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Autore: Angie_Dreyar    08/03/2021    1 recensioni
Lucy scopre che Laxus e Fried hanno una relazione, chiedendo informazioni in più i Raijinshuu finiscono per raccontare la storia di come si sono conosciuti ai loro compagni di gilda.
Dal testo:
-Quindi la squadra non è nata in suo onore?- chiese Lucy stupita sgranando gli occhi.
-Eh no, all’inizio anzi non andavamo molto d’accordo- ridacchiò Evergreen -In effetti quando lo raccontiamo nessuno ci crede, volevamo stare in squadra con Laxus solo perché era forte e volevamo diventare più forti anche noi. Ovviamente provavamo ammirazione per lui, ma non molta simpatia- le disse.

[Mini long da 4 capitoli, Fraxus]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bixlow, Evergreen, Fried/Laxus, Il Raijinshuu, Luxus Dreher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amicizia

 
 
*****Bickslow*****
 
Il mago stava girovagando per le strade di Magnolia, aveva adocchiato una moretta niente male e grazie all’aiuto di Peppe era riuscito ad alzarle la gonna, peccato che la ragazza se ne fosse accorta subito e voltandosi verso di lui adirata tirò una sberla alla bambolina. -Vattene subito, pervertito!- esclamò.
 
-Se indossi una gonna così corta mica è colpa mia- sghignazzò Bickslow voltandosi e quando vide Laxus ghignò e gli si avvicinò. -Ei, dove stavi andando?- gli chiese poggiandogli il braccio attorno alle spalle.
 
-Facevo un giro- fu la semplice risposta.
 
-Ti va di divertirti? Con Evergreen e Fried non posso farlo perché sono troppo piccoli, ma con te sarà uno spasso- propose Bickslow Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Che vuoi fare?- chiese, forse temendo che avesse una delle sue idee strambe.
 
-Andare a caccia di gnocche. Su, muoviamoci, conosco uno strip club niente male. Prima però sistemiamo il tuo stile- gli disse. Laxus corrugò la fronte ma si lasciò trascinare seppur borbottando qualcosa a proposito del fatto che non gli piaceva andare a comprare vestiti. Bickslow lo ignorò, non poteva certo uscire con le ragazze indossando una maglia a maniche corte sopra a una a maniche lunghe. Semplicemente no. Aveva bisogno di un consiglio di moda e lui personalmente se ne sarebbe occupato.
 
***

Bickslow era convinto di aver fatto la scelta giusta. Non solo vedeva Laxus finalmente in abiti decenti e alla moda, con una camicia leopardata e dei pantaloni stretti, ma il biondo sembrava anche preso da tutte quelle ragazze mezze nude. E Bickslow certamente non poteva dargli torto, lì attorno era pieno zeppo di ballerine e cameriere sexy, anche se Laxus pareva abbastanza concentrato su una biondina che ballava attorno a un palo.
 
-Bella quella, eh?- fece Bickslow con un ghigno. Laxus annuì.
 
-Sì, non è male- fece squadrandola interamente.
 
-Su baby, andiamo a provarci- gli disse afferrandolo per un polso e trascinandoselo con sé, prima però di avvicinarsi alle ragazze si voltò verso l’amico chiedendosi se effettivamente avesse fatto bene a portarlo con sé. Dubitava che Laxus fosse mai uscito con una ragazza e soprattutto, dubitava che sapesse come si flirtava, dato che a malapena riusciva ad avere conversazioni decenti con loro che erano i suoi amici -anche se Laxus si ostinava a dire che non erano amici. Così si voltò verso di lui deciso a dargli i consigli migliori. O perlomeno, i migliori per un tipo come Laxus.
 
-Ti do un consiglio amico, evita di ringhiare e grugnire e fare qualunque verso. Se non sai cosa dire, semplicemente stai zitto e mostra i muscoli- gli disse e Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Ok- si limitò a dire e pochi minuti dopo i due ragazzi si ritrovarono seduti su due divanetti. Bickslow aveva trovato una bella rossa niente male, mentre Laxus era seduto accanto alla biondina. Bickslow ogni tanto gli lanciava delle occhiate per vedere come se la cavava e gli veniva un po’ da ridere a vederlo così. Evidentemente non sapeva cosa dire, ma per fortuna la biondina parlava per entrambi. Notò che Laxus gli lanciava un’occhiata e Bickslow allungò un braccio sulle spalle della rossa sperando lo imitasse. Per fortuna Laxus intelligentemente seguì il suo esempio e Bickslow decise di concentrarsi sulla sua preda.
**********
 
-Sai, non è carino parlare di altre ragazze mentre sei con Lisanna- lo interruppe Mirajane minacciosa e Bickslow impallidì leggermente.
-Ragazzi, questa è una storia fantastica su Laxus, non ve la potete perdere. Io ho assistito alle sue prime esperienze con le ragazze, una cosa unica- disse sghignazzando.
-Allora arriva al punto e non parlare di quella ragazza- sbottò Mirajane. Dannazione, devo stare attento a quel che dico, pensò Bickslow e decise di saltare tutta una parte arrivando a quella più divertente.
 
*****Bickslow*****
 
Bickslow insomma stava solamente parlando con la rossa, quando all’improvviso vide una scintilla alla propria destra. Si voltò stupito e notò che Laxus aveva preso a pomiciare con la biondina, ma una scarica di elettricità si era espansa dal suo corpo colpendo il tavolino in parte e spaccandolo in mille pezzi. La biondina si staccò da Laxus.
 
-Mi hai fulminata!- esclamò sorpresa e atterrita. Laxus corrugò la fronte, evidentemente perplesso e Bickslow notò che le sue pupille erano parecchio dilatate e stava fissando le tette della ragazza, si chinò su di lei ma la biondina si tirò indietro spaventata. Bickslow afferrò l’amico per il polso prima che facesse qualche cazzata.
 
-La stai spaventando- gli disse.
 
-Sto solo pomiciando- sbottò.
 
-Non così!- esclamò Bickslow e sentì un’altra scossa partire dal corpo dell’amico, si costrinse comunque a tenergli il polso fermo. -Vuoi ammazzarci per caso?- gli chiese.
 
-Che stai dicendo?- sbottò il biondo in risposta. Bickslow alzò gli occhi al cielo e mentre le due ragazze si allontanavano in fretta da loro, il mago lo trascinò fuori dal locale.
 
-Hai rovinato tutto- gli disse -Il mio appuntamento stava andando così bene…ma appena ha visto i fulmini si è spaventata-.
 
-Non ho fatto niente- ribatté Laxus. Bickslow lo osservò per un attimo perplesso.
 
-Dei fulmini sono partiti dal tuo corpo colpendo la ragazza quasi ammazzandola, hai spaccato il tavolino e il quadro- gli disse. Laxus incrociò le braccia irritato.
 
-Bhe, non l’ho mica fatto apposta- grugnì nervoso. Bickslow corrugò la fronte.
 
-Hai perso il controllo sulla magia?-.
 
-No!- esclamò lui. Bickslow ridacchiò.
 
-Oddio, ti sei eccitato e hai perso il controllo- si rese conto. Laxus arrossì appena.
 
-Fanculo, non ho perso il controllo di niente- gli ringhiò addosso. Bickslow ridacchiò e le bamboline gli volarono attorno innervosendolo. Laxus le colpì tutte con i fulmini facendole cadere a terra. Si ficcò le mani in tasca. -Sai una cosa, sei insopportabile- gli disse malamente.
 
-Vabbè dai, almeno la prossima volta andrà meglio. E non fare male ai miei bambini- disse il ragazzo raccogliendo le bambole tra le mani. Laxus sbuffò.
 
-Mi stavo divertendo- borbottò deluso e Bickslow rise.
 
-Certo che ti stavi divertendo, e vedrai quando scoprirai il sesso!- sghignazzò poggiandogli un braccio sulle spalle. -Su, andiamo a bere qualcosa tra noi due- gli propose e senza aspettare una risposta lo trascinò con sé. I due entrarono in un bar e si sedettero a un tavolino in un angolo. Bickslow ordinò subito dei cocktail per entrambi e lanciò un’occhiata a Laxus, che stava osservando le bambole che teneva ancora in braccio.
 
-Dove hai preso quei giocattoli?- gli chiese.
 
-Intendi i giochi o proprio le loro anime?- domandò Bickslow cominciando a bere.
 
-Le anime- rispose Laxus. Bickslow si zittì un attimo facendosi pensieroso. In effetti fino a quel momento non gli aveva raccontato nulla del proprio passato, si chiese se Laxus avrebbe voluto ancora essere suo amico dopo aver scoperto ciò che aveva fatto. Un conto era parlarne con Evergreen o Fried, che condividevano un passato simile, un conto invece con una persona buona come Laxus. Alla fine decise che prima o dopo lo avrebbe scoperto e prese un profondo respiro.
 
-Erano le anime dei miei amici. Li ho uccisi e li ho intrappolati qua dentro in modo da poter stare sempre con loro- gli rivelò. Laxus lo guardò allibito per un attimo.
 
-Li hai davvero uccisi?- chiese.
 
-Immagino di doverti raccontare l’intera storia, ma non è bella- disse Bickslow a quel punto e quando Laxus annuì decise di iniziare -Bene, avevo sei anni e vivevo in un circo. Bhe, non ho mai conosciuto i miei genitori, non so chi siano, né se sono morti o vivi. Ho girato per un po’ di orfanotrofi nella mia vita ma nessuno mi voleva per i miei occhi. Possedevo le persone e le obbligavo a fare quello che volevo. Finché il capo di un circo non mi ha trovato e ha deciso di prendermi con sé. Indovina il motivo- fece con un sorriso amaro.
 
Bickslow osservò i cinque bambini accanto a lui. Era stanco. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che possedere le persone per obbligarle a comprare biglietti. Non aveva un attimo di pausa, perché se si fermava il capo lo frustava, perciò si limitava ad andare avanti stringendo i denti. Tutta quell’attività magica però era estenuante. Perlomeno finalmente era riuscito a farsi dei buoni amici che giocavano con lui, stare in quel circo era certamente meglio che stare nell’orfanotrofio. Infilò le mani nel secchio d’acqua e poi la schizzò su Peppe ridacchiando quando vide l’espressione allibita sul suo volto.
-Maledetto!- esclamò quello e gli schizzò a sua volta. Bickslow rise e cominciò a schizzare l’acqua addosso a tutti loro e in poco tempo iniziò la gara a chi bagnava di più gli altri. Era un tutti contro tutti e almeno avevano quei momenti della giornata per divertirsi.
-Smettetela subito!- tuonò una voce sopra di loro. Subito dopo una frusta scattò e colpì Pippi sulla schiena, il bambino cadde a terra piagnucolando.
-Smettila!- esclamò Bickslow. L’uomo si voltò verso di lui.
-Vuoi prenderle anche tu?-sbottò. Bickslow si zittì subito e l’uomo lanciò loro un’occhiataccia -Sistemate tutto. Domani abbiamo un altro spettacolo, vedete di fare un buon lavoro. E tu, vedi di vendere più biglietti. Stai facendo un pessimo lavoro- gli sputò addosso, per poi uscire e lasciarli lì. Bickslow abbassò la testa dispiaciuto per aver iniziato quello stupido gioco, ma Pappa gli diede un pizzicotto sul braccio.
-Uomo buffo- fece con un sorrisino sul volto. Bickslow sbuffò.
-Sì, buffo ma in modo cattivo- disse e cominciò a sistemare tutto.
 
Il giorno dopo esattamente come tutti gli altri Bickslow passò tutta la giornata a vendere biglietti, mentre sapeva che gli amici sarebbero rimasti a preparare lo spettacolo. Quando la sera la biglietteria chiuse e si avviò verso la propria tenda si rese conto che qualcosa non andava. Un bambino corse verso di lui piangendo.
-Che succede?- chiese Bickslow.
-Il padrone è arrabbiato. Tanto arrabbiato- piagnucolò quello. Bickslow impallidì e corse verso la tenda, quando entrò però vide che il padrone stava picchiando tutti i bambini a frustate. Specialmente Pappa, che continuava a urlare dal dolore.
-Cosa pensavate di fare, piccoli bastardi?- urlò l’uomo colpendolo con una frustata.
-Fa male, fa male- piagnucolò il bambino. Bickslow rimase immobile a osservare la scena terrorizzato. La frusta continuava a scendere sulla schiena del bambino, che singhiozzava dal dolore. -Basta! Basta!- gridò disperato mentre le lacrime scendevano dagli occhi. Dopo un po’ finì di urlare ma continuò a piangere e a gemere dicendo cose senza senso. Gli altri bambini erano già stati feriti, ma il padrone ce l’aveva soprattutto con lui. Pappa alzò lo sguardo su Bickslow supplicante. -Fallo smettere, fallo smettere- piagnucolò. Bickslow lo osservò atterrito. Ma cosa poteva fare lui? Era solo un bambino. Sentì qualcuno strattonarlo da dietro e cominciò subito a scalciare.
-Portalo via- ordinò il padrone -Potrebbe essere una rogna-
-No! No!- strillò Bickslow muovendosi, ma la presa dell’uomo era molto più forte. Cominciò a piangere e a scalciare disperato, incrociando di nuovo gli occhi di Pappa.
-Fallo smettere- mormorò quello -Fa male, fa tanto male, fallo smettere- Bickslow catturò i suoi occhi. La sua anima era una delle più belle, bianca e pura come poche. Non ne aveva mai vista una così luminosa. Voleva salvarlo, salvare il suo amico dalle torture. Non voleva più che provasse dolore. Sentì una strana forza partire dalla sua testa e vide che l’anima si stava staccando dal corpo del ragazzo, stava uscendo e ora galleggiava nell’aria davanti a lui.
-Grazie, grazie- mormorò come una cantilena -Grazie, grazie, grazie- continuò a dire.
-Cosa hai fatto?- urlò qualcuno e Bickslow sentì una frustata colpirlo sulla schiena. Cadde a terra piagnucolando ma quando alzò lo sguardo vide che l’anima di Pappa era ancora lì. Ma si stava allontanando, ed entrò dentro a una maschera di pagliaccio. La maschera si alzò a mezz’aria e una luce verde comparve dai suoi occhi. Bickslow lo guardò esterrefatto mentre lanciava un attacco addosso al padrone e all’altro uomo. Aprì una bruciatura nella tenda e i due uomini vennero catapultati fuori. Bickslow trattenne il respiro e quando sentì che tutto si stava calmando la maschera volò verso di lui.
-Grazie, grazie- continuava a dire. Bickslow alzò la mano.
-Pappa?- sussurrò incredulo.
-Grazie, grazie, grazie-
-Lo hai salvato- disse Peppe. Bickslow spostò lo sguardo sugli altri bambini che avevano le magliette a brandelli e le schiene piene di ferite.
-Salva anche me-
-Anche me, ti prego, fa male, fa male-
-Fa troppo male, salva anche me-
-Ci sono anche io, ti prego-
Tutti piangevano e gemevano e Bickslow non sapeva che fare, ma quando vide che la maschera stava ancora svolazzando davanti a lui sorrise e le prese tra le mani. Forse poteva davvero salvarli tutti.
 
-E così li ho uccisi tutti- concluse Bickslow. Laxus restò in silenzio e il mago Seith lo osservò per vedere la reazione, il biondo però era solo pensieroso, non aveva nessuno sguardo accusatore o disgustato. Dopo un po’ posò lo sguardo sulle bamboline che stavano sul tavolo.
 
-Mi dispiace averle colpite- disse e Bickslow lo guardò sorpreso. Di tutte le frasi certo non si aspettava quella.
 
-Non hai fatto loro male. In fin dei conti posso trasferire le loro anime dove voglio. Anche se a loro piacciono questi- rispose.
 
-Quindi non li controlli tutto il tempo?- chiese Laxus. Bickslow scosse la testa.
 
-No. Hanno vita loro, sono liberi di andare dove vogliono. In genere li controllo per assicurarmi che non si perdano e durante le battaglie. Siamo una bella squadra- disse con un sorriso. Laxus annuì.
 
-Davvero hanno quei nomi strani?- chiese poi.
 
-Erano orfani anche loro, e sono stati presi tutti assieme dall’uomo qualche mese prima di me. Perciò penso che per semplificarsi la vita li ha chiamati in modo semplice- disse facendo le spallucce. Laxus annuì con lo sguardo perso nel vuoto. -Non preoccuparti, ora sono felici e come ho detto, possiamo sempre stare assieme- disse allegramente il ragazzo.
 
-Quindi sono davvero dei bambini? Nel senso, non possono crescere?- domandò.
 
-No, non possono. Il loro corpo è morto, perciò anche loro. Sono incastrati. Per loro il tempo si è fermato- rispose. Laxus annuì.
 
-Bhe, hai fatto bene- Bickslow alzò lo sguardo confuso -Dico, hai fatto bene a salvare le loro anime-.
 
-Li ho uccisi- mormorò Bickslow incredulo da quelle parole.
 
-Sì, ma li hai salvati- disse Laxus -Sei una brava persona- fece sincero e Bickslow non seppe che rispondere, rimase a corto di parole e bevve in silenzio il suo cocktail, pensando che Laxus fosse davvero un buon amico.
**********
 
Bickslow ancora non ci credeva di averlo raccontato ai propri compagni di gilda, passi Lisanna che lo sapeva già, nessuno sapeva del suo passato e di come avesse ucciso persone innocenti alla tenera età di sei anni, costringendole a stare chiuse in dei giocattoli e portandoli con sé.
-Non avevo idea che fossero vivi- mormorò Lucy. Bickslow scrollò le spalle fissando il bicchiere davanti a sé e Lisanna gli strinse la mano -Hai salvato davvero i tuoi amici e si vede che ci tieni a loro- continuò Lucy. Bickslow alzò lo sguardo su di lei e le sorrise in segno di ringraziamento.
-Sì, siamo tutti d’accordo- concordò Natsu e Bickslow fu sollevato a sentire quelle parole.
-Quindi Laxus ha perso il controllo sui propri poteri, eh?- fece divertito Gajeel.
-Sai Bickslow, Laxus ti ammazzerà quando scoprirà che lo hai raccontato- fece Evergreen.
-Penso ormai di essere abituato ai suoi fulmini- ridacchiò Bickslow -E poi, avrei storie molto peggiori da raccontare- sghignazzò pensando a chissà cosa. Lucy non era sicura di volerle sapere, inoltre aveva già paura di venir colpita da un fulmine solo per aver ascoltato quel racconto. Il mago Seith però per fortuna cambiò argomento voltandosi verso Evergreen. -Tocca a te- le disse. La castana inarcò un sopracciglio.
-Che intendi?- sbottò mettendosi subito sulla difensiva.
-A raccontare come ti sei avvicinata a Laxus, so che hai avuto una discussione simile con lui- le disse. Evergreen sbuffò.
-Affatto- ribatté.
-Bhe, vorrà dire che inizierò io la storia per te- ghignò Bickslow -E ti dirò una cosa che non hai mai saputo- le disse. Evergreen corrugò la fronte un po’ confusa ma il mago Seith non aspettò e iniziò a raccontare.
 
*****Evergreen*****
 
Bickslow sapeva che Evergreen era una bella ragazza, e sapeva che il suo seno era molto prosperoso per l’età che aveva. Notava anche come lo sguardo di Laxus cadeva spesso sul suo petto quando pensava che nessuno lo guardasse. All’inizio Bickslow si era detto di stare tranquillo, confidando nel fatto che Laxus non fosse così idiota da provarci con lei, perché a quel punto il mago Seith non si sarebbe fatto scrupoli a possederlo per prenderlo a testate ed era sicuro che Fried lo avrebbe aiutato. Quando era troppo però, era troppo e il biondo ora ci stava palesemente provando con lei.
 
Ok, non era così palese, semplicemente per il fatto che Laxus non sapeva provarci con nessuno. Ma, dato che Bickslow usciva spesso con il ragazzo a caccia di gnocche, sapeva esattamente quando cominciava a imbarazzarsi e a interessarsi a una ragazza. Irritato lo fissò mentre cercava con scarsi tentativi di parlare con la ragazza, che ovviamente non si accorgeva di ciò che voleva il biondo. Doveva decisamente parlargli e dirgli che l’amica era off-limits.
 
Aspettò di tornare a Magnolia dalla missione e quando furono lì, prima di separarsi come al loro solito per andare ognuno a casa loro Bickslow fermò Laxus.
 
-Dobbiamo parlare- gli disse. Il biondo lo osservò confuso.
 
-Di cosa?- chiese scocciato.
 
-Di Evergreen- ringhiò Bickslow e Laxus arrossì leggermente.
 
-Non c’è niente di cui parlare- grugnì.
 
-Ti dico solo una cosa, lei non è una di quelle ragazze che ti porti a letto-.
 
-Non lo stavo pensando- mentì Laxus, era ovvio che mentiva.
 
-Ah no? Bhe, in ogni caso cambia preda, lei è assolutamente off-limits- sbottò Bickslow.
 
-Ho capito- disse irritato Laxus incrociando le braccia -Anche tu le fissi le tette- fece poi, Bickslow corrugò la fronte e poi rise rendendosi conto che Laxus stava solo cercando di dissimulare il tutto.
 
-Non è mai successo- ribatté. Laxus inarcò un sopracciglio, Bickslow notò la sua faccia perplessa e smise di ridacchiare. -Bhe, è successo in passato, quando eravamo ancora piccoli- ammise poi -E una volta le ho pure palpato il seno, mi sono preso un calcio nelle palle che non dimenticherò mai. Ti consiglio davvero di non farlo, sa diventare violenta- fece tossicchiando.
-In ogni caso, praticamente è mia sorella, perciò è impossibile per me guardarla in quel senso. E ti avverto, non provarci, io e Fried ti ammazzeremo se lo farai- gli disse serio in volto. Laxus annuì.
 
-Come ti pare- fece evidentemente irritato e con un cenno della mano lo salutò e si allontanò.
**********
 
-Che cosa?!?- esclamò Evergreen allibita -Lui aveva una cotta per me?- sbottò rossa in volto.
-Certo, mi sorprendo che tu non te ne sia mai accorta- rispose Bickslow ridacchiando.
-Anche io avevo una cotta per lui! E tu ti sei messo in mezzo senza nemmeno parlarmi, sei uno stronzo- sbottò.
-Lo so che avevi una cotta per lui, ma so anche che avrebbe rovinato la nostra amicizia e onestamente, la cotta gli è passata dopo un mesetto, non è mai stato un tipo da relazioni fisse- disse.
-In ogni caso dovevi dirmelo, dovevo essere io a scegliere- sbottò lei. Elfman improvvisamente si era fatto silenzioso e Bickslow ghignò verso di lui.
-Tranquillo Elfman, ormai è persa di te-
-Non dire stronzate!- sbottò subito Evergreen arrossendo a vista d’occhio, mentre Mirajane e Lisanna sorridevano divertite.
-Bhe, tu come ti sei avvicinata a Laxus quindi?- domandò Lucy. Evergreen si ricompose.
-Uhm…bhe, è andata più o meno come a Bickslow. Ma vi racconto meglio, che nessuno mi interrompa però- li avvisò.
 
*****Evergreen*****
 
Aveva appena rotto gli occhiali a causa di una missione impegnativa, perciò la ragazza si stava avviando verso un negozio quando intravide Laxus per la strada. Si guardò attorno e notando che non c’era nessuno gli si avvicinò arrossendo leggermente.
 
-Ciao Laxus, cosa fai?- gli chiese. Il biondo si voltò verso di lei e scrollò le spalle.
 
-Nulla- fece.
 
-Ti va di accompagnarmi a cercare un paio di occhiali? Così mi dai un consiglio- gli chiese un po’ incerta. Laxus fece le spallucce ma annuì, così i due si avviarono.
 
Due ore dopo Evergreen stava ancora provando occhiali, Laxus era tanto bello quanto inutile, se ne stava seduto annoiato dicendole che le stava bene qualunque paio, probabilmente solo per andarsene in fretta da lì. Ma la ragazza non riusciva a trovare il modello perfetto, ne prese un altro e si voltò verso Laxus, che stava sbadigliando incurante di essere in sua presenza. Evergreen assottigliò lo sguardo ma si trattenne dall’urlargli addosso.
 
-Questo come ti sembra?- gli chiese voltandosi verso di lui.
 
-Bello- fece Laxus seccato.
 
-Non lo so, a me non convince…- cominciò lei.
 
-È solo un paio di occhiali, prendine uno e basta- le ringhiò a quel punto il biondo. La ragazza inarcò un sopracciglio voltandosi verso di lui.
 
-Solo un paio di occhiali? Ti faccio notare che li dovrò indossare tutto il giorno e sulla mia faccia. Devo scegliere bene- disse piccata.
 
-La tua faccia rimane sempre quella- ribatté Laxus.
 
-Certo, ma gli occhiali possono modificarla-.
 
-Ma che cazzo stai dicendo? Non è che diventi brutta con un paio di occhiali- sbottò Laxus e quando finì la frase arrossì leggermente e voltò lo sguardo, mentre Evergreen sgranava gli occhi sorpresa a quella rivelazione.
 
-Tu mi reputi bella?- chiese arrossendo appena.
 
-Non ho detto questo- ribatté Laxus nervoso. La ragazza sorrise e gli si avvicinò pericolosamente guardandolo fisso negli occhi mentre quello arrossiva leggermente.
 
-Mi reputi almeno carina?- chiese innocentemente.
 
-Tsk. Sarai anche carina ma sei fastidiosa come la merda, prendi un paio di occhiali e leviamoci da qua- sbottò irritato e imbarazzato il ragazzo. Evergreen ridacchiò e si allontanò.
 
-Va bene, va bene. Rilassati, ti prendevo solo un po’ in giro- disse con un sorriso dolce e le guance rosse. Laxus la riteneva carina, quella sì che era una bella notizia. Laxus voltò lo sguardo grugnendo qualcosa di incomprensibile e la ragazza ricominciò a scegliere il suo paio di occhiali. Quando finalmente lo scelse Laxus sospirò di sollievo e i due ragazzi uscirono dal negozio.
 
-Sono proprio soddisfatta. Sono perfetti- disse lei guardandosi nello specchietto che teneva sempre con sé.
 
-Me lo auguro- sbottò Laxus. La ragazza ignorò il suo commento rimettendo lo specchietto nella borsa e prendendolo a braccetto.
 
-Ti va di andare a mangiare un gelato?- gli chiese.
 
-Non esco con te- fece secco Laxus. Evergreen lo guardò un po’ delusa, ma dissimulò tutto in fretta.
 
-Non è un appuntamento. Senza offesa, ma non ti vorrei come ragazzo- mentì acidamente. Laxus sbuffò irritato.
 
-Nemmeno io te- grugnì.
 
-Allora è perfetto. Forza, andiamo- gli disse e lo trascinò in bar. I due ragazzi si sedettero a un tavolino e ordinarono due coppe gelato. La ragazza voleva almeno essere sua amica quanto lo era Bickslow, non era giusto che i due ragazzi uscissero spesso assieme da soli lasciando lei e Fried indietro. Il mago delle rune non pareva molto interessato finché facevano le missioni assieme, ma Evergreen voleva qualcosa di più. Sentirsi speciale per Laxus, se non poteva essere la sua ragazza allora sarebbe stata la sua unica amica.
 
-Ho saputo che hai cominciato a uscire con Bickslow, dice che sei un buon amico dietro la facciata da duro- disse con un dolce sorriso sulle labbra, in fin dei conti con lui poteva mostrare la vera sé.
 
-Non siamo amici- disse Laxus -È solo un compagno di bevute- fece. Evergreen inarcò un sopracciglio, ne dubitava dato quanto tempo passassero assieme ma sorvolò, in fin dei conti Laxus non definiva nessuno suo amico.
 
-Ho saputo anche che ti ha raccontato dei suoi piccoli- iniziò quindi.
 
-Sì, volevo sapere di più delle sue bambole- spiegò quindi.
 
-Oh capisco, in effetti molti potrebbero essere curiosi- disse lei.
 
-Siete tutti simili. Avete tutti un potere legato agli occhi, è solo coincidenza?- chiese Laxus a quel punto. La ragazza si fece pensierosa.
 
-Penso che quello sia uno dei motivi per cui ci siamo uniti- ammise a quel punto -Siamo tutti nati con questa magia, ce l’abbiamo avuta dalla nascita e…non è bello quando non sai controllarla. Bickslow ha ucciso i suoi amici, ma effettivamente li ha salvati. Non posso dire la stessa cosa di me…- mormorò. Laxus si fece interessato.
 
-Hai ucciso?- chiese. Evergreen si oscurò in volto e fece le spallucce.
 
-Vuoi davvero saperlo?- domandò. Laxus annuì.
 
-Se ti va- disse.
 
-Va bene…uhm…da dove iniziare…- borbottò mentre fissava il gelato girando il cucchiaino all’interno più e più volte senza prendere nessun boccone. Laxus attese paziente ma era calato il silenzio e la ragazza non accennava a partire. Non le piaceva ripensare al passato e temeva la sua reazione, però Bickslow le aveva detto che aveva reagito bene. Vero anche che Bickslow aveva salvato i suoi amici, lei invece…
-Vivevo in una bella casa una volta. Era una villa e la parte che mi piaceva di più era il giardino, così grande così immenso e pieno di fiori, era il luogo in cui mi rifugiavo quando mi arrabbiavo con tutti, soprattutto, quando mi arrabbiavo con mia sorella- iniziò.
 
Evergreen guardò la sua collezione di uccellini di pietra. Erano così carini, poteva averli sempre con sé. Li mise tutti in fila tra due vasi di fiori, quando la porta della camera si aprì e Violet entrò.
-Stupida stronza, hai ucciso il mio coniglio!- strillò. Evergreen alzò il volto su di lei.
-Non l’ho fatto- ribatté subito.
-Bugiarda!- urlò Violet -Bugiarda e perfida, come una strega!- strillò e avanzò buttando a terra gli uccellini di Evergreen, che si spaccarono in mille pezzi.
-No!- esclamò la più piccola.
-Uccidi tutti gli animali, tutti! Sei solo una strega- le urlò contro. Evergreen la spinse per buttarla fuori dalla stanza, ma Violet era più grande e più alta di lei, le afferrò il polso e glielo voltò. Evergreen urlò dal dolore e si accasciò a terra piagnucolando, mentre Violet si fiondava sulla sua collezione di animali buttandoli a terra. Evergreen cominciò a piangere.
-Smettila, smettila! Ti prego, basta!- strillò piangendo. La porta si aprì e loro madre entrò nella stanza.
-Che sta succedendo qua?- sbottò. Violet si voltò e incrociò le braccia.
-Evergreen ha ucciso il mio coniglio. Guarda qua, uccide tutti gli animali- le disse indicando le pietre spezzate. Evergreen continuò a piagnucolare.
-Li hai uccisi tu, li hai uccisi tu, erano vivi…- gemette. La madre andò verso Evergreen e la prese per il braccio alzandola di peso.
-Quante volte ti ho detto di non farlo?- le gridò addosso. -Sei una bambina cattiva, forza, è ora della tua punizione- le disse e la trascinò fuori dalla stanza ignorando i suoi piagnucolii.
 
Evergreen si piazzò nel giardino, era il suo posto preferito della casa perché poteva nascondersi tra le piante e gli alberi. Si sedette ai piedi del grande ciliegio e si rannicchiò infilando la testa in mezzo alle ginocchia. Perché sua sorella era così cattiva con lei? Perché tutti la odiavano? Cominciò a singhiozzare silenziosamente finché un uccellino non volò davanti a lei poggiandosi sull’erba e zampettandole vicino. Alzò lo sguardo osservandolo mentre mangiucchiava le briciole per terra. Era così carino. Avrebbe voluto avere anche lei le ali e volare via, come una piccola fatina di quelle che leggeva nei libri. Ma era solo una strega, una brutta strega che tutti odiavano. Gli occhi le si riempirono di lacrime e mosse la gamba davanti a sé.
-Vattene- sibilò al passerotto, che preso alla sprovvista si alzò in volo allontanandosi -Devi starmi lontano, sono solo una strega- sbottò. Osservò l’uccellino volare lontano e sospirò. Non voleva tornare a casa. Perché Violet aveva tutto? Ogni volta che chiedeva qualcosa di nuovo la mamma e il papà glielo davano subito, lei invece non poteva nemmeno tenere un vaso di fiori in camera, perché dicevano che li avrebbe fatti appassire. Ma lei non lo avrebbe mai fatto. Abbassò di nuovo lo sguardo triste e si rese conto che c’era un riccio poco distante dai suoi piedi. Sgranò gli occhi sorpresa e un piccolo sorriso le si formò sulle labbra. Era così carino. Si avvicinò per osservarlo meglio ma si ritirò subito indietro quando sentì la sua magia attivarsi. Troppo tardi, il riccio era diventato di pietra.
-Oh no- disse prendendolo in mano -Non volevo, scusa, ti riporto normale, lo faccio subito- piagnucolò cominciando a lacrimare di nuovo, provò e riprovò a spezzare l’incantesimo, ma più ci provava e più si disperava. Cominciò a singhiozzare.
-Mi dispiace, mi dispiace- disse accarezzando la fredda pietra sotto le sue mani. Forse era davvero una strega come diceva Violet.
 
Evergreen aveva dovuto accompagnare Violet in città. Il giorno dopo sarebbero venuti gli amici dei loro genitori e volevano assicurarsi che fossero vestite bene. Evergreen non era contenta di andare con Violet, ma almeno avrebbe potuto avere un abito nuovo. Sapeva già come lo voleva, come quello di una fatina. Stavano camminando lungo la strada quando vide che le amiche di sua sorella si erano avvicinate. Si fermò di colpo. Mamma e papà avevano detto che sarebbero dovuti andare da sole.
-Loro…cosa ci fanno qua?- chiese.
-Compere. Prendiamo i vestiti assieme- disse Violet -Vattene- le ordinò. Evergreen la osservò un po’ stupita, poi però annuì.
-Posso…i soldi che mamma e papà hanno dato?- chiese. Si sarebbe comprata il vestito da sola. Violet inarcò un sopracciglio e si abbassò su di lei.
-Stupida strega, pensi che ti compreranno un vestito? Ti basta quello che hai già, vattene via- le sibilò. Evergreen piantò i piedi a terra.
-Mamma e papà hanno detto…-
-Che sei una stronza e un mostro, che non ti vogliono come figlia- le disse. Evergreen la osservò spiazzata e sentì le lacrime salirle agli occhi.
-Non è vero…- disse con voce spezzata.
-Lo dicono sempre. Se te ne vai adesso saremmo tutti più felici- le disse.
-Quindi lei sarebbe tua sorella, Violet?- chiese una bambina avvicinandosi a sua sorella. Evergreen la fissò un po’ preoccupata. -Non ti assomiglia per niente, è proprio una racchia-
-Sì, è come una di quelle streghe che uccide tutti gli animali-
-Non gli ho uccisi!- esclamò Evergreen -Lo hai fatto tu!-
-Piccola bambina bugiarda!- strillò Violet e le tirò uno schiaffo. Evergreen le saltò addosso, voleva quei soldi per prendersi il vestito.
-Levati di dosso- le ringhiò Violet.
-Dammi i soldi!- strillò Evergreen, ma le amiche di Violet si misero in mezzo tirandola indietro. Una le tirò i capelli strappandole una ciocca, l’altra la spintonò a terra. Evergreen piagnucolò e si portò una mano alla testa dove la bambina le aveva tirato i capelli.
-Sarebbe meglio se tu morissi- sputò Violet. Evergreen alzò lo sguardo mentre le lacrime le uscivano dagli occhi gonfi. Perché era così cattiva con lei? Sentì la magia attivarsi e sbiancò quando si rese conto di cosa stava facendo. Chiuse gli occhi e si portò le mani davanti, ma ormai il danno era fatto. Le due bambine accanto a lei cominciarono a strillare.
-L’hai uccisa!- urlò una.
-Hai ucciso tua sorella! Aiuto! Aiuto!- urlò l’altra. Evergreen riaprì gli occhi e osservò la statua davanti a sé. Si alzò e si avvicinò, forse poteva farla ritornare normale.
-Lontana! Stai lontana!- strillò una bambina.
-Aspetta, posso…- provò a dire Evergreen, ma la bambina la spintonò indietro.
-Vattene via!- urlò.
-Ma io voglio…- nel tentativo di andare avanti e liberarsi dalla presa della bambina, la spinse leggermente e quella si ribaltò sulla statua. La statua cadde a terra ed Evergreen guardò terrorizzata la testa che si staccava dal resto del corpo.
 
-Quando sono tornata a casa ovviamente i miei genitori erano arrabbiati, mi guardavano come avrebbero guardato un’assassina, cosa che in effetti sono. Mi hanno cacciata di casa, così ho cominciato a vagare da sola- raccontò. Laxus non diceva nulla.
-Non avevo nessun controllo sugli occhi, la magia partiva senza che potessi farci nulla. Quando ho conosciuto Fried e Bickslow mi hanno aiutata a controllarla e mi hanno regalato un paio di occhiali, sono stati i miei primi veri amici- rivelò con un accenno di sorriso.
 
-Ora però lo controlli- le disse Laxus.
 
-Sì, ma ho sempre paura che possa attivarsi per sbaglio. Ecco perché indosso gli occhiali- disse. Laxus annuì. -Non sono mai stata una ragazza buona, perciò se pensi sia una stronza va bene- disse seppur un po’ preoccupata dei suoi veri pensieri.
 
-Non lo penso- ribatté Laxus. Lei lo fissò scrutandolo attentamente.
 
-Allora cosa pensi di me?- chiese -Puoi dire qualunque cosa, non mi offendo. In tutti questi anni mi sono sentita chiamare in mille modi diversi- gli disse. Laxus rimase per un po’ in silenzio.
 
-Sei una buona amica- disse quindi. Evergreen si illuminò in volto. Una amica. Una buona amica. Laxus non aveva definito nessuno suo amico, nemmeno Bickslow nonostante uscisse con lui. Il suo volto si aprì in un enorme sorriso e le sue guance si fecero rosse. Si alzò dalla sedia e lo abbracciò in un impeto di gioia. Laxus si irrigidì istantaneamente.
 
-Ohh grazie, anche tu sei un buon amico!- esclamò lei felicissima.
 
-Uhm…prego- borbottò Laxus un po’ rigido e quando Evergreen sciolse l’abbraccio notò che il biondo aveva le guance leggermente arrossate. Evergreen in quel momento decise che sarebbe stata per sempre la sua amica del cuore.
**********
 
-Mi dispiace per tua sorella- le disse Erza ed Evergreen alzò lo sguardo sulla rossa, che le sorrideva gentilmente -Deve essere stato terribile, ma non è stata colpa tua. Eri piccola e non avevi il controllo del tuo potere- Evergreen la guardò stupita e abbassò lo sguardo.
-L’ho comunque uccisa- mormorò.
-Questo non ti rende una cattiva persona- le disse Erza ed Evergreen le sorrise grata.
-Non credevo di poter mai assistere a una scena del genere, Ever ed Erza che si parlano senza scannarsi- commentò una voce dietro di loro e i ragazzi si voltarono notando che Laxus e Fried erano entrati. Ovviamente assieme. Lucy si chiese come non avesse mai notato che avessero una relazione, in fin dei erano sempre in compagnia l’uno dell’altro.
-Tu!- sbottò Evergreen puntando un dito su Laxus, che inarcò un sopracciglio. -Avevi una cotta per me!- esclamò. Il biondo la guardò confuso.
-Di che stai parlando?- chiese notando che tutti si erano voltati verso di lui curiosi di avere una risposta.
-Stiamo facendo una serata di racconti, per scoprire i segreti dietro i Raijinshuu- spiegò Mirajane -E Bickslow ha detto che hai avuto una cotta per Evergreen da giovane-.
-Bhe, può essere, non lo ricordo- sbottò il biondo incrociando le braccia e Evergreen sorrise soddisfatta.
-L’hai avuta sul serio- disse. Laxus sbuffò.
-Perché glielo hai detto? Non ha già un ego abbastanza grande?- sbottò lui arrendendosi.
-Prima o poi dovevo dirglielo- disse allegramente Bickslow -Bhe, unitevi anche voi, così la storia dei Raijinshuu sarà completa e potremo dare i diversi punti di vista. Io ed Ever abbiamo già raccontato come ci siamo conosciuti, la nostra prima missione e il nostro primo vero lavoro di squadra, sapete, quella missione catastrofica in cui Laxus è svenuto-.
-Perché stiamo parlando di queste cose?- grugnì il biondo.
-Perché vogliamo sapere di più dei temibili Raijinshuu- rispose Mirajane.
-Anche se di terribile c’è davvero poco a scoprire che anche voi avete un cuore- ridacchiò Gajeel. Fried inarcò un sopracciglio.
-Certo che abbiamo un cuore, che discorsi- fece freddo.
-Ma voi state davvero assieme?- chiese Kana sorpresa. I due ragazzi si limitarono ad annuire tranquillamente. -Wow. Non me l’aspettavo un’ammissione così tranquilla- commentò la castana un po’ sorpresa.
-Pensavamo fosse ovvio- disse Fried semplicemente sedendosi accanto a loro e Laxus si sedette subito al suo fianco.
-Quindi state raccontando tutte le nostre avventure?- chiese.
-Sì, e abbiamo scoperto che Fried non era proprio il tuo fan boy- ridacchiò Gajeel. Fried inarcò un sopracciglio.
-Ho sempre avuto rispetto per Laxus- ribatté. Il biondo lo guardò perplesso, la sua faccia diceva tutto: non era affatto d’accordo.
-Sarebbe carino scoprire qualcosa in più, su, raccontate come vi siete avvicinati. All’inizio non andavate molto d’accordo, no?- chiese Mirajane. Fried sospirò lanciando un’occhiata a Laxus, che gli fece cenno di parlare pure, tanto ormai era sicuro che le cose peggiori le avesse già raccontate Bickslow.
-Bene, in effetti all’inizio mal sopportavo Laxus- ammise -Ma sia chiaro che sono sempre stato educato con lui-.
-Non dire stronzate- ribatté Laxus prendendo una birra e Fried serrò le labbra.
-Per come ti comportavi sono sempre stato più che indulgente- disse e Mirajane sorrise a vederli assieme.
-Sei stato tu Fried ad avvicinarti per primo a Laxus, vero?- chiese la barista.
-In realtà no, la prima volta che siamo usciti assieme senza Evergreen o Bickslow è stato Laxus a venire da me. In effetti non ho mai capito perché lo hai fatto- disse al proprio ragazzo, che indicò Makarov.
-Il vecchio- spiegò e il Master sorrise portandosi il bicchiere alle labbra.
-Gli ho solo dato una piccola spintarella dicendogli che se aspettava che foste sempre voi a cercarlo prima o poi vi sareste stufati, e in quel momento tu passavi di lì- spiegò innocentemente l’uomo facendo le spallucce.
-Impiccione- sbottò Laxus, ma Fried sorrise.
-Bene, racconto io- disse.
 
*****Fried*****
 
-Ho una nuova missione- disse Laxus. Fried si voltò sorpreso verso di lui, non era mai capitato prima che lo vedesse da solo. Di solito uscivano in gruppo e si vedevano solo durante le missioni.
 
-Quale?- chiese. Laxus gli tese il foglio e il ragazzo lesse attentamente mentre gli occhi gli si illuminavano -Sembra interessante- disse.
 
-Sì, penso anche io- fece Laxus.
 
-Però sarà meglio rimandare, io e gli altri siamo appena tornati da una missione. Possiamo aspettare qualche giorno- propose e Laxus annuì.
 
-Uhm…che stai facendo?- fece il biondo ficcandosi le mani in tasca.
 
-Volevo andare in libreria a comprare un nuovo libro che avevo ordinato. Vuoi accompagnarmi?- chiese Fried. Laxus si limitò ad annuire e lo seguì lungo la strada. Non si dissero una parola per tutto il tragitto e quando arrivarono Fried andò a chiedere il libro che aveva ordinato. Poi cominciò a osservare gli altri libri perdendosi tra tutti quei titoli interessanti e solo quando si rese conto che probabilmente Laxus si stava annoiando tornò dal biondo con la pila di libri in mano da comprare. Notò che Laxus stava sfogliando un testo che aveva.
 
-Se ti interessa quello ce l’ho già a casa, posso prestartelo- gli disse.
 
-No- fece Laxus rimettendolo a posto e osservando poi che Fried si allungava per prendere un altro libro poggiandolo sopra alla sua pila già alta. -Li prendi tutti?- chiese abbastanza sorpreso.
 
-Sì, tu non compri nulla?- gli chiese Fried.
 
-Nah, i libri non mi interessano- fece seccato.
 
Fried non ribatté e andò a pagare, finalmente uscirono dalla libreria e si avviarono verso casa di Fried. Il mago non capiva perché Laxus lo stesse seguendo, forse si stava annoiando. In ogni caso non gli disse nulla e lasciò che lo seguisse per poi farlo entrare nel suo piccolo appartamento. Si vergognò un po’ quando lo vide in disordine, ma non aveva ancora trovato un posto dove piazzare gli ultimi libri perciò alla fine li aveva poggiati un po’ ovunque.
 
-Non guardare il disordine- fece ma Laxus non ne pareva molto interessato comunque e si avvicinò a uno scaffale.
 
-Li hai letti tutti?- chiese.
 
-Certo. Vuoi qualcosa da bere? Ho…in realtà ho poche cose, se vuoi posso preparare un tè o un caffè- disse Fried, nessuno veniva mai a casa sua perciò non teneva molto lì, ma in effetti ora Laxus era un ospite.
 
-Nah. Non ti annoi a leggere?- domandò. Fried lo guardò sorpreso da quella domanda.
 
-Assolutamente no. Potrei passare il resto della mia vita a leggere, imparare cose nuove continuamente, non so come faccia a non piacere proprio a te- rispose.
 
-Perché dovrebbe piacermi?- chiese Laxus passando lo sguardo sui diversi titoli.
 
-Per la magia. Ci sono tantissimi libri su incantesimi potenti-.
 
-Davvero?- chiese Laxus improvvisamente interessato. Fried annuì.
 
-Se vuoi te li mostro- Laxus seguì il ragazzo entrando in quella che doveva essere la sua camera da letto. Fried prese due libri e si sedette sul letto, gli fece cenno di avvicinarsi e Laxus si sedette a sua volta lanciando un’occhiata ai due libri. Uno si intitolava “Magie oscure”. Passò una mano sulla copertina rigida e incisa e sentì subito un’energia strana provenire da lì.
 
-È magico?- chiese sorpreso. Fried sorrise furbescamente e annuì.
 
-Sì, non dire a nessuno che ce l’ho. In realtà questo libro l’ho preso da un vecchio barone-.
 
-Lo hai rubato?- chiese Laxus sorpreso, non avrebbe dovuto esserlo, Fried certo non si faceva scrupoli.
 
-Bhe, era mio di diritto. Quel barone non ne era molto interessato, non sapeva nemmeno di avercelo e in ogni caso non sarebbe stato in grado di comprenderlo. Perciò è mio- disse Fried aprendolo e sistemandosi a gambe incrociate sul letto cominciando a sfogliarlo. Laxus non replicò e lo osservò curioso finché Fried non si fermò a una pagina -Ecco qua, questa è la magia che mi ha permesso di evocare il demone-.
 
-Quale dei due?- chiese Laxus.
 
-Darkness- rispose Fried -Absolute Shadow è…diverso- Laxus corrugò la fronte.
 
-In che senso?- chiese.
 
-Bhe vedi, Absolute Shadow è legato alla magia del mio occhio, mentre Darkness l’ho imparato unicamente dal libro, è un incantesimo che chiunque potrebbe attivare sotto le giuste condizioni. Quel demone era racchiuso qua dentro- spiegò. Laxus corrugò la fronte e Fried continuò -Questo libro è proibito e sarebbe dovuto essere distrutto. Questo è il motivo per cui l’ho preso, non potevo permettere che la conoscenza venisse persa. Quando ho cominciato a leggerlo mi sono subito reso conto del motivo, è intriso di magia demoniaca in ogni sua pagina. Chi lo legge potrebbe imparare magie tremende, magie di veri demoni che sono esistiti secoli fa. In una di queste pagine viveva l’anima di quel demone. Con un incantesimo che c’è scritto qua…- disse indicando l’altro libro che aveva poggiato sul letto -…sono riuscito a farlo entrare in me, pur mantenendo il controllo su di lui-.
 
-Cazzo, questo è figo- commentò Laxus con un mezzo ghigno sul volto. Fried sorrise.
 
-Lo è- concordò -Perciò, vedi che i libri non sono noiosi- gli disse. Laxus non aveva di che replicare.
 
-Voglio leggerlo- disse. Fried annuì.
 
-Prendilo pure, in realtà è piuttosto complesso, se hai qualche domanda puoi chiedermi quando vuoi-.
 
-Bene- fece Laxus prendendo il libro dalle mani del ragazzo e aprendolo, senza molti complimenti si distese sul letto di Fried e si immerse nella lettura. Il mago lo osservò un po’ stupito valutando se cacciarlo dalla sua camera da letto o no. Gli dava fastidio però che qualcuno con i vestiti sporchi si stendesse sul suo letto. Era anche vero che Laxus era un suo ospite. Sbuffò, ormai avrebbe comunque dovuto lavare le lenzuola dato che si era disteso, tanto valeva lasciarlo lì.
 
***
 
Laxus ormai leggeva quel libro da qualche giorno, Fried lo osservava e si chiedeva quanto effettivamente ne capisse. O era un genio, o era troppo orgoglioso per chiedere aiuto. Propendeva più per la seconda ipotesi, ma in fin dei conti se voleva restare ignorante non erano fatti suoi. I due ragazzi erano sempre nella stanza di Fried, il biondo disteso sul letto -ormai ci aveva preso l’abitudine- mentre l’altro ragazzo seduto sul balcone della finestra, anche lui immerso nella lettura di un libro, finché non sentì la voce di Laxus.
 
-Tu ti ricordi tutto il libro?- gli chiese. Fried alzò lo sguardo.
 
-Non proprio, molte parti sì però. Come mai?- domandò.
 
-Uh…nulla- borbottò Laxus abbassando di nuovo lo sguardo sulle pagine. Fried lo osservò curioso chiedendosi perché non volesse ammettere di non sapere qualcosa, poi scese dalla finestra e gli si avvicinò stendendosi accanto a lui e Laxus gli fece un po’ di spazio.
 
-Vediamo, questa parte non la ricordo bene, aspetta che la rileggo- gli disse prendendo il libro e poi voltò la pagina indietro rileggendo l’intero capitolo. Quando finì restituì il libro a Laxus e cominciò a spiegare. -In effetti è impossibile capire questa parte senza aver letto un libro base di incantesimi prima. In ogni caso, sai che per disegnare un incantesimo devi concentrare la tua magia nei palmi delle mani- cominciò a spiegare. Laxus annuì e ascoltò Fried mentre gli spiegava entusiasta quelle magie, notando che anche Laxus pareva interessato e dopo un po’ il biondo osò anche interromperlo facendo qualche domanda per verificare di aver capito bene.
 
-Voglio provare a farlo- disse Laxus dopo un po’.
 
-Prima dovresti partire dalle magie runiche di base- ribatté Fried -Non puoi partire direttamente con questo-
 
-Va bene, quali sono quelle base?- chiese Laxus. Fried si alzò dal letto e portò altri tre libri giganti.
 
-Questo per iniziare- gli disse e notò come Laxus guardava quei libri già annoiato.
 
-Non puoi spiegarmi tu in breve?- fece seccato, evidentemente non aveva intenzione di leggersi tre interi tomi giganti e voleva passare direttamente alla fase successiva. Fried comunque annuì, rispolverare quelle magie sarebbe stato utile anche a lui e finalmente avrebbe un po’ parlato con il ragazzo invece di passare il loro tempo assieme in silenzio leggendo ognuno per i fatti suoi. Si sedette sul letto di fronte a Laxus cominciando a parlare e a insegnare a Laxus tutto ciò che sapeva sulla magia. Il biondo lo ascoltava, ogni tanto lo interrompeva dicendogli che non si spiegava bene -anche se secondo Fried era lui a non capire, ma sorvolava e rispiegava- e in quel modo passarono tutto il pomeriggio senza rendersi conto del tempo, finché Fried non sbadigliò guardando fuori dalla finestra.
 
-Comincio ad essere stanco- ammise.
 
-Voglio provare ancora- ribatté Laxus disegnando una runa a mezz’aria. Fried lo osservò.
 
-Sei piuttosto bravo, di solito le persone ci mettono più tempo a imparare- disse e quando Laxus ghignò soddisfatto se ne pentì, quel ragazzo aveva già un ego enorme, non serviva che glielo gonfiasse ancora di più. Si distese sul letto mentre osservava Laxus disegnare altre rune semplici a mezz’aria e sbadigliò di nuovo. -Sono davvero stanco, possiamo riprendere domani- gli disse quindi. Era un modo gentile per mandarlo via di casa, Fried voleva davvero dormire.
 
-Bene, torno domani mattina presto- acconsentì Laxus e salutandolo uscì di casa.
 
***
 
Il giorno dopo Fried stava ancora dormendo quando sentì dei pesanti tuoni alla porta. Si alzò dal letto sbadigliando e aprendo la finestra si rese conto che il sole doveva ancora sorgere. Ma chi veniva a rompere a quell’ora la mattina? Si vestì in fretta e scese le scale raccogliendosi i capelli in una coda alta per non doverci badare troppo e quando aprì la porta vide che era Laxus.
 
-Alla buon’ora!- sbottò il biondo entrando senza essere stato invitato. Fried lo osservò ancora stanco.
 
-Che ci fai qua?- chiese assonnato trattenendo a stento uno sbadiglio.
 
-È ora di allenarsi, su, muoviti- gli disse. Fried lo osservò confuso chiudendo la porta e lanciando un’occhiata all’orologio, erano le cinque e venti del mattino.
 
-Non ho nemmeno fatto colazione- si lamentò.
 
-Non mi interessa. Allora, mi sono allenato ieri sera e guarda- disse disegnando la runa. Fried in risposta si voltò senza neanche guardarlo ed entrò in cucina borbottando qualcosa di incomprensibile. Se non buttava fuori di casa Laxus era solo perché era strano che venisse lui a cercarlo. Sbadigliò ancora e mise su il caffè per poi sedersi stancamente su una sedia. Laxus lo seguì.
 
-Muoviti- gli disse.
 
-Sei venuto in casa mia senza nemmeno essere invitato- gli fece notare Fried -Adesso aspetti. Se ci tieni tanto prendi il libro e leggitelo-.
 
-Non ho cazzi. Puoi parlarmi mentre mangi- gli disse malamente Laxus. Fried sospirò stancamente, certo aveva pensato che il ragazzo potesse essere interessato alla magia, ma non credeva che ne sarebbe stato così entusiasta.
 
-Dieci minuti. Dammi dieci minuti e poi cominciamo- disse quindi. Laxus sbuffò.
 
-Tsk, pigro- disse. Fried gli lanciò un’occhiataccia. Non era pigro! Era assolutamente l’ultima parola con cui si sarebbe descritto. Era Laxus un pazzo a voler cominciare alle cinque e mezza di mattina. Irritato bevve in fretta il caffè e mangiò due biscotti, per poi correre in bagno a darsi una lavata e quando uscì trovò Laxus già disteso sul suo letto con il libro in mano mentre lo sfogliava.
 
-Ci hai messo troppo- gli disse il biondo.
 
-Ci ho messo esattamente il tempo che ti ho detto- ribatté Fried e poi si sedette sul letto ripensando a dove era arrivato il giorno prima -Bene, possiamo partire da qua- disse indicando una riga nel libro. Laxus annuì e i due ragazzi si misero al lavoro. Anche quella mattina il tempo passò velocemente. Fried amava parlare di magia e a quanto pare per Laxus non era diverso.
**********
 
-Quindi vi siete avvicinati grazie ai libri- esclamò Levy entusiasta.
-Sì, stavamo a casa mia a studiare e allenarci, oppure andavamo nel boschetto fuori Magnolia- disse Fried -Passavamo intere giornate a leggere nuovi incantesimi- disse.
-Che noia- commentò Natsu.
-Oh, non era affatto noioso- ghignò Laxus -Soprattutto quando andavo a casa sua alle tre di notte- Fried alzò gli occhi al cielo.
-Perché andavi da lui a quelle ore?- chiese invece Mirajane.
-Perché volevo allenarmi- fu la semplice risposta.
-Allora perché non racconti di quella volta in cui ti ho intrappolato?- chiese Fried. Laxus sorrise divertito.
-L’ho detto che non sei sempre stato rispettoso- fece. Fried inarcò un sopracciglio e il biondo scrollò le spalle -Bene, forse me lo sono meritato- ammise poi divertito e raccontò.
 
*****Fried*****
 
Laxus si stava allenando ormai da ore, ma non aveva intenzione di smettere finché non avesse raggiunto il suo obiettivo. Riprovò a concentrare la magia sui propri piedi e scattò di nuovo in avanti. Troppo lento, pensò. Doveva diventare più veloce. Si lanciò in avanti un’altra volta e colpì l’albero, staccandolo da terra e facendolo volare lontano. Nervoso osservò il tronco spaccato. Non era ancora pienamente soddisfatto.
 
Lanciò un’occhiata al libro che Fried gli aveva prestato e si sedette a terra aprendolo. Il ragazzo gli aveva detto che lo avrebbe trovato interessante, ed in effetti così era, perché parlava della magia dei fulmini. Peccato che non riuscisse a ricreare quelli incantesimi alla perfezione, c’era sempre qualche passaggio che si perdeva. Aveva bisogno che quel ragazzo glieli spiegasse. Solo che erano le tre di notte, era sicuro che se fosse andato da lui lo avrebbe buttato fuori a calci come l’ultima volta. Ghignò, era stato divertente vederlo in pigiama con i capelli arruffati e non nel suo solito cappotto elegante e perfettino. Sì, sarebbe andato a rompergli le palle, in fin dei conti voleva capire quell’incantesimo in quel momento.
 
Così si avviò verso casa dell’amico e quando arrivò bussò forte. Nessuno rispose ma lui tranquillo con una spallata aprì la porta. Quando salì le scale trovò Fried seduto sul letto in pigiama -probabilmente si era appena svegliato- che lo guardava malissimo.
 
-Giuro, un giorno o l’altro ti uccido- gli sibilò addosso. Laxus ridacchiò, aveva i capelli sparati da tutte le parti.
 
-Bhe, dato che sei sveglio possiamo allenarci. Vestiti, andiamo fuori- gli disse.
 
-Sono le tre di notte e sono sveglio solo perché hai buttato giù la porta. La ripagherai, lo sai?- gli ringhiò addosso. Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Te l’ho detto, dammi le chiavi così non la butto giù. Muoviti- gli disse e uscì dalla stanza scendendo al piano di sotto. Fried lo seguì piuttosto scocciato ancora in pigiama.
 
-Cosa vuoi sapere? Non ho intenzione di uscire a quest’ora della notte, quindi te lo spiego qua- gli disse cominciando a muoversi per la stanza freneticamente. Laxus lo osservò inarcando un sopracciglio.
 
-Che stai facendo?- chiese. Fried gli lanciò un’occhiata.
 
-Mi muovo così quando sono nervoso, ok?- gli disse malamente. Laxus decise di fregarsene, Fried era un tipo strano.
 
-In ogni caso ho trovato questo incantesimo…- iniziò a dire sfogliando il libro -Cazzo, ho perso il segno- sbottò.
 
-Hai rovinato il mio libro!- gli ringhiò addosso Fried -Ti ho detto di non fare le pieghe-
 
-Tu le fai-
 
-Io posso. Sono i miei libri, rovinalo ancora e non te lo presterò più-
 
-Vorrà dire che me lo prenderò da solo- disse Laxus non molto interessato -Allora…eccolo. Questo incantesimo qua, a quanto pare è in grado di paralizzare il corpo di un nemico, ma questa parte è incomprensibile. Che cazzo significa sta frase?- chiese. Fried gli si era avvicinato.
 
-Significa che devi andare a dormire- gli sibilò addosso.
-Finito- aggiunse subito dopo soddisfatto e delle rune si illuminarono attorno a Laxus che le osservò. -Sai una cosa, mi hai veramente spazientito a venire qua alle ore più improponibili. Voglio dormire, chiaro? Questo è il tuo allenamento, prova a uscire da questa barriera. Ah, puoi sgolarti quanto vuoi, è insonorizzata- disse Fried irritato e risalì le scale lasciandolo solo.
 
-Che stronzo- borbottò Laxus, che però si era anche un po’ aspettato una reazione del genere un giorno o l’altro. In fin dei conti passava di lì quando gli pareva senza avvisarlo e pretendeva sempre che gli spiegasse e gli chiarisse ogni suo dubbio. Dato che aveva sempre una risposta a tutto e dato che non lo faceva sentire né stupido né debole, era normale per lui andare lì. Ricominciò a leggere tranquillo, non aveva voglia di studiare quella barriera per uscirci, si sarebbe allenato lì dentro come gli aveva detto Fried.
 
***
 
Quando Fried si alzò la mattina dopo e scese in salotto notò che Laxus si stava allenando all’interno della barriera. Guardò l’ora: erano le otto di mattina e quel ragazzo gli aveva spaccato il tavolino di vetro. Prese un respiro profondo giurando a sé stesso che lo avrebbe buttato fuori da casa sua a calci in culo, non importava quanto forte fosse, gli aveva davvero rotto le palle quella notte. Gli andò di fronte e Laxus fermò l’allenamento battendo poi sulla barriera. Insopportabile, pensò nervoso Fried disattivando l’incantesimo.
 
-Alla buon’ora, quanto cazzo dormi? Su, devo allenarmi- gli disse il biondo.
 
-Lo hai già fatto tutta la notte- sibilò Fried incredulo. Quanta cazzo di forza aveva?
 
-Infatti, senti vado in bagno, devo cagare. Preparami un caffè, oggi voglio fare un allenamento intenso- gli disse e tranquillo andò nel bagno di Fried, che lo guardò allibito. Ma chi si credeva di essere? Forse gli aveva fatto fin troppi complimenti aumentando il suo ego. Prese un respiro profondo, pensando che alla prossima missione si sarebbe preso da solo i soldi che gli spettavano per il tavolino e la porta, tanto Laxus non controllava mai. Andò in cucina e mise su il caffè per entrambi, poi preparò delle crepes e finalmente Laxus tornò.
 
-Puzzi- gli disse Fried.
 
-Perché io mi sono allenato al contrario tuo che hai dormito tutto il tempo- fu la risposta -Sto caffè è pronto?-
 
-Non è casa tua- gli fece notare Fried e sbatté la tazzina sul tavolo irritato. Laxus lo bevve tutto d’un sorso, si mangiò le crepes velocemente e poi si alzò.
 
-Bene, andiamo- disse. Fried lo guardò truce continuando a mangiare con calma. Davvero, quel ragazzo era umano? Perché non era possibile che avesse ancora le forze di allenarsi.
-Ti muovi?- Forse avrebbe potuto addormentarlo con una runa. Sì, decisamente avrebbe dovuto imparare un incantesimo del genere in modo da poterlo mettere KO e poter dormire in pace o leggere un libro senza avere qualcuno che lo stressasse. Gli piaceva passare il tempo con Laxus e gli piaceva parlare di magia con lui, ma sapeva diventare davvero stressante e aveva questa mania di allenarsi continuamente, come se non fosse già abbastanza forte. -A che stai pensando?-.
 
-A un modo per ucciderti senza lasciare tracce- sibilò Fried. Laxus ghignò.
 
-Esiste un incantesimo che permette di uccidere?- gli chiese.
 
-Sì- rispose Fried -E lo conosco, perciò vedi di non tirare troppo la corda- gli sibilò minaccioso. Laxus rise e prima che potesse chiedergli di insegnarglielo Fried parlò. -Volevi sapere dell’incantesimo paralizzante, giusto?- chiese. Laxus annuì e i due ragazzi uscirono di casa cominciando a parlare di magia.
**********
 
-Non mi immagino proprio Fried a rimproverarti- disse Gray. Laxus ghignò.
-Ti assicuro che lo fa più spesso di quanto credi-.
-Lo faccio solo quando lo ritengo necessario- replicò Fried tranquillo.
-Bhe, in ogni caso in quel periodo non eri il massimo della gentilezza, Laxus- fece Bickslow -E io mi ricordo bene come Fried si lamentava continuamente di te-.
-Sì, sono testimone anche io- intervenne Evergreen. Fried sbuffò seccato.
-Ogni volta che decidevi di intraprendere una missione diceva che non ci avvisavi mai per tempo, o che non avevi mai un piano adeguato, o che eri un pazzo e uno stupido a buttarti a capofitto a combattere- cominciò a elencare Bickslow.
-Non è difficile da immaginare- fece Laxus con un ghignetto.
-E allora quand’è che sei diventato il suo fan boy?- domandò Gajeel. Fried si fece pensieroso.
-Non so esattamente quando, non c’è un momento preciso- disse ragionandoci su.
-Bhe, c’è stato un momento in cui mi hai promesso che mi staresti stato sempre accanto- gli ricordò Laxus e Fried corrugò la fronte, poi però sorrise lievemente.
-Sì, hai ragione-.
   
 
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