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Autore: _L_Black_    23/03/2021    1 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 38
 
La Terza prova avrebbe avuto luogo il pomeriggio stesso, la mattina ci sarebbero stati gli esami e ogni studente di Hogwarts era alle prese con gli ultimi ripassi. Due studentesse di Grifondoro erano intente a riguardare le date principali per l'esame di storia della magia, ripetevano ad alta voce i momenti salienti della storia in base all'ordine cronologico in cui questi avvennero e intanto si servivano la colazione. L'esame di Antiche Rune alla fine lo aveva superato con successo, la Babbling si era persino congratulata per il suo impegno nella materia e le aveva prestato una copia de Le fiabe di Beda il Bardo da tradurre nel tempo libero. Mentre ripeteva ad alta voce la guerra tra goblin del 1670, alzò lo sguardo sul tavolo dei professori dove la McGranitt stava chiacchierando con la Sinistra. Proprio il giorno prima aveva avvisato la donna di voler abbandonare la squadra di Grifondoro e al momento, era anche l'unica a saperlo. Quell'anno ci aveva riflettuto molto, senza gli allenamenti era riuscita a stento ad eseguire tutti i compiti affidati dai professori e visto che la carriera sportiva non le interessava, la decisione più giusta era quella di lasciare. Nella Sala entrò una ragazza di corsa ma né lei né tantomeno la sua amica importò più di tanto, l'ansia dell'esame era più forte della curiosità. Nonostante ciò, la ragazza si avvicinò a loro ma Alyssa e Lavanda, continuarono imperterrite a ripetere le date.
 
-Alyssa hai da fare?-
 
-No ma ti pare- rispose sarcastica. -Ho solo un esame-
 
Lavanda ridacchiò ma Hermione, di tutta risposta, la prese per un braccio con l'intenzione di farla uscire dalla Sala. Alyssa protestò non poco ma alla compagna, non importò più di tanto e la condusse alle scale principali.
 
-Si può sapere che c'è?- chiese Alyssa scocciata.
 
-Cosa mi hai detto l'ultima volta che abbiamo letto un articolo della Skeeter?- chiese Hermione, costringendola a salire le scale.
 
-Che è assurdo che hai sempre uno scarafaggio addosso nelle foto?- disse Alyssa, incerta. -Senti Hermione, ti preparo un repellente per gli scarafaggi fosse l'ultima cosa che faccio come amica ma ti prego, abbiamo un esame tra poco-
 
Hermione alzò gli occhi al cielo spazientita e continuò a trascinarla con sé su per le scale, dirette in biblioteca. Alyssa decise allora di non protestare ulteriormente e di vedere cos'aveva in testa la sua amica, prima le dava retta e prima poteva tornare in tempo per ripetere gli accordi diplomatici tra maghi e babbani. Hermione la portò in biblioteca, a quell'ora vuota proprio a causa degli esami, che sarebbero iniziati di lì a qualche minuto.
 
-Non ho bisogno di nessun repellente per scarafaggi- disse Hermione, spazientita. -Piuttosto strano che mi ritrovo uno scarafaggio addosso e due giorni dopo esce un articolo compromettente su Harry, non trovi?-
 
-Non credi di star esag...-
 
-Non sto esagerando!- l'interruppe Hermione, con tono rabbioso.
 
-Okay ma non ti scaldare- bofonchiò Alyssa.
 
-Andiamo sei intelligente, rifletti bene. Sulle sponde del lago Krum mi invita in Bulgaria e guarda caso avevo uno scarafaggio addosso. Due giorni dopo, ecco che finisco sui giornali- guardò Alyssa ma questa sembrava ancora scettica e continuò. -Parlo con Harry ed ecco che la nostra conversazione finisce sulla Gazzetta del Profeta, indovina cos'avevo tra i capelli?-
 
-Uno scarafaggio- rispose Alyssa, riflettendo sulle parole dell'amica. -Okay, mettiamo che ti credo, perché chiedi a me aiuto?-
 
-Non sono io quella che ha avuto una foglia di mandragora in bocca per un mese- Hermione ghignò e Alyssa arrossì imbarazzata.
 
La Black portò l'amica nella sezione dove aveva preso i libri, che l'avevano aiutata a diventare un animagus. Non riusciva ancora a crederci a tutto quello che era accaduto quella notte, aveva visto suo padre e Remus guardarla orgogliosi mentre lei, impaziente di provare il suo nuovo status, volava sopra la Foresta Proibita, osservandola per la prima volta da un'altra angolazione.
Hermione aprì il libro consegnatole da Alyssa e quest'ultima la guardò sconsolata. Doveva ammettere che Remus aveva totalmente ragione su di lei, era davvero la strega più brillante del suo anno.
 
~
 
Finiti gli esami della mattina, Alyssa e Lavanda erano andate a pranzo, con in testa ancora le parole della McGranitt ancora in testa. Sicura che vuoi lasciare la squadra? Lo aveva detto come se nulla fosse e dal volto sorpreso di Lavanda, la donna aveva compreso subito di aver fatto una gaffe. La sua amica l'aveva riempita di domande sul perché di quella scelta azzardata e Alyssa le rispose con i pensieri che per mesi l'avevano assillata. Adorava giocare a Quidditch ma sapeva che per il suo futuro, era bene accantonarlo a favore dello studio. Lavanda di tutta risposta le aveva dato uno scappellotto sul capo, ricordandole con poche semplici parole che lei, da che non sembrava, era una ragazza di appena quindici anni.
Pranzarono assieme alla famiglia Weasley e finalmente Bill conobbe la famosa Lavanda, la ragazza che veniva nominata spesso nelle lettere dei suoi fratelli e il sorriso gentile del maggiore degli Weasley, aveva fatto arrossire non poco la Brown.
 
Negli ultimi tempi Alyssa e Lavanda si erano aggiornate sulle loro questioni private e finalmente la seconda, aveva raccontato all'amica i suoi problemi da medium. Credette sul serio che Alyssa la guardasse in modo diverso da sempre e invece la ragazza, le disse solo di salutarle sua nonna se le capitava nei sogni. La verità era che Walburga Black si era presentata davvero al suo cospetto ma non glielo disse. Sapeva quanto Alyssa ci stava ancora male per la perdita della donna e non voleva che potesse appigliarsi a quello per poterla sentire ancora.
 
-Sei in ansia, Harry?- chiese Molly, guardando il ragazzo con apprensione.
 
-Sì- borbottò il ragazzo mentre rimirava il piatto colmo di cibo davanti a lui.
 
-Vedrai che c'è la farai- lo rassicurò Alyssa con un sorriso.
 
Harry la guardò riconoscente ma non rispose, perché Molly Weasley si era già messa a raccontare aneddoti della sua gioventù a Hogwarts. Le sembrava assurdo immaginare la dolce signora Weasley che di notte usciva con il futuro marito per fare una passeggiata al chiaro di luna, eppure allo stesso tempo lo pensava romantico. Lanciò un'occhiata al tavolo di Serpeverde, dove Theodore chiacchierava con Draco e si chiese se un giorno, anche lei avrebbe fatto quelle cose.
 
-I campioni vogliano seguire il signor Bagman al campo da Quidditch per l'ultima prova- esclamò Silente dal tavolo dei professori.
 
I campioni si alzarono dai rispettivi tavoli, con gli applausi degli studenti di sottofondo. Alyssa sorrise rassicurante a Harry e il ragazzo ricambiò riconoscente, prima uscire dalla Sala Grande con gli altri. Il resto del gruppo finì di mangiare e uscì per raggiungere il campo, preparato per l'occasione. Per la Terza Prova c'erano più spettatori del solito, del prato verde del campo non c'era rimasto molto, al suo posto si estendeva a vista d'occhio un labirinto e proprio dal suo interno, versi di animali si udivano alla perfezione. Deglutì e sperò con tutto il cuore che non ci fossero ragni lì dentro.
 
-Speriamo bene- esclamò Fred, guardando il labirinto.
 
Alyssa lanciò un'occhiata a Lavanda, la ragazza era rigida e come Fred, osservava il labirinto sotto di loro con timore. Le aveva confidato cos'aveva visto e non portava niente di buono, tuttavia nessuno aveva voluto ascoltarla, forse solo la McGranitt era stata convinta dalle sue parole ma gli altri professori non avevano battuto ciglio. Per loro la terza prova doveva farsi, non poteva essere annullata per i vaneggiamenti di una ragazzina appena quindicenne.
 
-Signore e signori, sta per cominciare la Terza prova del Torneo Tremaghi. Vi ricordo che al primo posto, alla pari con ottantacinque punti ciascuno, abbiamo Cedric Diggory e Harry Potter, entrambi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Al secondo posto Viktor Krum della scuola di magia di Durmstrang e infine, al terzo posto abbiamo Fleur Delacour dell'accademia di Beauxbatons!-
 
Applaudirono con foga e Alyssa fece un sorriso di incoraggiamento a Harry, che guardava proprio nella loro direzione.
 
-Al mio segnale Harry e Cedric entreranno nel labirinto. Tre...due...uno...-
 
Ludo Bagman fischiò e i due ragazzi entrarono nel labirinto. Le siepi dietro di loro si chiusero e Bagman fece lo stesso prima con Krum e successivamente con Delacour.
Quando anche Fleur scomparve oltre le siepi, la Terza Prova cominciò.
 
***
 
Nell'aria aleggiava un'aura di tranquillità e divertimento, l'unica a non divertirsi era proprio Lavanda. Quella mattina la giovane Brown le aveva raccontato dei sogni che aveva fatto la notte appena prima e nulla portava ad una fine serena. La preoccupazione di Lavanda era data dal fatto che quella sera a presentarsi al suo cospetto, non fu una persona ma bensì due. La prima era la stessa donna che le compariva da mesi, da dicembre infatti le veniva in sogno per chiederle di aiutare suo figlio e così fece anche quella notte, Lavanda aveva insistito per sapere il nome del ragazzo ma questa non voleva rivelarlo.
A turbarla fu la seconda apparizione, una ragazza dai capelli rossi le chiedeva la stessa cosa della prima, questa volta però sapeva benissimo chi fosse suo figlio.
Lily Evans le stava chiedendo di fermare Harry Potter.
Ci aveva provato la mattina seguente, era corsa dalla McGranitt con Alyssa al seguito ma nulla, per Silente la prova doveva farsi.
 
-Bene...vedo che è tutto molto tranquillo- esclamò Hermione, spezzando così il silenzio che si era formato nel loro gruppo. -Ragazze, venite con me- disse, alzandosi.
 
-Dove andate?- chiese Ron, squadrandole.
 
-Oh in giro- rispose Hermione laconica.
 
Alyssa e Ginny si alzarono mentre Lavanda rimase lì, a osservare il labirinto con l'aria di chi non era più con loro. Alyssa fece segno ad Hermione di non disturbarla e le tre ragazze si avviarono verso l'uscita della tribuna di Hogwarts. Assieme arrivarono al parco del castello e Hermione fece uscire dalla tasca un barattolino anonimo, di quelli utilizzati da Piton per gli artigli di tarantola.
 
-Ti prego, se lo hai rubato a Piton di che sei stata tu, mi sono già fatta troppe ore di punizione-
 
-Che hai scontato mettendo Desolante e Troll alle primine, sai gira voce che hanno più paura dei tuoi voti che di Piton- la rimbeccò Ginny, ridacchiando.
 
-Io mi impegnavo al primo anno, è giusto che lo facciano anche loro- borbottò Alyssa severa. -Comunque, che dobbiamo fare?-
 
-Cercare la Skeeter, è ovvio- rispose Hermione.
 
Alyssa e Ginny si guardarono e sospirarono all'unisono, cercare uno scarafaggio in mezzo a tutta quell'erba era praticamente impossibile per cui si misero subito a lavoro. Scandagliarono mezzo parco senza successo e c'era stato un attimo in cui aveva pensato di trasformarsi ma si era dovuta trattenere, con tutta quella gente del ministero in giro non poteva rischiare di essere scoperta. Passarono a cercare proprio a ridosso del campo di Quidditch, dalla tranquillità che aleggiava nelle tribune significava che nessuno era ancora tornato dalla prova. Alyssa girò l'angolo e si bloccò di colpo quando poco distante da lei vide Ares Higgs con suo figlio, fece qualche passo indietro per far sì che non la vedessero e si mise in ascolto. Da quando aveva fatto amicizia con Terrence, suo nonno non aveva fatto altro che dirle di non avvicinarsi a lui e riflettendoci, si era ricordata che persino Orion evitava Ares come fosse la peste.
 
-Cos'è questa storia dello spezzaincantesimi?-
 
-Ho trovato questa biografia e ho voluto leggerla per interesse personale-
 
La voce di Terrence era impassibile ma la tensione che aleggiava tra i due, era palpabile persino a lei.
 
-Sciocchezze. Levati dalla testa che un Higgs si metta a fare un lavoro del genere, studierai magisprudenza ed entrerai al ministero-
 
-Andiamo, ho solo quindici anni avrò il diritto di leggere un libro senza che...-
 
Il suono dello schiaffo che Ares Higgs diede a suo figlio la fece sussultare. La morsa dei sensi di colpa le attanagliò lo stomaco e si portò una mano sul ventre come a voler calmare quel sentimento. Era tutta colpa sua se Terrence era in quella situazione.
 
-Hai quindici anni è vero, ma l'anno prossimo avrai i G.U.F.O e dovrai prendere le materie giuste. Basta con queste storielle di avventura-
 
-E se prendessi i G.U.F.O per tutti e due?-
 
-Non credevo di avere un figlio così idiota. Ti ho detto che un Higgs non farà mai un lavoro del genere-
 
Non sopportò oltre poteva dire tutto ma non che Terrence non fosse un ragazzo intelligente, uscì dal suo nascondiglio e si finse sorpresa di vedere i due uomini lì. Le sue labbra si distesero in un sorriso di circostanza e si avvicinò ad Ares Higgs per salutarlo come l'etichetta prevedeva.
 
-Signor Higgs che piacere vederla, come sta?-
 
-Bene- rispose lui, glaciale. Guardò l'orologio e tornò a guardarla con indifferenza.
 
-Perdonate la mia intrusione- esclamò la ragazza, ignorando il tono e il modo dell'uomo. -Terrence, ti ricordi che dovevi aiutarmi oggi?-
 
Terrence la guardò confuso mentre Ares la osservò con sdegno. Alyssa mantenne il contatto visivo con l'uomo, ignorando l'impulso di urlargli in faccia e gli sorrise innocente.
 
-Quindi voi due siete amici?-
 
-Sì-
 
-No-
 
Alyssa lanciò un'occhiata a Terrence e sentire quel "No" la fece rimanere male, nonostante ciò continuò a tenere testa ad Ares. Ignorando gli sguardi supplichevoli del ragazzo.
 
-E sentiamo, a cosa ti serve mio figlio?-
 
-A...cercare uno scarafaggio- esclamò Alyssa, dicendo la prima cosa che gli venne in mente.
 
Ares la guardò con il sopracciglio inarcato, fece per rispondere ma si bloccò di colpo. Gli occhi scuri dell'uomo non la stavano più osservando, erano intenti a guardare un punto impreciso dietro di lei e senza che i due ragazzi se ne accorgessero, la mano di Ares era andata ad afferrare la bacchetta. D'istinto si portò il braccio destro dietro la schiena e fece un passo indietro, per mettere distanza tra lui e la ragazza ma a Terrence non sfuggì quel gesto.
 
-Devo andare- disse Ares, guardando suo figlio. -Continueremo il discorso a casa. Alyssa Sophie-
 
Ares se ne andò di corsa e i due ragazzi rimasero da soli, con di sottofondo le chiacchiere provenienti dal campo. Alyssa lo guardava ma Terrence era troppo impegnato a fissare le sue scarpe, se ne era accorto di avere le iridi scure puntate su di sé eppure non aveva il coraggio di alzare gli occhi su di lei. In fondo lui era un Serpeverde, di Grifondoro qui c'è n'era solo una.
 
-Allora?- l'incalzò Alyssa. -Mi aiuti o no a cercare lo scarafaggio?-
 
Terrence alzò lo sguardo su di lei e si diede dello stupido per essere caduto nel suo tranello. -Stai cercando davvero uno scarafaggio?-
 
-Oh si, è anche molto impiccione sai?- disse lei, soddisfatta di essere riuscita nel suo intento e vagamente divertita dall'espressione sconcertata del ragazzo. -La Skeeter è un animagus e si trasforma in uno scarafaggio-
 
-Ecco perché i suoi articoli erano così dettagliati- esclamò, come se avesse fatto la scoperta del secolo.
 
I due iniziarono a controllare il terreno attorno a loro senza dire una parola. Alyssa non era mai stata il tipo che costringeva le persone a parlare, se da bambina lo avrebbe assillato subito con le domande, da quando era a Hogwarts aveva imparato a ponderare la situazione. Se lui non voleva dirle nulla di suo padre, lei non lo avrebbe costretto. Anche se quel no l'aveva fatta star male, gli ricordava troppo suo zio e non voleva in alcun modo che lui facesse la sua stessa fine.
 
-Senti...comunque ti devo una spiegazione- disse Terrence, fermandosi dalla ricerca dello scarafaggio.
 
-Non mi devi nulla- rispose Alyssa, senza alzare lo sguardo dal terreno.
 
Terrence la osservò per qualche secondo, tentato di seguire le parole della ragazza ma poi cambiò idea. -So che stavi ascoltando. Ti ho vista prima e ti giuro, apprezzo quello che hai fatto ma...- fece un respiro profondo e si avvicinò a lei, la fermò da un braccio costringendola a guardarlo e solo quando alzò gli occhi su di lui, continuò. -Tu non sai com'è fatto mio padre, non voglio che lui sappia qualsiasi cosa riguardi te. Potrebbe usare anche un Troll preso al primo anno per attaccarti, con gente come lui non c'è da scherzare-
 
-Cos'ha fatto di tanto male?- chiese Alyssa, staccandosi dalla presa di Terrence imbarazzata.
 
-A volte è meglio non sapere, Alyssa-
 
~
 
-Hai visto Alyssa? È un po' che non la vedo- esclamò Theodore, guardando nella direzione degli amici della sua ragazza.
 
Draco scosse il capo senza degnarlo di uno sguardo, i suoi occhi erano puntati sulla bionda Grifondoro che osservava il labirinto come se fosse in trance. Theodore sbuffò e guardò l'orario, erano da ore che i campioni erano entrati in quel labirinto e l'attesa stava diventando snervante. Scrutò ancora la tribuna dove avevano preso posto i Grifondoro e sbuffò di nuovo, irritato. Avevano deciso di andare insieme allo stand dei dolci ma della ragazza neanche l'ombra, un po' gli mancavano i momenti prima di mettersi insieme, quando non importava di nulla e uscivano senza altre persone attorno. Il problema era sopraggiunto nell'istante in cui si era riempita di amici e lui aveva scoperto il dramma di doverla dividere con qualcuno.
 
-Theodore!-
 
Il ragazzo si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e sorrise, riconoscendo la pozionista Perks. Si fece largo tra gli amici e la raggiunse per salutarla e per offrirle una burrobirra, che la donna accettò di buon grado dato che doveva parlare con lui. Presero la loro bevanda e si spostarono dalla fila per avere più privacy, durante quei mesi infatti Jocelyn Perks aveva studiato tanto per arrivare al sortilegio di cui il ragazzo era stato vittima a gennaio. Uscirono dal campo da Quidditch e la calma dell'esterno mise un po' di angoscia a Theodore. Guardò il castello svuotato dei suoi studenti e attese con calma che la Perks iniziasse a spiegare cosa fosse accaduto.
 
-Allora Theodore, devo dire che non è stato facile capire cos'avevi- iniziò Jocelyn, con tono professionale. -Ho anche dovuto chiedere il permesso di utilizzare la biblioteca di Beauxbatons ma alla fine sono riuscita a trovare quello che mi serviva- bevve un sorso di burrobirra e guardò il ragazzo seria. -Si chiama maledizione defixiones ed è una pratica molto antica. Si scrive il nome della persona sull'oggetto che le si vuole dare e più la persona lo guarda più il suo corpo s'immobilizza-
 
-Come la Pietrificus totalus?-
 
-Beh l'idea di fondo diciamo di sì ma come hai potuto scoprire da solo non è così semplice- gli sorrise gentile. -Solo un mago o una strega potenti possono esercitare questo tipo di incantesimo. Ricordi per caso se hai guardato o letto qualcosa così insistentemente da dare la possibilità alla maledizione di avverarsi?-
 
Draco si era appena infilato sotto le coperte e Blaise blaterava ancora di come era andato l'appuntamento nella torre di Astronomia con Martha Clarence di Corvonero. Lui invece era impegnato a leggere la pergamena che Moody aveva dato ad Alyssa, lì sopra c'era scritto tutto ciò che serviva alla ragazza e non comprendeva perché quell'uomo volesse aiutarla. Lesse le ultime notizie su Dubois e posò la pergamena, spense la luce e si addormentò.
 
Theodore sbiancò di colpo e Jocelyn dovette accorgersene perché il sorriso gentile era scomparso, dando spazio ad un espressione seria. Non era per lui la maledizione ma per lei! E in tutto quel tempo non ci aveva neanche riflettuto, come se quello fosse stata solo una parentesi nella sua vita.
 
-Leggevo una pergamena! Ma non era mia era di Alyssa- disse Theodore, preoccupato. -Dobbiamo trovarla!-
 
Urla disumane fermarono i due, che si voltarono di scatto verso il campo da cui erano usciti. Le voci degli spettatori si erano interrotte e le loro orecchie erano colme di urla che dicevano solo una frase "Diggory è morto". Perks lo afferrò da un braccio e lo costrinse a seguirla all'interno del campo, la scena che gli si presentò di fronte fu tremenda. Harry Potter stringeva il corpo senza vita di Cedric Diggory e quello che doveva essere il padre del ragazzo, urlava di disperazione davanti al corpo inerme di colui che aveva visto nascere. Theodore fu come impietrito alla vista del corpo inerme di Cedric e non si accorse che la Perks si era allontanata da lui, per andare da Piton. La gente iniziò a scappare dal campo, riversandosi sulle uscite e ignorando i continui ordini degli auror di fermarsi. Solo quando fu spintonato da alcuni ragazzini del primo anno si ricordò di dover cercare Alyssa.
 
***
 
-Ahia!-
 
-Calmati è solo un graffio!-
 
-Hai la mano di un bisonte!-
 
-Giuro che ti schianto, Higgs-
 
Alyssa tamponava con un fazzoletto le ferite di Terrence e sbuffò, sentendo i lamenti del ragazzo.
Avevano sentito le urla di Harry e si erano catapultati dentro il campo, venendo letteralmente assaliti dagli spettatori che fuggivano dallo stadio. Alyssa se l'era cavata bene ma Terrence era finito contro il peso di tre studenti di Tassorosso del primo anno.
In quel momento si trovavano nel laboratorio di Pozioni dove la ragazza medicava i graffi di Terrence con una pozione preparata al momento. L'idea di andare in infermeria con tutta quella gente che scappava era stata subito accantonata e vedendo che alla fine erano graffi di poco conto, lo aveva portato nel laboratorio per medicarlo lei stessa. Terrence provava a fare conversazione ma il corpo di Cedric steso a terra era troppo difficile da scacciare con delle semplici battute.
 
-Ecco fatto- esclamò mentre rimetteva in ordine gli ingredienti utilizzati. -Dovrebbero guarire nel giro di poche ore ma se non accade domani vai da Madama Chips-
 
Terrence fece per rispondere ma venne interrotto dalla persona appena entrata. Theodore fece la sua comparsa sbattendo la porta del laboratorio e ciò fece sobbalzare Alyssa, che non si aspettava un'irruzione del genere.
 
-Sorvolerò sul fatto che ti trovo sempre attorno alla mia ragazza, Higgs- disse Theodore, con astio. -Alyssa, devi venire con me. Subito-
 
Alyssa lo guardò confusa ma la serietà con cui Theodore parlò la convinse ad uscire da lì con lui. Salutò a stento Terrence e insieme a Theodore raggiunse nuovamente il campo da Quidditch. Durante il tragitto, il ragazzo le raccontò cosa la Perks aveva scoperto e Alyssa lo ascoltò attentamente, quando Theodore arrivò a raccontarle della pergamena si fermò di colpo.
 
-Non può essere- mormorò frastornata.
 
-Oh andiamo riflettici. Tutto torna- rispose Theodore, irritato.
 
Effettivamente il ragazzo aveva ragione, Moody gli aveva dato la pergamena e qualche giorno dopo, Theodore si era ritrovato in infermeria. Alyssa si morse il labbro e si sentì una stupida per non averci pensato, sicuramente doveva essere sempre lui il ladro di ingredienti e questo spiegava il perché era stata obliviata. Attorno al campo da Quidditch schiere di auror correvano da una parte all'altra senza degnarli di uno sguardo e questo fu un sollievo per lei, che non aveva voglia di cercare qualche scusa o peggio, spiegare la verità a degli sconosciuti. Videro la professoressa McGranitt e non persero tempo, la raggiunsero di corsa e si fermarono solo quando le furono accanto.
 
-Dovete tornare subito al castello voi due. Black, Potter sta bene non si preoccupi è con Moody- disse la professoressa con fare sbrigativo.
 
-Professoressa ma è proprio questo il problema!- esclamò Alyssa. -Moody non è Moody. È lui il ladro di ingredienti-
 
Piton si avvicinò a loro, intenzionato forse a rimandare Theodore nella Sala Comune dei Serpeverde ma dovette fermarsi, quando sentì le parole della ragazza.
 
-La magia oscura che mi hanno lanciato, era la maledizione defi...qualcosa e l'unica cosa che ho letto spesso era la pergamena che Moody ha dato ad Alyssa- spiegò Theodore con urgenza.
 
-Complimenti per il suo modo di spiegare, Nott. Molto esaustivo- disse Piton, guardando il ragazzo.
 
-Se quello che dite è vero...- la McGranitt guardò Piton, e la voce le si incrinò. -Significa che abbiamo affidato Harry ad un impostore!-
 
I professori corsero in quella che doveva essere la direzione presa dal falso Moody e da Harry. Theodore prese la mano di Alyssa e insieme si avviarono verso il castello in silenzio. Si guardavano di sottecchi senza proferire parola e la ragazza immaginava perfettamente cosa passasse per la testa a Theodore. Non era stupida, sapeva quanto fosse geloso, ricordava perfettamente le minacce che aveva rivolto a Neville dopo la Terza Prova.
 
-Tra me e Terrence non c'è nulla- disse, guardandolo.
 
-Mi fido di te. Meno di Higgs- rispose Theodore.
 
Alyssa gli sorrise e Theodore ricambiò, vide gli occhi del ragazzo visibilmente stanchi e lo accompagnò giù nei sotterranei, prima di avviarsi nella sua Sala Comune. Era davanti la Sala Grande quando vide entrare di corsa Piton con la McGranitt, si nascose dietro una delle armature e si mise in ascolto di qualsivoglia notizia.
 
-Come ha fatto a scappare?- borbottò la McGranitt, contrariata.
 
-Avrà messo degli apprendisti Auror. Caramell non mi sembrava convinto delle parole di Silente. Tu avvisa Albus io vedo di riuscire a riacciuffarlo-
 
-Lo so che era tuo amico, Severus ma non farti ingannare-
 
-Ha usato una delle Maledizioni Senza Perdono alla nipote del nostro migliore amico, oltre che schiantarla e obliviarla. Dovrà pagare, Regulus avrebbe voluto così-
 
I due si divisero e nel momento in cui la professoressa scomparve su per le scale, Alyssa uscì dal suo nascondiglio più confusa di prima. La confusione lasciò presto il posto alla rabbia, quell'uomo era scappato? Cos'aveva Caramell in testa? Si avviò su verso le scale principali, riflettendo su tutto ciò che era accaduto quella sera. Qualcuno aveva usato una Maledizione Senza Perdono su di lei? Ma perché? Sospirò stanca, avrebbe chiesto tutto a Harry il giorno seguente.
Vieni con me.
Scese le scale con calma, accarezzando il corrimano con la mano e tenendo gli occhi fissi davanti a sé.
Vieni con me.
Un uomo l'aspettò alla fine delle gradinate e lo raggiunse docile. Lui le afferrò il braccio facendole male ma non se ne preoccupò e la costrinse a correre. La ragazza provò ad opporre resistenza ma l'uomo non la lasciò andare.
Vieni con me.
Uscirono di soppiatto dal castello ma lei non si accorse di nulla, era troppo impegnata a seguire passo dopo passo colui che la teneva stretta a sé. Non si accorse neanche, di essere entrata dentro il passaggio posto sotto il platano picchiatore.
Vieni con me.
Entrarono nella vecchia casa infestata e la portò al piano terra per uscire di nuovo nell'oscurità notturna illuminata dalle luci degli Auror intenti a cercarlo.
Vieni con me.
Presero un sentiero che non aveva mai visto ma non si stupì come avrebbe fatto normalmente. La sua mente non provava più ad opporre resistenza.
Si ritrovarono sulle sponde del Lago Nero che davano sul villaggio di Hogsmeade e solo allora, l'uomo la liberò dall'incantesimo.
Alyssa sbattè le palpebre confusa, fino a poco prima si trovava a salire le gradinate principali e in quel momento davanti a sé non aveva più i quadri dormienti ma il Lago Nero, illuminato solo dalla luce lunare. Si rese conto solo qualche secondo dopo di avere mani sconosciute a tenerla stretta in vita, alzò lo sguardo sull'uomo e inorridì, staccandosi con urgenza dalla sua presa.
 
-Alyssa Sophie- ghignò. -Finalmente ci vediamo...oh meglio, mi vedi-
 
-E tu chi diavolo sei?- chiese, guardandolo con un misto di confusione e paura.
 
-Ma tesoro, io sono un grande amico di tuo zio- esclamò euforico. -Sono Barty, nella tua bella casetta da ricconi ci sarà sicuramente una foto con me-
 
Alyssa lo guardò con astio, era un pazzo non poteva essere altrimenti. La guardava come se lei fosse la cosa più invitante a questo mondo e indietreggiò, mossa dall'istinto.
 
-Ma Alyssa cara, io non ti farei mai nulla- ghignò e si godette la paura negli occhi della ragazzina.
 
-Mi hai schiantata- rispose lei, guardandolo con astio.
 
Lui rise e portò il capo all'indietro divertito, come se avesse ascoltato la battuta più divertente della sua vita. -Mia cara Alyssa tu sei stata sicuramente il mio passatempo preferito. Pensavi che qualcuno rubasse dalla riserva di Piton vero? La verità è che sei sempre stata tu-
 
-Cosa? No!-
 
-Oh sì- disse ridendo. -Tu hai sempre rubato gli ingredienti al posto mio, tu mi hai prodotto la polisucco e sempre tu mi hai fatto compagnia nelle notti da solo-
 
-Che cosa?- chiese lei, inorridita al pensiero di essere stata con lui.
 
Barty guardò la sua espressione e scoppiò in una fragorosa risata che la fece rabbrividire. -Okay, l'ultima no. Oddio guarda la tua faccia, pensavi davvero che avrei potuto fare una cosa del genere alla nipote del mio migliore amico? Suvvia, andavo a Notturn Alley per quello-
 
Vieni con me.
Il corpo si mosse come se fosse posseduto da qualcuno, fece qualche passo verso di lui improvvisamente docile e quando fu accanto all'uomo, questo le mise un braccio attorno alle spalle.
 
-Quando Grace saprà che ti sto portando da lei sarà felicissima!- esclamò euforico.
 
-Stupeficium!-
 
Barty volò dritto in acqua mentre dal boschetto dietro di lei, Severus Piton usciva dall'oscurità notturna tenendo la bacchetta puntata su Barty.
 
-Wingardium leviosa-
 
Barty uscì dall'acqua volando, Piton le fece segno di avvicinarsi a lui e Alyssa si andò a nascondere alle sue spalle, ancora scossa dalla maledizione Imperius. Quando Barty fu di nuovo sulla terra ferma, Piton gli scagliò un altro incantesimo e l'uomo venne legato da delle corde.
 
-Sev...dai, siamo amici- disse l'uomo, sorridendogli.
 
-Anche no- rispose Piton, laconico. -Il Barty che conoscevo io non avrebbe mai lanciato una maledizione Imperius contro la nipote del suo migliore amico. Ah e non avrebbe aiutato il Signore Oscuro a tornare ma questa è un'altra cosa- disse sarcastico.
 
-Lo adoravi anche tu! I nostri bei tempi torneranno presto amico mio- rispose con tono adorante.
 
-Ah sì grazie a proposito- rispose Piton, sarcastico.
 
-Oh ma non è tutto merito mio- ghignò Barty. -Grace ha organizzato tutto. È sempre stata così maledettamente intelligente...e sexy, te la ricordi vero?-
 
-Grace è scomparsa pazzo squilibrato e non avrebbe mai fatto una cosa del genere!- disse Piton, sprezzante.
 
-Secondo me sì-
 
A quel punto Severus non c'è la fece più ad ascoltare i vaneggiamenti di Barty, puntò la bacchetta al cielo e sparò getti rosso fuoco per far capire dove si trovassero. Non passarono neanche cinque minuti che gli Auror si presentarono lì per arrestarlo di nuovo.
 
-Le ha fatto una maledizione Imperius- spiegò Piton agli Auror.
 
Poco dopo si presentò anche la McGranitt, che la riaccompagnò nella Torre di Grifondoro mentre Severus rimuginava su Grace.
 
***
 
La mattina seguente tutto sembrava surreale. Hermione si era svegliata prima per andare da Harry assieme a Ron mentre Lavanda, sonnecchiava ancora stando sempre sull'attenti. Ginny invece se ne stava accanto alla finestra a guardare il campo da Quidditch, dove il labirinto non era ancora stato smantellato. Alyssa non aveva chiuso occhio, era rimasta sveglia a ripensare alle vicende del giorno prima. Per un anno intero non aveva più ripensato a quel nome e giusto qualche ora prima, era tornato imperterrito a darle fastidio. Doveva capire chi fosse Grace, ne valeva quanto meno della sua sanità mentale. Il pensiero che un loro compagno di scuola fosse morto poi era il più terribile degli incubi.
Si alzò dal letto e si preparò, non voleva scendere a fare colazione come se nulla fosse. Era giusto fare qualcosa per la memoria di Cedric o quantomeno farsi vedere dai Tassorosso per le condoglianze. Serrò la mascella al pensiero di quella parola e non attese oltre, svegliò Lavanda e fece segno a Ginny di alzarsi anche lei dal suo posto.
 
-Andiamo dai Tassorosso. Rimanere qui è inutile-
 
Lavanda si alzò e si chiuse in bagno mentre le altre due ragazze, uscivano per recarsi alla serra dei fiori. Era giusto portare qualcosa che avrebbe fatto piacere a Cedric. Formarono un mazzo di fiori diversi, scelsero l'azalea per la gioia, i bucaneve per la vita e la speranza, la calla per la stima – Perché Cedric poteva essere solo stimato, tanto era altruista verso gli altri –, la dalia per la gratitudine che provavano per lui. Scelsero anche l'eliconia, perché Cedric era di una bellezza dolce e i fiordalisi, perché era un ragazzo sempre felice e spensierato.
 
Le due Grifondoro tornarono indietro e proprio davanti alle scale che portavano al seminterrato, videro Lavanda aspettarle. Insieme scesero le scale ed incontrarono un gruppo di Corvonero, i quali erano appena andati dai loro compagni Tassorosso. Si salutarono con un cenno di mano senza proferire parola, era già tremendo che stessero andando a fare le condoglianze ai compagni. Fuori dalla Sala Comune dei Tassorosso, la professoressa Sprout era intenta ad asciugare le lacrime che avevano bagnato le sue guance paffute. Credendosi sola fu colta da singhiozzi e chiuse gli occhi, appoggiando il capo alla parete. Era stanca, si vedeva e per un secondo furono attirate dall'idea di andarsene ma il pensiero svanì subito e si avvicinarono alla donna.
 
-Professoressa- esclamò Ginny, con tono gentile.
 
La donna spalancò gli occhi, sentendosi colta in flagrante ma nonostante ciò sorrise alle tre ragazze. Soprattutto quando vide i fiori che Alyssa portava tra le mani, riconoscendo i significati che essi avevano.
 
-Noi...vorremmo fare le...- la voce di Lavanda si fermò, incapace di dire quella parola.
 
La Sprout le sorrise gentile, nonostante stesse morendo dentro e sospirò. -I ragazzi ora sono...si stanno facendo forza a vicenda, non credo sia il caso di farli uscire-
 
-E se entrassimo noi?- chiese Ginny, con tono supplichevole.
 
La donna le guardò per qualche secondo, indecisa su cosa fare. Le regole le imponevano di dire di no e di invitarle a tornare nella propria Sala Comune ma quei fiori, quei fiori simboleggiavano tutto ciò che Cedric era stato. Annuì e le ragazze credettero di sognare quando la donna le portò in un vicolo cieco pieno di botti, estrasse la bacchetta dalla lunga tunica e diede dei colpetti alla seconda botte a ritmo di Tosca Tassorosso, il coperchio scivolò rivelando il passaggio.
 
-Prima che entrate, questa sarà la prima e l'ultima volta che entrerete qui dentro, sono stata chiara?-
 
Le ragazze annuirono e scivolarono all'interno del passaggio. Le regole erano regole, non avrebbero mai violato le Sale Comuni delle altre case ma quella volta era diverso.
Cedric Diggory era morto.
Si ritrovarono ben presto in un'accogliente Sala Comune e Alyssa provò invidia per quanto fosse bella e luminosa. Aveva una forma circolare, i fiori e le varie piante emanavano tranquillità e l'arredamento rustico dava un'aria familiare alla stanza. I divani e le sedie erano tutti occupati dai ragazzi di Tassorosso, nonostante l'accoglienza della Sala, nell'aria aleggiava tristezza. La Sprout le aveva seguite e fece segno ai suoi studenti di avere visite, questi alzarono lo sguardo e rimasero sorpresi nel vedere le tre Grifondoro all'interno della loro Sala Comune. Wayne Hopkins si alzò dal divano e si avvicinò a loro, Alyssa vide gli occhi azzurri del ragazzo iniettati di sangue e contornati da occhiaie. Non aveva chiuso occhio per la perdita del suo migliore amico.
 
-Tenete- esclamò Alyssa, offrendogli i fiori. -Abbiamo scelto quelli che rappresentessero al meglio Cedric. Non lo conoscevamo ma da quel poco che abbiamo visto, era un ragazzo dolce e pieno di vita- lo guardò negli occhi e proseguì. -Forse ora non ci volete neanche vedere, però vorrei dirvi che prima di essere Grifondoro o Tassorosso, siamo studenti di Hogwarts e dobbiamo sempre farci forza l'un l'altro in queste situazioni-
 
Wayne prese i fiori e Sally-Anne Perks si avvicinò, per prenderli dalle mani dell'amico. Le iridi azzurre si velarono di nuove lacrime e Alyssa dovette far fronte a tutta la sua forza per non scoppiare a piangere con lui.
 
-Cedric Diggory era un ragazzo speciale- disse Alyssa, guardando i presenti. -Meritava di vincere il Torneo e di festeggiare con voi, adesso i vostri occhi sarebbero si iniettati di sangue ma per il troppo Whisky- guardò la professoressa e continuò. -Che non avreste bevuto perché è sempre meglio un buon succo di zucca per festeggiare- i Tassorosso ridacchiarono a quella battuta e Alyssa fu contenta di aver sollevato i loro animi per un secondo. -Avreste parlato di come vedervi durante l'estate e di cosa fare dopo Hogwarts- si fermò perché sentì la sua voce incrinarsi per l'emozione.
 
-È vero, non farete più discorsi del genere con Cedric, lui non ci sarà più ma voi, vivrete col ricordo di aver conosciuto un ragazzo speciale. Non vi avrebbe voluto vedere così, avrebbe voluto invece che Wayne si dichiarasse a Sally-Anne e che questa, prima di dire di sì lo avrebbe preso a schiaffi in mezzo a questa stanza- Lavanda parlò con calma e Alyssa la guardò, immaginando che il ragazzo si era palesato da lei in quelle poche ore di sonno. -Avrebbe voluto vedere Ernie che faceva il giudice della situazione, dando voti bassi casualmente sempre a Harry e alti a Fleur perché "Poverina se non riesce a superare il Lago Nero sarà sicuramente colpa di Harry"-  i ragazzi risero ed Ernie arrossì. -Avrebbe voluto vedere Hannah e Susan ubriacarsi di Whisky e cantare Tosca Tassorosso... ovviamente professoressa con Whisky intendiamo il succo di zucca, giusto?- tutti annuirono e sui volti comparvero sorrisi. La Sprout non stava pensando agli alcolici, quanto più alle parole della ragazza e nuove lacrime le solcarono le guance. -E tu Justin, avresti chiesto a Megan di ballare ma lei ti avrebbe detto di no, perché in fondo sappiamo tutti che la persona con cui vuole ballare non è figlio di Tosca Tassorosso. Lui non avrebbe voluto musi lunghi ma solo un grande coro a cantare la sua canzone preferita-
 
I Tassorosso si guardarono l'un l'altro senza dire una parola, si alzarono da sedie e divani e si voltarono tutti verso un ritaglio di giornale incorniciato, dove la foto di Cedric spiccava tra le righe scritte dalla Skeeter.
 
Un unico coro cantò "We are young"  dei Tritons.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Okay, ecco l'ultimo capitolo del quarto anno. Mi sono emozionata a scrivere l'ultima parte del capitolo, doveva esserci una parte in più ma ho preferito dare spazio a Cedric. Spero che il significato dei fiori sia giusto, volevo dare la sensazione di perdita anche se Cedric per Alyssa non era nessuno.
Giusto due cose, la prima è che la Maledizione defixiones non è una maledizione del mondo di Harry Potter, mi sono basata su una pratica usata dai popoli antichi per immobilizzare i demoni o mandare il malocchio alle persone odiate. Consisteva in trascrivere su tavolette il nome della persona odiata, dire una formula magica e lasciarla nel tempio della divinità.
Un'altra cosa sono i Tritons, che ovviamente non esistono e la canzone è quella dei Fun. Mi sembrava giusto dire addio a Cedric con un inno alla vita.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Al prossimo capitolo,
 
_L_Black_
  
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