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Autore: Il corsaro nero    08/03/2021    1 recensioni
La scuola di Hogwarts è famosa in tutta l'Inghilterra, soprattutto per le sue quattro Case, da cui sono usciti streghe e maghi famosi in tutto il mondo... ma ciò che molti non sanno, è che tra quelle mura, sono nascosti incredibili e affascinanti segreti che solo quattro prescelti hanno la possibilità e il dovere di conoscerli tutti... quattro prescelti legati in maniera indissolubile fin dalla nascita...
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Delphini Riddle, Harry Potter, Minerva McGranitt, Nuova generazione di streghe e maghi, Teddy Lupin
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 42: I provini di Quidditch

 

Il ragazzo coi capelli blu era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi di un’armatura proprio di fianco a sé, prendendola in pieno e facendo cadere tutto.

“Oh, Teddy…” sospirarono, in un colpo solo, tutti i presenti, in quanto erano tutti troppo abituati al fatto che il ragazzino cadesse rovinosamente per terra, facendo cadere qualcosa nel mentre.

Massaggiandosi il naso, Teddy si rialzò, aiutato da Oliver, il quale ringraziò prontamente: “Grazie, non so proprio cosa farei senza di te, Oliver…”

“Prego.” Fu la risposta, come al solito mite e gentile, dell’altro, mentre lo accompagnava alla Sala Grande per fare colazione.

Mentre i due prendevano posto, Oliver diede un’occhiata al tavolo dei Serpeverde, per poi abbassare fulmineamente la testa, sotto al tavolo.

Teddy non ebbe bisogno di dare un’occhiata al tavolo dei Serpeverde per capire cosa, o, per essere precisi, chi, gli avesse provocato una tale reazione…

“Puoi stare tranquillo… Nat è troppo concentrata sul suo porridge per fare attenzione a te…” fece il ragazzino, mentre l’amico lo guardava con aria implorante, alzando leggermente la testa dal tavolo: “Veramente?”

“Certo, non ti mentirei mai su questo.”

“Senti, dimmi la verità… i miei capelli sono orribili, unti e spettinati, vero? Lo sapevo che avrei dovuto lavarmeli ieri sera…”

“No, tranquillo, stai benissimo.”

“E se alzasse la testa? Sono proprio davanti a lei… ci scommetto che riderà di me non appena mi vedrà… perché sono troppo grasso, troppo brufoloso, perché ho la pelle troppo secca e i capelli troppo unti! Uno come me la sfigurerebbe troppo… lei merita solo il meglio… con quella sua bellezza e quella sua voce da angelo…”

Se proprio doveva essere sincero, a Teddy Nat sembrava una ragazza normale, certo era molto carina, ma non la trovava una bellezza straordinaria e innaturale, come la definiva Oliver… inoltre, la sua voce non gli ricordava per niente quella di un angelo, ma quello di una caffettiera che fischiava, anche se, molto probabilmente, era dovuto solo al suo tono di voce aspro, scontroso e arrogante…

Non riusciva proprio a capire cosa vedessero in lei, gran parte dei suoi coetanei… a sentire loro, Nat era la donna più bella del mondo!

Certo che la gente sapeva essere davvero stramba…

“Che strano…” commentò Teddy e l’amico, la cui faccia era ancora ben nascosta sotto il tavolo, domandò: “Cosa?”

“E’ già la terza domenica che Kevin non viene a far colazione… non vorrei che qualcuno dei Serpeverde gli avesse fatto un brutto tiro…”

“Devono solo provarci! Se osano umiliare o dar fastidio ad uno dei miei amici, gliela faccia vedere io!” esclamò Oliver, balzando in piedi di scatto, mostrando un inaspettato carattere forte e battagliero, sorprendendo Teddy e tutti gli altri Tassorosso del tavolo.

Spostando lo sguardo, Oliver notò che tutti lo stavano guardando, compresa Nat e, veloce come il lampo, si nascose di nuovo sotto il tavolo, per non far vedere la sua faccia che, nel frattempo, era diventata di nuovo scarlatta, proprio come lo stendardo dei Grifondoro.

 

Kevin mise la mano nella sua borsa e prese una bacchetta di liquirizia, cominciando a mangiarla in silenzio, mentre col suo binocolo babbano teneva d’occhio tutto quello che succedeva nel campo.

Una volta che ebbe finito di mangiare il dolcetto, prese la sua bottiglietta di plastica e bevve un sorso di essa, per poi tornare a guardare, ignorando i morsi della fame.

In effetti, non era proprio il massimo stare in piedi fin dalle cinque del mattino per la terza volta di fila, per di più nascosto sotto agli spalti, a controllare che Bulstrode non avesse in mente qualche tiro mancino per impedirgli di far parte della squadra di Quidditch di Serpeverde, cosa di cui non dubitava affatto.

Avrebbe scommesso i suoi occhiali che piuttosto di avere un Nato Babbano nella squadra, avrebbe messo come cacciatore un Vermicolo.

Ma se sperava che questo gli avrebbe impedito di partecipare ai provini, beh, si sbagliava di grosso!

Quando voleva, sapeva essere davvero testardo…

“Ehi, stregone! Guardati le spalle! Non devi permettere al tuo nemico di avvicinarsi così tanto a te…” gli fece una divertita voce femminile alle sue spalle, mentre sentiva qualcosa di appuntito toccargli le spalle.

Il giovane, spaventato, si voltò di scatto e si trovò davanti al viso di Delphini, la quale aveva un sorriso divertito e gli stava toccando la schiena con l’indice, come se fosse una pistola o una bacchetta.

“Ti ho spaventato?” domandò la ragazzina e, subito, Kevin spostò lo sguardo, arrossendo violentemente: “N-no… affatto…”

Dandosi un’occhiata intorno, Delphini commentò: “Devo ammettere che il posto è molto carino e ideale per nascondersi… un perfetto nascondiglio segreto, i miei complimenti.”

“Ah, grazie…”

La giovane Serpeverde iniziò a camminare intorno, mentre i suoi passi, aggraziati e delicati, rimbombavano sul legno.

Ad un tratto, lo sguardo della giovane fu attirato da delle vesti color verdi sgargianti ed esclamò: “Toh, sta venendo la squadra di Quidditch di Serpeverde al gran completo…”

“Cosa?!” esclamò Kevin, prendendo immediatamente il binocolo e mettendosi a dare un’occhiata, per poi sbottare: “Lo sapevo! Lo sapevo che Bulstrode avrebbe tentato di fregarmi! Ma adesso gliela faccio vedere io!”

Veloce come il lampo, Kevin prese la sua vecchia scopa di seconda mano e, dopo aver rimesso a posto il binocolo e la bottiglietta di plastica, passò a Delphini la sua borsa, chiedendole: “Potresti portarla al mio dormitorio, per favore? Non vorrei che qualcuno me la rubasse…”

“Nessun problema.”

Kevin fece per scendere giù dagli spalti, quando la voce di Delphini lo fermò di nuovo: “Buona fortuna.”

Kevin si girò, incredulo da quanto aveva appena sentito e si mise a guardare in silenzio la splendida figura in piedi qualche gradino sopra di lui, che lo guardava con un’espressione algida e fiera, proprio come la sua postura, mentre il vento le muoveva i capelli argentati, come una principessa del nord o una regina del mondo delle fate, tanto che sembrava addirittura brillare di una luce propria.

“Beh? Ti decidi a raggiungere Bulstrode per fargli vedere di che pasta sei fatto o preferisci restartene qui a fissarmi come un pesce lesso?” gli domandò, all’improvviso, la ragazzina e, immediatamente, Kevin si riscosse da quella visione soprannaturale e cominciò a correre verso il campo, mentre Delphini rimase un attimo in silenzio, appoggiandosi con la mano sinistra ad una colonna di legno che reggeva gli spalti, mentre con l’altra teneva la stringa della borsa del giovane.

Nel frattempo, nel campo, Bulstrode stava sghignazzando a tutto volume, rivolto ai suoi amici: “Ho detto a quello stupido Nato Babbano che i provini della nostra squadra ci sarebbero stati la settimana prossima, dato che c’erano quelli della squadra di Grifondoro, mentre, in realtà, sono oggi! Figuriamoci se voglio uno come lui in squadra! Ah ah ah, vedrete che faccia farà quello lì quando scoprirà che l’ho fregato per bene… ci faremo di quelle risate…”

“Ehm, Finley…” esclamò, all’improvviso e senza parole, uno dei suoi compagni, indicando davanti a sé.

Finley Bulstrode alzò lo sguardo e, immediatamente, fece una smorfia che era un misto tra la seccatura e la sorpresa.

Davanti a lui, infatti, ansimante, ma con un’aria trionfante, c’era proprio Kevin.

“Dovresti vedere la tua di faccia, Bulstrode… piaciuta la sorpresa? Sai, ride bene chi ride ultimo!” esclamò, con un sorriso di malizia e vittoria, il ragazzino.

Di solito non era così arrogante e sfacciato, ma il tentativo d’impedirgli di accedere ai provini con quella carognata l’aveva proprio fatto infuriare.

Inoltre, gli dava una certa soddisfazione vedere la faccia di Bulstrode…

“Ehi, Finley, non c’è cascato…” commentò, incredulo, un altro ragazzo e il giovane capitano, dopo essersi ripreso dalla sorpresa, borbottò, adirato: “E’ meno scemo di quanto pensassi, glielo concedo… ma se spera che lo accetti in squadra si sbaglia di grosso! Farò tutto ciò che è in mio potere per buttarlo fuori a calci!”

Proprio in quel momento, uno studente coi capelli rossi che si sbracciava a tutta velocità, tenendo in mano una scopa, corse a perdifiato verso i Serpeverde, urlando: “Alt! Fermi! Stop! Ci sono anch’io per i provini!!!”

Tutti si voltarono, increduli, e il ragazzino, ansimante, disse: “Finalmente… ragazzi, che corsa… sono qui per il provino per il ruolo di cercatore…”

Alzando lo sguardo, però, il ragazzo sgranò gli occhi e domandò, indicando la verde uniforme della squadra: “Scusate, ma perché avete indosso una divisa verde? Credevo che fossero i Serpeverde quelli con la divisa verde, mentre i Grifondoro ce l’hanno rossa…”

“Gal… temo che tu abbia leggermente confuso le date dei provini… a quanto pare, oggi ci sarebbero i provini della squadra di Serpeverde…” gli spiegò, un po’ imbarazzato, Kevin e il rosso fece un semplice “Oh.”

Tuttavia, quasi subito, Gal fece un grosso sorriso e dopo aver salutato tutti i presenti con la mano, esclamò: “Beh, non importa! Buona fortuna, gente! Se passo i provini, ci vediamo in campo! Torno ad occuparmi del mio uovo, ciao!”

Mentre si allontanava, tra lo sgomento e l’incredibilità generale, un battitore si avvicinò a Finley Bulstrode e gli domandò, sottovoce: “Ma chi è quel matto?”

“Galahad Sandlers, il fratello minore di quell’odioso e saccente prefetto di Grifondoro.”

“Aspetta, non sarà mica quell’idiota che se ne va in giro con quell’assurdo e vecchio cappello babbano?!”

“Proprio lui… è un po’… toccato.”

“Sai, mi è sembrato che stesse parlando di un uovo…”

“Ignoralo. Te l’ho detto, quello è matto da legare!”

“Chissà come diavolo ha fatto a finire a Grifondoro, fuori di testa com’è… credevo che finissero tutti a Corvonero…”

“Mah, l’anno scorso il Cappello Parlante dev’essere andato in tilt… guarda là cosa ci ha mollato…” sbottò il Capitano, indicando col pollice Kevin, il quale finse di non aver sentito, anche se strinse il manico della scopa, furioso.

Come si permetteva di considerarlo inferiore agli altri Serpeverde, solo perché era un Nato Babbano?! Gliel’avrebbe fatta vedere… o, se gliel’avrebbe fatta vedere…

 

Con delicatezza, Athena spinse il portone del Club della Sfinge e, immediatamente, vide un’enorme stanza oscura con un ritratto di Merlino alle pareti e un’enorme rappresentazione dei vari pianeti.

Ma ciò che attirò immediatamente la sua attenzione furono gli immensi e colmi scaffali di libri.

La Corvonero li osservò, trattenendo il respiro e con un enorme sorriso, come se temesse che al minimo rumore quella visione scomparisse nel vento.

“Ehilà! Ciao, Athena!” esclamò un’allegra voce familiare, proveniente da una voragine davanti ad uno scaffale.

La ragazzina si avvicinò al bordo incuriosita e vide Jacob, il Prefetto di Corvonero, su una scala della voragine, con in mano un vecchio volume, mentre con l’altra si teneva ben aggrappato alla scala d’oro.

Nonostante la scomoda posizione e il fatto che fosse sospeso a centinaia di metri da terra, il ragazzo si sentiva perfettamente a suo agio.

“Ciao, Jacob.” Lo salutò Athena e l’altro rispose, allungando la mano col libro: “Se non hai fretta ti raggiungo subito.”

Con un gesto fulmineo, Jacob salì rapidamente su per la scala usando solo una mano, dato che con l’altra teneva i libri, come una specie di scimmia.

Athena sentì il cuore smetterle di batterle per qualche secondo, a causa del timore che Jacob perdesse l’equilibrio e cadesse giù, ma in appena un minuto, il Corvonero si ritrovò al sicuro accanto ad Athena.

“Hai corso un gran bel rischio…” gli fece notare la ragazzina, mentre Jacob, con un sorriso e una mano dietro alla testa, rideva, divertito: “Lo so, sono sempre stato un ragazzo fin troppo vivace… faccio impazzire la mia povera mamma fin da quando ho imparato a gattonare… una volta, tra i due e i tre anni, sono salito sul tetto di casa nostra per inseguire il gatto.”

Athena non poté fare a meno di ridere, divertita, immaginando il Prefetto che gattonava sul tetto della sua abitazione e tutti i grattacapi che aveva fatto avere alla madre…

“Comunque, Athena, benvenuta al Club della Sfinge. Sei qui per unirti al nostro gruppo?” domandò Jacob e la ragazzina annuì: “Esatto. A me è sempre piaciuto un sacco l’astronomia e i libri… penso che questo Club sia perfetto per me.”

“Ottimo, allora firma qui.” Esclamò il ragazzo, allungandole un foglio di carta, e, mentre Athena firmava il documento, Jacob domandò: “Solo per curiosità, intendi frequentare il club dell’Ippogrifo e quello del Drago?”

“No… il Club dell’Ippogrifo non sarebbe tanto male, ma non sono molto brava a Divinazione… quanto a quello del Drago, è semplicemente troppo movimentato e d’azione per me.”

“Capisco… in fondo, non sono molti coloro che intendono frequentare tutti i club contemporaneamente…”

“Di recente, è venuto qualcuno ad iscriversi a tutti i club?”

“Sì, proprio ieri! All’inizio, ho pensato ad uno scherzo, ma lo sguardo glaciale che mi ha lanciato quando gliel’ho detto, mi ha fatto capire che diceva sul serio.”

“Si trattava di una ragazza?” domandò Athena, mentre un terribile sospetto su chi potesse essere quell’individuo le si generava nella mente, e Jacob annuì: “Sì, esatto. Forse la conosci, è quella Serpeverde del tuo anno coi capelli d’argento con quell’aria parecchio sicura di sé… certo che quella ha proprio un bel caratterino…”

Athena fece un sospiro.

Doveva immaginarlo che Delphini sarebbe stata l’unica ad avere la voglia e la determinazione di fare tutto… a volte, aveva la sensazione che quella Serpeverde stesse cercando di sfidare le aspettative di tutti…

“Sai chi altri ha fatto tutti e tre i club?” domandò la Corvonero e Jacob meditò: “Mi sembra che ci sia una lista… aspetta che la vado a prendere…”

Proprio in quel momento, entrò, visibilmente scandalizzata, Madame Pince, la quale, non appena vide Jacob, corse verso di lui, esclamando: “Oh, signor Clarke, per fortuna l’ho trovata!”

“Cosa succede, Madame Pince?” domandò, stupito, Jacob e la donna spiegò: “Quel maledetto ladro fantasma! E’ tornato di nuovo nel Reparto Proibito!”

“Cosa? Di nuovo? Accidenti…” sbuffò, lievemente esasperato e seccato, Jacob “Che libro ha preso, stavolta?”

“Usi il plurale! Ha fatto sparire una decina di libri, i quali trattavano tutti Basilischi e antidoti ad abilità mortali di creature magiche!”

Athena si avvicinò prontamente, ad un quadro con un puffskein molto carino, tutto marron scuro tranne un ciuffo di marron chiaro sulla testa e con due grandi occhioni viola che facevano una gran tenerezza, fingendo di non ascoltare quel discorso.

Purtroppo, sapeva benissimo che il misterioso ladro in questione era Delphini… ma che cosa se ne faceva di libri che trattavano di Basilischi?

Dopo che Harry Potter aveva ammazzato quello nascosto nella Camera dei Segreti, non ce ne dovevano essere altri nella scuola, o almeno lo sperava…

Vero che avevano uno sguardo mortale, quindi era importante rendere innocui gli occhi… e se…

No, era assolutamente impossibile.

Vero che Delphini aveva dimostrato una notevole abilità nel domare serpenti e fare in modo che essi eseguissero i suoi ordini, l’esercito di rettili che si era costruita a Little Hangleton era impossibile da dimenticare… ma comandare un Basilisco non era di certo come allevare un Vermicolo!

Bisogna essere dei rettilofoni per sperare di riuscire a creare un punto di contatto con quelle creature… inoltre, non c’erano di certo Basilischi nelle vicinanze…

 

“Allora? Come va? Trovato qualcuno d’interessante?” domandò un Cacciatore di Serpeverde, avvicinandosi a Finley Bulstrode, il quale stava osservando, con rabbia, l’elenco dei partecipanti ai provini: “Va da gatti, ecco come va! Non c’è un solo giocatore decente! Quelli che cercano di ottenere il ruolo di Cacciatori sono penosi, per non parlare dei Cercatori! Sarà un vero miracolo se riusciremo a vincere la Coppa di Quidditch quest’anno! E come se non bastasse, Abel Nott non si è nemmeno presentato ai provini!”

“Eh? Voleva partecipare ai provini? Lui?! Davvero?”

“Beh, ad essere sincero, è suo padre che mi ha mandato un gufo qualche giorno fa dicendomi che avrebbe partecipato… Ho mandato qualcuno a cercarlo, senza successo. Sembra svanito nel nulla!”

“Se devo essere sincero, a me non è mai sembrato interessato al Quidditch… non l’ho mai visto nemmeno ad una partita!”

“Lo so, ha sorpreso anche me, ma credi che io sia così scemo da andare a sottolineare queste cose a suo padre? Quello è un pezzo grosso al Ministero!”

“Beh, adesso che si fa?”

“Provo a rileggere meglio i risultati, magari ne becco uno non troppo scarso…”

“Ma non c’è ancora un ultimo provino?”

“Quello del Nato Babbano? Occupatene tu! Io ho cose più importanti da fare! Non serve aver preso una ‘E’ a Divinazione, per capire che quello lì farà il provino peggiore di tutti…”

Mentre Bulstrode allontanava, il Cacciatore ordinò: “Ok, tu… il Nato Babbano, ecco! Tu sei il prossimo! Vedi di fare in fretta!”

Mentre gli altri presenti ridacchiavano, Kevin fece un sospiro e salì a bordo della sua vecchia scopa, generando ancora più risate.

“Il tuo compito sarà quello di rubare la pluffa agli altri Cacciatori e di fare più goal possibili in cinque minuti cronometrati!” continuò l’esaminatore e il ragazzino dovette trattenersi dal protestare.

Era fin troppo lampante che stavano facendo di tutto per impedirgli di entrare in squadra… agli altri partecipanti, era stata data direttamente la palla e non dovevano rubarla… inoltre, i minuti di esame erano ben quindici!

“Ehi, ti dai una mossa?!” gli urlò l’amico di Bulstrode e, subito, il Serpeverde si sollevò leggermente in aria e non appena si udì un fischio, altri tre giocatori di Serpeverde cominciarono a sfrecciare verso di lui, passandosi la palla velocemente.

Era evidente che erano esperti e che erano ben decisi a non fargliela prendere… ma, d’altro canto, neanche lui aveva intenzione di arrendersi!

Spronando la sua vecchia scopa, Kevin si scagliò a tutta velocità contro i tre, lasciandoli spiazzati, in quanto non se lo aspettavano minimamente.

Invece di diminuire la velocità quando fu vicino agli avversari, accelerò ancora di più.

Gli era appena venuta un’idea in testa… a dir la verità, era un po’ azzardata, ma era la sua unica speranza di rubare quella dannata palla…

Anche a terra, gli altri Serpeverde osservano la scena, allibiti.

“Che diavolo sta facendo quella testa vuota?” domandò uno dei Serpeverde e un altro vicino a lui commentò: “Se non fosse ridicolo, giurerei che stia cercando di andare a sbattere contro i Cacciatori…”

Incredibilmente, era proprio quello che sembrava aver in mente Kevin, il quale continuò ad accelerare e, quando si trovò a pochi centimetri di distanza dal cacciatore con la Pluffa, la colpì con la mano, lanciandogliela lontano e accelerando la velocità della scopa, riuscì a prenderla e scattò veloce verso la porta.

“Sta cercando di far passare la palla nell’anello!” sibilò, furioso, l’esaminatore e sbraitò ai tre Cacciatori che giocavano: “Fermatelo, razza d’imbecilli! Non fatelo segnare!”

“Subito!” annuirono i tre, partendo rapidamente all’attacco, decisi a tutto pur d’impedire al ragazzino di segnare.

Vedendo gli inseguitori che gli stavano alle calcagna, Kevin sterzò bruscamente la propria scopa e volò a destra, cercando di evitare gli avversari, ma, purtroppo, si accorse quasi subito che se non trovava al più presto una soluzione, rischiava di finire nei guai.

Loro avevano delle scope ultimo modello, mentre la sua scopa era parecchio vecchia…

Improvvisamente, Kevin si lanciò a tutta velocità verso gli spalti, seguito, ovviamente, dai tre cacciatori, senza avere alcuna intenzione di rallentare.

“Sembra che quell’idiota di un babbano voglia schiantarsi contro gli spalti! Ha proprio perso il cervello, se mai l’ha avuto…” commentò uno dei presenti, mentre osservava la scena dal suo binocolo.

Vedendo che il ragazzo si stava avvicinando agli spalti senza alcuna intenzione di rallentare, molti dei ragazzi seduti su di essi, si spostarono di lato spaventati, ma, per la sorpresa generale, Kevin fece deviare di scatto la scopa, cogliendo tutti i presenti di sorpresa, compresi i suoi inseguitori.

Approfittando del momento di confusione generale, Kevin si buttò a tutta velocità verso la porta, con l’obiettivo di fare goal, con i pochi secondi che, sicuramente, gli mancavano per la fine del suo provino.

Il portiere, inoltre, si stava dirigendo verso di lui, con l’obiettivo di fermarlo a tutti i costi, ma, quello che non poteva immaginare era che gli stava offrendo la possibilità di vincere…

Infatti, non appena si trovò a pochi metri da lui, Kevin fece una capriola con la sua scopa, per poi lanciare la pluffa verso la porta vuota, pregando che avesse preso la mira giusta.

Passarono alcuni minuti in cui tutti trattennero il fiato, mentre la palla volava leggera finché essa non oltrepassò l’anello.

A quello spettacolo, tutti rimasero in completo silenzio, allibiti, mentre Finley Bulstrode perse la presa della cartella che aveva in mano, la quale cadde per terra, generando l’unico rumore presente in tutto il campo.

Non appena Kevin planò delicatamente sull’erba, il capitano si avvicinò al ragazzino, furente, urlando: “Piccolo vermicolo strisciante, hai barato!”

“Cosa?! Non è vero!” protestò, offeso, Kevin, ma l’altro non volle sentire ragione: “Invece sì! Altrimenti come avrebbe potuto un sudicio babbano come te, fare tutte quelle manovre con la scopa?!”

“Perché non accetti, molto semplicemente, che mi sono allenato e che voi mi avete sottovalutato?”

Anche se quelle parole erano state sibilate, tutti i presenti rimasero ammutoliti per il coraggio mostrato dal ragazzino, in primis proprio Bulstrode.

Quel nanerottolo aveva osato…

Sfortunatamente, Bulstrode si riprese velocemente e afferrò con forza il bavero del maghetto, con gli occhi che lanciavano fiamme, anche se, con lo sgomento di tutti, Kevin rimase impassabile, a fissare in silenzio l’assalitore, il quale sibilò: “Non so che cavolo avesse in testa l’anno scorso il Cappello Parlante per smistare uno come a Serpeverde… ma c’è una cosa che so per certo ed è che tu potrai fare tutte le acrobazie più incredibili dell’intera scuola, ma non ti farò mai entrare nella squadra!”

“Questo è barare.”

“Sono io il Capitano e sono io che decido chi fare entrare e chi no. Nemmeno se andrai a frignare dalla preside cambierò idea, sappilo.”

“Bulstrode, cosa stai facendo?” esclamò, incredula, una voce maschile che tutti i Serpeverde conoscevano benissimo.

Immediatamente, gli studenti presenti si girarono e il capitano lasciò andare la presa su Kevin.

Come tutti avevano intuito, il proprietario della voce era proprio il professor Lumacorno, il quale si stava risistemando un grosso cappello blu con su disegnate delle stelline argentate.

“Professore, che sorpresa… non sapevamo che sarebbe andato a vedere i provini, oggi…” balbettò Bulstrode, con un sorriso molto tirato e nervoso.

La presenza del direttore della Casa di Serpeverde era l’ultima cosa al mondo che voleva…

“Infatti, non era mia intenzione venire… ma il mio cappello si è messo a volare per i corridoi della scuola all’improvviso e mi ha portato qui, proprio mentre il signor Harrison iniziava il suo turno e non ho potuto fare a meno di restare! Ho avuto tanti talenti del Quidditch al Lumaclub, ma nessuno talmente abile e astuto come il signor Harrison, i miei complimenti! Sai, mi sorprendo sempre che tu sia un Nato Babbano e che appartieni ai primi anni, quando ti metti a volare… si è allenato molto con la scopa, quest’estate, Harrison?”

“Beh, sì… ho avuto un po’ difficoltà, per via dei babbani, ma, alla fine, ce l’ho fatta ad allenarmi.”

“Ottimo, ottimo. Dovreste prendere tutti esempio da lui, ragazzi!” trillò Lumacorno, così euforico da non accorgersi degli sguardi di puro odio e disprezzo che i Serpeverde stavano lanciando al povero Kevin.

Era fin troppo evidente che, piuttosto che prendere esempio da un Nato Babbano, si sarebbero tutti volentieri buttati dalla scogliera del castello…

“Beh, Bulstrode, direi che un problema l’abbiamo risolto, eh?” continuò il professore ed il capitano, sgranando gli occhi, domandò: “Di quale problema sta parlando, signore?”

“Beh, direi che dopo un’esibizione così, il signor Harrison ha tutto il diritto di far parte della squadra di Serpeverde.”

“Certo, professore, ma il fatto è che aveva un limite di tempo che partiva dalle undici e mezza e, temo che l’abbia…” ribatté il giovane capitano, con il sorriso più falso che poteva avere, avvicinando a sé l’orologio al polso, ma non appena ebbe diede dato un’occhiata, sgranò gli occhi e fece un gemito.

L’orologio si era fermato alle undici e trentatré minuti, esattamente dopo tre minuti dall’inizio della prova.

Furente, si voltò verso il giocatore più vicino e domandò: “Ehi, che ora fa il tuo orologio?! Quello stupido del mio si è fermato!”

“Ehm, Finley… anche il mio orologio si è fermato… alle undici e trentatré…” balbettò, incredulo, il giocatore e immediatamente, tutti i presenti, sia membri della squadra che candidati e, persino, gli spettatori, guardarono i loro orologi, esclamando, allibiti: “Anche il mio orologio ha smesso di funzionare!”

“Pure il mio! E pensare che era nuovo di zecca… aspetta che metta le mani su chi me l’ha venduto…”

“Non capisco, funzionava fino a qualche minuto fa…”

“Il mio è fermo alle undici e trentatré!”

“Pure il mio!”

“Sono tutti fermi alle undici e trentatré!”

“Ma com’è possibile?!”

Bulstrode era a dir poco esterrefatto.

Come accidenti era possibile che tutti gli orologi di tutti i presenti si fossero rotti nello stesso istante?!

Non era assolutamente possibile!

Solo un potente incantesimo avrebbe potuto fare una cosa del genere… e a lui sembrava ridicolo il fatto che qualcuno avesse voluto aiutare un Sanguemarcio ad entrare nella squadra di Serpeverde…

“Beh, visto che non ci sono altri problemi, direi che il signor Harrison è nella squadra!” gongolò Lumacorno, tutto soddisfatto, sfregandosi le mani, mentre gli altri guardavano con odio il povero Nato Babbano.

Nessuno si accorse di una piccola figura dai capelli argentati che aveva spostato uno degli arazzi che ricoprivano gli spalti, per vedere meglio, con un sorrisetto soddisfatto.

Doveva ammettere che era stato davvero molto divertente e anche adrenalinico… mentre quegli imbecilli facevano i provini degli altri giocatori, ovviamente lasciando Kevin per ultimo, nonostante si fosse presentato in orario, anche se, per sicurezza, aveva messo Asmodeus di guardia, in modo da creare abbastanza tafferuglio da sospendere momentaneamente i provini se Kevin fosse stato chiamato prima del previsto, era corsa a cercare Lumacorno e, una volta trovato, aveva fatto levitare quel suo orrido cappello con le stelle fino al campo da Quidditch, in tempo per vedere gli ultimi, penosi, giocatori.

Dopodiché, non aveva dovuto far altro che rompere tutti gli orologi dei presenti con un incantesimo, in modo che non tentassero di fare i furbi, cercando di convincere l’insegnante che Kevin aveva forato col tempo, proprio come avevano tentato di fare.

Ad essere sincera, Delphini non capiva perché si era data tanto da fare per quel ragazzo… forse, perché in lui rivedeva un po’ di lei… un ragazzo emarginato da tutti per qualcosa di cui non centrava niente, solo a lottare contro un mondo d’idioti che si chiudevano nelle loro convinzioni, senza neanche provare a cercare di vedere cosa si nascondeva sotto l’apparenza… eppure, non aveva intenzione di arrendersi contro quegli scemi ed era disposto a lottare per raggiungere i propri obiettivi, con la fatica e il sudore… quella superba esibizione, per esempio, era tutta farina del suo sacco… lei si era semplicemente limitata ad assicurarsi che quelle simpatie dei loro compagni di Casa non tentassero di fare i furbi…

Nel frattempo, Bulstrode stava facendo tutto il possibile per non esplodere dalla rabbia.

Se avesse pescato chi era stato a fargli uno scherzo del genere…

All’improvviso, un pensiero gli attraversò la mente, che lo fece sorridere.

Certo, il Nato Babbano poteva entrare nella squadra… ma lui era il capitano e a lui spettava decidere i ruoli…

 

Gal fischiettò allegramente nei corridoi del castello, mentre si dirigeva verso la Sala Grande.

Il suo adorato uovo stava diventando sempre più grosso… sentiva che stava per schiudersi da un momento all’altro… entro Halloween avrebbe scoperto a quale razza apparteneva la sua creatura… sperava fosse un drago o, almeno, una creatura grossa e molto pericolosa…

Anche Godric non vedeva l’ora di scoprire cos’era la sua creatura… proprio come il suo discendente, aveva sempre amato le creature pericolose e desiderato averne una o, almeno, un leone da tenere come animale domestico, dato che era sempre stato il suo animale preferito… ma Sal glielo aveva sempre proibito tassativamente, dichiarando che una simile bestiaccia nei dintorni, sia magica che non, avrebbe creato solo problemi e, purtroppo, anche Rowena ed Helga erano state d’accordo…

Se proprio doveva essere sincero, Sal, dai racconti di Godric, ricordava a Gal più Delphi che il Signore Oscuro… ma, dopotutto, la ragazzina era una Serpeverde e, secondo Godric, a Sal piacevano le persone dal carattere intrattabili…

Gal entrò nella stanza e, subito, si accorse che seduto al tavolo dei Serpeverde, c’era Kevin, il quale era circondato da Teddy, Victorie, Athena, Oliver e Delphini.

A giudicare dal fatto che Delphi, la quale era conosciuta da tutti per essere una musona insensibile a tutto tondo, gli aveva messo una mano sulla spalla e gli parlava, a giudicare dall’espressione facciale, in maniera ‘quasi’ gentile, anche se Kevin era la persona con cui era più gentile in assoluto, ovviamente secondo i suoi canoni, doveva essergli successo qualcosa di brutto… probabilmente Bulstrode non gli aveva fatto passare il provino…

“Che succede?” domandò il giovane Grifondoro, avvicinandosi al tavolo e sussultando non appena vide la faccia.

Kevin era pallido come un cencio, la fronte madida di sudore e sembrava sul punto di vomitare.

“Non dirmi che hai fallito il provino!” esclamò, allibito, il rosso, ma Kevin scosse la testa così velocemente, che sembrava dovesse staccarglisi da un momento all’altro.

“Sei il nuovo Cacciatore di Serpeverde?!” esultò Gal, ma, ancora una volta, il ragazzino negò con la testa.

“Eh?! Non capisco… se non hai fallito il provino, allora perché non sei il Cacciatore?” domandò il Grifondoro e Kevin, abbassando la testa, sussurrò: “Bulstrode ha… ha dovuto accettarmi in squadra per le mie abilità, ma si è voluto vendicare per l’accaduto… non sono il Cacciatore di Serpeverde… sono il nuovo Cercatore.”

A quelle parole, Gal sgranò gli occhi, incredulo.

“Non capisco… qual è il problema? Hai fatto il provino per diventare cacciatore e, invece, ti hanno dato il ruolo più importante! Io sarei al settimo cielo…” commentò il rosso e, per tutta risposta, Delphini gli lanciò uno sguardo assassino, sibilando: “Se l’idiozia avesse le gambe, tu saresti un millepiedi! Ma non capisci che quella vecchia carogna gli ha dato il ruolo per metterlo nei guai?”

“Sul serio?”

“Certo, stupido! Il ruolo più importante è quello del cercatore, perché se ottiene il boccino quasi sempre la squadra vince… quindi, secondo te cosa succederebbe se alla prima partita dell’anno, la squadra avversaria prendesse per prima il boccino, vincendo la partita? A chi pensi che darebbero la colpa?”

Dopo pochi secondi, Gal capì il problema, a giudicare dall’espressione che comparve sul suo volto.

“Ma è una vera carognata! Devi andare a protestare con Lumacorno!” esplose il Grifondoro, ma Kevin scosse la testa: “Non posso…”

“Perché non puoi?! Tu ti sei presentato per il ruolo di Cacciatore, non possono darti quello di Cercatore…”

“Ci ho provato, ma Bulstrode mi ha interrotto, dicendo che la mia corporatura era perfetta per essere un cercatore, dato che sono piccolo e veloce… e che, dopo la mia abile prestazione, sarei riuscito in poco tempo a diventare abile a prendere il boccino… e, poi mi ha chiesto se, per caso, non avessi troppa fifa per quel ruolo, tanto da essere pronto a protestare o ad inventare scuse assurde… non ho potuto dire di no…”

“Vecchio troll deficiente… io lo…” sibilò Gal, ma Delphini lo bloccò: “Non ti disturbare… il pranzo lo ha punito per la sua carognata…”

“Davvero? Perché, che è successo?”

“Oh, è successo che, durante il pranzo, stava facendo l’idiota equilibrista con un piatto di minestra bollente, ma gli è scivolato il piatto e gli è finita tutta la minestra addosso, così è dovuto andare in infermeria…” raccontò, con tono calmo e innocente, Delphini, mettendosi le braccia dietro alla nuca e mettendosi a guardare il soffitto.

Non appena fu certa che nessuno la stesse guardando, guardò verso l’ingresso della sala, dove dieci minuti prima Finley Bulstrode era corso in direzione dell’infermeria, e fece un sorrisetto pieno di malizia e di vittoria.

Le era bastato lanciare un Confundo a quell’idiota per fargli fare il pagliaccio e dargli una lezione di quelle…

Così imparava a dar fastidio a Kevin per via del suo essere un Nato Babbano… e, soprattutto, di minacciare di far perdere alla squadra la Coppa di Quidditch per le sue convinzioni idiote!

Notando che Kevin stava tremando per la paura, Delphini ritornò a dargli delle pacche sulla spalla.

“Non so cosa fare… mi sono allenato tutta l’estate per il ruolo di Cacciatore e adesso questo…” sussurrò, nervoso, il ragazzino e la coetanea domandò, con un tono calmo: “Intendi arrenderti e dire a Bulstrode che te ne vai oppure vuoi dimostrargli di che pasta sei fatto?”

Kevin si voltò a guardarla e la giovane riprese: “A questo punto, hai solo due scelte: la prima tesi che ti ho proposto o la seconda. Quale decidi?”

Kevin rimase un attimo in silenzio, a riflettere.

Se proprio doveva essere sincero, l’idea di non farcela lo stava attagliando sempre di più… come la sgradevole sensazione di essere solo un illuso e un fallimento… forse era meglio arrendersi, però… però…

Non era giusto arrendersi dopo tutta la fatica che aveva fatto per essere ammesso nella squadra!

Doveva reagire a quell’ingiustizia e fargliela vedere a Bulstrode!

“Io… mi piacerebbe dimostrargli di cosa sono capace.”

“Ottimo, allora andiamo.” Dichiarò la ragazzina, afferrando il coetaneo per il polso e cominciando a trascinarlo fuori dalla Sala.

“Ma… dove stiamo andando?” domandò, leggermente incuriosito, Kevin e Delphini rispose: “Ad allenarti, no? Per prima cosa, dovrai aumentare i tuoi riflessi, prendendo delle palle da golf al volo, poi, una volta che hai ottenuto dimestichezza, passeremo ai vari inseguimenti con la magia. Dobbiamo assolutamente recuperare prima della prossima partita… e questo significa che lavoreremo con qualunque tipo di clima esistente, anche il più schifoso!”

Sentendo quelle parole, Kevin fece una faccia nervosa.

Aveva la vaga sensazione che Delphini lo avrebbe strapazzato per benino…
   
 
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