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Autore: Dira_    27/08/2009    14 recensioni
La guerra è ormai finita, Harry è un auror e sta per avere il suo secondo bambino.
Degli strani sogni e la misteriosa comparsa di un neonato decisamente particolare turbano la sua pace, tornando a scuotere la famiglia Potter sedici anni dopo, quando Tom, il bambino-che-è-stato-salvato, scoprirà che Hogwarts non solo nasconde misteri, venduti come leggende, ma anche il suo oscuro passato...
La nuova generazione dovrà affrontare misteri, intrighi, nuove amicizie e infine, l'amore.
“Essere amati ci protegge. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.”
Può davvero l’amore cambiare le carte che il destino ha messo in tavola?
[Next Generation]
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgaenger's Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Coraggio, non mordo se recensite! Mi fa piacere vedere tutte queste visite, ma le recensioni? Su, su. Fate felici una piccola scrittrice. E poi sono in lutto perchè il trailer figo della fic che volevo farvi vedere su youtube non sono riuscito a caricarlo. (Qualcuno sa come evitare errori nel caricamento da progetto a filmato di Windows Movie Maker?)
@Jakie Black: Ciao Jakie! Hai ricevuto la mia mail di risposta? Spero, perché gmail fa dei begli scherzetti in proposito. Allora, prima di tutto grazie. Speravo che la scelta del nuovo faccino di Al vi piacesse. L’ho visto ed ho pensato fosse perfetto. :P E sì, mi diverto molto nelle scene corali, con tutti. E di questo devo ringraziare tutti i telefilm che mi hanno cresciuta. È grazie a loro che riesco a scrivere senza incasinarmi! XD Tom sta cominciando a accorgersi, e in questo capitolo chissà… Il rapporto tra Tom e il padrino (ti ricorda niente? XD) sarà molto importante ai fini della trama. Vedrai. Grazie per la puntualità delle tue recensioni. Le aspetto sempre con vero piacere! ;)
@Sammy Malfoy: Sappi che sei diventata la mia nuova eroina. Due recensioni in due posti diversi! Ti adoro. (Sì, sono malata di recensioni come una tossica, sigh. T_T)
 
 
 
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Capitolo VI
“A forest.”
 
 

 
 
 
 
 
Go on go on/ Just walk away
Go on go on/ Your choice is made
(In Between Days, The Cure)
 
 
La mattina era soleggiata e calda, mentre Al e gli amici si dirigevano verso il limitare della Foresta Proibita. Il punto di ritrovo sarebbe stato davanti alla capanna del guardiacaccia, carica ora ricoperta da un robusto ragazzo gallese di venticinque anni, Redmayne. Hagrid invece, professore ormai da quasi trent’anni, aveva spostato la sua residenza, una capanna identica a quella che aveva lasciato, a pochi metri dal fitto della boscaglia.  
Albus si era tolto il mantello e maglioncino, restando in maniche di camicia: ancora il clima lo permetteva, e del resto non gli piaceva soffrire il caldo.

Thomas, invece, era vestito di tutto punto, anche se non aveva allacciato gli alamari d’argento del mantello.
“Non ti fa caldo?” gli chiese perplesso. Anche Rose teneva sottobraccio il suo.
Tom scosse la testa. “Non ho mai caldo. Come non ho mai particolarmente freddo.”
Al fece spallucce, lanciando un’occhiata verso il gruppetto di Serpeverde e Grifondoro già riunito davanti al campo di zucche. Tendenzialmente ogni Casa faceva gruppetto a sé, ma Malfoy al momento stava chiacchierando con Zabini. Sapeva che le loro famiglie si conoscevano da anni, e Michel non era tipo da guardare troppo il colore di una cravatta.

Di un uniforme di Quidditch sì, ma una spilla rosso-oro non gli causava nessuno scompenso.
Ad Al piaceva anche per questo.
Vide Rose rallentare, e quasi nasconderglisi dietro. La guardò perplesso.
“Rosie?”
“Eh?” si riscosse, con notevole faccia tosta. “Dimmi.”
“Perché ti sei nascosta?”
“Non mi sono nascosta.” Puntualizzò seccata. Vide anche Malfoy guardare verso la cugina e sorriderle tutto denti.

“… Come va con Malfoy? Siete riusciti a raggiungere una… tregua?” soppesò le parole, volutamente. La ragazza scosse la testa.
“Com’è possibile raggiungerla con lui. Non ci sbraniamo, ecco tutto.” Borbottò, stringendosi nelle spalle. “E’ meno odioso da solo che in compagnia, comunque.”
“Beh, la sua compagnia solitamente sono solo ragazze. E neanche tanto simpatiche.” Ribatté Albus. “Sul serio, non capisco come riesca a sopportare di sentirle ciarlare per ore.” Si arruffò i capelli. “A me verrebbe un gran malditesta.”

“Sarà abituato a sentire teste vuote chiacchierare.” Rose si avvicinò verso Scorpius, gratificandolo di un sorriso freddo ma educato, prima di sorpassarlo e unirsi alle compagne di dormitorio.
Albus guardò Scorpius. Scorpius guardò Albus.
“Ehilà.” Propose il biondo. Albus sorrise.
“Ehilà.”

Sapevano entrambi cosa sarebbe accaduto.
In poche cose Albus Severus era sicuro di sé. Ed una di queste era cercare.
“Anche quest’anno caccia al tesoro. Pronto ad essere stracciato Potter? Lo stavo giusto facendo notare a compare Zabini qui.”
“Fagli mangiare la polvere, Al.” sorrise soavemente Michel, dando una pacca sulla spalla a Scorpius.

“Ci proverò, Capitaine…” ridacchiò, usando il nomignolo francofono che i membri della squadra avevano affibbiato a Michel.  
“Ci devi riuscire. Sei un Serpeverde.”
“Può tentare, è un Serpeverde.” Motteggiò Scorpius. Michel gli lanciò un’occhiataccia. Gli bruciavano le vittorie Grifondoro alla Coppa delle Case, era evidente.

A chi non brucerebbero? Jamie poi si pavoneggia come un’idiota per mesi.
Da spaccargli la faccia, veramente.
“Quest’anno vi lasceremo col culo a terra, Sy.” Replicò Zabini, serio.
“Ci potete provare, come ho già detto, Mike.” Sogghignò l’altro. Al sospirò divertito.
Non c’era livore trai due, si percepiva. Solo sana rivalità agonistica. Una specie di miracolo, nell’esperienza millenaria di Hogwarts.

Ma non è tanto male. Se non si scannano due capitani di Quidditch non lo fanno neanche le squadre. E se non lo fanno le squadre, le Case sono molto meno competitive.
Comunque ciò non toglieva che anche Albus avrebbe voluto vedere Grifondoro culo a terra.
“Chi è quest’anno il vostro cercatore?” chiese a Scorpius.  
“Quest’anno facciamo le selezioni.” Spiegò “Smith si è diplomato l’anno scorso.”
“Era in gamba.” Annuì Albus: l’anno prima aveva passato tutte le partite che avevano avuto contro i Serpeverde a contendersi il boccino con lui. Ed era una dannata scheggia.

Scorpius annuì. “Dannatamente. Ci sono dei candidati niente male comunque. Vedremo.” Sorrise. “Non cantate vittoria troppo presto però. La squadra rimane la stessa. Squadra vincente, come si dice…”
“Sì, sì… vieni Al, non fraternizzare troppo con il biondo nemico.” Michel gli passò un braccio attorno alle spalle e lo portò via, tra gli sghignazzi di Scorpius.

“Ride sempre Malfoy… non è mai di cattivo umore?” chiese quando raggiunse Tom e Loki, seduti sullo steccato al limitare della capanna.
“Gente allegra ciel l’aiuta.” Esclamò Loki, lanciando in aria uno zellino e riprendendolo al volo.
“Scorpius non è poi tanto allegro.” Ribatté Michel. “Voglio dire, è molto bravo ad atteggiarsi. Comprensibile. È un Malfoy. Ed è pure Grifondoro. Mix micidiale.”
“Che vuoi dire?”
Michel esitò, poi scrollò le spalle. La riservatezza tipica del suo cognome gli impediva di parlare apertamente di uno dei suoi amici d’infanzia. Certo, Al Potter era un tipo affidabile e Tom un menefreghista. Il problema era Loki, naturalmente.
“La sua famiglia ha avuto problemi, dopo la guerra. Non avevano una buona reputazione, tutto qui. Adesso è diverso, il signor Malfoy lavora al Ministero. Ed hanno tutti una buona opinione di lui.”
“Ah, sì. Papà mi ha detto che lo incontra spesso.”
Credo ci fossero delle frizioni tra di loro, quando aveva la nostra età. Non me ne ha mai voluto parlare però. Sorride e mi dice che per fortuna le cose sono cambiate, ed è cambiato anche il signor Malfoy… mah. 

Loki frugò nelle tasche e si ficcò in bocca una gelatina tuttigusti+1. Al lo guardò ammirato, aspettando il verdetto.
“Menta piperita.” Decretò l’altro soddisfatto.
“Come fai ad azzeccare sempre quelle buone?” A lui uscivano sempre gusti raccapriccianti come tabasco, cerume, cemento.
“Calcolo delle probabilità.” Sorrise con bonomia Nott. Poi riprese il filo del discorso. “Ho saputo che hanno guadagnato parecchi punti quando il padre di Malfoy ha sposato l’ultimogenita dei Greengrass.”
Michel lo guardò di traverso. “Messa così lo fai sembrare un matrimonio di convenienza.”
“Perché, non lo è stato?”
“Non lo so, e comunque non credo che abbiamo elementi per giudicare i genitori di Scorpius.” Loki alzò gli occhi al cielo.

“Come vuoi, Prefetto-Perfetto. Stavo solo facendo un po’ di pettegolezzi.”
“E sai che sono sempre il primo a darti manforte. Ma questi sono noiosi… preferirei parlare delle ultime conquiste di Elias Dodge piuttosto. Sai che ha di nuovo tradito la sua ragazza?”
Mentre gli altri due spettegolavano, da brave comari, Albus guardò verso Scorpius.

Nel farlo incrociò lo sguardo di Rose, al lato opposto della staccionata.
Con sorpresa si accorse che stavano fissando la stessa persona.
...uhm.

Hagrid uscì in quel momento dalla foresta, gigantesco e dalla barba incolta, ormai grigia. Li abbracciò con un unico sguardo, sorridente. Al ne approfittò per avvicinarsi alla cugina, empatico. Rose era impallidita.
Ha proprio paura … okay. Supporto psicologico.
“Quando sorride così mi fa sempre venire i brividi.” Borbottò infatti Rose. “Godric, spero proprio che non abbia messo in lista le acromantule.”
“Non l’avrà fatto.” Cercò di assumere un’aria convinta. Purtroppo Hagrid sembrava troppo eccitato dall’imminente caccia.
“Buongiorno ragazzi!” esordì. “Anche quest’anno si partirà con la Caccia alla Creatura! Quest’anno, uhm… ho escogitato un bel po’ di trucchetti per divertirvi un po’ di più.”
“Meraviglioso.” Commentò atona Rose. “Acromantule.”

“Prima di tutto, ecco, ci sarà più spazio… ho ingrandito il terreno di cerca, e messo un paio di animaletti in più.” Fece un largo sorriso a cui ben pochi risposero.
“Oddio, ha messo un drago.” sussurrò Rose terrificata. Al represse la risata dietro una mano.

“Ma bando alle ciance. Adesso vi darò un pezzo di pergamena e una piuma per annotarvi gli animaletti che vedrete. Ricordatevi, avete due ore di tempo, poi, quando vedrete delle scintille bianche in cielo, sarà finita la prova. Alla coppia che troverà più creature verranno assegnati venti punti.” Terminò nella sua solita parlata sconclusionata.
Albus sorrise, cercando Tom con lo sguardo. L’altro annuì, semplicemente.

Ovvio, anche quest’anno la vittoria sarà nostra. 
Forse solo Scorpius poteva essere al loro livello, ma era sempre stato penalizzato dal compagno. Michel e Loki invece non si sforzavano neanche di partecipare. Rose era potenzialmente pericolosa, ma era un aracnofobica in un bosco pieno di ragni.
Fuori combattimento.
“Anche quest’anno lavorerete in coppia. Ma per evitare la baruffa dell’anno scorso, le coppie ‘sto anno le sorteggiamo.” Borbottò. L’anno prima due ragazze, una di Grifondoro e l’altra di Serpeverde, si erano rotolate nel campo di zucche dopo un’accesa discussione su chi sarebbe stata la compagna di Scorpius.
Hagrid prese un grosso cappello, probabilmente suo, e fece scrivere ai ragazzi il proprio nome sul pezzo della propria pergamena, che strapparono e buttarono nel cappello.
Albus fece una smorfia. “Dannazione. Non voglio finire con Lo. Non si impegna affatto!”
“E tu ti scaldi troppo.” Replicò l’altro senza fare una piega.
Thomas non commentò, ma lanciò un’occhiataccia a Hagrid: il sistema non gli piaceva. Dover dividere due ore del suo tempo, in una foresta, con un grifondoro o simili, non lo entusiasmava.

E poi voleva vincere.
Hagrid cominciò ad enunciare le coppie, che come da copione si rivelarono astruse e malassortite nella maggior parte dei casi. Albus, invece, con suo grande stupore si ritrovò in coppia con Thomas. Si diedero il cinque, soddisfatti.  
Rose si trovò in coppia con…
“Siamo assieme, di nuovo, Rosey-Posey!” esclamò garrulo Scorpius.
Merda. – pensò perdendo espressività. Sentì l’ostilità delle altre ragazze investirla come un’ondata.
“Acromantule e Malfoy. Delizioso. Che qualcuno mi ammazzi adesso.” Sibilò disgustata, mentre il sorteggio veniva concluso e l’ultima coppia estratta.

Scorpius sorrise, facendo spallucce. “Andiamo. Non sono il diavolo.”
“Infatti. Non sei così interessante.” Si ficcò con un movimento rabbioso la penna e la pergamena nella tasca della gonna e si allontanò.

“E’ sempre così amabile tua cugina, Potter?” apostrofò il Grifondoro. Sembrava raggiante.
Tipo strano. Rosie lo tratta malissimo e lui sembra divertirsi come un matto.
Sarà mica masochista?
Al fece spallucce.
“Sei tu che non le piaci, Malfoy.”
“Non dovrei prenderla sul personale?”
Scosse la testa, facendo un sorrisetto. “Dovresti proprio prenderla sul personale invece.”
Per come ti guardava prima, davvero.

 
 
 
****
 
“Povera Rosie. La fortuna non è proprio dalla sua parte!” esclamò Al agitando un ramo secco che usava come una spada improvvisata per fendere l’aria. Adorava la Foresta Proibita.
Certo, era proibito, e spaventoso di notte, e ricco di creature perlopiù poco amichevoli. Però aveva un’atmosfera… magica.
Sorrise alla banalità della sua osservazione, mentre dietro di lui Tom, pergamena alla mano si guardava attorno. Due diversi tipi di approccio alla materia.
Tom era professionale, attento, concentrato.
Lui si guardava attorno, si godeva i profumi della foresta, i giochi di luce trai rami e… scovava le creature con un colpo d’occhio. Ottima vista, a differenza del padre.
“Più che altro direi che si tratti di caso. Non fortuna. La fortuna non esiste.” Osservò atono l’amico, chinandosi a controllare una tana di volte in cerca di snasi. Erano i più innocui ma anche i più difficili da trovare.

Al sorrise, scuotendo la testa, vedendo con la coda dell’occhio una coppia di Grifondoro che stava seguendo un sentiero battuto. Lì non avrebbero trovato proprio niente, sogghignò sotto i baffi. Si capiva da sé: per cercare le creature magiche bisognava avviarsi per sentieri non battuti.
Le estati alla tana fanno forse di me un mezzo campagnolo. Ma di sicuro so come ci comporta in un bosco. Ah-ah.
“Caso, fortuna. Come ti pare. Resta il fatto che Rosie non lo tollera, Malfoy.”
“Solo perché probabilmente è affascinata da lui.”
“Aw, per favore!”
Tom alzò lo sguardo, seccato dalle continue interruzioni. “Chi disprezza compra. Vecchio adagio. E comunque sia, mi risulta che Malfoy sia genericamente ben voluto dalle ragazze.”
“Che paroloni! Piace perché è figo. Un po’ come Jamie, ma Jamie è un cretino. Malfoy è …beh, un po’ più serio.” Ci rifletté, scagliando il ramo lontano. “Un po’, almeno.”

Tom smosse la terra con una scarpa e uno snaso scappò fuori, fuggendo veloce verso il primo buco, tana di talpa o di volpe disponibile. “Snaso.” Disse soddisfatto, appuntandolo sulla lista.
“Siamo vicini al Lago Nero?”
“Stiamo costeggiando il limitare della foresta, sì, perché?”
Al sospirò indicando con un cenno della testa Loki e Michel, che, chiacchierando stavano prendendo l’uscita. Gli si erano parati davanti non appena avevano svoltato una fila di alberi e arbusti particolarmente fitta.

“E’ incredibile come poco considerino Hagrid. Non è giusto. È un professore anche lui.”
“Direi che più che Hagrid, non considerino la materia.” Replicò Tom. “Non gliene frega assolutamente nulla, ed è normale. Non vedo nessuno dei due nei panni di un guardiacaccia.”

“Sì, però…” si fermò, vedendo che Michel sembrava infastidito da qualcosa che Loki gli stava dicendo. Un caso più unico che raro. Si avvicinò per sentire, prima che Tom potesse impedirglielo. Si premurò che non lo vedessero, nascondendosi dietro una grossa radice. Tom dopo un attimo di stizzita esitazione lo imitò.
“Ti dico che dovresti dirglielo.” Esordì Loki. Ma sembrava un discorso già iniziato da parecchi minuti.
“E perché dovrei? Lo metterei in imbarazzo, e comunque non credo la prenderebbe bene.”
“Lo conosciamo dal primo anno. È nostro amico. Qui non si tratta di scherzi. È un Serpeverde, come noi, ed è un amico. E tu ti stai scopando…”
“Finiscila. Qui anche gli alberi hanno orecchie.” Sibilò Michel con aria infastidita. “Non glielo dirò. E smettila di fare l’ipocrita. Perché non glielo dici tu?”
Loki fece una smorfia. “Perché non sono un delatore. Un pettegolo, sicuramente. Ma non sputtano gli amici.”
Michel sorrise. “In fondo ti dipingi peggio di quello che sei, Loki Nott.”

Loki però non sorrise, lanciando in aria il suo zellino. “Dovrai dirglielo prima o poi. Se non lo fa quel vigliacco di Grifondoro, lo dovrai fare tu. Perché lo scoprirà. È impossibile che non lo scopra, Michel. Viviamo in un castello sperso nelle Highlands, senza nessun contatto esterno.”
“Ci penserò a tempo debito.”
“Se lo scoprirà da solo non ti perdonerà mai. Lo conosci. È troppo onesto.”
Michel sospirò, e per la prima volta sia Thomas che Al lo videro preoccupato per qualcosa. Solitamente viveva in un limbo di languida atarassia.

“Per come si sono messe le cose non lo scoprirà mai. E poi non credo sarà una cosa duratura. Del resto è solo sesso.”
Loki si strinse nelle spalle, dandogli una pacca sul braccio, simpatetico.

“Lo spero per te, Mikey. Dai, andiamo al Lago Nero. Ho dato un appuntamento a due Tassorosso con due tette come pluffe.”
Michel sogghignò soave. “Icastico.”
“Come sempre, Signor Zabini. Solo il meglio, per noi. Andiamo.”
Si allontanarono finché non sparirono dietro un grosso masso dall’aria millenaria.

Al si tirò su, spazzolandosi i pantaloni dell’uniforme, perplesso.
“Di chi pensi stessero parlando?”
“Non ne ho la minima idea.” Fece spallucce. “Dai, continuiamo. Abbiamo già perso troppo tempo.”
“Ma…”
“Vuoi vincere?” lo guardò irritato. “O vuoi perdere tempo?”
Al si morse un labbro, rientrando nei ranghi. Sicuro che voleva vincere.

Era una dannata bella sensazione.
“Certo.”
Si incamminarono in silenzio. Per una ventina di minuti si udì solo i rumori della foresta e quelli dei loro passi. Segnarono molte creature, persino un berretto rosso della Cornovaglia, da cui si tennero ben lontani.

Tom alla fine emise un lungo sospiro rassegnato.
“Potrebbe trattarsi di un compagno di Casa…”
“Vero?” esclamò Al illuminandosi. “Lo pensavo anch’io!”
“Sì, ma comunque non sono affar nostri.”

Al sbuffò appena, ficcandosi le mani in tasca. “Lo so… è solo. Hai visto che faccia che aveva? È la prima volta che lo vedo nervoso per qualcosa!”
“Non era nervoso, era impensierito.” Lo corresse. “Michel ha il dono di cacciarsi in situazioni imbarazzanti e perennemente implicanti sesso o affini.” Considerò con un lieve sospiro.
“Beh… è normale. Voglio dire. È così bello…” ammise spontaneamente. Tom lo guardò.
“Pensi sia bello?”
L’altro arrossì. Quando lo guardava con quell’aria di sufficienza si sentiva sempre un idiota.

“Beh, non lo è? È molto popolare tra le ragazze.”
“E i ragazzi.”
“Come?”
“E’ bisessuale.” Inarcò un sopracciglio. “Pensavo lo sapessi.”

Albus si sentì avvampare e si maledisse per essere così ragazzina.
“Cioè… sì. Ehm. Lo immaginavo. Ma non è che l’ho mai visto…” silenzio. “Tu l’hai visto?”
“Con un ragazzo? Sì. Una volta, in un’aula vuota. L’anno scorso mi sembra.” Scrollò le spalle, segnando con la coda dell’occhio una coppia di lumache cornute dal guscio iridescente, che strisciavano lungo il tronco di un albero abbattuto.
"Perchè non me l'hai detto?!"
"Sai che non faccio pettegolezzi."

“… Guarda, un paio di lumache cornute.” Mugugnò indicandole. Tom gli sorrise.
“Le ho viste. Già segnate.” Lo guardò con attenzione. “Al, la cosa ti mette a disagio?”
“Chi, a me? No! Assolutamente!” emise in sequenza alzando il tono fino ad un falsetto ridicolo.

Oh, Dio. Era ridicolo.
Tom si mise a ridere, beccandosi un pugno sulla spalla. “Finiscila, stronzo!”
“Scusa, ma la tua faccia…” ridacchiò. “Esilarante. Scusa.”

“Cazzo… non sono omofobo, okay? È solo… che … perché tu sei così tranquillo?” inquisì con aria profondamente seccata. Perché non si scomponeva mai? Dannato.
“Perché per me non cambia nulla. Che sia etero, o gay. O bisessuale.”

Perché a te dà tanto fastidio invece?
Si chiese, ma non pronunciò la frase ad alta voce.
“Anche per me… è…” inspirò. “Non lo so. Pensi che ci provi con me?”
Tom si mise di nuovo a ridere. Stavolta Albus fu seriamente tentato di schiantarlo. Lo guardò furente finché non smise. Un centinaio di metri dopo.
“Michel ti vuole bene come un fratello. Ti stima come persona, ma sinceramente non credo tu sia il suo tipo. Scherza soltanto.”  Si ricompose, riprendendo la solita aria distaccata.
“Perché, chi pensi sia il suo tipo?” replicò piccato. Bella forza, lui non era il tipo proprio di nessuno. Le ragazze lo trovavano un cosetto buffo.
O almeno, così gli aveva detto Ifigenia Spellman, quando l’anno prima gli aveva chiesto se voleva andare ad Hogsmeade con lui. Stronza. Ma era una Serpeverde.
Dovevo aspettarmelo, anzi, è stata insolitamente pietosa. A dire il vero non me ne fregava nulla di andarci con lei. Era solo per chiudere il becco a Jamie e i gemelli…
“Il suo tipo? Non ne ho idea. Probabilmente la persona che cerca di nascondere. Quella con cui fa…” pausa. “Sesso.” Concluse sadico.
Si deliziò nel guardare Al avvampare di nuovo come un fuoco d’artificio: era facilmente imbarazzabile sull’argomento che solitamente occupava la testa di un adolescente medio.

Non la sua.
Non ho tempo per certe sciocchezze.
Non ne hai, quando vuoi diventare Capocasa. Non do retta a chi dice che certe onoreficienze arrivano quando meno te le aspetti. A me le cose non capitano.
Le faccio capitare.
Al si chinò per osservare delle tracce fresche sul tappeto di foglie marce e terriccio umido scozzese. “… Credo che Hagrid ci abbia infilato anche le acromantule. Povera Rosie.” Sospirò, cambiando discorso, e neanche tanto bene.
“Non credo ci sia nulla di male nel fatto che tu non abbia ancora avuto una ragazza.” Replicò Tom pietosamente.
“Per un sacco di gente sembra la cosa più importante invece…” borbottò. “E per Jamie.”

Ovviamente. Competizione sempiterna tra fratelli.
Sarebbero arrivati alla tomba chiedendosi chi dei due fosse più in gamba probabilmente: Al era quello che rendeva la rivalità più manifesta, ma anche James non scherzava.
“Al…” sospirò. Si erano ormai allontanati da qualsiasi sentiero battuto, anche se erano ancora all’interno del perimetro. Se così non fosse stato, avrebbero udito un fischio lancinante alle orecchie. Una variazione del incantesimo gnaulante indubbiamente utile per evitare di perdersi.
“Sono un imbranato.” Ribatté l’altro senza lasciarlo finire, cocciuto come tutti i Potter.
“No, sei solo più timido. Penso che una ragazza possa anche considerarla una qualità.”
Albus lo fissò di sottecchi, con una strana faccia. Tom si preparò al peggio. “E tu?”
“Cosa vuoi sapere?” Chiese sulla difensiva, ma premurandosi di non darlo a vedere.

“Ce l’hai… avuta, dico, una ragazza?”
“Mi hai mai visto con una ragazza?” Ritorse con naturalezza. “Al, stiamo assieme quasi nove mesi l’anno, ventiquattro ore su ventiquattro. Te ne saresti accorto, se ne avessi avuta una.”
Al arrossì. “Sì, beh, immagino di sì, sicuro…” ci rifletté. “Però non stiamo assieme quando sei dai tuoi!” trionfante. “Hai mai avuto una ragazza babbana?”
“… No.” Era così strano quel discorso. Non gli piaceva.

“No? Perché?”
“Ti ricordo che io l’estate studio. Non ho tempo per pensare alle ragazze.” Rispose secco, più di quando avrebbe voluto. Vide infatti l’amico battere le palpebre, e serrare appena le labbra.

“Chiedevo solo.”
“Sembra più un interrogatorio.”

“Oh, al diavolo Tom… erano solo delle domande! Ero curioso!” Cincischiò con l’orlo della camicia. “E ti è mai piaciuta qualcuna?”
Salazar, aiutami tu…
“Trovo gradevole Martha Upkins, quella del quinto, nella squadra di Gobbiglie.”
Martha Upkins era per metà figlia di un goblin. Al infatti rise.
“Che stronzo che sei… dai. Davvero. Ti piace qualcuna?”
Quella conversazione stava sfociando nel surreale.

“No, Al. Non mi piace nessuna. In realtà sono gay. Sono io il misterioso amante di Zabini.” Lo prese in giro, sperando di farlo smettere. 
Non si aspettava la reazione seguente.
Al impallidì di colpo, guardandolo con gli occhi sgranati. Sentì distintamente che smetteva di respirare. Poi arrossì violentemente, mettendosi a fissare con particolare impegno la propria bacchetta.
Beh, ha funzionato. Anche troppo.
“Stavo scherzando.” Sospirò “Non sono gay.”
“…”
“Al. Non. Sono. Gay. Era uno scherzo, stavi diventando insopportabile con tutte quelle domande. Inoltre non andrei a letto con Zabini per tutti i tesori della Gringott.” Inarcò il sopracciglio con il miglior tono canzonatorio che gli riuscì. Si sentiva stranamente nervoso. “Hai capito?”

Non mi avrà creduto sul serio? Razza di idiota.
“Ah…” lo vide riprendere colore, ed accennare persino un sorriso. “Ma vaffanculo.” Lo graziò. Poi scosse la testa. “Sai, eri così serio.”
“Al, onestamente.” Alzò gli occhi al cielo “Sei l’unico che avrebbe potuto crederci.”
L’altro si mise a ridere, e il discorso fu stemperato con un paio di battute.
Ma Tom ci mise venti minuti buoni per smettere di sentirsi incredibilmente nervoso.

Al, in compenso, riprese a respirare senza sentirsi il cuore in gola solo alla sera.
E non soltanto per lo stupido scherzo di Thomas, purtroppo.
 
 
****
 
“Oh, guarda, uno snaso.”
“Malfoy, quello è un pezzo di legno.”
“Mmh. È vero.”
Sarebbe sempre stato così il loro rapporto? Quell’idiota che sparava cavolate e lei che lo redarguiva acida?

Rapporto inteso come rapporto di lavoro. Si capisce.
Malfoy era un cretino e lei… era stufa marcia di lui.
Persino del modo in cui portava la camicia slacciata, con la cravatta allentata e le maniche tirate su fino ai gomiti.
Credeva di essere figo?
Beh, non lo era.
Scorpius la graziò di un sorriso. “Che c’è? Sai benissimo che non vinceremo contro Durlsey e tuo cugino. Hanno due occhi da lince. Goditi la passeggiata.”
Lo guardò incredula. “Ma se prima hai fatto tutta quella scena su chi gonfiava di più i muscoli tra te e Zabini…”
Fece spallucce. “Rivalità dovuta tra case.”
“Non te ne importa proprio nulla di guadagnare venti punti?”
Il ragazzo si strinse nelle spalle. “Durante una partita ne posso guadagnare minimo centocinquanta. Che cosa vuoi che mi importi di venti miseri punti?” si sedette su una chiazza erbosa dall’aria soffice, con il volto rivolto verso i pochi raggi di sole che filtravano dalle fronde.

“Mmh, senti che bel tepore. Arriva fin quaggiù.”
Rose lo guardò spazientita, poi si sedette su un tronco tagliato perfettamente a metà, soffiando una ciocca ribelle via dalla fronte: anche se non aveva i capelli della madre, crespi in modo terrificante, comunque a volte si auto-gestivano. In quel momento infatti li teneva in una stretta e pratica coda di cavallo.
“Così… stiamo perdendo tempo…” esordì dopo qualche minuto di imbarazzante – per lei – silenzio.
“Devi proprio essere così antipatica?” ribatté l’altro socchiudendo gli occhi. “Avanti. Rosie. Non possiamo essere amici?”
“Manco morta. E poi a te non interessa veramente. Vuoi solo prendermi in giro.”

Voi Malfoy siete tutti fatti così. Come potremmo essere amici, poi? Io figlia di una mezzo-sangue, con due genitori che lavorano per vivere, mentre tuo padre potrebbe anche non lavorare e vivere dei proventi delle sue eredità centenarie.
Scorpius sembrò quasi indovinare il suo pensiero, perché smise di sorridere. Davvero.
Fece spallucce.
“Forse che sì, forse che no. Non ti stanchi di avere sempre la guardia alzata, Weasley? Te l’ho detto, non sono il diavolo. E non sono mio padre.” La fissò con seri occhi grigi, e Rose sentì uno strano calore all’altezza dello stomaco.
Gli occhi. Probabilmente erano i suoi occhi a fare colpo sulle ragazze. A ben guardarli non erano color pozzanghera. Erano argento.
“Sì, lo so, e…”
“E poi sono molto più bello!” esclamò con un sorriso da schiaffi. “Non credi? Finirai per amarmi, Rosey-Posey!”
… brutto imbecille.

Rose si alzò di scatto, fissandolo inferocita, prima di dirigersi verso il sentiero, a passo di marcia. Che stupida! Che stupida era stata a credere che fosse serio, che stesse per farle un discorso serio. Malfoy era un buffone. Nient’altro che quello.
Un buffone.
Il calore che prima aveva sentito si era trasformato in un magone di rabbia e stizza.
Perché me la prendo tanto? È solo uno stupido ragazzo.
Lo sentì chiamarla, ma non ci badò. Continuava a camminare, a testa bassa, e avrebbe camminato, avrebbe corso, finché non avrebbe più sentito quella voce orribile chiamarla.
Si fermò, invece, quando si trovò di fronte a quello che, di primo acchito, gli sembrò un grosso tronco d’albero. Ci andò quasi a sbattere.
Ma i tronchi non hanno scaglie come i serpenti…
Acquamarina. Scaglie acquamarina.
Quando alzò lo sguardo si trovò di fronte qualcuno, o meglio, qualcosa che aveva già visto.
Quella mattina, sul giornale.
Sentì il sudore ghiacciarlesi sulla schiena.
Aveva di fronte un Naga.
 
****
 
Note:
1 – Un piccolo link utile. Naga
  
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