Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: arcadialife    09/03/2021    3 recensioni
Dal testo:
"Ha bisogno di me.
Lei è stata l’unico nemico dalla quale mi sarei fatto cavare il cuore dal petto.
Anzi, per la sua salvezza, glielo avrei offerto io stesso a palmi aperti come ho fatto ogni giorno della nostra relazione.
In fin dei conti, è praticamente quello che è successo vista la ferita che mi squarcia il torace nonostante il suo profumo che ancora aleggia sulla mia pelle."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Sono rotto. Sono tremendamente spezzato a la mancanza di consapevolezza mi sbrindella ad ogni pensiero incerto.

Perché?

E’ la domanda che tormenta maggiormente. Inesorabile, logorante e perpetua. Quella semplice domanda, quella parola così insignificante e innocente da essere la preferita d’un bambino curioso, non mi abbandona. Genuina e vera nel mio tumulto.

Per ironia, una risposta però affiora.

Ma non poteva essere reale, così continua a tornare quella maledetta parola.

Perché?

Perché era successo tutto quello?

Perché non era stato capace di prevederlo?

Possibile che una cosa talmente distante da lui come l’amore, potesse avergli squarciato l’ego tanto da renderlo cieco?

Perché? Cosa le aveva mai privato?

Faceva male, dannatamente male. E il dolore più grande giungeva da quella risposta che continuava a rigettare.

Era colpa sua. Colpa sua.


C’è di nuovo del movimento intorno a me, ma inizio a sentire tutto in maniera più ovattata e non capisco il perché. C’è qualcuno che si muove, che armeggia con oggetti di metallo: sono fini e leggeri come pugnali di precisione, le mie orecchie ne riconoscono lo slittare affilato.

Qualcuno sta parlando. No, mormora. Le voci sono basse, ma non è questo il motivo per cui sono così lontane da me. C’è n’è più di uno.

_Capitano, dobbiamo farlo ora. _ chi è che parla? Cosa sta succedendo?


Fa male, dannatamente male.

Quella risposta si era annidata sotto la pelle e aveva iniziato a vivere di me, come un parassita. Si alimenta del mio assillo e striscia inesorabile verso il cuore. Lo sento. Mangia nervi, muscoli e ossa nel suo incedere e mi è privato anche l’unico modo che potrei avere per alleviare quell’avanzata. Vorrei gridare fino a prosciugarmi, fino a spezzarmi le corde vocali, ma non posso farlo da diverso tempo ormai.

Non posso fare altro che continuare a chiedere il perché al nulla.

Era colpa sua. Colpa sua.


_ Sì, ho fatto. Possiamo cominciare. _ quella freddezza… Torao?

Una presa alla nuca mi solleva il capo e quando mi libera, sono su una superficie diversa, più dura. Credo che mi abbiano tolto il guanciale e ora mi inclinano il mento esponendo la giugulare.

Pericolo! Slitta nel petto una sensazione di pericolo.

Sono un fantoccio nelle loro mani e il non riuscire a percepire Chopper mi agita, lo confesso. Non c’è? Perché non c’é?

Mi concentro, mi sforzo ma non lo trovo da nessuna parte. Torao non è un nemico e sì, sono sulla Sunny, eppure non riesco a sentirmi tranquillo. Lo ha chiamato Rufy, ma anche questo non basta a calmare la pulsione di paura che provo.


Non l’ho protetta. Non avevo rispettato il mio giuramento fatto in onore dei miei nakama. Pensare che mi ero perfino dimenticato di aggiungere quella piccola, nuova clausola. Qualcuno lo aveva fatto per me e ora me la stava schiantando in faccia.

Non si tratta di un confronto, lei non è qualcosa in più. Era… è qualcosa di speciale che nemmeno io ho mai compreso. Comprendere non è una cosa che ci si può aspettare da me e non la ho nemmeno mai contemplata come un urgenza cui adempiere.

Ho lasciato che gli eventi accadessero e il mio cuore era mutato silenzioso, senza dirmi nulla. Maledetto!

Che importanza poteva avere ora, però? Non contava più niente.


Una ferma pressione ai lati della mascella mi fa aprire la bocca e quasi ho l’impressione che i polmoni smettano di muoversi, come se quella novità destabilizzasse un equilibrio precario.

_ Iniziamo. _ la voce di Law tradisce una vena di tensione.

E mentre qualcuno sembra appoggiarsi sulla mia faccia, sento un sussurro. Un anelito strozzato che è sfuggito nel silenzio. Sento Chopper e finalmente lo trovo.

Poi tutto sparisce e rimane solo più il dolore. Qualcosa mi vien spinto in bocca, viola l’ingresso e sento che potrei vomitare l’anima. I muscoli del collo spasmano nel desiderio di assecondare quell’impulso alla sopravvivenza e mi sembra di annegare nell’immobilità cui sono costretto.

_ Merda! _ impreca Torao. Con un leggero sbuffo che mi solletica il naso, tira fuori qualunque cosa sia quella roba dalla mia gola e il sollievo è immediato quanto breve. Mi inclinano maggiormente la testa verso l’alto e lo rifanno. Rientrano e questa volta fa meno male, ma l’intrusione torna a far reagire i muscoli del collo nel tentativo di rigettare quell’affare, per sopravvivere.


Mi rendo conto che sto lentamente cambiando, giorno dopo giorno. Sono qui, in questo limbo inamovibile eppur cosciente. O meglio, consapevole.

Il tempo è diventato vacuo e non ho più saputo nulla. Non ho più sentito i miei nakama parlare di lei e sembrano concentrarsi solo su di me. Fanculo, perché?

Lasciatemi stare.

E adesso questo: mi sto allontanando. Ogni sensazione fisica è forte e presente, ma sento come se stessi cadendo in un sonno diverso dal solito. Non è più solo stanchezza. E’… abbandono?

Non voglio!


Mi brucia la gola. Ho la trachea occupata e qualunque cosa sia, invade la cartilagine con sofferenza e irruenza.

_ Ben fatto, Capitano! _ quello che dovrebbe essere un sottoposto di Law, credo mi stia restituendo la comodità del cuscino.

Ben fatto” per cosa? Per avermi fatto incazzare? Perché diavolo non è Chopper a occuparsi di me?

_ Fallo partire. _ risponde Law, la voce più ferma.

Sento un fischio che mi infastidisce i timpani e, seppur non faccia più male, quell’affare nella mia trachea è una presenza cui non riesco ad abituarmi. Qualcuno mi stringe un laccio intorno al bicipite e un ago fa forza per trovare una vena. Non passano troppi secondi prima che la stanchezza aumenti.

_ Law, perché lo sedi? Non può sentire niente. _ Chopper finalmente parla, ma si sbaglia. Io sento tutto, anche se non sono qui.


Lei ha bisogno di me, devo aiutarla. Eppure non controllo questa cosa.

Mi fido degli altri, davvero! Però inizio ad avere l’urgenza di essere lì, con loro. Per sapere, ma anche perché la colpa mi sta dilaniando.

Sarei dovuto essere di più per lei e perfino ora, ora che ha bisogno di me come non mai, io non sono in grado di starle accanto.

Se solo il petto non facesse così male, sono sicuro che potrei alzarmi e che il mio corpo ricomincerebbe a rispondermi.

Non riesco a muovermi.


Credo che Law e Chopper si stiano scambiando uno sguardo e vorrei vedere il loro dilaogo muto. Questo non sapere inizia ad infastidirmi. Cosa cazzo mi stanno facendo? E perché? Di cosa avevano parlato l’ultima volta? Non ricordo

_ Onestamente non lo so. Istinto, suppongo! _ risponde il chirurgo della morte.

È vero. Law non è un semplice medico. Law è un chirurgo. E i chirurghi si spingono ben oltre la medicina convenzionale.

Forse inizio a ricordare.

_ Stai sottoponendo il suo organismo a qualcosa di non necessario. È un ulteriore stress che non sappiamo cosa comporti! _ Chopper è allarmato e mi sembra che faccia dei passi verso di me.

Questa volta ti sbagli, dottore. Sbagli ancora. Credo che il mio “organismo” non riuscirebbe a sopportare quello che dovrà succedere se dovessi rimanere in questo stato di coscienza. No, forse sarebbe la mia mente a cedere. Il dolore non mi fa paura, non me ne ha mai fatta, ma sentire ogni minimo gesto durante l’operazione mi distruggerebbe di sicuro. Il bisturi che taglia, il dilatatore che spinge le carni… rabbrividisco.

_ Lasciami lavorare! Questa è la mia area di competenza! _ Torao alza appena la voce con risolutezza e il mio nakama smette di protestare.

Il mondo inizia a vorticarmi dentro.


Perché ho questi flash? Sono ricordi?

Due occhi nocciola mi guardano liquidi e vibranti. Mi stanno guardando dentro e mi sento scoperto, ma non ho l’istinto di fuggire. Anzi, mi avvicino.

Il mio cuore batte regolare e non tradisce alcuna emozione se non pace e sicurezza.

I raggi d’un sole morente mi intiepidiscono il profilo del volto.

C’è un salto temporale e ora è tra le mie braccia. La stringo e lei ha la fronte incassata nella mia spalla, si appoggia alla mia clavicola nuda e la pelle guizza al contatto.

C’è un profumo nell’aria che mi riempie. È buono, semplicemente buono. Forse mi appartiene così tanto che non vorrei mai privarmene.

Di nuovo l’immagine scompare di colpo e se ne sostituisce un’altra. Umido e calore sulle labbra.

Delle dita sottili si appoggiano alla mia mandibola e seguono il movimento che faccio nel baciarla. La bocca si apre e si chiude morbida, come volesse divorare quel momento.

La mia mano si muove e raggiunge la sua, si intrecciano.


_ Dottore, perché non vai a riposarti? Hai passato diciassette giorni pesanti. Qua ci pensiamo noi ora. _ dice ancora Law e sento il sospiro stanco di Chopper.

Sembra indugiare, così Torao insiste e lo rassicura: _ Vengo a cercarti appena finiamo. Va’ . _

Non riesco a distinguere con precisione quello che accade, la mia percezione è sporcata da questa sorta di vertigine che aumenta inesorabile e mi porta via. Mi sta portando via.


La stringo per un fianco e le cingo la vita mentre lei si lascia guidare dalla mia stretta.

Spingo la lingua a chiedere il suo accesso e lei si apre accogliendomi calda. Potrei morirci dentro, lo farei con la gioia nel petto e lei lo sa.

Ora il mio battito aumenta e va a ritmo con il suo.

Siamo liberi di esserci l’un per l’altra.

Presenti a noi stessi e sciolti dei nostri fardelli.

Ogni cosa è al suo posto.


Si fa tutto più oscuro.


Cos’era? Non ho un ricordo del genere, sul ponte della Sunny, di fronte al mondo. Non è mai capitato e so che lei non avrebbe mai permesso che capitasse.

Che sia… un… è un rimpianto?


I miei sensi mi stanno abbandonando.

In un ultimo slancio di resistenza sento ancora una voce, le parole forzate di Chopper.

_ Va bene, vado da Nami. _

Un sussulto…

E vado anche io.


È colpa mia. Colpa mia.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: arcadialife