Qualche anno fa mi era presa la paura
del fatto d'esser troppo fortunata
sapevo che la sfiga è spietata
e avrebbe colpito infine su più fronti.
Infatti eccomi ora dal fato calpestata:
senza lavoro, povera, in attesa
e mia madre si scopre da poco malata
di un male da combattere all'istante.
Percepisco sempre forte la presenza
della morte attorno a tutti, me compresa.
Vorrei poter assentare la mia coscienza
in qualcosa che mi liberi i pensieri,
ma poi ragiono: sarebbe un cedimento;
una resa; un tradimento a quel che sono,
alla forza che da sempre uso in tutto,
al sapere sostenere l'ingente peso
dei problemi che mi gravano le spalle
e meno male che sono larghe e ben fasciate
da una muscolatura spessa e assai possente.
Mi consolo che se tutto andasse male
essendo nata per orgoglio coraggiosa
nessuno potrebbe dir: “Buona da niente”.
Vedremo, passato tutto, che cosa resta.
Speriamo d'esser scoglio nella tempesta
e che ci voglia molto altro a sgretolarmi,
così se splenderà ad agosto il sole
potrò con la nonna di mio figlio godere.