Quel bambino era il ritratto
in terra di sua madre, faceva quasi male a guardarlo e Remus
dovette abbassare gli occhi per impedirsi di dare di matto un’altra volta. Sirius aveva distrutto mezza casa, lui aveva preso a pugni
il muro, per il momento poteva bastare, ora doveva mettere in moto il cervello
–A che pensi Remmy? - gli chiese Andrea mentre Sirius seguiva con lo sguardo la palla che il ragazzino
stava correndo. Da che aveva visto il bambino non
aveva più detto una parola, e dato che non poteva mettersi a discorrere con un
cane, era normale che cercasse di discorrere con lui. La guardò accarezzare il
capoccione di Sirius con fare assorto
– E’ molto carino.- le disse nonostante il ribrezzo
che sentiva attaccato alle viscere.
-Assomiglia a sua madre,
grazie a Merlino.-
-Mi hai letto nel pensiero.-
Aveva i capelli neri e gli
scuri come Piton, ma per il resto assomigliava in
tutto a Lily… Dalla forma del viso, al taglio degli occhi, avevano persino lo
stesso sgraziato di correre e … Scoppiarono a ridere nello stesso momento e di
ruzzolare a quanto pareva. Il bambino tirò su la testa dall’erba e si volse
verso di loro toccandosi la fronte , li guardò per un
lungo momento, poi il suo sguardo inquadrò Sirius,
seduto accanto ad Andrea –FORTE!-
esclamò indicandolo –Sta seduto composto.-
I due maghi si girarono verso il
cane, mentre il bambino si avvicinava ammirato –L’hai addestrato signora?- lo
sentirono chiedere mentre piegava la testolina sulla spalla sinistra. Andrea
inarcò un sopracciglio e Remus si girò dall’altra
parte per impedirsi di scoppiare a ridere in faccia al piccoletto e alla sua
genuina ammirazione – Sì, l’ho addestrato, guarda.-
Andrea si alzò in piedi e Sirius la guardò male… Davvero, anche se era un cane riuscì
a scoccarle un’occhiataccia “Se mi fa fare qualcosa di
sconveniente, la sbrano!”
-Palmiro!- tubò Andrea con un battito
di mani.
“PALMIRO!?”
-Su Palmiro in piedi.-
Sirius si tirò su due zampe e il
piccolino applaudì eccitato.
-Prega.-
Unì le zampe anteriore e le
mosse avanti indietro.
-Saluto.-
Schiacciò il cinque alla
ragazza.
-Abbaia.-
Diede un paio di latrati.
Remus si girò completamente e
mascherò con un paio di colpi di tosse la crisi di
ridarella acuta che sentiva premere nei pressi della vescica. Strinse le gambe
e pregò di non farsela sotto mentre Andrea afferrava il testone di Sirius e lo strapazzava come un peluche
–Chi è il mio cagnaccio? …Ma chi è il mio cagnaccio?-
“Dio,
chi se l’aspettava così scema!”
-Anche a me piacerebbe avere
un cane, ma a papà non piacciono.- Tutto il buon umore svanì in un secondo,
Andrea si girò verso il bambino e Remus tornò serio,
si sporse verso Sirius che allungò il muso verso di
lui per farsi toccare - … A volte penso che non mi voglia bene.-
-Da…Davvero?-
Il piccolo scosse la testa,
poi sorrise ad Andrea come per cancellare quell’ultima
affermazione –Tu come ti chiami?- le chiese nella
speranza di cambiare argomento, lasciando andare Padfoot
e voltandosi completamente verso di lei. La ragazza parve pensarci un momento,
poi ricambiò il suo sorriso –Mi chiamo Lènor.- indicò Remus –Lui invece
è mio marito Joel.-
Non potevano dirgli i loro
veri nomi, se il piccolo raccontava le sue giornate a casa, Piton
c’avrebbe messo un secondo a scoprirli a fargliela
pagare cara per essere arrivati così tanto vicini a suo figlio -E tu come ti
chiami?-
-Lorien.- tese una mano verso Andrea
poi verso Remus –Lorien Piton.-
Remus trattenne a stento un
rigurgito di rabbia a strinse la mano che il bambino
gli offriva. Si piegò verso lui e con un gran sorriso gli chiese –E dimmi Lorien, quanti anni hai?-
-Dodici.-
-Dodici. Sei un ometto.-
-E tu quanti ne hai?-
Remus si spettinò i capelli con una
risata –Non si direbbe guardandomi, ma sono piuttosto
giovane. Ho…- tacque un momento e in un secondo penso
di giocare d’astuzia. C’era qualcosa che non andava in quel bambino, non sapeva
dire che cosa di preciso, ma era disposto a scoprirlo–Ho 34 anni, sono nato il 10
marzo e tu?-
-16 aprile 1982-
-Aprile?- ripetè
il licantropo “Non è possibile…”
Un brusco trillo strappò entrambi a tutti un sobbalzo, Lorien
sollevò la manica sinistra della giacca mostrando ai presenti un vecchio
orologio dal cinturino logoro. Strizzando un po’ gli occhi controllò l’ora sul
quadrante e sbuffò –Devo tornare a
casa.- Recuperò la palla e infilò una
mano in tasca –Ecco qua…- disse mentre inforcava un paio di occhialetti
dalla montatura semplice..
-Porti gli occhiali?- gli
chiese
Andrea.
-Lì tolgo quando gioco perché
cado spesso e non vorrei romperli.-
La ragazza si girò verso Remus che se ne stava a bocca
aperta -Ci vediamo signori…Ciao Palmiro!!!- li salutò Lorien
ignaro dello shock che era piombato loro sulle spalle. Prese la via laterale
del parco e poi la stradina che portava a Spinner’s
End. Andrea si lasciò cadere accanto all’amico mentre Sirius
tornava uomo.
-Io non vorrei…-cominciò
la ragazza.
-Quell’orologio.- fece eco Sirius –James ne
aveva uno uguale.-
-E’ nato a
aprile 1982 … Questo significa che…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
James abbassò lo sguardo sulla
tazza di cioccolata calda che Remus gli aveva
infilato fra le mani, c’era qualcosa che non andava, ormai sapeva come
ragionava Moony, la cioccolata cura ogni patema d’animo
e a lui, molto probabilmente, stava cadendo fra le braccia la madre di tutti
gli shock –Che è successo?- chiese guardando gli amici e Andrea sul fondo della
stanza –Pagnottella, sto per diventare zio?-
Andrea sbuffò girando la
testa.
-Jaime… -chiamò Remus
–Abbiamo una domanda da farti.-
-Sparate.-
Sirius si massaggiò il centro della
fronte con due dita mentre Remus roteava lo sguardo
al soffitto. Quella era senza dubbio uno dei momenti più difficili di tutta la
loro vita – James
…- cominciarono quasi in coro –…Lily,
era incinta quando è morta?-
Gli occhi di James ebbero un guizzo indefinibile. Prese un lungo sorso
di cioccolata e si leccò le labbra per eliminare i baffetti
scuri che solitamente gli lasciava agli angoli della
bocca –Sì…- disse –Era incinta
di tre mesi.-
-Da…Davvero?-
-Era un maschio…-
In un secondo James vide Andrea fare l’atto di contare sulle dita, Remus ringraziare il cielo con una mano sul petto e Sirius balzare in piedi con un sorriso che andava da
orecchio a orecchio-Vieni con me Prongs…-
gli disse mentre lo prendeva per un braccio.
-Dove?-
-A riprenderti la tua vita.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Vivi…Lily era
viva, il suo secondo maschietto era vivo. James
sentì una lacrima scendere mentre li guardava disfare
le decorazione natalizie e ridere a fra di loro. Fece per avvicinarsi di un
passo alla casa e alla moglie e al bambino che aveva ritrovato quando una
violenta sensazione di sgradevole lo investì in pieno e lo fece voltare –MOCCIOSUS…-sillabò
mentre Sirius portava una mano alla bacchetta.
-Come ci si sente Potter?-
-Cosa?-
-Come ci si sente ad avere ciò
che si desidera a portata di mano e non poterlo stringere fra le braccia.- James avanzò di un passo e Piton
si allargò in un ghigno giallognolo –Io non lo farei se fossi in te…-
-Perché?-
Piton indicò il bambino- La vita di
tuo figlio dipende da me.-
Fine capitolo.
*questa è la mia vendetta per
tutte le Seviterus che ho letto, ovvero le fic in cui Piton è il vero padre
di Harry e James ha fatto
una fattura a Lily per prendersi sia la donna che il bambino!!!!