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Autore: CrossoverManZero    03/04/2021    1 recensioni
Akira Fudo è un ragazzo di 16 anni, ma non è come tutti gli altri. Custodisce un oscuro segreto: può trasformarsi in una creatura metà uomo, metà diavolo, Devilman!
Cosa accadrà quando, dopo aver perso la sua famiglia e aver vissuto sette anni in America, deciderà di tornare in Giappone e iscriversi allo Yuei?
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Ochako Uraraka, Tsuyu Asui
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Saaaaaaaaaaaaaaaalve a tutti! Sono vivo! E sono tornato! Cavolo, ne è passato di tempo (TRE mesi. Sono imperdonabile). Ho ricevuto molte lamentele sul fatto che ci ho messo parecchio a pubblicare e di questo vi chiedo scusa. A mia discolpa, vi dico che, per prima cosa, la Real Life mi prende MOOOOOOLTO tempo e di conseguenza non ne ho mai abbastanza da dedicare alla storia. In secondo luogo, questo è un capitolo di transizione e, da bravi scrittori di fanfiction quali siete, saprete che questi capitoli sono sempre i più difficili da scrivere, dovendoci mettere una cura ai limiti del maniacale. Infine, come ho già detto in precedenza, sto lavorando ad altre fanfiction, quindi il mio cervello è in sovraccarico di idee. Comunque sono riuscito a finire questo capitolo e spero vi piaccia, dato che sarà molto importante per il nostro eroe. Buona lettura!
 
 
 
 
Karaoke, confessioni e primi baci
 
 
Akira POV
Ero in camera mia e mi stavo preparando per andare all’appuntamento con Tsuyu e gli altri. Ieri ci siamo sentiti sul gruppo WhatsApp che abbiamo creato, concordando sul vederci tutti alla stazione ferroviaria di Musutafu, dove avremmo preso il treno per Akihabara. Prima però, dovevo passare a prendere Tsuyu e, stranamente, la cosa mi rendeva felice ma anche… nervoso. In quel momento, Jun entrò in camera mia.
Jun: “Ehi, Akira, va tutto bene?”
Akira: “Uh, sì, benissimo. Perché?”
Jun: “*sorniona*Oh, niente. Hai solo cambiato la maglietta per sei volte di fila, nell’ultimo quarto d’ora.”
Akira: “*imbarazzato*Le altre magliette erano sporche. E stupide.”
Jun: “Rilassati, Akira. Non è la prima volta che esci con Tsuyu.”
Akira: “Ti ricordo che l’altra volta è successo perché QUALCUNO mi ha abbandonato da solo con lei!”
Jun: “Non mi risulta che tu ti sia lamentato.”
Akira: “*hmpf*Pensala come vuoi. Comunque ci saranno anche Izuku e gli altri, quindi non si può definire un appuntamento. Non come credi tu.”
Jun: “Eh, eh, mai dire mai. Comunque, portati le chiavi di casa. Anch’io sto uscendo.”
Akira: “Ah, sì? E dove vai?”
Jun: “Oh, beh, Lyann mi ha invitata a cena e quindi penso che trascorreremo una… seratina romantica.”
Akira: “Per fortuna le pareti sono insonorizzate. Nel caso decidessero di… andare al sodo.” “Ok, ora è meglio che vada. Non voglio fare tardi.”
Jun: “Andrà tutto bene, Akira. Sii te stesso.”
Dopo aver salutano anche Lyann, esco dall’appartamento e raggiungo la moto. Prima di partire ho dato un’occhiata alla chat di gruppo, leggendo che alcuni di noi stavano iniziando a muoversi, mentre altri erano già alla stazione e aspettavano. Todoroki non aveva ancora scritto nulla mentre Bakugo ci ha mandati al diavolo, dicendo che aveva cose migliori da fare e che non dovevamo permetterci di inserirlo in una stupida chat di gruppo. Non ci ho dato peso, preoccupandomi invece del fatto che Iida non dava sue notizie da due giorni. Soprattutto con quello che è successo a suo fratello: all’indomani del Festival dello Sport, i telegiornali hanno trasmesso la notizia dell’attacco a Ingenium, ricoverato all’ospedale in condizioni critiche. Il colpevole non è stato ancora catturato. A quanto dicono, si tratterebbe di un noto Villain spietato e sanguinario. Un serial killer specializzato in supereroi. Non esistono foto ufficiali di lui perché, ogni volta che attacca, appare e scompare come uno spettro. In passato ha ucciso ben diciassette Heroes, ferendone altri ventitré e costringendoli a lasciare la professione. È noto come “L’Assassino di Heroes”. Nome in codice: Stain. Al solo pensiero di un essere simile in circolazione, rabbrividisco. E mi spaventa di più ciò che vorrà fare Iida al riguardo. Metto via il telefono, indosso il casco e parto a tutto gas, diretto a casa di Tsuyu. Ma durante il tragitto, non riesco a smettere di pensare a quel Villain. Io e Jun abbiamo fatto delle ricerche e, da quanto abbiamo scoperto, la fama di questo tizio è talmente diffusa da essere paragonabile a una leggenda urbana. È temuto sia dagli Heroes che dai Villain, dato che prende di mira entrambe le fazioni. Le vittime vengono ritrovate in condizioni così raccapriccianti, che a prima vista viene difficile credere che sia opera di un essere umano. Ed è questo il mio timore: che questo Stain non sia umano, ma un demone. Jun ha detto che approfondirà le ricerche, contattando le filiali giapponesi della HUMAN ALLIANCE. Nel frattempo, arrivo a casa di Tsuyu. Dopo aver controllato l’indirizzo, mi avvicino alla porta e suono il campanello. Ad aprirmi la porta fu un ragazzino coi capelli verde scuro che gli coprivano parte del volto e lo sguardo annoiato. Dalla somiglianza con Tsuyu, intuii che doveva trattarsi del fratello minore.
Akira: “Uh, salve, è questa Casa Asui?”
Fratello di Tsuyu: “Sì, cosa vuole?”
Akira: “Mi chiamo Akira Fudo. Sono un amico di Tsuyu e…”
Fratello di Tsuyu: “Ah, ho capito: sei quel ragazzo che mia sorella vuole portarsi a letto!”
Rimasi un po' sbigottito. Questo bambino avrà più o meno dieci anni e già faceva discorsi del genere? Accidenti!
Amon: “Eh, eh, precoce il marmocchio!”
????: “Samidare, non essere maleducato! Chi ti ha insegnato a parlare così?!”
Vidi arrivare una donna sui quarant’anni, con i capelli verdi e molto simile a Tsuyu, tranne per il viso più grande e paffuto e gli occhi molto più piccoli. Doveva essere la madre di Tsuyu.
Samidare: “Scusa, mamma.”
Mamma di Tsuyu: “Vai a chiamare tua sorella. Dopo facciamo i conti!”
Samidare: “Ok. *si allontana*Tsuyu! È arrivato il tuo fidanzato!”
Sentii del gran vociare in lontananza. Evidentemente Tsuyu stava rispondendo alla frecciatina di suo fratello.
Mamma di Tsuyu: “Perdona mio figlio. Sta attraversando una fase ribelle.”
Akira: “Nessun problema, signora. Ci siamo passati tutti.”
Mamma di Tsuyu: “Io sono Beru Asui, la madre di Tsuyu.”
Akira: “Piacere di conoscerla.”
Beru: “Tu devi essere Akira, giusto? Mia figlia parla spesso di te.”
Akira: “Davvero?”
Beru: “Sembra nutrire una forte ammirazione per te, e volevo anche ringraziarti per averle salvato la vita all’esame d’ammissione.”
Akira: “Non c’è bisogno, signora. Chiunque l’avrebbe fatto.”
Beru: “Per favore, non stare lì sulla soglia. Accomodati pure.”
Akira: “Veramente, non vorrei disturbare…”
Beru: “Nessun disturbo! Tsuyu sarà pronta tra poco, nel frattempo puoi aspettarla in soggiorno.”
Capendo che non sarei riuscito a spuntarla, entrai in casa e andai verso il soggiorno. C’erano una bambina di sei anni, intenta a disegnare su un foglio, e un uomo sulla quarantina che leggeva il giornale seduto in poltrona.
Beru: “Tesoro, abbiamo ospiti!”
L’uomo mise via il giornale e si alzò. Mi accorsi che la sua faccia era letteralmente quella di un rospo. Evidentemente l’intera famiglia era a tema “anfibio”. Ma, in fondo, non dovrebbe sorprendermi più di tanto.
Beru: “Akira, ti presento mio marito, Ganma. Ganma, lui è Akira, il compagno di scuola di Tsuyu.”
Ganma: “Oh, quindi sei tu il famoso Akira che ha salvato la vita a mia figlia.”
Akira: “Ehm, sì, sono io.”
Mi strinse la mano molto calorosamente.
Ganma: “Croak. Non so proprio come ringraziarti per quello che hai fatto! Ti siamo debitori!”
Akira: “Oh, beh, grazie. In realtà, non è stato niente di che.”
Ganma: “Vuoi scherzare?! Croak. Tsuyu non fa altro che parlare di te e ti stima moltissimo! Purtroppo il lavoro mio e di mia moglie ci costringe a stare lontani da casa per lunghi periodi di tempo, pertanto è Tsuyu a dover sbrigare le faccende domestiche e occuparsi dei suoi fratellini, Samidare e Satsuki. Tra questo e la scuola, non ha mai potuto farsi degli amici. Ma da quando è entrata alla Yuei, sembra essere cambiata in meglio: è più sorridente, solare e determinata di prima. Dice di aver conosciuto una persona gentile e coraggiosa, che la ispira a dare il massimo e non arrendersi mai. Sembra che si riferisca a te, vero?”
Akira: “Ehm, non saprei.”
Ganma: “Ma chiariamo subito una cosa: nonostante la sua stima per te, Tsuyu resta pur sempre mia figlia e io suo padre! E da tale voglio darti questo consiglio: vedi di non fare il furbo con lei e tieni le mani a posto! Sono stato chiaro?”
Akira: “*deglutisce*Chiarissimo!”
????: “Ribbit. Dai, papà, lascialo stare. Avevi promesso di non assillarlo!”
Non appena mi volto, rimango senza fiato: Tsuyu aveva i capelli raccolti in una treccia che le scendeva lungo la spalla, terminando nella sua solita acconciatura simile a un fiocco. Indossava una maglia a strisce di varie tonalità di verde. Portava una cintura alla vita, agganciata a una lunga gonna verde chiaro che le arrivava alle caviglie. I piedi erano coperti da due ballerine nere. Tentai di dire qualcosa, ma il cervello e la bocca erano come disconnessi.
Akira: “Wow, Tsuyu, tu… sei... cioè, sei proprio… wow!”
Tsuyu: “*arrossisce*Sono felice di vederti, Akira.”
Akira: “Sei fantastica. *si accorge di quello che ha detto*C-Cioè, è fantastico vederti… pronta. Ecco, sì! Pronta per andare! Gli altri ci stanno aspettando!”
Tsuyu: “Ribbit. Uh, ok.”
Beru: “Divertitevi, tesoro!”
Ganma: “Croak. E mi raccomando: ti voglio a casa entro mezzanotte!”
Tsuyu: “Va bene, papà. Ci vediamo!”
Akira: “Arrivederci!”
Finalmente usciamo di casa e ci incamminiamo verso la moto.
Akira: “Hai proprio una bella famiglia.”
Tsuyu: “Ribbit. Si, beh, non va sempre tutto rose e fiori. Ma, in fondo, non li cambierei con nessuno. Anche se, personalmente, ti consiglio di prenderli a piccole dosi.”
Akira: “Lo terrò a mente.”
Le rivolgo un sorrisetto furbo.
Akira: “Quindi… mi stimi moltissimo, eh?”
La sua faccia diventò rossissima.
Tsuyu: “Oh, ha-hai parlato con i m-miei genitori? Ecco, io… cioè, vedi… oddio…”
Akira: “Ehi, va tutto bene, Tsuyu. Mi ha fatto molto piacere. Sai… la tua opinione è molto importante per me.”
Rimase stupita per un attimo, per poi rivolgermi un sorriso dolce che ricambiai. Una volta arrivati alla moto, indossiamo i caschi e saliamo a bordo. Lei mi avvolge le braccia attorno alla vita, mentre io accendo il motore e partiamo. Dopo quasi mezz’ora, arriviamo finalmente alla stazione. Non appena raggiungiamo il nostro binario, vedo i nostri amici che ci fanno segno di raggiungerli. Mentre mi avvicino, noto che Izuku non ha più il braccio ingessato, ma porta ancora le bende.
Akira: “Ehi, ragazzi.”
Ochaco: “Akira, Tsuyu! Finalmente siete arrivati!”
Sero: “Ve la siete presa comoda.”
Akira: “Dai, non fatela tanto lunga per un piccolo ritardo. Piuttosto, ci siamo tutti?”
Momo: “Sì, a parte Bakugo, Todoroki e… Iida.”
Di colpo, l’aria si fece pesante.
Akira: “Ancora non si è fatto sentire?”
Jiro: “Purtroppo no. Non risponde alle chiamate, né ai messaggi.”
Mineta: “Mi chiedo dove sia finito.”
Kirishima: “La cosa è preoccupante. Non è da lui sparire così!”
Tokoyami: “Forse vuole soltanto stare un po' da solo. D’altronde, con quello che è successo a suo fratello…”
Ashido: “Ma almeno avrebbe potuto telefonare! Farci sapere che sta bene!”
Akira: “Ragazzi, calma. Questa faccenda preoccupa anche me, ma stare qui ad agitarci non risolverà niente. Iida è un ragazzo responsabile e sono sicuro che non farà niente di stupido.” “Almeno spero.”
Pur non sembrando convinti, capirono che avevo ragione.
Kirishima: “Se lo dici tu, amico.”
Momo: “Va bene, gente. In questo caso, dirigiamoci al treno. In fondo, siamo qui per divertirci.”
Concordammo tutti, dirigendoci verso il treno. Nel frattempo mi avvicinai a Izuku, prendendolo da parte.
Akira: “Ehi, amico, come vanno le braccia?”
Izuku: “Un po' meglio. Devo solo evitare i movimenti bruschi.”
Akira: “Ah, bene. Senti… intendo dire agli altri la verità su tutto quanto.”
Il suo corpo s’irrigidì.
Izuku: “In che senso?”
Akira: “Nel senso che voglio dire loro di Amon, Jun, gli altri devilmen, il piano di Godman. Insomma, tutto quanto.”
Izuku: “Ma… sei proprio sicuro?”
Akira: “Purtroppo non ho scelta, Izuku. Per ora, l’esistenza dei demoni e dei devilmen è un segreto, ma non lo sarà ancora per molto. Prima o poi Godman e la sua cerchia usciranno allo scoperto, scatenando il loro attacco. E quando accadrà, il mondo intero sarà coinvolto. Io non posso fermarli da solo, quindi avrò bisogno di tutto l’aiuto possibile. A cominciare dal vostro.”
Izuku: “Sai che puoi sempre contare su di me. E sono sicuro che vale anche per gli altri.”
Akira: “Lo penso anch’io.”
Alla fine salimmo tutti sul treno e un quarto d’ora dopo eravamo ad Akihabara. Essendo la mia prima volta in questo quartiere, vi confesso che ne rimasi ammirato: era una via di mezzo tra Times Square e Las Vegas. Ovunque mi girassi c’erano locali che vendevano manga, action figures, apparecchiature elettroniche e contenuti per adulti. Inutile dirvi che questi ultimi erano i più ambiti da Kaminari e Mineta. Abbiamo faticato parecchio per portarli via. Finalmente siamo arrivati al locale che cercavamo: The Black Clown. Nome piuttosto inquietante, devo dire, come anche l’enorme insegna raffigurante un clown in bianco e nero con in faccia un sorriso diabolico. Comunque, una volta entrati abbiamo visto che l’interno era suddiviso in tre grandi aree: una sala giochi, un karaoke con pista da ballo e un mini luna-park.
Mineta: “Wow, il luna-park! Aah, quanti ricordi di quando ero scemo e spensierato.”
Jiro: “Sei venuto qui ieri?”
Scoppiammo tutti a ridere. Tranne Mineta, ovviamente. Ad ogni modo, abbiamo cominciato con la sala giochi, specialmente un’attrazione dove si facevano battaglie con i laser. Il gioco consisteva in due o più squadre che si sfidavano attraverso un labirinto, indossando delle imbracature con dei bersagli al centro e armati di pistole laser. La prima squadra che riusciva a eliminare tutti i membri di quella avversaria, aveva vinto. Le squadre erano due: io, Ashido, Mineta, Sero e Aoyama contro Momo, Ochaco, Ojiro, Kirishima e Jiro. È stata una sfida molto serrata e, alla fine, eravamo rimasti solo io e Jiro, uno di fronte all’altra con le armi puntate. Ma nessuno dei due fece fuoco, perché fummo entrambi colpiti da una terza persona, venendo entrambi eliminati. Infatti, a nostra insaputa, Hagakure si era intromessa nella sfida, facendo squadra con sé stessa e rimanendo in disparte a osservarci scannare tra di noi, aspettando il momento opportuno. Dopodiché siamo passati a una piattaforma Just Dance e ammetto che Ashido se la cava benissimo con la breakdance, ma io ho saputo darle del filo da torcere. D’altronde, vivendo a Hell’s Kitchen per sette anni, alla fine qualcosa la impari. Ma il vero stupore è stato quando venne il turno di Tsuyu. All’inizio era un po' rigida, ma d’un tratto si è scatenata, lasciandoci tutti quanti a bocca aperta. Ve lo giuro, balla come una popstar americana. Restando in tema musicale, abbiamo deciso di provare il karaoke ed è lì che il divertimento è iniziato davvero: oltra alla pista da ballo, c’era anche un piccolo bar dove ci siamo bevuti qualcosa e abbiamo incontrato alcune persone che ci hanno fatto i complimenti per il Festival dello Sport e chiesto di farsi dei selfie con noi. Durante uno di questi, due ragazze hanno dato contemporaneamente un bacio sulla guancia a Izuku, facendolo diventare rossissimo dall’imbarazzo. Anche Ochaco è diventata rossa, ma per un altro motivo: sprizzava gelosia da tutti i pori. A quel punto, complice forse l’aver esagerato un po' col succo di frutta, afferrò Izuku per un braccio e lo trascinò sul palco, dicendo che voleva cantare con lui. Dopo l’imbarazzo iniziale, entrambi iniziarono a sciogliersi un po'. E devo dirvelo: già vederli cantare “I Want You Back” dei Jackson 5 è uno spettacolo unico; ma che addirittura ne improvvisano la coreografia? Beh, è una di quelle esperienze che si possono capire solo vivendole. Vi dico solo che non ho mai riso così tanto in vita mia e, ad un certo punto, abbiamo tutti alzato le braccia, muovendole a ritmo della musica. (N.A.: se volete farvi un’idea, guardatevi il film “I babysitter”)
Una volta finito, sono tornati al nostro tavolo, ancora stupiti per quello che avevano fatto.
Ashido: “Wow! Midoriya, Uraraka, siete stati pazzeschi!”
Jiro: “Già, non sapevo che foste così bravi a cantare. Un po' stonati, ma si può migliorare.”
Akira: “Amico, mi hai davvero lasciato senza parole.”
Izuku: “*imbarazzato*Ehm, a chi lo dici.”
Ashido: “E poi, Uraraka, ho notato che stavi sempre incollata a Midoriya!”
Akira: “Eh già. Non lo mollavi un attimo.”
Ochaco: “*arrossisce*B-Beh, c-c’era un s-solo microfono e q-quindi…”
Akira e Ashido: “Ceeerto, come no!”
Improvvisamente tornai serio. Era arrivato il momento di dire loro la verità.
Akira: “Ragazzi… dobbiamo parlare.”
Molti si girarono verso di me, inarcando il sopracciglio per il mio improvviso cambio d’atteggiamento. Diedi un’occhiata a Izuku, che annuì.
Akira: “Ci sono alcune cose che devo dirvi. E a essere onesto, non so da che parte cominciare.”
Kirishima: “Akira, ci dobbiamo preoccupare?”
Akira: “Temo di sì.”
Cominciarono a scambiarsi degli sguardi turbati, mentre io feci un respiro profondo e iniziai.
Akira: “Allora, sapete già come ho ricevuto i miei poteri: l’essermi fuso con un demone e tutto il resto. E sapete anche che, almeno fino a due settimane fa, non riuscivo a controllarli.”
Sero: “Ecco, infatti volevo chiedertelo: durante il Festival dello Sport, è chiaro che sei riuscito a ottenere un buon controllo su di loro, pur non trasformandoti. Quindi vorrei sapere come hai fatto, dato che l’ultima volta che ti sei trasformato, non molto tempo fa, è finita in un massacro.”
Ashido: “*gli schiaffeggia il braccio*Sero!”
Sero: “*Ouch!*Che c’è? È andata così!”
Ojiro: “Ma ci sono modi migliori per dirglielo! E senza girare il coltello nella piaga!”
Akira: “Tranquilli, ragazzi, è tutto a posto. Grazie all’aiuto di Jun sono riuscito ad avere un minimo di controllo sui miei poteri, ma ancora insufficiente a trattenere Amon, il demone che si è fuso con me. Poi, qualche giorno fa… ha iniziato a parlarmi.”
Nonostante la musica, calò un silenzio tombale mentre tutti mi fissavano con gli occhi sgranati.
Jiro: “Lui… ti parla?”
Akira: “Sì.”
Sato: “Cioè senti tipo la sua voce nella testa e roba simile?”
Akira: “Esatto.”
Ojiro: “E che cosa ti dice, di preciso?”
Akira: “Beh, all’inizio mi diceva di non fidarmi di nessuno, che non mi avreste mai accettato. Ma in realtà cercava solo di minare il mio spirito, per prendere il sopravvento sul mio corpo.”
Ashido: “E sta ancora cercando di farlo?”
Akira: “No. Non dopo che l’ho sconfitto.”
Hagakure: “Lo hai sconfitto? E come?”
Akira: “Ci siamo affrontati dentro la mia mente, in un combattimento all’ultimo sangue. Non è stato per niente facile, ma alla fine ho vinto, conquistando finalmente il controllo di questo corpo.”
Jiro: “E Amon è sparito?”
Akira: “Purtroppo no. Nonostante la sconfitta, la personalità di Amon è ancora abbastanza potente da resistere. Tuttavia ha deciso di lasciarmi il controllo di questo corpo.”
Tokoyami: “Quindi vivete una sorta di rapporto simbiotico. Simile al mio con Dark Shadow.”
Akira: “Qualcosa del genere.”
Momo: “Ma allora può sentire quello che diciamo? Anche adesso?”
Amon: “Puoi scommetterci la tua mercanzia, bellezza.”
Akira: “*arrossisce imbarazzato*Ehm,… ha appena detto di sì.”
Mineta: “Ooook, quindi puoi parlare con il demone con cui ti sei fuso. Sembra quasi uno scherzo.”
Izuku: “E invece è tutto vero, Mineta.”
Tutti si focalizzarono su di lui.
Ochaco: “Deku…”
Kirishima: “Midoriya, tu lo sapevi?!”
Lui annuì.
Izuku: “È iniziato tutto il primo giorno d’allenamento per il Festival. Akira e io stavamo facendo i nostri esercizi, sotto la supervisione di Jun, quando all’improvviso apparve Lyann, che ancora non conoscevamo ma lei sembrava conoscere Akira e Jun e sapeva dei loro poteri…”
Ochaco: “Un momento! Hai detto “i LORO poteri”. Stai dicendo che anche Jun…?”
Akira: “Sì, Ochaco. Jun e Lyann… sono come me.”
Tutti: “COSA?!”
Kaminari: “Stai dicendo che ce ne sono altri come te?!”
Akira: “Esatto. Non sono l’unico devilman e neanche il primo.”
Mineta: “M-Ma… in quanti siete?!”
Akira: “Non ne ho idea. Potrebbero essercene migliaia in giro per il mondo. La maggior parte, probabilmente non sa nemmeno di essere un devilman.”
Momo: “Ma perché non ci avete detto niente?”
Jiro: “Domanda migliore: perché ce lo state dicendo solo adesso?”
Akira: “Stavo cercando di proteggervi. Ricordate Godman?”
Tsuyu, Ochaco e Tokoyami sussultarono, sentendo quel nome.
Tokoyami: “Come posso dimenticare quel Villain? Ha attaccato me e Asui durante l’esercitazione e saremmo morti se tu non fossi arrivato in quel momento. Ma a quanto pare il suo vero bersaglio eri tu.”
Shoji: “Cercava Akira? Cosa potrebbe volere da lui?”
Akira: “Godman non è un semplice Villain, ma qualcosa di peggio.”
Hagakure: “Cosa può esserci di peggio?”
Tsuyu: “Ribbit. Godman è un demone.”
Ashido: “C-Cioè un vero demone? Come quelli delle leggende?”
Ojiro: “E poi, Asui, come fai a essere sicura?”
Akira: “Perché glielo detto io. E anche a Ochaco e Iida. Ora però, ragazzi, devo chiedervi di non interrompermi più. Quello che sto per rivelarvi non va preso alla leggera e, per il momento, deve restare segreto.”
Si guardarono tra loro e poi, con titubanza, annuirono.
Akira: “Quello che Tsuyu ha detto è vero: Godman è un demone, uno vero, fuggito dall’Inferno insieme a dei suoi seguaci. Il suo piano è quello di aprire un portale tra la Terra e l’Inferno, dove si trova il resto del suo esercito. Una volta aperto, scateneranno un’invasione globale, sterminando così il genere umano. Quel giorno alla Yuei, mi stava cercando per convincermi ad aiutarlo. Ovviamente, gli ho detto di no.”
Erano tutti sconvolti. Chiaramente non si aspettavano una cosa simile.
Jiro: “Mio Dio, è… è spaventoso!”
Kaminari: “Quindi ci sono davvero dei demoni in mezzo a noi?! E vogliono anche sterminarci?!”
Momo: “Dobbiamo avvertire le autorità e gli Heroes! Se quello che dici è vero, dobbiamo essere pronti!”
Akira: “Oh, certo, andiamo a dire in giro che c’è un’invasione demoniaca alle porte. Ragazzi, capisco come vi sentite, ma se raccontiamo questa storia non ci crederà nessuno. E se anche fosse, finiremmo solo per scatenare il panico. L’umanità non è ancora pronta per sapere dell’esistenza di creature senzienti diverse da loro.”
Ojiro: “Quindi dovremmo restarcene con le mani in mano?!”
Momo: “Akira, perché raccontarci tutto se alla fine non possiamo fare nulla? E perché finora ce l’hai tenuto nascosto?”
Akira: “Perché avevo paura. I demoni non sono come i Villain. Non provano pietà o compassione. Vivono solo per combattere e uccidere. Per colpa loro ho perso tutto ciò che amavo. La mia famiglia, la mia infanzia. È per questo che non volevo coinvolgervi. Non sopporterei di dover perdere di nuovo qualcuno a cui tengo. Mi… mi distruggerebbe.”
Abbassai gli occhi, sospirando. Comincio a credere che non sia stata una buona idea, dire loro tutto quanto. D’altronde, come posso biasimarli? Nemmeno All Might, l’Hero N°1, ha mai affrontato nemici del genere. E io invece ho appena coinvolto i miei amici in qualcosa che li porterà a morte certa.
Izuku: “Andrà tutto bene.”
Mi voltai stupito verso Izuku, che mi guardava con un sorriso sul volto.
Izuku: “Tu non perderai più nessun altro, Akira. E sai perché? Perché quando arriverà il momento e tu dovrai affrontare Godman, noi saremo lì ad aiutarti! L’hai detto tu stesso che, anche con tutto il tuo potere, non puoi farcela da solo e che avrai bisogno di aiuto. E io sono qui per dirti che lo avrai! Io per primo combatterò al tuo fianco. È vero, nessuno di noi prima d’ora ha mai affrontato dei demoni, ma questo non ci fermerà! Essere un Hero significa anche essere pronto a qualunque situazione! Ci impegneremo più di prima, migliorandoci, superando i nostri limiti! Diventeremo dei veri Heroes! E alla fine, grazie anche all’aiuto di Jun, Lyann e gli altri devilmen, daremo a Godman e al suo esercito una bella lezione! Uniti, salveremo tutti quanti!”
Il discorso di Izuku sembrò rinvigorire l’ottimismo e la determinazione di tutti. Infatti Ochaco scattò subito in piedi.
Ochaco: “Sono d’accordo! Hai assolutamente ragione, Deku! Anch’io mi impegnerò con tutta me stessa e aiuterò te e Akira a combattere quei demoni!”
Tsuyu: “Ribbit. Anch’io farò la mia parte. E sono sicura che anche Iida sarà felice di aiutare.”
Kirishima: “E non solo lui! Se adesso mi tirassi indietro, non sarebbe affatto virile!”
Tokoyami: “Io e Dark Shadow abbiamo un conto in sospeso con Godman. Sarà un piacere ripagarlo con la stessa moneta. Akira, Midoriya, siamo con voi!”
Jiro: “Idem per me.”
Momo: “Akira, capisco solo adesso quanto può essere stato difficile portare il peso di questo segreto. Perciò voglio dirti che non dovrai più portarlo da solo. Anche noi manterremo il segreto e ti daremo tutto il nostro sostegno.”
Kaminari: “Contate pure su di me!”
Aoyama: “Sarò così brillante che quei demoni ne resteranno accecati!”
Ashido: “Diamoci dentro, gente!”
Sero: “Insieme possiamo farcela!”
Rimasi senza parole. Erano consci del pericolo a cui stavano andando incontro, eppure continuavano a darmi fiducia e a offrirmi il loro aiuto. A quanto pare ho di nuovo commesso l’errore di sottovalutarli. Proprio come loro, anch’io ho tanto da imparare. A quel punto, mi alzai in piedi e presi il bicchiere come per un brindisi, venendo subito imitato dagli altri. Sicuramente il mio futuro sarà pieno di sfide e ci saranno momenti in cui ogni speranza sembrerà persa. Ma sarà proprio lì che dovrò crederci di più, che dovrò lottare ancor più duramente, per garantire un futuro alle persone che amo. E sono sicuro di farcela perché, qualunque battaglia dovrò affrontare, non sarò solo.
Akira: “Sempre oltre il limite!”
Tutti: “PLUS ULTRA!!!”
Da quel momento, la serata è proseguita normalmente: siamo andati al luna-park, sfidandoci con gli autoscontri, al tiro a segno e visitando anche la casa dell’orrore. E tra una risata e l’altra, si era fatto molto tardi e così tornammo alla stazione. Durante il viaggio di ritorno sul treno, Tsuyu, seduta accanto a me, appoggiò la testa sulla mia spalla e intrecciò la sua mano con la mia. Il cuore mi batteva all’impazzata e sentivo uno strano calore propagarsi dentro di me. Da quando siamo usciti insieme la prima volta, ho sentito la mia amicizia con Tsuyu cambiare, mutarsi in qualcosa di più profondo. Tengo a lei in modi che non avrei mai immaginato. Ma ancora non sono sicuro dei miei sentimenti: è solo una cotta quella che provo per Tsuyu? Oppure è come dice Jun e io mi sono… innamorato di lei? Non faccio in tempo a rispondermi, che siamo già arrivati. Scesi dal treno, salutiamo gli altri e mentre ci dirigiamo alla moto, mi viene un’idea. È un azzardo, ma devo essere sicuro.
Akira: “Tsuyu.”
Tsuyu: “Si?”
Akira: “Hai mai visto la città di notte?”
Lei alzò un sopracciglio, guardandomi senza capire.
Tsuyu: “Ribbit. Uh, si… praticamente sempre.”
Akira: “Anche dal cielo?”
Tsuyu: “Dal cielo? Aspetta, non vorrai…”
Akira: “Hm-mm.”
Tsuyu: “Sicuro sia una buona idea? Non ci è permesso usare i nostri poteri fuori dalla scuola e non vorrei che…”
Akira: “Tsuyu… ti fidi di me?”
Le porsi la mano. Lei rimase ferma, incerta sul da farsi. Ma poi sorrise e la prese.
Tsuyu: “Sì.”
La portai dietro a un vicolo, la strinsi a me e tirai fuori le ali.
Akira: “Pronta?”
Lei annuì. Con un colpo d’ali ci alzammo da terra in un attimo. Lanciò un strillo per la sorpresa, aggrappandosi di più a me. Ma poco dopo aprì gli occhi e rimase come stregata da ciò che vide: eravamo sopra la città. E vista dall’alto, sembrava una seconda coltre di stelle, ma con le luci che vanno e vengono.
Tsuyu: “È così che vedi il mondo, quando voli?”
Akira: “Esatto.”
Tsuyu: “Ribbit. È… è bellissimo.”
Continuammo a volare, salendo sempre di più, fin sopra le nuvole e trovandoci davanti la Luna. Era così grande, così luminosa, che potevamo quasi toccarla. Era come se tutto il Firmamento fosse diventato un’orchestra, mettendo su una danza solo per noi due. C’eravamo solo io e lei. Come due note che insieme formano un’armonia perfetta. In questa notte, l’Universo intero esisteva solo per noi.
Ad un certo punto cominciai a scendere di quota, diretto verso la città. Volevo portare Tsuyu in un posto. Durante il tragitto, una volta di nuovo al livello dei palazzi, vidi su un balcone dei vasi con dei fiori e decisi di “prendere in prestito” un fiore per regalarlo a Tsuyu. Alla fine ci ritrovammo seduti sul tetto della Tokyo Tower, ad ammirare il panorama della città sottostante. Siamo rimasti in silenzio per un tempo interminabile, finché Tsuyu non parlò.
Tsuyu: “Devo ammetterlo, Akira: li sai davvero scegliere i posti.”
Akira: “Quindi ti piace qui?”
Tsuyu: “Ribbit. Molto.”
Akira: “Sai, ogni tanto vengo qui quando mi sento giù di morale, voglio riflettere o semplicemente starmene un po' da solo.”
Tsuyu: “Beh, direi che da stanotte siamo in due.”
Akira: “Già.”
A quel punto, decisi di farle la domanda che mi tormentava da tutta la sera.
Akira: “Tsuyu, posso chiederti una cosa?”
Tsuyu: “Certo.
Akira: “Perché io?”
Tsuyu: “Perché tu cosa?”
Akira: “Ecco, tu sei… straordinaria, intelligente, spiritosa, audace, mentre io… beh… sono io.”
Tsuyu: “Akira, non capisco la domanda.”
Akira: “Perché hai chiesto proprio a me di uscire e non… a qualcun altro?”
Rimase un po' interdetta, per poi sospirare, scuotendo la testa.
Tsuyu: “Quando ti renderai conto di quanto sei fantastico, Akira?”
Akira: “*imbarazzato*Uh, ecco, io…”
Mi mise una mano sul volto, in modo che potessi guardarla negli occhi.
Tsuyu: “Vuoi sapere perché ho scelto te? Te lo dico subito, Akira Fudo: tu hai molte qualità. Più di quanto immagini. Sei brillante, coraggioso, dolce e gentile. Hai un grande cuore e ti importa degli altri. Ma soprattutto… qualunque sorpresa ti riserva la vita, qualunque ostacolo tu debba superare… continui a tenere duro. A volte anche solo con una stupida battuta, ma non ti arrendi mai. È questa la parte di te che ammiro, che adoro…”
Mentre parlava, non mi resi conto che il suo viso era più vicino al mio. Molto più vicino.
Tsuyu: “*sussurra*…che amo…”
Un istante dopo, le sue labbra si poggiarono sulle mie. Chiusi gli occhi, perdendomi nel sapore morbido delle sue labbra, nel profumo che emanavano, godendomi quel momento.
Il nostro primo bacio.
Ci separammo per riprendere fiato, guardandoci negli occhi, entrambi coi volti arrossati. Ridacchiammo per l’emozione, senza però dirci niente. Anche perché non servivano le parole. Si appoggiò a me mentre le cingevo il braccio intorno alle spalle. Entrambi sapevamo che la nostra amicizia aveva lasciato posto a qualcos’altro. Un legame molto più forte e più profondo. E nessuno dei due aveva intenzione di tirarsi indietro. Alla fine la riportai a casa. Atterrammo poco distanti dalla porta, per poi scambiarci un ultimo bacio.
Akira: “Allora… ci vediamo domani?”
Tsuyu: “Sì. Buonanotte, Akira.”
Akira: “Buonanotte, Tsuyu.”
Si diresse verso la porta e, poco prima di entrare, si voltò verso di me con un sorriso dolce che mantenne mentre spariva dietro la porta. Rimasi lì per qualche secondo prima di spiegare le ali e schizzare verso il cielo, volando in modo sconclusionato e gridando come un matto, con la felicità a mille.
Akira: “WOOO-HO-HOOOOOOO!!!”
Poco dopo mi calmai e ripresi a volare verso la stazione per recuperare la moto. E sul mio volto c’era un sorriso che non si vedeva da tempo. Per la prima volta, da quando ho perso la mia famiglia, sentivo di avere di nuovo un futuro. Finalmente… ero di nuovo felice.
Akira: “Mamma, papà… mi sono innamorato!”
 
 
 
Ciao di nuovo! E finalmente è successo: Akira e Tsuyu sono ufficialmente una coppia! Già vi immagino stappare lo spumante e fare il trenino. Come ho già detto, questo è stato un capitolo molto importante per il nostro eroe: ha conosciuto i genitori della sua ragazza, conquistando il cuore di quest’ultima. E in più il legame con i suoi amici si è fatto ancora più forte. Spero che questo sia stato sufficiente a farmi perdonare questi mesi d’assenza. Comunque, cercherò di fare capitoli più brevi, o almeno ci proverò. Ma come ho detto a inizio pagina, sto lavorando anche ad altre fanfiction, quindi è probabile che i capitoli riguardati questa possano subire ulteriori ritardi. Io comunque non intendo abbandonare questa fic. E con questo vi saluto, dandovi appuntamento al prossimo capitolo. Buona Pasqua a tutti! PLUS ULTRA!!!
   
 
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