“Dove
cazzo avevi gli occhi!” ruggì Shui Cheng con
l’elsa della spada rotta che indicava l’altro
ragazzo. “Ti rendi conto che ti
sei letteralmente bloccato come un cretino in attesa di essere
squartato?!”
Il cadavere
feroce giaceva smembrato tra lui e il
ragazzo in viola, il resto della lama spezzata conficcata nella schiena
e gli
altri ragazzi con la stessa divisa, che sembravano non sapere se essere
intimoriti o indignati, lo fissavano con occhi sbarrati. Se Shui Cheng
avesse
dovuto fare supposizioni, solo guardando il rosso del colletto, della
cintura, del nastro tra i capelli e sui polsi che in qualche modo non
cozzava con il
viola decorato delle vesti del ragazzo, avrebbe detto che era un
Giovane
Maestro di qualche tipo.
Fantastico, un
altro Gongzi pomposo che non
sa fare il suo lavoro, sembravano spuntare come funghi recentemente.
Il suddetto
Gongzi lo fissò, sbattendo le
palpebre e il mento che tremava.
Shui Cheng si
bloccò nel bel mezzo della sua sgridata.
Oh cazzo,
pensò, non era incappato in uno di quei tipi eccessivamente
sensibili, vero?
Era a
metà tra il cercare di scusarsi e il non
rimproverarlo per essere così patetico quando il ragazzo
gettò la testa all'indietro nella
risata di pancia più forte che Shui Cheng avesse mai sentito.
“Ma
che cazzo di problemi hai?” fu la prima cosa che
chiese quando le risate si spensero in singhiozzi spezzati e braccia
smisero
di tenersi la pancia.
“Wei-DaShixiong,”
uno dei ragazzi si fece avanti
esitante. “Stai bene?”
“Si,
si, tutto a posto ragazzi, sto bene,” rispose con un
sventolio della mano e il sorriso ancora sulle labbra. “Il
mio salvatore qui è
stato molto veloce.”
E prima che Shui
Cheng potesse rimproveralo per essere
così incurante, il ragazzo si inchinò con il
pugno nel palmo.
“Questo
si chiama Wei Ying, per gentile concessione
Wei WuXian. Quest'umile vorrebbe sapere il nome del suo
salvatore,” chiese con un
luccichio malizioso negli occhi come se un cadavere non gli avesse
quasi
staccato la testa un secondo fa.
Shui Cheng
sbuffò, le braccia incrociate e un
sopracciglio alzato. Ma visto che sua madre gli aveva insegnato la
buona educazione
si inchinò in modo appropriato e rispose.
“Quest'umile si chiama Shui Cheng e il Wei-Gongzi mi
deve una spada nuova.”
“Come
ti permetti!” intervenne uno dei ragazzi. “Puoi
biasimare solo te stesso per non aver curato meglio la tua
spada!”
Shui Cheng lo
livellò con uno sguardo talmente
potente che il ragazzino squittì, affondando la testa nelle
spalle. Ma prima
che possa urlargli contro Wei WuXian gli gettò un braccio
sulle spalle come
se si conoscessero da sempre.
“Suvvia,
non essere spaventoso Shui-di, hai spaventato
a morte Zhu-Shidi. Comunque hai ragione, ti devo una spada e visto che
qui
abbiamo quasi finito, anche la cena.”
Shui Cheng, per
qualche motivo oscuro anche a lui, non
si staccò dalla presa e si limitò sogghignare.
“Sarà
meglio che sia maledettamente piccante.”
Wei WuXian rise
deliziato proprio vicino al suo
orecchio. “Ovviamente!”
Sentì
i ragazzi più giovani gemere rumorosamente
dietro di loro.
§
Assomiglia a Madama Yu.
Quello era stato
il primo pensiero che attraversò la
mente di Wei WuXian quando Shui Cheng si era voltato verso di lui con
occhi
ardenti e una valanga di rimproveri che sembravano essere stati copiati
direttamente
dal repertorio della Signora di Lotus Pier.
Osservò
l’altro ragazzo
dal bordo di un sorso di vino. Zigomi alti, occhi a mandorla e un
cipiglio come
espressione predefinita. Shui Cheng mangiava con la schiena dritta e
delle
maniere a tavola sicuramente migliori di Wei WuXian, che se ne stava
stravaccato
sulla sua sedia come al solito. Gli altri anatroccoli al loro tavolo,
insolitamente silenziosi, guardavano il loro ospite con una certa
curiosità se
non timore mentre mangiavano mantenendo la loro migliore postura.
Wei WuXian non
poteva
evitare di sorridere alla vista, sicuramente i suoi ragazzi non
volevano
sembrare meno disciplinati di un cultore solitario incontrato per caso.
Un cultore
solitario
abbastanza forte da sconfiggere una dozzina di cadaveri feroci di alto
livello
da solo e allo stesso tempo, correre ad uccidere quello che aveva
sorpreso Wei
WuXian alle spalle, rompendo una spada da coltivatore standard che di
certo non
era economica.
Se non
l’avesse saputo
per certo, avrebbe ignorato le vesti di cotone blu consumate e avrebbe
pensato
di trovarsi di fronte a qualche cultore delle Grandi Scuole sotto
copertura.
Ma conosceva tutti i cultori degni di nota delle Cinque Grandi Scuole,
Madam
Yu si era assicurata che studiasse, e se fosse appartenuto a qualche
Scuola
minore di certo con un talento come quello non sarebbe passato
inosservato.
“Quindi,”
iniziò Shui
Cheng dopo aver mandato giù un sorso di vino.
“Come mai il Gongzi di Approdo del Loto si è
degnato di venire fino ai confini di Yunmeng per cacciare?”
Dritto al punto,
di certo
l’altro ragazzo non era uno che perdeva tempo.
Wei WuXian
sorrise.
Shui Cheng
annuì tra
un boccone e l’altro. “Cadaveri e mostri che se ne
vanno in giro anche se i
cimiteri sono intatti e non c’è nessun incidente o
catastrofe che giustifichi
la loro presenza.”
Silenzio, un
attimo di
comprensione passa tra loro senza parlare.
Wei WuXian
sorrise
gioviale. “Bambini!” attirò
l’attenzione dei giovani. “Se avete finito di
mangiare dovreste andare a dormire. Domani partiamo presto per tornare
a casa.”
“Si
Wei da-shixiong!”
dicono in coro, e come bravi bambini si alzarono bisbigliando e
lanciando loro
occhiate.
“Cosa
vuoi sapere?”
chiese ordinando un altro barattolo di vino.
“Perché
sei venuto fino
ai confini per cacciare cadaveri feroci che sono palesemente di un
livello
superiore ai ragazzini che ti porti dietro?”
Wei WuXian
fischiò
impressionato. “Nessuno mezza misura vero? Siamo stati
incastrati, i nostri ricognitori o sono stati iingannati o ci hanno
tradito. Sapevamo che c’erano solo
cadaveri di livello iniziale.”
“E
stai dando tutte queste informazioni ad un
estraneo perché?” Shui Cheng sogghignò,
e gli ricordava così tanto Yu ZiYuan quando riusciva ad
evidenziare un passo falso del suo Discepolo Capo, che Wei WuXian
ebbe un brivido.
Ma invece
sbuffò una risata e rispose: “Semplicemente
penso che sia d’obbligo avvisare un compagno cultore. Neanche
tu sembravi
davvero preparato per la caccia grossa.”
Sapeva di aver
fatto centro quando l’espressione di Shui
Cheng si accartocciò come se avesse assaggiato qualcosa di
amaro.
“Non
pensare che siamo pari con questa misera
informazione, mi devi ancora una spada,” dice, come se Wei
WuXian avesse
davvero intenzione di filarsela senza averlo ripagato. E forse gli era
già
capitato, pensò Wei WuXian, conoscendo la poca propensione
di alcuni cultori
nobili a non pagare i loro debiti, figurarsi far sapere che un cultore
solitario ha
salvato loro la vita.
“Ovviamente,”
versò altro vino per entrambi e la
conversazione migrò su argomenti più piacevoli,
come i racconti dei posti in
cui Shui Cheng era già stato e quelli in cui
andrà o tutte le assurdità politiche
e gli scherzi di cui aveva fatto parte Wei WuXian.
Il giovane in
viola ascoltò quei racconti con una nostalgia
lontana, quella sensazione vaga di qualcosa che non potrà
mai ricordare bene
che premeva tra le costole e quei rari dettagli che danzavano dietro le
sue
palpebre; il sorriso di sua madre, l’ondeggiare
dell’asino sulla strada
battuta, l’annuire tranquillo di suo padre e le serate
passate
davanti al fuoco sotto le stelle.
Sentì
la voce di Madam Yu che lo rimprovera per essere
così fiducioso con un perfetto sconosciuto, persino
Jiang-shusu gli avrebbe fatto
gentilmente notare che non era molto prudente.
Ma in qualche modo era
comodo.