Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Moby9090    01/04/2021    1 recensioni
Confusa dai mille pensieri, si mise finalmente a letto, dove, riosservando le sue gambe nude, pensò a come sarebbero state senza quell’infinità di lividi.
‘Dormi Mikasa’
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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DISCIPLINA
 


 
 
L’alba era finalmente giunta, e con essa gli uccellini che cinguettavano al di sopra dei tetti della base. La finestra semi aperta permetteva alla luce dei primi raggi di sole di entrare nella piccola stanza, e posarsi sui volti delle guerriere dormienti. A questo punto, potevano definirsi tali, in quanto l’epiteto ‘donna’ sarebbe stato riduttivo, per delle macchine da guerra come loro. Una delle tre emise uno sbadiglio scomposto, e si buttò giù dal letto, provocando un tonfo che destò le altre due.
- “Buongiorno donzelle! Una nuova giornata è arrivata! È ora di darsi una mossa! Sveglia!! - gridò la brunetta.
Mikasa sbuffò scocciata, odiava sentire la voce acuta della coinquilina appena sveglia. Tuttavia, quello squillare, soprattutto nell’ultimo periodo, l’aveva aiutata a destarsi più e più volte da quel sonno catartico che ormai l’aveva colpita da quando…Da quando Eren era fuggito senza dare più notizie. Dov’era andato? Che fine aveva fatto? Stava bene? Sospirò rumorosamente, e si avviò verso il bagno. Forse, lavandosi, avrebbe rimosso la sporcizia provocata da quei pensieri ossessivi, che ormai la torturavano da giorni.
-Sasha per carità, fa silenzio! Non possiamo dare spettacolo ogni mattina…Dobbiamo dare il buon esempio alle nuove reclute! - esclamò una figura occhialuta alle sue spalle. Poi continuò: - “Tra poco sarete delle donne adulte, non potete comportarvi come delle ragazzine! Disciplina! - detto ciò, si alzò dal letto dirigendosi ai bagni.
Il caposquadra Hanjie ormai dormiva con loro da un bel po’, l’ultimo scontro a Shiganshina aveva acuito il suo senso di solitudine. Non vi erano più donne della sua età nel corpo di ricerca e sicuramente dormire col Capitano Levi non sarebbe stata la soluzione giusta. Quindi, aveva, a malincuore, deciso di dividere la stanza con Sasha e Mikasa, sebbene volesse evitare di avere ulteriori complicazioni di tipo sentimentale, viste le precedenti perdite.
Le ragazze del centoquattresimo, ormai, avevano guadagnato una certa fiducia nel Corpo di Ricerca e, con loro, trascorreva la maggior parte del suo tempo. Sia durante i periodi di riposo, che durante i lunghi giorni in battaglia. Ognuna, col proprio carattere e con la propria storia da difendere e, impegnate, per un unico obiettivo. Salvare Eldia. Già, così sembrava davvero chiamarsi il loro mondo.
Finita la doccia, si vestì per dirigersi in ufficio, dove aveva da ordinare alcuni rapporti. Prima però, si raccomandò con le giovani di farsi trovare pronte per le sette, dopo aver fatto colazione. Si sarebbero allenate con i nuovi dispositivi, come ormai facevano da tempo, in attesa del prossimo scontro.
***
Mikasa e Sasha uscirono per l’allenamento, raggiungendo il resto dei loro compagni: l’aria si faceva già torrida. Salutarono il resto del gruppo, tra cui Armin, Connie e Jean. I ragazzi sembravano abbastanza tranquilli, scherzavano e ridevano serenamente tra loro.
Mikasa decise di levare la giacca con lo stemma del Corpo di Ricerca, per rimanere in camicia. Stava cominciando a odiare quelle temperature altissime, che si aggiungevano, tra l’altro, a quella serie di cose che la torturavano in quel periodo. Osservò la folla di fronte a sé, quante nuove reclute! Ricordava benissimo i suoi primi giorni in quel nuovo mondo, pieni di interrogativi, di sorprese, ma, forse, meno consapevoli di quello che sarebbe successo.
Il peso della consapevolezza lo sentiva forte sulle spalle, come anche il peso delle perdite, delle rinunce e delle sconfitte.
- “Soldati, in postazione!” - gridò il Capitano Levi, in piedi su di un palchetto di legno, in modo tale che tutti potessero sentirlo e vederlo. In altre circostanze avrebbe riso di gusto nel vedere tale spettacolo.
‘Eccolo qui il nanetto impertinente!’ pensò la ragazza.
Poi continuò: - “Gli allenamenti di quest’oggi saranno corpo a corpo. Inoltre, ci serviremo di armi trafugate da Marley. E non ammazzatevi, avrete il tempo e l’occasione giusta per morire. A mezzogiorno vi voglio lavati e sistemati in mensa. Forza, non c’è tempo da perdere. – affermò severo il capitano.
Una volta finito il discorso, fece un cenno a Mikasa, ordinandole di seguirlo. La giovane ne fu inizialmente sorpresa, ma poi ricordò l’accaduto della notte precedente e non poté fare altro che acconsentire all’ordine del suo superiore. Mentre lo seguiva, notò che nemmeno lui indossava la giacca.
‘Ci risiamo Mikasa. Smettila di osservare il tuo capitano… Tra l’altro prima di essere sicuramente punita!’
Entrarono nel suo ufficio, Levi la fece accomodare su una delle sedie di fronte alla sua scrivania. Alcune gocce di sudore le imperlavano la fronte. L’aria si stava facendo davvero pesante. Il Capitano, si sedette a sua volta accavallando le gambe, com’era solito fare. Dopodiché, cominciò a fissarla, tamburellando le dita sul grande tavolo di legno.
- “Dimmi Mikasa, come stai?” - chiese poi, lo sguardo sbieco a scrutarla.
- “Bene, Capitano” - rispose non troppo sicura.
-Stai dicendo la verità?” - insistette lui, sistemandosi meglio sulla sua sedia.
- “Certo che sì, Capitano. - la ragazza non andò oltre, non aveva davvero voglia di discutere.
- “Ho notato che nell’ultima settimana, durante la notte, esci sempre all’esterno… Hai qualche problema di sonno? Le tue compagne non ti permettono di riposare? – domandò Levi.
- “I-Io…” -
- “Tu?” -
- “N-non riesco a dormire bene in questi giorni… Ma non è colpa di Sasha o del Caposquadra Hanjie, è un problema mio” - ammise omettendo qualcosa. Nel mentre, continuò a fissare un punto sulla parete, in modo tale da non incrociare lo sguardo del suo superiore.
Lui si alzò, dirigendosi verso la finestrella in fondo alla stanza, scrutò le reclute che si allenavano e poi, lentamente, si voltò verso di lei raggiungendola. Mikasa era ancora rivolta verso la scrivania, ma lo sentì arrivare alla sua sinistra. Poi lui si fermò, abbassandosi alla sua altezza:
-Hey Ackerman, so quello che ti lega a quel marmocchio di Eren, ma ormai non possiamo farci nulla. Quel dannato prima o poi si farà vedere. Quindi stai tranquilla, avrai tutto il tempo per proteggerlo. Ma se continui così, non riuscirai a combinare proprio un bel niente. Togliti le tue stupide fisse dalla testa, allenati, riposa. Recupera la tua disciplina o sarai tu la prima a cadere. E poi, non vorrei vederti morire di crepacuore per non essere riuscita a parare il culo a quel moccioso di merda.” -
Moccioso di merda. Poteva metterseli in quel posto i suoi monologhi del cazzo. Non capiva. Proprio non ci riusciva. La ragazza, rossa in volto dalla rabbia, le lacrime salate che fuoriuscivano veloci dagli occhi, si alzò di scatto, stringendo la camicia del capitano nel pugno destro. Lo strattonò a sé mantenendo comunque una certa distanza:
- “Lei… Tu non capisci cosa io stia passando, dannazione! Sono giorni che non vedo Eren e l’unica cosa che posso provare è disperazione.” - strinse i denti - “Disperazione perché non posso sapere cosa sta facendo, come sta! Lui è importante per me, se lo ricordi.” - cominciò a piangere più forte, lasciò la camicia di Levi e si accasciò sul pavimento. Che figura pietosa…
Il Capitano la osservò dall’alto alquanto schifato. Non poteva credere che una delle guerriere più serie e tenaci che avesse mai conosciuto potesse ridursi in uno stato simile, per colpa di un ragazzetto con la “fortuna” di avere tra le mani un potere troppo grande, e la “sfortuna” di una responsabilità enorme.
Mikasa aveva le mani piantonate al pavimento, versava lacrime come se fossero acqua corrente.
- “Stai sporcando il mio pavimento ragazzina” - mormorò infastidito Levi, prima di tirarla su per capelli e prenderle il mento con una mano. Quella sciocca non si reggeva nemmeno in piedi.
- “Innanzitutto, vedi di darti una regolata. Dannazione, sei pur sempre un militare! Per quanto riguarda stanotte, sei in punizione. Oggi pulirai e sistemerai il mio ufficio da cima a fondo senza pranzare. Al mio ritorno, questa sera, dovrà essere tutto in ordine. Secondo, odio i piagnistei e soprattutto chi non è avvezzo, solitamente, a questo genere di esternazioni. Non sai frignare, quindi adesso alzati e datti una mossa.” - detto ciò, la lasciò cadere nuovamente a terra. Si pulì le mani e uscì fuori dalla stanza come una furia.
‘Cara Mikasa, il capitano ha ragione. Il tuo obiettivo è proteggere Eren, ma, in queste condizioni, saresti solo mangime per i nemici.’
Si rialzò, asciugò le sue lacrime e cominciò a sistemare quell’ufficio, sebbene fosse già quasi del tutto in ordine…
Mentre rassettava la libreria, ripensò più e più volte alla sua infanzia: certo, aveva perso la sua famiglia quando era ancora piccolissima, ma era riuscita, grazie all’aiuto di “qualcuno” a ricrearsi il suo piccolo nido. Quel qualcuno che, però, le aveva anche squarciato il petto. E il cuore, che le bruciava così tanto. Chissà se Armin provava i suoi stessi sentimenti, chissà se anche lui era rimasto deluso dall’amico d’infanzia. Ma Eren era sempre stato così, agiva impulsivamente, era testardo e si cacciava sempre nei guai.
Persa ancora una volta in quei pensieri, Mikasa si portò una mano alla fronte. La testa le pulsava come non mai. Poi si girò verso la finestrella in fondo alla piccola stanza, aveva cominciato a piovere. Sperò vivamente che l’aria si rinfrescasse un pochino. Almeno, avrebbe evitato ulteriori uscite notturne e, ulteriori punizioni.
***
Si fecero le cinque del pomeriggio, l’ufficio era completamente pulito. Però, doveva aspettare il ritorno del Capitano, che le avrebbe permesso di andare in sala mensa per la cena. Aveva proprio fame, ma si sentiva anche profondamente stremata.
Le poche ore di sonno, il digiuno e la fatica la costrinsero a sedersi su una poltrona in un angolo della stanza; poggiò un gomito su uno dei braccioli, reggendosi la testa pesante con una mano. Pensò di rilassare un attimo gli occhi, forse, si sarebbe sentita meglio. Li chiuse, provando una sensazione di piacere indescrivibile, ma poi crollò inavvertitamente in un sonno profondo.
***
Nel frattempo, il Capitano Levi aveva concluso con i suoi impegni giornalieri. Da quando Erwin non c’era più, le scartoffie erano diventate tutte sue. Hanjie le compilava e lui le riordinava per spedirle al “quartier generale”. Cominciò a dirigersi verso il suo ufficio, ma ebbe il desiderio impellente di una bella tazza di tè caldo.
La pioggia aveva risvegliato in lui sensazioni fredde, per cui, quella deliziosa bevanda ci sarebbe stata benissimo a quell’ora (sebbene le temperature fossero ancora elevate).
Ordinò ad una recluta di portare del tè nel suo ufficio, specificando che avrebbe avuto bisogno di due tazze. Aveva lasciato Ackerman a pulire il suo rifugio personale senza grandi motivazioni e, sicuramente, aveva almeno bisogno di idratarsi dopo una giornata a digiuno. Dopotutto, non era mica un ostaggio. Certo, l’aveva trovata alquanto discinta e spossata al di fuori del palazzo, ma di certo non era quella la motivazione per la quale l’aveva punita. Il motivo era, come al solito, il suo punto debole, Jeager.
A lui i sentimentalismi facevano schifo, e di donne come Mikasa ce n'erano poche, quindi, vederla in quello stato per colpa di quel babbeo lo irritava non poco.
In fondo, era nel corpo di ricerca per combattere e non per cercare marito. Anzi, proteggere il suo futuro marito, che, però, sembrava ignorarla completamente.
E poi, innamorarsi sul campo di battaglia? Mai! Nel corso degli anni, aveva conosciuto diverse coppie nell’esercito che aspiravano ad un futuro roseo: un matrimonio, una casa, dei figli. Tutti sogni infranti da qualche gigante troppo affamato.
Ma, lui stesso, pur evitando qualsiasi tipo di implicazione sentimentale, aveva sofferto per amore: amore per una sorella, di nome Isabel, e per una compagna speciale, di nome Petra. La prima era morta tragicamente durante la loro prima spedizione al di fuori delle mura, mentre la seconda, era caduta in battaglia contro il gigante dalle fattezze femminili. E poi, aveva perso dei compagni fedeli, degli amici, ed Erwin. Ma il tempo scorreva veloce e bisognava andare avanti.
E anche Mikasa doveva farlo: staccarsi per un po’ da Eren l’avrebbe fatta soffrire, ma, a lungo andare, il suo spirito ne sarebbe uscito più forte. Ne era certo.
Percorrendo il lungo corridoio, in attesa di arrivare a destinazione, si ricordò di aver recuperato la giacca della giovane. La tastò leggermente fra le sue mani, quasi sorpreso di aver potuto compiere un gesto tanto gentile nei confronti di qualcuno. Poi, raggiunse la porta, spinse la maniglia ed entrò nella stanza.
Vi trovò la giovane completamente addormentata su una delle sue poltrone. Poi diede un veloce occhiata all’abitacolo, era splendente. Nel frattempo, gli fu portato il tè. Che profumo delizioso.
Decise di svegliare la marmocchia, quella non era una camera da letto. Ma, mentre si avvicinava, la osservò attentamente: aveva perso qualche chilo, il viso si era sfinato, e aveva acquisito dei tratti più maturi. Poi, lasciò che il suo sguardo cadesse sulla camicia e sulle sue gambe, perfettamente fasciate dalla divisa militare. Mikasa non era più una ragazzina.
Si bloccò spalancando gli occhi: stava davvero facendo degli apprezzamenti su una sua sottoposta, per giunta con qualche anno di troppo in meno? In fondo era un uomo come tutti gli altri. Per quanto potesse essere freddo, distaccato e stronzo, aveva avuto i suoi successi in amore. Ma nessuno sapeva granché di questo suo lato, anche perché, certe cose dovevano rimanere private.







 

Spazio Autrice:
Ciao a tutti, come penso già sappiate, si è conclusa la prima parte della stagione finale de “L’Attacco dei Giganti”. Questo anime ha accompagnato le mie serate da gennaio. Devo dirvi la verità, all’inizio non ci stavo capendo un granché, ma con il passare delle puntate ho vissuto emozioni indescrivibili. Quindi, non aspetto altro che il prossimo anno per la seconda parte della stagione finale! Mi sarebbe davvero dispiaciuto chiudere con AoT così presto.
Per cui avrò il tempo per leggere bene il manga e riguardarmi tutti gli episodi!
Tornando a noi, ecco un nuovo capitolo! Spero vi piaccia… Se trovate errori o incongruenze fatemelo sapere. Aspetto anche le vostre recensioni (mi farebbe davvero piacere ricevere un feedback di qualsiasi tipo!).
Per chi avesse questo dubbio, la mia storia è inizialmente ambientata tra la terza stagione e l'inizio della quarta, precisamente poco prima dell’attacco di Eren a Marley. Mentre, la seconda parte della storia sarà collocata alla fine dell’anime/manga.
Per quanto riguarda la coppia che ho scelto, Mikasa x Levi, sono consapevole che non sia proprio così gettonata, anche per il probabile legame di sangue tra i due, essendo due Ackerman. Ma, non essendoci troppe spiegazioni nell’anime/manga, mi avvalgo del piccolo mistero sulla loro parentela per scrivere questa fanfiction.
Secondo me, Levi e Mikasa hanno tanti aspetti in comune (vissuto, modo di fare). Quindi, eccovi qua una storia su di loro! XD
Detto questo, alla prossima. Un bacio, Moby9090

CAPITOLO REVISIONATO.
  
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