.

Dopo aver salutato la segretaria, ci dirigiamo verso l'ascensore. Credo di aver visto di più l'ascensore che tutto il resto del palazzo. Dopo averlo chiamato, Marco mi spiega che nel piano in cui stiamo andando si trova l'ufficio di Scarlett e che rientra nella parte appartenente a H. Mi spiega anche che ogni assistente personale dei diversi cantanti ha una spilla per capire chi appartiene a chi. Ma la cosa più importante è che nessuno può passare da un piano all'altro senza un buon motivo o senza un invito che autorizza a spostarsi. Almeno che non si faccia parte degli assistenti di L, o tu sia Erwin; allora la regola non vale.

-Quindi in pratica non abbiamo regole?- chiedo confuso, perché mi sembra molto poco carino nei confronti dei lavoratori.

-Non esattamente. Anche noi abbiamo delle regole, ma sono molto diverse dagli altri. Per esempio, la prima è che qualunque cosa ti chieda L, la devi fare, e a qualunque orario- mi spiega Isa che si sta sistemando la camicia davanti allo specchio enorme dell'ascensore.

-E se non mi va bene?- chiedo mentre io e Marco ci scambiamo un'occhiata.

-Ti cerchi un nuovo lavoro- mi risponde la ragazza mentre si dà un'ultima volta un'occhiata, per vedere se è tutto apposto per poi girarsi verso di me.

-Secondo me, data la tua disabilità, ci andrà leggermente più leggero anche se ti farà comunque lavorare sodo. La seconda regola è che dobbiamo essere sempre perfetti perché lo "rappresentiamo". Anche i nostri uffici devono essere immacolati, L è germofobico.- interviene il ragazzo che mi spinge.

Anche Levi lo è... strano. Certo che il mondo è piccolo o magari è una malattia molto comune. Magari posso chiedere al mio vicino.

-Fur, dobbiamo passare un attimo dal bagno. Dobbiamo dargli una sistemata- gli fa la ragazza con i codini. L'altro annuisce, in quel momento sentiamo il "BIP" dell'ascensore che ci informa che siamo arrivati a destinazione. Isa praticamente mi ruba mentre i ragazzi, a quanto ho capito, vanno a vedere cosa vuole la stilista. Isa mi spinge verso quella che sembra una reception, dove si trova un ragazzo che sta seduto al computer.

-Auruo, abbiamo dei trucchi?- chiede a mo' di saluto al ragazzo che si spaventa. Poi controlla e, dopo qualche secondo al computer, annuisce lentamente osservando la ragazza difronte a sé.

-Bene, dammeli- gli dice senza troppi giri di parole la sua interlocutrice, ma a nessuno di noi due sembra una buona idea.

-Sono di Scarlett... È una settimana che li sta aspettando- cerca di dissuaderla, ma lei sembra non volerne sapere, cosi decido che devo intervenire perché credo che i trucchi siano per me.

-Isa, non credo che ci sia bisogno...- le dico piano mentre il ragazzo si sporge per vedermi e il suo volto diventa freddo.

-Chi è il moccioso, Isabel?- chiede lui in modo serio come se fosse una persona completamente diversa da quella di qualche secondo fa, forse sembra che si stia sforzando... ma Isa è molto spazientita dalla cosa.

-Non ho tempo per i tuoi stupidi scherzi- le risponde. 

Mi presento, e scopro che si chiama Auruo Bossard e che lavora nel reparto di H ma di più non riesco a sapere, perché interviene la ragazza che chiede il pacco; nonostante sia molto riluttante glielo dà per poi mettermelo sulle gambe.

Mi porta nel bagno e, grazie alla spilla a forma di L dorata che porta alla altezza del cuore e che io stupidamente non avevo notato, riesce ad aprire il pacco. Noto che è un pacco di Charlotte Tilbury.

-Non mi sembra il caso di utilizzarli... Non sono esattamente economici...- cerco di farla ragionare, ma lei non mi dà retta. Si mette a esaminare i trucchi meticolosamente e per qualche minuto tra di noi scende il silenzio.

-Purtroppo tu e Scarlett avete una carnagione molto diversa, quindi mi sono dovuta arrangiare con quello che penso ti possa stare bene. È una vera fortuna che lei si faccia recapitare la maggior parte dei prodotti al lavoro, come se truccarsi con prodotti super costosi possa attirare l'attenzione di L che fra l'altro vede veramente di rado- mi fa ridacchiando all'ultima parte.

-Come fa a vederlo così poco, se è la stilista del gruppo?- le chiedo, perché mi sembra molto strana una cosa del genere. La ragazza mi dice di chiudere gli occhi e di rilassarmi; e così faccio.

-Allora, come ti è stato spiegato in precedenza, L è una persona estremamente riservata e cerca di non esporsi troppo se la cosa non la richiede. Quindi è estremamente difficile che si sposti dai suoi piani ed è per questo che sono gli altri che vanno da lui, se chiamati. Anche noi che lavoriamo per lui lo vediamo poco, di solito dà gli ordini via e-mail o telefonicamente, ma raramente di persona... Anche se mi sa che tu sarai quello che lo vedrà di più, visto che sei il suo stilista personale. Lui tiene particolarmente a essere sempre presentabile, essendo il volto del gruppo- mi spiega, mentre mi mette qualcosa sulle labbra.

-Ma lui è sempre così?- do voce alla domanda che mi è entrata in testa da quando ho incontrato L. Lei si ferma di colpo per qualche secondo e io vorrei non aver mai posto la domanda.

-No... Abbiamo finito- mi risponde brevemente per poi cambiare discorso. Decido che è meglio chiudere la conversazione prima che possa diventare ancora più imbarazzante di quanto già non sia.

-Ehm... grazie mille- la ringrazio imbarazzato. Lei sorride soddisfatta del risultato e mi porge la scatola. La prendo e la poso sulle gambe per poi uscire dal bagno. Ci dirigiamo dove si trova Auruo per non so quale motivo.

-Auruo, il pacco lo diamo noi a Scarlett che tanto la dobbiamo vedere tra poco, quindi non ti preoccupare- gli dice, passando di fianco. Ma solo in quel momento noto che il ragazzo è impegnato a filtrare con Petra che sembra molto infastidita dal suo comportamento.

-Eren! Isabel! Siete arrivati!- ci saluta la ragazza appena ci vede mentre lui non sembra propriamente felice che li abbiamo interrotti. La segreteria mi porge un iPad simile al suo, nero con dettagli dorati, ma la cosa che si nota subito è la grande L dorata che si trova sul retro. Mi mette una spilla dorata come quella che hanno le due ragazze dove si trova il cuore, e osserva compiaciuta la sua opera d'arte.

-Benvenuto nel team a tutti gli effetti- si congratulano in coro le due. Sorrido ringraziandole, anche se imbarazzato visto che molti del piano ci stanno guardando curiosi.

-Okay, okay! Non c'è niente da vedere! Tornate a lavorare!- fanno entrambi ad alta voce e tutti tornano a fare il loro lavoro, come se nulla fosse successo.

-Ti ci dovrai abituare, sei quello nuovo oltre che lo stilista personale del grande capo. Ora è meglio se andiamo... la "principessina" dei miei stivali ti sta tartassando di messaggi- fa la segreteria sbuffando. Poi prende il pacco e mi passa anche il suo iPad che stringo tra le braccia. Dopo salutiamo il ragazzo che sembra essere stato fulminato sul posto.

-Eren, ricordami di filmare la scena- ridacchia la ragazza che mi spinge e anche quella che mi sta camminando di fianco si lascia scappare una piccola risata.

-Okay, ma perché?- chiedo confuso. Loro cercano di contenere le risate, mentre noto che gli altri lavoratori ci guardano come se fossimo alieni.

-Perché vogliamo un ricordo della faccia di Scarlett quando scoprirà che tu hai il posto che lei sta agognando da anni- mi risponde la ragazza con il caschetto, ridacchiando, e a me viene da sbiancare perché mi ricordo come aveva reagito quella sera al ristorante. Non oso nemmeno immaginare come reagirà quando scoprirà la cosa. 

-Tranquillo, ci siamo noi con te e poi può arrabbiarsi quanto vuole, ma il posto è tuo. Non ci può fare niente- mi riassicurano le due e io mi rilasso un pochino.

Arriviamo davanti a una enorme sala fatta completamente di vetro, in cui si vedono tre figure che stanno discutendo animatamente... credo si lancerebbero le cose una contro l'altra, se non fossero sul posto di lavoro.

Ci diamo un'ultima sistemata, e restituisco l'iPad a Petra che entra. Isa mi tiene fuori dalla stanza mentre vedo che Petra cerca di far calmare le acque.

-Quell'iPad è dove riceverai le indicazioni da L. È molto importante che tu lo abbia sempre con te in modo che lui ti possa contattare in ogni momento. Tutti noi ne abbiamo uno personale, però ogni anno viene sempre dato l'ultimo modello; i dati rimangono, quindi non ti preoccupare- mi spiega la ragazza con i codini, mentre prende il mio tablet e cominciamo a fare la trafila della scannerizzazione del volto, del riconoscimento vocale, delle impronte digitali e della password.

-Scarlett! Come stai?- chiede la ragazza appena entriamo nell'ufficio. In risposta otteniamo solo lei che ci guarda storto, come se ci volesse uccidere.

-Ma cosa siete, lumache per caso!?- fa a mo' di saluto la donna in modo super altezzoso per poi spostare la sua lunga chioma rosso fuoco di lato mentre mi si avvicina a me con il viso (cosa che mi mette particolarmente ansia). Cerco di far vagare i miei occhi in un punto non ben preciso della stanza; tenendo stretto al petto il mio tablet come se fosse la mia unica via di salvezza.

-Quindi sei tu il ragazzino con cui devo lavorare?- mi chiede. Io che non riesco a dire una parola decido di annuire brevemente. Lei comincia a ridere di gusto, come se si stesse facendo beffe di me; vorrei dire qualcosa che gli mostri che io non sono il primo idiota che può calpestare come uno zerbino o qualcosa del genere, però in questo momento sono paralizzato dalla paura. Non mi capita spesso visto che sono una persona molto espansiva o almeno vista da fuori. Ho pochi amici, ma mi sono sempre bastati. Qualche volta mi assale una paura assurda e finisco sempre per sembrare un idiota di prima categoria.

-Ragazze, vi serve qualcosa? Noi passiamo dallo Starbucks... quindi...- chiede Furlan come se fosse una buona scusa per uscire da lì più in fretta possibile. Gli diamo le ordinazioni, oltre il fatto che deve prendere altre cose, tra cui il caricabatteria del mio iPad. Lui e Marco se la filano più veloci della luce.

-Sì. Scarlett, ti presentiamo Eren Jeager, lo stilista di L- mi presenta Petra con un sorriso. Vedo con la coda dell'occhio che l'altra ragazza sta facendo un video, quindi non stava scherzando prima. Appena la segreteria finisce la presentazione, la rossa fuoco mi guarda incredula per qualche secondo come se stesse elaborano l'informazione appena ricevuta. Quando capisce finalmente il senso della frase, si gira verso di me con gli occhi arrabbiati e fosse pronta a farmi fuori; non credo di aver provato tanta paura tutta insieme come in questo preciso istante. Fa per urlarmi contro, ma in quel momento il mio iPad si mette a suonare.

Nonostante io non abbia la ben che minima idea di come comportarmi rispondo alla chiamata, non senza aver alzato il volume. Solo dopo mi accorgo che è troppo forte e che anche gli atri riescono a sentire.

-Signor Jeager, quanto tempo ci mette a rispondere?!- mi chiede la voce fredda e ironica del mio capo. Se prima provavo paura, ora provo solo fastidio. Mi passa per la mente la risposta di Isa mentre mi stava truccando, quindi decido di non rispondere per le rime... nonostante vorrei farlo.

-Mi dispiace, capo. Le serve qualcosa?- ribatto, cercando di essere il più professionale possibile. Solo ora noto che Scarlett e Petra sembrano sul punto di svenire, oltre a essere rosse in volto, e pare che le unghie di Isa siano diventate estremamente interessanti,

-Sì. Mi serve che tu mi faccia delle bozze dei vestiti per i video musicali delle nuove canzoni. Hai due settimane di tempo per finirle e per farmele vedere a partire da oggi. Ti invierò i dettagli. Tra poco quindi controlla l'e-mail- mi risponde, andando subito al nocciolo della questione. Apprezzo molto la cosa, perché per quanto ami le chiacchiere preferisco la gente che non si di lunga troppo se deve chiedermi o dirmi qualcosa di negativo.

-Certo! Le auguro...- gli rispondo, ma sono interrotto dalla stilista che è estremamente alterata. 

-Capo! Come può dare un lavoro così importante a un novellino?!- la implora praticamente la ragazza. Metto il viva voce in modo che tutti lo possano sentire.

-Scarlett? Cosa ci fai nei miei piani? Cosa ci fai nell'ufficio del mio stilista? E, soprattutto, perché stai ascoltando una conversazione che non ti riguarda?!- chiede lui infastidito dalla cosa.

-In realtà, sarei io nel suo ufficio- mi intrometto, spiegando la cosa.

-Mi può spiegare cosa ci fa lei lì, signor Jeager?- chiede e la suo voce è diventata più bassa, un brivido mi corre lungo la schiena.

-In realtà, non lo so nemmeno io, ci ha chiamato prima che potessi coprirlo...- comincio io ma vengo subito interrotto dal mio interlocutore.

-Non me ne frega niente del perché sei lì, o non so quale altra stronzata. Per rispondere alla tua inutile domanda, Signorina Acry, lui è il mio stilista. Che cazzo dovrebbe fare!? Visto che è il suo cazzo di lavoro e lo pago apposta per fare ciò, pensaci due volte prima di sprecare il mio tempo con domande del cazzo- risponde lui per poi sbattere giù la telefonata senza dare il tempo di replicare. 

-Bene, ora che il grande capo ha parlato, diamoci una mossa!- ci incita la ragazza con i codini, come se fosse abituata a questo tipo di trattamento. In quel momento entra Erwin, seguito da Marco e Furlan con le mani piene.

-Salve!- saluto il manager tutto felice mentre prende alcune cose dalle mani dei due per appoggiarle sopra il tavolo. 

-Cosa sono quelle facce? Ordini del grande capo?- chiede scherzosamente Furlan, ma il suo volto cambia appena annuiamo. Spieghiamo velocemente cosa è successo e ogni tre per due, Scarlett commenta su quanto sia meglio lei per il lavoro che mi è stato assegnato.

-Erwin, avrei una domanda riguardo al mio stipendio...- cerco di intavolare la domanda che ho nella mente da quando ho saputo quanto guadagno, non sapevo a chi effettivamente rivolgere la domanda ed è stata una vera e propria fortuna aver incontrato Erwin.

-E?- mi incoraggia a continuare lui mentre gli atri ci guardano curiosi.

-Ecco... io non ho un conto bancario...-spiego torturandomi le mani, il Manager al inizio sembra sorpreso ma poi sorride comprensivo. Non ho mai veramente avuto bisogno di uno, visto che i miei mi pagano le spese.

-Oh per quello, non ti preoccupare avevo messo in conto questa possibilità e quindi ti abbiamo già richiesto un appuntamento al banca Mitsubishi UFJ Financial Group ma non so esattamente quando avverrà; non ti preoccupare ti terrò informato appena so qualcosa.- mi rassicura lui e a me non resta altro che annuire.

- Credo che per oggi, Eren, è meglio che tu vada a casa- si rivolge a me con uno sguardo gentile. Gli faccio un leggero inchino con la testa e metto l'iPad nella mia borsa, per poi imboccare l'uscita, ma gli altri mi raggiungono, tranne Petra che rimane con il Manager e la stilista per discutere alcune cose a detta loro

Poco dopo sono seduto sul taxi che mi hanno pagato i due e rispondo ai messaggi a cui non ho risposto durante il pomeriggio. Due delle mie coinquiline mi hanno detto che rimangono fuori a mangiare perché devono finire dei lavori.


 

Levi[19:30]

Moccioso, sei da solo stasera?


 

Mi arriva il messaggio di Levi e anche se dovrei lavorare alle bozze credo che oggi non ne sarei in grado... e poi non ho voglia di mangiare da solo. Quindi gli dico che non ho impegni per la serata; la sua riposta non ci mette molto ad arrivare. 


 

Levi[19:34] 

Perfetto. Spero ti piaccia il pesce, ci vediamo per le 21:30 a casa mia? Bevanda che vorresti bere?




 

Confermo che mi va benissimo sia l'ora che il pesce e che vorrei un Bubble Tea milk tea. Poi mi saluta gentile e una piccolissima parte del mio cuore si scalda a quel gesto.

   
 
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