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Autore: IndianaJones25    16/02/2021    2 recensioni
È una luminosa e calda giornata estiva di fine Ottocento quando, in una casa di Princeton, nel New Jersey, nasce l’unico figlio del professor Henry Jones Sr. e di sua moglie Anna.
Nel corso dei venticinque anni successivi, il giovane Junior vivrà esperienze indimenticabili e incontrerà persone straordinarie, in un viaggio di formazione che, tappa dopo tappa, lo porterà a diventare Indiana Jones, l’uomo con frusta e cappello, il più celebre archeologo del mondo…
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abner Ravenwood, Henry Jones, Sr., Henry Walton Jones Jr., Marion Ravenwood, René Emile Belloq
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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XIII.
MESSICO, APRILE 1915

   Quando aveva sentito lo sceriffo e i suoi uomini raccontare che certi banditi avevano acquistato un prezioso cimelio archeologico da un mercato del Marocco - dove era possibile trovare numerosi oggetti trafugati da musei e siti - e lo avevano condotto in Messico con la speranza di poterlo rivendere a caro prezzo a qualche ricco collezionista, Indy non aveva esitato un solo istante a partire per andare a prenderlo lui stesso. Dopo aver perduto la croce di Coronado, sperava almeno di potersi riscattare recuperando quel cimelio e mettendolo nell’unico luogo in cui sarebbe dovuto stare: un museo.
   Da tempo, ormai, la convivenza con suo padre era diventata quantomeno intollerabile, una guerra silenziosa che stava mettendo a dura prova la sua resilienza; il ragazzo, quindi, non stava aspettando altro che l’occasione giusta per tagliare la corda e seguire la sua strada. Del resto, si diceva, non poteva rimanere per sempre confinato in quel buco sperduto in mezzo allo Utah, che non aveva assolutamente nulla da offrire al di fuori di sabbia e crotali schifosi. E, considerato che il suo amato Indiana scorazzava e abbaiava felice da ormai un mese nel paradiso dei cani e che la sua intensa ma breve storia d’amore con Caroline aveva avuto termine quando Joe Anderson aveva venduto il ranch e si era trasferito lontano con la moglie e l’unica figlia ancora nubile, nel dicembre dell’anno prima, non c’era proprio più stato nulla a trattenerlo.
   Si era infilato in tasca i suoi pochi risparmi, aveva ficcato in una borsa lo stretto indispensabile, aveva assicurato la frusta alla cintura, si era calcato in testa il suo inseparabile cappello ed era partito all’avventura, da solo, senza avere la minima idea di dove andare di preciso, né di ciò che lo avrebbe atteso una volta giunto in Messico. Quella del cimelio da recuperare, lo sapeva, era soltanto una scusa come un’altra per affrettare il momento di dare l’addio a suo padre, che attendeva da parecchio.
   E quell’addio era stato tra i più assurdi che si potessero ricordare, sempre che valesse qualcosa il ricordarlo.
   «Esco» aveva detto il ragazzo, la borsa da viaggio stretta in una mano, avvicinandosi alla porta.
   Henry, chino allo scrittoio, la lampada da tavolo accesa davanti a sé a illuminare un vecchio libro, non aveva neppure alzato gli occhi dalla pagina ingiallita che stava leggendo.
   «Se quando torni sono a letto, vedi di non fare rumore e di non disturbarmi» aveva detto, con il solito tono indifferente che, negli ultimi anni, era stato il solo che gli avesse riservato.
   «Stai tranquillo, papà, non ti disturberò mai più» aveva pensato Indy, reprimendo a stento la collera.
   Così, si era avviato nella notte, diretto verso il lontano confine.
   Aveva attraversato l’Arizona viaggiando a scrocco sulle carrozze dei treni merci in compagnia di altri vagabondi e, dopo alcuni giorni, passando lontano dalla dogana per non dover dare complicate spiegazioni agli agenti di confine, era finalmente entrato nel deserto di Sonora. In quel momento si era sentito euforico come poche altre volte gli era capitato, perché stava andando incontro all’ignoto da solo, potendo contare solamente su se stesso. Si era sentito un uomo, completo nella sua essenza, ancora più di quanto si fosse sentito tale quando aveva fatto per la prima volta l’amore con Caroline.
   Subito, però, aveva imparato una nuova lezione, che gli sarebbe stata molto utile, in futuro: mai spostarsi in luoghi sconosciuti senza prima essersi informati a fondo sulle situazioni politiche del luogo. Il mondo è un luogo ostile, non adatto agli sprovveduti e ai faciloni.
   Il Messico, infatti, era in preda ai fermenti della rivoluzione. Le violente battaglie tra gli uomini di Pancho Villa e i vecchi e ostinati sostenitori del deposto dittatore Victoriano Huerta erano all’ordine del giorno. E Indy, suo malgrado, si trovò a transitare proprio in mezzo a uno di questi scontri.
   «Dannazione!» esclamò, mentre i colpi dei fucili gli esplodevano tutto attorno, sollevando nubi di polvere e spandendo tutto attorno schegge di pietra frantumata.
   Provò a trovare rifugio dentro una vecchia casa diroccata, sperando di passare inosservato, ma alcuni uomini a cavallo si gettarono al suo inseguimento. In quel momento più che mai, Indy comprese che cosa avesse voluto dirgli Roosevelt, quando gli aveva insegnato l’importanza di avere sempre con sé un’arma e di saperla adoperare al meglio.
   «Fermo dove sei o sei morto!» gli intimò un uomo corpulento e con i baffi a manubrio, parlando con un forte accento francese.
   Indy cercò di fare dietrofront, ma ormai i cavalieri lo avevano circondato.
   «Caricatelo sul carro e portatelo dal comandante!» comandò sbrigativo l’uomo con i baffi a manubrio.
   Rassegnato, Indy si lasciò legare i polsi e portare via. La sua grande avventura in Messico era partita davvero male.
   Così, da quel giorno, per avere salva la vita, fu costretto controvoglia a tramutarsi in un guerrigliero, diventando nientemeno che un rivoluzionario messicano al servizio di Pancho Villa. Chissà che cosa avrebbe detto suo padre, se avesse scoperto quello che ne era stato del figlio a cui aveva ordinato di non fare rumore rientrando!
   Imparò a parlare la lingua quechua, molto diffusa tra i guerriglieri, e cominciò a vestire come i suoi nuovi compagni, indossando un poncho di lana colorata; ma non rinunciò mai al suo cappello, preferendolo ai larghi, e a suo dire scomodi, sombreri che utilizzavano gli altri. E neppure, per quanto comprendesse il loro punto di vista, abbracciò mai gli ideali socialisti che animavano i rivoluzionari.
   Per fortuna, l’uomo che lo aveva arrestato si rivelò essere un affabile e bonario cuoco belga di nome Remy Baudouin, giunto in Messico alcuni anni prima per dimenticare il dolore di una vedovanza che lo aveva colpito troppo presto. E di conseguenza, sebbene in maniera tanto movimentata e inaspettata, Indy poté stringere con lui un rapporto di fraterna amicizia, e sperare di trovarvi quella figura paterna che non aveva più avuto da troppo tempo.
   
 
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