Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Star_Rover    08/04/2021    7 recensioni
Durante la Battaglia d’Inghilterra i cieli sopra alle verdi campagne irlandesi sono spesso oscurati da stormi di bombardieri tedeschi che pericolosamente attraversano il Mare d’Irlanda.
Quella notte però è un Heinkel solitario a sorvolare le montagne di Wicklow e il suo contenuto più prezioso non è una bomba.
Un ufficiale della Luftwaffe paracadutato nella neutrale Irlanda è un fatto curioso, potrebbe sembrare un assurdo errore, ma la Germania in guerra non può concedersi di sbagliare.
Infatti il tenente Hans Schneider è in realtà un agente dell’Abwehr giunto nell’Isola Smeraldo con un’importante missione da portare a termine.
Il tedesco si ritrova così in una Nazione ancora divisa da vecchi rancori e infestata dagli spettri di un tragico passato. In questo intricato scenario Schneider entra a far parte di un pericoloso gioco che potrebbe cambiare le sorti della guerra, ma anche per una spia ben addestrata è difficile riconoscere nemici e alleati.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
14. Segreti
 

Il tenente Hart studiò con attenzione il rapporto della polizia, c’era qualcosa che non lo convinceva a riguardo di quei ritrovamenti. Il misterioso ufficiale tedesco, che ancora non poteva identificare come L’Aquila, era stato paracadutato in una foresta ai margini del villaggio di Glencree, a poche miglia dal confine con la Contea di Dublino. La spallina della divisa invece era stata recuperata sulle rive del fiume vicino al ponte di Enniskerry, un luogo che si trovava ad una certa distanza e nella zona opposta rispetto a Glencree.
Poteva considerare la possibilità che quel pezzo di stoffa fosse stato trasportato dalla corrente, ma in ogni caso la direzione seguita dal tenente restava sempre la stessa.
Un pilota in difficoltà probabilmente avrebbe cercato di trovare un rifugio senza rischiare di esporsi al pericolo, il suo uomo invece aveva compiuto un percorso considerevole per raggiungere il fiume.
L’inglese aveva esposto i suoi dubbi al comandante della Garda, il quale era già intenzionato a interrogare gli abitanti del luogo nella speranza di trovare informazioni utili. Hart avrebbe preferito scendere in campo, ma non essendo ancora coinvolto nelle indagini non poteva far altro che attendere i progressi della polizia.   
Il tenente richiuse la cartella e rivolse lo sguardo al suo compagno. Donnelly era impegnato ad analizzare i profili dei sospettati individuati dall’agente Ryan.
Quel giorno Hart aveva notato qualcosa di strano nell’atteggiamento del suo collega, il quale si era rapportato con lui in modo più freddo e distaccato del solito. Inizialmente aveva semplicemente ignorato la questione poiché aveva come priorità il caso, ma ora era certo che dovesse esserci una ragione ben precisa per quel suo comportamento.
Radley abbandonò la sua postazione e si avvicinò al sottotenente.
«Qualcosa con va?» domandò mostrando sincero interesse.
L’altro si limitò a negare senza nemmeno distogliere lo sguardo dai fogli che stava leggendo.
Il tenente sospirò, l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento erano altre complicazioni ad ostacolare le indagini. L’inglese strappò le pagine dalle mani del suo sottoposto.
«Si può sapere che ti prende?» chiese il ragazzo indispettito. 
«Sei tu a dovermi dare delle spiegazioni, è tutto il giorno che stai cercando di evitarmi!»
L’irlandese scosse le spalle: «mi sto occupando del caso esattamente come tu mi hai detto di fare»
«Non si tratta solo di questo. È evidente che tu sia arrabbiato con me, ma onestamente non capisco quale possa essere il motivo»
Donnelly sbuffò: «non sono arrabbiato con te»
«Allora di che si tratta?»
Il giovane era certo che il tenente non avrebbe smesso di tormentarlo finché non avrebbe ottenuto una risposta. Così alla fine si decise ad esternare la sua frustrazione. 
«Ho giurato di proteggere questa Nazione e sai cosa ho avuto in cambio? Soltanto menzogne!»
Hart non capì: «che stai dicendo?»
«L’Irlanda ha stretto accordi militari con l’Inghilterra» disse con disprezzo.
Il tenente mantenne apparentemente la calma: «è stato il capitano Kerney a parlarti della questione?»
Egli negò: «non importa come l’abbia scoperto, ormai so che è la verità»
«Si tratta di un piano di emergenza» precisò Hart.
«È per questo che l’MI5 ti ha inviato a Dublino? Per stringere accordi segreti con le nostre autorità?»
L’agente britannico non sentì la necessità di mentire. 
«Il piano è stato approvato già da tempo, io ho avuto soltanto il ruolo di intermediario»
Il ragazzo avvertì gli occhi lucidi: «volete farci credere che i nemici siano i tedeschi, ma in realtà non siete diversi da loro!»
Radley affrontò razionalmente quel confronto, sapeva che la reazione del suo compagno era stata emotiva e impulsiva.
«L’operazione prevede l’occupazione di territori irlandesi da parte delle truppe britanniche con il solo scopo di difesa»
«Avete già tradito il Trattato, potreste venire a meno anche di questi accordi»
Il tenente Hart si rese conto di dover aiutare quel giovane ad aprire gli occhi. Egli era ancora legato ai vecchi rancori del suo popolo, ma non poteva più ignorare la verità. La guerra era un reale pericolo per l’Irlanda.
«Avanti James, smettila di comportarti come un ragazzino idealista. Devi essere obiettivo. Per questa Nazione quale potrebbe essere l’alternativa alla protezione dell’Inghilterra?»
«Gli irlandesi hanno dimostrato di essere pronti a combattere per la loro Patria» replicò con ostinato orgoglio.
«E come potreste difendervi? È stata la RAF a fondare la vostra aviazione, sono le navi britanniche a proteggere le vostre coste e ufficialmente non possedete nemmeno un esercito!»
Donnelly non poté ribattere.  
«L’Irlanda ha avuto la sua Indipendenza, ma ha ancora bisogno dell’Inghilterra» concluse freddamente Hart.
 
James tornò a rivolgere la parola al suo compagno soltanto dopo un lungo silenzio.
«Per quale motivo mi hai nascosto l’esistenza di questi accordi?»
L’inglese rispose onestamente: «la questione non riguardava il caso, e poi sono stato autorizzato a discutere del piano soltanto con gli ufficiali in comando»
Il ragazzo poté comprendere la posizione del suo superiore.
«Dunque l’Irlanda è davvero pronta alla guerra…»
«Spero che ora tu possa capire quanto sia importante questa alleanza, tanto per l’Irlanda quanto per l’Inghilterra»
Donnelly ebbe bisogno di qualche istante per riprendersi e tornare in sé.
«Immagino che tu adesso voglia rimproverarmi»
«Per che cosa?»
«Per aver perso il controllo e aver mancato di rispetto a un mio superiore»
L’ufficiale scosse la testa: «sei preoccupato per il destino della tua Patria, posso comprendere le tue motivazioni»
James guardò il suo compagno, sapeva quanto fosse importante quella collaborazione, non poteva arrendersi, doveva portare a termine la sua missione.
Hart poggiò una mano sulla sua spalla in segno di supporto.
«L’Inghilterra non avrebbe mai tradito il Trattato se non fosse stato per la guerra» disse nel tentativo di rassicurarlo.
Il giovane si stupì nel realizzare che una parte di sé avrebbe davvero voluto credere in quelle parole.
 
***
 
Il rapporto per il capitano Kerney era ormai terminato, James smise di battere i tasti della macchina da scrivere per una breve pausa.
Il tenente Hart era seduto al lato opposto del tavolo, dalla sua aria stanca e afflitta intuì che quell’intensa giornata di lavoro non avesse portato ad alcun valido risultato. Il telefono non aveva squillato, dunque non c’era stata alcuna svolta decisiva nelle indagini della Garda.
Il giovane sospirò e tornò ad occuparsi del suo resoconto. Aveva appena iniziato a rileggere il documento quando all’improvviso fu interrotto da insistenti battiti alla porta.
Donnelly guardò il tenente: «aspettavi qualcuno?»
L’inglese negò rivelandosi anch’egli sorpreso.   
Il ragazzo si rialzò ed andò ad aprire.
«Dottor Hales...» esordì con stupore per quella visita inaspettata.
L’uomo entrò freneticamente nella stanza, era evidente che si trovasse in stato di forte agitazione.
«Devo parlavi di una questione urgente!»
Il tenente lo interrogò immediatamente: «che cosa ha scoperto?»
«Si tratta di alcuni messaggi inviati dall’IRA» rivelò il professore.
«Se è venuto qui significa che contenevano informazioni importanti»
«È questo il problema, ho tradotto il codice del testo, ma ci sono elementi di cui non ho compreso il significato»
Hart assunse un’espressione perplessa.
Il dottor Hales gli mostrò i fogli: «guardi lei stesso. All’interno dei messaggi sono presenti delle serie numeriche, non so a cosa potrebbero corrispondere»
Radley osservò attentamente ogni sequenza notando qualcosa di familiare in quella disposizione di cifre. 
«Sembrano coordinate» affermò dopo un’accurata analisi.
Lo sguardo di Hales si illuminò: «ma certo, questi numeri potrebbero essere gradi di latitudine e longitudine. Come ho fatto a non pensarci prima?»
L’ufficiale aprì sul tavolo una mappa e sistemò la luce della lampada.
Donnelly si avvicinò con viva curiosità.
Il tenente individuò i punti sulla cartina ed iniziò a segnare le località corrispondenti.
James le riportò ad alta voce: «Drogheda, Wicklow e Wexford»
«Sono tutte città portuali sulla costa orientale» notò il dottor Hales.
«Potrebbero essere basi militari della Marina irlandese?» ipotizzò l’inglese.
«L’Irlanda non ha un Marina militare» ricordò Donnelly riferendosi al loro ultimo discorso.
«Mi chiedevo soltanto se questi porti potessero avere qualche interesse strategico» precisò Hart.
«Il nostro Servizio di Marina ha una vera e propria base soltanto a Cork»
Il tenente rifletté sulla questione.
«Allora potrebbero essere rotte mercantili. Tutte queste sono vie di navigazione per l’Inghilterra»
Il professore tornò a sfogliare i suoi appunti: «il nome Kudos le dice qualcosa?»
Hart ebbe un lieve sussulto: «sì, è un incrociatore britannico. Faceva parte della flotta inglese nel Mar di Norvegia. Dopo la ritirata delle truppe da Narvik è stato impiegato per scortare altre imbarcazioni a largo delle coste irlandesi»
«Probabilmente questi sono i porti in cui è stata avvistata la vostra nave da guerra» suggerì Hales. 
«Che cosa vuol dire tutto ciò?» chiese Donnelly ancora confuso.
Hart rispose amaramente: «abbiamo appena scoperto il prossimo obiettivo per i missili degli U-Boot»
Il ragazzo trasalì: «questo significa che…»
«L’IRA ha fornito informazioni ai tedeschi per bersagliare le navi inglesi nel Mare d’Irlanda» confermò il tenente.
 
***
 
James uscì dai cancelli del Castello e si incamminò verso casa tormentato da nuovi dubbi, la rivelazione del tenente Hart e la scoperta dei messaggi dell’IRA erano questioni una più preoccupante dell’altra.
Donnelly sapeva di dover continuare a portare avanti la sua missione, ma non sapeva per quanto tempo avrebbe potuto sopportare tutto ciò, quel giorno sentiva di aver davvero superato il limite. La sua discussione con Hart ne era stata la prova, in quel momento aveva davvero perso il controllo rischiando di rovinare tutto. Il suo sfogo però gli aveva permesso di scoprire che l’inglese si fidava abbastanza di lui, tanto da mostrarsi tollerante e comprensivo nei suoi confronti.
Il giovane si strinse nella giacca per proteggersi dal vento. Le strade erano ormai deserte, la città oscurata dal blackout era avvolta dalla nebbia.
Il ragazzo avvertì una strana inquietudine, ebbe la sensazione di essere seguito, ma quando si voltò non notò nessuno alle sue spalle. James accelerò il passo, per precauzione afferrò la pistola.
Rapidamente raggiunse l’incrocio e si intrufolò in un vicolo per depistare il suo invisibile inseguitore. Decise di prendere una scorciatoia per abbreviare il percorso e di corsa raggiunse la sua destinazione. Quando giunse davanti al portone si fermò per guardarsi nuovamente intorno. Tutto sembrava tranquillo, non c’era alcun segnale di pericolo.   
Donnelly ripose l’arma, nel suo ruolo la prudenza era necessaria, la paranoia invece l’avrebbe soltanto condotto alla follia. In quel caso pensò che probabilmente si era lasciato suggestionare un po’ troppo dagli eventi recenti, anche se non poté affermarlo con certezza.
 
James rientrò nel suo appartamento avvertendo una confortante sensazione di familiarità. Tornare tra quelle mura era diventato ancor più piacevole da quando sapeva che avrebbe trovato la compagnia di Julia. Preoccupandosi di non fare rumore Donnelly attraversò il corridoio e raggiunse la camera da letto.
Si sorprese nel trovare la ragazza ancora sveglia, riconobbe la sua figura in piedi davanti alla finestra. Appena avvertì la porta aprirsi ella si voltò di scatto.
«James…sei tornato» disse correndo ad abbracciarlo.
Egli l’accolse dolcemente tra le sue braccia.
«È tardi, pensavo che stessi riposando»
«Ti stavo aspettando, ero preoccupata» ammise lei esternando la sua apprensione.
«Mi dispiace…»
Julia percepì il suo sincero rammarico.
«Non è colpa tua, adesso sono solo felice che tu sia qui»
Egli si distaccò leggermente: «potrei dirti che un domani non sarà così e che un giorno non dovrai più aspettarmi alla finestra nel mezzo della notte, ma non voglio illuderti e nemmeno farti false promesse»
«Non pretendo niente di tutto questo»
James non riuscì a reprimere i sensi di colpa.  
«Ci sono cose che non potrò mai dirti» ammise con tono serio.
«So che non potrò mai conoscere questa parte della tua vita e sono disposta ad accettarlo»
Il giovane prese il suo volto tra le mani e la guardò negli occhi.
«Voglio solo che tu sappia che sto facendo tutto questo perché sono davvero convinto di star operando per la giusta causa»
Lei lo rassicurò: «non ho mai dubitato della tua buona volontà»
«Ho sempre agito con l’intenzione di fare del bene»
La ragazza fissò intensamente le sue iridi castane, era certa che egli non stesse mentendo.  
«Ti credo James, tu sei un uomo buono»  
«Come puoi esserne sicura?»
Julia sfiorò delicatamente il suo viso con una tenera carezza.
«Lo so perché ti amo» 
Egli si lasciò sopraffare dai sentimenti: «anche io ti amo»
«Allora tutto il resto non ha importanza» disse lei abbandonandosi tra le sue braccia.
James la strinse a sé baciandola con impeto e passione. L’unico sollievo per i suoi affanni era quell’amore puro e sincero.
Julia ricambiò con il medesimo trasporto, avvertendo lo stesso desiderio.
Il giovane le cinse i fianchi e le lasciò lievi baci sul collo, assaporando la sua pelle e inebriandosi del suo profumo. Lei gli levò la giacca e con gesti frenetici iniziò a sbottonare la sua camicia.
James bramò ancora le sue labbra, la prese tra le braccia e l’adagiò dolcemente sul letto. Lentamente la liberò dall’intralcio dei vestiti, i quali ricaddero sul freddo pavimento insieme alla sua divisa. James scoprì la nuda pelle della ragazza, esplorando il suo corpo con baci e carezze. La sentì fremere ed ansimare al suo tocco. Si fermò per ammirare ancora una volta la sua bellezza. Lei sorrise e lo attirò nuovamente a sé, accogliendolo in un caldo abbraccio. I giovani amanti si unirono in quel dolce e passionale amplesso.
Desiderosi l’uno dell’altra continuarono a cercarsi, avvinghiandosi tra le coperte, tra baci roventi e gemiti soffocati.
 
***
 
Il tenente Hart si ritrovò seduto davanti a un boccale di Guinness al Murphy’s pub. Aveva scelto un tavolo appartato, il locale era piuttosto affollato, gli avventori erano tutti uomini mezzi ubriachi. Le voci e le risate divennero sempre più chiassose, l’intero salone era avvolto dal fumo, un intenso odore di tabacco persisteva nell’aria. La persona che stava aspettando non si era ancora presentata, ma era certo che non avrebbe dovuto attendere ancora a lungo.
L’ufficiale ripensò agli avvenimenti di quella giornata, inevitabilmente ricordò gli accordi segreti del progetto denominato Plan W. L’Intelligence aveva presupposto che in caso di invasione il primo obiettivo dei tedeschi sarebbe stata la città di Cork, ovvero il punto più vicino alle basi della Luftwaffe situate nella Francia settentrionale. Un reggimento dei Royal Marines a Milford Haven sarebbe stato pronto ad entrare in azione nel caso in cui i tedeschi avessero deciso di sbarcare sulle coste del Sud.  Al Nord una divisione della BEF stazionata a Belfast sarebbe intervenuta prontamente. Durante l’avanzata avrebbe superato il confine circondando Dublino per creare una linea di difesa con il supporto del corpo militare irlandese.
Hart provò ad immaginare quali sarebbero state le conseguenze. Ciò avrebbe trasformato l’intera Irlanda in un campo di battaglia, sarebbe stato uno scenario di guerra totale, un terribile e sanguinoso massacro dall’esito imprevedibile.
Il tenente prese un profondo respiro, era suo dovere impedire che tutto ciò potesse accadere. La collaborazione tra l’IRA e la Germania aveva dimostrato di essere reale e pericolosa, quella spia doveva essere trovata al più presto.
Al Castello aveva agito secondo le regole, ora però la situazione richiedeva qualcosa di più.
Sapeva che in questo modo avrebbe tradito un’altra volta la fiducia di James, ma in fondo l’agente irlandese non avrebbe dovuto sorprendersi. Con l’Inghilterra in guerra l’MI5 era disposta a giocare sporco.
Il tenente buttò giù un lungo sorso di birra, il ragazzo aveva dimostrato di essere sveglio e intelligente, ma era ancora troppo ingenuo. In quel mondo non c’era spazio per sentimentalismi ed idealismi.
Hart poggiò il boccale sul tavolo, quando rialzò la testa notò una figura in piedi davanti a lui.
«Credevo di aver visto un fantasma» disse il nuovo arrivato.
Radley rispose a modo: «tra noi due sei tu lo spettro»
L’uomo si sedette al lato opposto e rimase ad osservare il volto del tenente con un certo stupore.
«L’ultima volta che ti ho visto a Liverpool avevi un proiettile conficcato nel petto» ricordò.
Hart preferì non rammentare il passato.
«Come puoi constatare la ferita non è stata letale»  
«Sei stato fortunato Fox»
Egli provò una strana sensazione nel sentirsi chiamare ancora in quel modo.
«Sei sempre a caccia di terroristi?» continuò l’altro.
«No. I militanti dell’IRA mi servono per trovare un altro obiettivo»
«Oh, ti hanno affidato un caso importante. Merito di una promozione?»
«A grado di tenente, è stato un po’ di tempo fa…»
«Capisco»
Hart squadrò il suo interlocutore, il quale appariva come un insospettabile civile. Non avrebbe potuto distinguerlo da qualsiasi irlandese presente in quella stanza.  
«Anche per te sono cambiate tante cose. Qual è il tuo nome adesso?»
«Puoi chiamarmi Barry. Ma ora basta chiacchiere, sei qui per un motivo»
L’ufficiale azzardò la sua richiesta: «ho bisogno del tuo aiuto, mi servono informazioni»
«Che genere di informazioni?»
«Notizie riguardanti i rapporti tra l’IRA e la Germania»
«Ho sentito tante voci sui nazisti, ma niente di affidabile»
«Sappiamo che i militanti stanno proteggendo un agente dell’Abwehr. Il suo nome in codice è L’Aquila, potrebbe essere un tenente della Luftwaffe»
Egli scosse la testa: «mi dispiace, non ho sentito nulla a riguardo»
«Si tratta di una questione importante, c’è in gioco la sorte della guerra» insistette.
«Non preoccuparti, puoi contare su di me. Sarò felice di darti una mano a catturare quel crucco»
«Credi di poter scoprire qualcosa?»
«Ti ho mai deluso?» chiese Barry con un velo di presunzione. 
Hart gli rivolse uno sguardo complice.
«Devo ammettere che la parte del buon ufficiale ti si addice molto, ma ti preferivo quando avevi il coraggio di sporcarti le mani» commentò il suo vecchio compagno.
«Il mio unico scopo all’interno dell’MI5 è sempre stato quello di svolgere il mio dovere»
Barry mostrò un amaro sorriso, poi si rialzò dal tavolo. Prima di scomparire nella penombra del locale diede un’ultima raccomandazione al tenente.  
«Ricorda, per il G2 io non esisto. L’Inghilterra non ha spie in Irlanda» 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Star_Rover