L'apice
del piacere mi devasta i sensi, mi contrae le viscere e poi
s'estingue, fulmineo, lasciandomi disteso sul letto con il respiro
spezzato e la fronte sudata.
Tu sei subito accanto a me; affondi
il viso nell'incavo del mio collo e rimaniamo abbracciati per un
lasso di tempo interminabile, mentre le prime luci dell'alba invadono
la stanza e il mio corpo continua a fremere, assuefatto dalle tue
vibrazioni.
“Tra
poco devo
andare, Albus.”
Sollevo di scatto la testa; le tue parole sono
gocce di veleno che corrodono l'idillio.
“Non
puoi proprio rimanere?”
“Vorrei.
Ma se non torno subito mia zia si accorgerà che ho passato
la notte
fuori.”
Chino il viso sul tuo, ti mordo delicatamente un labbro
e affondo le mani tra i tuoi riccioli biondi.
“Promettimi
che tornerai.”
“Certo
che
tornerò. Come ogni sera.”
“Intendo
molto più di questo, Gellert. Promettimi che presto andremo
via da
questo villaggio, che i nostri sogni non finiranno in fumo.
Promettimi...” La mia voce si spezza, tradendo il mio bisogno
di
te, mettendo a nudo la vulnerabilità che ho sempre celato
agli occhi
del mondo. “Promettimi che non mi lascerai solo.”
Tu inarchi
le sopracciglia e ti lasci andare a una risata bonaria.
“Oh,
Al, di cosa hai paura? Credi che ti lascerei andare tanto
facilmente?”
Allunghi una mano per accarezzarmi il viso, i tuoi
occhi azzurri incatenano i miei.
“Ho
compreso fin troppo bene quanto sia importante per te lasciare questo
posto. L'ho compreso perché io e te siamo uguali, sogniamo e
vogliamo le stesse cose.” La tua voce scorre come una carezza
bruciante sulla pelle, il tuo respiro mescolato al mio mi riveste la
schiena di brividi. “Fin dalla prima volta che ti ho visto ho
capito che le nostre anime erano sempre state destinate a ritrovarsi,
a riconoscersi. Noi
siamo destinati a essere un capolavoro, amore mio. Non pensare
neanche per un attimo che potrei abbandonarti.”
Sorrido e ti
stringo in un ultimo abbraccio – prima di incontrarti non
avevo mai
immaginato che la carne di un altro essere umano potesse ardere
così
tanto a contatto con la mia – per poi lasciarti andare e
osservarti
mentre ti alzi e ti rivesti.
Il bacio che mi poggi sulla fronte è
una tacita promessa del tuo ritorno. Eppure, il suono della porta che
si richiude alle tue spalle ha il sapore dell'abbandono; nel silenzio
del mattino, gli incubi di solitudine che mi tormentano ogni notte
tornano ad affondare le loro fauci e il mio animo grida il terrore
che, un giorno, mi risveglierò senza trovarti al mio fianco.
Cala la sera e tu sei di nuovo nel mio letto – il mio cuore crede ogni giorno di più alle tue promesse.
Ariana giace immobile al suolo – mi volto per cercare nei tuoi occhi un rifugio dagli artigli del dolore, ma tu non ci sei.
Gli anni scorrono e le notti si susseguono – il fantasma dei tuoi baci continua ad aleggiare sulla mia pelle come un fuoco mai estinto.