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Autore: heliodor    08/04/2021    1 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il leone, il serpente e il lupo
 
“Parlami di nuovo di quel sogno” disse Hallen con tono paziente.
Shi’Larra sedeva in un angolo della baracca, le gambe raccolte contro il petto. Era la terza volta che si spostavano in quella Luna e dal lavoro che Lura e le altre ragazze del campo stavano facendo, era previsto almeno un altro spostamento.
“Stiamo avanzando” le aveva spiegato Hallen. “Il nemico indietreggia e noi guadagniamo terreno. Anche grazie a te.”
Shi non ne era affatto contenta. Hallen l’aveva aiutata a rendere più chiari i sogni che faceva con le sue pozioni, ma ora passava metà del suo tempo a dormire e l’altra metà a ricordare sogni che non voleva fare.
Uno in particolare la stava tormentando da una Luna. Era iniziato poco dopo la partenza di Nimlothien e Dyna insieme a molti guerrieri e stregoni. Il campo si era svuotato e Lura era sembrata molto preoccupata perché anche il suo Ashen era partito insieme agli altri.
Shi le aveva domandato dove fossero andati tutti e Lura le aveva risposto che si trattava di una missione importante e che delle navi li attendevano a Rodiron.
Ashen però aveva l’ordine di non parlarne con nessuno perché si trattava di una missione segreta.
“Ash dice che vanno a catturare una principessa” aveva detto Lura a bassa voce.
Shi si era limitata ad annuire.
Un paio di notti dopo era iniziato quel sogno. Si era ripetuto così tante volte che gli aveva dato un nome.
“Testa di Leone” disse Hallen. “Parlami di lui.”
“Potrebbe essere una lei” rispose Shi. Dopo il tempo passato con quelle persone conosceva molte più parole della loro lingua e aveva imparato a usare alcune sfumature e termini che prima ignorava.
“Hai visto il suo volto?” domandò lui interessato.
“No, ma ho come una sensazione.”
L’erudito annuì.
“Allora parlami di lei.”
Shi si umettò le labbra. Anche se il sogno era spiacevole, parlarne l’aiutava a rasserenarla. Prima di conoscere Hallen avrebbe cercato di dimenticare una visione così spiacevole, ma dopo che lui le aveva spiegato che la conoscenza è potere, aveva capito che ricordare i dettagli dei suoi sogni l’aiutava quando questi si presentavano di nuovo.
“Il sogno inizia sempre nello stesso modo” disse pescando nei suoi ricordi. “C’è una grande aquila che vola sopra una città in rovina e un esercito fatto di guerrieri e mantelli in attesa fuori dalle mura.”
“E poi che cosa accade?”
“C’è una sola torre ancora in piedi e si erge tra le rovine. Sopra di essa appaiono sempre tre figure, ma mai nello stesso ordine. A volte compare un lupo, altre un serpente, ma è la guerriera con la testa di leone che appare più volte.”
Hallen annuì. “E cosa fa di solito?”
“Niente” disse Shi. “Si limita a guardare l’esercito davanti alle mura. È come se lo sfidasse o si preparasse a prenderne il comando.”
“Continua.”
“Il cielo si tinge di rosso e cadono gocce di sangue che imbrattano le armature e i mantelli. La pioggia è così forte che si trasforma in un fiume in piena che li travolge, trascinandoli via. E io vengo trascinata con loro.”
“Ma non termina sempre così, no?”
Shi scosse la testa.
“Ne vuoi parlare?”
“Devo proprio?”
“Penso che ti aiuterebbe.”
Shi annuì. “A volte, ma non sempre, il lupo divora il serpente. Altre il serpente attacca la guerriera dalla testa di leone e la strangola. Ma la peggiore è quando è la guerriera dalla testa di leone ad attaccare i suoi due compagni. Non si limita a ucciderli, ma li divora lentamente, strappando loro brandelli di carne con le sue zanne. E quando ha finito di divorarli…”
“Vai avanti. Per favore.”
La voce suadente di Hallen l’aiutò a trovare la forza per continuare. “Quando ha finito con loro, la guerriera con la testa di leone diventa gigantesca e spalanca le sue fauci, mostrando file e file di denti che somigliano a spade scintillanti. E a quel punto si avventa su quelli che sono davanti alle mura, divorandoli dopo averli dilaniati. Ma nessuno di loro grida o tenta di fuggire. Tutti si lasciano divorare senza tentare di resistere. Sembrano felici di diventare il pasto di quel mostro.”
“E la testa di leone a questo punto che cosa fa?”
“Dopo averli divorati tutti, lacrime rosso sangue rigano le sue guance” disse Shi’Larra con un filo di voce. “Possiamo smettere per oggi? Ti prego, sono davvero stanca.”
Hallen annuì. “Mi spiace, è vero. Riposati. Stanotte non ti darò la pozione. Domani sarà una giornata impegnativa per te.”
Shi si accigliò.
“È arrivato un messaggero. Pare che uno dei comandanti stia venendo qui per parlare con te.”
“Nimlothien? Sta già tornando?”
“No, non lei. Il suo nome è Hissarion. Domani lo conoscerai di persona.”
 
Gli stregoni dal mantello grigio sfilarono in sella ai loro cavalli per il campo in silenzio, accompagnati dagli sguardi dei pochi che a quell’ora non avevano altro da fare. Shi ne contò dieci e dietro di loro seguiva una scorta di cinquanta guerrieri armati di lance e scudi. Erano tutti di fattura diversa e i fregi erano stati cancellati o lavati via.
Lo stregone che procedeva davanti a tutti osservava il campo con sguardo severo, come se li stesse valutando. In piedi davanti alla sua baracca, con Hallen al suo fianco, Shi’Larra li osservò senza parlare.
Accanto allo stregone che procedeva in testa ce n’erano altri due, una donna e un ragazzo. La prima aveva capelli corvini e occhi di colore verde. Il viso era allungato e il mento appuntito. Il ragazzo aveva gli stessi capelli neri e labbra carnose. Somigliava alla donna. Entrambi avevano un’espressione seria e concentrata.
Poco prima di raggiungere la sua baracca il trio si staccò dal resto della colonna e avanzò verso di loro, fermandosi a una decina di passi di distanza.
Lo stregone dall’espressione severa smontò da cavallo con un gesto lento e solenne, seguito dalla donna e dal ragazzo che lo affiancarono subito.
“Lascia parlare me” le sussurrò Hallen. “E rispondi solo se ti viene rivolta una domanda.”
Shi’Larra annuì.
“Io ti saluto” disse l’erudito avanzando di un passo. “Tu devi essere Hissarion.”
Lo stregone gli rivolse un cenno della testa. “È lei la divinatrice di cui tutti parlano?”
Hallen annuì con foga. “Il suo nome è Shi’Larra, ma tutti qui la chiamiamo Shi.”
“È un nome da selvaggia” disse la donna.
Hissarion le rivolse un’occhiataccia. “Florithe, Vylan. Aspettate qui fuori.” Guardò Hallen. “Fai strada, erudito.”
Hallen gli rivolse un leggero inchino e lo invitò a entrare. Shi li seguì e quando si trovò dentro l’erudito chiuse la porta alle sue spalle.
Nella penombra Hissarion sembrava più alto e imponente. “È vero quello che si dice su di lei?” chiese.
Hallen annuì. “Posso chiederti che cosa si dice di Shi’Larra?”
“Niente di buono. Molti pensano che sarebbe meglio disfarsene il prima possibile. La divinazione è un’arte proibita.”
“Anche l’evocazione.”
Hissarion sollevò un sopracciglio. “Lascia questi argomenti a noi stregoni, erudito. Siamo gli unici a poter decidere quale arte sia consentita o proibita.”
“Non volevo arrogarmi il diritto di giudicarti” disse Hallen.
“Non è certo il tuo giudizio che temo. O che mi interessa” disse Hissarion. Guardò in direzione di Shi’Larra. “Avvicinati.”
Shi guardò Hallen che le fece un cenno con la testa. Sospirò e fece due passi verso lo stregone.
“Dicono che vieni dalle montagne a meridione e che sei apparsa all’improvviso.”
“Vengo da un piccolo villaggio” rispose Shi. “E non sono apparsa all’improvviso. Gli uomini che vivono nelle case di pietra mi catturarono e mi portarono in una delle loro…” Esitò.
“Fortezze” disse Hallen.
“Fortezze” disse lei. “Nimlothien mi trovò prigioniera e mi tenne con sé. È stato un caso.”
“Niente succede per caso” disse lo stregone. “C’è sempre un motivo per cui le cose avvengono.”
“È certamente come dici tu” disse Hallen.
Hissarion annuì grave. “La Strega Bianca sostiene che tu sei una specie di indovina. Che sei in grado di vedere il futuro. In che modo ci riesci?”
“Attraverso i miei sogni. Vedo ciò che potrebbe accadere.”
“Hai sognato anche la mia visita? Questo momento e ciò che io sto per dire o fare?”
Shi scosse la testa. “Non è così che funziona.” Guardò Hallen come in cerca d’aiuto.
“I sogni di Shi non sono sempre chiari” disse l’erudito. “Neanche a lei. Spesso la verità si nasconde dietro a simboli.”
“Simboli?” chiese lo stregone.
“Creati dalla nostra mente. Da quella di Shi’Larra, per essere precisi. Anche tu avrai fatto dei sogni che ti sono sembrati strani e ai quali non hai saputo dare una spiegazione.”
Hissarion annuì grave. “Immagino che tu abbia trovato un modo per interpretare questi sogni, dico bene?”
“È per questo che la seguo” disse Hallen. “Per aiutarla e sostenerla. È stata un’idea di Nimlothien.”
“Nim sta bene?” chiese Shi.
Hissarion la fissò incuriosito. “Non puoi scoprirlo da sola, visto che scruti il futuro? Non ti basterebbe pensare a lei perché il suo destino ti sia chiaro?”
“Come ti ho detto, i sogni non sempre…” iniziò a dire Hallen.
“L’ho chiesto alla divinatrice” fece Hissarion.
L’erudito serrò le labbra e guardò Shi.
Lei sospirò. “A volte provo a concentrarmi su di una persona in particolare, ma i sogni che faccio non li riguardano mai. È come se ci fosse un velo, un muro, oltre il quale so che esiste qualcosa, ma che mi è proibito superare. È lo stesso motivo per cui non sogno mai di eventi che mi riguardano.”
Hissarion annuì di nuovo. “Parlami dell’ultimo sogno che hai fatto. Il più recente, non importa di che cosa parli.”
Shi’Larra gli raccontò della guerriera dalla testa di leone, della sua lotta con il serpente e il lupo e dell’esercito che si piegava alla sua volontà ma che alla fine veniva da lei divorato senza scampo.
Lo stregone ascoltò in silenzio. Quando Shi ebbe finito, andò alla porta e l’aprì. “Florithe, Vylan. Entrate.”
I due stregoni entrarono nella baracca e per la prima volta Shi si sentì a disagio per la loro presenza. La donna non le staccava gli occhi di dosso mentre il ragazzo si guardava attorno incuriosito.
“Ripetete davanti all’erudito e alla divinatrice la storia che avete sentito su Dofia.”
Gli occhi di Florithe divennero due fessure. “Quell’idiota si è fatto uccidere da un guerriero incontrato per strada.”
“Continua” la incalzò Hissarion. “Racconta che aspetto aveva.”
“Laeros è l’unico ad averlo visto. Doveva accompagnare Dofia, ma si era allontanato. Avevano ferito Rahu e stavano cercando dei soldati nascosti nelle case, ma senza riuscire a trovarli. Poi è apparso quel misterioso guerriero. Portava uno strano elmo a forma di testa di leone.”
Shi sussultò sentendo quella descrizione. “Era un uomo o una donna?”
“Laeros non l’ha saputo dire” rispose Florithe. Guardò Hissarion. “La selvaggia conosce il volto e il nome di quel guerriero? Vylan e io vorremmo saperlo.”
“Ci arriveremo” disse Hissarion. Si rivolse a Hallen. “Due Lune fa abbiamo attaccato Ferrador. Non per conquistarla, non avevamo forze sufficienti, ma per saggiare le difese del nemico e spingerlo a lasciare la sicurezza delle proprie mura per affrontarci in campo aperto. È l’unico modo per batterli e sembra che siano caduti nella nostra trappola. Una loro armata ha lasciato la città e ora si sta dirigendo verso Cadrik per dare battaglia.”
“In che modo possiamo aiutarvi?” domandò l’erudito.
“Venendo con noi e servendoci delle abilità della divinatrice.”
“Non sarebbe più saggio attendere il ritorno di Nimlothien?”
“La Strega Bianca è dall’altra parte del continente” disse Hissarion con una smorfia di insofferenza. “È convinta di poter concludere la guerra rapidamente, ma si sbaglia. Non possiamo attendere il suo ritorno. Dobbiamo agire in fretta.” Guardò Hallen. “Preparate le vostre cose. Voi verrete con noi.”
“Dove?” chiese l’erudito.
“Lo saprai quando sarà il momento. In quanto a te, divinatrice.”
Shi’Larra si irrigidì davanti allo sguardo dello stregone.
“Ci dirai tutto quello che puoi sul guerriero dalla testa di leone. Se è vero che ha ucciso Dofia, aiuterai Florithe e Vylan a trovarlo.”
“E poi?” chiese Shi. “Che cosa gli succederà?”
“Lo uccideremo” disse Florithe. “E così avremo vendicato nostro fratello.”

 
  
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