Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ballerina 89    25/03/2021    2 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Amore olimpico
Capitolo 5

 

L’idea di dover tornare a casa non mi piaceva affatto ma allo stesso tempo non volevo regalare ai miei genitori una delusione. Sono sempre stati accondiscendenti con me, hanno sacrificato tutto per permettermi di sognare in grande e nel momento in cui  non c’era  più un sogno da raggiungere  non mi sembrava giusto continuare a fargli fare sacrifici. Se fossi rimasta a New York, in quanto minorenne,  avrebbero dovuto iscrivermi in un convitto, pagare una retta annua per potermi permettere di soggiornare lì e avrebbero dovuto viaggiare di continuo solo per potermi venire a trovare. Non meritavano di fare quella vita, non più viste le circostante ma  se da una parte ero propensa, per il loro bene, a tornare a storibrooke dall’altra volevo fermamente restare a New York! c’era  Killian in città, il mio amico, il mio ragazzo... colui che mi aveva fatto tornare a vivere dopo la tragedia. Amavo i miei genitori, li amavo sul serio, ma tenevo in maniera smisurata e lui e sinceramente e parlando non so davvero se sarei riuscita a lasciarlo andare. 

Quei pensieri mi tormentarono per tutta la notte e inutili furono tutti i tentativi fatti per cercare di camuffare le mie occhiaie e il mio sguardo spento il giorno seguente: sia i  miei che Killian capirono immediatamente che qualcosa in me non andava. I miei inizialmente crederono che fosse successo qualcosa alla festa dove pensavano fossi stata la sera prima e di conseguenza non non fu difficile raggirarli, diedi la colpa alla stanchezza e alla sveglia puntata troppo presto e senza troppi giri di parole mi credettero, per Killian invece fu differente... molto differente, non appena mi vide capì che qualcosa non andava e prima ancora di potergli dire qualsiasi cosa, anche un semplice ciao, eccolo buttarsi ad indovinare. 

  • Dal tuo sguardo deduco che tu ti sia già pentita.... - mi disse senza neanche salutarmi. 
  • Pentita? Di cosa? Di noi???? - domandai incredula che lo avesse anche solo pensato, credevo di essere stata abbastanza esplicita su ciò che volevo. 
  • Di che alto altrimenti....
  • Ma cosa dici Kill.... tu sei tutto scemo! No, certo che no! Non mi sono assolutamente pentita: scherzi???? È stata la serata più bella della mia vita devi credermi. Sono stata benissimo! 
  • E allora perché se ieri ti ho lasciata che sembravi essere felice e serena adesso sembri un piccolo cucciolo impaurito e disorientato? - non gli risposi subito ma fu uno sbaglio perché  non feci altro che dargli modo di provare ad indovinare ancora una volta. - Se come dici non sono io la causa allora... no! - esclamò sbarrando gli occhi e fissandomi per qualche istante - non è che... non hai litigato con i tuoi genitori a causa mia vero??? Dicevi che non ti avrebbero rimproverata per il tuo ritardo.... Lo hanno fatto???? Ti hanno messa in punizione? Loro....
  • Ehi ehi ehi... la smetti di provare ad indovinare? - sorrisi nel vederlo così agitato e al tempo stesso premuroso nei miei confronti - È tutto ok Killian, non sono né pentita ne i miei mi hanno messa in punizione. Sono solamente stanca, ho dormito poco e questo mi distrugge. Sono il classico tipo che se  non dorme come minimo sei ore è intrattabile per tutta la giornata. Tutto qua. 
  • Sul serio????  Non è che...
  • Sul serio Killian... è tutto ok! - non mi piaceva mentirgli, ma non mi andava neanche di deprimerlo con le mie paranoie. La nostra relazione era appena iniziata, non erano neanche 24h ore che stavamo ufficialmente insieme, non mi andava di perdere tempo a parlare dei miei problemi. Volevo passare semplicemente una mattinata piacevole in compagnia del mio ragazzo. 
  • D’accordo, farò finta di crederci ma sappi che non mi convinci affatto signorina e prima o poi ti convincerò a parlare. Salta su adesso, ti porto in un posticino da favola. - feci come mi venne chiesto, salii in auto e dopo un piccolo e casto bacio che mi diete partimmo per una destinazione a me sconosciuta. Non mi diede nessun indizio per capire dove mi stesse portando ma a me poco importava, con lui ogni posto sarebbe stato magico, quello che non mi aspettavo peró fu il suo silenzio. Non era solito rimanere in silenzio, Killian era un gran chiacchierone eppure quella mattina non spiccicò mezza parola. L’unica cosa che fece di tanto in tanto fu fissarmi con la coda dell’occhio come a volermi controllare, come a voler assicurarsi che stessi sul serio bene. Avrebbe dovuto farmi piacere quel suo comportamento, in fondo si stava preoccupando per me, ma la realtà è che mi agitava quel suo sguardo preoccupato, mi agitava parecchio tanto che decisi di voltarmi e guardare il finestrino fin quando non giungemmo a destinazione. Non capii dove fossimo di preciso, a parte New York centro non conoscevo molti altri posti, quello che sapevo però era che mi aveva portato in un posto meraviglioso. Davanti ai miei occhi vi era un’enorme distesa di verde e in lontananza a pochi metri da noi vi era un piccolo fiume. Non eravamo soli, qualche coppietta e qualche famiglia a quanto pare aveva avuto la nostra stessa idea ma nonostante ciò la cosa si rivelò davvero molto romantica. 
  • Spero tu non mi abbia mentito sulla punizione e che non hai problemi di rientro perchè pensavo di invitarti ad un picnic. 
  • Un picnic? - chiesi confusa. 
  • Si, un picnic... sai cos’è un picnic vero? - mi guardò con sguardo preoccupato.
  • Certo che lo so, mi sarò persa anche molte cose fino ad ora ma non vengo mica dall’età della pietra, sono solo stupita, non me lo aspettavo.
  • Non ho la faccia di uno che fa picnic forse? - mi fissò con il suo solito sguardo strafottente - non mi vedi come un ragazzo romantico per caso? Mi dispiace deluderti mia cara ma sono il ragazzo più romantico in circolazione. 
  • Non intendevo dire questo solo che  per un picnic di solito ci si organizza: si fa la spesa, si preparano cibarie si.... - non feci neanche in tempo a finire il mio elenco che eccolo estrapolare dal portabagagli un autentico cestino di vimini e un paio di zaini. 
  • C’è tutto! Ho pensato a tutto io! - rispose con un sorriso che la diceva davvero lunga - sono o non sono un perfetto fidanzato? 
  • Vola basso signorino, ne devi fare di strada per raggiungere la perfezione sai? - lo presi un po’ in giro utilizzando la solita frase che di solito mi ripeteva Regina quando insinuavo di essere impeccabile.  - ma apprezzo lo sforzo.... - feci l’occhiolino. 
  • Apprezzi lo sforzo? - esclamó facendo finta di essere offeso ma non ci riuscì a pieno...  già a metà frase iniziò a ridere - comincia a correre signorina perché se ti prendo non avrai scampo! - Poggiò nuovamente le borse in auto e non curandosi affatto delle persone che ci stessero osservando prese a rincorrermi per tutta quella distesa di verde, lasciandomi un po’ di vantaggio visto che ero da poco guarita,  fin quanto non riuscì a raggiungermi. Mi afferró per la vita esclamando un “ti ho presa” ma nel farlo perse l’equilibrio e cadde a terra. Iniziai a ridere a crepapelle nel vederlo al tappeto ma lui per vendicarsi della mia risata mi afferrò per la gamba, quella buona e strattonandomi mi fece cadere addosso a lui per poi ribaltare la posizione e trovarsi sopra di me. 
  • Sta forse ridendo di me signorina swan?!?!
  • Può darsi... - risposi con il suo stesso tono malizioso. 
  • ah si??? Beh...in questo caso mi vedo  costretto a darle una durissima punizione! - e senza lasciarmi modo di replicare si avvicinò alle mie labbra e mi bacio con una delicatezza estrema. Avrei voluto che il mondo si fermasse in quell’esatto momento ma aimè Killian non sembrava dello stesso avviso, aveva deciso di volermi dolcemente torturare. Si staccò dalle mie labbra con fatica ma si ricompose subito riprendendo il suo gioco. - ha capito la lezione signorina? 
  • Mmmh... non esattamente, non è che potrebbe delucidarmi ancora? Sa... giusto per evitare errori futuri. - lo vidi scuotere la testa divertito dalla mia intraprendenza ma non si rifiutò di certo di baciarmi ancora anzi... questa volta lo fece in maniera decisamente più intensa terminando poi con un: “capito adesso?!?!” Ancora una volta gli risposi di non essere riuscita a  capire pienamente il concetto e come le due volte precedenti continuò a baciarmi ancora e ancora fin quando non ci rendemmo conto di star dando spettacolo.
  • Emh... vado a prendere la roba in macchina che dici? - propose dopo essersi allontanato quanto basta per non saltarmi nuovamente addosso, avevamo  gli occhi di tutti su di noi e la cosa ci metteva entrambi a disagio. 
  • Direi che è la soluzione migliore anzi... ti do una mano! - feci per alzarmi.
  • Ferma lì... penso a tutto io! - e senza aggiungerà alto si diresse verso la macchina per poi tornare con tutto il necessario per il nostro picnic. Aveva portato con se un’enorme tovaglia bianca a quadretti rossi, la classica che si usa per queste occasioni e un paio di cuscini per poter star più comodi. Li sistemammo uno accanto all’altro in modo da poterci sedere vicini dopodiche iniziammo a tirare fuori le cibarie. Aveva preparato di tutto: insalata di riso, pasta fredda, panini, tramezzini.... aveva svaligiato la sua stessa credenza. 
  • Mi hai forse presa per una mangiatrice seriale?  - domandai divertita.
  • Sei talmente magra che la vera domanda che dovresti pormi è “hai paura che mi facciano morire di fame?” Comunque no... non ti ho presa per una mangiatrice seriale.... il fatto è che non conoscendo bene i tuoi gusti non sapevo cosa avresti preferito. - rispose con onestà. 
  • Oooh sei un tesoro Killian! Non dovevi... avrai impiegato un sacco di tempo per preparare tutto questo! 
  • Mmmh no! In realtà no. Panini e pasta  non sono così complicati da preparare ma per il resto... beh si confesso di aver avuto qualche difficoltà.
  • Il resto???? Cos’altro hai preparato? - chiesi non vedendo altro. 
  • Aspetta, ora ti mostro... - Lo vidi prendere il secondo zaino, quello che non avevano ancora aperto e lo vidi tirare fuori due crostate, una al cioccolato e una alla Marmellata di ciliegie e tre contenitori contenenti una vastità infinita di biscotti. 
  • Killian non... non ho parole non... non dovevi....
  • Mi fa piacere viziarti e poi ti ricordo la promessa che ti ho fatto: ho giurato di aiutarti a recuperare tutte le esperienze perdute e in fatto di alimentazione siamo ancora molto indietro mi sembra. 
  • Sei un tesoro.... davvero! 
  • Lo faccio solo per te! - e niente tornammo a baciarci per qualche minuto fino a quando il mio stomanco non decise di interrompere il nostro momento romantico iniziando a brontolare rumorosamente. - qualcuno reclama cibo! - esclamò Killian prendendomi in giro dopodiche mi passò il vassoio con i tramezzini e mi chiese di provarne uno. Non me lo feci ripetere due volte e ne addentai subito uno: incredibile.... era senza ombra di dubbio il tramezzino più buono che avessi mai mangiato. 
  • I miei complimenti allo chef! - dissi prendendone subito un altro. - sicuro che li hai fatti tu????
  • Con queste belle manine tesoro, te l’assicuro. - rispose maliziosamente per poi farmi compagnia nel mangiare. Persi il conto di quanti tramezzini mangiai ma lasciai comunque lo spazio per i dolci, quelli ora che non dovevo più seguite la mia dieta ferrea non potevano di certo mancare. Ci abbuffammo di biscotti e e fette di crostata come se non ci fosse un domani ma se per i tramezzini avevano assunto una posizione composta per mangiarli, il dessert lo consumammo stretti l’uno nelle braccia dell’altro. Adoravo le sue braccia, mi sentivo al sicuro accoccolata a lui ma proprio quello stare bene mi riportò alla mente i miei  pensieri più oscuri e se prima ero riuscita a raggirarli, sempre grazie alla sua presenza, adesso li sentivo pressarmi e tormentarmi più che mai. Tornare a Storybrooke significava dovergli dire addio e io non ero assolutamente pronta a farlo. 
  • Emma.... Emma tutto bene???? - mi riportò alla realtà Killian con il suo tono di voce preoccupato - che succede tesoro???? - continuó asciugandomi una lacrima dal viso. Ero  talmente immersa  nei miei pensieri che non mi ero neanche resa conto di stare piangendo. 
  • Niente Killian non... non è niente. - provai a sorridere per rasserenarlo ma senza nessun successo. 
  • Mmmh.... scusa ma non ti credo! - mi rispose stringendomi ancora di più a se. - lo so che non stai bene, l’ho capito da questa mattina quindi perché non mi parli? Sfogati.... magari riesco a tirarti su.
  • È impossibile credimi... non puoi... 
  • non puoi saperlo, quando eri ricoverata e avevi costruito quel muro inespugnabile sono riuscito comunque a raggirarlo ricordi? Posso riuscirci ancora, ne sono convinto, devi solo aprirmi il tuo cuore. 
  • Non è nulla di particolarmente importante credimi, sono solo triste. 
  • Dimmi perché! 
  • Non mi va... hai organizzato tutto questo per me e io... beh... io non voglio rovinare tutto con i miei problemi. - ammisi. 
  • Non rovineresti nulla tesoro credimi ma se non te la senti non posso costringerti... - mi diede un bacio sulla guancia per poi stringermi ancora una volta a se. Volevo dirglielo, davvero... ma avevo paura che il nostro rapporto di rovinasse a causa di quella confessione e di conseguenza decidi di non dire nulla. Già... per circa dieci minuti poi il peso di quella nuova realtà tornò a farsi sentire in maniera opprimente e senza rendermene neanche conto iniziai a parlare. 
  • I miei pensano che tornerò a storibrooke con loro tra qualche mese.... cioè non è che lo pensano, sono stata io a dirglielo qualche tempo fa.... - iniziai così il mio discorso. - avevo perso tutto ciò che per me era importante, la ginnastica, la mia migliore amica, te...
  • Me??? - domandò incredulo.
  • Si, te... ti ricordi che per un periodo non ci siamo parlati vero? Beh... è stato allora che ho detto ai miei genitori che sarei tornata con loro una volta terminate le mie visite. Credevo che non volessi più vedermi, che New York non avesse più nulla da offrirmi mah... niente: ho combinato un bel casino. - abbassai lo sguardo.
  • È per questo che sei giù? 
  • Già... ho parlato troppo presto, non ho ragionato bene prima di rispondere e adesso mi ritrovo in questa assurda situazione. Amo i miei genitori, averli qui con me in questo periodo 24h su 24 mi ha fatto capire quanto in realtà io mi sia persa in tutti questi anni ma... io non voglio lasciare New York. Non più almeno. 
  • Ho capito... posso sapere le motivazioni che ti hanno spingono a rivalutare la tua partenza? Magari se mi fai vedere il tuo punto di vista riesco ad aiutarti meglio. 
  • Devo proprio dirtelo? Non ci arrivi da solo? - per me la risposta era ovvia ma a quanto pare per lui non era così o meglio... sperava non fosse così. Rimase a fissarmi per due minuti buoni come a volermi dire  “io ho capito ma devi dirmelo tu” e alla fine mi convinse a vuotare il sacco. - beh tu sei il punto principale. Non avevo mai frequentato un ragazzo prima d’ora e adesso che ho te al mio fianco io mi sento bene... non riesco a spiegarlo con esattezza. Tu mi hai fatto tornare a sorridere, mi consideri come nessun’altro forse ha mai fatto e... beh.... a me piace tutto questo e non sopporto l’idea di dovervi rinunciare. Io non voglio separarmi da te, non riuscirei a sopportarlo. 
  • Apprezzo molto le tue parole e mi fa immensamente piacere sapere che io abbia avuto una buona influenza su di te Emma ma sincerità per sincerità non credo che questo sia abbastanza per rinunciare a tornare a casa. - rispose fissandomi dritta negli occhi. per  me fu come una doccia gelata ricevere quella risposta, cosa voleva insinuare con quelle parole, cosa significava che non era abbastanza? 
  • Non... non ho capito... cioè, tu credi sia una cosa superflua non voler rinunciare a te? Tu... mi stai forse dicendo che la nostra relazione non ha senso? Che non vale la pena viverla? Che...
  • Emma? Emma tesoro no, non intendevo dire questo. Sei la cosa più bella che mi sia capitata credimi 
  • E allora????
  • Dico solo che non è giusto abbandonare la tua famiglia solo per un amore. Io l’ho fatto e credimi sulla parola: sto ancora pagando le conseguenze delle mie azioni. Non voglio che questo accada anche a te, non voglio che tu ripeta i miei stessi errori ed è proprio per questo che ti dico che un amore non può essere l’unico e solo motivo per allontanarsi dalla famiglia. 
  • Lei non era la donna per te e di sicuro la mia situazione non è come la tua! 
  • Forse hai ragione, forse no... Emma credimi, tengo a te in maniera smisurata e sarei un bugiardo a dire che non me ne importerebbe nulla se tu andassi via ma al tempo stesso non posso permettere che tu ti rovini la vita solo per una cotta. 
  • Una cotta??? Una cotta Killian? Tu pensi che tra di noi ci sia solo una stupida infatuazione? Pensi...
  • Per me non sei una semplice cotta Emma, posso garantirtelo questo ma tu... tu tesoro mio  non hai mai avuto altri fidanzati, non sai ancora nulla dell’amore e di conseguenza non puoi sapere di preciso cosa provi per me, capisci cosa intendo dire? 
  • Che sono una stupida bambina?
  • No affatto, il contrario forse, per certi versi sei fin troppo matura ma il punto è che non hai esperienza. Non è affatto un problema per me, non fraintendermi, anzi...sapere che potresti essere solo mia mi manda il cervello in subbuglio per la felicità mah per quando riguarda te... beh... Non hai altri parametri di paragone. Il nostro potrà essere per te un grande amore, il vero amore, oppure una semplicissima cotta. - mi faceva davvero male ammetterlo ma non aveva tutti i torti, non sapevo nulla sulla questione amore o fidanzati pertanto potevamo benissimo essere una coppia destinata a finire molto molto presto. - vado contro i miei interessi e di sicuro mi maledirò per averti detto tutto questo ma ti voglio bene, ti voglio più che bene e di conseguenza devo tutelarti in qualche modo e questo è l’unico che mi viene in mente. Non commettere i miei stessi errori Emma, non rinunciare alla tua famiglia, recuperare i rapporti un domani sarà difficilissimo se non addirittura impossibile. 
  • Quindi stai dicendo che devo andarmene? Vuoi che parta? 
  • Non voglio che tu parta ma se il motivo per cui rimani sono solo io forse vale la pena pensarci attentamente prima di decidere di restare. Se poi le motivazioni fossero più di una allora....beh sarebbe differente. - dopo quell’ultimo scambio di opinioni rimanemmo in silenzio a lungo, stretti l’uno l’altro a contemplare il mondo attorno a noi. Sembrava una scelta di poco conto quella che avrei dovuto affrontare ma adesso anche lui si rendeva conto che quella decisione, o in un verso o nell’altro, avrebbe cambiato il futuro di parecchie persone. 
  • Tu sei la prima cosa per cui vorrei davvero restare ma se scavo a fondo noto che i pro sono molti di più rispetto ai contro. Vivere con i miei genitori mi è mancato molto in questi anni ma è anche vero che storybrooke non è più la mia casa da un pezzo ormai. Ero una bambina quando mi sono trasferita per la prima volta, avevo 11 anni e anche se sono cresciuta all’interno di una palestra questo non cambia che la mia vita è sempre stata qui. È qui che ho studiato, è qui che mi sono allenata, è qui che ho le mie amicizie. La mia vita è qui a New York, a Storybrooke ad eccezione dei miei genitori non c’è più nulla per me. 
  • Questo è un ragionamento decisamente migliore rispetto al precedente e in questo caso sono il primo a dirti di restare. 
  • Sul serio?
  • Si!! Se ti senti a casa qui a New York devi essere sincera e dirlo ai tuoi. Ho avuto modo di parlarci un paio di volte durante la tua convalescenza in ospedale e mi sono sembrate due persone piuttosto in gamba, vedrai che capiranno. 
  • Non sono preoccupata per la loro reazione, so che mi lascerebbero qui se solo lo chiedessi, sono rammaricata dal fatto che so che ci resterebbero malissimo. Hanno gioito come due bambini quando gli ho detto di essere d’accordo nel voler tornare a casa con loro, dovevi vederli Killian, erano al settimo cielo... non voglio deluderli. Non lo meritano, si so o fatti in quattro per me, per non farmi mancare nulla, per permettermi di realizzare il mio sogno.... meritano riconoscenza non una coltellata alle spalle. - era questo il mio dilemma principale, quello che non mi faceva dormire la notte, quello per cui non avevo ancora preso una decisione. 
  • Capisco che non sia semplice ma volente o nolente dovrai fare una scelta prima o poi ecco perché ti consiglio di renderli partecipi dei tuoi pensieri. Confidati con loro come hai fatto con me e vedrai che le cose si aggiusteranno da sole. 
  • Non... non c’è un altro modo? Io non voglio ferirli. 
  • Un altro modo....- lo vidi pensarci su - beh... potresti fare una lista dei pro e dei contro di entrambe le scelte e valutare di conseguenza cosa fare ma così facendo i tuoi, a meno che non mostrerai loro la lista, non capirebbero mai le vere motivazioni che ti spingerebbero, in caso, a restare. - sbuffai - fidati di me, parla con loro: rendili partecipi della tua vita. Hai una fortuna enorme Emma ad avere due genitori che si farebbero torturare per te, non rovinare tutto.
  • Ti manca tua madre vero? Vuoi... vuoi parlarne? - sapevo che era un tasto dolente ma come lui stava cercando di aiutare me volevo fare lo stesso con lui. Peccato che non fosse ancora pronto a farlo.
  • Non servirebbe.... lei mi odia...
  • No che non ti odia...
  • Mi odia eccome! Sono la cosa peggiore che le sia uscita, cito sue testuali parole, comunque non ho voglia di parlarne, voglio solo pensare a te adesso, odio vederti con quel visino triste e non voglio di certo ammorbarti o rattristarti con i miei problemi. 
  • Ma...
  • No no no no no....  basta racconti tristi, sono qui con te e voglio rendere questa giornata speciale. 
  • Ah si???? Addirittura speciale? E come vorresti fare? - alzai un sopracciglio cosa che  di solito faceva lui.
  • Baciandoti fino a farti mancare il respiro? - propose malizioso.
  • Allettante mah... beh potrei avere un’idea migliore. 
  • Spara! 
  • Beh hai detto una frase prima... hai detto che mi vuoi più che bene. - presi un respiro - cosa volevi dire esattamente? - lo vidi arrossire visibilmente e mi venne da sorride... con una sola frase ero riuscita a metterlo in imbarazzo. 
  • Rispondo come mi hai risposto tu poco fa: devo dirtelo proprio? Non ci arrivi da sola???? 
  • Potrei fraintendere no???? Allora???? 
  • Mmmh.... no! Non te lo dico! Non sei ancora pronta! 
  • Mah... - provai a protestare ma mi zitti con un bacio. Più di uno in realtà, ogni volta che tentavo di riprendere l’argomento lui volutamente mi attirava a se e mi baciava. - ok ok mi arrendo! Ma non finisce qui! Lo scoprirò prima o poi! 
  • Non vedo l’ora! 

Tornammo a goderci il pomeriggio evitando di riprendere gli argomenti spinosi di poco prima dopodichè fummo costretti a rincasare, si stava facendo tardi e avevo promesso ai miei di rientrare per l’ora di cena. Mi dispiaceva andare via, stare con Killian mi rendeva di buonumore nonostante i miei pensieri ma non potevo di certo trascurare i miei genitori.... non adesso che stavo valutando l’idea di restare a New York. 

  • gli ingranaggi del tuo cervello hanno ripreso a lavorare senza sosta vedo! -   Esclamò Killian, una volta esserci messi  in viaggio, vedendomi nuovamente con la testa tra le nuvole.
  • Scusa, mi sono lasciata trasportare dai brutti pensieri.... 
  • ti esploderà il cervello se continui così!  Rilassati... tutto si sistemerà. - parlava facile lui.... non era lui a dover lanciare la bomba. tutto si sarebbe risolto.... sì certo...magari, io l’unica cosa che riuscivo a vedere erano i miei genitori totalmente delusi da me. 

Nonostante i brutti pensieri provai  ad essere di compagnia durante tutto  il viaggio ma non ci riuscii, più ci avvicinavamo in direzione di casa e  più l’ansia si impossessava di me. Killian se ne accorse dal solo osservarmi e per aiutarmi a rilassarmi fece qualche giro in più con la macchina in modo da ritardare un pochino il mio arrivo. Fosse stato per me avrei continuato a girare intorno all’isolato per ore ma Killian al contrario dopo poco si fermò posteggiandosi loco distante dal cancello principale. 

  • eccoci arrivati.... - disse sorridendomi  cosa che io non riuscii minimamente a contraccambiare.  - ehi... andrà tutto bene Emma, non avere paura, apri il tuo cuore come hai fatto con me e vedrai che ti stupirai tu stessa di come le cose si aggiusteranno da sole. 
  • Vorrei avere un quarto dell’ottimismo che hai tu! - borbottai per nulla convinta. - devo necessariamente dirglielo oggi???? 
  • No non devi ma se vuoi liberarti di quel macigno che hai sul cuore ti consiglierei di farlo. Sai come si dice no? Via il dente via il dolore.... provaci, vedrai che ti sentirai subito meglio. 
  • Promettimelo! 
  • Te lo prometto! Dammi un bacio ora e  poi dritta a casa intesi? Mandami un sms quando glielo hai detto e ti chiamo. 
  • Ok... a... a dopo.  

Sceso dall’auto con estrema lentezza e allo stesso modo vi avviai in casa, avrei voluto correre a rifugiarmi nella mia camera senza neanche degnarli di uno sguardo, il solo guardarli mi faceva sentire in compa, ma non sarebbe stato un comportamento da me e di conseguenza avrebbero capito subito che qualcosa non andava. Entrai mostrando il mio miglior sorriso e facendomi coraggio mi avviai in cucina.

  • sono tornata! - esclamai attirando la loro attenzione. 
  • Eccoti finalmente, dove sei stata? Passata una bella giornata? 
  • Bellissima grazie, sono stata a fare un picnic con degli amici. Ci siamo divertiti molto.
  • Wow una scampagnata? È meraviglioso! Non ricordo neanche l’ultima  volta che ne ho fatta una. - disse mia madre guardando in maniera sarcastica mio padre. - tuo padre da quando mi ha sposato non ha più voglia di fare nulla! - lo prese in giro.
  • Ehi!!! Non è vero questo!!!! - protestò lui di rimando. Amavo vederli punzecchiarsi in quel modo, avrei passato le ore ad osservarli bisticciare giocosamente ma non era quello il momento più adatto per farlo, non con tutto quello che avrei dovuto dirgli. 
  • Emh... vado in camera mia - mi misi in mezzo attirando nuovamente e l’attenzione su di me - ho delle cose da sbrigare. 
  • Cose da sbrigare??? Di che genere? La scuola non è finita tesoro??? - in effetti non aveva poi tutti i torti: la scuola era finita e oltre allo studio non avevo altri impegni da portare avanti. La sua domanda dunque nasceva spontanea ma cosa avrei dovuto rispondergli? “No mamma tranquilla è solo che voglio evitarvi il più a lungo possibile?” Mmh... no, non era di certo la risposta più adatta. 
  • Si mah... beh... ci hanno dato dei compiti per le vacanze tra cui delle ricerche da svolgere e siccome una delle ricerche in questione riguarda un argomento che abbiamo studiato in maniera del tutto superflua prorpio gli ultimi giorni, vorrei avvantaggiarmi a farla prima di dimenticare tutto e dover ricominciare da capo. - fu l’unica scusa sensata che mi venne in mente ma allo stesso tempo mi risultò davvero ridicola. Non avevo mai mentito ai miei genitori, si beh esclusa la piccola bugia della festa del giorno precedente,  non avevo mai avuto bisogno di mentire con nessuno ma in quel momento mentire era l’unica cosa che riuscivo a fare.
  • Ma chi te lo fa fare... - esclamò papà - va bene non perdere il ritmo e allenarsi per poi riprendere a settembre ma che bisogno c’è di svolgere ricerche che mai ti correggeranno? 
  • Mi stai dicendo di non studiare? Papà ti.. ti senti bene? 
  • Non sto dicendo che non devi studiare, dico solo che tra un mesetto o due torneremo a Storybrooke e di conseguenza dubito che i tuoi nuovi insegnanti si metteranno a correggere i compiti di un’altro istituto... a proposito di nuovi insegnanti: hai sfogliato il depliant che ti ho dato l’altro giorno? Hai già preso in considerazione qualche scuola che ti piacerebbe frequentare?  
  • Mmh... no, mi dispiace.... lo sfoglierò con calma nei prossimi giorni. - risposi - comunque non credo mi faccia male studiare quindi se volete scusarmi... la ricerca mi chiama. - corsi a rifugiarmi in camera e una volta entrata estrassi il cellulare dalla borsa e chiamai Killian. Rispose al primo squilló.
  • Amor...
  • Senti: non ci riesco! Non ce la faccio ok???? Non posso dirgli che non voglio tornare a casa con loro perché preferisco di gran lunga vivere qui! Ci resterebbero malissimo, sarebbero delusi da me.... se glielo dico finiranno per odiarmi per il resto della vita è l’ultima cosa che voglio è che...
  • Emma tesoro respira.... 
  • Non è semplice capisci??? Non si tratta di chiedere loro un consiglio o confessargli di aver preso un brutto voto! È una cosa totalmente diversa.... potrebbero pensare di tutto: che non mi interessi passare del tempo con loro, che io preferisca gli amici alla mia famiglia, che...
  • Emma smettila di farfugliare cose o vengo a casa tua e ci parlo io con i tuoi genitori! - mi zittì alzando leggermente il tono della voce per farsi sentire - non puoi farti venire un attacco di panico per questo! 
  • Non capisci Killian loro...
  • No... sei tu che non capisci Emma! I tuoi genitori ti hanno chiesto di tornare con loro perché ti hanno vista sotto un treno, pensano che questo posto ti faccia ricordare solo la ginnastica ed è per questo che vorrebbero allontanarti da qui.... per farti tornare il sorriso. Non aver paura di dare loro una delusione, non stai facendo nulla per dargliela... stai semplicemente esperimendo un tuo punto di vista e fidati: preferiscono che tu sia sincera piuttosto che farli contenti ma soffrire dentro. 
  • Mah...
  • Fidati di me ti prego. Parla con loro, confidati con loro... vedrai che una volta esposta la questione riuscirete, insieme,  a trovare una soluzione che  vada bene per tutti. 
  • Ho paura...
  • Lo so, ma devi farlo... per il tuo bene. - si prese un attimo di pausa - Avanti che aspetti? Riaggancia il telefono e vai dai tuoi. 
  • Non... non possiamo chiacchierare un po’ prima? Per favore..... - lo supplicai.
  • Abbiamo chiacchierato per tutto il giorno e ti ho promesso anche di richiamarti dopo cena quindi per un paio d’ore credo che possiamo tranquillamente non sentirci.
  • Non vuoi parlare con me?!?! - dissi triste sperando di impietosirlo. 
  • Non attacca tesoro - mi rispose di rimando - Emma.... lo sai perché non voglio parlare con te! Hai una cosa da sbrigare e parlare con me ti deconcentrerebbe da tale obbiettivo. ci sentiamo dopo ok? Un bacio.
  • No Killian asp... - inutile.. aveva già messo giù. Lanciai il telefono sul letto frustrata della cosa e andai a sedermi sulla scrivania, davanti al pc, a far finta di fare la ricerca. Non avevo la ben che minima intenzione di studiare, volevo solo prendere tempo è così senza neanche rendermene conto mi ritrovai ad aprire e ispezionare vecchie cartelle contenenti foto scattate in questi ultimi cinque anni.  Ne era passato di tempo dal primo giorno che misi piede in questa città, ero un piccolo scricciolo con le treccine quando approdai... Amavo  davvero questo posto, amavo tutte le sue caratteristiche, metro compresa e questo mi portava ad essere sempre più sicura della mia decisione: volevo restare lì. Sfogliai foto fin quando mia madre non mi chiamò per andare a cena poi li raggiunsi a tavola. Mi sedetti al mio solito posto e senza dire una sola parola mi concentrai sul cibo e iniziai a mangiare. Mangiare.... rettifico: iniziai a giocherellare con l’insalata Attirando immediatamente l’attenzione dei miei genitori. 
  • Emma tesoro non mangi? - eslamò prontamente mia madre - non hai fame tesoro? 
  • Non molta in effetti.
  • Come mai... è forse successo qualcosa? 
  • No mamma tranquilla sono solo molto stanca, stare tutta la giornata fuori mi ha messo ko... 
  • sicura??? Hai un faccino.... 
  • si sì tranquilla! è per questo che non ho molto appetito. - avrei dovuto prendere la palla al balzo e iniziare l’argomento e invece avevo appena rifilato ai miei l’ennesima balla. 
  • Mmmh... ok sei stanca, non sei più abituata a camminare così a lungo lo capisco ma non puoi mica andare a letto digiuna. - continuò con il suo fare da mamma chioccia. - perché non ti sforzi un pochino e mangi? Ti ho preparato uno dei tuoi piatti preferiti! 
  • Ti ringrazio mamma davvero ma non mi va... e poi non sono digiuna, ho mangiato molto oggi! 
  • Immagino.... tutte schifezze presumo! 
  • E ALLORAAAA???? - alzai i toni senza neanche rendermene conto. - anche se fosse dove sta il problema? Non sono più libera neanche di mangiare ciò che voglio???? - entrambi rimasero a guardarmi con la bocca semiaperta increduli che gli stessi rispondendo in quel modo 
  • Emma che.... sicura tesoro che sia tutto ok???
  • NO! NULLA È OK! NULLAAAA!!!!CONTENTI ADESSO??? - sbottai e contemporaneamente iniziai a piangere facendoli preoccupare. 
  • Tesoro che... che succede??? Hai qualche problema???? È successo qualcosa??? A noi puoi dire tutto lo sai 
  • Tua madre ha ragione tesoro, tu puoi dirci qualsiasi cosa! - disse mio padre avvicinandosi - hai litigato con qualche tua amica? I tuoi professori ti hanno messo in pagella un voto che non ti aspettavi? Cosa...
  • Non voglio venire con voi a Storybrooke! - finalmente riuscii a togliermi quel peso angosciante dal petto. Aveva ragione Killian, farlo mi avrebbe alleggerito la coscienza è così era stato, anche se non conoscevo ancora la reazione dei miei genitori.
  • Non... non vuoi tornare con noi? E come mai tesoro??? Eri entusiasta quando te ne abbiamo parlato mi sembra.... 
  • Beh ecco io... si insomma.... non ho... non ho valutato bene la cosa! Ho... ho agito senza pensare e mi dispiace, mi dispiace enormemente credetemi.
  • Hai risposto senza pensare.... - ripetè mio padre mentre io mi asciugavo le lacrime  - a cosa dovevi pensare esattamente Emma??? 
  • Alla mia vita papà! Alla mia vita.... storybrooke non è casa mia... non più almeno, la mia vita è qui adesso! È qui che sono cresciuta! 
  • ho capito  mah.... beh lo sai no??? Il capitolo della ginnastica si è concluso purtroppo e tu stessa hai detto di non voler dar una mano a Regina ad insegnare quindi... 
  • non è solo la ginnastica: io qui ho i miei amici, i miei posti preferiti, il mio ragazzo....
  • Ragazzo??? - fui bloccata da mio padre nenache avessi detto chissà quale assurdità - che ragazzo? Qualche ragazzo???? - ops.. forse avrei dovuto tenerlo per me... in fondo avevo appena lanciato una bomba non c’era assolutamente bisogno di lanciarne un’altra. - Emma di cosa stai parlando?? 
  • Papà per favore non iniziare ti prego, stavamo parlando di altro.
  • Può aspettare, non stiamo partendo nell’immediato, mancano ancora un paio di mesi alla data presunta quindi se non ti dispiace vorrei un attimino approfondire  l’argomento “ragazzo”  - alzai gli occhi al cielo - allora??? Starei aspettando. Chi è questo ragazzo??? Da dove viene e soprattutto: da quando hai un ragazzo???  - se c’era una cosa che sapevo di mio padre era che quando si metteva in testa una cosa era assolutamente impossibile dissuaderlo pertanto vi era un’unica soluzione per far sì che quella conversazione imbarazzante finisse: rispondergli. 
  • Si chiama Killian ed è un amico che mi è stato molto vicino durante la mia convalescenza con cui ho stretto proprio nelle ultime settimane un legame un po’ più intimo. Tutto qua non c’è nient’altro da sapere. 
  • Lascia giudicare a me questo! Cosa intendi per legame intimo???
  • Papà sul serio???? - mi giardò autoritario - ok va bene rispondo! Niente di quello che pensi. Ci piacciamo e ci stiamo conoscendo... tutto qui quindi ti pregherei di non iniziare a vedere cose che non ci sono. 
  • Da quanto va avanti??
  • Da un paio di giorni! Possiamo smetterla di parlarne ora? vorrei dedicarmi a cose un tantino più importanti. 
  • Un paio di giorni... quindi eri alla festa con lui l’altra  sera ?? 
  • Festa??? Che festa???? Ti sembro il tipo che va alle feste? - lo guardai non capendo ma loro rimasero a fissarmi con uno sguardo che mi  paralizzò all’istante. - che.. che c’è? Perché mi guardare così????
  • Emh... Emma tesoro - si inteomise mia madre evitando a mio padre di iniziare ad urlare, potevo vederlo dallo sguardo che si stava trattenendo. - l’altra sera, quando ti abbiamo  chiamata perché eri in ritardo hai detto di....
  • Ahhhhhh quella festa! Beh non era esattamente una festa... si cioè... lo era ma non lo era - mi stavo incartando con le mie stesse mani. 
  • Emma Swan! - esclamò categorico mio padre stufo di quel mio inutile fiume di parole. Erano rare le volte che mi chiamava per nome e cognome, Emma era già fin troppo formale per loro.... mi ero dunque cacciata in un bel guaio e se prima vedevo dura l’idea di poter rimanere adesso potevo prorpio scordarmelo. 
  • D’accordo ho mentito, ma solo in parte! Non ho detto che ero ad una festa, ho detto che ero con dei miei amici a festeggiare la mia guarigione! 
  • Dov’eri realmente l’altra sera! 
  • A cena fuori con Killian. Ma il motivo è esattamente quello che vi ho detto: mi ha portata a cena fuori per festeggiare la mia guarigione. Non abbiamo fatto nulla di male te lo giuro, stavamo chiacchierando e non ci siamo resi conto dell’orario. 
  • Un argomento molto interessante suppongo visto che nessuno dei due ha avuto la brillante idea di guardare l’orologio. 
  • Papà ti prego... credimi! 
  • Mi è un po’ difficile farlo! Ci hai mentito Emma e non è da te! 
  • Lo so e mi dispiace ma ti sto dicendo la verità questa volta. Abbiamo fatto tardi perché stavamo parlando di una cosa importante. Lui me lo aveva detto che forse era il caso di rimandare ma io ho insistito affinché mi parlasse... non potevo aspettare: mi aveva organizzato una cena meravigliosa, era il minimo dargli un po’ di importanza non trovi? E poi ha passato un periodo simile al mio, ha dovuto rinunciare allo sport qualche anno fa ma proprio due giorni fa gli è stata data una seconda possibilità. - gli spiegai un grandi linee parte del motivo per cui avevo tardato. - potevo mai ignorare una cosa così importante papà??? 
  • Mmh... quindi è uno sportivo?
  • Esattamente! 
  • Beh almeno questo! Se è uno sportivo forse un po’ di sale in zucca ce l’ha! 
  • È responsabilissimo papà te lo giuro! 
  • Gli concederò il beneficio del dubbio ma ancora non riesco a comprendere come mai, se questo ragazzo è davvero così responsabile, tu ci abbia mentito. Cosa pensavi? Che ti avremmo segregata??? Ti sembriamo così retrogradi? 
  • io volevo dirvelo davvero solo che.... beh non sapevo bene come fare... cioè... io non ho mai avuto un fidanzato, questa è senza ombra di dubbio la mia prima esperienza... mi vergognavo un po’! E poi... avevo altro per la testa a cui pensare e no! Prima che possiate anche solo pensarlo non mi riferivo a lui: stavo pensando al modo migliore per  dirvi quello che vi ho comunicato poco fa! Avevo paura di deludervi, certo l’ho fatto ugaulamente con questa cosa mah.... 
  • se il motivo per cui non vuoi partire è questo ragazzetto mi dispiace, e credo sia d’accordo anche tua madre con questo, la risposta è no! Scordatelo prorpio che ti lasciamo qui da sola a fare chissà che cosa.
  • Non è lui il motivo papà... o meglio: non solo lui. Ti mentirei se ti dicessi che non mi piacerebbe restare anche per lui ma vedi: Killian è solo una parte dei motivi che mi spingono a dirvi ciò. Ve l’ho già detto: la mia vita è qui... i miei amici lo sono... Storybrooke è un paesino a me del tutto sconosciuto,  non mi va di riiniziare tutto da capo. Ho già serie difficoltà a capire cosa voglio fare ora che il mio sogno è andato in frantumi non... non aggiungiamo altro stress per favore....

Li vidi guardarsi a lungo occhi dentro occhi e il mio cuore prese a battere all’impazza neanche stessero per darmi una sentenza di morte. Era il momento della verità, a breve avrei scoperto le mie sorti  e non sapevo ancora bene se ero pronta ad ascoltare o meno... non dopo aver lanciato la bomba di Killian almeno... 

  • facciamo così, io e la mamma ci riuniamo e ne parliamo in privato, è una richiesta assai complicata quella che ci chiedi e va aldilà del lasciarti qui da sola. Bisogna valutare molte cose: la scuola, dove vivrai e tanto tanto altro ancora. Non è semplice ma non possiamo neanche trascinarti con la forza con noi. - sentenziò
  • Questo vuole dire che.... - iniziai a sorridere come una deficiente. 
  • Vuol dire che ne parleremo e vedremo il da farsi ma sia ben chiaro che qualora decidessimo di lasciarti qui, cosa assai impegnativa e difficile, dovrai comportarti da ragazza modello. La prima lamentela da parte della Scuola o chi per lei comprometterà la tua permanenza a New York. Stessa cosa vale se dovessi fare un passo più lungo della gamba con Killian.... e a proposito di Killian... chiamalo e digli di non prendere impegni per sabato: è ufficialmente invitato qui a casa per una cena in famiglia... ora mangia! 
  • No, aspetta un attimino: vorresti invitare Killian???? Qui... a casa???? E perché???? 
  • come perché.... per conoscerlo no? Non penserai che io me ne stia buono buono e tranquillo mentre tu stai in giro chissà dove con il tuo “signorino” 

 - ma papà è... è imbarazzante, non...

 - se non lo inviti a cena scordati che ti ci faccio uscire ancora quindi....

  • d’accordo come vuoi! - terminammo l’argomento li e per tutta la durata della cena non proferii parola. Mi ritirai nella mia camera subito dopo aver terminato il mio pasto e come da accordi chiamai Killian per informarlo delle ultime novità. Raccontai lui che i miei genitori non mi avevano ancora dato una risposta concreta sul farmi rimanere o meno a New York e lui fu subito positivo sulla cosa. “Se non ti hanno detto no ci sono buone probabilità tesoro” mi disse... peccato che non sapesse ancora della cena, quando glielo dissi potrei giurare di averlo sentito deglutire rumorosamente. Mi sarei aspettata un no categorico, un “non mi sembra il caso” o un “è troppo presto”... ma no, nonostante potessi sentirlo dalla sua voce che era nel panico mi disse che non vi era nessun problema e che  il prossimo weekend sarebbe stato molto felice di venire a casa a conoscere i miei genitori. Mancavano ancora dei giorni alla data presunta quindi credetti di poter inventare qualcosa per sabotare  la cena i quantomeno rimandarla, non mi sentivo a mio agio a sapere Killian e i miei nella stessa stanza, ma aimè non riuscii nel mio intento è quel maledetto sabato arrivò prima del previsto. Senza rendermene conto era già arrivato il week end e io ero in camera mia a cercare di tornavate nel mio armadio qualcosa di carino da mettere che mi facesse sembrare una ragazza modello davanti a papà ma che contemporaneamente non mi facesse risultare una suora davanti gli occhi del mio Killian. Optai per un vestitino bordeaux a mezza manica con accessorio una cintura nera e un paio di scarpe abbinata a quest’ultima... niente di provocante anzi... era molto semplice ma allo stesso tempo era anche molto femminile. Non mi truccai molto, quasi per niente, giusto un po’ di matita, mascara e lucida labbra mentre per i capelli optai per tenerli sciolti e leggermente mossi. Mi preparai alla velocità della luce tanto che mi ritrovai a vagare per casa senza meta per più di quaranta minuti prima che il citofono suonò. Andai io ad aprire, non volevo mettere Killian in ansia già dall’inizio ma non feci nenache in tempo a prendere la sua giacca per riporta sull’apprndi abiti che i miei fecero irruzione nell’ingresso. 
  • Dottor Jones che... che sorpresa vederla qui, non l’aspettavamo.... - esordì mio padre andandogli in contro e stringendogli la mano con serietà. 
  • Già.... l’ospedale non ci ha avvisato della sua visita c’è... c’è per caso qualche problema? - prosegui mia madre leggermente preoccupar dopo aver avuto modo anche lei di salutarlo. Avevo da poche settimane fatto dei test motori per vedere i miei progressi e mia madre pensava già a qualche possibile risultato negativo. - qualcosa forse non va???
  • No signora tranquilla non... non sono qui per questioni lavorative! - rispose Killian per poi guardarmi con sguardo contrariato. Avevamo parlato con lui di quella cena per l’intera settimana ma non gli avevo mai confessato che i miei genitori non sapessero in realtà chi lui fosse davvero. Si aspettavano un mio coetaneo, un ragazzino di 16 anni e non di certo un ragazzo di 20. Non ci avevo pensato in effetti.... forse avrei dovuto parlare con loro,  prepararli a questa cosa.... togliamo pure il forse... avrei dovuto dirglielo e basta. Era un problema.... era davvero un bel problema e se prima avevo semplicemente paura che mio padre mi mettesse in imbarazzo con il suo fare protettivo e geloso adesso avevo paura che avrebbe ucciso me e killian prima ancora di sederci a tavola. 
  • Ah no???? Cosa l’ha spinta allora a venire a farci visita? - continuó imperterrita mia madre - Non che non ci faccia piacere averla qui, non mi fraintenda, solo che non ce lo aspettavamo. 
  • Beh signora vede io.... beh si io....
  • Mi faccia indovinare: è venuto per informarsi sui miglioramenti della nostra Emma vero? - gli sorrise grata della cosa. Volevo seppellirmi. - è davvero carino da parte sua ma la prego si accomodi, le faccio un caffè? Posso offrirle qualcosa? Stiamo aspettando una persona in verità ma non credo che se la prenderà se iniziamo con l’aperitivo senza di lui.  - Sempre peggio... sempre peggio. - Emma tesoro, Fai gli onori di casa, in fondo il dottore è venuto per te! Fallo accomodare mentre prendo le cibarie in cucina e inizia a raccontarli dei tuoi   ultimi progressi! - stava per allontanarsi per andare a prendere gli aperitivi ma la trattenni in sala con noi. 
  • Li sa già i miei progressi mamma non è qui per questo! 
  • Non essere scortese! 
  • Non sono scortese, dico la verità: non è qui per quello che pensi tu! - presi un respiro - mamma, papà vi presento Killian.... il mio... si beh... il mio ragazzo. 
  • Il tuo cosa? - fu mamma a parlare per prima. - Emma non... non credo di aver capito bene.
  • Andiamo mamma non iniziare: hai capito benissimo. Lui è Killian, il ragazzo di cui vi ho parlato. 
  • È uno scherzo vero?!?! - ed ecco il turno di papà - stai scherzando Emma? Perché sappi che non è affatto divertente - non risposi, mi limitai semplicemente guardarlo negli occhi con fare ovvio, cosa che lo fece irritare e spazientire ancora di più - Emma.... emma sto aspettando una risposta! 
  • Non è uno scherzo papà te lo giuro! Lui è il Killian... quel Killian. - vi giuro che per poco mio padre non svenne con a seguito mia madre. Li vidi sbiancare entrambi per un paio di secondo dopodiche mentre mia madre andò a mettersi seduta, sventolandosi con il primo ventaglio che gli capito alla mano, mio padre tornò a prendere la parola.
  • È il tuo medico! 
  • Il mio ex  medico! - rettificai 
  • È indifferente questo! È pur sempre un medico.
  • Non è un medico... è un tirocinante se proprio dobbiamo dirla tutta ma pure se fosse? Cos’hai contro i medici? - iniziavo ad alterarmi.
  • modera i toni innanzitutto signorina e poi cerca di non fare l’ingenua: lo so che hai capito benissimo quello che intendevo dire. Non è il suo impiego che mi disturba ma il fatto che hai portato a casa un uomo! 
  • Preferivi una donna forse? 
  • EMMAAAAAA!!!! - alzò la voce  richiamandomi immediatamente all’ordine, forse stavo un tantino esagerando a provocarlo in quel modo - mi aspettavo di ritrovarmi davanti un ragazzetto questa sera, un tuo coetaneo, un amico della federazione... non di certo un uomo bello che cresciuto! 
  • Ha 20 anni papà ed è ancora un ragazzo.
  • È un giovane uomo, non un ragazzo. Tu sei una ragazza, è differente la cosa. 
  • Sei troppo fiscale, la differenza d’età non è molta e comunque non conta... conta solo quello che proviamo l’uno per l’altra. L’età è solamente un numero. 
  • Ma ti senti quando parli? Parli come una donna vissuta. Tze.... non è affatto vero quello che dici signorina.
  • Papà per piacere, dagli almeno una possibilità, non ti chiedo altro. Sono sicura che se imparerai a conoscerlo meglio ti ricrederai su quanto detto. 
  • Sono un uomo adulto Emma, so più cose di te tesoro, non mi serve una cena per...
  • Ti prego papino.... fallo per me! - sfoggiai il mio sguardo migliore è da papà innamorato della sua figlioletta non poté che cadere ai miei piedi. 
  • D’accordo hai vinto, lo conoscerò meglio prima di esprimere un giudizio.  Contenta? - annuii - bene!  ed ora che abbiamo trovato un accordo direi di sederci in tavola! Prego signor Jones da questa parte.
  • La prego... mi chiami Killian 
  • Signor Jones andrà benissimo per ora. 
  • Emh... Si... si certo, come preferisce! - lo vidi grattarsi dietro la nuca con fare nervoso. - prima di iniziare la cena però volevo ringraziarvi per questo l’invito. - e nel dirlo prese una bottiglia di vino che porse a mio padre, un bouquet di fiori destinati mia madre è una rosa rossa a me. - Killian grazie... non dovevi! - dissi gentilmente per poi invitate i miei genitori con lo sguardo a fare lo stesso. Ci accomodammo finalmente tavola convinta che la parte peggiore fosse terminata ma con mio grande dispiacere la parte imbarazzante a quanto pare non era ancora finita... anzi il peggio doveva ancora arrivare. Per tutta la cena Killian si senti chiamare più volte signor Jones o addirittura dottor Jones e come se non fosse già sufficientemente umiliante subì anche una sorta di interrogatorio da parte dei miei: che scuola aveva frequentato, in cosa si era diplomato, cosa lo aveva spinto a prendere la facoltà di fisioterapia per poi arrivare alla parte più  dedicata ovvero la sua vita sportiva e al motivo per cui aveva dovuto lasciare. I miei credevano, visto il considerato che avevo detto loro che alle spalle aveva una storia molto simile alla mia, che avesse avuto un qualche tipo di infortunio invece rimasero del tutto spiazzati quando sentirono le vere motivazioni che lo costrinsero a ritirarsi. Aveva mandato tutto all’aria per inseguire una donna.... questo di sicuro mio padre se lo sarebbe appuntato per rendergli la vita impossibile. 
  • Era davvero tutto delizioso signori Swan, una cena davvero squisita. 
  • Sono contenta che ti sia piaciuta, cosa che non posso certo dire per Emma... - mi ero innervosita nel vederlo sotto interrogatorio per cui mi era passato lappetito e avevo lasciato il piatto bene o male come mi era stato servito. - non hai fame neanche oggi tesoro??? - “anche oggi...” doveva dirlo a tutto il mondo che il mio stomaco era in protesta già da un po’? A quanto pare si. 
  • Se la smetteste di comportarvi così forse riuscirei anche a cenare ma adesso proprio non mi va. 
  • A comportarci così come tesoro? - continuó mia madre facendo finta di cadere dalle nuvole ma non ebbi il tempo di rispondere che mio padre prese la parola.
  • Non mi sembra il caso di metterci a discutere davanti un ospite non trovare anche voi??? E poi se non ricordo male Emma ha preparato il dessert: vogliamo servirlo a tavola o continuare a battibeccare del nulla? 
  • il dolce è vero me ne ero quasi dimenticata, Emma tesoro, potresti darmi gentilmente una mano? - mi alzai non vedendo nessun secondo fine in quella richiesta ma presto mi resi conto che stavo sbagliando:  mia madre aveva richiesto la mia presenza in cucina non per darle una mano a servire il dolce ma per dare modo a mio padre potesse rimanere solo con Killian. Provai a raggiungerli ma mia madre mi richiamò all’ordine dicendo che non era affatto carino irrompere in quel momento, secondo lei sarebbe stato un segno che avrebbe fatto capire a papà che nascondevo qualcosa o che Killian non era affidabile, ma questo non mi impedì di certo di mettermi origliare. 
  • posso assicurarti che la porta si reggerà da sola anche senza il tuo sostegno tesoro - mi prese in giro mia madre ma nonostante ciò non mi disse nient’altro, si limitò a scuotere la testa rassegnata ma mi lascio fare.  Inizialmente tra i due non vi era nessun tipo di dialogo, c’era una tensione che poteva tagliarsi con il coltello, ma poi papà prese la parola è inizió il suo monologo. 
  • Non ci girerò attorno, non servirebbe a nulla, quindi ascolta attentamente perché non mi ripeterò una seconda volta: non mi piace questa relazione e non so se mai mi piacerà! Non sei tu che non mi piaci sia chiaro, nenache ti conosco se non per il tuo aspetto lavorativo, è solo che ci sono dei punti in questa vostra storia che vanno contro le mie ideologie di padre. Per cominciare mia figlia ha soli 16 anni, è un’adolescente in piena regola, mentre tu... beh tu sei già un uomo bello che cresciuto e non posso negare che la cosa mi preoccupa e non poco. Sarai anche un bravo ragazzo, non sto dicendo che tu non lo sia credimi , ma sono stato giovane anche io e so benissimo cosa passa nella testa di voi ventenni caro Jones quindi vedi che ti dico bene: scordati anche solo di pensare a mia figlia in quel modo. 
  • Signor...
  • Aspetta! Non ho ancora concluso, avrai modo di parlare non appena avrò terminato. Emma è una bellissima ragazza, dolce, solare, intelligente... ma aimè si lascia anche troppo trasportare alle volte. Questa per lei è la sua prima esperienza con un ragazzo per cui immagino che di lascerà trasportare da te  sul come comportarsi e approcciarsi. Non fare passi falsi ti avviso.... ho occhi ovunque e non hai idea di cosa sono capace di fare se viene messa in mezzo la mia bambina. 
  • È stato molto chiaro signor...
  • Puoi uscire con lei a patto che rispetterai delle semplicissime regole: punto uno: state sempre in posti affollati, non appartatevi in vicoletti, stradine deserte o parcheggi.... punto due: la macchina! Per nessuna ragione e sottolineo nessuna lei dovrà salire in macchina con te. Esistono le metro, gli autobus anche le biciclette vanno bene se dovete spostarvi per la città ma la tua macchina deve rimanere off limits. Punto tre: coprifuoco. Dovrai riaccompagnarla a casa entro e non oltre le 11 e mezza, ogni minuto di ritardo sará severamente punito.... specifico: lei sarà punita quindi... - prese un respiro - Rispettala, non costringerla a fare nulla che non si sente di fare e sopratutto anche se l’ho già detto in maniera indiretta poco fa ti ripeto la regola principale: niente sesso o cose che si avvicinino ad esso. - o Gesù! Pensavo che avessimo superato già quella parte è invece era tornato sull’argomento più esplicito di prima. Volevo scavare una fossa sotterrarmi credetemi, stavo morendo dalla vergogna. - stammi bene a sentire jones, non voglio per nessuna ragione al mondo che tu e mia figlia affrontiate questa cosa quindi tieniti ben stretti i pantaloni mio caro. A nulla serviranno le scuse che voi giovani inventate ogni volta: è successo, non lo avevamo calcolato, lei ha detto di essere sicura.... tutte stronzate: mia figlia non si tocca, è ancora troppo giovane per questo ma se non sei d’accordo, cosa che potrebbe succedere immagino, puoi benissimo uscire da quella porta in questo preciso istante, penserò io a spiegare a mia figlia che tra voi è finita per sempre.
  • Non ho intenzione di muovermi di qui, tengo a sua figlia in maniera speciale e farei di tutto per lei. Le sue regole mi sembrano più che giuste e le prometto che verranno rispettate dalla prima all’ultima senza rancore. 
  • Voglio ben sperare... ah un’ultima cosa ma credo che tu la sappia già: avevano in programma di tornare a Storybrooke nel giro di un paio di mesi, insieme ad Emma intendo... beh la mia figliola ha improvvisamente qualche ripensamento e vorrebbe restare qui. 
  • Si.. ne sono al corrente.
  • Come immaginavo. Vedi Killian io non ho ancora preso una decisone, sto valutando la cosa ma ti dico che sono molto riluttante sul farla restare. Mi ha elencato una serie di ottimi motivi per cui vuole rimanere ma io ritengo che il motivo principale sia tu! Credo che lei non voglia perdere questa cosa che sta nascendo tra di voi e sinceramente parlando è l’unico motivo che mi spinge a portarla a casa seduta stante. 
  • Mi creda, tutto quello che le ha detto Emma è vero e si, in parte è anche per me che vorrebbe restare. Ho già parlato con lei di questo e se vuole esporrò anche a lei il mio punto di vista. - aspettò che mio padre gli desse il permesso dopodiche riprese a parlare - mi lusinga che Emma si sia legata a me e che vorrebbe restare anche per vedere tra di noi cosa succederà ma sono stato molto chiaro: se sono io l’unico motivo che la spinge a restare deve tornare a casa senza esitazione. 
  • Sul serio??? Tu... tu le hai detto questo? - ride - scusami ma mi è difficile crederlo.
  • È la verità signore! A causa dei miei errori passati ho perso la stima e la fiducia della mia famiglia, di mia madre precisamente e non voglio assolutamente che Emma ripeta i miei stessi errori. La famiglia deve sempre venire al primo posto, le amicizie e gli amori vanno e vengono ma la famiglia resta... sempre! E non lo dico solamente per farmi bello davanti ai suoi occhi, lo dico perché lo penso seriamente. Soffro ancora adesso per non aver rapporti civili con mia madre quindi non mi permetterei mai di essere la causa della rottur a dei rapporti vostri e di Emma. No signore! - mi si strinse il cuore nel vederlo aprirsi in quel modo con mio padre, nenache con me lo aveva fatto, non mi aveva detto apertamente di stare male per via di sua madre, lo avevo immaginato da sola ma da lui mano mezza parola e anche mio padre deve esserne rimasto colpito perché cambió immediatamente espressione.
  • Ti fa onore questo, non è da tutti essere così maturi davanti all’amore quindi apprezzo le tue parole e vedrò insieme a mia moglie come comportarmi con questa sua richiesta, per il resto ho già detto tutto: rispetta le regole e andremo d’accordo, non farlo è... beh vedrai. 

Decidi di irrompere in stanza con il dessert prorpio in quel momento in modo tale da concludere la loro conversazione prima che mio padre si inventasse altro. Era stato messo sotto torchio abbastanza il mio povero Killian, dovevo  tirarlo in salvo. Non appena mi videro arrivare con a seguito mia madre misero in mostra i loro migliori sorrisi e nessuno di loro accennò al fatto che avevano colto l’occasione della nostra temporanea assenza per fare due chiacchiere tra uomini. Mangiammo il dolce chiacchierando del più e del meno dopodiche visto che si era fatto tardi Killian decise di andare via. Saluto cordialmente i miei con una stretta di mano, mi diede un bacio sulla guancia e uscì con la rimessa di sentirci l’indomani. Avrei voluto accompagnarlo alla macchina  per poter restare un po’ da sola con lui ma i miei avrebbero storto i naso e di conseguenza pur di non farli stranire, ne valeva la mia permanenza a New York, non dissi nulla e mi misi a sparecchiare. Prima di farlo però scrissi a Killian del motivo per cui lo avevo lasciato andare via senza il bacio della buonanotte. 

 

“Avrei voluto accompagnarti alla macchina ma se non iniziò a fare la figlia modello dubito che i miei mi lasceranno restare. Prometto di rimediare con una dose di baci extra domani ma per ora mi tocca sparecchiare la tavola e buttare la spazzatura. Buonanotte” 

 

Di solito ci metteva poco a rispondere ai miei sms ma quella sera dopo dieci minuti ancora nessuna risposta nonostante avesse visualizzato. Che ci fosse rimasto male? Probabile. Mi rattristai immediatamente e svogliatamente andai giù a buttare l’immondizia. Avrei voluto cogliere l’occasione di essere sola per chiamarlo ma nenache a farlo apposta, proprio mentre estrassi il cellulare dalla tasca della giacca per chiamarlo mi srrivò la sua risposta.

 

“ non c’è bisogno di aspettare domani per la mia dose extra di baci..” e in allegato mi inviò una foto che ritraeva me nel marciapiede di casa a buttare la spazzatura.Mi voltai immediatamente nella direzione opposta della strada e lo vidi... era lì! Era rimasto lì ad aspettarmi. Corsi immediatamente da lui e presi immediatamente a baciarlo. Non ci baciavamo dal giorno prima e le sue labbra Mi erano mancate come l’aria.

 

  • non pensare di cavartela così, mi devi una serie infinita di baci per avermi abbandonato tesoro. - mi disse scherzando 
  • Hai ragione, e te ne devo molti altri anche per averti lasciato da solo con mio padre.  Mi... mi dispiace averlo fatto, non avrei dovuto. - abbassai lo sguardo dispiaciuta per il loro piccolo scambio di opinioni.
  • Ehi cos’è quel visino? Non hai fatto nulla di male anzi.., sei andata a prendere uno dei dolci più buoni che io abbia mai mangiato, é un’ottima scusate per allontanarsi sai? E poi non è successo nulla in tua assenza, non preoccuparti. 
  • Bugiardo!
  • È la verità! 
  • Ah si??? E le regole che ti ha imposto? Le minacce che ti ha fatto? Per non parlare che pur di zittirlo sei dovuto arrivare a raccontare le tue cose personali...
  • E tu come sai della nostra piccola chiacchierata? - mi guardò ridendo immaginando già la mia risposta.
  • Beh... sì ecco io... in realtà non è che so...
  • Emma?!?!
  • E va bene! Vi ho spiati! 
  • Uuuuu..... Ma che cattiva ragazza! - mi prese in giro - non te lo ha mai detto nessuno che è male educazione origliare signorina? - rise 
  • Non scherzare, mio padre non doveva sul serio dirti tutte quelle cose, lui...
  • Lui ha fatto semplicemente il suo dovere di padre Emma...
  • Ma quale dovere di padre, ti ha solo elencato una serie infinita e assurda di regole...non si era mai comportato così con i miei amici in passato io non capisco cosa gli sia preso.
  • Non sono un tuo amico, semplice! - mi diede un bacio specificando quel piccolo dettaglio  - sono una minaccia in questo momento  per lui e quindi si è sentito in dovere di mettere le mani avanti! Mi sarei stupito del contrario credimi e poi.. si beh... non sono affatto assurde le sue regole Emma, pensaci... stai con un ragazzo di 20’anni e tu ne hai 16, non hai mai avuto altre relazioni prima.... sarebbe un pazzo a non preoccuparsi per la sua bambina.
  • Quindi sei d’accordo con tutto ciò che ha detto? - non poteva essere serio.
  • In linea di massima si! Ha ingigantito un po’ le cose ma si, sono d’accordo quasi su tutto. Avrei sorvolato il fattore auto, odio prendere le metro e gli autobus ma se lo fa stare tranquillo....
  • Non prenderai nessun autobus! Scherziamo? Per cosa poi? Per paura che io mi spinga oltre? Saranno fatti miei semmai avrò voglia di farlo o quando e non sarà di certo un  divieto in macchina che mi fermerà! Mamma mia, sembra di essere nel medioevo! - alzai gli occhi esasperata mentre Killian al contrario mi guardò con gli occhi spalancati  come se avessi appena detto chissà che cosa di così sconvolgente. Pensai un secondino a ciò che avevo detto e il motivo della sua espressione mi fu subito chiara. - Tranquillo, non ho alcuna  intenzione di fare il passo più lungo della gamba, ci tengo a te ma... si beh.... non... non sono ancora pronta a spingermi oltre. - abbassai lo sguardo.
  • Ne sono più che felice tesoro! - rispose tirando un sospiro di sollievo.
  • Su... sul serio????? - rimasi sorpresa da quella risposta, lui era un ragazzo dopotutto e si sa.... i ragazzi, per la maggior parte pensano sempre e solo ad una cosa.
  • Certo che sì, non sono un ragazzo in preda agli ormoni Emma, sono un ragazzo con la testa sulle spalle che sa rispettare la propria ragazza. Sei speciale per me Emma e da tale vai tratta: non rovinerò tutto credimi, non ti permetterò di correre e bruciare le tappe... cammineremo insieme, mano nella mano, verso questo nuovo cammino. - lo baciai senza pensarci ulteriormente e lo spinsi contro lo sportello della sua auto per far sì che il mio corpo aderissi meglio al suo corpo, mi avevano fatto piacere quelle parole, sapere che non aveva intenzione di correre mi tranquillizzò parecchio, erano giorni che riflettevo a cosa potesse pensare di quell’argomento, ma se da un lato ero più tranquilla dall’alto adesso ero incuriosita e mentre lo baciavo mi ritrovai a fantasticare  a cosa un giorno sarebbe potuto succedere tra di noi. Ero immersa nei miei pensieri e allo stesso tempo mi gustavo a pieno quel meraviglioso bacio, adoravo sentire le sue labbra sulle mie ma presto fui costretta a separarmi da lui per poter riprendere fiato. Non mi allontanai molto, rimasi comunque stretta tra le sue braccia. 
  • Devi andare... - mi disse guardandomi negli occhi 
  • No... non voglio! Altri cinque minuti, ti prego!
  • Rimarrei qui con te anche tutta la notte credimi ma se non torni subito di sopra tuo padre si insospettirà. Sei scesa per buttare la spazzatura ricordi??? Se non ti vede tornare capirà che sei con me e ci saranno problemi. - mi diede un bacio a fior di labbra. - avanti signorina, non farmi ripetere... forza e coraggio: ci vediamo domani. 
  • d’accordo..... buonanotte Killian
  • Buonanotte mia dolce Emma!
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ballerina 89