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Autore: GReina    27/03/2021    1 recensioni
[Iwaoi | Kuroken | Daisuga | Tsukkiyama | Bokuaka | Sakuatsu + accenni di Kagehina | Tanakiyo].
Haikyuu ad Hogwarts: segue le vicende dei nostri protagonisti per un anno (quinto per Hinata e co; settimo per Daichi e co).
Daichi è il papà di tutti i Grifondoro e Suga la mamma dei Corvonero; Kenma nasconde un segreto; Oikawa è paranoico; Tsukishima è irritato (be', non è una sorpresa!); Sakusa vuole liberarsi di Atsumu; Osamu e il suo amore per il cibo sono l'unica certezza. Venite a scoprire il resto!
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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Daichi
Senza che il Caposcuola avesse un attimo di pace, gennaio finì per lasciare il posto a febbraio, e con esso erano arrivate tutte le preoccupazioni di Daichi per San Valentino. Guardando, ora, Suga sorridere, il grifondoro seppe di aver fatto la scelta giusta.
“Che cosa si fa di solito per San Valentino???” aveva chiesto disperato ai suoi amici solo due settimane prima “Come ci si comporta in coppia!?” era andato nel panico più totale. Al pensiero di quel giorno, Daichi rise. I suoi compagni non avevano potuto far altro che tentare di calmarlo:
“Esci con Suga da due mesi e ci chiedi come ci si comporta in coppia adesso?” fu la risposta di Aran.
“Vi comportate da coppia da almeno un anno!” l’intervento di Noya.
“Ma per San Valentino è diverso! Si hanno delle aspettative, no?” continuò a chiedere lui disperato.
“E tu credi che Sugawara sia quel tipo di persona?” Kuroo rise “A Kenma non interessa che sia il 14 febbraio o qualsiasi altro giorno. Devi solo fare quello che fai sempre.”
“E cosa faccio sempre?” Daichi era talmente in ansia per l’evento da non ricordare nemmeno in che modo fino a quel momento si era potuto muovere senza imbarazzo ad un appuntamento. Kuroo sospirò.
“Senti, di solito io mi limito a stare accanto a Kenma mentre gioca alla PSP. Lo guido per strada mentre lui continua a giocare e poi lo costringo a mangiare.” sollevò le spalle “Che vuoi che ti dica? Fa’ qualcosa che piace a lui!” Daichi aveva quindi preso un ampio respiro. Sarebbe stato troppo patetico chiedere agli amici “E cosa piace al mio ragazzo?” quindi si era imposto di trovare da solo la soluzione. Fortunatamente, la gita ad Hogsmeade programmata per la giornata degli innamorati non precludeva il classico finesettimana al villaggio mensile. A soli cinque giorni dal grande evento, quindi, Daichi ed i suoi amici si erano ritrovati a lasciare la scuola per raggiungere Hogsmeade.
Lui e Tanaka si erano separati presto dagli amici. Insieme, avevano iniziato a cercare il posto perfetto per un appuntamento a San Valentino.
“Quindi Shimizu ti ha finalmente concesso un’uscita?” aveva chiesto Daichi al più piccolo, che però aveva scrollato le spalle.
“Io mi tengo sempre pronto”.
Il primo posto che visitarono fu La sala da thè di Madama Piediburro che a quanto pareva aveva molto successo tra le coppie. Era bastata una rapida occhiata, tuttavia, perché Daichi scartasse l’opzione. La carta da parati, la moquette rosa, i merletti e le porcellane esposte… era già di per sé tutto troppo esagerato “E sarà molto più addobbato per San Valentino, cari!” era stato loro spiegato dall’oste. Daichi ebbe l’orribile immagine di Suga che si guardava intorno e poi iniziava a ridergli in faccia.
“Cambiamo posto?” aveva quindi subito dopo detto a Tanaka, che tuttavia sembrava inspiegabilmente attratto dall’idea di portare lì Shimizu.
“Stai davvero pensando di venire qui con lei?” gli aveva chiesto Daichi incredulo “Shimizu. Qui.” Tanaka lo aveva guardato e dopo un paio di secondi scosso la testa:
“Nah, hai ragione”.
Avevano vagato per il villaggio senza meta e sempre più rassegnati quando finalmente la soluzione si era palesata davanti ai loro occhi: Mielandia! Prenota la tua giornata speciale per San Valentino.
La sola brochure – lasciata all’ingresso del negozio – era bastata a convincerlo. Daichi aveva quindi prenotato per due e pagato la somma. Tanaka aveva fatto lo stesso, quindi a Daichi non era rimasto che ammirare l’ottimismo dell’amico, sperare che Shimizu avrebbe ceduto per lui e aspettare che San Valentino arrivasse.
 
“Allora ti piace?” chiese a Suga mentre questi mescolava l’impasto con le mani.
“Scherzi? Lo adoro!” sorrise, e a Daichi a un tratto la stanza sembrò più luminosa “E quel che è meglio è che a fine giornata avremo un sacco di cioccolata come ricompensa!!” rise ancora genuinamente felice. Daichi rise di rimando e tornò al proprio impasto. Era negato in cucina. Dopo i primi fallimenti non aveva più provato ad accendere i fornelli. Dubitava che il suo cioccolato sarebbe stato commestibile a fine giornata, eppure s’impegnò al massimo affinché Suga potesse avere almeno un cioccolatino preparato da lui.
“Sto andando bene?” era sin da subito stato chiaro che Suga fosse più portato di lui. Il corvonero buttò uno sguardo alla sua porzione di tavolo e sorrise teneramente. Gli si avvicinò e gli mostrò meglio cosa fare. Le guance di Daichi si imporporarono e – mentre le loro mani erano intrecciate nell’impasto – si ritrovò a pensare che dopotutto la sua incapacità di cucinare gli era tornata utile.
Non era l’unico, comunque, ad aver bisogno dell’aiuto del proprio partner. Wakatoshi sembrava anche più negato di lui. Tendou non faceva altro che ridere, prendere il dolce del proprio ragazzo e trasformarlo in qualcosa di spettacolare.
“Ecco,” fu il commento sconsolato di Ushiwaka quando Tendou gli restituì l’ennesima splendida scultura di cioccolato “adesso è troppo bello per poterlo mangiare.” Daichi rise e tornò a guardare il proprio lavoro.
“Tu non avrai questi problemi, Suga! Penso che masticarli potrebbe solo migliorarli.” disse continuando a guardare i propri cioccolatini. Il corvonero rise ancora.
“Ammettilo che lo stai facendo apposta per non costringermi a staccare la testa di un bellissimo coniglietto di cioccolato!” Daichi si unì alle sue risate.
“Mi hai scoperto!”. Sì, aveva fatto proprio una bella scelta.
 
***
Osamu
Osamu trovò suo fratello ad aspettarlo come gli aveva chiesto all’ingresso della scuola. Aveva appena finito di fare colazione e già pregustava i dolci che avrebbe mangiato ad Hogsmeade da lì a poco.
Atsumu, si rese conto il corvonero, aveva tutta l’aria di cercare qualcuno e Osamu avrebbe potuto scommettere qualsiasi cosa che quella persona non fosse lui.
“Oi, Samu.” lo salutò non appena lo vide, e la sua espressione annoiata gli confermò che suo fratello stava cercando qualcun altro.
“Aspetti qualcuno?” gli domandò quindi. Atsumu, inaspettatamente, arrossì.
“Aspettavo te!” Osamu si chiese se il serpeverde si fosse reso conto di quanto il suo tono fosse risultato falso.
“Perché mi hai chiesto di andare ad Hogsmeade con te?” e si rispose di sì, dal momento che l’altro sembrava così impaziente di cambiare discorso.
“Hai sentito dell’evento di Mielandia?” Atsumu scosse la testa “È aperto alle coppiette. Ti lasciano preparare del cioccolato e poi puoi portare ciò che hai preparato via con te.” suo fratello corrucciò gli occhi.
“Se è per le coppiette come dovremmo fare noi ad entrare?” Osamu rise.
“Troveremo un modo.” disse semplicemente iniziando a dirigersi verso il villaggio. Sapeva di non dover pregare o ricattare suo fratello affinché lo seguisse. La punizione di Washijo e la conseguente sconfitta dei Corvonero bruciava ancora molto dentro di lui e far vestire Atsumu da ragazza per poter preparare del cioccolato non avrebbe certo placato la sua sete di vendetta, ma era già un inizio. Sapeva che suo fratello si sentiva in colpa. Il più abile legilimens avrebbe potuto vagare per ore nella mente deviata di Atsumu e capire comunque meno di quanto facesse Osamu con un solo sguardo. Osamu era sicuro che suo fratello avrebbe fatto di tutto per attenuare quel senso di colpa, e lui non vedeva l’ora di sfruttare la cosa.
Durante il tragitto, Atsumu non fece altro che far scattare la testa a destra e a sinistra.
“Sul serio,” riprovò Osamu “chi stai cercando?” Atsumu lo fissò irritato e tornò a guardare dritto davanti a sé.
“Adesso non posso più godermi il paesaggio?” certo il panorama era fenomenale. Hogwarts si trovava in una valle circondata da montagne. La neve era ancora ovunque e quel giorno il sole splendeva più radioso che mai. Peccato, però, che suo fratello non fosse mai stato tipo da “godersi il paesaggio”.
“Sta cercando qualcuno, ma non vuole dirmelo.” si disse tra sé e sé “È San Valentino, magari ha una cotta e vuole vedere se la trova mano nella mano con un’altra persona”. Adesso Atsumu stava facendo di tutto per mantenere lo sguardo fisso davanti a lui.
“Non vuole proprio che io capisca chi sia.” pensò ancora il corvonero. Poi, gli venne un’idea. Era azzardata e si basava praticamente su nulla, ma Osamu conosceva bene suo fratello e volle provare.
“Puoi anche dirmelo, sai? Tanto ho visto la cartolina.” Atsumu abboccò all’amo e si voltò verso di lui.
“Quale cartolina?” Osamu rise.
“La cartolina di San Valentino!” rispose “È apparsa stamattina sul suo letto, e ricorda che noi condividiamo il dormitorio. Era ovvio che l’avrei vista, no?” Atsumu iniziò ad assottigliare lo sguardo, ma Osamu non aveva ancora finito “Devo ammettere che sei migliorato a scrivere. Mi azzarderei anche a dire che hai fatto colpo, e Sakusa non è certo uno facile da accontentare!” lo scatto che Atsumu non riuscì ad impedirsi di fare confermò ad Osamu i suoi sospetti. Si trattenne dal ghignare e continuò: “Certo, secondo me mettere il sigillo dei Serpeverde per chiudere la busta è stato un po’ eccessivo. Però in effetti se l’avessi leccata Sakusa non l’avrebbe mai aperta! Quindi direi che hai fatto bene. Sakusa sicuramente l’ha apprezzato.” passarono giusto un paio di secondi, Atsumu era rosso in viso, ma Osamu non avrebbe saputo dire se per l’imbarazzo o per la rabbia.
“Non so di cosa tu stia parlando, non ho mandato nessuna lettera ad Omi-kun!”
“Ah, no?” chiese l’altro fingendosi sorpreso “Quindi non ti piace?” domandò con fare innocente. Atsumu distolse lo sguardo prima di rispondere ridacchiando:
“C-certo che no! Che ti viene in mente!!” Osamu sospirò fuori un:
“Ah, be’, meglio così, dato che c’è sicuramente qualcuno della tua Casa che gli fa la corte!” beandosi ancora dell’espressione arrabbiata, gelosa, imbarazza e spaventata di suo fratello, Osamu si disse che tutto sommato quella fosse una vendetta abbastanza soddisfacente, ma ancora non bastava.
“Siamo arrivati.” gli comunicò dopo un po’. Atsumu lo guardò confuso.
“Mielandia è dietro l’angolo.”
“Infatti.” fu la risposta di Osamu. “Fossimo quanto meno d’aspetto diverso potremmo far finta di stare insieme, ma così nessuno ci crederebbe!” Atsumu continuò a non capire, quindi Osamu ghignò e sollevò la bacchetta.
“Mi sento gentile, quindi ti lascerò scegliere il travestimento. La dimensione delle tette però la stabilisco io.” fu allora che a suo fratello fu tutto chiaro. Osamu lo vide lottare contro sé stesso, ma prima che potesse dire qualcosa lui aggiunse: “Credo che tu me lo deva, Tsumu.” l’altro strinse i pugni.
“Lo so! Guarda che lo so!” sospirò “E va bene!” poi Osamu iniziò a camuffarlo.
 
Arrivati all’ingresso del negozio, l’oste sorrise ad entrambi con calore.
“Buongiorno, cari! Siete interessati al nostro evento?” Osamu annuì.
“Sì, esatto.” disse “Io e il mio zuccherino amiamo cucinare insieme!” l’oste addolcì lo sguardo e sospirò uno smielato “Oowh!”
“Quanto viene l’iscrizione?” chiese ancora il corvonero.
“Cinque falci, caro.” Osamu si voltò verso Atsumu sorridendo ed attese. Lui lo guardò male, ma infine si arrese ed uscì il denaro.
Gli venne subito assegnata una buona postazione di lavoro. Gli ospiti avrebbero potuto prendere tutti gli ingredienti dalla dispensa comune e rifornirsi ogni volta che desideravano con la sola condizione – pena una mora – di non lasciare niente sul tavolo una volta finito e Osamu, certo, non aveva intenzione di sprecare neanche un ingrediente.
L’atmosfera lì dentro era calda e rilassante, satura di risate e sdolcinato affetto. A causa del riscaldamento Atsumu fu presto costretto a togliersi la mantella e Osamu non poté che godersi la scena:
“Ma come fanno le ragazze?? Lo zucchero mi finisce tra le tette!” si lamentò “Perché me le hai fatte così grosse??”
“Prima regola del camuffamento.” rispose Osamu “Distogliere l’attenzione dalla tua brutta faccia.”
“Guarda che abbiamo la stessa faccia!”
“Infatti, ma la mia è splendida. Tu la rovini con le tue espressioni raccapriccianti.”
“Lo dici solo perché sei invidioso.” e nel dire l’ultima frase voltò la testa con fare drammatico frustando l’altro con i propri capelli.
Cucinarono per diverso tempo. Le coppie arrivavano e se ne andavano. Osamu ebbe modo di notare diversi volti conosciuti: Daichi e Suga, Wakatoshi e Tendou, Suguru e Mika, Aone e Futakuchi. Arrivarono – a riprova del fatto che lui e Atsumu non fossero gli unici a fingersi una coppia per poter mangiare del cioccolato – persino Tanaka e Nishinoya che però vennero cacciati via poco tempo dopo per aver fatto esplodere due fornetti in pochi minuti.
“Abbiamo finito?” chiese dopo ore suo fratello. Osamu finì di raccogliere tutto il cibo pronto in un sacco e gli rispose annuendo.
“Io torno ad Hogwarts.” lo informò “Tu che vuoi fare?” come sempre quando era imbarazzato, il serpeverde distolse lo sguardo.
“Devo fare una cosa. Niente di che. Ci vediamo a scuola?” Osamu scrollò le spalle. Uscirono insieme da Mielandia e poi si separarono.
 
***
Tsukishima
Tsukishima non poteva essere più felice del fatto che avesse un fidanzato a cui non interessavano le stucchevoli quanto vomitevoli usanze di San Valentino. Quello per loro fu come un normale giovedì con la sola differenza che la scuola aveva permesso agli studenti di passare la giornata al villaggio.
Abborrando posti come Madama Piediburro, lui e Yamaguchi presero un tavolo al caro e vecchio Tre Manici di Scopa. La calca, come sempre, era enorme, ma bisognava quantomeno riconoscere che – forse nel tentativo di fare qualcosa di diverso almeno quel giorno – l’assenza di gran parte delle coppie innamorate aveva fatto sì che ci fosse meno confusione del solito. La cameriera, comunque, rimaneva tremendamente impegnata; il tassorosso, proprio in ragione di questo, si era portato dietro un gioco babbano che da tempo ormai voleva far provare a Tsukishima. Yamaguchi l’aveva per l’ennesima volta battuto quando il serpeverde decise di smettere di aspettare che la cameriera si avvicinasse e di andare direttamente al bancone.
“Affondato.” dichiarò. “Vado a dare le nostre ordinazioni al bancone. Prendi il solito?” Yamaguchi annuì mentre iniziava a conservare Battaglia Navale. Tsukishima ci mise un po’ per farsi notare e dettare quindi l’ordinazione, e quando finalmente poté tornare al proprio tavolo il suo posto era occupato da qualcun altro.
“…quindi potresti chiedere a suo cugino Komori se ne sa qualcosa!” stava dicendo una ragazza bionda a Yamaguchi. Il tassorosso, d’altra parte, non faceva che buttare lo sguardo ovunque eccetto che sulla sua interlocutrice. Tsukishima ne capì il motivo quando si avvicinò al suo ragazzo. Il serpeverde non aveva idea di chi fosse; aveva i capelli biondi chiaramente tinti, gli occhi dorati ed un seno talmente grande da mettere in imbarazzo Yamaguchi. Tsukishima non sapeva se ridere o cacciarla via. In ogni caso, era seduta al suo posto e stava monopolizzando il suo ragazzo, quindi non poteva restare.
“Si può sapere che cosa vuoi dal mio ragazzo?” la bionda si voltò verso di lui e sorrise.
“Tsukki! Convinci tu Yamaguchi ad aiutarmi??” il serpeverde assottigliò lo sguardo ed osservò meglio la ragazza. I colori erano sicuramente quelli… l’atteggiamento anche… e il suo tono di voce aggiunto al nomignolo con cui l’aveva chiamato gli diede l’improvvisa voglia di prenderla a sberle.
“Miya.” affermò sicuro “Non ho intenzione di chiederti perché ti sei trasfigurato in una ragazza, ma lascia in pace Yamaguchi o dovrai vedertela con me.” continuò calmo. Si avvicinò al compagno di Casa, mise una mano sullo schienale della sedia ed aspettò che Atsumu si alzasse. Questi lo fece con le guance imporporate.
“Suvvia, Tsukki!” disse non appena si riprese “Voglio solo scoprire chi ha mandato la cartolina di San Valentino a Omi-Omi!” Tsukishima ghignò.
“Perché ti interessa?”
“Dev’essere per forza un Serpeverde. Se scoprissi chi è tormentarlo sarà ancora più facile.” lo liquidò in fretta. Poi tornò a rivolgersi a Yamaguchi “Allora? Lo chiederai a Komori?”
“Ti ho detto di lasciarlo in pace.” insistette Kei “E poi sarà sicuramente stato qualcuno come Oikawa.” non credeva veramente fosse stato l’ex-cercatore, ma le sue parole riuscirono a far allontanare Miya, e tanto bastava.
“Il cibo arriva tra poco.” si rivolse finalmente a Yamaguchi.
“Quindi non commenteremo il fatto che Miya era travestito da donna?” rise Yamaguchi, Kei scrollò le spalle.
“Fa talmente tante cose strane!” rispose, l’altro sospirò.
“A volte penso di starmi perdendo troppe cose stando tra i Tassorosso!! Non accadono mica tanto spesso cose del genere nella mia Casa!” Tsukishima sorrise.
“E credi che sia un male?” Yamaguchi scrollò le spalle, ma sorrideva. “E poi ricordo che una volta mi hai raccontato di un guaio successo con Asahi…” cercò di ricordare “Cos’era successo?” Yamaguchi rise.
“L’anno scorso! Delle ragazze del primo anno volevano rimanere tutta la notte sveglie. Asahi le ha raggiunte in Sala Comune perché voleva bere e nel buio e con i capelli sciolti non l’hanno riconosciuto. Si sono spaventate così tanto che tutto il dormitorio si è svegliato per le loro urla!!” rise e Tsukishima con lui.
“Visto? Non è mai successo niente del genere tra i Serpeverde.”
“Questo perché è estremamente specifico! Ma che mi dici di Osamu che entra nella vostra Sala Comune per sgridare suo fratello?”
“Ma io non ero presente… chi te l’ha raccontato?” Yamaguchi sbuffò divertito.
“Lo sa tutta Hogwarts!”
“Be’, in ogni caso farei volentieri a meno di avere Miya come compagno di Casa.”
“Sei troppo duro, Tsukki!” gli sorrise l’altro. Kei lo guardò con tenerezza.
“E per fortuna tu mi accetti così.” lo fece arrossire.
Poco dopo arrivarono le loro ordinazioni; mangiarono con calma e – con altrettanta calma – decisero di fare due passi al villaggio. Tsukishima camminò felice accanto al suo ragazzo. Intorno a loro non c’erano altro che decorazioni per San Valentino o negozi che approfittavano di quella festa consumistica per guadagnare, ma Kei quasi non notò nulla di tutto ciò, perché ogni giorno passato al fianco di Yamaguchi per lui era il giorno degli innamorati.
 
***
Iwaizumi
Come sempre, anche quell’anno Iwaizumi ed Oikawa dovettero accontentarsi di un San Valentino discreto. Per Iwaizumi non sarebbe certo stata una tragedia se il suo ragazzo non fosse stato esagerato come ogni anno.
“Vuoi smetterla di fare la checca?” Hajime gli rise in faccia mentre Tooru continuava a frignare in maniera drammatica.
“Io mi aspettavo quantomeno una dozzina di rose!!” continuò però imperterrito l’altro “Sai quante persone potrei trovare disposte a viziarmi?” Iwaizumi ghignò cattivo.
“Ah sì? E allora che cosa ci fai ancora qui con me?”
“Iwa-chaaan!” fu la lamentosa risposta “Non mi merito almeno un cioccolatino?” Iwaizumi assottigliò lo sguardo e finse di essere il più severo possibile.
“Mi sento particolarmente clemente oggi e lascerò che sia tu a rispondere.”
“Un’autovalutazione, quindi?” Oikawa sorrise, poi finse di pensare attentamente a cosa dire: “Allora la risposta è sicuramente: ma sì, certo amore mio! Ti meriti tutto il cioccolato del mondo!” Iwaizumi rise, poi fece un passo in avanti e afferrò Oikawa per il bavero.
“Be’, sfortunatamente per te, non ho cioccolato con me.” il serpeverde fece le fusa.
“No? Allora dovrai darmi qualcos’altro.” Hajime ghignò ancora. Era incredibile come Oikawa riuscisse a fargli perdere ogni freno inibitore. Strinse più forte il bavero dell’altro e lo spinse contro il tronco dell’albero più vicino; poi lo baciò. Come ogni singolo loro bacio, non ci fu nulla di tenero in quell’effusione. Fu invece violento, impaziente, arrabbiato. Si separarono solo per riprendere fiato e fu allora che Iwaizumi li sentì:
“Quindi Kenma non ti ha detto niente?”
“Non è che di solito parliamo di Akaashi mentre siamo insieme, sai com’è. A maggior ragione nel giorno di San Valentino! È già tanto che Kenma mi abbia prestato attenzione…” erano le voci di Bokuto e Kuroo. “E poi credevo non volessi averci niente a che fare.”
“È lui che non vuole avere niente a che fare con me!”
“Si può sapere perché diavolo nei sei così sicuro?” si stavano avvicinando e lui ed Oikawa erano troppo esposti. Il serpeverde non sembrava averli sentiti e stava invece continuando ad avvicinarsi all’altro col chiaro intento di riprendere a baciarlo. Arrivati a quel punto, che ricambiasse o si tirasse semplicemente indietro, la situazione sarebbe comunque apparsa evidente agli occhi dei suoi compagni di Casa.
Fece quindi l’unica cosa che gli venne in mente: pentendosi già del dolore che avrebbe procurato ad Oikawa, tirò leggermente indietro la testa e poi la sbatté contro quella dell’altro. Tooru si portò entrambe le mani alla fronte lamentandosi per il dolore, ma prima che potesse aggiungere qualsiasi altra cosa vide Kuroo e Bokuto arrivare davanti a loro.
“D’accordo, allora.” disse quindi guardando Iwaizumi con sfida “Messaggio ricevuto. Risolveremo la cosa alla prossima partita!” e così dicendo se ne andò.
“Perché hai dato una testata ad Oikawa?” gli chiese dopo un po’ Bokuto. Iwaizumi scrollò le spalle.
“Perché si stava comportando da Oikawa! Ha iniziato ad affermare che ci batteranno senza il minino sforzo nella prossima partita di Quidditch.” subito, i due grifondoro si infervorarono e Iwaizumi poté tirare un sospiro di sollievo.
“Ah, sì?” chiese Kuroo “Allora gliela faremo vedere noi!”
“Sì!!” concordò Bokuto “Vedranno!!”.

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n.a.
[POV Osamu]:
ebbene sì, Tanaka ha ricevuto un altro bidone… ma continuiamo a tifare per lui!!!
[POV Tsukishima]:
giusto a titolo di cronaca: Atsumu arrossisce perché è talmente preso dal pensiero di trovare un Tassorosso a cui chiedere di parlare con Komori che si dimentica di togliersi il travestimento.
   
 
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