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Autore: clif    08/03/2021    1 recensioni
-Ecco a lei, signora. Una bambina bellissima- Disse la signora Cole, porgendole il fagotto. La puzza di sigaretta poteva sentirsi chiaramente provenire da lei. Era evidente fosse un posto terribile dove far crescere dei bambini. Se fosse stata abbastanza lucida, si sarebbe rammaricata del luogo dove avrebbe lasciato la sua piccola, ma in quel momento era a malapena in grado di fare pensieri coerenti.
-Come intende chiamarla?- Le domandò la donna. Nonostante la nota dolce, si poteva sentire il tono seccato: la gentilezza era tutta una maschera. Probabilmente era desiderosa di scaricare il fagotto in qualche culla e tornare a fumare o bere. Merope però era troppo concentrata sulla domanda per notarlo: il nome? Non aveva mai pensato ad un nome.
-Nicole... Merope... Nicole Merope Mikaelson- Queste furono le ultime parole di Merope Gaunt. La fatica aveva preso un forte pedaggio sul suo corpo negli ultimi mesi e il parto fu la sua ultima fatica. Avrebbe potuto salvarsi usando la magia, ma era mentalmente troppo distrutta per andare avanti. Sapeva di essere egoista ad abbandonare la figlia, ma non poteva fare altro. Pregò solamente, un secondo prima di spirare, che la sua vita sarebbe stata felice a differenza della sua.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Cross-over | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Più contesti
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Tenda dei campioni. Hogwarts.

-Benvenuti, signore e signori! La vostra attesa sta per finire. Tra pochi minuti inizierà ufficialmente la prima prova della 19° edizione del Torneo Tremaghi!- La voce di Bagman, ampliata magicamente, risuonò dallo stadio fuori fino all’interno della tenda dove i campioni stavano aspettando di essere chiamati.

Il primo che fra cinque minuti sarebbe sceso in campo era Victor. Il giovane campione bulgaro era in piedi, a pochi passi dall’uscita della tenda. Il ragazzo indossava la stessa divisa che portavano tutti gli studenti Durmstrang, con l’eccezione del suo colore totalmente nero (a differenza del marrone originale), e un mantello non troppo lungo ne troppo folto, che in ogni caso avrebbe tolto prima di iniziare, in modo da non essere un ostacolo.

Era silenzioso come al solito, immobile a guardare il vuoto di fronte a se. L’unica indicazione di possibile nervosismo erano le mani strette tanto forte da rendere le nocche bianche. Quattro anni di studi sull’occlumanzia non gli avrebbero permesso di lasciar trapelare altro. Era pronto già da un mese (anzi oltre, dato che Karkaroff lo aveva informato in precedenza avrebbe puntato su di lui come campione), e non si sarebbe tirato indietro.

A pochi metri da lui, era seduta in silenzio la campionessa di Beauxbatons. La divisa del suo collegio era andata, sostituita una tuta da combattimento del medesimo colore celeste. I pantaloni attillati sostituivano la gonna, e ai piedi portava degli stivali in pelle scuri, dello stesso colore dei guanti che indossava attualmente.

La pelle della parte Veela, piuttosto che la sua solita tonalità bianca pura, aveva assunto un colorito giallognolo. Lei, che per l’intero mese si era comportata in maniera altezzosa con il resto di Hogwarts, specialmente i suoi due rappresentanti nel torneo, adesso tremava internamente dalla paura. Forse solo allora, a pochi minuti dalla prima prova, stava veramente realizzando la reale portata della situazione.

Il terzo campione presente all’interno della tenda era Neville. Il ragazzo più giovane indossava abiti simili a quelli che portava come cercatore durante le partite di Quidditch, con l’aggiunta dello stemma di Hogwarts cucito sulla schiena. Silente gli aveva sottilmente consigliato di indossarlo come simbolo di onore per la scuola.

Tra tutti i campioni presenti, era lui quello che riusciva a nascondere meno il suo nervosismo. Non aveva smesso di girare in tondo da quando era arrivato, mentre cercava di asciugarsi sui pantaloni le mani sudate. L’ultimo mese non era stato affatto piacevole per lui, ma questo sembrava quasi diventare un abitudine da quando aveva messo piede ad Hogwarts. Tutti gli altri studenti erano convinti avesse imbrogliato per partecipare alla competizione.

Tutte le case presero a deriderlo (i Serpeverde aumentarono il tiro), indossando spille derisorie (con su scritto “Paciock imbroglione” o simili), o sparlando di lui alle sue spalle. Con suo dispiacere, anche i suoi compagni di dormitorio, compreso Ron, qualcuno che considerava da anni il suo migliore amico, lo ritenevano un bugiardo. Solamente Hermione sembrava non criticarlo apertamente, ma anche lei si era allontanata leggermente.

Il campione finale era quello seduto più lontano dal gruppo. Harry Potter era certamente cambiato dalla notte in cui fu selezionato dal calice. Nell’ultimo mese il ragazzo magro e basso aveva lasciato il posto ad un adolescente di altezza media, ma comunque abbastanza robusto. I capelli, che prima avevano la forma simile a un nido di uccello, adesso avevano assunto uno stile più elegante.

Indossava una maglietta chiara, coperta da un corto mantello nero. Le braccia erano avvolte da fasce bianche strette. Gli studenti di Hogwarts notarono questo suo improvviso cambiamento, in particolare le ragazze. Harry, che era sempre stato un ragazzo chiuso e piuttosto anonimo, non aveva mai dato nell’occhio fino a quel momento tra i suoi coetanei. Purtroppo però, per via della convinzione che anche lui avesse imbrogliato, nessuno si avvicinava comunque a lui.

Gli studenti di Corvonero che negli ultimi anni avevano studiato con lui (piacevoli conoscenti, ma non veramente amici), si erano fatti più distanti. La sua cerchia di amici consisteva in Andrea e in Luna Lovegood. Quest’ultima aveva preso ad accodarsi nelle loro ricerche e nei loro studi (seppur fosse di un anno più giovane) da settembre.

Pochi minuti prima, i giudici, accompagnati dai tre presidi, erano entrati nella tenda per spiegare in cosa consistesse la prima prova: ognuno di loro avrebbe dovuto rubare un falso uovo da un nido di una madre di drago. Seppur incatenata e sedata, nessun adulto intelligente si avvicinerebbe ad essa senza supporto. Se non era questa la prova della mancanza di buon senso dei maghi inglesi…

Quello che i giudici non sapevano però, era che i presidi avevano già trovato il modo di informare i rispettivi campioni. Silente consigliò sottilmente Hagrid di mostrare a Neville i draghi tenuti in gabbie nella foresta. Il fatto che il mezzogigante fosse un appassionato di creature pericolose, giocò a favore del vecchio. Il risvolto negativo però fu il fatto che accompagnò anche Madame Maxime, interesse amoroso e parte gigante come lui, a vedere le bestie. Fu un appuntamento.

A seguire i due durante quella notte (dato che non passavano certo inosservati) fu un sospettoso Karkaroff. Dopo una settimana dalla selezione del calice, Harry Potter fu l’unico a non sapere cosa avrebbero dovuto affrontare. In realtà Neville lo avrebbe informato tre giorni dopo (in fondo erano compagni e sulla stessa barca), se non fosse per il fatto che Harry lo aveva scoperto già il giorno prima.

Luna aveva preso a commentare su improvvise infestazioni di gorgo sprizzi nel profondo della foresta. Harry era diventato velocemente abituato alle stranezze di Luna, ma aveva anche intuito che ogni volta vi era un significato di fondo. Decise così, munendosi del mantello dell’invisibilità, di andare ad indagare nella foresta proibita.

Con l’aiuto di qualche incantesimo repellente riuscì ad arrivare senza incontrare creature pericolose… fino a che non si imbatté in loro. Gli enormi rettili volanti sputa fuoco. Harry ci mise un po’ di tempo a riprendersi dallo shock, ancor di più a riuscire a trovare una strategia per uscire vivo da una situazione del genere. Ovviamente, data la sua fortuna, lui sorteggiò pochi minuti prima il lotto più pericoloso della nidiata: l’Ungaro Spinato.

Per l’estrazione, avrebbero dovuto prendere da un sacchetto una versione miniaturizzata della bestia. A Fleur toccò il Gallese Verde. Il secondo a sorteggiare fu Krum, al quale toccò il Petardo Cinese. L’ultimo a sorteggiare fu Neville (per poco non gli sfuggì di mano, tanto stava sudando), il quale prese il Grugnocorto Svedese.

-Pssh… Harry! Siamo qui!- Ad un paio di minuti dall’inizio, una voce lo chiamò alle sue spalle. Senza farsi notare dagli altri presenti, due ragazze aveva alzato un lembo della tenda per farsi notare dal campione più vicino a loro. Harry batté le palpebre. Una volta. Due volte. Alla fine si decise che non fosse un miraggio.

-Andrea, Luna… cosa fate qui?... E perché siete conciate così?- Domandò lui con fare esitante. Entrambe avrebbero dovuto già essere ai loro posti in tribuna, ma ciò che lo lasciava confuso erano i cappellini con sopradei finti cespugli. Quelli servivano per mimetizzarle? Non avrebbe dovuto permettere a Davina di farle vedere certi film.

-Stavamo andando sugli spalti, quando ci siamo rese conto che questa mattina a colazione non ti avevamo fatto augurato buona fortuna. Non potevamo certo permetterti di affrontare un drago senza vederti prima, perciò… in bocca al lupo- Affermò Andrea, allungando il braccio e sfregando la testa di Harry come fosse un cucciolo. Il ragazzo in questione arrossì leggermente al gesto infantile dell’amica.

-Sono felice che sei calmo. I gorgosprizzi non ti hanno invaso la testa e questo è un bene. Stai attento però, ho visto da lontano uno dei draghi nelle gabbie qui dietro e uno di essi ne è invaso- Affermò Luna con la sua solita voce eterea, avendo però un insolito sottotono che il mago non riuscì ad identificare.

-Grazie, ragazze. Significa molto per me- Disse lui con un sorriso. Ed era sincero a riguardo. Avere il supporto dei propri amici, per quanto pochi, gli procurava sempre una piacevole sensazione allo stomaco. Mancava un minuto all’inizio… sperava di riuscire a vincere, o perlomeno uscirne vivo e con tutte le membra al loro posto.

Composto. New Orleans.

-Trovato niente?- Domandò Elijah Mikaelson con aria annoiata al suo fratellastro ibrido. Il fratello più anziano era ancora un po’ seccato dal fatto che l’altro lo avesse pugnalato (erano passate poche settimane del suo risveglio), ma era qualcosa che avrebbe potuto ignorare col tempo. Per quanto triste, non era la prima volta che si ritrovava forzatamente stipato dentro una bara per mano di Klaus. Una famiglia molto disfunzionale era la loro.

-Direi proprio che abbiamo fatto tombola, caro fratello- Affermò l’ibrido con un ghigno che lentamente gli cresceva sul viso. Stretto tra le mani aveva un documento, appena preso in mezzo al mucchio situato sulla scrivania li adiacente. Erano ore che cercava e finalmente era riuscito a trovare qualcosa di veramente interessante.

-Davvero?- Domandò Elijah, mentre la noia lasciava momentaneamente spazio alla curiosità. Negli ultimi mesi, la loro famiglia era stata in lotta contro Marcel Gerard (ex pupillo di Klaus) e il suo esercito, per il dominio sulla città di New Orleans. Per difendere la futura neonata (avevano scoperto che Hayley era incinta di una bambina), e per riprendere la città che avevano costruito oltre un secolo prima, Elijah e Rebekah avevano deciso di aiutare.

Pochi giorni prima, Klaus aveva dimezzato l’esercito di Marcel, obbligando questi ad arrendersi. La città era però ancora ben lontana dal potersi definire sotto il suo controllo. Gli uomini di Marcel, anche se ubbidivano attualmente ai suoi ordini, non aveva la loro lealtà, e le streghe del quartiere francese, adesso che non avevano più un nemico comune, avrebbero presto tentato di spodestarlo a sua volta. Klaus li avrebbe massacrati tutti prima di dar loro la possibilità di farlo.

Quello che però rappresentava il loro maggior problema era l’arma segreta di Marcel: Davina Claire. Una ragazza impulsiva, ancora nel pieno della sua adolescenza, con un potere in grado di sottomettere un vampiro originale. La ragazza odiava le altre streghe, e non aveva fatto segreto avesse in antipatia anche la loro famiglia, specialmente ora che aveva detronizzato il suo salvatore.

Per adesso sembrava disposta a collaborare con la nuova gestione, ma era chiaro che alla minima occasione avrebbe remato contro di loro. Per questo motivo ora si trovavano nell’ex ufficio di Marcel. Klaus era convinto di poter trovare qualcosa che avrebbero potuto usare per rendere docile la strega. A quanto sembrava, lo aveva trovato.

-Conosci un certo Harry James Potter?- Domandò il fratello più giovane, mentre continuava a leggere il foglio che aveva raccolto poco prima. Il foglio che gli avrebbe concesso il controllo della ragazza. In realtà, l’ibrido aveva fatto questa domanda senza aspettarsi davvero una risposta dall’altro. Per questo rimase un secondo sorpreso quando Elijah confermò.

-Harry Potter? Incontrai il ragazzo qualche anno fa. Un giovane mago piuttosto talentuoso. Perché lo chiedi?- Domandò, piuttosto sospettoso dalle intenzioni del fratello. Ma Klaus non gli prestò più attenzione. Il sorriso sul suo voltò di fece ancora più grande e sinistro. Le cose si stavano facendo molto interessanti.

Tenda dei campioni. Hogwarts.

-… Spettacolo fantastico, signore e signori! E con questo la campionessa di Beauxbatons si aggiudica la bellezza di 41 punti!- La voce di Bagman esclamò di nuovo. Fleur Delacour, nonostante il suo nervosismo, era scesa in campo mostrando una facciata di sicurezza, mentre metà dello stadio (la parte maschile) gridava il suo tifo.

Il suo piano era semplice. Fare addormentare la mamma drago con un potente incantesimo, per poi prendere il suo obbiettivo: l’uovo d’oro che essa conteneva nel suo nido. Il piano riuscì… ma solo per metà. Il drago si addormentò in effetti, ma la parte Veela non tenne conto delle urla del pubblico. La bestia si risvegliò proprio mentre era intenta ad afferrare l’uovo. Fortunatamente, riuscì ad uscirne con solo una gonna bruciata e i capelli scompigliati.

A quel punto fu il momento per i giudici di dare i loro voti: Madame Maxime diede un 10 (essendo la sua preside), Bagman un 8, Silente e Crouch diedero un 9, e Karkaroff un misero 5. Venne mal visto il palese favoritismo del preside di Durmstrang, anche se servì poco ai suoi scopi: Krum ricevette comunque meno punti di lei.

Il mago Bulgaro, durante il suo turno, non mostrò la minima paura della creatura che si trovava di fronte. Con l’appoggio della maggior parte del pubblico (tutti i suoi compagni e anche i fan delle altre scuole), caricò il nemico senza esitazione. Con un incantesimo congiuntivite mirato precisamente negli occhi riuscì ad accecare la bestia.

Superò la prova più in fretta del campione successivo, ma perse punti dopo che il Petardo Cinese schiacciò accidentalmente alcune delle sue uova. Karkaroff gli diede uno scontato 10, Crouch e Bagman diedero invece un 8, mentre Silente e Madame Maxime solo un sette, per via del suo errore. Con un totale di 40 punti, il bulgaro si ritrovò ad una posizione sotto a Fleur. Dopo i due campioni stranieri, mancavano solo quelli più giovani.

-Nervoso?- Una voce chiese alle spalle di Neville. Il ragazzo sobbalzò per la sorpresa, girandosi per incontrare lo sguardo di Harry. Tanto assorto nei suoi pensieri aveva dimenticato non fosse l’unico rimasto presente all’interno della tenda. Con non poca fatica, riuscì a mettere su un piccolo sorriso incerto.

-Va tutto bene. Mi sto solo preparando per il mio turno- Affermò lui. Il sorriso non riuscì molto, ma in fondo non poteva fare di meglio. L’ultimo mese era stato duro per lui. Calunniato da studenti di tutte e tre le scuole presenti, e in aggiunta senza l’appoggio di coloro che considerava gli amici più cari. Dopo il suo primo e il secondo anno, pensava di esserci ormai abituato. Non aiutava anche il fatto che fosse terrorizzato da ciò che stava per affrontare.

-Non lasciare che il nervosismo ti blocchi. Se scenderai in campo con la mente lucida, avrai maggiori possibilità di avere risultato- Affermò semplicemente Harry. Queste in realtà non erano parole sue, bensì quelle che gli erano state dette da Nicole durante uno dei loro dei loro giorni di allenamento. Neville parve sorpreso.

-Grazie. Ti sono grato per il tuo appoggio- Disse solo. Ed era sincero. Lui ed Harry si erano parlati poco nel corso degli anni, e potevano considerarsi solo conoscenti, ma lui lo aveva appena supportato. Erano semplici parole, nulla di significativo, ma fu l’unico supporto positivo da quasi un mese. Supporto dato dall’unica altra persona che sapeva cosa avesse passato nelle ultime settimane, seppur lui lo avesse affrontato molto meglio. Fu piacevole.

-Ora che il nostro impetuoso drago è stato finalmente domato… ecco a voi il terzo campione di questa competizione!- La voce di Bagman suonò nuovamente. Neville si diresse fuori dalla tenda. Aveva ancora molta paura, ma si sentiva comunque più tranquillo. Forse questo piccolo cambiamento avrebbe fatto la differenza.

 
N.d.A.

Ecco finita la prima parte del capitolo incentrato sulla prima prova del torneo. Il prossimo inizierà con la sfida di Neville. Quale strategia credete userà per prendere l’uovo d’oro dal Grugnocorto Svedese madre?
Al prossimo mese con la seconda parte! Bye-Bye
  
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