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Autore: Nirvana_04    28/02/2021    3 recensioni
Reduci di una guerra non ancora finita, sopravvissuti di una generazione di ribaldi e avventurieri. Spiriti smarriti, anime rotte, corpi su cui la vita ha tatuato dolori e volti di fantasmi.
Una raccolta ricamata su solitudini e cicatrici.
1. Avanzi ~ Vorresti parlare, ma nel silenzio riconosci l’unica voce che ti è rimasta
2. Abbastanza ~ Lily è il veleno nei suoi respiri
3. Parlami nei sogni ~ Al ritmo di quei ricordi, tu danzi
4. Perdono, perdona ~ dieci macchie saltellano nell'aria
5. Resta sulla pelle ~ abbiamo rubato attimi di felicità al mondo
6. Rubare il silenzio ~ la paura… ha reso sordo il mondo
7. In fondo alla scatola ~ c’è la polvere che riveste ogni cosa
8. Inseguendo la tua assenza ~ Magari non mi ha riconosciuto
9. Mentre la neve cade ~ Non esiste più un posto dove nascondersi
10. Mi scorderò dei fiori d'angelo ~ «E tu dov’eri? Per chi combattevi?»
11. Infine, l'estate ~ Tu ricordi
12. In altrettanti modi ~ Brinderemo assieme, un giorno
13. Quell'abbraccio, alla fine del mondo ~ Va tutto bene, papà
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Inseguendo la tua assenza
 

 
 
Succede una cosa strana, succede ogni volta che qualcuno ride: una parte della tua anima si distacca dal resto con un dolorosissimo strappo, mentre tu ti volti. Dev’essere così, è giusto che sia così. Ma questa volta è diverso, ti fa quasi bene al cuore. Sai che non è lui, non può essere lui – lui è andato, non tornerà.
È il fantasma di quell’ultima risata che ti fa voltare – l’ultimo istante di allegria che hai provato. Ne sei stato testimone, quindi è tuo dovere voltarti e cercarla, ricordarla, inseguirla per il mondo. Ti sembra che stia uscendo proprio adesso dal bar – ne senti già l’assenza.
Non si è mai sentito che Percy Weasley ruzzoli giù dallo sgabello, calpesti la sciarpa, inciampi, se la butti attorno al collo, e nel farlo si frusti la faccia, come un perfetto idiota, dimenticando per giunta l’ombrello. Ma hai fretta – per la seconda volta nella vita, senti di essere in ritardo (e sappiamo tutti com’è andata a finire la prima volta).
Lo sei davvero, un idiota, comunque. Perché sotto la pioggia, fradicio come un pulcino spelacchiato, mentre ancora ti stai chiedendo che diavolo vorresti fare o se sei veramente impazzito, ti ritrovi a gridare un «aspetta» a una perfetta sconosciuta. Magari non mi ha sentito, ti prepari a Smaterializzarti.
Ma lei si sta voltando – si volta, con una lentezza straziante, come se stesse attraversando l’intero mondo solo per guardarti negli occhi, inchiodandoti fermo lì, in attesa. S’affaccia incuriosita da sotto l’ombrello. «Sì?»
Sei tutto in disordine, e pure zuppo sei, idiota. Come un naufrago che striscia a terra boccheggiante, senza fiato e senza senno. Di certo, questo non è da te.
«Ti ho sentita ridere» balbetti. Che cosa stupida da dire! «E mi chiedevo…» Se ti lasciassi andare, lo rimpiangerei per sempre, deglutisci. «Qual è il tuo nome?» provi a darti un contegno.
Ride di nuovo – ride di te, idiota, di sicuro pensa che sei ridicolo con quell’espressione incantata e le braccia un po’ sbilanciate in avanti, come se volessi penderla al volo, come se avessi paura di cadere. Ma intanto ride.
«Audrey.»
Audrey.
Sotto la pioggia, gioia e tristezza si tengono per mano, tra loro l’eco di una risata.
Sotto la pioggia, le labbra bevono direttamente dal cielo.
Sotto la pioggia, si può solo sussurrare un “ti amo” a mani vuote, perché qualunque altra cosa verrebbe rovinata.
 
«Non le vorrai mica regalare un fermacarte per San Valentino, eh, Perce? Penserà che sei un idiota. Almeno, se proprio devi, ricordati di sorridere. Gli idioti innamorati lo fanno.»
 
 
«Cosa le regalerei io, dici? Facile, me stesso! Cosa dovrebbe desiderare di più una donna che ha già me? Siamo perfetti io e te, Georgi… Solo, io sono un po’ più bello.»
 
Sotto la pioggia, i colori del mondo si bagnano e colano a terra, lasciando solo grigio.
Sotto la pioggia, anche George si appanna, e chi lo guarda potrebbe benissimo scambiarlo per Fred.
Sotto la pioggia, è ancora possibile sentirsi la metà di qualcosa di perfetto.
Angelina.
«Angelina!»
Piange come te – piange a causa tua, scemo, di sicuro crede che tu potresti essere lui un momento prima di svanire dietro questa stupida pioggia che tutto confonde, e scoprire che era solo un sogno, potrebbe essere un incubo, potrebbe essere uno di quegli scherzi ch’eravate soliti fare a Hogwarts. E intanto piange.
«Che ci fai qua?» mormori. Che cosa inutile da chiedere! «Il negozio è chiuso…» Ho solo un rimorso nella vita. Questo rimorso mi ha fatto a pezzi, serri gli occhi. «Ti ho vista dalla finestra» provi ad annullare le tue incertezze.
Sei un guscio vuoto, e ora anche zuppo, scemo. Una volta ti saresti tolto la giacca per ripararla dalla pioggia, una volta ci avrebbe di sicuro pensato Freddy. Di certo, sarebbe arrivato prima lui di te.
Ma lei ti sta prendendo per mano – ti tiene la mano, con una dolcezza insopportabile, come se stesse cercando di strapparti di dosso tutto il dolore che ti si è incrostato sulla pelle, lasciandoti nudo lì, indifeso. S’appoggia sul tuo petto, e fa male, perché non sentivi più calore nel petto da molto tempo e avevi scordato cosa si prova. «Anch’io.»
Magari non mi ha riconosciuto, vorresti che fosse così. Perché sotto la pioggia, fradicio come un maglione dimenticato sull’erba, mentre provi l’insana voglia di vestire ancora i suoi panni e di essere scambiato per lui, ti ritrovi a urlare «sono George» in una strada deserta. Lo sei proprio, uno scemo, senza di lui.
C’è lei, e ci sei tu – ancora una volta senti di essere quello sbagliato, senti di essere tu quello morto (e sappiamo tutti chi, invece, non potrà più mordere la vita). Non si è mai visto George Weasley restare senza parole, ma neanche un George senza Fred pensavi potesse esistere, e tu sai che senza lui, a te non restano spalle a cui appoggiarti, sorrisi da copiare, discorsi da finire.
È l’ombra della sua presenza che vi fa abbracciare – l’ultimo momento in cui ti sei sentito completo. Ne sei stato privato, quindi ti sei nascosto dove sapevi avresti trovato l’ultima pergamena sulla quale aveva scarabocchiato, l’ultima crostatina che aveva morso, l’ultimo scherzo che lo avevi ascoltato programmare. Ti sembra di rivederlo di nuovo – non ne senti quasi più l’assenza.
Succede una cosa strana, succede solo con lei tra le tue braccia: un pezzo della tua anima torna a casa, mentre tu la scosti un po’ da te. La guardi piangere senza alcuna vergogna, lei ti guarda feroce. Ma questa volta è diverso, le accarezzi il viso e quasi sorridi. In qualche modo, lui è anche in lei, e tu non la lascerai andare via – lui è con te, e mai se ne andrà.



 

N.d.A.

Lo confesso, questa ha fatto proprio male.
Il titolo vuole essere un sottinteso, come se fossero Percy e George a pronunciarlo, mentre vivono questo loro amore (sì, doveva essere il capitolo dedicato a San Valentino, ma volete che mancasse l'angst?). A questo punto, uno si aspetterebbe una prima persona narrante, invece ho optato per una seconda, che mi permettesse di lasciare più o meno muti i due personaggi, perchè fosse la loro anima, attaccata dalle parole del narratore, a parlare con i loro gesti, il loro dolore, le loro emozioni.
E se nella prima flash vediamo come nasce un amore, nella seconda vediamo un amore perseverare (e ammetto che la mia visione dell'amore di George e Angelina potrebbe inquietare).
Parlando un attimino della struttura adottata. Questa volta, invece che seguire la stessa direzione per creare il riflesso, ho lasciato che le due flash si allungassero ai lati opposti partendo dallo stesso punto. Così, sembra assurdo da spiegare, ma diciamo che ho iniziato la seconda flash da dove finisce la prima, e da lì ho risalito. Se la prima flash sembra creare uno strappo nella rassegnazione di Percy, nella seconda quello strappo viene ricucito, come tirare su una zip.
Ho voluto poi lasciare le battute più importanti e lunghe a Fred, perché ho sempre immaginato che fosse lui quello dalle molte parole. Qui, dove l'allegria tace e le parole sono rarefatte, è il suo spirito a fomentare l'amore. E niente, Fred in versione cupido è la stoccata finale. Adesso sparisco.

Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna  
 
   
 
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