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Autore: Arwen297    17/02/2021    0 recensioni
Quando si subisce la perdita di qualcuno che si ama, andare avanti con la propria vita mettendo da parte il futuro che si era pensato insieme e i ricordi che ci legano a quella persona può essere a volte molto dura.
Riuscire ad andare avanti e trovare un nuovo senso a tutto ciò che dovrà avvenire e trovare la forza di combattere anche, almeno che, non sia proprio la persona amata a dare un segnale e a spingerci a non arrenderci.
Raccolta di One-shot: sono leggibili separatamente senza problemi ma concorrono a fare una piccola trama comune, in quanto i personaggi sono gli stessi per tutti e tre gli scritti.
Storia partecipante al Contest Fiume - Acquarelli organizzato sul forum di EFP da Juriaka
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Ultimo Natale

 
Idea di Arwen297
Storia partecipante al contest Fiume "Acquarelli"
Prompt: Albero di Natale | fem-slash
Canzone “Mantieni il bacio” di Michele Bravi Nota bene: Il contenuto per quanto possa sembrare poco verosimile e impensabile ai più, può essere veritiero. Una mia conoscenza con questo genere di problemi di salute, aveva rapporti sessuali durante la chemio. Quindi i moralisti o le persone che si sentono urtate da questa scelta sono pregati di non leggere. Ogni persona reagisce a modo suo al cancro, non c'è giusto o sbagliato.
 
«Non importa quello che trovi sotto l’albero,
ma importa chi trovi intorno»
 
Il sole fuori sembra quasi rappresentare l’umore che stasera mi pervade all’idea di vederti a casa dopo mesi di terapie in ospedale e una montagna di esami giornalieri.
I medici hanno acconsentito a farti passare la Vigilia e il Natale a casa in compagnia delle persone che ti amano e che ti vogliono bene: le ultime analisi anche se non perfette sono comunque migliori di quelle precedenti e hanno acceso un piccolo barlume di speranza sugli effetti forse positivi che la chemio probabilmente sta avendo sul tumore.
Abbiamo deciso di festeggiarlo in quella che presto sarà la nostra futura casa, perché sono certa che la convivenza tra noi sarà solo rimandata a causa della tua malattia ma riusciremo a uscirne. Andra bene.
Ti guardo mentre ti perdi nelle palline dell’albero di Natale, nelle luci intermittenti e allegre che illuminano il salone quasi totalmente al buio, ma la cui penombra mi permette di ammirarti e osservarti.
I tuoi occhi non smettono mai di sorridere ed essere felici, entusiasti, come se fossi una bambina nel paese dei balocchi, da quando hai varcato la soglia di casa a pranzo con i tuoi genitori poco prima di mia sorella e dei miei, il sorriso ti si è dipinto sul volto e non ti ha più lasciato.
Abbiamo scelto di festeggiarlo tutti insieme, per te e nella casa che sarà nostra, per noi. Nessuno ha avuto dubbio su come passare il Natale quest’anno, grazie a te.
Ti osservo perderti sognante a guardare le palline appese all’albero, quelle stesse palline che abbiamo ordinato tra una terapia e l’altra in questi mesi di ricovero, nella speranza che tu questa sera potessi essere qui con me e passare questi due giorni con la tua famiglia.
Sorrido e mi rendo conto di quanto io sia fiera della forza con cui stai combattendo la tua battaglia e continuo a osservarti in silenzio.
Quasi spaventata all’idea di raggiungerti e rompere l’incantesimo che si è creato nella penombra causata dalle lucine delle decorazioni natalizie sparse per tutta la stanza.
 
«Questo silenzio sa di mille parole
ed io starei qui ad ascoltarti per ore»

 
Sorrido, e continuo a osservarti per un altro po’ prima di decidermi a raggiungerti e abbracciarti da dietro, passando le braccia intorno ai tuoi fianchi per stringerti forte a me. Quasi terrorizzata al pensiero che lasciando la presa tu possa svanire di colpo, senza poterlo evitare. Senza poterti fermare.
«E’ venuto più bello di quanto avrei potuto mai immaginare, Alessia». Commenti in un sussurro, sei sorpresa, davvero. Eppure io non avevo alcun dubbio della buona riuscita di quest’albero.
«Non avevo dubbio alcuno che sarebbe stato bello». Sussurro posandoti un bacio nell’incavo del collo, appena sotto al lobo, facendoti sentire delicatamente i denti. «Tutto ciò che è presente in questa stanza stasera, l’hai scelta tu…non poteva essere altrimenti». Concludo cercando il suo sguardo e sorridendole.
Sono felice.
Nonostante i tuoi capelli ambrati non ci siano più, basta vederti felice per esserlo e questa sera, la magia del Natale, mette del proprio.
Sorridi a tua volta, senza smettere di guardarmi e non riesco a resistere, e non riesco ad allontanarmi dalle tue labbra che sono vicine adesso alle mie.
Ti assaggio, con un breve bacio e un leggero morso.
Ritrovando il tuo sapore, diverso, da quello a cui sono abituata. Forse il Natale lo fa sembrare più dolce. Sai di vaniglia e cannella. Sai di quei biscotti di Pan di Zenzero che ti sei divorata letteralmente alla fine della cena, prima che i nostri ospiti se ne andassero per farci proseguire la serata tra noi.
«L’abbiamo scelta entrambe, abbiamo scelto entrambe tutto ciò che c’è qui in questa stanza». Specifichi, ed è vero: dovevamo andare a convivere se non ti fosse stato diagnosticato il cancro proprio poche settimane prima dell’inizio della nostra convivenza.
La casa è pronta, ma manchi tu. Manca la serenità da parte mia per poterci stare senza di te e allora abbiamo deciso di attendere il giorno che il tumore sarà svanito.
«Non vedo l’ora di poter condividere ogni singolo giorno con te, piccola». Ti bacio di nuovo e, dopo essermi staccata leggermente da te prendo la tua mano e ti faccio spostare fino al divano, invitandoti a sederti sulle mie gambe.
Tu esegui e poco dopo sei seduta a cavalcioni girata verso di me, nel tuo sguardo un velo di incertezza, forse di tristezza per quanto ho appena finito di dire.
«Cosa c’è bimba?». Ti chiedo, mantenendo basso il tono della mia voce, anche se so in parte quali possano essere i pensieri che improvvisamente turbano il tuo animo e me ne dispiaccio poiché, forse inavvertitamente, io stessa li ho causati.
«E’ solo che, penso ai progetti che avevamo e mi sembrano quasi appartenere ad un’altra vita, improvvisamente irraggiungibili, perché io Ale? Perché non cercare qualcun’altra con cui stare, una con la quale puoi essere davvero felice anziché soffrire per un qualcosa che probabilmente è inutile combattere». Mi guardi fissa negli occhi mentre e poi abbassi lo sguardo, quasi schiacciata dal peso e dal senso di colpa di essere proprio tu a stare con me.
«Ehi». Ti tiro verso di me abbracciandoti intorno alle spalle per tenerti stretta, i tuoi dubbi sono leciti. «Perché è con te che ho deciso di condividere il resto della mia vita». Mi allontano nuovamente, per guardarti sul viso un po’ arrossato, i tuoi occhi sono lucidi. «E niente potrà mai farmi cambiare a riguardo, sei quella che voglio al mio fianco, poiché sei tu e solo tu che rendi la mia vita più bella indipendentemente dal tuo stato di salute attuale. Con te io sono felice, mi hai resa felice ed è questo ciò che importa».
Porto le mie mani al tuo viso ad accarezzarti le guance e avvicino il mio viso al tuo per baciarti, un bacio lento con l’intenzione di osare di più questa notte: presa dalla consapevolezza di voler godere di ogni attimo che ci sarà donato, come se fosse l’ultimo.
 
«Non staccare le labbra neanche un solo secondo
E non farti distrarre dal rumore di fondo».
 
Faccio scivolare la mano dietro la tua nuca per tenerti delicatamente ferma e non farti allontanare da me, chiedo accesso alla tua bocca con un leggero morso e mi viene concesso, mentre tu stessa mi sfiori attraverso i vestiti, delicatamente, quasi con timore che io ti blocchi per dirti che non è il momento. E invece si, lo è.
Voglio rendere questa notte di Natale speciale, e voglio farlo insieme a te. Ti sfioro a mia volta attraverso i vestiti mentre continuo a baciarti e intanto faccio in modo di spostarti sul divano, raggiungendoti subito sopra di te.
Non importa tutto il resto, questa sera ci siamo solo io e te, il mondo e i medici sono chiusi fuori e lontani almeno per qualche ora, perché meriti di essere serena e amata come e più che prima.
Ti bacio nuovamente, dolce, lenta, senza fretta. Assaporando nuovamente il tuo sapore e il tuo profumo.
«No non allontanarti». Ti dico a fior di labbra appena sento che interrompi il contatto e sorrido. «Non pensare a niente, solo io e te, niente altro». Ti dico, riprendendo il bacio, un bacio che vorrei essere eterno e senza interruzioni. Perché è questo che meritiamo entrambe, anche se dentro di me in fondo so che probabilmente non sarà possibile voglio crederlo almeno per un po'.
 
«E senti solo il cuore, e il male non esiste più
E non c'è più dolore, soltanto io, soltanto tu»
 
Cerco di nuovo le tue labbra mentre le tue mani accarezzano la mia pelle, ormai nuda ed esposta al tuo tocco, mi accarezzi delicata il seno, stringendolo appena, accendendo il mio corpo e i miei sensi, accendendo quella voglia che ho di te passata in secondo piano da quando sono costretta su quel letto di ospedale.
Ma ciò non vuol dire che io non ti voglia, anzi. Mi spogli, rendendomi nuda contro di te e la tua pelle, libera a sua volta. Ti muovi sopra di me, e sento il tuo calore, il nostro odore.
Mi baci e cerchi di rassicurarmi, come se avessi sentito pensieri e turbamenti mal celati dietro a quella frase uscita timida e sussurrata e il mio cuore perde un battito a sentirti sopra di me, intorno a me, ma soprattutto dentro di me. Tu forse non lo sai, ma sei uno dei pochi motivi che nonostante la chemio e le poche speranze che i medici stessi hanno dato alle cure, mi spingono ad andare avanti.
Quando sono con te, quando siamo insieme, sembra che tutto il malessere dovuto al cancro e alle terapie svaniscano. L’amore, quello vero può davvero fare questo? Non lo so, ma con te sono felice e sembra quasi che la mia salute recuperi quando siamo insieme e questo mi basta.
Per ora.
Cerco le tue labbra, mascherando l’emozione che mi causano i tuoi occhi nei miei, mentre entri in me con le tue dita. Muovendoti lenta sopra di me, dentro di me.
Il mio corpo trema, improvvisamente più vivo di quanto non possa essere stato in queste settimane.
Il mio cuore, batte e posso sentire il tuo battere insieme a lui. Come se fossimo una cosa sola, arrivi in profondità con quelle dita e io ansimo, stringendoti a me.
Puntando le mie unghie sulla tua schiena, mentre lentamente esci per poi rientrare più veloce. Donandomi sensazioni ed emozioni che, a causa della terapia, pensavo quasi di aver totalmente dimenticato o che non sarebbero state più possibili.
 
«Questo silenzio sa di mille parole
Ed io starei qui ad ascoltarti per ore»
 
Sento il tuo respiro nel silenzio della stanza, cambiare seguendo il movimento che imprimo alla mia mano.
E ti guardo.
Guardo i tuoi occhi.
Il tuo seno che si muove al ritmo del tuo respiro, interrompendosi quando spingo di più.
Sentendoti che stai per cedere, che stai per crollare grazie a me.
La tua intimità parla chiaro, il tuo sguardo che mi cerca quasi affamato fa altrettanto. Le tue guance sono ormai rosse per il calore suscitato dai nostri movimenti.
Mi abbasso con il viso, assaggiando velocemente il tuo seno, mentre punto ad altro, senza togliere la mano da te.
Il profumo della tua pelle mi inebria, così come stanno facendo i tuoi sospiri, che appaiono quasi grida in questo silenzio in cui esistiamo solo io e te.
Scendo ancora, insinuando il mio volto tra le tue gambe, dandoti un bacio proprio lì, vicino a dove le dita entrano.
Ti sento gemere, ti sento spingere verso di me in una muta richiesta di continuare ciò che vorrei.
Appoggio le mie labbra nuovamente a te, muovendo la lingua in un idioma parlato che conosciamo solo noi, espresso nei tuoi gemiti che iniziato molto presto a riempire la stanza.
Accompagnando il mio agire e donandomi il tuo sapore.
Un sapore che amo ormai da anni, inconfondibile.
Ti vedo inarcare la schiena in uno spasimo profondo che sento arrivare sulla punta delle dita, segno che stai per venire.
Poco dopo sento il tuo piacere sulla mano mentre con le labbra ti infondo il colpo di grazia necessario a farti finire e cerco con il mio sguardo il tuo corpo e le tue forme, nella mia vista periferica, sbiadite dall’amore che provo nei tuoi confronti le luci intermittenti dell’albero di Natale a fare da sfondo mentre tu mi sorridi e sorrido a mia volta.
Mi sposto per tornare su di te, questa volta tranquilla, calma e ti bacio.
«Beh, non hai niente da dire sulla serata?». Ti guardo divertita mentre il tuo respiro lentamente si normalizza, so benissimo che avresti molto da dire ma che per non darmi soddisfazioni e ammettendo quanto sia brava in questi ambiti non lo farai; fino a qualche mese fa era così per lo meno, prima che entrassi in ospedale e le nostre vite stravolte.
 
«E se tu mi guardi
Me ne rendo conto
Che alla fine ogni volta
È solo l'amore che ci salva
Dalla ferita del mondo»
 
«Non potevo chiedere niente di meglio da questo Natale Alessia». Ti stringo sopra di me, perché è proprio quando smetti di possedermi che inizio ad amarti e voglio vivermi ogni singolo secondo che ci è concesso per stare insieme in vista di un futuro che potrebbe non essere quello che insieme abbiamo sognato.
Non so ancora se le terapie avranno effetto a lungo termine mandando in recessione completa il tumore o se, il mio leggero miglioramento, è solo uno specchietto per le allodole che porterà solo a illudere tutti coloro che mi stanno intorno, compresa te amore mio.
Ma non voglio fare brutti pensieri, non stasera che siamo insieme e che nonostante tutto sono felice di aver passato un Natale così, con tutte le persone a cui voglio più bene.
«Ti amo, Chiara». La tua voce interrompe ancora i miei pensieri, dopo qualche minuto di silenzio e sentirti dire queste parole provoca un battito più forte nel mio cuore, tu non sei una persona che lo dici continuamente, lo dici solo quando non riesci a trattenere più quello che provi e che senti dentro, questo fa sì che queste tue esternazioni siano una nuova sorpresa ogni volta, come se fosse la prima.
«Anche io». Ti stringo ancora più forte, temendo che sia tutto un bellissimo sogno e che in realtà io sia ricoverata in reparto anche questa sera, una parte di me sembra quasi crederci al fatto che sia un sogno e non la realtà questa giornata, ma cerco di non darle retta: in fin dei conti ciò che importa davvero è essere insieme a te.
Solo così riesco ad escludere maggiormente ciò che la vita mi ha riservato e sentirmi felice, cacciando via i sensi di colpa e i pensieri che mi affliggono continuamente: a volte sentendomi egoista per tenerti qui accanto nonostante la mia vita sia appesa a un filo, a volte desiderandoti più di ogni altra, con la consapevolezza che la tua stessa presenza a darmi la forza necessaria a combattere.
«Andrà tutto bene, vero?». Mi chiedi e io non so davvero cosa rispondere…andrà tutto bene? Non lo so, perché le terapie oggi fanno effetto e da domani potrebbero non farlo più e la mia condizione peggiorare rapidamente. Spero che vada tutto bene e che io vinca questa battaglia? Questo sicuramente sì.
«Se andrà tutto bene non dipende da noi, ma ti prometto che finché mi sarà concesso cercherò di passare tutto il tempo possibile con te, nel nostro futuro non ci sono certezze. Ma nel presente sì, noi siamo una certezza, basiamoci su questo, il futuro lo affronteremo quando diventerà presente».
Non so se questa possa essere una risposta accettabile, ma non riesco a darti certezze, sicurezze che nemmeno io avrò mai fino a quando i medici non mi diranno che il tumore non è più un pericolo, inutile illudermi e soprattutto illuderti; l’unica cosa che non ci illude è il tempo che possiamo passare insieme nonostante tutto.
Ed è questo il modo in cui voglio passare il mio tempo, insieme a te. Vivendo un noi.
 
«Mantieni il bacio
Oltre l'errore del tempo».


 
 
   
 
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