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Autore: Lady_Whytwornian    03/03/2021    0 recensioni
Atlantide è sulla Terra. La battaglia con il superalveare è stata vinta ed ora l'IOA deve decidere il destino della città e dei suoi abitanti
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Sheppard e gli altri vennero di nuovo materializzati davanti allo stargate. Si guardarono attorno increduli.
- Cosa è successo? Perché ci hanno lasciati andare?
- Hanno catturato Rodney – disse Teyla – Non è con noi.
A John ci volle un momento per realizzare che aveva ragione: mancava McKay.
Teyla continuò: - Volevano lui.
Sheppard annuì. Si diresse verso il DHD per digitare le coordinate di Atlantide: - Non possiamo fare altro al momento.
Al loro rientro, Richard venne prontamente informato di quanto accaduto: - Sono apparsi due dardi e preso solo McKay. Noi siamo stati rilasciati subito dopo. Era una trappola…Ci stavano aspettando.
Annuirono: avevano tutti la stessa idea. Era chiaro che Rodney era stato scelto non a caso. Sapevano chi era e qualcuno lo aveva identificato.
- Todd… – sibilò Sheppard.
- Cosa facciamo adesso? – chiese il signor Woosley - Cosa sa McKay di così importante per loro e che cosa possono recuperare da lui?
- Beh… - intervenne Carson - nella programmazione delle naniti è bravo e purtroppo anche nella loro generazione. Se riescono a mettere le mani su qualche artefatto degli antichi che è stato progettato per la realizzazione delle naniti avranno quello che cercano.
- Pure Todd lo è – disse Sheppard – stanno architettando qualcosa e, per qualche motivo, hanno bisogno di aiuto.
Teyla alzò le sopracciglia e poi commentò - Almeno per il momento lo lasceranno vivo…
Ronon scosse la testa: - Dobbiamo salvarlo…Quando non servirà più ai loro scopi non ci penseranno due volte a mangiarselo.
- E dove li cerchiamo? – John si era alzato in piedi e aveva iniziato a camminare nervosamente nell’ufficio di Richard - La loro nave è saltata nell’iperspazio subito dopo e non c’è modo di rintracciarla. Non la troveremo mai.
Teyla osservò lo stargate: - saranno loro a cercarci
Tutti si voltarono verso di lei. Come poteva affermare questo?
Nemmeno lei sapeva cosa la aveva spinta a dire quelle parole. Però era chiaro che non stavano cercando umani per cibarsene altrimenti avrebbero preso tutti. Quindi avevano altri progetti e probabilmente Atlantide rientrava nei loro piani.
Guide e Rodney avevano ripreso a lavorare.
In McKay la preoccupazione di dov’era era stata soppiantata dalla preoccupazione per gli effetti che l’attivazione del programma ad Atlantide avrebbe avuto sui suoi abitanti.
- Diventeranno tutti dei Replicanti. È orribile – sospirò.
- E tutto quello fatto finora sarà stato tutto inutile – disse freddamente Guide.
Rodney studiò a lungo quei file. Non riusciva ancora a capire cosa avrebbe reso attiva la loro esecuzione. Non c’era nessun riferimento a qualsiasi azione. Non all’attivazione dello Stargate, alla digitazione di un indirizzo, lo scudo, gli stardrive. Nulla.
- Non c’è alcuna ragione per cui diventi esecutivo. Ci deve essere un riferimento, qualcosa.
Continuava a passare le righe di codice e a testare le singole subroutine.
- Aspetta. Aspetta. Potrebbe…No. Questo no. Eppure…e se fosse?
Guide guardò McKay: - sei capace di lavorare senza parlare?
- Sì. Ehm…no…Ascolta. Devi vedere questo. Tempo fa c’è stato un incidente in un laboratorio che avevamo trovato dopo una perlustrazione. C’è stato un uragano e parte dei locali avevano subito degli allagamenti e purtroppo dei danni. Una delle stanze che era stata danneggiata era un laboratorio dove studiavano le naniti. Tra l’altro i presenti, tra cui io, erano stati “contagiati” dalle naniti. Un’esperienza terribile.
Guide lo guardò spazientito: - Arriva al dunque!
- Eh? Sì. Giusto. Questo laboratorio: alcuni strumenti erano a noi sconosciuti. Ma credo che qualcosa abbia attivato quel giorno la direttiva dei Replicanti. In questi file si fa riferimento esattamente a quel luogo. Dobbiamo tornare ad Atlantide. E devo entrare di nuovo in quel laboratorio per capire cosa si è acceso quel giorno.
Il wraith annuì. Sapeva benissimo che sarebbero dovuti andare ad Atlantide. Era lo scopo finale. Sapeva anche che questo però avrebbe risvegliato ferite che non erano ancora guarite.
Avevano raggiunto l’obiettivo e McKay aveva fornito loro la possibilità di entrare ad Atlantide su un piatto d’argento. Elbereth ordinò di calcolare la rotta per un pianeta vicino dove avrebbe facilmente potuto nascondersi ad occhi indiscreti.
McKay alzò timidamente la mano: - perché non usiamo lo stargate? Sarebbe più facile.
Elbereth sorrise: - voglio avere la mia nave a copertura. Se usassimo lo stargate e voi non foste esattamente collaborativi, noi non avremmo alcuna difesa. Saremmo alla vostra completa e totale mercé. E la cosa non mi piace.
Rodney avrebbe voluto replicare che al momento si trovava esattamente in quella situazione, ma si rese conto che non avrebbe avuto alcuna risposta.
Ad Atlantide stavano seguendo con preoccupazione un segnale apparso da poco sullo schermo radar: una nave alveare si stava dirigendo dritta da loro.
- Quando sarà qui? – chiese il signor Woolsey
- Tra due giorni, escludendo la pausa che farà per rigenerare lo scafo. Uscirà qui, se i miei calcoli sono esatti – rispose Zelenka indicando un pianeta non troppo lontano.
- E da dove è apparsa? Perché non ce ne siamo accorti prima? – chiese sorpreso Richard.
- Abbiamo avuto dei problemi con i sensori a lungo raggio. Purtroppo, sono stati riattivati solo oggi.
Le riparazioni fatte sulla Terra non avevano infatti risolto alcuni danni e molti erano stati rilevati solo quando erano rientrati.
- È sola?
- Sì. – Radek sistemò gli occhiali - Una nave soltanto
- Un bel déjà-vu – commentò Sheppard
Due guerrieri andarono a prelevare McKay dall’alloggio dove era stato confinato e lo portarono sul ponte comando.
- Ma non abbiamo ancora finito…non mi vorrete mangiare…
Guide li seguì: - Non credo che siano queste le intenzioni. Siamo usciti dall’iperspazio e ci siamo stabilizzati in un’orbita di parcheggio…credo che siamo quasi arrivati alla meta.
- Non mi vuole come pranzo? Sei sicuro?
- Abbastanza – ghignò.
- Come “abbastanza” …cosa vuol dire?...non è abbastanza!
Elbereth fece un profondo respiro e aprì gli occhi. La nave alveare era ferma ed ora tutta l’energia veniva convogliata allo scafo. Si spostò dalla postazione di comando e andò loro incontro. McKay la guardava cercando di sembrare coraggioso e senza paura.
- Umano…
- Sì…agli ordini…
- Ho fatto aprire un canale di comunicazione con Atlantide. Il tuo codice di identificazione faciliterà le cose – si guardò il palmo destro con noncuranza.
Nella sala stargate erano tutti perplessi: era il codice di Rodney.
- Cosa facciamo? – chiese Zelenka - Sanno benissimo dove ci troviamo. Non si presentano in massa, ma con una sola nave contattandoci.
Il signor Woosley annuì - Aprite il collegamento
- È un piacere parlare nuovamente con voi. Ve lo avevo detto che ci saremmo rivisti anche se non pensavo così presto. Per prima cosa vi voglio informare che il vostro uomo sta bene. Dr McKay vorrei che illustrasse ai suoi amici quanto abbiamo trovato studiando il file originario della programmazione delle naniti, velocemente, per cortesia, dato che non sappiamo quanto tempo è rimasto.
Ascoltarono fino alla fine senza fiatare.
Elbereth riprese a parlare: - Non abbiamo molto tempo per cui vi chiedo di pensare in fretta. Non sappiamo cosa attiverà il programma. Il dottor McKay è convinto che la risposta si trovi ad Atlantide e onestamente concordo con lui.
Poi continuò: – il pericolo è per entrambi. Non ho alcun interesse a prendermi gioco di voi. Il ritorno dei Replicanti sarebbe una sventura per il mio popolo. E non credo che voi vogliate trasformarvi in uno di loro.
John volse lo sguardo verso il dottor Woosley poi rivolgendosi ad Elbereth: - perché dovete venire qui anche voi? Non è sufficiente che diate al dottor McKay tutte le informazioni? Potrebbe andare avanti con il lavoro fatto senza dover per forza…beh, avete capito benissimo cosa intendo.
Elbereth sorrise: si aspettava questa obiezione.
- Certo. Ma purtroppo non è così semplice. Buona parte della codifica è ancora criptata, ma da quello che abbiamo potuto vedere si attiverà fra poco. Non abbiamo tempo! E sicuramente in tre lavoreremo più velocemente.
- Rodney? – chiese Sheppard
Timidamente McKay si spostò e si avvicinò allo schermo wraith - Sì John. È vero. E, mi spiace ammetterlo, abbiamo davvero bisogno di loro. Per qualche motivo i Replicanti hanno inserito parte del codice in lingua Wraith. Forse pensavano che un’alleanza tra i nostri due popoli sarebbe stata impossibile e in questo modo anche se avessimo trovato il programma non saremmo riusciti a decifrarlo interamente. Per quanto mi costi affermare questo, non me la sento di rischiare. La mia conoscenza del wraith non è sufficiente. Non in questo caso.
Il dottor Woosley guardò il dottor Zelenka – mi dispiace signor Woosley, ma McKay ha ragione. Nessuno qui ha competenze profonde nella lingua wraith.
Poi guardò Sheppard che annuì
- Allora è deciso. Va bene. Speriamo di non doverne pentircene. Un’altra volta…
Nessuno aveva dimenticato quello che era successo tempo prima con il wraith che avevano chiamato Michael e la sua regina.
La nave alveare avrebbe attirato troppo l’attenzione e questa era l’ultima cosa Elbereth che voleva. Sarebbe rimasta in ombra nell’orbita del pianeta che avevano raggiunto appena usciti dall’iperspazio e in caso di necessità avrebbe potuto raggiungere velocemente Altantide. Lo scafo si sarebbe rigenerato mentre loro sarebbero scesi sulla superficie dove c’era uno stargate. Il pianeta non era abitato a causa delle radiazioni emanate dal terreno.
- Un momento – disse Rodeny – a voi non faranno niente tanto potete curarvi da soli. Ma io? Potrei subire danni irreversibili al mio DNA. Magari subirò mutazioni genetiche
- Falla finita dottore. Staremo sul pianeta il tempo di digitare l’indirizzo.
Si recarono nella baia d’approdo e un dardo si sollevò in volo appena li vide arrivare. Li smaterializzò e subito dopo fece rotta verso il pianeta.
Diedero a Rodney il tempo di riprendersi: - sono io vero? Il mio corpo non è posseduto da un wraith? L’ultima volta sapete mi è successo che nella mia testa c’era anche un’altra persona. È stato terribile. Stavo per morire e…
Elbereth si girò appena: -Se insisti ti posso far morire. Adesso.
- No. Ecco. No. Ho capito. Sto zitto
Lo stargate era davanti a loro: - Bene. Digita l’indirizzo di Atlantide. Non vorrei farli attendere.
  
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