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Autore: Ino chan    26/08/2009    10 recensioni
-Tu chi sei?- soffiò l'animagus.- James Potter.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'I lost my Home'
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*questa è la mia vendetta per tutte le Seviterus che ho letto, ovvero le fic in cui Piton è il vero padre di Harry e James ha

 

 

 

Quel bambino era il ritratto in terra di sua madre, faceva quasi male a guardarlo e Remus dovette abbassare gli occhi per impedirsi di dare di matto un’altra volta. Sirius aveva distrutto mezza casa, lui aveva preso a pugni il muro, per il momento poteva bastare, ora doveva mettere in moto il cervello –A che pensi Remmy? - gli chiese Andrea mentre Sirius seguiva con lo sguardo la palla che il ragazzino stava correndo. Da che aveva visto il bambino non aveva più detto una parola, e dato che non poteva mettersi a discorrere con un cane, era normale che cercasse di discorrere con lui. La guardò accarezzare il capoccione di Sirius con fare assorto
E’ molto carino.- le disse nonostante il ribrezzo che sentiva attaccato alle viscere.

-Assomiglia a sua madre, grazie a Merlino.-

-Mi hai letto nel pensiero.-

Aveva i capelli neri e gli scuri come Piton, ma per il resto assomigliava in tutto a Lily… Dalla forma del viso, al taglio degli occhi, avevano persino lo stesso sgraziato di correre e … Scoppiarono a ridere nello stesso momento e di ruzzolare a quanto pareva. Il bambino tirò su la testa dall’erba e si volse verso di loro toccandosi la fronte , li guardò per un lungo momento, poi il suo sguardo inquadrò Sirius, seduto accanto ad Andrea –FORTE!- esclamò indicandolo –Sta seduto composto.-

 

I due maghi si girarono verso il cane, mentre il bambino si avvicinava ammirato –L’hai addestrato signora?- lo sentirono chiedere mentre piegava la testolina sulla spalla sinistra. Andrea inarcò un sopracciglio e Remus si girò dall’altra parte per impedirsi di scoppiare a ridere in faccia al piccoletto e alla sua genuina ammirazione – Sì, l’ho addestrato, guarda.-

Andrea si alzò in piedi e Sirius la guardò male… Davvero, anche se era un cane riuscì a scoccarle un’occhiataccia “Se mi fa fare qualcosa di sconveniente, la sbrano!”

 

-Palmiro!- tubò Andrea con un battito di mani.

 

PALMIRO!?

 

 

-Su Palmiro in piedi.-

 

 

Sirius si tirò su due zampe e il piccolino applaudì eccitato.

 

 

-Prega.-

 

Unì le zampe anteriore e le mosse avanti indietro.

 

 

-Saluto.-

 

 

Schiacciò il cinque alla ragazza.

 

 

-Abbaia.-

 

 

Diede un paio di latrati.

 

Remus si girò completamente e mascherò con un paio di colpi di tosse la crisi di ridarella acuta che sentiva premere nei pressi della vescica. Strinse le gambe e pregò di non farsela sotto mentre Andrea afferrava il testone di Sirius e lo strapazzava come un peluche –Chi è il mio cagnaccio? …Ma chi è il mio cagnaccio?-

 

“Dio, chi se l’aspettava così scema!”

 

-Anche a me piacerebbe avere un cane, ma a papà non piacciono.- Tutto il buon umore svanì in un secondo, Andrea si girò verso il bambino e Remus tornò serio, si sporse verso Sirius che allungò il muso verso di lui per farsi toccare - … A volte penso che non mi voglia bene.-

 

-Da…Davvero?-

 

Il piccolo scosse la testa, poi sorrise ad Andrea come per cancellare quell’ultima affermazione –Tu come ti chiami?- le chiese nella speranza di cambiare argomento, lasciando andare Padfoot e voltandosi completamente verso di lei. La ragazza parve pensarci un momento, poi ricambiò il suo sorriso –Mi chiamo Lènor.- indicò Remus –Lui invece è mio marito Joel.-

Non potevano dirgli i loro veri nomi, se il piccolo raccontava le sue giornate a casa, Piton c’avrebbe messo un secondo a scoprirli a fargliela pagare cara per essere arrivati così tanto vicini a suo figlio -E tu come ti chiami?-

 

-Lorien.- tese una mano verso Andrea poi verso RemusLorien Piton.-

 

Remus trattenne a stento un rigurgito di rabbia a strinse la mano che il bambino gli offriva. Si piegò verso lui e con un gran sorriso gli chiese –E dimmi Lorien, quanti anni hai?-

 

-Dodici.-

-Dodici. Sei un ometto.-

-E tu quanti ne hai?-

Remus si spettinò i capelli con una risata –Non si direbbe guardandomi, ma sono piuttosto giovane. Ho…- tacque un momento e in un secondo penso di giocare d’astuzia. C’era qualcosa che non andava in quel bambino, non sapeva dire che cosa di preciso, ma era disposto a scoprirlo–Ho 34 anni, sono nato il 10  marzo e tu?-

 

 

-16 aprile 1982-

 

 

-Aprile?- ripetè il licantropo “Non è possibile…”

 

Un brusco trillo strappò entrambi a tutti un sobbalzo, Lorien sollevò la manica sinistra della giacca mostrando ai presenti un vecchio orologio dal cinturino logoro. Strizzando un po’ gli occhi controllò l’ora sul quadrante  e sbuffò –Devo tornare a casa.-   Recuperò la palla e infilò una mano in tasca –Ecco qua…- disse mentre inforcava un paio di occhialetti dalla montatura semplice..

 

-Porti gli occhiali?- gli chiese Andrea.

 

-Lì tolgo quando gioco perché cado spesso e non vorrei romperli.-

 

La ragazza si girò verso Remus che se ne stava a bocca aperta -Ci vediamo signori…Ciao Palmiro!!!- li salutò Lorien ignaro dello shock che era piombato loro sulle spalle. Prese la via laterale del parco e poi la stradina che portava a Spinner’s End. Andrea si lasciò cadere accanto all’amico mentre Sirius tornava uomo.

 

-Io non vorrei…-cominciò la ragazza.

-Quell’orologio.- fece eco SiriusJames ne aveva uno uguale.-

-E’ nato a aprile 1982 … Questo significa che…

 

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

James abbassò lo sguardo sulla tazza di cioccolata calda che Remus gli aveva infilato fra le mani, c’era qualcosa che non andava, ormai sapeva come ragionava Moony, la cioccolata cura ogni patema d’animo e a lui, molto probabilmente, stava cadendo fra le braccia la madre di tutti gli shock –Che è successo?- chiese guardando gli amici e Andrea sul fondo della stanza –Pagnottella, sto per diventare zio?-

 

Andrea sbuffò girando la testa.

 

-Jaime… -chiamò Remus –Abbiamo una domanda da farti.-

 

-Sparate.-

 

Sirius si massaggiò il centro della fronte con due dita mentre Remus roteava lo sguardo al soffitto. Quella era senza dubbio uno dei momenti più difficili di tutta la loro vita –  James …- cominciarono quasi in coro  –…Lily, era incinta quando è morta?-

 

 

Gli occhi di James ebbero un guizzo indefinibile. Prese un lungo sorso di cioccolata e si leccò le labbra per eliminare i baffetti scuri che solitamente gli lasciava agli angoli della bocca  –Sì…- disse   –Era incinta di tre mesi.-

 

-Da…Davvero?-

 

-Era un maschio…-

 

In un secondo James vide Andrea fare l’atto di contare sulle dita, Remus ringraziare il cielo con una mano sul petto e Sirius balzare in piedi con un sorriso che andava da orecchio a orecchio-Vieni con me Prongs…- gli disse mentre lo prendeva per un braccio.

 

-Dove?-

 

-A riprenderti la tua vita.-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

Vivi…Lily era viva, il suo secondo maschietto era vivo. James sentì una lacrima scendere mentre li guardava disfare le decorazione natalizie e ridere a fra di loro. Fece per avvicinarsi di un passo alla casa e alla moglie e al bambino che aveva ritrovato quando una violenta sensazione di sgradevole lo investì in pieno e lo fece voltare –MOCCIOSUS…-sillabò mentre Sirius portava una mano alla bacchetta.

 

-Come ci si sente Potter?-

 

-Cosa?-

 

-Come ci si sente ad avere ciò che si desidera a portata di mano e non poterlo stringere fra le braccia.- James avanzò di un passo e Piton si allargò in un ghigno giallognolo –Io non lo farei se fossi in te…-

 

-Perché?-

 

Piton indicò il bambino- La vita di tuo figlio dipende da me.-

 

 

Fine capitolo.

 

*questa è la mia vendetta per tutte le Seviterus che ho letto, ovvero le fic in cui Piton è il vero padre di Harry e James ha fatto una fattura a Lily per prendersi sia la donna che il bambino!!!!

 

 

   
 
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