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Autore: padme83    23/02/2021    9 recensioni
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

*
[Raccolta di flash e one-shot, omogenea ma non troppo - benché i baci, in qualche modo, c'entrino sempre. Arco temporale variabile, con una predilezione per il periodo a Godric's Hollow; alcuni capitoli partecipano a challenge o a eventi/attività di gruppi fb; POV alternati, si comincia con Gellert]
*
"La pioggia cade, cade, sottile, non si ferma e vi sommerge, vi travolge, vi protegge, testimone fidata e discreta del vostro amore. Sussurra favole di innamorati, prima di voi, fra le stesse lenzuola umide e vestiti sfatti dimenticati in un angolo. Racconta di notti insonni, di gemiti soffocati con furia tra i denti, di amanti felici e pazzi come voi, legati come voi, disperati come voi.
Ma nessuno è come voi."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lemon, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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N.B: il testo che segue mi ha fatta letteralmente impazzire, non tanto per il contenuto (che comunque non è nulla di originale) quanto per lo stile, che definire frammentato è un eufemismo. Mi scuso quindi in anticipo se arrivati alla fine avrete gli occhi incrociati fra loro e la più che giustificata voglia di venire a picchiarmi (o di chiamare la neuro).
 
 
 
Avrebbe potuto morire per un amico come quello,
avrebbe permesso a un amico come quello di morire per lui;
avrebbero compiuto qualsiasi sacrificio l’uno per l’altro,
il mondo non avrebbe contato niente per loro,
né la morte né la lontananza né la collera avrebbero potuto dividerli,
perché “Questo è il mio amico”.
(E. M. Forster – Maurice) 
 
 
 
 
 
 
~ Cocci ~
 
 
 
 
 
 
I won't let you drown, when the water's pulling you in,
I'll keep fighting, I'll keep fighting.
The rain's going to follow you wherever you go,
the clouds go black and the thunder rolls
and I see lightning,
I see lightning
.”
 
 
 

 
 
Inspira.
 
Una scintilla che accende il buio. Un sottile ricamo di fumo che si sfilaccia nell’aria umida.
 
Espira.
 
Una porta che sbatte. Rumore di stoviglie buttate a terra, di cocci in frantumi e vetri schiacciati sotto le scarpe – singhiozzi?
 
Un altro tiro ed entro.
 
Silenzio.
 
Ancora una sigaretta, una soltanto.
 
La finestra al primo piano si apre, si spalanca di colpo con un tonfo sordo. Una luce tremula emerge dalla foschia e ne pennella d’argento la massa densa, mobile, che aleggia sul prato in voluttuose spirali, si attorciglia sbuffando, serpeggia fra gli alberi e pigramente ti raggiunge, ti avviluppa, ti nasconde – ti disillude, come il più banale degli incantesimi. Braccia rigide si poggiano sul davanzale, una testa arruffata si sporge al di fuori. Un grido muto, angosciato, riecheggia nelle tenebre – monta e deflagra, s’innalza fino a lambire il cielo (l’onda d’urto ti investe in pieno, trafigge il cuore e lo spezza).
 
(Ti spezza).
 
Vieni, vieni.
 
Sono qui. Arrivo.
 
Ti smaterializzi e in un attimo compari al suo fianco, nel vano della finestra. Corpo a corpo, il tuo volto a un soffio dal suo. Pieghi le gambe, in perfetto equilibrio, e ti aggrappi agli infissi di legno, ai battenti scheggiati; ti dondoli avanti e indietro – non hai fretta, non molta, non troppa –, tendi il busto e infine irrompi nella stanza con un balzo felino, disinvolto, sprezzante.

«Questa casa dispone di porte, come qualsiasi altra, hai mai pensato di utilizzarle?»

«E rischiare di imbattermi in quell'idiota di tuo fratello? No, grazie».
 
Per il suo bene, non certo per il mio.
 
Un sibilo acuto, uno scatto rabbioso e violento – la sua bella faccia che si crepa, s’incrina, si disfa in un ghigno storto e grottesco, terribile. Allunga una mano, afferra la sigaretta direttamente dalle tue labbra – inspira, espira.
 
È come un bacio.
 
Una boccata larga, avida (due, tre, quattro). I polmoni si espandono e si contraggono – materia viva che freme, che smania e collassa. Che brucia. (Cinque, sei, sette.)
 
È più di un bacio.
 
Occhi feroci, lividi – Merlino, ci faresti l’amore per giorni, anni, secoli eterni con quegli occhi! –, occhi che ti schiantano al muro, che ti artigliano e ti scorticano, ti divorano, ti ingoiano – fa freddo, maledizione, fa un freddo bastardo – perché?
 
L’estate è finita?

Forse non è mai iniziata.
 
Rabbrividisci, le unghie affondate nei palmi, il fiato che si condensa in volute placide, tediose.
 
Dove ci porterà questa follia? Dove?
 
«Dammi tempo».

«Te l’ho dato».

«Non puoi aspettarmi?»

«Non puoi seguirmi?»
 
Un sospiro rotto, sfinito. Mezza resa – la tua (per ora). Ti avvicini, lentamente, gli accarezzi i capelli e premi la bocca al suo orecchio, lo vezzeggi piano, gli scocchi un piccolo morso sul lobo e ti scosti, ti allontani, qualche passo e ci ripensi, ti slanci verso di lui, gli voli addosso, per rimarcare la tua presenza, il tuo esserci – con lui, per lui. Invochi il suo nome, lo ripeti mille e mille volte, all'infinito (Albus Albus Albus). La tua voce si dissolve in un mormorio sommesso, struggente e dolcissimo – una nenia lieve e malinconica, un canto armonioso in grado di sciogliere anche il ghiaccio più duro, di abbattere le resistenze più ostinate e impenetrabili. Lo attiri a te e lo racchiudi fra le braccia, lo avvolgi – pelle sulla pelle –, lo stringi e lo culli, te ne riappropri con forza – con tutta, tutta, tutta la forza che possiedi (non è abbastanza, lo senti, lo sai).
 
(E saperlo fa male, fa male per Dio.
Fa male qui,
qui.
Al centro esatto del petto).
 
«Non può essere così, non deve essere così. Questa merda cambierà. La cambieremo. Il mondo intero sarà nostro, vedrai».

«E dimmi, bredhu, che cosa ne faremo del mondo, dopo?»

«Intanto so cosa ne farò io».
 
Lo getterò ai tuoi piedi.
 
Solleva il capo di scatto e torna a fissarti – finalmente, finalmente! –, ti scruta senza battere ciglio, ti rovista dentro, ti inchioda a sé e il suo sguardo affilato e azzurrissimo perfora carne, ossa, sangue – anima. Un’ombra cupa attraversa e per un istante sporca quelle sue dannate (adorate!) iridi d’acqua e tempesta – specchi gemelli in cui riflettersi (non sempre, non adesso); è un’intuizione fulminea, a malapena sbocciata e subito appassita – nient’altro che un presentimento, un refolo gelido a increspare la quiete tombale della notte.
 
Ma è già sparito, messo da parte, dimenticato (no).
 
«Hai mai sognato di avere un amico, Gellert? Unicamente questo amico, uno che cerca di aiutarti e che tu cerchi di aiutare... Un amico. Qualcuno che ti duri per tutta la vita, mentre tu duri per tutta la sua».

«Siamo sentimentali, stasera?» rispondi in tono piatto, vagamente scocciato, nervoso. Albus non replica, lascia cadere la sigaretta e aspetta. Aspetta. Gli sfiori una guancia con la punta del naso. «No, non ho mai sognato nulla di simile». Una pausa, poco sopra la bocca, a inseguire il suo respiro – e imbrigliarlo, trattenerlo, fonderlo al tuo. Rinsaldi la presa sulle sue mani, gli catturi le dita e le intrecci con delicatezza alle tue – ancora una volta.
 
(Non sarà l’ultima)
 
«Non ne ho bisogno» sussurri (con le labbra talmente vicine che quasi non sembra linguaggio)[1]«non mi serve nessuno».
 
 
Perché io ho te, mio blu.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
When the world surrounds you, I'll make it go away
paint the sky with silver lining.
I will try to save you, cover up the grey
with silver lining
.”
 



 
 
 
 
 
 
{Words Count: 856}

 
 
 
[1] dunque, dunque, dunque. Questo capitolo è interamente ispirato a un libro bellissimo (con il quale al momento sto leggermente in fissa), Maurice, di E.M.Forster, e alla sua omonima trasposizione cinematografica, datata 1987 e diretta da James Ivory (sì, quello che ha vinto l’Oscar per la sceneggiatura di CMBYN. Credete che sia un caso? SPOILER: non lo è). La scena riprende un momento molto importante della storia, ma non voglio entrare troppo nel dettaglio e rovinarvi la sorpresa (perché il libro dovete leggerlo, per forza. Cosa ci fate ancora qui? Correte a procurarvelo, e guardate il film in qualche modo). Vi basti sapere che, duole ammetterlo, smaterializzarsi direttamente alla finestra non sarà mai tanto romantico quanto appoggiare una scala al muro e salire gradino dopo gradino, rischiando di cadere e rompersi l’osso del collo. La magia, ahimè, toglie magia, e in questo caso Alec Scudder batte Gellert Grindelwald con almeno tre reti di vantaggio. Chiarisco inoltre che nel film non c’è una scena in cui i protagonisti non tengano in bocca una sigaretta, e beh, chi sono io per levare di mezzo un elemento tanto importante? Come tempistica ci siamo (le “moderne” sigarette cominciarono a essere commercializzate e prodotte a livello industriale nel 1885), e se vi sembra strano che Grindelwald e Silente indugino in vizi così smaccatamente babbani, immaginate una versione “magica” delle stesse con tanto di tabacco additivato da, boh, non lo so (e sinceramente non lo voglio nemmeno sapere).
 



 
 
 
 
 
Nota:

Buonsera a tutt* <3
 
Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato ^^
 
Al momento mi trovo sopra una nuvoletta rosa e non ho mezza intenzione di scendere, per cui comprendetemi e perdonatemi se questa volta la supercazzola è ancora più supercazzola del solito. Ma dovevo, dovevo inserire un riferimento a Maurice in questa raccolta, perché già solo la citazione iniziale è perfetta, davvero, dentro c’è tutto T.T
 
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate di questa ciambellina che, ne sono consapevole, è ben lontana dall’essere riuscita col buco.
 
Soundtrack: Silver Lining, Hurts.
 
Volete raggiungermi anche in altri meravigliosi luoghi di internet? Trovate tutti i link (tengo in particolar modo a Instagram) nella bio.
 
Se siete invece interessati ad altre storie su questi due disgraziati, vi invito a cliccare sul link alla serie che trovate nello specchietto introduttivo in alto. Tenete presente che molte OS e raccolte sono pubblicate nella sezione di Animali Fantastici.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
Un abbraccio e a presto!
 
 
padme
 
 
 
 
 
 
 
 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né
l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie
altrove, anche se creditate e anche con link
all'originale su EFP, né quella
a rielaborarne passaggi, concetti o TRARNE ISPIRAZIONE
 in qualsivoglia modo senza mio
consenso esplicito.
   
 
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