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Autore: _Zaelit_    03/03/2021    0 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Rain aprì le porte della villa, uscendo sulla grande scalinata che portava alla strada circondata dal prato, unica macchia verde in quella grande distesa arida. Una leggera brezza le solleticò la pelle, più fredda del solito. Dopotutto, l'autunno era alle porte e i mesi freddi stavano per portare una quasi statica calma su Midgar e sui territori circostanti. Comunque, non le dispiaceva. Vivendo in un paesino collocato fra le montagne, le basse temperature non l'avevano mai disturbata e aveva sempre preferito l'inverno all'estate.

Si prese un secondo per inspirare quell'aria pura, lontana finalmente dallo smog e dal caos della piattaforma, prima di chiudere la porta alle sue spalle e guardarsi attorno.
Impiegò poco tempo a trovare Sephiroth: l'uomo si era fermato in un punto della breve strada proprio davanti all'ingresso, teneva le braccia morbide lungo i fianchi e il viso alto. Il leggero venticello scuoteva delicatamente i suoi lunghi capelli argentati, brillanti della luce lunare caratterizzata dal medesimo colore, e i lembi della sua lunga uniforme di pelle.
Lasciandosi sfuggire un sorriso un po' stanco, Rainiel scese con calma le scale, sicura che lui avesse già avvertito la sua presenza, e lo raggiunse a passo moderato, fino ad affiancarlo e sollevare a sua volta il viso sul cielo notturno.
Il bagliore delle costellazioni era flebile nel buio dell'universo, ma comunque visibile, quasi magico. Tutte quelle stelle raccolte in un unico, infinito abbraccio... quello spettacolo aveva un che di poetico.
Notando lo sguardo di Sephiroth immerso nella contemplazione di quella scena, nonché in pensieri profondi, lei gli lanciò un'occhiata e parlò pacatamente.
«Pensavo non ti piacesse guardare il cielo.»
«Non ci ho mai fatto troppo caso,» replicò lui senza attendere, «ma, grazie a qualcuno, ho imparato che non fa male prendersi del tempo per osservarlo, di tanto in tanto.»
La donna calò le palpebre sugli occhi, sospirando soddisfatta. Sapeva di aver insegnato qualcosa al suo stesso mentore, e questo non le dispiaceva affatto.
Tornò ad ammirare il paesaggio poco dopo, stringendosi nelle proprie braccia, quasi credendo di star sognando.
«Però... è davvero tutto così pacifico. Non ci sono abituata.» commentò, anche con una punta di ironia nella voce, «Siamo... liberi, eh?»
Persino lui accennò una fugace espressione di felicità.
«Sì, immagino sia così.»
«Come ti fa sentire tutto questo?» tornò a domandare lei, osservandolo dal basso, ma senza più far caso alla loro differenza in termini d'altezza. «Sai, è strano non avere più qualcosa per cui combattere. Ho paura di non sapere cosa porterà l'alba di domani.»
«Non puoi mai saperlo. Ma una cosa è certa: c'è sempre qualcosa per cui combattere, a questo mondo.» sospirò lui, prima di voltarsi in sua direzione.
Per qualche motivo, sembrava afflitto. Quella solitudine che aveva cercato aveva chiaramente un motivo, anche se non gli dispiaceva la compagnia di Rainiel. Solo... non si era ancora dato pace, benché avessero raggiunto il loro obiettivo e ora potessero vivere liberi da quel peso che per anni era gravato sulle loro spalle.
«Come mi sento?» ripeté poi, ricordando la sua prima domanda, una che lui non si era mai posto. Non credeva che a qualcuno sarebbe mai importato sapere come una macchina da guerra come lui si sentisse. Nessuno glielo aveva mai domandato, d'altronde. «Mi sento come se avessi risolto solo uno dei tanti problemi che mi danno da pensare. Non sono ancora soddisfatto.»
Rainiel notò la malinconia nella sua voce e, istintivamente, gli si avvicinò toccandogli un braccio, per confortarlo. Sapeva cosa intendesse dire, con quelle parole.
«Tu... non ti senti ancora del tutto libero, vero?» chiese, ma non v'era bisogno di attendere risposta. Calò infatti la testa, stringendo le labbra per poi continuare. «Lo capisco, e non posso darti torto. C'è ancora così tanto da fare.»
Sephiroth passò lentamente una mano fra i suoi capelli, in una ciocca che le corniciava il viso. Non parlò, ma Rain poteva immaginare cosa stesse provando in quel momento.
Non abbandonarsi all'odio era stato difficile. Perdonarsi e concedersi un'opportunità di pace e gioia lo sarebbe stato anche di più. Non era qualcosa che poteva fare in poco tempo.
«Tu...»
La ragazza provò a parlare, ma dovette schiarirsi piano la voce e aggrottare le sopracciglia per un istante, prima di riuscire a formulare la prossima domanda.
«Tu non resterai con noi, non è così?»
La mano del Generale si allontanò dal viso di Rain per abbassarsi e poggiarsi su una delle sue braccia.
Gonfiò il petto di un respiro più profondo, mentre si preparava a parlarle. Non voleva ferirla, ma non poteva neanche ignorare come si sentisse lui davvero.
«Ho bisogno di molte altre risposte. Ho così tante questioni in sospeso...» rivelò, non senza qualche difficoltà, «... Jenova, mia madre, Angeal e Genesis... e me stesso.» elencò poi, «Ho scoperto di non sapere poi granché di nessuna di queste cose. E so bene che non mi darò pace, finché non mi riconcilierò con me stesso. Solo che non posso caricarti del compito di aiutarmi anche stavolta.»
Rain si avvicinò di più a lui, alzando il viso per guardarlo, di colpo più triste.
«Aiutarti non è mai stato un peso, per me. Sai che, se dovessi averne bisogno, mi troverai sempre qui.»
«Lo so. Lo so benissimo.» continuò lui, più serio, prima di sfiorarle una guancia con la mano libera. «Ma è qualcosa che devo fare da solo. Prima di tutto mi occuperò di eliminare le Copie-R rimanenti, dopodiché mi prenderò il tempo che mi serve per fare spazio tra i miei pensieri.»
Rain annuì, accettava la sua decisione, ma era inevitabile che se ne rattristasse. Aveva aspettato così tanto, per essere felice al suo fianco... ma sapeva di dover attendere ancora un altro po'.
«Rainiel...»
Sephiroth richiamò la sua attenzione, senza essere brusco. Al contrario, forse la sua voce non era mai stata così delicata e gentile. Era chiaro che tenesse molto a farle capire la cosa più importante.
«Io voglio stare con te. Lo voglio più di qualsiasi altra cosa.» annunciò senza timori né imbarazzo, «Ma non posso pretendere di renderti felice se non sono neanche in grado di vivere in pace con me stesso. Voglio che tu comprenda questo.»
Le sue parole arrivarono al cuore della donna come una freccia. Solo che non portarono dolore e tristezza... solo la verità. Ciò che aveva appena detto significava moltissimo per lei, che sapeva di essersi oramai profondamente e totalmente innamorata di lui, nonostante tutto ciò che era accaduto, nonostante il dolore che entrambi avevano dovuto affrontare.
«Voglio farti una promessa. Una che stavolta intendo mantenere a qualsiasi costo.» spiegò mentre avvicinava il viso al suo.
Lei si morse le labbra prima di rispondere.
«Quale promessa?» chiese.
«Quando tornerò, non dovrai più temere di perdermi.» giurò lui, «Resterò con te e sarò una persona migliore. Grazie a te... so che esiste un uomo, un umano, oltre al mostro che vive in me. E so che solo io posso decidere se far prevalere l'uno o l'altro.»
Rainiel sorrise.
«Finalmente hai capito il tuo stesso insegnamento.» disse piano, «Ne sono felice. Per questo non cercherò di farti cambiare idea. Lo sai... che non ti costringerei mai a fare nulla che non voglia davvero. Che accetterò qualsiasi tua decisione.»
Sephiroth aprì un po' di più gli occhi, incuriosito.
«Ti fidi di me, allora?»
«Mi sono sempre fidata di te. E sempre lo farò.» replicò lei senza neanche aver bisogno di pensarci, «So che tornerai da me. So che ti ritroverò sempre, non importa quanti ostacoli ci separino.»
Il loro legame, lo sapevano entrambi, li univa dalla nascita. Dal momento in cui un bambino dai capelli d'argento aveva tenuto fra le braccia una neonata in un freddo laboratorio di Midgar. Dall'attimo in cui il loro sangue aveva generato per la prima volta quella materia ignota che aveva il potere di portare la vita o la distruzione. Quel legame... avrebbe continuato a vivere con loro, fino alla fine e anche oltre.
«Voglio ciò che vuoi tu. Voglio che tu vada, che trovi le risposte che ti servono, che ti prenda il tuo tempo per perdonarti, anche se io ti ho già perdonato, e sarò sempre pronta ad accoglierti al tuo ritorno, non importa quanto tempo passerà.» esclamò quindi lei, audacemente, guardandolo direttamente senza più tremare né sentirsi in imbarazzo.
Lui ne fu colpito. Dopotutto, quando mai Rain smetteva di sorprenderlo? Era la cosa di lei che apprezzava di più. Ciò che li aveva avvicinati prima di qualsiasi altra cosa.
«Non starò via per molto. Ti assicuro... che non te ne accorgerai neanche.»
In pochi secondi, l'uomo portò le mani alla sua schiena, stringendola a sé senza alcuna insistenza, ma nel giusto modo per farle capire quanto, in fondo, avesse bisogno di lei e di farle comprendere cosa, quel legame tra loro, significasse per lui.
La ragazza sentì il cuore battere più velocemente. Nonostante non fosse la prima volta che si ritrovava così vicina a lui, le emozioni che la sua sola presenza le provocava sembravano sempre nuove e più potenti che mai.
«Chiudi gli occhi.» le chiese, in un sussurro.
Rain si prese un attimo per osservare le sue iridi brillanti nel buio della notte, ogni dettaglio del suo viso, dei suoi capelli, dei suoi abiti. Sapeva che, una volta fatto come chiedeva, non lo avrebbe rivisto per un periodo che non poteva calcolare. Breve o lungo che fosse, l'attesa sarebbe stata straziante. Ma l'avrebbe accettata, perché teneva a lui e voleva che fosse felice, che trovasse la pace in cui sperava. Ecco perché cercò di imprimere nei suoi ricordi ogni singolo dettaglio di lui, anche se, si disse... Sephiroth non sarebbe mai stato solo un ricordo.
E così chiuse gli occhi, senza sentire il bisogno di piangere. Al contrario, provò una strana e flebile gioia, perché sapeva di star facendo la cosa giusta. Per lui, per entrambi.
Quando fu avvolta dal buio, sentì le labbra dell'uomo cercare le sue, prima sfiorandole e infine, mentre con le braccia cingeva la sua schiena e i suoi fianchi, baciarla con sentimento e dolcezza in egual misura. Quasi non sembrava da lui, ma allo stesso tempo non si sarebbe aspettata nulla di diverso.
Le parve un breve istante, non sufficiente in termini di tempo, ma quel bacio si protrasse per dei lunghi secondi, per sigillare la promessa appena pronunciata.
Rain si strinse saldamente a lui, stringendo con più forza le palpebre e respirando sulla sua pelle, sollevandosi sulle punte dei piedi per raggiungerlo.
Una parte di lei non voleva lasciarlo andare, ma l'altra le ricordò che così facendo l'avrebbe solo messo in gabbia. Non sarebbe stata diversa dalle altre persone che lo avevano tenuto prigioniero per un'intera vita. Non poteva fargli una cosa del genere. E, soprattutto, non voleva.
Così, quando il bacio s'interruppe, lentamente, e lui indietreggiò, lei tenne gli occhi chiusi e si morse le labbra, per sentire ancora l'impressione di quel contatto appena terminato.
Un sussurro appena accennato vibrò nell'aria fredda di quella notte.
«Grazie... Rain.»
Dopodiché, il tocco sul suo corpo svanì. Non sentì che un rapido fruscio, un piccolo venticello che le mosse i capelli.
Quando riaprì gli occhi, pochi secondi dopo, era ormai sola.
Una singola piuma nera cadde dal cielo, e lei allungò una mano. Questa si poggiò sul suo palmo aperto, e lei la guardò, con un debole sorriso in volto, prima di stringerla al proprio petto.
Sollevò il viso al cielo, un'ultima volta.
L'universo ricambiò quello sguardo, con la sua meravigliosa luce, le sue miriadi di stelle che conservarono la promessa appena accettata. In quel momento, il suo cuore si calmò, e con esso la sua mente.
Sapeva che sarebbe riuscita ad attendere. Non sarebbe stato facile, ma la facilità non era qualcosa che apprezzava.
Era una SOLDIER. Un'eroina. Semplicemente Rainiel. E le sfide erano pane per i suoi denti.

Poco dopo, la porta della villa si aprì di nuovo, e Zack uscì dall'edificio con le mani sui fianchi, raggiungendola.
«Però... ce ne hai messo, di tempo.» scherzò, in un leggero sbuffo, «Quindi? Sephiroth non è qui?»
Rainiel diede un'altra occhiata alla piuma nera che aveva in mano, e anche il suo amico riuscì a vederla, comprendendo cos'era appena accaduto.
«Non più. Ha preso la giusta decisione, ma tornerà.» rispose allora.
Zack accennò un sorrisetto, prima di scuoterea testa e tirare un sospiro.
«Ah, quell'uomo...» parlò tra sé e sé, prima di poggiare una mano sulla spalla dell'amica. «Sarà anche un testone, ma non metto in dubbio che tornerà da noi. Da te, soprattutto.»
«Già...» confermò lei, prima di riservargli un sorriso.
Con lui e con Cloud, di certo, non sarebbe stata sola in quel periodo. Anche se le sorse spontanea una domanda.
«Zack...» chiamò allora, «Dove andrai adesso?»
Lui fece spallucce.
«Ci stavo pensando proprio adesso. Immagino che Cloud farà ritorno a Nibelheim, ma io preferirei restare nei paraggi. Sai, nel settore 5 vive una persona a me cara. Vorrei stare con lei, ora che il conflitto si è risolto.» spiegò.
Rainiel annuì, comprensiva. Come dargli torto? Alla fine entrambi vivevano la stessa situazione. Volevano stare con chi più amavano. E lei? Lei avrebbe trovato un posto, ne era certa.
Anche se Zack le diede una pacca amichevole, e strizzò un'occhiolino in sua direzione.
«Pensavo che potresti venire con me. Certo, la vita pacifica non ci si addice... ma  non ho nessuna intenzione di lasciarti sola proprio adesso.»
Rain sentì pizzicare gli occhi e calò le braccia, commossa.
«Davvero...? Davvero non sarebbe un problema?»
Non aveva un posto dove andare. Una casa o una famiglia a cui fare ritorno. Ma forse l'aveva appena trovata.
«Un problema? Ma scherzi?» rise lui, «Non dire sciocchezze. E poi sono certo che ti troverai bene. Di sicuro tu ed Aerith andrete molto d'accordo. Allora? Che ne pensi?»
Aerith... chissà che tipo di ragazza era. Ma, conoscendo Zack, non stava mentendo. Rain poteva davvero fare parte di quella grande famiglia.
«Penso... che sia un'ottima idea. Grazie.»
Lui le rispose con un sorriso, dopodiché la invitò a tornare all'interno della villa. Cloud aspettava entrambi. Quella sera avrebbero finito di festeggiare la vittoria e poi, finalmente, sarebbe iniziata una nuova vita per tutti loro.
Una non sempre facile, forse, poiché avrebbe portato con sé delle nuove avventure, ma questo non spaventò Rain.
No... lei era pronta a tutto. Non era più sola. Non era più solo una pedina in mano a un uomo folle. Adesso era l'eroina che aveva sempre sognato essere, e aveva delle persone al suo fianco. Lontane o vicino che fossero, il suo cuore non li avrebbe più abbandonati.
Distolse allora lo sguardo dal cielo, dal suo profondo colore bluastro, e realizzò di aver finalmente trovato una scintilla di quella che sapeva di poter definire... felicità.

FINE.


[ • • • ]

• Angolo autrice •
Un saluto a tutti e un grazie di cuore a chiunque abbia letto la storia sin qui. Grazie davvero per aver seguito le avventure di Rainiel e per avermi aiutata con le vostre impressioni nella scrittura della mia prima fanfiction a tema FFVII. La storia ha riscosso un discreto successo sia sul sito italiano che su quello inglese, e leggere i vostri commenti mi ha resa davvero felice.
Naturalmente le avventure della nostra protagonista non terminano qui, anche se "Project Rainiel" è giunta a una conclusione. Ho deciso di preparare un sequel, perché ho ancora molte idee da mettere in pratica e perché scrivere questa fic mi rende felice, e spero possa fare lo stesso con voi. Non so ancora quando pubblicherò il sequel, ma vi terrò aggiornati: non potendo pubblicare qui eventuali annunci invito chiunque sia interessato a seguire il mio profilo su Tumblr, "Zaelit's Blog" o più semplicemente Zaelit, dove, pur scrivendo solo in inglese, posto aggiornamenti sulla pubblicazione dei capitoli e anche qualche fanart o disegno che creo di tanto in tanto.
Auguro a tutti una buona giornata o buona notte, e soprattutto tanta felicità. Spero di poter ricevere altre vostre impressioni in futuro su questa storia e sulla prossima. Un abbraccio a tutti!

   
 
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