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Autore: Troi_ontheHellmouth    16/02/2021    2 recensioni
[Star Trek: Deep Space Nine]
Ezri Dax e Julian Bashir vivono la loro routine familiare, ma durante una missione accade qualcosa che allontanerà la donna dalla propria vita.
Questa fanfiction è il sequel di “Vicinanza” e fa parte della mia serie su Julian ed Ezri, che si svolge dopo il finale di Deep Space Nine, ma può essere letta anche indipendentemente dalle precedenti. E’ ambientata a Settembre 2379.
Genere: Family / Drama / Violence
Pairing: Julian Bashir / Ezri Dax
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezri Dax, Julian Bashir, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The doctor and the counsellor'
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[Star Trek: Deep Space Nine]
Ezri Dax e Julian Bashir vivono la loro routine familiare, ma durante una missione accade qualcosa che allontanerà la donna dalla propria vita.
Questa fanfiction è il sequel di “Vicinanza” e fa parte della mia serie su Julian ed Ezri, che si svolge dopo il finale di Deep Space Nine, ma può essere letta anche indipendentemente dalle precedenti. E’ ambientata a Settembre 2379.
 
Genere: Family / Drama / Violence
Pairing: Julian Bashir / Ezri Dax

 
Alla deriva
 
 
Nel proprio alloggio su Deep Space Nine, Ezri rispose ad una comunicazione subspaziale.
 
Un uomo Trill apparve sullo schermo del computer e la salutò: “Ciao Ezri.”

La ragazza fu stupita che suo fratello Janel la contattasse, non avveniva praticamente mai.

“Ciao, è tutto a posto?” Gli chiese subito.

“Si va tutto bene, non preoccuparti, tu e la tua famiglia tutto ok?”

“Si, stiamo bene. Dimmi Janel.”

“Devo solo darti una notizia, una buona notizia.”

“Di cosa si tratta?”

“Ti ricordi di Viàsi?”

Viàsi era stata la ragazza di Janel per diversi anni ai tempi del liceo.

“Certo, era dolce... Giocavamo insieme a kadis-kot e parlavo con lei di una mia cotta.”

“Ma avevi tipo... quattordici anni al tempo.”

“Si, e quindi? Era solo una cotta.” Ezri scrollò le spalle.

“Lasciamo stare, preferisco non saperne altro. Dunque, da circa sei mesi abbiamo ricominciato a frequentarci, non ci è voluto molto perché tornassimo insieme, provavamo ancora dei sentimenti l’uno per l’altra.”

“È davvero una bella notizia, mi fa piacere.”

“Grazie, non è tutto, abbiamo deciso di sposarci.” Disse Janel con un ampio sorriso, lui che di solito era un tipo abbastanza serio.

“Ma è fantastico!”

“Di certo non me lo aspettavo, se me lo avessi chiesto sei mesi fa non l'avrei mai detto. Ovviamente siete invitati al matrimonio, sarà fra quattro mesi su Trill.”

“Verremo con molto piacere.”

“E finalmente conoscerò di presenza mio nipote.”

“Sarebbe anche l’ora e così anche mamma e papà lo conosceranno. È qui, vuoi fargli un saluto?”

“Certo.”

Ezri si rivolse al figlio, che stava giocando vicino a lei: “Zano vieni a salutare.”

“Ciao Zano.” Lo salutò Janel.

“Ciao.” Disse Zano, timidamente.

“Lui è tuo zio Janel. È mio fratello.”

“Fra qualche tempo ci conosceremo.”

“Ok zio.” Disse il bambino.

Dopo aver salutato il piccolo, Janel le chiese: “Potresti interessarti per un permesso per Norvo? Sarebbe bello se potesse venire al matrimonio.”

“Si, assolutamente, farò tutto il possibile.”

“Ti farò sapere data e luogo precisi al più presto.”

“Ok. Salutami Viàsi e fai anche a lei i miei auguri.”

Zano tornò a giocare e Janel disse alla sorella: “E' un bambino fantastico... nonostante sia metà alieno!”

“Janel...”

“Stavo scherzando.”

“Beh io non sono permalosa, ma per favore evita di scherzare su questo in presenza di Julian.”

“Perché? Lui è permaloso invece?”

“No, solo che suo padre ha detto una cosa del genere una volta e lui ne è rimasto turbato, ed anche dispiaciuto per me.”

“Ok, comunque, anche se non l'ho ancora incontrato, sappi che tengo tanto a Zano.”

Ezri gli sorrise in risposta, prima di salutarlo e interrompere la comunicazione.
 
Zano vide su un DiPADD una rappresentazione grafica di un simbionte e chiese cosa fosse.
 
“E’ un simbionte.” Gli rispose sua madre.
Ezri pensò che fosse giunto il momento di spiegargli che i Trill possono essere uniti:
“Lo sai che io sono della specie Trill e papà della specie Umana, così tu sei per metà Trill e per metà Umano.”
 
“Si. I Trill hanno la macchie.”
 
“Giusto, tutti i Trill hanno le macchie ed alcuni Trill, non tutti, possono unirsi ad un simbionte, è un'altra forma di vita che vive sul nostro pianeta. Io sono unita al simbionte Dax, è per questo che porto anche il suo nome.”
 
“E dov’è Dax?”
 
“Qui, dentro di me.” Ezri si toccò la pancia.
 
“Ciao Dax.” Disse il bambino ed Ezri gli fece una carezza.
 
**
 
Il giorno seguente, quando Julian andò a prendere Zano all’asilo, lui gli chiese:
“Papà quando arriva il fratellino?”
 
Julian rimase stupito. “Quale…? Perché questa domanda?”
 
“Jennifer mi ha detto che quando c’è un fratellino nella pancia di mamma poi nasce.”
 
“Si è vero, ma ora non c’è un bambino nella pancia della mamma.”
 
“Me l’ha detto mamma.”
 
Bashir naturalmente pensò che si potesse riferire al simbionte, ma gli venne comunque il dubbio; l’iniezione contraccettiva aveva un’efficacia affidabile ma, anche se molto raramente, poteva accadere un’anomalia nella somministrazione o nell’effetto.
 
Quando arrivarono al loro alloggio Ezri era già a casa e li salutò, Julian ricambiò e le chiese, esitante:
“Ezri c’è qualcosa che devi dirmi?”
 
“In effetti, si… In realtà non me lo aspettavo assolutamente, è stata una bella sorpresa.” Disse lei.

Julian iniziò a sudare freddo per la tensione e l'emozione, pensò fosse dunque vero che aspettassero un altro bambino.

“Janel si sposa, siamo invitati al matrimonio su Trill fra quattro mesi.” Lo informò Ezri.

“Oh, ottima notizia, dovremo organizzarci per andare... ma adesso preferirei parlare di quell'altra questione.”

“Quale?”

“Quella che ci riguarda.”

“Julian non capisco.”

“Che sei incinta.”

“Cosa?”

“Non era questo che volevi dirmi?”

“Cosa te lo fa pensare? Capisco che sei un medico, ma se aspettassi un bambino, che tu possa saperlo e io non ne abbia idea mi sembra comunque difficile.”

“Zano ha detto che...” Cominciò Bashir, ma realizzò il malinteso. “Zano mi parlava di un fratellino, mi ha chiesto quando nascerà.”
 
Ezri scosse la testa e si rivolse al bambino: “Zano come mai hai chiesto di un fratellino?”
 
“Ho detto a Jennifer che la mia mamma ha una creatura nella pancia e Jennifer dice che è un fratellino o sorellina, ma io voglio un fratellino.”
 
“Stai parlando di Dax. Non è un bambino, è un simbionte, è già nato molto tempo prima di tutti noi e rimarrà dentro di me.” Spiegò Ezri a Zano.
 
“Allora niente fratellino?”
 
“No tesoro.” Gli rispose Ezri, con delicatezza.
 
“Allora posso avere un cucciolo?” Chiese guardandoli speranzoso con i suoi occhi azzurri.
 
“Ci penseremo su.”
 
“Ok.” Il piccolo andò a giocare e Julian si rivolse ad Ezri, imbarazzato:
“Naturalmente avevo capito che si riferisse al simbionte… ”
 
“Si? Avresti dovuto vedere la tua faccia.”
 
“Perché?”
 
“Avevi un’espressione piena di terrore misto ad incredulità.” Disse, divertita.
 
“E’ solo che crescere un bambino è un compito molto impegnativo e se dovessimo averne un altro preferirei deciderlo prima, come abbiamo fatto per Zano. Anche se in realtà non sono molto propenso all’idea di avere un altro figlio… tu?”
 
“Non particolarmente, specialmente non adesso.”
 
“Bene, cioè… ok. Scusa.” Julian si strinse nelle spalle.
 
“Non scusarti, capisco perfettamente… e condivido il tuo pensiero.” Lo rassicurò lei accarezzandogli una guancia.
 
Julian fu sollevato che anche Ezri la pensasse come lui sull'argomento e che parlarne non avesse causato incomprensioni.
 
**
 
Quando quella sera andarono a letto Dax si avvicinò a Julian.
 
“Ezri, hai i piedi freddi!” Si lamentò lui.

Lei fece una mezza risata, poi disse: “Credevo adorassi i miei piedi.”

“Li adoro, ma in questo momento sono due stalattiti.”

“Accarezzameli con i tuoi, così si scaldano presto.”

“E va bene.” Julian iniziò a muoversi strofinando le piante dei piedi sul dorso di quelli di Ezri e poi ripetendo il movimento sotto di essi.

“Invece di lamentarti potresti indossare delle calze per dormire.” Gli disse la ragazza.

“Non ne ho bisogno, di solito. Dimmi una cosa, tuo fratello deve proprio sposarsi a gennaio?”

“Perché?”

“Ci sarà freddo.”

“Ma no, a gennaio è estate nel distretto di Trill da cui proveniamo.”

“Grazie al cielo!”

“Non ti sei mai lamentato così del freddo, né della mia temperatura corporea.”

“Mi lamento solo quando i tuoi piedi sono così ghiacciati.”
 
Ezri gli diede un bacetto sulle labbra e gli augurò buonanotte, prima di mettersi a dormire.
 
**
 
Il giorno seguente, ad inizio turno, Sisko disse ad Ezri: “Dax, sei in ritardo, ma forse posso giustificarti, Jennifer ci ha raccontato un'interessante notizia che ha avuto da Zano, devo per caso farti le congratulazioni, vecchio mio?”

“Se vuoi congratularti per il fatto che io abbia Dax sei in ritardo di qualche anno.” Rise Ezri.

“Dax?”

“Zano in realtà si riferiva al simbionte, i bambini si sono un po' confusi. Temevo che rimanesse più deluso, invece al posto di un fratello adesso vorrebbe un cucciolo.”

“E lo avrà?”

“Stiamo temporeggiando per ora, sperando che lo dimentichi.”
 
“Buona fortuna.” Disse Sisko, sorridendo.
 
**
 
"Diario del Capitano, data stellare 56691.76:
Siamo in rotta per il sistema Merak per fornire della tecnologia utile ad un pianeta della Federazione, passeremo alcuni giorni in orbita attorno al pianeta e dovremmo concludere la missione in breve tempo."
 
**
 
Durante la missione la Defiant venne attaccata e quando i suoi scudi furono neutralizzati; Dax e l'Ufficiale Scientifico, il Guardiamarina Jones - che si trovavano entrambi in plancia - vennero teletrasportati via da parte della nave ostile.
Ro prese il timone, ma anche i motori erano fuori uso, secondo O'Brien ci sarebbero volute diverse ore per ripararli. Sisko gli ordinò di mettersi subito all'opera a quel fine, insieme allo staff della Sala Macchine.
 
Dax e Jones si erano rimaterializzati in una cella, la cui uscita era chiusa da un campo di forza.
 
“Guardiamarina, siamo stati teletrasportati entrambi.” Osservò Dax.
 
“Sembra di si.”
 
“Non vedo altre celle, chissà se hanno preso anche altri membri dell'equipaggio oltre a noi.” Disse Ezri.
 
“Stanno entrando in curvatura.” Disse il giovane, avvertendo il classico spostamento d'aria e il lieve rumore dell'attivazione della velocità superiore a quella della luce.
 
“La Defiant sicuramente li inseguirà.”
 
“Jones a Defiant: rispondete.” Lui provò ad usare il comunicatore ma la comunicazione non si avviò.
 
“Probabilmente c’è una qualche inibizione delle comunicazioni attiva.” Disse Dax.
 
“Già, ho voluto tentare.”
 
“Ha fatto bene.”
 
“Cosa vorranno da noi?” Chiese il Guardiamarina.
 
“Difficile dirlo al momento.”
 
Dax e Jones si sedettero sulle brande della cella. La nave non subì altri colpi, si chiesero a quel punto se la Defiant fosse stata impossibilitata a seguirli.
Dopo delle ore arrivò un uomo della specie Boslic, sulla cinquantina, dall’aspetto rude, con capelli neri lunghi e barba incolta, seguito da due uomini, uno Orioniano ed un altro Boslic.
 
“Sono il Comandante Dax, a quale scopo ci avete catturati?” Disse Ezri.
 
“Qui le domande le faccio io.” Rispose l’uomo dai capelli lunghi: “Prendete lui.” Disse rivolto alle guardie, riferendosi a Jones.
 
“Sono io l'Ufficiale Superiore, sono responsabile del Guardiamarina, dovreste portare via me.”
 
“Sei coraggiosa ad offrirti ma dobbiamo interrogarlo, poi toccherà anche a te, non essere impaziente.”
 
Jones diede un'occhiata ad Ezri, ringraziandola silenziosamente per essersi fatta avanti.
Quando disattivarono il campo di forza per prendere il ragazzo, li tennero entrambi sotto tiro con dei fucili a particelle, gli tolsero i comunicatori e li scansionarono con un metal detector che rilevò la collana che indossava Ezri sotto l’uniforme, era quella che le aveva regalato Julian per un suo compleanno; le chiesero di consegnargliela e lei, riluttante, eseguì, stessa cosa fecero con l'anello nuziale.
 
“Che informazioni volete?” Insistette Dax, dato che stavano per interrogare Jones.
 
“Ho detto niente domande, non ti è abbastanza chiaro?”
 
L'uomo spintonò Ezri, che si morse il labbro inferiore però evitò di reagire.
 
“Comandante...” Disse Jones e scosse la testa per placarla, non voleva che rischiasse inutilmente.
 
Quando andarono via riattivando il campo di forza Ezri sospirò con frustrazione. Iniziò a cercare qualche punto debole della cella da poter sfruttare per fuggire.
Dopo qualche minuto iniziarono le grida, strazianti, provenienti da una stanza vicina. Jones urlava di dolore, senza dubbio lo stavano torturando. Il panico minacciò di impadronirsi di Ezri, al pensiero di ciò che stava accadendo e che lei sarebbe stata la prossima, ma lo scacciò continuando in maniera razionale a cercare una via di fuga. Non sembravano esserci telecamere a sorvegliare la cella, così almeno i suoi tentativi non sarebbero stati osservati e bloccati sul nascere.
 
“Capo, mi servirebbe davvero il suo aiuto in questo momento.”
Mormorò Ezri, armeggiando con i circuiti dentro il vano che aveva scoperchiato, vicino alla porta, fortunatamente aveva le mani abbastanza piccole da potervi accedere.
 
Dopo un tempo interminabile le urla cessarono, Ezri si affrettò a rimettere a posto il piccolo pannello che aveva rimosso per accedere ai circuiti. Non era riuscita a manometterli ed aprire la porta, ma adesso ne sapeva certamente di più e aveva intenzione di ritentare quando sarebbe stato possibile.
Come aveva previsto, le guardie e l'uomo ritornarono, trascinando Jones e lo buttarono di nuovo in cella.
 
“Ho dovuto smettere, ha perso i sensi e non avrebbe più potuto rispondere alle mie domande... non che lo stesse facendo.” Disse l'uomo, che aveva la casacca sporca di sangue e Jones aveva diverse ferite.
Il Boslic si rivolse a Dax: “Comunque io sono Markin e, come avrai capito, questa è la mia nave e tutto quello che c’è al suo interno… è mio, inclusi voi due. Adesso sono stanco, a te penserò domani. Dategli dell'acqua e qualcosa da mangiare, non vorrei che si indebolissero a tal punto da non resistere agli interrogatori.” Ordinò alle guardie e andò via.
 
**
 
"Diario del capitano, supplemento:
mentre rientravamo dal sistema Merak siamo stati attaccati, senza provocazione, da un vascello Boslic, abbiamo risposto al fuoco ma hanno messo fuori uso i motori e gli scudi. Le riparazioni richiederanno alcune ore, non appena i sistemi saranno di nuovo funzionanti ci metteremo alla ricerca dei nostri due membri dell’equipaggio, il Comandante Dax e il Guardiamarina Jones, che sono stati teletrasportati dalla nave aliena e portati via, con destinazione sconosciuta. Intanto abbiamo contattato il governo Boslic, il quale ci ha riferito che quella nave non fa più parte della loro flotta da anni."
 
**
 
Una volta che ebbero riparato i motori si misero sulle tracce della nave che li aveva attaccati.
 
“La traccia di curvatura svanisce in questo punto, è come se avessero attivato un qualche dispositivo per far perdere le loro tracce.” Disse O'Brien.
 
Bashir stava seduto in plancia, alla sua postazione, vicino a quella di O'Brien e la sua tensione era evidente. Se avesse potuto farlo, avrebbe camminato avanti e indietro ma si era rassegnato a stare seduto, muovendo nervosamente su e giù una gamba:
“Deve esserci un modo per rintracciarli.”

“Ci sto lavorando.” Rispose O’Brien.

“Intanto avviamo un'analisi con i sensori a lungo raggio, voglio monitorarla io, così lei può dedicarsi a scovare la traccia di curvatura.” Ordinò Sisko.

“Sissignore.”

“Posso fare qualcosa anch'io?”

“Non mi viene in mente altro per il momento... Julian stiamo facendo tutto il possibile, li troveremo.”

Il dottore annuì. Era preoccupatissimo per Ezri, anche per Jones, certo, come lo si potesse essere per un collega che si conosceva appena. Si chiesero cosa potessero volere da loro e perché avessero preso proprio loro due.

**

Ezri si avvicinò al collega, lo avevano lasciato riverso sul pavimento e perdeva sangue da diversi tagli, fu sollevata di notare che respirasse ancora. Cercò di spostarlo sulla branda più vicina e con qualche difficoltà ci riuscì.
Nella cella c'era una porta scorrevole che portava ad un minuscolo bagno. Ezri aveva già provato ma non arrivava acqua dal rubinetto, avrebbe voluto usarla per pulire le ferite di Jones.
Si spogliò della parte superiore dell'uniforme solo per il tempo occorrente a togliere la maglia intima grigia. La strappò in più pezzi, ricavandone delle bende improvvisate con le quali gli tamponò le ferite e le fasciò. Poi, non avendo null'altro da poter fare, si distese sull'altra branda e cercò di riposare, ma era molto irrequieta. Pensò a cosa potesse provare in quel momento Julian, non sapendo che fine lei avesse fatto.
Portarono del cibo e Jones riprese i sensi, Ezri gli chiese come stesse e lo incoraggiò a mangiare qualcosa.

Lui rispose che era stato meglio altre volte, poi disse: “Non credevo che ai prigionieri dessero veramente pane ed acqua!” Tentando di fare una battuta.

“Perlomeno c’è anche questa carne essiccata, o qualunque cosa sia. Ho già dato un’occhiata al circuito del campo di forza della cella, dobbiamo provare a disattivarlo. Riesce a camminare, ce la farebbe a scappare?”

“Si, devo farcela, non voglio subire di nuovo le vessazioni di quei sadici e non voglio che le subisca anche lei.”

Quando supposero che fosse notte sulla nave, e difficilmente le guardie sarebbero venute a prendere i piatti vuoti, Ezri disse: “Mettiamoci a lavoro.”

La ragazza riaprì il pannello, sarebbe servito un qualche attrezzo per estrarre dei cavi ottici ma non ne avevano a disposizione. Jones cercò di tirare via un pezzo della branda, ma non fu possibile nemmeno calciandola con la pianta del piede. Ezri gli aveva consigliato di tenere comunque il sottile materasso sopra prima di colpire o avrebbe fatto più rumore, attirando le guardie.
 
“Niente da fare, non si rompe. E' pur vero che una volta usciti da qui saremmo comunque disarmati.” Disse il giovane.

“Dobbiamo ideare un piano, o non andremo lontano.”
 
Passarono il resto della notte pensando ad elaborare un piano e cercando di dormire un po'.
 
**
 
Il giorno dopo le guardie li condussero alla stanza in cui era stato torturato Jones. Spinsero Ezri giù per le spalle per farla sedere su una sedia, ad una scrivania, opposto a lei si sedette Markin. Jones si trovava un po' più distante, a lato.

“Ad ogni domanda a cui non risponderai, lui perde un pezzo.” Disse l'uomo ad Ezri. “Quante navi ha assegnato la Flotta Stellare al sistema Turkana?”

“Non lo so.” Rispose lei, sinceramente.

“Procedete.”
 
Uno degli uomini di Markin, mentre l’altro lo teneva fermo, usò delle pinze su Jones e gli estrasse brutalmente un dente.



“Allora? Rispondi.” Insistette Markin.
 
“Non abbiamo queste informazioni, io sono Comandante ma non conosco questi dati, non lavoro al Comando della Flotta Stellare.”

Markin fece un cenno e l’uomo estrasse un molare a Jones. Dax provò un'enorme pena per il Guardiamarina, il quale non poté evitare di urlare per il dolore.

“Ezri Dax, devi parlare.”
 
“Sono delle informazioni che non ho. Vuoi che inventi le risposte?”
 
“No.”
Rispose Markin, prese il contenitore in cui erano stati depositati i denti e ne vuotò il contenuto in un suo palmo, si avvicinò ad Ezri e lasciò cadere i denti insanguinati sul tavolo davanti a lei. La ragazza si portò una mano a coprire la bocca e trattenne un conato di vomito. Era addestrata ad affrontare situazioni pericolose e difficili, ma le urla di Jones, quelle azioni cruente e la vista del sangue l'avevano portata quasi al limite della sopportazione.

“Chi è lui per te?” Le chiese Markin.

“Un collega.”

“Solo un collega?”

“Si.”

“Si, ti credo. Che peccato però, questo rende il tutto meno interessante. Se fosse stato un amico, un amante, torturarlo sarebbe stato più doloroso per te e più efficace per convincerti, ma evidentemente abbiamo sbagliato persona catturando lui.”

Markin si pulì la mano sporca di sangue sulla spalla dell’uniforme di Ezri, che strinse le labbra ma riuscì a rimanere stoica all'apparenza, mentre in realtà lo trovò orribile.

“Uccidetelo.”

“No, fermi! Cosa ci guadagneresti ad ucciderlo?”

“Non ho che farmene.”

“E allora lascialo andare, lascialo su un pianeta, ovunque.”

“Non è possibile, rischierei facendolo. Eliminatelo.” Ordinò ed una delle guardie sparò con il fucile a particelle a Jones, che morì sul colpo.

Ezri strinse gli occhi, quel povero ragazzo era morto davanti a lei, senza che potesse fare niente per evitarlo. Egoisticamente ringraziò gli Dei che quegli individui non avessero catturato Julian, che non avesse subito lui quelle torture e fatto quella fine.

“Lui portatelo via e disintegrate il corpo, lei di nuovo in cella. Ci vediamo, cara Dax.”

**
 
Julian aveva passato la notte insonne, avevano cercato per tutto il tempo, senza alcun successo. Sisko era stato contattato dal Comando della Flotta Stellare con ordini di impegnare immediatamente la Defiant in una missione urgente. Julian chiese di poter continuare le ricerche con un runabout ed O'Brien si offrì di andare con lui. Il Capitano Sisko acconsentì e i due uomini partirono, mentre la Defiant si allontanò nella direzione opposta.
Dopo alcune ore, Bashir era ancora irrequieto e non riusciva a stare fermo.
 
“Non sono un medico ma sembra che tu abbia un caso acuto di febbre da cabina.” Disse Miles, sarcastico.
 
“Vorrei che lo fosse.”
 
“Agitarti così non risolverà nulla, tieni d'occhio le letture dei sensori.”
 
“Ok.” Acconsentì lui e si sedette alla postazione per farlo. “Cosa devo cercare di preciso?”
 
“Qualunque cosa di insolito.”
 
**

Il giorno seguente le guardie condussero nuovamente Ezri alla stanza in cui avevano torturato e ucciso Jones, lei oppose resistenza e li colpì, ma non ottenne grandi risultati, non avendo abbastanza forza in confronto a loro.

“Siediti.” Le disse Markin e lei lo fece.

“Suppongo che adesso tocchi a me.” Considerò lei.

“Potrebbe, ma non vorrei rovinare il tuo bel faccino.”

“Mi lusinghi.” Disse Ezri, con sarcasmo.

“Questa tua attitudine sfacciata invece voglio proprio rovinarla. Sai già che mi chiamo Markin, ma siccome mi piaci puoi chiamarmi Mark, ok?”
 
“Ok… Mark.” Disse Ezri esitante, accontentandolo su quel punto, per evitare eventuali ripercussioni.
 
“Non hai le informazioni che vi ho chiesto, dimmi qualcos'altro allora, sei una Trill unita, raccontami dei tuoi precedenti ospiti.”

“Non vedo come potrebbe interessarti.”

“Mi interessa molto invece, intrattienimi.”

“Se non volessi?”

“Dovrò rovinare quel bel faccino.”

“Sinceramente, preferirei evitarlo.”
 
“Se ti comporterai bene avrai delle ricompense. Potrai fare una doccia calda e avere un cambio di vestiti, avere un pasto decente.”

“Comportarmi bene, significa non prendere a pugni le tue guardie?”

“Anche, e passare del tempo con me, raccontarmi ogni giorno qualcosa dei precedenti ospiti di Dax, ad esempio. Essere collaborativa.”

La ragazza rabbrividì al tono dell’ultima parola, aveva l'impressione che essere collaborativa implicasse essere disposta a fare qualcosa di spiacevole, ma non aveva avuto particolare indicazione da lui a quel riguardo, aveva solo un presentimento.

Il suo carceriere proseguì: “Pensaci su, fra un’ora tornerò e mi farai sapere cosa hai deciso.”
 
Trascorsa l’ora, durante la quale lei ci rifletté, l’uomo tornò e le chiese una risposta.
 
“Va bene, ti racconterò dei precedenti ospiti.”
 
“E allora racconta.”
 
“Vediamo… Lela è stata il primo ospite di Dax...”
 
**
 
Bashir e O'Brien, dopo alcuni giorni, dovettero rassegnarsi a interrompere le ricerche e tornare sulla stazione, Julian aveva comunque già in mente un altro modo per tentare di trovare Ezri.
 
Sulla nave di Markin l’accordo andava avanti ormai da alcuni giorni. Ezri lo paragonò alla storia di Sherazad, della raccolta di racconti terrestre Le mille e una notte, che aveva intrattenuto il sovrano raccontando una storia ogni sera, per rimandare la propria morte.
In cambio di ciascuna storia Markin le aveva dato qualcosa: un cuscino, una coperta, la possibilità di fare una doccia, un cambio di vestiti, un pasto abbondante. Ad Ezri non piaceva quella situazione ma le stava permettendo di guadagnare tempo e di tenere a bada quell'uomo.
Una notte la ragazza, non riuscendo a dormire e con il pensiero sempre rivolto a suo figlio e suo marito, sentì le guardie parlare fra loro.

“Dopo che avrà finito con lei venderà il simbionte sul mercato nero.”

“E finalmente noi avremo la nostra parte di guadagno.”

“Spero si stanchi di lei presto, così non dovremo più farle da balia.”

Alcuni Trill, le cui richieste di unione erano state respinte dalla Commissione Simbiosi, erano disposti a tutto pur di ottenere un simbionte per sé, anche ad acquisirlo illegalmente. Ezri capì quanto anche la più tenue speranza che l'avrebbero lasciata in vita fosse vana e decise che non avrebbe collaborato più, nemmeno quel poco che lo aveva fatto.


La volta successiva Markin le chiese, come di consueto: “Dax, raccontami un'altra storia di un precedente ospite, come al solito in cambio avrai una ricompensa.”

“Non lo farò più, non farò più niente di ciò che mi chiedi.”

“Avevi acconsentito, perché hai cambiato idea? Non credo che finirai presto le storie, hai secoli di vita da raccontare!”

“Morirò comunque, quindi non ha senso continuare così.”

Anche la speranza che qualcuno avrebbe potuto salvarla era ormai diventata quasi inesistente e non vedeva modo di attuare una fuga. La parte più logica di lei la esortava a resistere il più a lungo possibile, sperando di fuggire o in un salvataggio, mentre la parte ribelle non aveva più intenzione di accontentare quel sadico.
 
“Cosa ti fa pensare che morirai?”
 
“Prenderete Dax, di conseguenza io morirò.”

“Che ne sai ragazzina? E’ vero, ti ho rapita per Dax, ma potrei sempre cambiare idea… non tollero questo comportamento.”
 
“Farai meglio ad abituarti.” Ribatté lei, in tono deciso.

“E' tutta vostra, datele una lezione ma non colpitela allo stomaco, non dobbiamo danneggiare il simbionte e non uccidetela o il verme potrebbe morire con lei.” Ordinò alle guardie.

Avrebbe permesso che lei morisse solo se e quando avrebbero estratto il simbionte per consegnarlo ad un compratore. Una volta uniti, l'ospite non avrebbe più potuto vivere senza il simbionte, e quest'ultimo, quando veniva estratto, avrebbe potuto sopravvivere solo venendo impiantato al più presto in un altro ospite.
Markin lasciò la stanza e le guardie picchiarono brutalmente Ezri, anche se lei tentò di colpirli un paio di volte ma non riuscì a farlo e neppure a proteggersi.
Alla fine la presero di peso e la riportarono in cella, lasciandola pesta e sanguinante su una branda.
Razionalmente, lei ammise a se stessa di aver fatto male a mettersi contro Markin, inoltre non era da lei abbattersi e gettare la spugna, ma le mancava la sua vita, la sua famiglia, il suo lavoro. Decise che avrebbe fatto tutto il possibile per tornare libera e rivedere i suoi cari e pianse finché non si addormentò.
CONTINUA...

Prosegui al secondo ed ultimo capitolo.  
   
 
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