Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ballerina 89    27/03/2021    2 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Amore olimpico 
Capitolo 7

 

POV Killian 

Non potevo credere di averlo fatto... dopo tutto quello che era successo negli ultimi anni tra di noi chiamare mia madre era l’ultima cosa che credevo avrei mai fatto nella vita  eppure è esattamente quello che feci. in quel momento mi sembrò la cosa più giusta da fare,  era la migliore nel suo campo dopotutto ed era quindi l’unica che poteva aiutare seriamente la mia Emma. Lo feci solo per la mia donna credetemi e questo la dice lunga su quanto io la ami.

  • ma guarda guarda chi si fa vivo dopo.... dopo quanti anni Killian??? 
  • Mamma non è il momento... - risposi cercando di essere il più pacato ed educato possibile, non l’avevo di certo chiamata per litigare - ti chiamo perché ho bisogno di un enorme favore. 
  • Tze... prevedibile. Ti servono soldi suppongo! - provò ad indovinare. avrei voluto riattaccarle il telefono in faccia sul momento ma non lo feci, cercai più che altro di tenere fermo a mente quale fosse lo scopo di quella chiamata. 
  • No! Non ho bisogno di nessun aiuto finanziario e anche se ne avessi bisogno non verrei di certo a chiederlo a te! 
  • Allora servono a tuo padre: ho indovinato vero??? 
  • Non mettere in mezzo papà! Ti chiamo perché serve a me un favore, non a lui! E adesso smettila di buttarti ad indovinare e rispondimi sinceramente: sei disposta a darmi una mano o devo cercarla aiuto altrove? - non ero in vena di giochetti.
  • Dipende... che ti serve! -  ma che diavolo significava dipende? “Killian respira, pensa a Emma....” pensai. 
  • Premetto che non è per me! È per una mia amica... è una ginnasta che purtroppo sta passando un periodo buio. Mi domandavo se potessi incontrarla uno di questi giorni e provare a darle una dritta su come uscire fuori da questo tunnel. Tutto qua. 
  • Una ragazza.... tze, dovevo immaginarlo che se non erano soldi c’era di mezzo il genere femminile. Che c’è Killian ancora non ti sei stufato, dopo quello che ti è successo, di correre alla ricerca dell’amore eterno? 
  • Della mia vita a te non deve più interessare nulla, sei stata molto chiara quel giorno se non ricordo male - le ricordai ciò che mi disse dopo aver saputo che tra me e Milah era finita - ti ho chiamato per aiutare una mia amica non per farmi giudicare. Allora: puoi darle una mano o no? 
  • Beh... se il suo periodo brutto consiste nell’aver saputo che sono tua madre e vuole di conseguenza un provino  personale per accedere nelle categorie superiori la mia risposta è categoricamente no! Non faccio favoritismi per nessuno e tu lo sai molto bene.
  • Non vuole nessun provino con te, non sa neanche che ti sto chiamando in realtà e sopratutto... non sa che sei mia madre. A dirla tutta non so neanche se ti conosce... - Emma non mi aveva mai nominato la mitica Regina Mills durante le nostre chiacchierate ma escludo categoricamente che non sapesse chi fosse in realtà, mia madre è l’idolo di ogni ginnasta.  
  • Mmmh.... quanti anni ha? che livello di preparazione ha? È brava? Non perdo tempo con ragazzine con sogni campati per aria. 
  • E’ la migliore! - dissi con convinzione. Avevo visto i suoi video, sapevo che era brava e poi... beh non ero proprio ignorante in materia avendo una ginnasta di alti livelli in casa. 
  • Sento aria di cuore innamorato... - mi ritrovai ad alzare gli occhi al cielo.
  • Sembri un disco rotto. È la verità! È la migliore te lo garantisco e ha solo 16 anni. Devi credermi... sfido chiunque ad essere come lei, dovresti seriamente venire a vederla. 
  •  Ne ho viste di ragazzine di quell’età tra competizioni e selezioni varie e sinceramente parlando non mi sembrano un granché. Si sentono brave, belle e uniche ma in realtà non sono nessuno. L’unica brava,  la migliore nel vero senso della parola, un piccolo ma grandissimo talento l’ho già conosciuto e l’ho anche allenata fino a pochi mesi fa. - cosa? insegnava ancora? Non ne avevo la più pallida idea, credevo che avesse lasciato. 
  • Forse la tua protetta sarà anche più brava di colei di cui ti sto parlando ma non mi interessa: la ragazza in questione  ha bisogno di te! Psicologicamente parlando in primis ma non nego che mi piacerebbe anche che l’allenassi. Merita il meglio e per quanto io odi ammetterlo la meglio in questo campo sei tu. - presi una pausa - Senti mamma non ti ho mai cercato in tutti questi anni, se oggi ti sto chiamando è perché è importante... non lo avrei fatto altrimenti. - dall’altro capo del telefono ci fu un silenzio assordante per circa trenta o quaranta secondi.
  • D’accordo... mi hai messo una leggera curiosità. Verrò a vedere questo “talento”.  
  • Sul serio????
  • Certo, io a differenza di qualcuno, mantengo sempre la parola data; ma non montarti la testa Killian: lo faccio solo perché credo che tu non sia poi così ignorante in materia. Lo sto facendo per questa ragazza, non per te, tra noi non cambierà nulla. 
  • non voglio che cambi! - risposi di rimando. - mi interessa solo che aiuti lei. Ne ha davvero bisogno. 
  • Le parlerò e proverò a spronarla, se merita naturalmente: non servirebbe a nulla spronare un non talento, si illuderebbe e basta e sarebbe solamente peggio. 
  • Ne sono consapevole.
  • Posso almeno sapere a cosa è dovuto questo suo periodo nero? 
  • Circostante... - mi limitai a dire. Evitai di proposito di dirle dell’incidente o conoscendola non avrebbe neanche preso in considerazione l’idea di vederla. Conoscevo i suoi modi di pensare, non avrebbe speso mezza parola per una povera ragazza a cui la ginnastica aveva ingiustamente chiuso tutte le sue porte. 
  • Circostanza eh???? Bah... staremo a vedere. Verrò domani, mandami l’indirizzo, ma che sia ben chiara una cosa Killian: non l’allenerò, è giusto che tu lo sappia questo. Può essere anche brava come dici ma io ho le mie esigenze, le mie convinzioni, i miei allievi... ad eccezione di una sola persona, che mi è stata imposta - specificò - Io alleno solo i vincenti. 

Riagganciai il telefono  con la promessa di vederci il giorno seguente davanti la palestra dove sia io che Emma ci allenavamo. Non avevo gli allenamenti quel pomeriggio ma Emma si, il mio amico mi aveva informato, pertanto avrei avuto modo di assistere personalmente a tutta la scena. Non so cosa desideravo di più vedere, se la reazione di mia madre davanti alla bravura di Emma o se la reazione della mia lei davanti l’idolo di tutte le ginnaste esistenti sulla faccia della terra... tutte e due le cose probabilmente ma la realtà dei fatti, del tutto inaspettata,    è che fui io l’unico ad avere reazioni di sorpresa. Non appena varcammo la soglia della palestra, senza tanti convenevoli aggiungo, mia madre iniziò a guardarsi attorno quasi schifata, il posto a quanto pare non era di suo gradimento. 

  • Di tante buone palestre che ci sono in tutta America la tua amica ha deciso di venirsi ad allenare proprio in questo letamaio??? Non è un buon biglietto da visita per una che vuole fare ginnastica. 
  • Non cominciare per favore! Solo perché non è super lussuosa come quelle dove sei abituata a lavorare non significa che non valga nulla. Non è l’aspetto esteriore che conta. 
  • Si ok, come vuoi.... Da chi è seguita? Conosci il suo allenatore? 
  • Beh... momentaneamente non ha allenatore, non è seguita da  nessuno! 
  • Come scusa?!?! - chiese tra il sorpreso e lo scocciato - cioè spiegami: questa ragazza, il talento di cui tanto parli, si ricrede talmente brava da non aver bisogno di qualcuno che la segua???? Scherzi vero????
  • È più semplice di quello che pensi. Si ecco vedi... è un po’ complicata la sua situazione.
  • No aspetta! Non mi dire... l’hanno espulsa dalle competizioni per comportamenti scorretti? Ha assunto sostanze stupefacenti prima di una gara? Ha....
  • Mamma!!!! Smettila ok? Non metterti a giudicarla  senza prima averla incontrata: non ha mai comportamenti scorretti con nessuno ne tantomeno è una drogata: è una ragazza normalissima che ha purtroppo dovuto interrompere la sua corsa per cause di forza maggiore. Cause molto serie mamma! 
  • D’accordo d’accordo... non ti scaldare, sembri tuo padre quando fai così! Avanti portami a vedere questo fenomeno della natura! - alzai gli occhi al cielo ma non replicai, non era tempo di metterci a discutere e senza aggiungere altro, facendole strada, la condussi nel corridoio che portava alla grande sala dove sapevo vi fosse Emma ma prima che provasse ad entrare le chiesi la gentilezza di spiarla per un momento dalla finestrella.
  • Ti ricordo che non sa che sei qui... - spiegai vedendola non capire quella mia richiesta - non vorrei che vedendoti le prendesse un colpo mentre sta facendo qualche esercizio.  - scosse la testa rassegnata ma nonostante non fosse pienamente d’accordo, spiare non rientrava nei suoi modi ragali, mi seguì borbottando al contempo qualcosa di indecifrabile. - eccola lì, guarda con i tuoi stessi occhi. - mi feci da parte per far sì che la vedesse meglio ma dopo neanche mezzo secondo eccola girarsi verso di me con aria indecifrabile.
  • Lo so... è fuori allenamento, ha avuto un brutto incidente alle parallele e si sta rimettendo in pista solamente adesso. Ho i video delle sue performance precedenti se vuoi vederli ma posso assicurarti che.... - non mi fece neanche finire di parlare che eccola avviarsi a passo sostenuto verso la porta della sala. Che accidenti aveva in mente? La seguii per paura che potesse fare  qualcosa di insensato, come ad esempio insultarla, ma mi ritrovai, contro ogni mia aspettativa,  ad assistere all’ultima cosa che avrei mai immaginato.
  • Swan le braccia non sono un optional, non sono attaccate al corpo tanto per.... usale! - esclamò categorica - In questo modo alleggerirai il lavoro delle gambe e l’esercizio risulterà poi semplice ma sopratutto più pulito.... - swan? Avevo  sentito bene? L’aveva chiamata Swan? - vidi Emma girarsi verso la nostra direzione non appena si senti chiamare e la vidi rimanere letteralmente a bocca aperta per lo stupore! Scese dalla trave dove fino ad un attimo prima stava lavoricchiando  e mentre si dirigeva verso di noi, passava il suo sguardo da me a mia madre sempre più incredula. 
  • Re... Regina?!? Killian?!?! co... cosa ci fate voi due qui??? - di bene in meglio: la mia fidanzata aveva appeno chiamato mia madre per nome come se la conoscesse da una vita... mmh... interessante, davvero molto interessante. Non risposi alla domanda, aspettai che fosse mamma a farlo. 
  • Mi ha chiamato questo disgraziato! - mi indicó - mi ha supplicato di venire perché a detta sua  dovevo assolutamente conoscere una promessa nascente della ginnastica. Peccato che ci conosciamo già io e te - le sorride calorosamente.
  • Come accidenti fate a conoscerci voi due è????  - mi intromisi - perché non ne sapevo nulla?!? Emma - mi rivolsi alla mia fidanzata - non hai mai accennato al suo nome! Perché? 
  • Troppi ricordi ecco perché! Volevo dimenticare tutta quella parte della mia vita lo sai e poi non è vero che non ne ho mai parlato. Ti ho parlato centinaia di volte della mia ex allenatrice. 
  • Allenatrice??!? Lei... - mi voltai verso mia  madre -  tu.... tu hai allenato Emma???? - annuì e io ancora più schioccato tornai a fissare la mia donna - è lei la pazza psicopatica che ti ha tenuta lontano da tutte le cose piacevoli della vita?
  • Detta così sembra una cosa orrenda ma si, è lei. - sorrise - Tu  invece.... come conosci Regina??? La federazione della scherma non è di certo vicino alla nostra e le competizioni, olimpiadi escluse, sono in padiglioni e giorni differenti. 
  • O semplice: la tua allenatrice altri non è che mia madre!  
     POV EMMA 
  • Come scusaaaa?!?!? - chiesi completamente scioccata da tale rivelazione, Regina Mills, la mia ex allenatrice, colei che ho sempre considerato la figura sostitutiva di mia madre,  era la madre di Killian? Del mio Killian???? Stentavo a credere che potesse essere vero. Conoscevo Regina come le mie tasche eppure questo piccolo particolare mi era sfuggito: non mi aveva mai accennato al fatto che avesse un figlio. Sapevo che  era divorziata, che tra lei e il suo ex marito continua ad esserci astio nonostante gli anni ma nulla di più. 
  • Hai capito bene... questa donna è mia madre, quella di cui “tanto” ti ho parlato. - rispose sarcasticamente Killian ricordandomi che solo in un paio di occasioni avevamo parlato della sua famiglia e a pensarci bene in nessuno dei due casi il riferimento a sua madre  era stato positivo. Provai a fare finta di nulla e a cambiare argomento, non volevo di certo riaccendere vecchie questioni o faide familiari, ma prima che potessi fare qualsiasi cosa Regina prese la parola anticipandomi. 
  • Da quanto hai ripreso ad allenarti? - ahi! Domanda assai scomoda! Non avevo detto a nessuno di aver ripreso, Killian compreso, confessare di conseguenza  avrebbe di sicuro portato a  delle tensione tra di noi ed era l’ultima cosa che volevo. Pensai di mentire, di dire una piccola bugia a fin di bene ma poi ragionando capii che mentire ancora sarebbe stato solamente peggio. 
  • Da poco... - dissi in maniera generica per poi guardare Killian e chiedergli  scusa con lo sguardo. Non volevo sul serio mentirgli o tenerglielo nascosto è solo che prima di dirglielo volevo essere sicura di riuscire ancora a fare qualcosina. 
  • Si allena all’incirca da un mesetto, giorno in più, giorno meno... - rispose Killian per me. Come... come accidenti lo sapeva? Perché non mi aveva mai accennato a nulla? Lo guardai incredula, confusa, sorpresa e lui come a capirmi mi diede una spiegazione. - ieri ti ho vista allenarti e così ho chiesto al mio amico da quando andava avanti questa storia. - rispose senza dire altro e questo mi mando il cuore in subbuglio: che fosse arrabbiato? 
  • Mi... mi dispiace io non... beh di ecco.. te ne avrei parlato solo che... si insomma io....
  • Non ci interessa perché e per come! L’importante è che tu sia tornata in carreggiata - si intromise Regina, con i suoi soliti atteggiamenti. - adesso ci facciamo una lunga seduta di stretching, ne hai bisogno, dopodiché ci andiamo a prendere un bel frullato proteico, sperando che in questa bettola li facciano, e parleremo un po’. Abbiamo molto di cui parlare io e te: in primis di cosa ti passa per la testa ma sopratutto  del nuovo programma di allenamento che seguiremo. - nuovo programma di allenamento? Ma chi gli aveva detto che avrei ripreso ad allenarmi come ai vecchi tempi? - preferirei tornassi in federazione già da domani, è più vicino a casa tua e più semplice per me seguirti... 
  • Cosa??? Aspetta un secondo! No, non ho detto che....
  • Ah... quasi dimenticavo - mi ignorò spudoratamente - dopo lo stretching chiameremo mark, vediamo se riesce a trovare un buco per inserirti domani tra un appuntamento e l’altro. Hai bisogno seriamente di una seduta di fisioterapia. - a quelle parole vidi Killian alzare lo sguardo verso Regina per nulla felice di quella sua improvvisa iniziativa. 
  • Emh... Regina non... non serve... - provai a dire cercando di riportare in Killian un po’ di tranquillità, potevo benissimo vederlo tamburellare con il piede a terra con fare nervoso.
  • Non serve? Non serve dici? Ti ho vista  in quel poco che hai fatto prima e credo fermamente che le tue gambe debbano seguire un programma di riabilitazione se non vuoi peggiorare e farti nuovamente male. Non metti la stessa forza in entrambe le gambe quando fai gli esercizi, porti tutto il peso del corpo sulla gamba non compromessa e questo a lungo andare potrebbe causarti dei danni, soprattutto quando con il tempo andrai a lavorare  sui salti. Hai bisogno necessariamente di un fisioterapista così come hai bisogno di un allenatore. Non puoi continuare ad allenarti da sola. - avevo dimenticato quanto fosse difficile aver a che fare con Regina Mills. Stava già prendendo in mano la mia vita senza che io potessi avere voce in capitolo. 
  • Sull’allenatore possiamo anche discuterne se proprio ci tieni ma per il resto.... mi dispiace ma non andrò da mark! 
  • Perché?!?! È bravo nel suo lavoro lo sai bene. Ti ha rimesso in piedi più di una volta. 
  • Perché ha già un altro fisioterapista che la segue. - esclamò Killian prima ancora che potessi aprire bocca. - mi spiego.... sono  io il suo fisioterapista! 
  • Cosa??!?! tu??? Tu un fisioterapista? - lo guardò divertita come se la stesse prendendo in giro. 
  • Si io! Cosa c’è di strano? Mi sto laureando in fisioterapia! - esclamò orgoglioso di se stesso - non  ho ancora una laurea ufficiale ma sappi che ho sia il permesso che le competenze per poter esercitare. 
  • Sorprendente, non credevo che avresti mai ripreso gli studi, ma francamente parlano non mi sembra che tu stia facendo un buon lavoro con lei visto il suo stato attuale. 
  • vedo un po’ difficile lavorare bene e rimetterla in sesto quando sei ignaro di ciò che la tua paziente fa fuori dalla terapia. Fino a ieri sera non sapevo che avesse ripreso - mi guardò velocemente come a dire “facciamo i conti dopo” - mi ha detto  semplicemente che si stava tenendo occupata con  la sala pesi e così l’ho lasciata fare visto che il lavoro di solito non è propriamente così invasivo ma poi l’ho vista fare dei passi indietro così le ho suggerito di seguire un programma di fisioterapia e di lasciare momentaneamente l’allenamento. Mi ha dato retta? Certo che no, non solo ha continuato ma mi ha anche omesso di stare facendo uno sport decisamente più complesso. Non sono uno sprovveduto mamma, l’ho rimessa in piedi io dopo l’incidente, sono stato io il fisioterapista stronzo che contro la sua volontà l’ha fatta migliorare, se mi avesse detto di essere tornata in pista avrei di sicuro studiato la cosa in modo più appropriato. - rimasero a guardarsi negli occhi per una manciata di secondi, chissà cosa si stavano dicendo con quel linguaggio non verbale, dopodichè Regina torno a dettare regole. 
  • Se vuoi farti seguire da lui non ho nulla in contrario ma voglio essere informata su tutto. Se ti dice che devi stare ferma, tu stai ferma. Non ho assolutamente intenzione di giocare o perdere tempo. E ora andiamo a lavorare, Killian puoi andare, ci penso io a lei. 
  • Mi stai forse cacciando??? 
  • Non mi piace avere pubblico mentre Sto lavorando lo sai. 
  • Lavorando è??? Ma come... non avevi detto che eri qui solo per parlare? Non mi hai messo in guardia dicendo che non avresti allenato nessuno? - sogghignava mentre le parlava. 
  • Non ho detto che non avrei allenato.... cioè l’ho detto ma ho aggiunto anche altro. “Io alleno solo i vincenti” questo ho detto! Beh... lei è una vincente! Ora sparisci!  Dobbiamo lavorare. 

Mi lanciò uno sguardo furtivo come a dire ci vediamo dopo e  mi lasciò alle cure di Regina come ai vecchi tempi. Nonostante fosse solamente uno stretching uscii da quella sala completamente massacrata. Mi erano mancati i suoi modi poco gentili devo ammetterlo ma questo non significava che avrei ripreso da dove avevo interrotto: questo poteva scordarselo. Andai nel camerino a cambiarmi, dire che ero sudata era un eufemismo, ma prima  di uscire per raggiungere Regina  notai sul mio cellulare un messaggio di Killian 

 

“ sono in zona a farmi un giro, chiamami quando hai finito che ti passo a prendere! Non si accettano no come risposta: dobbiamo parlare io e te! Non mi piace il fatto che tu mi abbia mentito Ps. Mia madre non sa niente di noi e prima che mi chiedi il perché ti anticipo.... diciamo solo  che non ho voluto che mi rovinasse la cosa a cui tengo di più in questo momento.” 

 

Quel messaggio, a parte la parte finale non diceva nulla di buono: voleva parlare e questo significava solo una cosa... era arrabbiato con me. Come biasimarlo, dopotutto gli avevo mentito per oltre un mese. Fossi stata al suo posto mi sarei seriamente arrabbiata, sarei una stupida adesso ad offendermi perché lo è lui. Sperai solo che la cosa potesse trovare un chiarimento quando prima. Odiavo essere ai ferri corti con lui. 

Cercai di non pensarci e raggiunsi Regina  in corridoio,  ci dirigemmo verso il bar della palestra, ordinammo dei frullati proteici come detto in precedenza e iniziammo a parlare. 

  • è bello rivederti Emma, sei mancata a tutti in questo periodo, non hanno fatto altro che chiedermi di te. - accennai un sorriso di circostanza, anche loro mi erano mancati - non vedo l’ora sia domani. faranno i salti di gioia quando ti vedranno! 
  • No Regina aspetta un secondo, forse non ci siamo capiti. Io non tornerò in federazione, non l’ho mai detto e non ho intenzione di dirlo adesso. 
  • Emma mah... 
  • No! Sarebbe troppo per me rimettere piede in quella sala... non farei altro che ricordare il tempo andato e credimi... è l’ultima  cosa di cui ho bisogno in questo momento. Ho appena iniziato a voltare pagina, non voglio cadere nuovamente nel baratro. 
  • E qui non ci pensi al tempo andato Emma? Non fai comunque cose che ti ricordano il passato? Non essere ridicola, non mentire a te stessa. Tu muori dalla voglia di tornare. 
  • Non mento a me stessa! Anche qui ci penso è ovvio ma è diverso. Qui non ho ricordi mentre in federazione.... beh.... e poi c’è chi sai tu li, non mi allenerò di certo accanto alla futura stella della ginnastica. 
  • Sei ancora arrabbiata per quella storia non è vero? 
  • Non ne voglio parlare mi dispiace. 
  • D’accordo faremo a modo tuo allora! Verro ad allenarti qui! Dovrò parlare con il proprietario prima  ma credo riusciremo a trovare un accordo facilmente.
  • Anche di questo Regina vorrei parlarti. beh ecco... a me non serve un allenatore. Non devo raggiungere obiettivi, non devi prepararmi per  competizioni o altro...  ho ripreso perché mi mancava terribilmente salire su una trave, fare una diagonale a corpo libero... non che poi riesca a farle, ho perso tutto il mio allenamento in realtà, ma almeno tenendomi occupata non muoio dentro. 
  • Nessuno dice che devi competere, so cosa ha detto il medico e non ti metterei mai in condizione di infortunarti di nuovo, dico solo che visto che hai deciso di tornare ad allenarti un minimo, tanto vale che ti fai seguire da qualcuno no? Non mi sembravano esercizi da “Emma” quelli che stavi facendo. - stavo per replicare ma non me ne diede modo - lo so, hai perso l’allenamento ma appunto per questo lasciati guidare ok? Per favore.
  • Regina lo apprezzo, davvero, ma vedi... a parte il non sentirmi ancora pronta ci sono molte alte cose per cui devo dirti di no. Non so se lo sai ma la mia famiglia si è trasferita da poco qui a New York... il trasloco è costato parecchio, hanno comprato casa... hanno chiesto il trasferimento a lavoro... non voglio gravare economicamente su di loro per tornare ad allenarmi, da non professionista e senza sponsor mi costerebbe molto lo sai. Ho vergogna a dirgli che vorrei iscrivermi ad una scuola privata a settembre pensa se riuscirei a chiedergli anche questo. 
  • Se è questo il tuo problema non devi assolutamente preoccuparti, che sia qui o in federazione ti allenerò a titolo gratuito. 
  • Cosa???? No Regina non...
  • Mi fa piacere! 
  • Non posso accettare, è troppo, in più io non sono convinta e tu... beh tu hai da allenare... si beh.. hai capito di chi parlo. 
  • Tempo per te ne avrò sempre, devi solo convincerti che per te sia la cosa migliore. Io lo so già, devi solo capirlo anche tu.
  • Non lo so.... non lo so sul serio... sono molto titubante su tutta questa storia. 
  • Io credo che tu debba farlo e non lo penso solo io quindi dovresti tentare. se non vuoi farlo per te perché non sei condita prova almeno a farlo per Killian no? Ci tieni a lui immagino. 
  • Si certo che ci tengo mah cosa centra...
  • Beh credo che per chiamarmi sia andato contro ogni suo principio etico  e morale e se lo ha fatto.... significa che crede sul serio  in te e crede fermamente che tu abbia bisogno di questo. Non ci parliamo da un po ormai, ma conosco bene mio figlio e se ha agito in questo modo è solo perché lo crede importante. - non avevo visto la cosa sotto questo punto di vista e a pensarci bene forse non aveva poi tutti i torti. Killian non aveva  mai parlato di sua madre se non in casi estremi e in quelle poche volte la stima per quella persona era stata a dir poco inesistente. Aveva dunque ragione lei, l’aveva chiamata solo ed esclusivamente per me, non l’avrebbe mai fatto altrimenti, aveva chiamato sua madre per aiutarmi a superare i miei problemi. Non avrebbe dovuto farlo, forse gliene avrei anche parlato una volta finito con Regina, ma era comunque un bel gesto il suo e come tale andava apprezzato. 
  • Ci penserò ok? Ma ora ti prego, per favore, smettiamo di parlare di questa cosa. 
  • Va bene, hai vinto.... - ci fu un momento di silenzio e ne arofottai per sorseggiare in tutta tranquillità il mio frullato sperando di non dover più  tornare  sull’argomento. - allora dimmi... stai con mio figlio vero? - oddio ci mancava solamente questo.
  • Cosa??? No, io non... noi non... no non stiamo insieme - mi colse impreparata, non mi aspettavo minimamente che arrivassimo a parlare di Killian ma provai comunque a sostenere la versione del mio fidanzato provando a fare finta di nulla. 
  • Mi fai così scema? Cioè, rettifico... mi fate così scema? Ok che con Killian non mi parlo da qualche anno ma l’ho cresciuto io, so perfettamente come si comporta quando è innamorato... e tu... beh guardati: hai gli occhi a cuoricino ogni volta che lo si nomina.  Non siete affatto  amici come volete farmi credere no no,  ma nella remota possibilità in cui lo foste sul serio... beh... vi consiglio di farvi un esamino interiore: anche i muri sentono l’amore nell’aria. - avrei voluto continuare a ribattere per farle capire di star sbagliando ma involontariamente mi ritrovai ad abbassare la testa come ad essere stata appena beccata e di conseguenza mi feci sgamare - lo sapevo... l’ho capito da quando mi ha chiamato per aiutarti sai? La sua voce lo ha ingannato già alla parola amica. - sorrisi nell’immaginare la scena. - mi chiedo solo una cosa: non è un po’ troppo grande per te? - se dovevamo iniziare a parlare di questo forse era meglio continuare con la storia della ginnastica.
  • Abbiamo solamente quattro anni e mezzo di differenza, non è un lasso di tempo particolarmente significativo. -  dissi sinceramente sperando che rispondere avrebbe portato a mettere fine anche a quella conversazione.
  • Mmh... non so, tu sei una ragazzina ancora.
  • Lui non è di certo con un piede dentro la fossa: è un ragazzo esattamente come me.
  • Più un uomo direi. - sottolineò - ti tratta bene almeno? Ti rispetta??? Se non...
  • Certo che mi tratta bene, mi tratta piu  che bene non c’è neanche da chiederlo. Perché non dovrebbe farlo?!!!
  • Non ha prorpio una bella fama con le donne. È sempre stato un don Giovanni fino a quando non lo hanno ripagato con la stessa moneta. Non vorrei che a causa di quell’esperienza negativa sia tornato il solito Killian di sempre se non addirittura peggio. 
  • Posso assicurarti che è un ragazzo eccezionale Regina e mi tratta come se fossi un tesoro raro.
  • Bene, sono contenta per te. - notai l’occhio della mia allenatrice leggermente lucido nonostante facesse di tutto per non incontrare il mio sguardo e non fu affatto difficile per me capire a cosa fosse dovuta quella reazione. Stava così per Killian, per suo figlio e anche se non spettava a me parlarne, ne sapevo davvero ben poco, mi presi il lusso di provare a confortarla.
  • Sta bene, studia, ha un lavoro e a anche ripreso la scherma. - esordii senza fare nomi nonostante fosse ovvio di chi stessi parlando.  - sta bene, sul serio, solo che... beh... gli manca sua mamma.
  • Emma non ci provare, non....
  • Mah... Regina....
  • No Emma! Non mi interessa! Non mi interessa più nulla ormai. - disse mentre si affrettava ad alzarsi e a prendere le sue cose. Tipico di Regina: lei può dirti di tutto, bene o male che sia, ma a lei è vietato dire qualsiasi cosa tocchi i suoi nervi scoperti. - ora scusami ma devo prorpio andare. Ho tantissime commissioni da fare. Ti serve un passaggio per caso? Non mi piace questo posto e lasciati da sola ad aspettare i mezzi mi preoccupa un po’. 
  • Vai tranquilla, sta venendo  a prendermi Killian, torno a casa con lui. Neanche a lui piace che io prenda i mezzi da sola. - alzai gli occhi al cielo pensando a quante volte mi avesse ripetuto quella frase.
  • Ah si?!!! Ok.... - mi abbracciò- fammi sapere quanto prima cosa hai deciso ok? Così mi organizzo. 
  • Entro domani avrai la mia risposta.
  • Bene. - fece per andare via ma dopo nenache dieci metri  la vidi tornare da me. 
  • Scusa se ritorno sull’argomento  ma... I tuoi sanno che torni in macchina con lui??? - e adesso questo cosa centrava? 
  • Perché me lo stai chiedo??? - risposi alla sua domanda con un’altra domanda ma lei non sembrò affatto gradire la cosa. Mi conosceva bene e se rispondevo in quel modo era perché avevo qualcosa da nascondere. - comunque no, lo confesso: non lo sanno...
  • No Emma non ci siamo allora! Vedi che faccio bene a preoccuparmi per te? 
  • Ma preoccuparti di cosa esattamente? Mi da solo un passaggio fino a casa. - non sembrava essere convinta - è la verità! - chissà dove erano già arrivati i suoi pensieri. - ascolta: i miei sanno che sono fidanzata, sono a conoscenza che sia più grande di me di qualche anno e hanno già conosciuto Killian di persona fuori dall’ospedale: è tutto ok! 
  • E cosa ne pensano? Sono d’accordo? 
  • di Killian? Mi stai chiedendo cosa pensano di lui? - la guardai come a dirle “allora vedi che ti interessa sapere di tuo figlio?”
  • No! Della situazione. Cosa pensano i tuoi del fatto che stai con uno più grande? 
  • Non ne sono proprio  entusiasti ma non possono far nulla per cambiare le cose. Io lo amo e lo amerei a prescindere dal loro giudizio. Devono farsene una ragione anche se è difficile ma se ti può consolare hanno comunque messo delle regole e fin quando verranno rispettate se lo faranno andare a genio. 
  • Conoscendo un minimo i tuoi deduco che in queste regole  la macchina sia offlimits.... - abbassai lo sguardo ancora una volta facendole capire che aveva centrato in pieno. - Emma... poi dici che non devo preoccuparmi? Se inizi a mentire non va bene... non va bene affatto! Sei una ragazzina solare, dolce, sensibile ma sopratutto sincera.... se inizi a raccontare bigie è chiaro che lui non fa per te!  Ti sta già portando a mentire a tuoi e questa la dice lunga su che persona è! 
  •  Dovresti difenderlo, non parlargli in questo modo! - dissi alterata ma sopratutto stufa di questa conversazione a mio parere sterile. - è tuo figlio! 
  • Dico solo quello che penso: bello o brutto che sia e a mio avviso non merita di essere difeso se si comporta così. 
  • MA COSÌ COME È?!? CHE NE SAI DI COME SI COMPORTA KILLIAN SE NEANCHE GLI TELEFONI È?!?! - persi  la pazienza. - NON SAI NULLA DI LUI, NON PUOI PERMETTERTI DI GIUDICARLO! 
  • Non lo giudico, esprimo solo la mia opinione in base a quello che mi hai detto. 
  • Non farlo, non serve. 
  • Serve invece! Emma ti considero una figlia lo sai, ti ho cresciuta, ti ho vista diventare una giovane donna, non puoi biasimarmi se mi preoccupo per te! 
  • Te lo ripeto: non devi preoccuparti. Killian mi rispetta e mi ama. A me basta questo e dovrebbe bastare anche a te. ora se vuoi scusarmi.... - indicai la macchina del diretto interessato dalla grande vetrata del bar - il mio cavaliere è venuto a prendermi. 

La lasciai li, da sola,  a guardarmi andare via mentre a grande falcate raggiungevo l’auto Killian. Sapevo che era molto protettiva nei miei confronti, che si comportava così per paura che soffrissi, non era di certo una novità per me vederla ostacolarmi in una relazione, ma questa volta non avrebbe avuto la meglio. Non c’era motivo di assecondarla. Suo figlio era un vero cavaliere, doveva solo essere orgogliosa di lui. 

  • devo scendere e prenderla a male parole? - mi riporto allà realtà Killian vedendomi parecchio nervosa. Non mi ero minimamente accorta di essere entrata in auto senza dirgli neanche un misero ciao. 
  • Cosa?!! Emh.. no certo che no: perché dovresti? 
  • Perché ti ho vista gesticolare animatamente.
  • È tutto ok, parlavamo solo della ginnastica. - provai a baciarlo ma lui scanzò il viso offrendomi la sua guancia al posto delle sue labbra. Rimasi spiazzata da quel gesto in un primo momento ma poi realizzai che era un tantino in collera con me per le bugie rifilate e il suo gesto non fu poi tanto senza senso. Ci mettemmo in viaggio e come sospettavo non mi rivolse la parola fino a quando non giungemmo a destinazione. Parcheggiò in un giardinetto vicino casa mia, non volevamo farci di certo beccare dai miei mentre parlavamo in macchina, avrebbero dato di matto peggio di Regina. 
  • Perché mi hai mentito! - disse secco. - perché non mi hai detto la verità. - ed eccolo arrivare subito al sodo. 
  • Non volevo illuderti! - risposi sincera senza sentire il bisogno di giustificarmi: avevo sbagliato a non dirgli nulla ma avevo i miei buoni motivi in fondo. 
  • Illudermi?
  • Si! Non volevo illuderti che fosse tutto tornato alla normalità ma sopratutto non volevo deludere me stessa. Ho scelto di proposito di non dirti nulla perché non volevo darti un dispiacere nel caso in cui le cose non fossero andate come speravo. Non volevo farti credere di essere riuscita a superare tutti i miei ostacoli grazie alle tue parole per poi prendere atto che in fondo non era così. Io per prima non volevo illudermi di questo. Le tue parole sono state di grande stimolo per me ed è per questo che mi sono concessa una possibilità. Avevi ragione a dire che il mio cuore avrebbe ricevuto delle belle emozioni anche solo a mettere piede in quella sala: per me è stato così, il giorno in cui pagai il pegno della scommessa sentii una scarica elettrica invadere il mio corpo non appena misi piede su quella pedana. Sbagliai tutto, lo ricordo perfettamente, ma nonostante ciò la sensazione provata fu indescrivibile. Mi sono concessa una possibilità, forse dopotutto tornare ad allenarmi anche solo per hobby non era poi così sbagliato, ma il cammino si è rivelato assai difficile. Ad oggi, dopo un mese di allenamento non riesco ancora ad eseguire la maggior parte del programma base e se inizialmente volevo ritardare il confronto con te solo di una settimana, con il passare dei giorni ho preso la decisione di non dirti nulla fin quando non fossi riuscita a tenermi ancora una volta in equilibrio. - non mi interruppe nenache mezza volta, mi fece spiegare fino alla fine prima di dirmi la sua.
  • A me non interessa nulla se un esercizio non ti viene alla perfezione o se non riesci a tenerti in piedi durante l’esecuzione di un passo. Non sono né un giudice ne un allenatore. Sono il fidanzato che ti ama e che vuole vederti felice.
  • È questo il punto! Io non so se se questo mi rende  felice ed è per questo che ho deciso di tacere e tenerlo per me. 
  • Non capisco...  non hai appena detto di aver provato belle emozioni salendo in pedana quel giorno? Perché adesso dici che non sai se sei realmente felice?
  • La ginnastica mi rende felice, l’ho detto e continuo a ripeterlo mah... non eseguire bene la maggior parte degli esercizi mi deprime. Essere coscienti di quello che sapevo fare e rendersi conto di non arrivare neanche ad un quarto di quello che era il mio programma mi devasta dentro e mi porta a star male. Vorrei allenarmi bene come un tempo ma mi rendo conto che la strada è assai dura e questo mi demoralizza.  - mi concessi  una breve pausa - Mi sono data un’ultimatum... sessanta giorni, due mesi... se in questi due mesi le cose non saranno cambiate io lascerò per sempre questo sport. È per questo che volevo aspettare a parlartene ma ti giuro su quello che ho di più caro che a lungo andare lo avrei fatto: sia in positivo che in negativo ti avrei aggiornato su tutto. 
  • Tenerti tutto dentro però ti fa male non so più in che lingua dirtelo. - mi guardò dritto negli occhi - Emma devi capire che io ci sono sempre per te e non devi assolutamente aver paura di ferire i miei sentimenti: non potrà mai accadere. Certo, vederti tornare a volteggiare come ho visto fare in parecchi video, mi renderebbe davvero felice ma credimi amore sarei orgogliosissimo di te anche se non riuscissi ad andare oltre una semplicissima verticale. Sapere di averti aiutata a rimettere piede in palestra dopo il tuo periodo più buio per me è già un traguardo enorme non cambierebbe nulla se decidessi di ritirarti. Saró comunque fiero di te per averci provato. - mi fecero piacere le sue parole e mi resi conto solamente in quel momento di essere stata una stupida idiota.  
  • Sei un tesoro Killian! Davvero... non so proprio cosa farei senza di te. 
  • Questo non dovrai mai scoprirlo - mi fece l’occhiolino per poi regalarmi un sorriso sincero.
  • Questo significa che non sei più arrabbiato come me? - tremavo alla sola idea che ancora lo fosse.
  • Arrabbiato? Io non sono mai stato arrabbiato Emma. Dispiaciuto si, molto lo ammetto, ma arrabbiato prorpio no. 
  • E allora perché prima non mi hai permesso di baciarti? 
  • Volevo essere sicuro che mi avresti parlato prima e so per certo che saremmo stati  ancora intenti ad amoreggiare se ti avessi lasciata baciarmi. - sorrise trascinando anche me - scusami se ti sono sembrato un po’ duro ma volevo chiarire quanto prima. - fu lui a prendere l’iniziativa è a baciarmi questa volta ma a differenza di prima io non mi feci negare, al contrario... ero già carica per regalargli un bació degno di chiamarsi tale. 
  • Grazie per aver chiamato Regina... - dissi dopo esserci ricomposti - so che non deve essere stato semplice per te farlo. 
  • No, non lo è stato ma per te questo ed altro. Non sapevo che fosse stata la tua allenatrice, ho solo pensato che fosse la meglio in questo campo e conoscendo la sua fama da stronza, sopratutto quando  decide di portare a termine un obiettivo, ho pensato che fosse la soluzione più giusta per spronarti. 
  • È stato un bel gesto davvero, te ne sono riconoscente. 
  • Spero solo che accetterai il suo aiuto.  - tornammo a baciarci è ancora una volta fu lui a prendere l’iniziativa. Mi lasciai trasportare come al solito ma d’un tratto il mio cervello iniziò a mettere a moto i suoi ingranaggi portandomi alla mente una questione delicata che avrei voluto affrontare con lui e così, regalandogli un dispiacere, fui costretta a separarmi dalle sue dolci labbra.  - che c’è? Perché mi guardi così? - mi domandò vedendomi fissarlo con intensità.
  • Volevo.... beh si ecco.... volevo parlarti di una cosa. 
  • Una confessione? Che c’è? Mi hai tenuto allo scuro di qualcos’altro? - disse in toni gentili.
  • No non c’entro io.... giuro di averti detto tutto questo volta. Si tratta di... è un po’ complicato....
  • Puoi dirmi tutto lo sai! 
  • Beh parlando con “lei” mi sono resa conto che soffre molto per come è finita tra voi due...
  • Non mi interessa! - disse secco cambiando improvvisamente espressione. 
  • Mah Killian....
  • No Emma! Possiamo parlare di tutto, di tutto credimi, ma non del mio rapporto con lei. L’ho chiamata per te non per riconsigliare i nostri rapporti: siamo due estranei in cui circola lo stesso sangue... nulla di più. 
  • Ma lei sta male... e anche tu! 
  • Problemi suoi! Io sto benissimo! 
  • Non è vero e penso che tu debba aprirti un po’ ed essere sincero con te stesso. - stava male, lo si vedeva dal semplice modo di mettersi sulla difensiva, ma era un testone e non lo avrebbe mai ammesso liberamene. Erano molto simili in questo. 
  • Parlare di lei non cambierà in alcun modo le cose ma se prorpio vogliamo parlare di Regina Mills dimmi.... cosa accidenti ti ha detto per farti alterare? Ti conosco e ho ascoltato i tuoi racconti su come eri devota alla tua adorata allenatrice: se stavi gesticolando in quel modo è perché ha detto qualcosa che ti ha fatta scattare e io voglio sapere che cosa! 
  • Parlavamo di te! 
  • Di me???? Come di me??? Spero che sia stata tu ad iniziare il discorso perché in caso contrario potrei dare di matto: lei non deve neanche nominarmi! Non dopo come mi ha trattato. 
  • Ha solo capito che stiamo insieme e mi ha fatto una bella ramanzina sul fatto che stessi con uno più grande e che non dovevo mentire ai miei facendogli che spesso e volentieri stiamo in macchina insieme. Non parlava di te, non direttamente almeno, stressava me! 
  • Ma che gliene importa a lei di quello che fai tu!
  • Dice che time a me come a... - rettificai appena in tempo - dice che tiene a me! - mi limitai a dire, non credo avrebbe portato a risultati positivi fargli sapere che Regina considerava più me sua figlia che lui. -  avresti dovuto dirmelo immediatamente quando ti ho chiesto se dovevo scendere a cantargliene quattro! Lo sapevo che avrebbe detto qualcosa di fuori luogo se solo avesse saputo. Tze.... È incorreggibile quella donna. Forse dovrei andargli a fare una visita di “non cortesia” e mettere le cose in chiaro!  
  • Non c’era bisogno che scendessi tu e non c’è assolutamente bisogno che tu vada a fare uno show proprio adesso. So badare a me stessa e sono stata in grado di cavarmela da sola. Gli ho detto chiaramente che questa è la mia vita e che nessuno a parte me e te può decidere per noi. A ripensarci bene dono stata un po’ troppo dura forse. Mi ha considerata.... - niente da fare, dovevo dirglielo - beh ecco....  “sua figlia”, credo che in qualche modo il suo subconscio stia cercando di farle capire che in fondo le manca essere una mamma. Forse dovreste....
  • NO! Non parlerò con lei! Toglietelo proprio dalla testa!
  • Mah...
  • Ho detto no! - disse deciso. 
  • ok! Non insisto. - dissi per poi guardare l’orologio - si sta facendo tardi, di solito a quest’ora sono già a casa dopo gli allenamenti! Mi conviene andare o mio padre sospetterà qualcosa. 
  • Dammi un bacio prima! - mi disse e io sorridendo esaudii il suo desidero - un altro ancora per favore - mi supplicò - ancora uno ti prego, - ruffiano - l’ ultimo e poi ti lascio andare. 
  • Uno solo però! Ho intenzione di parlare con i miei sul mio desidero si andare in quella prestigiosa scuola privata, non vorrei iniziare una  conversazione sapendo che sono alterati per il mio ritardo. 
  • Se è per questa nobile causa allora ti lascerò andare senza ulteriori extra! - mi diede un bacio a stampo - fammi sapere come è andata ok? Ah è appena avrai preso una decisone su tu sai cosa fammi sapere ok? Aspetterò impaziente una tua telefonata. 
  • Ti farò sapere presto cosa diranno i miei per la scuola ma per quell’altra cosa.... beh.... non credo tu debba attendere molto. Ho apprezzato davvero il tuo gesto Killian e ho deciso di darmi una seconda possibilità! 
  • Davvero????
  • Si! Non l’ho ancora detto a Regina, sei il primo a saperlo! - dissi con onestà sperando che la cosa lo rendesse ancora più felice. Tra di loro c’era una sorta di competizione e comunque era più che naturale che volessi condividere questa notizia in primo luogo con lui: era grazie a lui se avevo questa possibilità e il minimo che avrei potuto fare per sdebitarmi era comunicargli il mio assenso in anteprima. 
  • Sono davvero felice amore mio! Vieni qui! - mi bacio con trasporto. Avevo come la sensazione che di quel passo non sarei tornata a casa tanto presto. 
  • Sul serio? Anche se questo significherà incontrarla  più spesso d’ora in avanti??? Sai... ho accettato solo a parte che mi allenasse nella palestra dove sto andando ora quindi...
  • Non preoccuparti, semmai dovessi incontrarla mi farò andare a genio la sua presenza solo per te ma sia ben chiaro: non le parlerò! Tra me e lei non cambierà nulla! 
  • D’accordo! Ora vado! Ci sentiamo più tardi! Grazie ancora di tutto.
  • Per te questo ed altro. - ci scambiammo un ultimissimo bacio - ti amo tesoro! 
  • Ti amo anche io! - lasciai la sua auto controvoglia ma allo stesso tempo sicura di una cosa: madre e figlio erano due capoccioni e io, nel bene o nel male, sarei sicura a farli nuovamente confrontare.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ballerina 89