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Autore: lapacechenonho    28/02/2021    3 recensioni
«Daphne...» l'ex Serpeverde sussultò sentendo quella voce che era stata abituata a sentire in altri contesti. Mise su una maschera di diffidenza per non lasciarsi travolgere dalle emozioni che stavano lentamente prendendo il sopravvento da quando Ginny aveva pronunciato il suo nome. [...]
«Weasley, cosa ci fai qua?»
«Dobbiamo scegliere i fiori» disse Ginny. «Per il matrimonio» fece una piccola pausa in cui si perse a guardare gli angoli del tetto del negozio. «Il mio».
[Storia partecipante al contest "La rivincita delle femslash" indetto da matiscrivo sul forum di EFP]
[Storia partecipante alla challenge "Solo i fiori sanno" indetta da Pampa313 sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Daphne Greengrass, Ginny Weasley
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Forse un niente che è tutto.

 
 

Il tintinnio del campanellino di quella fioreria in cui era capitata quasi per caso, la risvegliò dai pensieri in cui si era persa senza alcuna ragione apparente.
Stava facendo un giro a Diagon Alley e aveva voluto dare un'occhiata a quel nuovo negozio dal nome "Le petite fleur" che vendeva fiori e piante magiche e babbane, per questo adesso si trovava piegata ad ammirare un fiore rosso dalle foglie appuntite.
Istintivamente si voltò verso l'entrata e bastò un mulinare di capelli rossi per bloccarle il respiro nei polmoni. Ginny Weasley fece il suo ingresso trionfale ridendo di qualcosa che le era stato detto. Dietro quella testa dai capelli lunghi e ramati, c’era quello che lei aveva più volte definito “l’amore della sua vita”: Harry Potter. Tornò a fissare quel fiore a cui non aveva prestato troppo interesse, sperando che Ginny Weasley non la vedesse. «Mi scusi» chiamò a bassa voce per ottenere l'attenzione di una dipendente. «Che fiore è?»
«È un gelsomino rosso, nel linguaggio dei fiori indica il desiderio».

Ansiti e sospiri riempivano lo spazio di quel magazzino delle scope. Daphne aveva una mano affondata in quei capelli dello stesso colore della passione che scorreva tra lei e Ginny.
Il mugugno di approvazione della ragazza quando l’altra mano aveva iniziato a percorrere la strada verso il basso l'aveva convinta a continuare senza troppi problemi. Non sapeva dire se era amore, chimica o solo una ripicca verso Potter che l'aveva abbandonata per andare a salvare il mondo ma a Daphne piaceva sentire il suo corpo addosso. Le piaceva sentire il suo sudore, le sue urla al culmine del piacere.
Guardandola gemere con gli occhi castani liquidi di piacere, Daphne Greengrass era arrivata alla conclusione che Ginny Weasley le piaceva.

 

«Daphne...» l'ex Serpeverde sussultò sentendo quella voce che era stata abituata a sentire in altri contesti. Mise su una maschera di diffidenza per non lasciarsi travolgere dalle emozioni che stavano lentamente prendendo il sopravvento da quando Ginny aveva pronunciato il suo nome.
 

«Daphne» ansimò mentre la più grande affondava dentro di lei. La rossa aveva la testa appoggiata alla sua spalla per soffocare il piacere. Daphne sorrideva compiaciuta dell’effetto che aveva sulla minore. «Di più» supplicò mentre il sorriso di Daphne si allargava sempre di più. Sentire il suo nome pronunciato da lei era come musica per le sue orecchie. Era il suono più bello, migliore del cinguettio degli uccellini in primavera, di gran lunga superiore al mare che si infrange sugli scogli. Se avesse potuto definire il suono implorante della voce di Ginny Weasley, l’avrebbe chiamato amore.
 

«Weasley» rispose quasi sprezzante. L'espressione di Ginny, dapprima esterrefatta, divenne infastidita. Daphne non avrebbe scommesso niente di diverso. «Cosa ci fai qua?» le chiese più per prendere tempo e capire come uscire sana e salva da quella situazione, che per cortesia.
«Dobbiamo scegliere i fiori» disse Ginny. «Per il matrimonio» fece una piccola pausa in cui si perse a guardare gli angoli del tetto del negozio. «Il mio».
Improvvisamente l'aria dentro la fioreria si era fatta pesante, il profumo dei fiori era una puzza fastidiosa per il suo olfatto, Ginny Weasley non era più la visione dell'amore ma la sorgente della sua sofferenza.
 

«Come hai potuto fare una cosa del genere? Come hai potuto schierarti dalla parte di Voldemort anziché combattere per il bene dell'intero Mondo Magico» Ginny urlava il suo dolore e la sua frustrazione contro una Daphne rannicchiata in una sedia posta in un'aula in disuso. L’aveva portata lì per starle vicina dopo la morte del fratello, ma si era ritrovata ad essere vittima della sua ira.
Si teneva le ginocchia abbracciate al petto, come per proteggersi dalla rabbia della ragazza, sentiva le lacrime pronte a cadere, ma non avrebbe dato il permesso di vederla così fragile. «Ginny, io...»
Voleva spiegarle che avrebbe voluto davvero combattere a fianco a lei, proteggerla, essere su quel campo di battaglia e impedire che suo fratello morisse, che lei provasse quel dolore inimmaginabile. Voleva anche spiegarle che non poteva farlo, che lei veniva da una famiglia Purosangue che non poteva assolutamente schierarsi contro Voldemort, che se avesse fatto qualcosa del genere avrebbe dovuto subire chissà quali punizioni da parte della sua famiglia. E poi lei era la sorella maggiore, Astoria non aveva combattuto e lei sarebbe rimasta al suo fianco.
«Sei come tutti loro. Non vi importa degli altri, non vi importa se qualcuno muore o vive o è mutilato. Vi interessa solo del vostro conto alla Gringott, dello stato di sangue o chissà quale altra idiozia da Purosangue!» continuò la Grifondoro.
Sentì un fremito di rabbia scorrerle per tutto il corpo. Si alzò di scatto dalla sedia, incurante di averla fatta cadere. Ginny, di fronte a lei, era immobile, come se niente potesse più spaventarla.
«Tu non sai niente» sibilò a denti stretti.
«Va' via Daphne» rispose gelida.
E Daphne aveva accolto l'invito ed aveva lasciato Ginny da sola in quell'aula in disuso.

 
Corse nella serra retrostante il negozio alla ricerca di un po' d'aria ma l'unica cosa che ottenne fu solo un senso di pesantezza crescente. Sentì dei passi dietro di lei e istintivamente si girò. La chioma rossa di Ginny Weasley la stava raggiungendo.
«Ti devo parlare» disse perentoria.
Daphne avrebbe voluto ribattere ma era troppo impegnata a regolarizzare il proprio battito cardiaco per dire qualcosa di senso compiuto. Indietreggiò appoggiandosi ad un tavolo su cui erano sistemate alcune piante. Daphne riconobbe ancora il gelsomino rosso e alzò gli occhi al cielo in un gesto involontario.
«Hai già detto abbastanza quando le nostre strade si sono divise. A proposito, come siete messi alla Gringott tu e Potter? Credo ve la caviate piuttosto bene, no? Sai a noi Purosangue interessano queste cose» rispose assottigliando lo sguardo.
Solo per un attimo le parve di vederla sorridere e in quella frazione di secondo, Daphne sentì lo stomaco in subbuglio. Bastò quel gesto, di cui non era del tutto certa, a farle capire che per lei Ginny non era stato un passatempo, una scopata in qualche aula in disuso o chissà cos'altro. Lei si era innamorata veramente di Ginny Weasley. Quando aveva pensato che il suono della sua voce fosse paragonabile all’amore, non era stato solo un vaneggiamento dovuto alla troppa passione, come aveva cercato di convincersi per un tempo esageratamente lungo. Quel pensiero non era stato altro che l’espressione dei suoi sentimenti.
 

«Perché non combattiamo?» brontolò furiosa Daphne dando un calcio ad un muro. La mano gentile di Astoria si posò sulla sua spalla.
«Lo sai perché. Non possiamo schierarci contro di lui…» le rispose rassegnata. Daphne riusciva ad intravedere anche la sua voglia di uscire da quei sotterranei e dimostrare una volta per tutte che anche i Serpeverde hanno a cuore il bene degli altri. Solo che non potevano. Se lo avessero fatto, avrebbero dovuto sopportare le torture da parte dei loro zii ed entrambe avevano già visto abbastanza persone torturate per una vita.
Parlavano a bassa voce, per non farsi sentire dagli altri che sembravano stare bene nella loro posizione di privilegiati.
«È per lei che vuoi combattere?» domandò Astoria senza troppi giri di parole. Daphne strabuzzò gli occhi chiedendosi come avesse fatto a capire il suo segreto. Al tempo stesso si chiedeva quando lei e Ginny erano state così imprudenti da farsi scoprire. «Oh, non fare quella faccia!» la prese in giro con un mezzo sorriso Astoria. «L’ho capito da come la guardi» completò alzando le spalle.
«D-da come la guardo?» balbettò. La sorella minore annuì.
«È come se contemplassi la bellezza» spiegò. Daphne sorrise imbarazzata, non era da lei lasciare che le emozioni prendessero il sopravvento.
«Be’, ma è così! Insomma, l’hai vista?» si giustificò. Per lei Ginny Weasley era oggettivamente bella e comprendeva tutti quei ragazzi che facevano la fila per lei. C’era anche lei in mezzo a loro.
«Daphne, sono contenta per te…» iniziò. La voce però era un po’ più bassa e un po’ più triste. «Ma sceglierà Potter» aggiunse guardandola dritta negli occhi.
La verità che sua sorella le stava mostrando, la trafisse come una spada al centro del cuore. Sebbene fosse consapevole che non ci sarebbe stato futuro tra di loro, sentiva il peso di quella scomoda realtà farsi largo nel suo petto.
«Lo so».

  
«Ho sbagliato» rispose la Weasley ignorando la provocazione di Daphne e riportandola al presente. «E ti chiedo scusa».
Ma Ginny non poteva sapere che Daphne era persa in tutt'altri ragionamenti. La maggiore guardava le sue labbra, i suoi capelli rosso fuoco, le sue iridi colore cioccolato in cui amava perdersi, le sue lentiggini con cui si divertiva a giocare cercando di unirle e creare disegni immaginari. «Cosa sono stata io per te?» le chiese tornando alla realtà.
«Che vuoi dire?»
«Quello che ti ho chiesto. E non aver paura di dirmi la verità» chiarì.
Ginny, proprio come aveva fatto poco prima, guardò il tetto, come se aspettasse che la risposta le cadesse dall'alto. «Be' mi sembra ovvio, io ero arrabbiata con Harry e be' volevo fargliela pagare in qualche modo...» rispose infine.
Senza pensarci due volte, Daphne estrasse la bacchetta dal mantello e con un incantesimo non verbale chiuse la porta. Si lanciò contro Ginny baciandola con foga, facendola sbattere contro uno scaffale di metallo, con la stessa irruenza che aveva caratterizzato il loro rapporto quando erano ad Hogwarts. Sentire di nuovo quelle labbra carnose fu come ritornare a casa. Era una sensazione che non aveva mai provato con nessun’altra persona con cui era stata dopo Ginny. Sentire il suo respiro su di sé era come rigenerarsi, come rinascere una seconda volta. E quando Ginny la staccò bruscamente, fu come un temporale in una giornata di sole.
«Daphne, io non provo niente per te» chiarì. Daphne rise mesta sistemandosi i capelli nervosamente; lo sguardo venne catturato ancora una volta da quel gelsomino rosso che significava desiderio. Si avvicinò e ne staccò uno porgendolo a Ginny.
«Dovreste scegliere il gelsomino rosso, nel linguaggio dei fiori significa desiderio» disse aspra.
Non le diede tempo di ribattere, uscì dalla serra lasciando, per la seconda volta, Ginny Weasley da sola in una stanza.
Guardò un'ultima volta l'insegna della fioreria "Le petite fleur" sorridendo amaramente pensando al piccolo fiore che aveva regalato a Ginny.
Si incamminò per le strade di Diagon Alley il negozio era ormai alle sue spalle, di fronte a lei la promessa di non tornarci mai più e la consapevolezza di essere ancora innamorata di Ginny Weasley.
 

«Eppure resta
che qualcosa è accaduto, forse un niente
che è tutto.»
(Eugenio Montale- "Ho appeso alla mia stanza il dagherrotipo", vv. 8-10)


 

Angolo autrice:
Torno dopo circa una ventina di giorni con una storia che è – decisamente – fuori dalle mie corde. Chi legge spesso le mie storie sa che sono una fedele sostenitrice della coppia Harry/Ginny, ma ogni tanto ci sta sperimentare e uscire dalla propria comfort-zone. E i contest servono proprio a questo! La storia partecipa al contest “La rivincita delle femslash” indetto da matiscrivo e alla challenge “Solo i fiori sanno” indetta da Pampa313 entrambi sul forum di EFP.
Che dire, spero di non aver prodotto niente di troppo brutto, considerando che è la prima volta che scrivo una crack e che scrivo una femslash nel mondo di Harry Potter.
Spero vi piaccia e a presto,
Chiara.


 

   
 
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