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Autore: justalexie9    05/04/2021    0 recensioni
Londra, sul finire dell'età vittoriana.
James è il secondogenito del marchese Louis De Bethencourt e desidera ardentemente diventare un artista, ma il suo sogno viene ostacolato dal genitore, il quale la considera un'aspirazione futile ed infantile. Una sera, durante un ricevimento dell'alta società, incontra il Conte William Borthwick, un artista molto rinomato in Scozia, il quale gli propone uno scambio vantaggioso che non può assolutamente rifiutare: se James acconsentirà di posare come modello per i suoi ritratti, in cambio, William gli impartirà delle lezioni di arte.
Il giovane Lord, però, non è consapevole delle strane voci che circolano nei salotti inglesi sul suo conto.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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UNA PROPOSTA ALLETTANTE


James non amava particolarmente gli eventi mondani, nonostante questo, faceva tutto il necessario per mantenere il determinato decoro richiesto dall’etichetta.
Quella sera erano stati invitati a casa Willoughby, la quale era stata decorata per l’occasione.
L’arredamento del salone era sfarzoso, metteva perfettamente in risalto lo status sociale dei padroni di casa, esprimendo il massimo del lusso, anche attraverso le tinte accese ed i contrasti cromatici forniti dai colori dell’arredo.
I vari mobili erano abilmente abbinati alle carte da parati ed alla moquette ed i decori presenti sui camini rendevano l’ambiente sicuramente più degno di attenzione.
Il tavolo di grandi dimensioni era in grado di accogliere tutti i numerosi commensali ed infatti i partecipanti all’evento erano decisamente molti.
Ricevimenti di quel tipo erano un’occasione rinomata per tutti i membri dell’alta nobiltà, soprattutto per chi faceva il suo primo ingresso in società.
Quella sera, in particolare, erano davvero numerose le giovani debuttanti, tutte vestite rigorosamente di bianco.
I loro indumenti giocavano un contrasto piacevole alla vista, specialmente quando durante i balli di cortesia le pieghe delle gonne creavano dei movimenti leggiadri e sinuosi, in contrasto con il rosso in tinta unita delle pesanti tende che rivestivano le ampie vetrate delle finestre.
Per ogni debuttante era fondamentale saper danzare, conoscere le regole di comportamento e sapersi inchinare e camminare con grazia: da tutto questo dipendeva la possibilità di riuscire a combinare un matrimonio vantaggioso per ambedue le parti; infatti, questa preoccupazione era ampiamente condivisa anche da tutti quei giovani che debuttavano in società.
Il marchese Louis De Bethencourt fremeva in particolar modo affinché James concordasse al più presto una proposta di matrimonio con una delle bellissime debuttanti, se di buona famiglia e possedente di territori importanti sarebbe stato ancora meglio!
Mancava ormai un anno perché suo figlio minore raggiungesse la maggiore età, eppure non finiva mai di dargli grattacapi e preoccupazioni: James non voleva proprio saperne di adeguarsi alla vita che il suo status gli richiedeva, soprattutto perché era decisamente difficile trovare un buon partito per il secondogenito, poiché non avrebbe ereditato alcun titolo nobiliare, se non a seguito della morte prematura del primo figlio e per di più sprovvisto di discendenza.
Il giovane Lord, perciò, non gli rendeva affatto vita facile.
Nonostante l’impossibilità di ereditare un tale prestigio, il figlio minore godeva di molta considerazione presso i nobili, sia tra i gentiluomini, che lo consideravano piuttosto sveglio e preparato riguardo alla politica, sia tra le fanciulle, tra le quali riscuoteva un successo non alquanto indifferente a causa dei suoi modi cortesi e raffinati, del suo charme e per via di quell’aria misteriosa ed interessante che trapelava con prepotenza dal suo sguardo e dalla sua gestualità.


James aveva trascorso gran parte della serata ad intrattenere conversazione con gli altri ospiti, spesso anche in compagnia del fratello Arthur e del marchese, di fronte ai quali, nonostante fossero più adeguati a quello stile di vita, non sfigurava affatto.
Aveva tenuto compagnia in egual misura anche ad alcune dame, con le quali aveva danzato e scambiato qualche parola.
Aveva anche intrapreso un ballo con la contessa Bouchard, la quale in svariate occasioni aveva manifestato la sua intenzione di proporgli in matrimonio la figlia minore.
James non aveva mai espressamente rifiutato per non essere scortese, ma non aveva mai neppure acconsentito.
Fortunatamente, notando l’imbarazzo dipinto sul volto del fratello, dovuto dall’insistenza della nobile dama, che non perdeva mai occasione di ribadire quella proposta, ogni qualvolta si svolgessero cerimonie simili, Arthur venne in suo soccorso, invitando la donna a concedergli il ballo successivo.
Inevitabilmente, al giovane Lord non poté che sfuggire un sospiro di sollievo ed automaticamente il suo corpo si rilassò, quando vide la contessa allontanarsi con il fratello per aprire le nuove danze insieme ad altre coppie.
Si spostò dal centro della sala per lasciare spazio ai danzatori e ne approfittò per sorseggiare del buon vino, osservando le varie coppie che in quel momento si stavano cimentando in un valzer.
In particolar modo, il suo sguardo ricadde su Arthur e sulla contessa Bouchard.
Il maggiore dei De Bethencourt era sempre ben voluto, James stesso, nonostante il suo modo di essere risoluto ed orgoglioso, non poteva far altro che ammirarlo e volergli bene.
Fin da bambino era sempre stato il suo modello e nonostante fossero piuttosto simili fisicamente e nei tratti del volto, i quali differivano soltanto perché i lineamenti di James erano molto più dolci dei suoi, delle volte invidiava la sua diplomazia e la sua capacità di integrazione.
Sarebbe stato più facile avere la sua stessa indole e la sua pazienza.


Mentre le gonne bianche delle debuttanti e quelle colorate delle donne già entrata a far parte della società, e dunque sposate, continuavano a volteggiare lungo la pista, accompagnate dagli abiti scuri da sera dei loro cavalieri, dall’altra parte della stanza, il suo sguardo si incatenò in maniera del tutto naturale a quello dell’uomo che qualche giorno prima aveva catturato tra i passanti il suo occhio d’artista.
Dopo qualche attimo di stordimento, sussultò nel sentire quegli occhi profondi su di sé e distolse lo sguardo, come la prima ed unica volta che li aveva incrociati, colto dalle medesime sensazioni di turbamento e disagio.
Poggiò il calice da cui stava bevendo e si allontanò dal salone, approfittando della presenza di un balcone laterale per uscire a prendere una boccata d’aria fresca e tentare di calmarsi.
Fortunatamente gli altri invitati erano troppo assorti nelle loro faccende sociali per potersi accorgere della sua assenza.
Qualche attimo dopo, però, il rumore di alcuni passi raggiunse le sue orecchie e la figura di un uomo lo affiancò.
« L'inverno è alle porte, eppure il tempo questa sera non è affatto male, non trovate? »
L’intruso indesiderato scalfì il silenzio della sera e per qualche istante non si sentì altro nell’aria, se non il brusio proveniente dalla sala principale ed il soffio lieve del vento.
La sua voce era calda e rassicurante e nonostante James non si fosse ancora voltato per scoprire chi fosse il suo interlocutore, dal modo in cui il suo cuore batteva all’impazzata ed il suono di quella voce giungesse ovattato alle sue orecchie, non aveva dubbi che si trattasse dello sconosciuto che inspiegabilmente lo sconvolgeva tanto.
« Siete molto popolare Lord De Bethencourt, sapete? Sto cercando da tutta la sera l’occasione perfetta per rivolgervi la parola, ma siete sempre circondato sia dai gentiluomini che dalle giovani dame. »
James cercò di darsi un contegno e quando si sentì finalmente di nuovo padrone di se stesso, si voltò per affrontarlo a viso aperto.
« Voi chi sareste? Non mi sembra di avervi mai incontrato prima d’ora. »
L'uomo, evidentemente sorpreso, dilatò leggermente le pupille, ma poi si ricompose immediatamente, assumendo un’espressione che volesse quasi suggerire che in realtà apprezzasse la caparbietà del giovane Lord.
« Avete perfettamente ragione. Perdonatemi per non essermi ancora presentato. Io sono il conte William Borthwick. Non avete mai avuto occasione di conoscermi perché finora ho vissuto in Scozia, ma adesso le circostanze hanno voluto che facessi ritorno in Inghilterra. Anche se non concordo con voi, quando dite che questo è il nostro primo incontro. »
Il conte Borthwick lanciò un’occhiata divertita e maliziosa all’altro, prima di proseguire con il suo discorso, notando lo stupore sul volto del ragazzo.
« Sbaglio o l’altro giorno, mentre eravate in città ad osservare i passanti, mi stavate ritraendo? »
James assunse immediatamente un’espressione che lasciasse ben intuire quanto fosse sia indignato che imbarazzato dalle sue parole.
Il primo sentimento era in risposta all’insolenza dell’uomo per potergli aver rivolto un’insinuazione simile con così tanta arroganza; mentre, il secondo era dovuto al fatto di essere stato colto letteralmente con le mani nel sacco.
« Mi state sicuramente confondendo con qualcun altro. Vi ripeto che è la prima volta che vi incontro. », ci tenne a ribadire il giovane Lord, volendo rimanere fermo sulla sua affermazione: mai e poi mai avrebbe ammesso una cosa del genere, ancor meno al diretto interessato.
William sembrava essere piuttosto incuriosito dal carattere vivace e deciso dell’altro, quindi pensò bene di non girarci troppo intorno ed essere diretto.
« Forse avete ragione, evidentemente devo avervi confuso con qualcun altro. Eppure sono certo che un viso come il vostro non mi sarebbe passato facilmente inosservato. Vedete, sono anch’io un artista piuttosto esigente e sono pochi i volti che riescono davvero a catturare il mio interesse. Arriverò dritto al punto, Lord De Bethencourt. Vorrei che voi faceste da modello per i miei prossimi dipinti. »
James rimase abbastanza sorpreso da quella richiesta inaspettata, tant’era che esitò qualche attimo prima di rispondere: « E secondo voi, per quale motivo dovrei accettare la vostra proposta? »
I loro sguardi si incrociarono di nuovo, immergendosi l’uno in quello dell’altro; in particolar modo, quello del conte era piuttosto intenso.
« Perché se accettaste di posare per me, io in cambio potrei darvi delle lezioni d’arte. Non è di certo un segreto che vostro padre sia contrario alla vostra inclinazione artistica e se voleste apprendere qualcosa in più al riguardo, vi assicuro che sono perfettamente in grado di insegnarvi. I miei quadri riscuotono parecchio successo in Scozia. Vi prego di pensarci bene. »
Lord Borthwick certamente sapeva essere piuttosto persuasivo; oltretutto, era riuscito anche a catturare l’interesse del giovane Lord, il che era abbastanza raro, ma per qualche strana ragione, nonostante quella fosse una proposta piuttosto vantaggiosa per entrambi, vi era qualcosa che lo tratteneva.
« Perché prima di darmi una risposta non valutate voi stesso con i vostri occhi? Venite nel mio atelier. Vi mostrerò alcuni dei miei ultimi lavori, così sarete in grado di rifiutare oppure di accettare la mia offerta. »
Perché stava esitando così tanto? In fin dei conti che cosa aveva da perdere?
Era un’ottima opportunità per apprendere qualcosa di nuovo e confrontarsi con un altro nobile che come lui era interessato all’arte.
Avrebbe fatto visita al suo atelier e valutato scrupolosamente le sue opere e se fossero state di suo gusto, da un uomo più grande di lui non avrebbe avuto altro se non da imparare.
« D’accordo. Mi avete convinto, Lord Borthwick. Verrò a far visita al vostro atelier, dopodiché avrete la mia risposta. »


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