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Autore: The_Real_W    20/03/2021    1 recensioni
1991, Eija Tarakovi scopre di essere un mago e parte sull'Espresso per Hogwarts nello stesso anno del famoso Harry Potter.
Ha inizio la sua nuova vita nel mondo della magia.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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"È l'unico modo! Volete fermare Piton, oppure no?"

"Ron..."

"Se non ci sbrighiamo, quello ruba la Pietra! Io vado" disse Ron muovendosi nella casella designata. La regina bianca gli diede una botta in testa così forte che il ragazzo crollò per terra con un tonfo secco; fu trascinato a lato della scacchiera. Con il cuore in gola, Eija seguì la strategia dell'amico spostandosi di tre caselle in diagonale a sinistra e dichiarando lo scacco matto. Il re bianco, come previsto, si tolse la corona e la lanciò ai suoi piedi, dopodiché tutti i pezzi bianchi si aprirono, rivelando la strada per la porta in fondo alla stanza. I tre ragazzi si precipitarono nel corridoio successivo, il sacrificio di Ron li aveva svegliati, come una doccia fredda. Non c'era un solo minuto da perdere.

"E se Ron..."

"Andrà tutto bene" disse Harry. "Secondo voi, che cos'altro ci manca?"

"Be', Sprite il suo tiro ce l'ha giocato con il Tranello del Diavolo... A stregare le chiavi è stato senz'altro Vitious..."

"I pezzi degli scacchi vivi sono opera della McGranitt e il cane a tre teste era di Hagrid" completò Eija.

"Ci mancano solo gli incantesimi di Piton e di Raptor"

In fondo al corridoio c'era un'altra porta, si avvicinarono con cautela e Harry la aprì. Furono subito invasi da un odore nauseabondo che li costrinse a coprirsi il naso, e con gli occhi pieni di lacrime videro steso lì per terra un troll di montagna ancora più grosso di quello che avevano affrontato il giorno di Halloween. Aveva un bernoccolo sanguinante sulla testa e il suo corpo giaceva inerte, occupando la piccola stanza circolare da parete a parete.

"Meno male che non abbiamo dovuto vedercela con questo" mormorò Harry mentre scavalcavano le sue zampe massicce. "Venite, qui dentro non si respira"

Il passaggio successivo era più piccolo degli altri e la porta sembrava molto più resistente. La aprirono intimoriti, ma davanti a loro si presentò un semplice tavolo su cui erano allineate sette bottiglie dalla forma diversa. Quando varcarono la soglia però, presero fuoco immediatamente sia l'accesso alla stanza successiva, oltre al tavolo, sia la via alle loro spalle per tornare indietro: uno con fiamme nere, l'altra con fiamme viola.

"Questa è di Piton, ne sono sicuro. Che cosa dobbiamo fare?" chiese Harry.

"Guarda!" Hermione afferrò un rotolo di pergamena ingiallito posato sul tavolo, lo lesse ad alta voce, dopodiché sorrise e si lasciò sfuggire un gran sospiro di sollievo.

"Un indovinello!" esclamò Eija stupito.

"Per la precisione si tratta di una sciarada, ma è geniale! Ci sono tanti grandi maghi che non hanno un briciolo di logica: loro sì che resterebbero bloccati qui in eterno"

"E anche noi, vero?" fece Harry rassegnato.

"Certo che no" disse Hermione. "Su questa carta c'è scritto tutto quel che ci serve sapere. Sette bottiglie: tre contengono veleno, due..."

"Risolto" mormorò Eija. "Quella più piccola ci farà andare avanti, mentre quella lì grossa a destra ci farà tornare indietro"

Gli altri due lo guardarono sorpresi. Hermione rilesse più e più volte il foglio controllando le varie boccette. "Sì, è vero. Come hai fatto a risolverlo così in fretta?"

"Stavo guardando le pozioni mentre leggevi" rispose Eija imbarazzato passandosi nervosamente l'indice fra i ricci.

"C'è un problema" intervenne Harry. "Nella fiala piccola è rimasto un solo sorso di pozione, è abbastanza solo per uno di noi"

"Un altro segno che Piton è già passato di qui"

"Bevete voi da quella grossa" decise Harry. "No, Hermione, sta' a sentire... tornate da Ron e poi acchiappate le scope nella stanza delle chiavi volanti, con quelle riuscirete a uscire dalla botola ed evitare Fuffi"

"Poi andiamo alla guferia e avvisiamo Silente" concluse Eija.

"Ma Harry..." li interruppe Hermione. "Cosa farai se dall'altra parte con Piton c'è Tu-Sai-Chi?"

"Be'... ho avuto fortuna una volta, non è vero?" disse picchiettando un dito sulla cicatrice a forma di saetta che aveva in fronte. "Potrei averla di nuovo."

Hermione non resistette e gli gettò le braccia al collo.

"Ma Hermione!"

"Harry tu sei un mago bravissimo, lo sai?"

"Non quanto te!"

"Io!" esclamò lei. "Ma figurati: soltanto libri e... un po' di furbizia! Ma ci sono cose più importanti di questo, come l'amicizia o..."

"Sei molto coraggioso... scusami per prima" fece Eija abbassando lo sguardo.

"No, avevi ragione. Non ce l'avrei fatta senza il vostro aiuto" ammise Harry sorridendo.

"Grazie Harry. Ti prego, stai attento"

Harry prese la fiala e la buttò giù tutta d'un fiato, il suo volto si contorse in una smorfia strana, ma la determinazione negli occhi rimase immutata.

"Buona fortuna... e fa attenzione!" gli augurò Hermione mentre lui attraversava le fiamme nere. "Eija, sono così in ansia..."

"Anch'io, ma ora dobbiamo tornare da Ron"

Presero un sorso a testa dalla bottiglia panciuta. A differenza di quella piccola era completamente piena, e anche dopo che ebbero bevuto entrambi il livello della pozione non scese sotto la metà. Un brivido percorse la schiena di Eija mentre la pozione gli scorreva nella gola.

"Sembra di bere ghiaccio!" commentò Hermione.

"È vero, e il sapore è orribile!"

"Forza, attraversiamo le fiamme prima che l'effetto svanisca"

Nonostante Eija si aspettasse che il fuoco magico non lo avrebbe scottato o bruciato, camminarci attraverso fu comunque un'esperienza incredibile: le lingue di fuoco gli accarezzavano i vestiti, la pelle e i capelli come se lo stessero analizzando, ma la sensazione che provava non era di dolore, bensì di leggero solletico. Al loro arrivo l'odore nauseabondo tornò a impregnare loro le narici e le fiamme viola si spensero, tuttavia non ebbero tempo di ragionare sul meccanismo della stanza perché si accorsero subito che la situazione era diversa da quella che avevano lasciato poco prima. Il troll infatti non era più steso a terra, ma era rannicchiato su sé stesso e si stava lentamente rimettendo in piedi, bloccando l'accesso alla sala della scacchiera con la sua stazza.

"Oh no, non di nuovo!" esclamò Eija pallido portandosi una mano allo stomaco.

"Torniamo indietro nella sala delle pozioni!" comandò Hermione afferrandolo per il braccio e trascinandolo con sé oltre la porta resistente mentre il mostro, che si era accorto della loro presenza, emetteva una serie di grugniti poco amichevoli nella loro direzione. Il fuoco viola e il fuoco nero si riaccesero subito dopo il loro passaggio e i loro timpani vennero lacerati dall'urlo di dolore del troll che, per inseguirli, si era scottato con le fiamme magiche, ma non era riuscito a superarle.

"Dobbiamo pensare a qualcosa e in fretta" disse Hermione camminando avanti e indietro.

"I troll di montagna non sono abituati alla luce del sole" ripeté Eija tra sé e sé.

"E la loro pelle è molto resistente, l'ultima volta Ron ha avuto fortuna a colpirlo in testa e mandarlo a nanna in quel modo"

"Questo Troll non ha nemmeno la clava con sé... però ho un'idea!" propose Eija tutto a un tratto convinto. "Tu usi l'incantesimo Lumos Solem per accecarlo e mentre è distratto, io cerco di fargli perdere l'equilibrio. Una volta che è a terra possiamo immobilizzargli le gambe e aggirarlo"

"Con la maledizione della Pastoia, come a Halloween"

"Sì, anche se sarebbe meglio usare la versione 'total body' "

"Va bene" accettò Hermione.

Un altro sorso di pozione, un altro brivido freddo lungo la schiena ed erano di nuovo faccia a faccia con il mostro, che si era rintanato il più lontano possibile dalle fiamme e si stava leccando la mano destra coperta di ustioni.

"Lumos Solem!" esclamò Hermione e il troll venne investito in pieno dalla forte luce.

Eija si stava già spostando di lato per cogliere il mostro alla sprovvista, tuttavia si accorse che l'incantesimo non stava avendo l'effetto sperato, infatti quello si era alzato di scatto e si stava avvicinando sempre di più a Hermione, costeggiando la parete e non accennando minimamente a fermarsi. Grazie alla forte luce riuscì a vedere distintamente la faccia del troll: il bernoccolo era ancora lì sulla fronte, tuttavia i suoi occhi erano chiusi, protetti dalle palpebre incollate dal sangue verdognolo rappreso, ormai secco, fuoriuscito dalla ferita.

È cieco! Si muove nella direzione in cui sente i suoni!

 

   
 
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