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Autore: Blue_Wander    17/02/2021    2 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Resa dei conti

 

Davanti a se trovò una stanza diversa da quella intravista da dietro la barriera ormai dissolta. Non si capacitò di questo, come era potuto accadere? Jungkook scorse una figura dietro la tenda ambrata che si trovava di fronte a lui, gli ricordava vagamente quando Lapislazzuli controllava Ignogan, sembrava come se ci fosse un uomo seduto sopra una poltrona, le sagome longilinee di due donne mantenevano due grosse foglie di palma e il principe ricordò di averne vista una poco dopo aver attraversato il cancello principale.

-Benvenuto nella mia dimora, Vostra Altezza.- cominciò l'ombra facendolo bloccare sul posto. -Devo ammettere che speravo di farti arrosto con la prima prova, ma sembri un tipo bello tosto. Ne sono sorpreso però non ti nascondo che sono anche curioso. Il mio palazzo è pieno di trappole.- Jungkook fece qualche passo avanti, ma dovette arrestarsi subito dopo: la scena davanti ai suoi occhi era diventata tremolante. La voce ricominciò a parlare e si accorse che aveva un suono simile a quello delle melodie di Seyun, quasi metallico. -Per arrivare al tuo trofeo dovrai superarne altre due. Di solito sono un numero molto più elevato, ma per te ne ho fatte costruire di così complesse che ti ci vorranno anni, secoli per superarle.

Quando Jungkook capì che la scena mostratagli non era reale questa era già sparita. Di nuovo vide l'atrio del palazzo. Non era la Sala del Trono come spesso accadeva, sembrava solo una stanza con tante porte. In effetti Topazio non aveva alcun bisogno di vedere i sudditi del regno, il principe si maledì per averlo anche solo pensato.

Il castello comunque era vuoto. D'istinto si portò una mano all'elsa della spada pensando ad un'imboscata, ma poi ricordò le parole della Gemma: non sarebbe mai stato così stupido a chiedere a qualcuno di affrontarlo in un corpo a corpo, sapeva che avrebbe vinto senza neanche impegnarsi troppo. Jungkook si era preparato a cose come quelle per tutta la sua vita, non si sarebbe mai sognato lontanamente di perdere in una simile prova. Si sforzò di ricordare cosa non aveva mai imparato a fare bene, ma non fece in tempo a trovare una risposta vera che la porta alle sue spalle si richiuse con un tonfo rumoroso. Una di quelle davanti a se invece si aprì e solo in quel momento si accorse che avevano tutte un decoro diverso, sembravano simili ai semi delle carte però non era molto sicuro che significassero qualcosa. Sospirò e la oltrepassò, il decoro su quella porta aveva il disegno dei fiori accompagnato da una targhetta dorata. “Sfera Spirituale: riconciliazione e grande tristezza

Senza ulteriori indugi proseguì e quella si richiuse subito dopo, come se lo stesse aspettando nelle profondità più recondite della sua anima.

 

Igolka e Nikta si misero sull'attenti quando videro la figura imponente dai lunghi capelli bianchi e un abito argentato con un lungo strascico entrare nella stanza. Myla non era una ragazza giovane come le altre che aveva visto, ma Veral non si sentì di considerarla anziana. Per certi versi le ricordava Nahua, la regina di Vellham, il Regno dell'Acqua. Anche il suo vestito sembrava quello di una persona di classe, ma da quello che avevano detto le due giovani sarte Myla non era altro che l'incaricata alla purificazione delle nuove arrivate. Ricordò quello che Seyun le aveva detto sulla regina di Vimana e Veral non poté fare a meno che collegare le cose: sapeva che non ci voleva un alto quoziente intellettivo per arrivarci, quindi era convinta di poter fare molto di più che giungere alla conclusione che quella donna era in realtà la vera sovrana.

Myla la guardò dall'alto solo per un poco, dopo girò il volto dalla parte opposta. -Lasciateci sole.- ordinò alle due ragazzine.

-M-ma Myla, non abbiamo ancora finito.- provò Igolka; Veral aveva capito che era la più innocente e dolce delle due. -Il Padrone vuole che il suo abito venga terminato per domani.- la donna nemmeno le guardò, così Nikta trascinò fuori l'altra sussurrandole qualcosa riguardo la possibilità di entrare più tardi e che comunque avrebbero dovuto sbrigare altre faccende come la scelta del modello e del tipo di punto per il confezionamento.

Quando fu certa che le due ragazzine furono abbastanza lontane, Myla si gettò sul pavimento e prese tra le sue le mani di Veral, i capelli e il vestito erano sparpagliati sulle piastrelle decorate. La giovane avrebbe trovato quella scena poetica, ma non riusciva a concentrarsi su quel tipo di cose. -Scappa.- le disse soltanto con sguardo addolorato.

Per l'altra fu abbastanza naturale rivolgersi a lei come se fosse rimasta la regina. -Maestà.- cominciò abbassando il capo. -Anche se volessi farlo non posso rischiare semplicemente aprendo quella porta e fuggendo tra i corridoi di un palazzo mai visto.

Lei sembrò stupita e allentò la presa sulle mani di Veral. -Nessuno mi ha più chiamata così da tanto tempo...- sospirò e gli occhi le si riempirono di lacrime. -Indossi l'abito di mia figlia.- in effetti avrebbe dovuto capire che per lei doveva essere singolare quella scena. Comunque decise che non le avrebbe raccontato tutta la storia, preferì solamente annuire. -Come hai capito che sono la regina? Myla è un nome comune in queste zone...

-Non conoscevo il vostro nome.- ammise così la castana, stringendosi nelle spalle. -Ma non è stato difficile, basta guardarvi per capire che siete differente. Topazio deve tenere molto a voi, dopotutto siete sempre la regina.

Myla deglutì. -Non mi ha mai soggiogata per davvero, il mio cuore ha sempre opposto resistenza. Il suo potere è limitato a chi non ha mai provato cosa vuol dire innamorarsi davvero.- sembrò fermarsi per poco, indecisa su come continuare. -Per questo cerca ragazze sempre più giovani.- la sua espressione cambiò radicalmente, ma non disse altro.

Il pensiero di Veral non poté non andare a Jungkook. Quindi le prove a cui sarebbe stato sottoposto servivano solo per capire quanto fosse forte il loro legame? Non sembrava essere una sfida facile, il principe non sapeva nulla su di lei, non aveva alcun motivo per cui avrebbe dovuto innamorarsi. Ma come poteva basarsi su quello? Lei lo avrebbe amato comunque come aveva sempre fatto. -Topazio sa che io sono innamorata di Jungkook.- solo dopo averlo affermato ad alta voce capì. -Ha bisogno che io lo veda ferirmi, che smetta di provare affetto nei suoi confronti.

Vide la regina annuire. -Sì, è così. Non è insolito, lo fa spesso, tutte le volte che c'è qualcuno disposto a combattere per una delle sue conquiste. Per il tuo principe però ha in serbo qualcosa che nemmeno io conosco.- le sfiorò una guancia. -Bambina, lascia che ti metta in guarda: Topazio è spietato e fino ad ora ha sempre ottenuto quel che voleva. Però se nel tuo cuore c'è speranza e amore, vedrai che non rimarrai soggiogata dal suo aspetto.

Solo pensare a quel viso le fece venire il mal di stomaco e così si ritrasse. -Non è solo questo!- un po' si pentì perché fu un gesto maleducato, ma lo sguardo di Myla non sembrava offeso. Evitò lo stesso di andare avanti e cambiò argomento. -Comunque non posso stare qui senza fare nulla in attesa di Jungkook. Non sono sicura nemmeno che lui sia qui, quindi non ho molta scelta se non quella di cavarmela da sola.

-Che cosa avevi in mente?- le domandò.

-Conoscete bene questo posto, no?- ricevette un verso di assenso come risposta. -Allora mostratemi ogni anfratto, ogni nascondiglio e passaggio segreto. Jungkook mi ha detto che ogni fortezza ne ha.

La regina si alzò in piedi e le porse una mano per aiutarla a tirarsi su. -Se qualcuno ci ferma rimani in silenzio e fa parlare me.- la castana non poté fare altro che annuire e seguirla fuori.

 

Jungkook si ritrovò in una stanza più o meno vuota. In realtà non capiva molto, c'erano tante bare di cristallo impolverate che emettevano una strana luce, ma il resto era buio e quindi ipotizzò che non ci fosse niente da vedere e che, di conseguenza, fosse vuota.

Ripensò alla targhetta sulla porta ma non riuscì a capirne il vero significato, che cosa avrebbe dovuto fare? A cosa alludeva con le parole “sfera spirituale”? Avrebbe dovuto smettere di farsi domande e cercare un modo per uscire da quella brutta situazione. Si voltò verso il punto in cui era entrato, ma la poca luce emessa non gli permise di vedere la porta o un'altra via di fuga. Anche se quella situazione era impensabile, non riusciva ad averne paura: Topazio sembrava un nemico differente da quelli affrontati fino a quel momento, però c'era qualcosa nei suoi modi che non lo spaventava completamente.

-Ti serva da lezione.- sentì provenire da quello che sembrava essere il fondo della stanza. -La prossima vota impara qual è il tuo posto!- in quel momento Jungkook trasalì. Non riusciva a vedere da chi provenisse quella voce, la stanza era così buia che gli sembrava essere in un tunnel sotterraneo pieno di piccole candele al lati del muro, però la trovò estremamente familiare. Sembrava quasi la sua.

-M-ma io non posso farci niente.- rispose un'altra, sembrava quella di un bambino così si decise a seguirla. Veniva dalla stessa direzione della prima, però non vedeva nessuno. -Pensavo fosse la cosa giusta da fare.- di nuovo venne pervaso dalla sensazione familiare precedente. -Io sono il principe.- giurò di aver sentito un rumore singolare, come di una scatola che si apre. -Il principe Jungkook.

Un paio di mani si attorcigliarono intorno al suo collo, le dita facevano pressione e si sentì mancare l'aria. Sfoderò la spada e provò a colpire il suo aggressore, non ebbe successo -non riuscì a sentire la lama contro un corpo vero e proprio- però quello lo liberò. Jungkook si voltò di scatto e vide se stesso, gli occhi iniettati di sangue e lo sguardo contorto in un ghigno soddisfatto. Osservò al di là delle spalle del suo clone: una delle bare era aperta, così si girò e quella dietro di lui conteneva la figura di un bambino apparentemente dormiente. Era lui da piccolo.

-Tranquillo.- lo rassicurò l'altro. -Io sono l'unico che può uscire dalla bara.

Il vero principe aggrottò le sopracciglia. -Che cos'è questo posto? Perché sono qui?

-Queste sono tutte le parti di te a cui hai rinunciato.- spiegò. -Ogni volta che un essere umano prende una decisione, le opzioni che scarta finiscono qui. Il futuro che non viene scelto, la stanza della resa dei conti.- sguainò la spada e si gettò verso Jungkook che prontamente si difese, facendo pressione sulla lama per far indietreggiare il suo nemico che però fece lo stesso. -Comunque credevo che non volessi farti domande, potresti impazzire se continui così!- si mise a ridere e poi fece uno scatto all'indietro.

Jungkook, d'istinto, lo copiò. Sembrava quasi che quel tipo sapesse esattamente quello che voleva fare, che potesse persino leggergli nel pensiero. -Perché tu puoi uscire, che cosa ti rende diverso?- domandò mentre recuperava il respiro.

Non rispose subito e gli diede le spalle. -Io sono il primo ad essere arrivato qui. Quando sei nato hai lasciato da parte il tuo lato oscuro, sei stato proclamato paladino del bene e già tutti sapevano che saresti diventato una leggenda, un eroe.- fece una pausa. -Io rappresento tutti gli aspetti negativi che hai eliminato dalla tua vita: vizio, sfacciataggine, rancore, inerzia, apatia, superbia e ostentazione.

-È per questo che vuoi affrontarmi?- riprovò allora. -Sono stato addestrato a combattere per tutta la mia vita, cosa ti fa credere che vincerai facilmente?

Il clone sembrò divertito. -Che atteggiamento!- lo prese in giro, fu talmente evidente che Jungkook giurò di sentire un altro se stesso dentro una bara scoppiare a ridere. -Come vedi, nonostante io sia finito qui diversi anni fa, sono un uomo adesso, uguale a te in tutto e per tutto.- si fermò e lo attaccò nuovamente, il principe lo trovava prevedibile e non ebbe problemi a parare anche quel colpo. -Anzi, posso affermare con certezza di essere migliore. Pensi di aver fatto sempre le scelte giuste?

Con un balzo all'indietro Jungkook si separò dal suo nemico per poi avvicinarsi di nuovo in modo da avere il tempo di studiarne un punto accessibile per ferirlo senza danneggiare gli organi vitali. -Sì visto che sei chiuso qui dentro senza poter fare del male a nessuno.- rispose ad un tratto, cercando di provocargli una ferita sfiorando la gamba sinistra.

La lama della sua arma lo oltrepasso e quello scoppiò di nuovo a ridere. -Credi davvero di potermi sconfiggere? Dopotutto, sono stato addestrato a combattere per tutta la mia vita.- ripetendone le esatte parole si mosse velocemente nella sua direzione, Jungkook cercò di spostarsi in fretta, non avrebbe fatto in tempo a parare quel colpo. Forse lui non riusciva a ferirlo, ma la spada del suo nemico era vera e gli aveva provocato un taglio al fianco destro da cui perdeva una distinta quantità di sangue. Non che potesse vederlo, comunque. -Non dovresti sforzarti e non dobbiamo combattere per forza.- ammise. -Lascia che io prenda il tuo posto come legittimo erede al trono e lascerò che la tua amata possa restare qui con te per il resto dell'eternità.

-Non salirai mai sul trono di Zamek.- sussurrò a denti stretti, l'altro però riuscì a sentirlo e gli mollò un calcio che lo lasciò sul pavimento scuro della stanza.

-Succederà comunque, anche se non sarai tu a concederlo di tua spontanea volontà.- gli puntò la lama al volto. -Ti ferirò mortalmente, ucciderò la tua principessa e regnerò per sempre incontrastato secondo le mie regole.

Il principe aveva cominciato a sputare sangue, come poteva un singolo graffio renderlo così debole? Aveva sopportato molto più di quello in passato. -Kerasi e gli altri ti fermeranno.- non riuscì a pronunciare una frase più lunga.

-Ucciderò anche loro.- tagliò corto. -Tranne una.- mostrò i denti bianchissimi, solo in quel momento Jungkook aveva notato che non somigliavano affatto alla propria particolare dentatura. Il clone fece apparire la sosia di Laila. -Ancora non riesco a credere come tu abbia fatto a farti scappare una ragazza come questa!

Strinse i pugni mentre le due figure in piedi davanti a lui sorridevano in maniera inquietante: per certi versi sembrava che quel tizio non fosse davvero se stesso, eppure sapeva cose che non aveva detto a nessuno e che da sempre teneva solo per se. Quando non era riuscito a colpirlo aveva pensato che si trattasse di uno spettro della sua mente eppure aveva scorso dei dettagli che non avevano alcun significato per lui. Forse sapeva come combatterlo però, aggrappandosi proprio a quelle cose per lui prive di significato.

Si alzò e si pulì il sangue che pendeva dalle sue labbra. In quel momento sentì che la ferita al fianco cominciava a chiudersi.

 

Myla aveva chiesto ad una delle ragazze-soldato di presidiare la porta della stanza in cui solitamente si lavavano le nuove arrivate. Veral constatò che la regina era ben voluta e rispettata, quasi come se conservasse ancora il suo titolo nonostante tutto. Malgrado quel bel pensiero però Myla non perse tempo e una volta dentro al locale doccia fece come per svitare il getto attaccato al muro. Appena dopo la luce si spense e la parete divenne una porta. La castana attese di abituarsi all'oscurità e guardò la donna in attesa di spiegazioni. -Topazio non può usare il suo potere da tempo, ma ne ha conservato un po' ed è in grado di sovrapporre un'immagine ad un'altra se questa si trova alla luce.

Veral non sembrava troppo convinta però non poté fare altro che seguire Myla nel tunnel che le si era aperto davanti agli occhi. La ragazza aveva espresso il desiderio di vedere più o meno tutte le vie di fuga, ma Myla le aveva spiegato che non avrebbe potuto farlo perché Topazio sarebbe stato in grado di trovarle. In più, sempre grazie alla regina, sapeva che aveva richiesto la presenza di tutte le ragazze nell'atrio appena lei sarebbe stata pronta. Avrebbero potuto ingannarlo per qualche ora, ma non avevano abbastanza tempo per un simile piano così contorto. Per quanto Veral fosse intenzionata a scappare sapeva che sarebbe stato impossibile senza una buona strategia.

E non l'aveva.

Le capitava spesso quando era sottopressione e pensava che sarebbe stato positivo conoscere i passaggi segreti del palazzo, dopotutto quello che voleva fare era tornarsene indietro e con un'alleata come Myla non avrebbe avuto difficoltà. Topazio però si era rivelato furbo, Veral si chiese se non conoscesse la verità.

-Dove conduce?- domandò allora, riferendosi al passaggio.

-Alla sartoria. Igolka e Nikta erano due apprendiste della modista di città, sono devote ma anche molto gentili; inventeremo una scusa per farci aiutare, ma ti chiedo di non parlare ancora per qualche ora.- Myla si fermò all'improvviso. -Lo senti anche tu questo odore?- Veral scosse la testa. Non si meravigliò, il suo olfatto a volte percepiva dopo un po' le fragranze e i tanfi. -Bruciato: qualcuno ha innescato la trappola di Topazio.

-Ed è tanto grave?- chiese quindi la castana allarmata.

La regina la prese per le spalle. -Chiunque sia stato adesso giace carbonizzato sul pavimento dell'atrio del castello.- prese fiato e la guardò negli occhi. -Prega che non si tratti del tuo principe.

Da quel momento in poi il tragitto fu silenzioso. Veral era sicura che Jungkook non sarebbe mai stato così stupido da cadere in una delle trappole della Gemma, ma era preoccupata che qualcosa fosse andato storto. Il suo cuore accelerò e il suo passo invece si fece più lento. Doveva uscire il più velocemente possibile e andare a controllare, ma non poteva rischiare. Se si trattasse di una trappola per farla uscire allo scoperto? Forse Jungkook nemmeno si era messo sulle sue tracce. Scosse la testa. Lei lo conosceva, non lo avrebbe mai fatto!

Degluti: per qualche ragione non ricordava più a chi stesse pensando.

  
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