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Autore: LorasWeasley    09/03/2021    2 recensioni
Tre incontri diversi con i genitori del proprio partner per tre coppie differenti:
-Sakuatsu
-Semishira
-Kuroken
Genere: Comico, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kenjiro Shirabu, Kiyoomi Sakusa, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Kuroken

Kenma stava letteralmente facendo le fusa mentre erano stesi sul letto nudi, i suoi rumori soddisfatti erano dovuti alle dita del suo ragazzo che continuava a fargli i grattini sulla schiena.
-Perché ti sei fermato?- si lamentò poi quando i movimenti vennero interrotti.
-Penso che siano tornati i tuoi genitori, ho sentito la macchina.
Il biondo se ne lamentò verbalmente, ma si alzò comunque alla ricerca dei suoi vestiti.
Kuro seguì il suo esempio indossando dei semplici pantaloncini larghi, si trovavano in piena estate ed era uscito di casa per raggiungere il vicino direttamente senza maglietta.
Due minuti dopo Kenma era nuovamente sdraiato sul proprio materasso a giocare con il suo telefono e Kuro era tranquillamente sistemato a terra con la schiena poggiata al letto e un fumetto in mano: nessuno avrebbe di certo potuto pensare che avevano fatto sesso due volte solo poco prima.
-Siamo a casa- annunciò la madre del più piccolo entrando in camera –Fra un po' mi metto a preparare la cena, Tetsuro resti con noi?
Il corvino annuì ringraziando e la donna andò via richiudendo la porta alle sue spalle.
-Sai- disse il biondo dopo qualche secondo di un silenzio calmo –Forse dovremmo dirglielo.
-Cosa?- domandò Kuro confuso e con gli occhi ancora fissi sul fumetto tra le sue gambe.
-Che stiamo insieme. Sia ai miei genitori che a tuo padre.
Solo a quel punto il corvino si voltò nella sua direzione –Vuoi farlo?- allungò una mano verso il suo volto per delle leggere carezze sulle guance –E se poi non ci lasciano più soli a casa per paura che possa rubare la tua innocenza?
Kenma sbuffò una risata mentre si strusciava contro la mano sul suo viso –Non credo che lo faranno. I miei ti amano più di me.
Kuro rise a sua volta, poi sussurrò –Se vuoi farlo a me va benissimo, sai che voglio sempre urlare al mondo che sei solo mio.
Le guance del finto biondo si colorarono di rosa –Dovremmo capire come fare… dovremmo dirglielo insieme o una delle nostre famiglie si offenderà, sai come sono fatti.
Kuro sembrò pensarci su qualche secondo prima di dire –Magari possiamo organizzare una cena sabato in un posto neutro come un ristorante, diremo semplicemente che gli dobbiamo presentare il nostro partner e nel momento in cui si vedranno capiranno nello stesso momento.
Kenma lo scrutò –In effetti sembra una buona idea, strano che sia stato tu a dirla.
Kuro gli lanciò un’occhiataccia e, dopo che Kenma gli uscì un piccolo accenno di lingua, il corvino iniziò a fargli il solletico.
 
-Oi, pà!- chiamò Kuro il giorno successivo quella discussione. Tetsuro aveva preparato il pranzo e aveva lasciato a suo padre, Ryoko Kuro, appena tornato da lavoro il tempo di lavarsi le mani e mettersi a tavola prima di decidere di dirglielo.
-Ti servono soldi?- domandò lui già immaginando dove quella conversazione li avrebbe potuti portare.
-No- si indispettì il corvino iniziando a mangiare.
Suo padre rise mangiando a sua volta –Dai dimmi, ti stavo prendendo in giro.
-Sabato sera andiamo a cena fuori. Mi sono fidanzato e vorrei presentartelo.
Il padre si bloccò, lo fissò per qualche secondo probabilmente cercando di capire se stesse scherzando o meno, per poi chiedere per sicurezza –Vuoi presentarmelo?
-Sì- adesso Tetsuro era sospettoso e sulla difensiva –c’è qualche problema?
-No- rispose dopo qualche secondo di troppo l’uomo –Se questa persona ti fa sentire bene…
-Sono innamorato di lui!
Ryoko sembrò combattere contro qualcosa dentro di sé, infine però sospirò e gli disse che andava bene.
Il resto del pranzo fu particolarmente silenzioso e finito quello Kuro corse in camera pronto a chiamare il suo ragazzo dopo essersi chiuso la porta alle spalle.
-Ehy- rispose la voce non troppo convinta di Kenma –Com’è andata?
Kuro sbuffò sdraiandosi sul letto dopo aver acceso il condizionatore –Non esattamente come mi aspettavo. Mio padre si è comportato in modo super strano e non capisco neanche perché!
-Anche i miei… Loro hanno iniziato a essere nervosi per poi chiedermi se ci avevo pensato bene, se mi ero guardato abbastanza intorno prima di fidanzarmi e un sacco di altre cose imbarazzanti. Alla fine hanno accettato a venire solo perché vogliono vedere come mi tratti e se sei alla mia altezza, o qualcosa del genere.
Tetsuro fece un verso disperato –Non avrei mai pensato che avrebbero fatto tutti questi problemi! Perché diavolo si sono comportati così? Tu… Non pensi che i tuoi siano omofobi, vero?
-No- rispose all’istante Kenma –Non ho specificato il tuo sesso, quindi non potevano subito saperlo. In ogni caso so che non hanno di questi problemi.
Kuro sospirò di nuovo –Bè, almeno una cosa in meno della quale preoccuparci.
Passarono diversi secondi di totale silenzio prima che Kenma sussurrasse –Tu… Non ci stai ripensando, vero?
-Alla cena? Bè, sarà sicuro più imbarazzante di quello che pensavamo ma è comunque una cosa che prima o poi…
-No- lo interruppe il biondo –Dicevo alla nostra relazione.
-Stai scherzando!?- esplose Tetsuro mettendosi seduto e corrugando la fronte per l’assurdità di quella frase –Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare. Mai.
Conosceva talmente bene il suo gattino da sapere che quel silenzio prolungato era solo dovuto al fatto che l’altro fosse imbarazzato e non sapesse mai come rispondere. Kuro avrebbe voluto tanto vedere le sue guance rosse.
-Allora sarà quello che faremo capire sabato a tutti e tre.
Kuro rise sapendo che il suo ragazzo aveva totalmente ragione: avrebbero potuto dire quello che volevano, ma loro non si sarebbero di certo lasciati.
 
Infine arrivò la sera in questione e il ristorante dove avevano prenotato si trovava in una strada trafficata e piena di locali che a quell’ora stavano iniziando a riempirsi.
Fu per questo che Ryoko disse al figlio di scendere e aspettarlo davanti al locale mentre lui cercava parcheggio.
Tetsuro aveva fatto come gli era stato detto e più si avvicinava alla sua meta e più si rendeva conto che suo padre non era stato l’unico ad aver avuto quell’idea perché sia Kenma che sua madre si trovavano lì davanti.
Fu proprio la donna la prima ad accorgersi di lui, lo fissò sorpresa e poi disse –Tetsuro! Che ci fai qui?
Kenma si girò nella sua direzione e le sue guance si fecero rosse, anche il corvino si perse ad ammirare quanto fosse bello il suo ragazzo.
-Mamma- chiamò infine il più piccolo quando si riprese –è lui… è Tetsuro il mio ragazzo.
La donna fissò scioccata entrambi i ragazzi, posando lo sguardo alternativamente da uno all’altro. Poi corrugò la fronte incazzata e diede una sberla sul braccio al figlio –Tu ci hai fatto preoccupare per giorni! Perché non hai detto subito che era lui?
-Ahi!- si lamentò il ragazzino massaggiandosi la parte lesa, poi domandò scorbutico –Perché? Sarebbe stato diverso?
-Ovvio che sì! Io e tuo padre abbiamo visto la vostra relazione crescere insieme a voi due, Tetsuro è come un figlio per me! Quando ci hai detto che amavi un’altra persona siamo rimasti sconvolti e non eravamo convinti della cosa perché eravamo certi che nessuno ti avrebbe mai amato come fa lui!
A quel punto entrambi i ragazzi erano talmente rossi d’imbarazzo da irradiare calore.
-Lei mi… vede come se fossi suo figlio?- Kuro domandò in un sussurro.
Si rese conto troppo tardi che i suoi occhi si erano fatti lucidi, ma non riusciva a farci nulla. Era stata troppo importante per lui quella frase, soprattutto perché non aveva mai avuto una mamma.
Il volto della donna si addolcì –Oh tesoro… Fin dal momento che Kenma mi ha detto che eri il suo migliore amico lo sei diventato.
A interrompere il momento fu la voce di suo padre che disse –Ehy Tetsu, guarda chi ho incontrato! Che strana coincidenza!
Girandosi verso la nuova voce videro i due capofamiglia avvicinarsi insieme, Kuro sorrise e commentò –Non è proprio una coincidenza, siamo qui per cenare con loro.
I due uomini arrivarono alla stessa conclusione nello stesso momento e il signor Kozume si precipitò da lui per dargli una forte pacca sulla spalla e commentare –Non avrei accettato nessun’altro tranne te!- confermando quello che aveva detto la moglie poco prima.
Kenma aveva aperto bocca, probabilmente per rimproverare la sua famiglia e dirgli di essere meno imbarazzanti, ma le sue parole gli morirono in gola quando venne letteralmente travolto dal padre di Tetsuro che lo strinse in un abbraccio da togliere il fiato mentre affermava –Grazie a dio sei tu!
Kuro si rese conto che suo padre si era comportato in quel modo quando gli aveva parlato della cena perché aveva pensato la stessa cosa dei genitori di Kenma.
I due ragazzi incrociarono lo sguardo e un sorriso spontaneo nacque sul loro volto: si amavano e i loro genitori non solo li accettavano, ma sembravano più felici di loro. Era tutto perfetto e niente avrebbe potuto rovinare quella serata, neanche il bambino che vomitò sulle scarpe di Kuro a metà della cena.



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n.a.
Ehilà! Eccoci alla fine di questa breve raccolta! Spero abbiate apprezzato tutte e tre le storie, totalmente diverse tra di loro ma con il filone comune dell’incontro con i genitori.
Vorrei specificare per questa storia che Kuro non ha una mamma perché anche nel manga è così, nonostante non venga mai detto apertamente. Ma quando si trasferisce a otto anni nella casa accanto a Kenma è il padre che va a fare le presentazioni e viene proprio detto che Kuro vive con i nonni e il padre. La madre non viene mai citata o vista, quindi Kuro non ha una mamma nei miei headcanon (che sia morta o li abbia abbandonati è una vostra scelta, perché comunque non era importante per la storia).
Spero che continuerete a seguirmi in tutte le altre storie di questo fandom che sto continuando a pubblicare!
Alla prossima e grazie per essere arrivati fin qui!
Deh
  
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