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Autore: Blue_Wander    30/03/2021    2 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Senza dirsi un vero addio


 

Ormai era tutto pronto per salpare e anche se Jungkook non era ancora sicuro di cosa sarebbe successo con i compagni aveva deciso che sarebbe stata una buona idea cominciare a farsi perdonare tornando ad essere la persona gentile e senza macchia che tutti credevano che fosse.

Il problema infatti non era lui.

Una giovane donna con i capelli rossi legati in una coda alta accompagnata da una ragazza visibilmente più piccola, varcarono la soglia della barca abbastanza ampia da trasportare il gruppo al completo. Le due, mano nella mano, fecero segno agli altri di salire i gradini che li dividevano. Con stupore non dovettero aspettare molto.

-Noi non partiamo.- ammise Blanche con il vento che le solleticava il volto.

Yoongi emise un verso di superiorità. -Ve lo avevo detto io.- poi si zittì da solo senza aspettare che qualcuno glielo ordinasse.

Kerasi prese le mani della maggiore tra le sorelle. -Sappiamo che per te questo viaggio significa molto, ma allo stesso modo tu sai che sarai sempre la benvenuta quando torneremo a casa.

-Siamo state lontane a lungo.- spiegò la rossa. -Io e Laila vogliamo vedere il mondo, viaggiare adesso che è libero.

-Stare così lontano da casa ci ha fatto capire quanto ci manca il nostro villaggio.- concluse Laila. -Insieme vogliamo ricominciare una vita diversa.

Kerasi sorrise, poi si girò verso Seyun. La minore scuoteva la testa e la soldatessa fece lo stesso. Sembrava importarle ben poco, avviso che lei non poteva condividere visto che per le due sorelle aveva sempre provato una certa simpatia ed ammirazione, senza sapere che dall'altra parte c'era lo stesso. Forse comunque non era solo quello. La maggior parte delle attenzioni che Blanche dava a Laila le facevano sentire sorelle e in questo modo Kerasi si specchiava nella loro situazione, ritrovandocisi.

Jungkook, in disparte dal resto del gruppo, guardava le onde del mare. Nonostante non ci fosse abituato si sentiva come a casa, forse anche meglio. Si ritrovò a sospirare. Gli altri non avevano preso bene il suo comportamento, ma tolleravano la sua presenza in silenzio e senza troppe cerimonie. L'unica amichevole era stata Seyun. Alla ragazza sembrava non importare niente se non della sua amicizia con Kerasi e Veral. Anche quando aveva scoperto che Iya l'aveva tradita, anche quando l'aveva vista morire lei non aveva battuto ciglio. Jungkook non poté fare a meno di pensare che fosse una strana ragazza quando si palesò al suo fianco. -Non vieni a salutare? Anche Hoseok se ne ritorna a casa.

Il principe affondò il mento sul palmo della mano. -Alla fine se ne vanno tutti.

-Già.- ammise la cantante. -Hai fatto un casino e sei davvero un disastro come persona.- dall'angoscia Jungkook appoggiò la fronte al vetro dell'oblò. Seyun gli tirò una gomitata sul fianco. -Io ti capisco, sai? Cerchi di fare quello che gli altri si aspettano da te, cerchi di essere un buon principe e condottiero. Anche io ci ho provato una volta: volevo essere una brava figlia, una brava cantante, una brava maga. Non è mai bastato.- fece una pausa e lui la guardò. -Allora ho deciso che mi sarei elevata come artista per arrivare sempre più in alto, nascondendo a tutti la vera me e cercando di colmare il vuoto che i miei genitori avevano lasciato.- inconsciamente guardò verso le figure controluce che si stagliavano appena sopra i gradini. -Di nuovo, non è mai bastato.- riposò lo sguardo sul principe e gli poggiò una mano sulla spalla. -Poi sono arrivate Kerasi e Veral e il vuoto ha cominciato a riempirsi.

-Cosa vuoi dire?- chiese allora. -Non capisco

Seyun gli tirò un leggero colpo sulla testa. -Non puoi diventare un re senza una regina, non puoi governare senza la fiducia del tuo popolo. Ma se per primo menti ai tuoi amici, come puoi sperare che degli sconosciuti si affidino alla guida di un finto re? È così che gli impostori diventano leggenda, Jungkook.- a quel punto però il principe aveva già capito. -Uccidendo l'oppressore che pensa solo ad elevarsi. Perché al contrario di quello che tutti pensano noi siamo obbligati a vivere per gli altri.

Concludendo gli diede le spalle e sparì nella luce che emanava il sole, finendo per essere parte delle stesse figure che si vedevano in precedenza. Il principe sospirò. Ancora una volta si sbagliava.


 

Il viaggio sul battello era ormai terminato e senza Hoseok era sicuramente stato più silenzioso. Quasi tutti pensarono che fosse principalmente una sfortuna, ma da un lato era stato bello dormire durante la notte nella più assoluta quiete.

-Non possiamo procedere.- ammise quindi Taehyung, al timone. -Dovremmo lasciare la barca qui e farla a piedi.

-È quasi l'alba.- constatò Seokjin. -Sarà facile entrare in città, la pattuglia di Jawahrat verrà cambiata presto, dobbiamo approfittare di quel momento e intrufolarci all'interno delle mura.

-Cosa sappiamo del castello di Opale?- domandò Kerasi.

Seyun indicò un punto sulla mappa lasciata aperta sul tavolo rotondo. -Che da le spalle al mare e che dista poco dall'entrata della città. Sarà facile arrivare a piedi e ci vorrà poco, la cosa fondamentale da ricordare è la discrezione.- per qualche motivo si girarono tutti verso il re.

Yoongi alzò gli occhi al cielo. -Non mi è mai piaciuto farmi notare, voglio solo starmene indietro e dormire quindi non guardate me.

-Comunque.- riprese la cantante. -Ogni singolo anfratto sarà presidiato da almeno due Jawahrat, quindi dovremmo fare attenzione. Non abbiamo tempo per elaborare un piano che funzioni, l'unica cosa che possiamo fare è cercare di coglierli di sorpresa e passare inosservati.

-Non sarà facile.- Kerasi prese parola. -Non conosciamo le mosse di Opale, ha sempre agito per mano di altri ed è un nemico che nessuno ha mai affrontato prima. Rappresenta l'ignoto e l'ultimo stadio dei limiti, l'avidità.

Seokjin si portò una mano al mento. -C'è qualcosa che mi sfugge in tutto questo però. Perché Opale ha bisogno di Veral, che cosa la rende la Prescelta di cui tutti parlano?- il ragazzo gesticolò appena, ma nessuno seppe dargli una vera risposta.

Il quesito posto non era totalmente sbagliato. Opale era in cerca di Veral da ancora prima che tutto cominciasse e non poterono fare a meno di chiedersi come facesse a saperlo. Dopotutto, come aveva detto Smeraldo, all'inizio erano alla ricerca di una ragazza chiamata Sunhi, in vita da molti anni prima che nascesse Veral stessa. Chi aveva passato ad Opale le informazioni su di lei e dov'era in verità questa misteriosa fanciulla scomparsa?

Il sole era quasi sorto e ormai era l'ora di andare.


 

Infiltrarsi all'interno di Tachyta era stato molto più semplice di quanto credessero. Qualche pattuglia di Jawahart giaceva stesa sul pavimento, alcuni erano stati costretti ad ucciderli, ma altri si erano solo assicurati di farli dormire per un po'. Di certo non avevano tempo per mettersi a combattere e ad obbligarli ad arrendersi.

La città oltre ad essere deserta era grigia ma non completamente distrutta. Sulla via per il castello notarono addirittura qualche fiore privo di colore. Sembrava che il tempo si fosse fermato e con lui tutto quello che era stato creato nel continente dall'opale stesso. La luce e il buio avevano scelto di lasciare Tachyta per sempre.

-Il palazzo.- sussurrò Seyun indicando in modo da farsi a stento sentire dai compagni. Ognuno di loro indossava un lungo mantello scuro ed erano coperti da un pesante cappuccio. -Dobbiamo cercare un ingresso secondario non sorvegliato. Jin, Kerasi, Yoongi: voi tre controllate ad ovest, alle spalle del castello; Jungkook, Jimin, Taehyung a voi toccherà la zona est. Io salirò sul tetto e cercherò di coprirvi le spalle con la mia magia.- sui volti appena visibili degli altri membri scorse espressioni insicure ma non si fece intimorire. -Se nel frattempo doveste trovare un'entrata fatemi un cenno e chiamerò il gruppo del lato opposto.

Senza aspettare la giovane cominciò ad incamminarsi verso il castello, non curandosi del resto. Non era sicura nemmeno lei che avrebbe funzionato, ma guardando bene la forma della fortezza si rese conto che c'era un'unica possibilità di sfruttare lo spazio dall'alto: la torre. Era solo una ed era posizionata nella parte centrale della reggia per dividere le due aree, quindi non avrebbe dovuto faticare per scalarla, soprattutto grazie alla sua magia. Non sapeva ancora se avrebbe funzionato anche in un simile luogo ma aveva imparato a conoscere i suoi compagni e sapeva che non avrebbero iniziato con i loro compiti finché lei non sarebbe stata in cima, al sicuro.

Certo, sempre che fosse davvero sicura.

Con sua sorpresa però più si avvicinava alla torre e più notava l'assenza di guardie di ogni genere. Possibile che tutti Jawahrat fossero in giro per la nazione senza preservare il loro sovrano? Seyun pensò che fosse impossibile. Doveva trattarsi di un'imboscata, non c'era altra ragione. Si girò di scatto verso il punto in cui si trovavano i suoi compagni ma erano ancora tutti lì, esattamente come li aveva lasciati, che cercavano di capire il punto migliore per raggiungere la zona a loro assegnata.

Quando si voltò nuovamente vide davanti a se un uomo in armatura che brandiva una strana arma simile ad un pugnale. Seyun si ritrasse e cercò di allontanarlo con la magia. Con stupore ci riuscì veramente. Prese da dietro la schiena la sua minigun e la tenne alta per imbracciarla comodamente. Il tizio con l'armatura si alzò dallo scossone ricevuto e cominciò a correre verso il portone d'entrata.

-Vi stavo aspettando, cari ospiti.- ammise una voce proveniente dall'alto.

Seyun strizzò gli occhi per vedere meglio: sulla torre a cui puntava era comparsa una figura imponente dalla pelle opalescente. Dietro di lui, come se fosse un ombra, c'era qualcun altro ma era troppo nascosto per poterlo identificare.

I suoi compagni uscirono allo scoperto e lui si mise a ridere. -Pensavate davvero che senza il mio permesso sareste entrati qui? Io ero a conoscenza di ogni vostro minimo movimento, pensiero addirittura.- aprì le braccia. -Ecco qui gli eroi che hanno sconfitto i miei sottoposti: Lussuria, Ingordigia, Ira, Superbia, Invidia e Accidia. Ogni limite corrisponde ad una vostra mancanza, ve lo hanno mai detto?

-Conosciamo la leggenda.- ammise Yoongi con tono di sfida. -Peccato che tu l'abbia cambiata a tuo piacimento.

Opale fece finta di ritenersi offeso. Davvero pensavano che perdesse il controllo in quel modo? Il giorno che aspettava da una vita era ormai alle porte, come potevano credere che si sarebbe lasciato scappare la possibilità di conquistare Zamek solo con delle miserabili parole? Lui aveva la situazione sotto controllo, loro invece non avevano niente.

Jungkook sfoderò la spada e l'uomo in cima alla torre si mise a ridere. -Ho visto tramite il mio potere questa scena molte volte, ma dimmi quando ti è tornato utile quell'aggeggio?

-Ho distrutto il tuo braccio destro, non provocherei la persona che potrà farti a fettine se fossi in te.- sussurrò il principe a denti stretti.

-Ma per favore.- Opale agitò una mano con fare indifferente. -Senza i tuoi compagni saresti stato spacciato. Una falce, una lancia e un'arma da fuoco senza proiettili. Chi lascerebbe tali armi incustodite? Ho detto io allo stregone di posizionarle in un punto in cui le avreste trovate, ho detto io al mio fedele servitore Kim Namjoon di portarvi lì.- sorrise in modo meschino. -Come ci si sente ad essere stati traditi da ogni punto di vista?

Yoongi però scoppiò a ridere. -Ti rendi conto che hai dato modo di sconfiggere più facilmente tutti i tuoi sottoposti a delle persone che dovevano solo compiere il loro destino?

Opale però non sembrava minimamente disturbato dalla cosa. -Loro erano tutti sacrificabili. Credete davvero che mi sarei basato su altri per arrivare al mio dominio assoluto? Una volta che Zamek sarà sotto il mio controllo la stessa sorte scenderà sulle altre regioni della nazione.- fece finta di pensare, poi mostrò un sorriso inquietante e si spostò di lato. -Immagino che sia bello, una volta arrivati fino a qui, poter avere un confronto con un vecchio amico, un membro della famiglia.- l'ombra alle sue spalle avanzò in modo che il grigiore potesse leggermente rischiarare il suo volto. Namjoon sembrava come ipnotizzato, i suoi occhi non si muovevano e si era fermato appena prima del bordo. Jungkook puntò lo sguardo su Kerasi. La ragazza non gli staccava gli occhi di dosso, ma nonostante la sua preoccupazione palpabile non fece un singolo movimento azzardato. -Credo sia arrivato il momento di raccontare una bella storia, chissà solo se sarete ancora vivi per ascoltarla?

Dopo quelle parole il terreno sotto ai loro piedi cominciò a sprofondare e nelle loro teste risuonava solo la disturbante risata di Opale.

Poi tutti loro si trovarono nella stessa stanza nera, solo che nessuno sapeva della presenza degli altri.


 

Seyun non vedeva nessuno dei suoi compagni, ma il buio aveva lasciato spazio ad una sala riccamente arredata. Sui divani sedevano un grosso numero di uomini e la ragazza giurò di averli già visti. Forse si trattava di ammiratori o forse semplici abitanti della sua città. Dalla grande porta bianca uscì Iya con un inchino.

Seyun si ritrasse quasi scottata. Nonostante quel gesto, il motivo di tanto sgomento le fu sempre più estraneo. Il desiderio che c'era in lei di tornare indietro non esisteva più, al contrario non sapeva nemmeno che quello in cui si trovava non era un vero luogo. Aveva pensato a delle altre persone una volta arrivata, ma la verità era che non vedeva più nessuno nella sua testa. I nomi che aveva pronunciato non avevano volti.

Quando l'immagine proseguì si rese conto che non riproduceva i suoni e che la sua tutrice aveva convocato uno dei ragazzi all'interno della stanza, richiudendo subito dopo i battenti. Come fosse un fantasma la giovane attraversò il muro e vide se stessa. Di nuovo ebbe una sensazione familiare, ma svanì subito dopo. La sua copia era leggermente diversa da se: la pelle era di un tenue colore ambrato, i capelli sembravano della stessa tinta del miele. Persino i suoi occhi, di norma di un verde molto chiaro, sembravano giallognoli.

Anche se Seyun sentiva di aver perso dei ricordi, sapeva perfettamente che la figura davanti a se era Topazio. Solo che aveva il suo aspetto. A guardare bene quella scena in effetti sembrava che quel mostro si fosse proprio sostituito a lei. Riposò lo sguardo sul ragazzo. Non sembrava felice di essere lì ed aveva davvero un'aurea familiare. Quella volta la sensazione non sparì. Ne studiò attentamente i lineamenti, ormai aveva capito di essere praticamente un fantasma. Somigliava vagamente all'aspetto con cui lei aveva conosciuto Topazio, ma per certi versi le ricordava se stessa.

Mentre l'immagine andava avanti come una registrazione muta Seyun sentì qualcuno arrivare alle sue spalle. Si girò prima che questi potesse toccarla, ma davanti ai suoi occhi vide solo un'ombra luminosa dalle vaghe sembianze umane. -Non perdere mai il controllo.- ammise quest'ultima. La cantante, sbigottita, non rispose e diede così agio a quella voce profonda e rassicurante di continuare. -Sono i tuoi ricordi che ti permetteranno di capire cosa devi fare. Grazie ad un vecchio amico hai una possibilità.

Seyun sfiorò con le dita affusolate la borsa a tracolla che apparteneva a Veral. Doveva essere Kerasi ad indossarla, ma era rimasta a lei in modo da poter custodire il topazio con le altre gemme. Si fermò un attimo. Non aveva la minima idea di quello a cui stava pensando: chi erano Kerasi e Veral? Custodire il topazio? Estrasse la gemma cautamente ed ebbe l'impulso di disfarsene. Poco prima di lanciarla lontano la luce che le aveva parlato entrò al suo interno e in quell'istante Seyun ricordò ogni cosa. Raggiunse la sua sosia che non poteva vederla, imbracciò la sua minigun e mirò alla sua tempia. -Bang.- mimò con le labbra mantenendo lo sguardo fisso. Quando premette il grilletto vide lo spettro di se stessa steso a terra. Invece che raggi di luce, i buchi allagarono di sangue il pavimento.

Lo spirito del Topazio l'aveva aiutata, grazie a lui si era liberata di quell'incantesimo della memoria. Era tornata indietro, pian piano la stanza aveva cominciato a sparire per lasciare spazio al vuoto. Sorrise compiaciuta: aveva distrutto la sua nemesi.


 

Yoongi lo capì subito che sarebbe stato più complicato per lui.

Quando la stanza nera si trasformò, si ritrovò nel suo castello. Tutto era esattamente come lo ricordava, tranne per un particolare: i componenti del gruppo erano lì nella sala del trono e alle loro spalle si stagliava la loro figura paterna. In più erano tutti illuminati da una forte luce azzurrognola.

Yoongi emise un verso scocciato e si incamminò verso il portone che lo avrebbe portato all'esterno. Lo spinse senza pensare a niente ma non riuscì ad aprirsi. Cercò allora di applicare più forza, ma ottenne lo stesso risultato. Per un po' gli balenò in testa l'idea di tirare una spallata al battente, ma la scacciò subito dopo. Tornò a guardare i suoi compagni -i suoi amici- che lo guardavano come delle statue di cera, poi intravide sua madre. La donna faceva segno al figlio di raggiungerla ed era l'unica che si muoveva tra tutti i presenti.

Come aveva fatto a non vederla quando era entrato? Finse di non pensarci e si diresse verso la regina a passo svelto, ogni volta che i suoi pedi toccavano terra aumentava la velocità dello spostamento. Quando si fermò, la donna gli diede uno schiaffo sulla guancia, ma Yoongi non vacillò.

-Guarda.- gli disse indicando verso le figure immobili. -Jungkook è più giovane di te eppure ha sempre preso il posto del padre come condottiero. Tu hai ucciso il nostro re.- Yoongi non rispose dandole il privilegio di continuare. -Come ci si sente a vedere tutti i propri amici tra le braccia dei loro padri dopo aver perso il proprio? Se solo tu fossi stato meno inetto e più devoto, adesso il popolo avrebbe una valida guida. Tu sei scappato, hai abbandonato il tuo regno un'altra volta, hai fatto in modo che tuo padre morisse, mi hai strappato via mio marito.

-Credi che io non lo sappia?- domandò allora senza scomporsi. -Io non ho mai voluto essere re, non ho mai voluto essere neanche il principe, perché so che non sarò mai come lui. Il regno ha bisogno di un leader e non ho mai chiesto di essere scelto.- Adara alzò di nuovo il braccio per colpirlo, ma questa volta lui la precedette. -Mia madre, la regina, lo sa bene.- continuò allora Yoongi. -Il fatto che tu invece stia dicendo questo prova che tu non sei chi dici di essere.

-Ma cosa cambia?- la figura bluastra stirò le labbra in un sorriso terrificante. -Tu vuoi un padre giusto? Ti senti incompreso nel parlare con i suoi amici: il principino è cresciuto circondato dall'amore di tutti, il traditore che credevi un amico ha una forte famiglia alle spalle, persino il panettiere sembra avere una situazione migliore della tua.- Yoongi la lasciò andare e lei prese a camminare in cerchio, come se lo stesse intrappolando. -La senti quella sensazione? Attanaglia il cuore e la mente, senti un nodo allo stomaco, c'è qualcosa che non va come sarebbe dovuto andare da sempre. Perché sono solo? Io conosco le tue domande private.- la “regina” continuò ma il ragazzo non le prestava tanta attenzione, era fisso nel guardare quelle statue. C'era qualcosa che in effetti non funzionava a dovere. -Tuo padre non ti ha mai amato. Perché altrimenti avrebbe voluto lasciarti fare come volevi? Sapeva che saresti stato una nullità in confronto a lui.

Yoongi alzò gli occhi al cielo. -Se non stai zitta non riesco a pensare.

La “regina” scoppiò a ridere talmente forte che fu costretta a chiudere gli occhi. Quando li riaprì il suo viso si contorse in una smorfia stupefatta e dolorante. La lama della lancia di Yoongi le aveva trafitto il petto.

Il corpo della donna cadde a terra e il re riprese la propria arma per poi deporla. Si avvicinò alle statue di cera mentre la stanza iniziava a sparire e si posizionò davanti a quella di Kerasi.

L'uomo che le toccava la spalla non era lo stesso che la toccava a Namjoon.

Yoongi allungò una mano ma un istante prima si ritrovò nella stanza nera.

  
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