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Autore: E_AsiuL    22/03/2021    1 recensioni
Il rapporto tra il medico legale Tessa Beale e il detective Gabriel Giuliani non è mai stato idilliaco. Ma le cose potrebbero cambiare per via di un serial killer, il cui operato toccherà Tessa un po' troppo da vicino.
Genere: Introspettivo, Noir, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ehilà! Pronti per la scena del terzo omicidio? Piccola nota di avviso: c'è qualche dettaglio sul cadavere, se siete sensibili leggete solo i dialoghi.
Buona lettura!

 

10

Gabriel aveva avvisato Alex del ritrovamento della terza vittima e gli aveva comunicato l’indirizzo. Non si era stupito quando il suo collega si era offerto di avvisare la Beale al suo posto. Onestamente, Gabriel dubitava persino che Alex avesse dovuto sprecare una telefonata per farlo.

La conferma l’aveva avuta quando il suo partner e il medico legale erano arrivati sulla scena. Non con una sola auto, per carità, troppo ovvio. E nemmeno nello stesso momento. Si erano persino dati la pena di arrivare con qualche minuto di distanza. Peccato per un piccolo dettaglio: rispetto all’indirizzo in cui era stato ritrovato il cadavere, loro due abitavano in direzioni opposte. Non quadravano nemmeno le tempistiche. Se fossero partiti ognuno da casa propria, Alex sarebbe dovuto arrivare almeno un quarto d’ora dopo la Beale. E invece era arrivato cinque minuti prima di lei, dalla direzione dell’appartamento del medico legale. Ma chi volevano prendere in giro?

«Devo ammettere, dottoressa, che preferivo la versione di oggi pomeriggio», commentò Gabriel, mentre Tessa infilava le soprascarpe monouso sulle scarpe da ginnastica e chiudeva la lampo della tuta.

«Non ne dubito, detective», ribatté Tessa, infilandosi i guanti. «Mi fa strada?»

Gabriel la precedette in casa, e poi verso lo scantinato, Alex che chiudeva la fila.

«Non per impicciarmi, ma a cosa era dovuto?» chiese il detective, senza voltarsi.

«Ha presente il giudice Mason?» rispose Tessa, senza scomporsi. Quando vide Gabriel annuire, proseguì. «Diciamo che mi serviva a convincerlo di avere argomenti piuttosto validi».

Arrivato in fondo alle scale, Gabriel si voltò verso di lei, sollevando le sopracciglia. Il ghiacciolo aveva un lato furbo, allora. Prima che potesse commentare, la Beale lo superò, diretta verso la sua paziente.

Dopo essersi assicurata con i tecnici di poter toccare il corpo, Tessa rivolse la sua attenzione alla vittima. O quello che ne restava.

Il processo di decomposizione non era ancora arrivato alle fasi evidenti esteriormente, anche se alcuni gas avevano cominciato a liberarsi. Gli sfinteri avevano ceduto, lasciando che le viscere della vittima si svuotassero in tutta la loro gloria. Giaceva supina, le braccia lungo i fianchi e le gambe appena divaricate. La pelle del viso, del torace e del ventre aveva assunto una tonalità bianco-giallastra, e Tessa non ebbe bisogno di sollevare il cadavere per constatare, al contrario, che la schiena e le natiche erano invece rossastre. Era in quella posizione da un bel po’. Tentò di piegarle un gomito, incontrando resistenza. Passò al ginocchio, con lo stesso risultato.

«Credo sia tardi per la fisioterapia» commentò Giuliani. Tessa si limitò a scoccargli un’occhiataccia, senza rispondere. Se avesse aperto bocca, avrebbe vomitato.

Si concentrò sulla sua routine: ipostasi, presente e apparentemente fissa; rigidità, idem. Il che le faceva stimare che la signorina avesse salutato questo mondo almeno una decina di ore prima. Si abbassò per raccogliere la sonda dalla borsa e se ne pentì. La bile che aveva disperatamente cercato di ricacciare in gola minacciò prepotentemente di disobbedirle. In modo molto poco professionale, scappò di corsa al piano di sopra e poi all’esterno.

 
Nemmeno i pivelli reagivano così, davanti al loro primo cadavere. Cazzo, lei non aveva mai reagito così, davanti ad un cadavere. Cosa diamine le era preso? Tessa scosse la testa, respirando lentamente, l’acido che le bruciava la gola, storcendo il naso all’odore acre del proprio vomito, fortunatamente fuori dei confini della scena.

Raggiunse la propria auto e aprì la portiera, mettendosi a cercare fazzolettini e la bottiglia d’acqua che teneva in borsa per ogni evenienza. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, vomitare davanti a Giuliani. Non avrebbe mai smesso di prenderla in giro, come per la paura del buio.

Si sciacquò la bocca e prese delle soprascarpe nuove. Fortuna che ne portava sempre più di un paio. Facendosi il segno della croce, rientrò in casa e tornò nello scantinato. Senza un fiato, riprese da dove si era interrotta, controllando la temperatura della vittima e annotandola.

«Quel termometro deve essere scomodo» Alex ruppe il silenzio.

«Per me se la gioca con quello rettale» commentò Gabriel.

Tessa li ignorò, richiamando l’attenzione di un tecnico perché le fotografasse alcuni dettagli.

«Allora? Che ne pensa?» incalzò Gabriel. «O crede che dovrà svuotarsi di nuovo lo stomaco?»

Ecco, appunto.

Alex aprì la bocca per zittire il collega, ma Tessa lo fulminò con lo sguardo.

«Non è colpa mia se lei usa una colonia scadente, detective. Ha un odore nauseante» ribatté Tessa. «Penso che anche la nostra nuova amica abbia fatto una morte infame» indicò il corpo con un gesto della mano.

Gabriel sospirò. «Mi dica qualcosa che non so».

«Ha smesso di respirare almeno una decina di ore fa. Ha subito, tra le altre cose, una mastectomia totale» sottolineò Tessa, indicando i crateri vuoti dove, in origine, si trovavano i seni. «E un tentativo di correzione della deviazione del setto nasale» aggiunse, indicando la deformità del naso, probabilmente dovuta a percosse.

Gabriel e Alex seguirono con lo sguardo i danni indicati da Tessa.

«Di questi, invece, cosa pensi?» chiese Alex, indicando una serie di incisioni suturate sul cadavere.

Cercando di non far caso all’odore – da quando era così forte? Cristo santo! – Tessa si avvicinò di più. Strinse gli occhi, valutando le suture. «A prima vista, sembrano fatti da qualcuno a cui non importi di lasciare una cicatrice. Sono storti, disomogenei… nessuna cura» storse il naso. Persino lei faceva un lavoro migliore, e di certo non doveva preoccuparsi delle cicatrici. Ne seguì il percorso: lo stomaco, il fianco, le cosce. Sfiorò il ventre, sentendolo sodo, non vuoto e flaccido come negli altri casi. Alzò gli occhi verso i detective.

«Se era incinta, non ha rimosso il feto» disse.

«Forse non lo era?» tentò Alex.

«O era già morto e non gliene fregava un cazzo, perché non poteva ucciderlo» commentò Gabriel.

Tessa sentì un brivido correrle lungo la schiena, gli occhi di Alex fissi nei suoi.

«In ogni caso, lo scantinato e la casa sono stati controllati. Se c’era e l’ha tirato fuori da…» Alex si schiarì la gola, «…be’, non è qui. E neanche i seni».

Gabriel scosse la testa. «Li avrà mangiati…»

«…con un piatto di fave e un buon Chianti» Tessa finì per lui, inconsciamente.

Gabriel sgranò gli occhi: Ghiacciolo Beale gli finiva la battuta? Ci mancava solo che il cadavere si alzasse e ballasse e poi le avrebbe viste tutte.

Furono salvati d’impaccio dal personale dell’obitorio. Quando la vittima fu chiusa nel suo sacco e caricata in barella, Tessa sembrò sentirsi meglio. Si avviò alle scale, con l’intenzione di seguire il furgone e assicurarsi che la sua paziente fosse trattata con cura una volta arrivata a destinazione.

«Quando la aprirà?» le chiese diretto Giuliani.

«Non prima di domani mattina, detective. Facciamola risposare in pace almeno dodici ore. Magari qualcuna in più. Vuole assistere? I secchi li ho, nel caso» lo prese in giro.

«Non sono io che ho difficoltà a tenere a bada lo stomaco, dottoressa» ritorse il detective.

«Gliel’ho detto, detective. È la sua colonia» sbuffò lei, dandosela a gambe.

Era sicura di averlo sentito ridere.

 

A Giuliani non sfugge niente e Alex utile come il due di coppe quando la briscola è a denari xD (o una forchetta per il brodo, se non sapete giocare a briscola)
Spero di potervi dare il prossimo capitolo giovedì e, nelle intenzioni, sarà un po' più grafico di questo. Se un giorno qualcuno dovesse controllarmi la cronologia, voi testimoniate in mio favore, vero?

 
  
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