Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: Beckett    06/04/2021    0 recensioni
Sono entrata in questo sito con il racconto di una storia n po' infantile, a tratti profonda ma che è rimasta in superficie nella maggior parte delle volte. See me in the mirror 2 cerca di fare quel salto di qualità di cui la scrittrice ha necessariamente bisogno; ovviamente ci sarà bisogno di leggere la precedente storia per potersi addentrare in questa nuova, i personaggi che ho creato nel 2015 mi accompagneranno anche ora e saranno protagonisti ma saranno cresciuti e a tratti completamente diversi da come li avete conosciuti. See me in the mirror 2 non è altro che la storia di tre ragazzi profondamente segnati da un qualcosa accaduto nel fiore dei propri anni.
Genere: Introspettivo, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2: Ritrovarsi
 
Andare dallo psicologo è come leggere l’oroscopo: pensi che entrambi ti capiscano.
Da quando faccio terapia mi sento realmente ascoltata da una persona che fino un mese fa non sapeva nemmeno chi fossi e quale fosse la mia vita, il che ha un qualcosa di assurdo ma allo stesso tempo confortante, ed infatti ti conforta il fatto che, prima o poi, nella tua vita, troverai qualcuno che realmente capisce come ti senti; anche se è a pagamento.
L’oroscopo, più o meno è la stessa cosa solo che gratis e ti affibbiano un segno zodiacale e nel 50% dei casi c’azzecca; dai saremo circa un miliardo sulla terra ad essere scorpione, ci credo che la metà di noi sente che sta parlando proprio di lei; la generalità è importante.
Ok, dire che oggi sarà una giornata di merda è un mantra universale, e non ci vuole alcun santone per capire che per la maggior parte delle persone il lunedì mattina di un normalissimo 20 ottobre sarà, quasi sicuramente, una giornata di merda; poi se sbaglio cazzi tuoi che mi credi, no?
Lo psicologo, invece, magari ti dirà che oggi sarà una giornata di merda confortandoti e comunque facendo il tifo per te mentre ti passa uno xanax sotto banco.

Amo andare dallo psicologo, mi fa sentire capita.
Mi piace parlare ore ed ore solo di me: insomma a chi è che non piacerebbe? Gli esseri umani hanno tendenze fortemente narcisiste ed egocentriche, una tra queste sono io; amo andare a pranzo con i miei amici, ma se al pranzo ci aggiungi che parleremo per tutto il tempo di me allora non inventerò una scusa per non venire.
Quindi è il mio passatempo preferito lamentarmi della vita mentre qualcuno me la ripara, ed è proprio questo che fa lo psicologo per me, a parte poi essere un perfetto oroscopo da leggere il giovedì pomeriggio sul water di casa propria.

Quindi, amo andare dallo psicologo, perché posso dire venti parolacce di seguito e lui non può redarguirmi, anzi è tenuto ad ascoltarmi. Quindi: “buongiorno Jessica, oggi tutto bene un cazzo, vaffanculo.”

Amo andare dallo psicologo perché è l’unica che sa che ho un tumore ai polmoni e che sono praticamente fottuta; ironia della sorte, ho condiviso così tanto con delle persone che ora non sanno nemmeno che sto per morire e, l’unica a saperlo, è una persona che mi tiene in cura solo per ordine di un giudice e solo perché dieci anni fa la mia negligenza mi ha fatto uccidere un uomo.
Preferirei sicuramente leggere l’oroscopo sul giornale settimanale mentre sono sul water di casa mia aspettando di andare a lavoro, ma questo non succede mai.
 
“Miglioramenti per questo weekend Katherine?” mi chiede ogni giorno la mia psicologa Jessica ogni qual volta mi siedo sul suo divano di velluto e così estremamente comodo che delle volte ho immaginato di passare intere giornate per potermene approfittare invece che tornare sul mio materasso scomodo comprato su amazon.
“ Miglioramenti del tipo?”
“ Elencami la tua giornata e quello che provi.”
“ Non è tanto difficile: mi sveglio verso le 9 del mattino, faccio colazione, vado in bagno, mi vesto, scendo, faccio finta di avere un lavoro per poi ricordarmi che mi mantengo con sussidi statali quindi ritorno nel mio appartamento, mi cucino qualcosa e poi vengo da te.”
“ Passiva.”
“ Come scusa?”
“ Questa storia è passiva, la puoi raccontare al tuo vicino di casa non a me.”
“ Il problema è che non so cosa vuoi esattamente sapere”
“ Come stai Katherine?”
“ Questa domanda fa schifo.”
“ .. ma”
“ma?”
“Ma devi rispondermi Katherine.”
“ Oh, sto bene. Da quando mi hai detto di tenere un diario personale ho iniziato a scrivere le mie memorie, certo quando ho tempo che in pratica avrei sempre ma in teoria mi invento nuove cose da fare per non scrivere della mia vita, fa davvero pena.”
“ Hai bisogno di scrivere della tua vita, ed inoltre mi sembra un’ottima idea questa.”
“ Ho bisogno di ricordare ogni giorno della mia vita che sono un’assassina, che i miei amici mi hanno tradito e che i miei genitori non mi parlano più?”
“ Hai bisogno di vivere e per farlo hai bisogno di conoscere la tua vita.”
“ La conosco fin troppo bene.”
“ Non è così Katherine, non la conosci per niente. Se la conoscessi non mi risponderesti così e non vedresti del marcio ovunque.”
“ Questo non riguarda la conoscenza della mia vita ma semplicemente come uno guarda alla vita, io la guardo una merda.”
“Non è così.”
“ Jessica, avevo solo 18 anni quando ho ucciso quell’uomo, a me non interessa se facesse parte di una setta satanica o tanto meno se quella stessa massoneria aveva intenzione di farmi fuori mandandomi come coinquilino di casa mia uno di loro. Non mi perdonerò mai quello che ho fatto in passato, ci posso convivere, posso prendere farmaci, posso andare in carcere, posso fare quello che stracazzo pensi che vada bene per me ma io non posso perdonarmi, il tumore è solo una stracazzo di conseguenza della mia vita di merda.” (dicevo: le parolacce, non le blocca mai.)
“ Nella vita si può sempre rimediare Katherine”
“ Non nella mia.”
“ Nella tua?” mi domanda “ Nella tua vita? Sai mi fa ridere pensare che ogni paziente che viene mi parla con la presunzione di avere una propria vita diversa da tutte le altre; quindi se nella vita di una persona X esiste la redenzione per un’altra persona Y non esiste perché è la sua vita. Le vite di noi tutti sono uguali, cambiano i percorsi che intraprendiamo, cambiano le scelte, cambia la situazione in cui ci troviamo, cambia il punto di partenza da cui TUTTI partiamo ma non cambia lo scopo della vita né tanto meno le possibilità che essa ci da’. Tutti abbiamo la possibilità di redimerci, dipende da noi se vogliamo farlo. Tutti abbiamo la possiblità di perdonare, di amare, di gioire, di piangere, da chi ha vissuto una vita di merda come la tua a chi crede di averne vissuta una migliore. La tua vita è praticamente la vita di tutti quelli che come te pensano che non possa esistere redenzione.”
 
 
Quindi mi sono decisa a chiamare i miei amici, perché tutti nella vita hanno la possibilità di perdonare.
“ Pronto?”
“ Ciao, Elis… sono Kat.”
“ Oh! Kat, ciao.”
“ Ti disturbo?”
“ No no, dimmi pure.”
“ Pensavo mi avresti detto di sì e cosi avrei attaccato e sarebbe finito il momento di panico misto ad imbarazzo che sto provando in questo momento. Ad ogni modo, volevo sapere come stai…”
“ Ehi si bene, tutto bene. Tu ?”
“ Bene, grazie.”
“ Vivi ancora a Mainland?”
“ Oh no no, vivo ad Atlanta, tu ?”
“ Sono a Mainland, ho una famiglia sai? E’ assurdo anche solo dirlo ad alta voce che a volte non ci credo nemmeno io. Ho una figlia di due anni, si chiama Lydia… sai…”
“Oh… “
“ Sono sposata con Pakkins, lo chiamiamo ancora cosi tra di noi?”
“ Wow pensavo fosse morto.” “… ok pessima battuta.”
Ellis rideva dall’altra parte della cornetta.
“ Che ne dici se un giorno di questi ci vediamo? Magari vieni a casa mia, sai non sono ancora pronta a vederti come mamma; l’ultima volta che ti ho visto avevi solo 19 anni…”
“ Già, l’ultima volta… assurdo. Mi farebbe molto piacere venire da te, parlarti. Ciao Kat, ora devo andare.”
“ Ciao a te.”

Uno di questi giorni ? E’ ovvio che non mi chiamerà mai, lo si dice tanto per ad un amico di circostanza che non vedi da anni per smorzare e concludere la conversazione quando lo incontri sul marciapiede di faccia.
La dovrò richiamare per decidere il giorno cazzo.

Datti una possibilità Katherine.
La tua vita è breve e non è un modo di dire lo è davvero. Datti una mossa e saluta come si deve tutti quelli che hanno fatto parte di te.
Capitolo 2: Ritrovarsi
 
Andare dallo psicologo è come leggere l’oroscopo: pensi che entrambi ti capiscano.
Da quando faccio terapia mi sento realmente ascoltata da una persona che fino un mese fa non sapeva nemmeno chi fossi e quale fosse la mia vita, il che ha un qualcosa di assurdo ma allo stesso tempo confortante, ed infatti ti conforta il fatto che, prima o poi, nella tua vita, troverai qualcuno che realmente capisce come ti senti; anche se è a pagamento.
L’oroscopo, più o meno è la stessa cosa solo che gratis e ti affibbiano un segno zodiacale e nel 50% dei casi c’azzecca; dai saremo circa un miliardo sulla terra ad essere scorpione, ci credo che la metà di noi sente che sta parlando proprio di lei; la generalità è importante.
Ok, dire che oggi sarà una giornata di merda è un mantra universale, e non ci vuole alcun santone per capire che per la maggior parte delle persone il lunedì mattina di un normalissimo 20 ottobre sarà, quasi sicuramente, una giornata di merda; poi se sbaglio cazzi tuoi che mi credi, no?
Lo psicologo, invece, magari ti dirà che oggi sarà una giornata di merda confortandoti e comunque facendo il tifo per te mentre ti passa uno xanax sotto banco.

Amo andare dallo psicologo, mi fa sentire capita.
Mi piace parlare ore ed ore solo di me: insomma a chi è che non piacerebbe? Gli esseri umani hanno tendenze fortemente narcisiste ed egocentriche, una tra queste sono io; amo andare a pranzo con i miei amici, ma se al pranzo ci aggiungi che parleremo per tutto il tempo di me allora non inventerò una scusa per non venire.
Quindi è il mio passatempo preferito lamentarmi della vita mentre qualcuno me la ripara, ed è proprio questo che fa lo psicologo per me, a parte poi essere un perfetto oroscopo da leggere il giovedì pomeriggio sul water di casa propria.

Quindi, amo andare dallo psicologo, perché posso dire venti parolacce di seguito e lui non può redarguirmi, anzi è tenuto ad ascoltarmi. Quindi: “buongiorno Jessica, oggi tutto bene un cazzo, vaffanculo.”

Amo andare dallo psicologo perché è l’unica che sa che ho un tumore ai polmoni e che sono praticamente fottuta; ironia della sorte, ho condiviso così tanto con delle persone che ora non sanno nemmeno che sto per morire e, l’unica a saperlo, è una persona che mi tiene in cura solo per ordine di un giudice e solo perché dieci anni fa la mia negligenza mi ha fatto uccidere un uomo.
Preferirei sicuramente leggere l’oroscopo sul giornale settimanale mentre sono sul water di casa mia aspettando di andare a lavoro, ma questo non succede mai.
 
“Miglioramenti per questo weekend Katherine?” mi chiede ogni giorno la mia psicologa Jessica ogni qual volta mi siedo sul suo divano di velluto e così estremamente comodo che delle volte ho immaginato di passare intere giornate per potermene approfittare invece che tornare sul mio materasso scomodo comprato su amazon.
“ Miglioramenti del tipo?”
“ Elencami la tua giornata e quello che provi.”
“ Non è tanto difficile: mi sveglio verso le 9 del mattino, faccio colazione, vado in bagno, mi vesto, scendo, faccio finta di avere un lavoro per poi ricordarmi che mi mantengo con sussidi statali quindi ritorno nel mio appartamento, mi cucino qualcosa e poi vengo da te.”
“ Passiva.”
“ Come scusa?”
“ Questa storia è passiva, la puoi raccontare al tuo vicino di casa non a me.”
“ Il problema è che non so cosa vuoi esattamente sapere”
“ Come stai Katherine?”
“ Questa domanda fa schifo.”
“ .. ma”
“ma?”
“Ma devi rispondermi Katherine.”
“ Oh, sto bene. Da quando mi hai detto di tenere un diario personale ho iniziato a scrivere le mie memorie, certo quando ho tempo che in pratica avrei sempre ma in teoria mi invento nuove cose da fare per non scrivere della mia vita, fa davvero pena.”
“ Hai bisogno di scrivere della tua vita, ed inoltre mi sembra un’ottima idea questa.”
“ Ho bisogno di ricordare ogni giorno della mia vita che sono un’assassina, che i miei amici mi hanno tradito e che i miei genitori non mi parlano più?”
“ Hai bisogno di vivere e per farlo hai bisogno di conoscere la tua vita.”
“ La conosco fin troppo bene.”
“ Non è così Katherine, non la conosci per niente. Se la conoscessi non mi risponderesti così e non vedresti del marcio ovunque.”
“ Questo non riguarda la conoscenza della mia vita ma semplicemente come uno guarda alla vita, io la guardo una merda.”
“Non è così.”
“ Jessica, avevo solo 18 anni quando ho ucciso quell’uomo, a me non interessa se facesse parte di una setta satanica o tanto meno se quella stessa massoneria aveva intenzione di farmi fuori mandandomi come coinquilino di casa mia uno di loro. Non mi perdonerò mai quello che ho fatto in passato, ci posso convivere, posso prendere farmaci, posso andare in carcere, posso fare quello che stracazzo pensi che vada bene per me ma io non posso perdonarmi, il tumore è solo una stracazzo di conseguenza della mia vita di merda.” (dicevo: le parolacce, non le blocca mai.)
“ Nella vita si può sempre rimediare Katherine”
“ Non nella mia.”
“ Nella tua?” mi domanda “ Nella tua vita? Sai mi fa ridere pensare che ogni paziente che viene mi parla con la presunzione di avere una propria vita diversa da tutte le altre; quindi se nella vita di una persona X esiste la redenzione per un’altra persona Y non esiste perché è la sua vita. Le vite di noi tutti sono uguali, cambiano i percorsi che intraprendiamo, cambiano le scelte, cambia la situazione in cui ci troviamo, cambia il punto di partenza da cui TUTTI partiamo ma non cambia lo scopo della vita né tanto meno le possibilità che essa ci da’. Tutti abbiamo la possibilità di redimerci, dipende da noi se vogliamo farlo. Tutti abbiamo la possiblità di perdonare, di amare, di gioire, di piangere, da chi ha vissuto una vita di merda come la tua a chi crede di averne vissuta una migliore. La tua vita è praticamente la vita di tutti quelli che come te pensano che non possa esistere redenzione.”
 
 
Quindi mi sono decisa a chiamare i miei amici, perché tutti nella vita hanno la possibilità di perdonare.
“ Pronto?”
“ Ciao, Elis… sono Kat.”
“ Oh! Kat, ciao.”
“ Ti disturbo?”
“ No no, dimmi pure.”
“ Pensavo mi avresti detto di sì e cosi avrei attaccato e sarebbe finito il momento di panico misto ad imbarazzo che sto provando in questo momento. Ad ogni modo, volevo sapere come stai…”
“ Ehi si bene, tutto bene. Tu ?”
“ Bene, grazie.”
“ Vivi ancora a Mainland?”
“ Oh no no, vivo ad Atlanta, tu ?”
“ Sono a Mainland, ho una famiglia sai? E’ assurdo anche solo dirlo ad alta voce che a volte non ci credo nemmeno io. Ho una figlia di due anni, si chiama Lydia… sai…”
“Oh… “
“ Sono sposata con Pakkins, lo chiamiamo ancora cosi tra di noi?”
“ Wow pensavo fosse morto.” “… ok pessima battuta.”
Ellis rideva dall’altra parte della cornetta.
“ Che ne dici se un giorno di questi ci vediamo? Magari vieni a casa mia, sai non sono ancora pronta a vederti come mamma; l’ultima volta che ti ho visto avevi solo 19 anni…”
“ Già, l’ultima volta… assurdo. Mi farebbe molto piacere venire da te, parlarti. Ciao Kat, ora devo andare.”
“ Ciao a te.”

Uno di questi giorni ? E’ ovvio che non mi chiamerà mai, lo si dice tanto per ad un amico di circostanza che non vedi da anni per smorzare e concludere la conversazione quando lo incontri sul marciapiede di faccia.
La dovrò richiamare per decidere il giorno cazzo.

Datti una possibilità Katherine.
La tua vita è breve e non è un modo di dire lo è davvero. Datti una mossa e saluta come si deve tutti quelli che hanno fatto parte di te.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: Beckett