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Autore: ballerina 89    08/04/2021    1 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amore olimpico
Capitolo 13

 

Pov Emma

  • mi chiami immediatamente la signora Mills. - ordinò Killian alla ragazza con uno sguardo a dir poco inferocito. Regina ci aveva preso in giro bene bene, mi aveva iscritto ad una competizione, di serie A oltretutto, senza chiedere consiglio a Killian, senza chiedermi cosa ne pensassi e sopratutto senza prepararmi psicologicamente all’eventualità di una cosa di questo tipo. Non ero affatto pronta ad affrontare una gara di quel livello, non ero pronta ad affrontare nessuna gara in generale in realtà. Ero ancora troppo indietro con il programma per poter affrontare una cosa simile eppure lei mi aveva iscritta ugualmente. Avevo il cuore che mi batteva ad una velocità disumana  e l’idea di scappare a gambe levate il più lontano possibile da lì mi balenò alla mente piu di una volta ma non lo feci... no, cercai di trattenere i miei impulsi in quanto Killian sembrava essere più agitato di me per quell’assurda situazione che si era venuta a creare. Era nero in volto, aveva tutta  l’aria di una persona che sta per commettere qualcosa di indicibile e la cosa, se possibile, mi agitò ancora di più.

Provai  a farlo ragionare cercando di dirgli di restare calmo  e di parlare con Regina con tranquillità nonostante non lo meritasse,  ma lui ignorò completamente le mie parole, non riuscii a capire neanche se mi stesse ascoltando in realtà, so solo che che non appena vide arrivare la diretta interessata verso di noi, con un sorriso a trentadue denti, ecco che non si trattenne piu e iniziò a dare di matto.

  • Mi hai preso per il culo! Come accidenti ti è venuto in mente di fare una bastardata del genere alle mie spalle è? - le disse con voce sostenuta tanto che attirammo l’attenzione di alcuni ragazzi poco distanti da noi. 
  • Datti una calmata, sembri indemoniato! - rispose Regina con i suoi toni da perfetta mestrina. - non ti devo nessuna spiegazione. Non a te almeno. - aggiunse per poi incrociare il mio sguardo. 
  • Credevo di essere stato chiaro quel giorno per quanto riguarda queste tue strambe uscite di testa, a quanto pare però non mi sono spiegato sufficientemente bene: devi smetterla di accanirti su di Emma  solo per una tua stupida rivincita personale! Devi smetterla di metterla costantemente in pericolo. 
  • E perché non mi fermi allora? Ti sei fatto tanto grande quel giorno dicendomi che potevi con uno schiocco di dita bloccare ogni mia rischiosa iniziativa e poi? Ancora non hai fatto nulla? 
  • Credevo che fossi più intelligente di così! Che in fondo di lei ti importasse qualcosa. 
  • Ah si? Solo per questo? O c’è dell’altro sotto Killian? Di un po’? Lei lo sa cosa avevi intenzione di fare? - tornò a guardarmi. - ti ha detto che voleva modificare il tuo certificato togliendoti ogni possibilità di tornare in pista? 
  • Sei una bastarda! - gli disse Killian per quel suo modo sadico di volerlo a tutti i costi infangare. Lei non sapeva che me lo avesse detto, era convinta del contrario e volutamente aveva deciso di mettermi al corrente della cosa. Voleva metterlo in cattiva luce ai miei occhi. 
  • si lo so, me ne ha parlato! - risposi lasciandola sorpresa. 
  • Ah si? E ti sta bene? 
  • Non ha modificato nulla mi sembra. - mi limitai a dire prendendo le parti del mio fidanzato.
  • Perché non ne ha avuto modo. Perché pensi che ti ho comunicato di questo incontro solamente ieri? Ormai i certificati sono stati inviati, non può più rettificare. 
  • Questo lo dici tu mammina. - riecco Killian farsi spazio in quella infinita discussione - Lo sai che lavoro faccio vero?  Non avrei problemi, se solo volessi,  a contattare il responsabile di questa bettola e rettificare la mia diagnosi su un mio paziente. 
  • E fallo allora no? Se può farlo perché  non inizi a chiamare il responsabile?!?
  • Perché come ho già detto a lei ieri sera , non spetta a me prendere queste decisioni. Io posso darle un consiglio, un parere medico, ma non posso fermarla contro la sua volontà. 
  • Perché hai paura che ti lasci? 
  • No, perché  non sono un coglione come te! Io a lei ci tengo, rispetto le sue decisioni anche quando sono totalmente contrario ma tu? Tu non tieni a nessuno se non a te stessa. Lo hai fatto con me in passato e ora lo stai facendo con lei. 
  • Non hai la minima idea di quello che stai dicendo....
  • A no?? E allora spiegami: come mai le hai dovuto mentire? Perché non le hai detto subito della gara? 
  • Per te, te l’ho detto! 
  • No, intendo dire.... perché le hai detto che era uno stage? Perché non sei stata onesta con lei fin da subito? Stage o competizione il certificato volendo avrei potuto cambiarlo ugualmente, lo sai. - questa era decisamente la prima domanda che mi interessava sul serio: perché mi aveva mentito? 
  • Non volevo entrasse nel panico. La volevo carica e motivata per affrontare la giornata. 
  • Guardala! Ti sembra carica e motivata? Tze... tu non ragioni più secondo me! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello. L’unico motivo per cui non le hai detto nulla è perché sapevi che avrebbe potuto rifiutare. 
  • Può rifiutarsi anche adesso se non se la sente. Nessuno la costringe. 
  • È una gara a squadre quella a cui è iscritta  immagino... se lei rifiutasse immagino che tu abbia già pronta una riserva... È così vero? E dimmi: è la stessa della volta scorsa?? - ora era Killian ad aver esagerato. 
  • Non ho riserve, sono quattro le ginnaste che ho iscritto! 
  • E se Emma si rifiutasse?  - sapevo gia la risposta e probabilmente la conosceva anche Killian, ma  se lo avesse detto lei avrebbe avuto un significato diverso. Killian lo sapeva bene.
  • La squadra si ritirerebbe dalla gara. - ammise. - senti Emma - tornò a  concentrarsi su di me - non voglio obbligarti a fare qualcosa che non vuoi  e non ho preso la decisione di non portare riserve per influenzarti psicologicamente a gareggiare anche contro la tua volontà  come pensa lui. Non le ho portate perché credo fermamente  che tu muoia dalla voglia di tornare  in pista. Ecco tutto. Sbaglio forse? - cosa avrei dovuto dirle adesso? Semplice... la verità. 
  • Si e no. Non sbagli, tornare in pedana sarebbe un sogno che si realizza ma lo sai anche tu che non sono il tipo che sale in pista se non preparata alla perfezione. 
  • Sei preparata fidati! 
  • Sono preparata per un programma mediocre che messo a confronto con la ginnasta peggiore di oggi sarebbe comunque uno schifo. 
  • Non esiste solo il programma, esiste la tecnica, la pulizia.... 
  • a me non basta però! - la vidi abbassare il capo. 
  • È un no quindi: ti stai ritirando giusto? - Mi chiese. guardai Killian, avevo bisogno di lui per rispondere a questa domanda. Non volevo rischiare di fare qualcosa che lo avrebbe fatto arrabbiare. 
  • Prendi la decisione che meglio ritieni opportuna. Fin quando ti atterrai al programma svolto fin ora in palestra non ho nulla da obiettare. - mi disse lui dolce nonostante sapessi che l’idea di vedermi in gara non lo entusiasmava piu di tanto.
  • Ok ma...  cosa pensi al riguardo? - chiesi nonostante Regina fosse davanti a noi. Lui la guardò per qualche secondo, si scambiarono uno sguardo strano, come se ci fosse dell’altro sotto, poi tornò a prestarmi attenzione. 
  • Quello che penso io non importa, non farti influenzare dal fatto che tra di noi non scorre buon sangue in questo momento, la scelta deve essere solo tua a prescindere dai nostri rapporti interpersonali.  - aveva ragione, la scelta riguardava me. ci pensai su ancora e ancora  ma poi alla fine feci parlare il mio cuore piuttosto che il cervello.
  • Sarei tentata di dirti di no nonostante l’enorme possibilità che mi stai dando perché ritengo che non sia stato corretto tenermi allo scuro di tutto. Avresti dovuto dirmelo subito, avresti dovuto essere sincera e leale con me, invece non lo hai fatto. Sicuramente la mia scelta sarebbe caduta sul no se me lo avessi chiesto per tempo, per tutta una serie di motivi che già ti ho elencato. Ho abbandonato la pedana come un’altleta da oro olimpico, non rimetterei mai piede in pista senza essere tornata almeno a quel livello. - presi un respiro - c’è da dire però che.... è vero che non ho più la stoffa dell’atleta di un tempo, ma qualcosa della vecchia me è rimasto.... lo spirito di squadra. Se c’è una cosa che mi hanno sempre insegnato fin da quando ero bambina è il senso di squadra. la squadra va sempre sostenuta, sempre e comunque per cui... se oggi ti dico di sì, è solo per loro. - non appena mi disse che avrei potuto decidere in tutta autonomia di partecipare o ritirarmi vi giuro che l’idea di scappare lontano dal quel luogo fu la prima che mi venne in mente ma ragionando il pensiero andó alle mie compagne e al fatto che senza di me non avrebbero preso parte alla gara di gruppo. Forse a loro nenache interessava, a me delle gare di squadra è sempre importato ben poco, puntavo solo sull’individuale, ma chissà... non tutti siamo uguali e magari per loro quella gara era importante.
  • Ti fa onore questo. Conferma ciò che ho sempre detto: la mia piccola Emma è ancora qui. Mi dispiace averti mentito... potrai mai perdonarmi? 
  • Ne parleremo in palestra, questo non è il luogo più adatto, abbiamo una gara a cui pensare. - le sorrisi e insieme, Killian compreso, ci dirigemmo verso l’ala del palazzetto dedicata alla nostra squadra. Salutai le mie compagne le quali furono felicissime di vedermi e dopo aver posizionato la mia roba tutta da un lato mi sedetti e iniziai a guardare la competizione che era iniziata già da un po’ con i programmi individuali. 
  • È tutto ok? - mi si avvicinò Killian prendendomi  una mano tra le sue - ti vedo agitata. - mi fece notare che fino ad secondo prima che mi afferrasse la mano stavo tormentando , cosa che facevo di solito quando ero nervosa. 
  • Non sono pronta! - mi limitai a dire.
  • Ohhh.... io penso di sì. - a quell’affermazione lo guardai come a dirgli “mi prendi in giro o sei serio”? - a prescindere da tutto Emma, discussioni o divergenza di opinioni, io credo che tu sia pronta ad affrontare un passo del genere. Voglio dire, le tempistiche non sono quelle più adatte, si poteva aspettare ancora ma la stoffa dell’atleta è dentro di te e puoi affrontare una cosa simile.
  • Ma le hai viste???? - gli indicai la ragazza che si stava esibendo in quel momento come esempio. - in passato non l’avrei neanche considera una minaccia ma ora.... beh... indubbiamente è più  avanti di me. Come....
  • Non ti deve interessare questo! Devi riprendere in mano le vecchie sensazioni. Una competizione non è solo confronto con i tuoi sfidanti, è adrenalina pura, paura di sbagliare, voglia di mettersi in gioco. Io voglio che tu oggi ricordi questo, del resto lascia pure stare. Che ti importa di che punteggio prenderai, non ce in ballo una gara di livello superiore a cui aspirare, pensa solamente a riassaporare le vecchie emozioni. 
  • Non è semplice... - non lo era affatto, sopratutto per una come me che era abituata a portarsi ogni titolo a casa.
  • Lo so ma fidati di me ok? Ci sono passato un anno fa con la prima gara dopo secoli ricordi? 
  • La tua gara è andata benissimo! 
  • Ma non come speravo.... ero convinto che avrei perso e così è stato ma le emozioni provate quel giorno  nel riassaporare la mia vecchia vita non potrà mai togliermele nessuno. È stata un’esperienza fantastica a prescindere tutto e visto che oggi siamo qui, voglio che anche tu riesca a provare questo perché fidati: è la cosa più importante. 

Non perse il contatto visivo con i miei occhi neanche una volta e fu proprio questo, i suoi occhioni azzurri, a convincermi a provare. Mi alzai di scatto e corsi a prendere il mio iPod. Mi estraniai dal mondo che mi circondava grazie ad una delle mie playlist preferite e non contenta decisi di andarmi anche a scaldare nella saletta situata proprio lì vicino in modo da non essere tentata di guarda le esibizioni delle altre ginnaste. Le mie compagne, regina e il restante del team sapevano esattamente dove fossi, Killian lo aveva comunicato loro e d’accordo con il mio modo di provare ad affrontare la gara mi lasciarono indisturbata fino a quando non fu il turno della ginnasta prima di me. Fu solo in quel momento che mi vennero a chiamare dicendomi che era ora di entrare in pista. Presi un respiro profondo, mi tolsi la tuta rimanendo in body e al sentir pronunciare il mio nome stampai sul volto il mio miglior sorriso ed entrai in pedana. Primo esercizio da eseguire? Corpo libero. 

Devo essere onesta, come prima esibizione non fu male, sarà stata come dice Killian l’adrenalina oppure il pubblico che non smetteva di incitarmi.... non so, quello che so è che terminai l’esercizio che avevo preparato senza nessun errore e per la prima volta dopo anni fui quasi, e sottolineo quasi, soddisfatta del mio operato.

Il punteggio come immaginavo già non fu eccessivamente elevato, le difficoltà degli elementi portati era davvero bassa ma essendo del mestiere da un po’ sapevo bene o male come funzionavano i punteggi e per aver ottenuto quel tipo di punteggio con quegli esercizi, quasi banali, significava che ero stata impeccabile. 

Le mie compagne di squadra vennero da me e mi abbracciarono con forza complimentandosi con la mia esibizione e stessa cosa fecero Killian, Harris, Regina e successivamente Mark, il mio vecchio, si fa per dire visto che ha soli 25 anni, fisioterapista. Non lo vedevo dal giorno prima che ebbi l’incidente, non era con noi quel maledetto giorno, ma tra di noi c’è sempre stato un bel rapporto. Ero la sua piccola ginnasta talentosa, la sua preferita a detta di molti... quella che trattava con i guanti bianchi. Non aveva nessuna preferenza in realtà, solo che ero la più piccola lì dentro e mi aveva semplicemente preso sotto la sua ala come un fratello maggiore. A causa mia e del mio voler troncare i ponti con tutte le persone che avevano fatto parte della mia vita fino al giorno del mio infortunio ci perdemmo di vista ma bastó un semplice “di gran classe come sempre scricciolo” per riallacciare i ponti. 

  • Mark!!!!! - gli corsi in contro per poi abbracciarlo. - non sapevo fossi qui.
  • Quando posso sai che vengo sempre a controllarvi. - mi rispose baciandomi una guancia. - tu invece signorina... sei sparita dalla circolazione senza dire nulla, non si fa così! - non era un rimprovero il suo. 
  • Avevo bisogno di staccare la spina. Scusa se non mi sono fatta sentire.
  • Ti perdono, ma solo perché sei tu! Mi sei mancata sai? Quanti anni hai adesso? 15? 
  • Quindici? Sei rimasto un po’ indietro! - risi. Per lui ero sempre una bambina. - Ne ho 17.
  • Diciassette? O mio Dio!!! È cresciuta anche la mia scricciola. - si portò una mano alla fronte enfatizzando il gesto. 
  • Già... è cresciuta! - si intromise Killian sbucando alle mie spalle. - e ora scusami ma devo rapirla. - non lo fece neanche replicare che mi allontanò da lui trascinandomi per un braccio. Non ebbi neanche tempo e modo di dirgli ciao.
  • Killian mah....
  • Come lo conosci quello? 
  • Quello si chiama Mark e lo conosco perché è stato il mio fisioterapista per anni. 
  • Ma chi lui? O mio Dio cosa devono sentire le mie orecchie.
  • Perché?! Lo conosci? 
  • Se lo conosco???? Purtroppo sì e non mi sembra affatto il massimo come fisioterapista. Una federazione nazionale non dovrebbe avere il meglio del meglio? Tze... 
  • è bravo in quello che fa! - ammisi convinta. 
  • Ne dubito.... 
  • ok come vuoi mah... posso andare a salutarlo? Mi hai trascinata via neanche stesse per uccidermi. 
  • Non morirà se non lo saluti...
  • C’è qualcosa che non mi dici amore? Avverto dell’astio tra di voi! - esclamai guardandolo negli occhi. - ho indovinato vero? 
  • Concentrati su quello che devi fare, non pensare a me. il prossimo attrezzo che devi affrontare è il volteggio. - mi indicó il programma. 
  • Hai vinto... ma poi mi racconti tutto!

Feci cadere momentaneamente l’argomento e tornando a concentrarmi sulla mia competizione mi incamminai verso la saletta dove ero stata poco prima per potermi scaldare ancora un po’ e perché no... provare qualche salto prima della prova. Non portai l’iPod con me, sarebbe stato solo d’intralcio considerando che volevo provare le sequenze del volteggio, ma fu un errore. Proprio mentre mi stavo per addentrare nella sala sentii un gruppetto di ginnaste parlare fitto fitto su di me. 

  • è tornata in pedana ma era meglio se rimaneva a casa a guardare la tv. - disse una di loro. - ma l’avere vista? Mia sorella di dieci anni avrebbe saputo fare di meglio.  
  • Sono rimasta scioccata - proseguì un’altra - mi aspettavo uno dei suoi soliti programmi e invece? Mi meraviglio della Mills: come accidenti ha fatto a riprenderla in squadra.
  • Ma che ve ne frega! - le interruppe una terza - Fa schifo? Meglio così! Significa che ci porteremo a casa la competizione di oggi e a lungo andare qualcuna di noi le ruberà il posto in nazionale. Credetemi quella non andrà più da nessuna parte ormai.

Sapevo già quelle cose, che non ero più quella di una volta, che il mio programma non era affatto all’altezza di tutte le altre ginnaste in gara e che non sarei andata più avanti di dove ero in quell’esatto momento, ma sentirselo dire era peggio che esserne consapevoli. Non so spiegare il motivo... forse perché mi ero lasciata trasportare dalle parole di Killian e provare... forse per un secondo avevo dimenticato seriamente quale fosse la mia vera storia. Ero tornata in pedana dopo un infortunio è vero... ma in che modo? Improvvisamente ogni emozione bella provata fino al secondo prima svanì di colpo lasciandomi completamente vulnerabile e impreparata  ad affrontare le prove successive. Feci dietrofront e tornai a sedermi insieme alla mia squadra. Sentii gli occhi di tutti puntati addosso ma nessuno, eccetto Killian, mi fece domande. Era così evidente che mi fosse accaduto qualcosa? A quanto pare si.

  • Emma che succede? - mi disse Killian prendendo il mio viso con entrambe le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi. 
  • Niente... perché? - provai ad essere convincente.
  • Perché sei sull’orlo di una crisi di pianto! Ti ho lasciata cinque minuti fa che eri euforica e ora guardati, sei terrorizzata. - non gli risposi. - non sará per prima vero? Per quello che ho detto su quel tuo amico vero? - cosa pensava che mi ero offesa o ci ero rimasta male per il modo in cui avevamo affrontato il discorso di Mark? Scossi la testa e lo vidi tirare un sospiro di sollievo. Povero aveva paura di essere lui la causa del mio malessere. - cosa succede allora? Perché non sei a riscaldarti? 
  • Niente Killian... non preoccuparti: sono solo un po’ agitata per la mia prossima esecuzione. 
  • Ha detto Regina che sono i due salti che più ti escono meglio. 
  • Già.... - gli diedi conferma.
  • E allora cosa ti preoccupa a tal punto di scoppiare quasi a piangere è??? Amore dimmelo. - Cosa mi preoccupava? L’essere presa in giro da un gruppo di gallinelle che si credevano chissà chi solo perché ormai ero diventata una vera schiappa.  Naturalmente non potevo dirgli una cosa del genere e tantomeno non potevo dirgli cosa avevo sentito, le avrebbe prese a male parole come minimo, ma fortunatamente venni salvata in calcio d’angolo da Harris il quale mi venne a chiamare dicendomi che era il mio turno.
  • Le tue compagne e il volteggio sono due cose completamente opposte, siamo quarti  in classifica al momento  con questa disciplina ma tu puoi ancora fare la differenza. - mi disse mettendomi ancora più ansia. Io potevo fare la differenza? Con cosa esattamente? Con un salto che mia nonno avrebbe di sicuro definito “da dilettante”? Per non parlare che come le mie compagne anche io non brillavo affatto nel volteggio, non era affatto quella la mia specialità... anzi... Non riuscivo a capire se mi stessero prendendo in giro o erano seri, ma non c’era tempo per pensare, era il mio turno. Mi avvicinai al punto di partenza, salutai i giurati alzando le braccia come è solito fare dopodiche, dopo aver messo la magnesia alle mani per non scivolare, mi misi in posizione, presi un respiro profondo e diedi inizio al mio esercizio. Cercai di non pensare alle voci sentire poco prima e a concentrarmi solo ed esclusivamente a ciò che stavo facendo ma niente.... non riuscii. Propio durarne l’evoluzione al volteggio mi vennero in mente le esatte parole di quelle tre ragazze e non capii più nulla. Sbagliai leggermente la tecnica del salto ma per l’atterraggio... stendiamo un velo pietoso. 
  • Swan che ti prende è?!? - Mi Regina mentre aspettavamo il mio turno per il secondo e ultimo salto - stai dormendo? Come hai fatto a sbagliare un salto del genere. 
  • Regina ti prego non... - non infierire volevo dirle ma lei non mi diede modo di continuare la mia frase. 
  • Concentrati per la miseria! Non stiamo giocando qui! - credeva che giocassi? - è una competizione se non te ne fossi resa conto. 
  • Si... scusa. - mi limitai a dire pur di farla smettere, le sue parole non mi aiutavano di certo a fare di meglio... anzi, mi mettevano ancora più ansia e agitazione tanto che quando salii in pedana ed eseguii il secondo salto le cose andarono molto peggio. Le mani tremavano talmente tanto che non riuscii a prendere la spinta necessaria per avere la giusta elevazione e di conseguenza il risultato non fu disastroso ma quasi. Eravamo quarti prima della mia esibizione ma raggiungemmo la sesta in men che non si dica. Non mi era mai accaduto prima di contribuire alla discesa della mia squadra, mai... e il dispiacere che provai in quel momento fu senza eguali. Mi venne da piangere così mi recai in bagno per avere un po’ di privacy. Ero deluda da me stessa ma sopratutto mi sentivo in colpa verso la mia squadra.  

Anche loro dovevano essere delusi dalla mia performance, pensavo, ma fortunatamente molto presto mi resi conto che non era affatto così. Le mie compagne di squadra erano dei veri angeli e non persero tempo a dimostrarmelo.

  • Emma - esclamó una di loro, Sarah, entrando e vedendomi in lacrime - ehi tesoro non fare così! Va tutto bene. - mi abbracció. 
  • non è la fine del mondo. - disse Abby
  • Per voi forse....
  • Non lo è neanche per te! Capita di sbagliare, sopratutto se si è molto in tensione ma vedrai che ti rifarai ai prossimi attrezzi. Sei una combattente lo sappiamo tutte. 
  • Non avevo idea che avrei dovuto gareggiare oggi, non lo avrei fatto se lo avessi saputo.... sono troppo indietro ancora e si nota la cosa. Tutti lo notano. 
  • Emma è la tua prima gara dopo un anno... non puoi pretendere di fare chissà che cosa dopo quello che ti è successo non credi? 
  • Gli altri se lo aspettano però. Sono tutti lì con gli sguardi puntati su di me a ridersela e a sperare di ottenere il mio posto in nazionale. 
  • Io non credo che...
  • L’ho sentito con le mie stesse orecchie. - confessai - me ne hanno dette di tutti i colori. - sospirai - sentire... non è per voi ragazze, ci mancherebbe mah.... ho fatto male ad accettare la proposta di Regina nel gareggiare oggi. - proposta... inganno più che altro. 
  • E ritirati allora! Se non te la senti nessuno ti obbliga tesoro! 
  • Abby non posso farlo. Regina non ha nessun sostituto in squadra oggi e se mi ritiro la squadra sarà costretta a ritrarsi insieme a me. È per questo che ho accettato... per voi. Non lo avrei fatto altrimenti.
  • Se può aiutarti a prendere una decisione devi sapere che la gara di squadra nel nostro programma è stata inserita all’ultimo momento. Noi eravamo in competizione solo per gli individuali fino ad un mese fa.  il motivo di questo inserimento speciale è solo uno: te. Hanno voluto darti questa possibilità e sapendo che fosse ancora un po’ presto per una gara individuarle hanno ritenuto più propenso farti iniziare con la squadra. Noi siamo felicissime di affrontare questo piccolo passo verso la rinascita al tuo fianco ma se non dovessi sentitela di andare avanti sappi che per noi non c’è nessun problema a ritirarci. - cosa dire....avevo delle amiche eccezionali. 
  • Ragazze io vi ringrazio veramente per queste parole e davvero... non saprei cosa fare se non ci foste voi ma di una cosa sono certa: non ho mai mollato e non intendo farlo adesso. Cioè... scapperei a gambe levate se solo vedessi una mezza porta aperta ma non voglio alzarmi una mattina e pentirmi della scelta fatta. Non vi posso garantire che saliremo sul podio questo è certo, forse sarebbe meglio dire che forse non posso garantire neanche il decimo, ma cercherò di fare del mio meglio.
  • Non ci interessa nulla della classifica Emma. A noi interessa solo che sei tornata. - tornata.... ero tornata???? Mmmh... forse la mia gemella imbranata lo era ma non io. 

Evitai di commentare la loro ultima affermazione e dopo essermi data una sistemata tornammo tutte insieme nel nostro angolino. Killian mi scrutava da lontano e lo potevo capire dal suo modo di osservermi che sapeva che avevo pianto. Non mi disse nulla però , sarebbe stato peggio, si limitò semplicemente ad avvicinarsi per poi  stringermi tra le sue braccia in attesa del mio prossimo turno che non tardò molto ad arrivare. 

Neanche mi ero seduta che già mi trovavo in aria adiacente alla pedana a scaldarmi perche ero la prossima . Le ginnaste prima di me erano state tutte molto brave: aggraziate, belle... grintose. Dovevo provare a dare il meglio di me. 

Ci provai, ve lo giuro, tentai di concentrarmi il più possibile per eseguire una trave quanto meno decente ma gli occhi di tutte quelle ginnaste puntati su di me e i commentini che sotto sotto facevano tra di loro  non mi fecero concentrare abbastanza e finii per concludere l’esercizio con un punteggio poco superiore alla sufficienza. In quell’esatto momento capii che gareggiare in quelle condizioni era stato un grosso errore e senza pensare ulteriormente a ciò che stavo facendo, corsi nello spogliatoio, presi le mie cose ed uscii alla velocità della luce dal palazzetto,

senza avvisare nessuno, andandomi a rifuggiare in un piccolo spiazzo verde situato proprio accanto al parcheggio.  Non so quanto tempo rimasi lì a piangermi addosso e a maledirmi per aver accettato un simile massacro, perché di questo si trattava: un massacro in piena regola, so solo che ad un certo punto mi sentii in dovere di comunicare almeno alle mie compagne la decisione presa. Conoscendole di sicuro mi stavano cercando in lungo e in largo. “Scusate ma non ce l’ho fatta...” mi limitai a dire ma sapevo che con loro non avevo bisogno di aggiungere altro, loro capivano la mia situazione e la rispettavano. Il problema più grande in quel momento era Regina, Harris naturalmente e le possibili conseguenze che avrebbe scaturito quel  mio gesto. Di sicuro mi avrebbero rimproverata, già riuscivo a sentire la voce di Regina delusa nelle orecchie, ma non mi importava più di tanto e sapete perché? Perché dentro di me sapevo che quella  era la decisione giusta. 

  • eccoti... Finalmente ti ho trovata! Sono quaranta minuti che ti cerco! - esclamó killian dissuadendomi dai miei pensieri.  - mi hai fatto preoccupare. - disse sedendosi accanto a me e stringendomi forte. - che è successo? Perché piangi? - non era forse evidente? Avevo fatto una pessima figura non potevo di certo ridere.... - puoi dirmi tutto lo sai! - in quel momento avrei fatto di tutto credetemi tranne che parlare e riportare a galla tutto quel dolore. Scossi la testa cercando di fargli capire che non era il momento, che non mi sentivo ancora pronta e lui capi al volo smettendo immediatamente di fare domande. Me ne fece solo un’altra in realtà:
  • Pronta a tornare dentro? - scossi la testa nuovamente e poi aggiunsi
  • Portami a casa. 

 

POV KILLIAN 

UN’attimo prima era in pedana a salutare la giuria nel post esecuzione e l’attimo dopo l’avevo già persa di vista. “Sarà in camerino” pensai, “forse è in bagno.... o a provare per le parallele” ma nessuna di queste mie opzioni corrispondeva alla realtà. Non mi allarmai subito non vedendola, ma quando le sue amiche vennero a chiedermi dove fosse, cosa che fece anche Regina qualche minuto dopo, capii che quella sua assenza non era affatto una coincidenza.... c’era dell’altro sotto. Mi misi a cercarla in lungo e in largo per tutto il palazzetto insieme alla squadra e a mia madre ma aimè senza risultato. Di Emma non vi era nessuna traccia. 

  • Giuro che la massacro al prossimo allenamento! - esclamò mia madre di punto in bianco agitata e frustrata per quella situazione - se crede di potersi permettere il lusso di fare ciò che vuole senza prima avvisare si sbaglia di grosso.
  • Mamma non sei affatto nella posizione giusta per poter parlare! 
  • Come scusa?!?! 
  • non sai perché si sia allontanata quindi non puoi giudicare. 
  • qualsiasi motivo sia è stupido! Sta affrontando una gara e deve rimanere a disposizione della squadra, non fare di testa sua.
  • Per te sono sempre motivi futili... 
  • Non è assolutamente cosi! - rispose secca e quasi infastidita.
  • A no? E dimmi: hai mai pensato che i motivi che si girano attorno a determinati gesti che tanto odi possano essere stati suscitati da qualche malessere interiore? 
  • Me ne avrebbe parlato in caso! La conosco bene.
  • E se quel malessere interiore glielo avessi scaturito tu con la storia di questa gara? - domandai.
  • Ma per piacere Killian non dire stronzate! Emma sogna di tornare in pista da sempre, non può essere questa la causa. Capisco che non se lo aspettava, che è stata presa alla sprovvista, ma dire che sono io l’artefice di un suo probabile malessere interiore mi sembra ridicolo. 
  • Sarà! - scrollai le spalle - vado fuori, continuo a cercarla, tu..... non lo so, fa quello che più ritieni giusto. - e senza darle modo di replicare, in quel momento mi interessava solamente Emma e accertarmi che stesse bene,  presi la direzione della porta e uscii dal palazzetto. Camminai senza rendermi conto di dove stessi andando, le mie gambe andavano da sole e presto la trovai: era seduta in un giardinetto prorpio accanto al parcheggio dove avevamo messo la macchina. Mi avvicinai piano per non spaventarla, era pensierosa e in lacrime, dopodiche con delicatezza mi annunciai. Le chiesi subito cosa fosse successo ma lei non rispose, non si sentiva pronta, ma una cosa era certa: centrava la ginnastica e quella stupidissima gara. Il fatto che non volesse tornare dentro a terminare la competizione ma che volesse tornare a casa sua la diceva lunga. 

Esaudii il suo desiderio e la riaccompagnai a casa ma prima scrissi un sms a mia madre.

 

“L’ho trovata! Adesso è con me ma stiamo andando via. Non vuole proseguire la gara e di certo non la costringerò a farlo. Fattene una ragione anche tu per favore  e come ti ho già detto in passato... lasciala in pace. Smettila di rimanere ancorata al passato e vivi il presente, chissá... magari tra le varie atlete di oggi ci sarà anche la tua futura Emma” 

 

Non mi rispose subito, credo che abbia dovuto digerire la notizia prima di farlo, ma non fu un male: in questo modo ebbi tutto il tempo di portare a casa Emma, coccolarmela un po’ e ritornare a casa in tutta pace prima di mettermi al telefono a litigare. Non ne avevo nessuna voglia in realtà, vedere il viso spento di Emma mi aveva rattristato parecchio, ma presto il mio cellulare annunciò l’arrivo di un sms e non potei non far a meno di rispondere. 

 

“Ti chiamo faccio prima” citavano le parole del messaggio e come promesso ecco la sua chiamata.

  • mamma....
  • Che accidenti é successo è?!?! Che le è preso? Abbandonare una gara cosi... in questo modo. 
  • Non lo so cosa sia successo, non me ne ha parlato. Era in lacrime e voleva tornare a casa sua, scusa se non ho pensato di estorcerle la verità. 
  • La tua ragazza piange, si dispera e a te non interessa il perché? - domandó  provocandomi. 
  • Non è che non mi interessa è solo che delle volte una persona vorrebbe i suoi spazi piuttosto che sbandierare tutto ai quattro venti. Sarà lei a venire da me, da te.... da chi vorrà insomma, quando si sentirà pronta. Detto questo però credo di avercela una mezza idea.... la gara. È questa gara che l’ha mandata nel pallone, il sapere che non fosse un semplice stage come invece si aspettava potrebbe essere un indizio.
  • È partita benissimo però! L’hai vista tu al corpo libero che gran bell’esibizione che ha fatto. 
  • Forse non le basta. Sai... Mi ha parlato prima di iniziare.... si sentiva nettamente inferiore alle altre ginnaste e questo non le dava pace. Forse aver sbagliato il volteggio ha portato nuovamente a galla questo senso di inferiorità, ha compromesso l’esecuzione alla trave e di conseguenza la sua decisione di ritirarsi. 
  • Dovrò farle una bella lavata di testa se  è così! I problemi si affrontano, non si scappa da essi. Credevo di averla istruita in questo! 
  • Tu non farai proprio nulla mamma, non fin quando non sarà lei a volertene parlare. Hai già fatto troppi danni credimi. 
  • Mah....
  • Stava imparando a convivere con la sua condanna, passo dopo passo, giorno dopo giorno, si stava ricostruendo la sua vita e tu con una stupida gara l’hai riportata indietro vanificando tutti i sacrifici fatti. 
  • Non è colpa mia! Era un suo desiderio poter tornare in pista, sei proprio ingenuo se non lo hai percepito.
  • Hai ragione, ha sempre voluto tornare in pista.... ma non così! - presi un respiro - ma tanto che te lo dico a fare... tu vedi solo il tuo. 
  • Non... - si interruppe - va beh lasciamo stare tanto ormai sei entrato in fissa con questa storia.
  • È la verità! Abbiamo opinioni differenti. 
  • Talmente differenti che prima o poi ti porteranno nuovamente lontano da me. - mi colpirono molto le sue parole, da quando la nostra piccola faida per Emma aveva avuto inizio, mai una volta aveva espresso la sua paura di perdermi a causa del nostro litigare. Sapere che aveva timore che questo potesse succedere mi fece sentire bene, voluto bene nonostante tutto e per me questo era importante.
  • Ognuno ha le sue opinioni e come tali vanno sempre rispettate. Tu forse molte volte dimentichi questa cosa a causa del tuo tanto amato lavoro ma da lì a dire che ci divideremo di nuovo ne passa di strada. Anche se non lo dimostro apertamente sono felice che sei di nuovo nella mia vita e non credo che ti farò uscire da essa tanto preso, neanche se continuerai a darmi sempre torto.
  • Davvero??? O mio Dio Killian queste sono le parole più belle che potessi dirmi. Potrei piangere dalla gioia.
  • No! Non farlo ti prego, è tutta oggi che vedo persone piangere, non mi servi anche tu. - ironizzai.
  • Ok va bene. - la sentii tirare un sospiro di sollievo - fammi sapere se Emma ti confida qualcosa ok? Anche un sms va bene. 
  • D’accordo! Buonanotte mamma.
  • Buonanotte. Ci vediamo tra un paio di giorni: vieni a casa da me giusto? 
  • Si sì, mi hai promesso la tua famosa lasagna per cena, come potrei mai mancare? - le lasagne di mia madre erano a dir poco eccezionali, come io sia vissuto in tutti quegli anni senza poter aver modo di assaporarle è un vero mistero. 
  • Sei sempre il solito! - la feci ridere - ci vediamo presto.

Credevo che saremmo finiti per litigare come sempre invece sbagliavo... quella frase mi aveva sciolto... completamente. Ma si sa la mamma è sempre la mamma per cui non poteva essere altrimenti.

Sollevato di essermi risparmiato la solita faida familiare mi andai a preparare per la notte, mandai un sms ad Emma per sapere se ci saremmo visti l’indomani e mentre attendevo una sua risposta, sdraiato comodamente nel mio letto  mi addormentai. Lessi la sua risposta solamente il mattino seguente e citava più o meno le seguenti parole.

 

“Amore vorrei tanto vederti ma non sono dell’umore. Rischierei di rovinare la giornata anche a te e non voglio. 

 

Inutile dire che la chiamai nell’immediato per cercare di tirarle su il morale ma purtroppo non riuscii a comunicare con lei prima delle 14:00. Era a scuola e da brava studentessa modello  aveva il cellulare staccato. 

Passai l’intero pomeriggio al telefono con lei una volta rintracciata a cercare di farla ridere e stare bene, non ci riuscii a pieno, era di pessimo umore, ma comunque riuscii almeno a farle dire di sì a vederci il pomeriggio seguente e già quello fu un traguardo. 

La invitai a casa di mia mamma il pomeriggio seguente intorno alle 15;30 ma prima che accettasse anche solo l’idea di raggiungermi li ne passò di tempo: per tutta la mattina, nonostante stesse a scuola, non fece altro che mandarmi sms chiedendomi se fossi serio o semplicemente se la stessi prendendo in giro.

 

“Scherzi vero????” Fu la sua prima reazione “ parli seriamente Killian? da tua madre????” Continuò senza darmi neanche il tempo di rispondere 

 

“Si perché??? Vengo quasi sempre io da te e se non ricordo male i tuoi oggi non lavorano quindi anche volendo non potrei venire.” 

 

“ non fraintendermi... sono sempre venuta a casa tua quando mi hai invitata ma qui stiamo parlando di casa di tua madre... Regina... la mia allenatrice.” - avevo capito fin da subito che fosse quello il suo problema principale. 

 

“ e allora???? Anche questa dopotutto è un po’ casa mia 😏! Eddai Emma, per una volta che ho casa libera fammi organizzare qualcosa di carino no? Ti prometto che mia madre neanche si accorgerà che sei stata qui da noi ok? Sei più tranquilla così? 

 

“Regina è in grado di capire qualsiasi cosa credimi. Non sottovalutarla....” - mi venne da ridere immaginando la faccia di Emma mentre digitava quel messaggio.

 

“Va via intorno alle 13:30 e mi ha detto di non prepararle nulla per cena perché  tornerà come minimo alle 21:30, ha una riunione in federazione e poi  lezione. A meno che non abbia inserito telecamere qua e là dubito che si accorgerà di qualcosa.... “

 

“ continuo ad essere molto titubante amore....”

 

“ paura delle telecamere è??😂😂” la presi in giro “ facciamo così: vieni a casa, pranziamo insieme, laviamo i piatti, per non insospettirla e poi andiamo a farci un giro. Ti pregoooo.... ti farò assaggiare per pranzo una cosa davvero speciale.” 

 

“Non hai intenzione di cedere è?!?! E va bene, verrò da te subito dopo scuola ma sappi che se Regina mi dirà qualcosa, se mi farà capire che sa, non so dove potrai andare a nasconderti.... uomo avvisato!”

 

sudai parecchio per farle dire quel sì ma poco importava, aveva accettato di vedermi e questa era l’unica cosa che in quel momento importava. Non la vedevo da due giorni, volevo passare del tempo di qualità con lei e visto che c’eravamo  perché no: avrei colto  l’occasione per farla sfogare e chiederle cosa fosse successo a quella famosa  gara. 

Aspettai che mia madre uscisse e solamente e dopo averla vista prendere il largo con la macchina, la spiai dalla finestra, iniziai ad apparecchiare la tavola per poter accogliere Emma nel migliore dei modi. 

Arrivò intorno alle 14:15 facendosi avanti per la stanza tutta titubante.  mi venne da ridere nel vederla così terrorizzata ma nonostante cercassi in ogni modo possibile di trattenermi, appena il mio sguardo incrociò i suoi occhioni verdi non riusciii a far altro che scoppiare in una grossa risata.

  • che ti ridi?!?! Idiota! - mi disse.
  • Sembri un ladro... ti muovi in silenzio e con discrezione. - dissi continuando a ridere.
  • Guarda che me ne vado! - mi minacciò. 
  • No no no no no! La smetto ok? Però devi ammettere che è divertente. 
  • Affatto.... ti ricordo che questa è casa della mia allenatrice.
  • E io ti ricordo che è anche casa del tuo fidanzato! Dimenticati di mia madre per un paio d’ore ok?  
  • La fai facile te! Mi ucciderebbe se sapesse una cosa del genere.
  • Perché scusa? Non posso invitare a pranzo la mia ragazza? Non devo mica chiederle il permesso. E poi spiegami: non hai paura che tuo padre ci becchi a farlo in casa sua ma hai paura che Regina venga a sapere che sei stata semplicemente a pranzo qui? 
  • Conosco alla perfezione gli orari di mio padre. - disse con convinzione 
  • E io quelli del boss che vive in questa casa. Tranquilla ok? Non ci hanno mai scoperto, non ci scopriranno neanche questa volta.
  • Beh... non è proprio del tutto vero.... mia mamma sa di noi e delle nostre “chiacchierate” a casa mentre loro non ci sono.
  • Cosa? Davvero? - rimasi spiazzato per qualche secondo a quella rivelazione. - nahhhh....non credo, non sarei ancora vivo in quel caso. - come minimo. 
  • Mamma lo sa, ne abbiamo parlato perché.... beh ricordi il tuo calzino misterioso che è scomparso nel nulla? Lo ha trovato mia madre tra i cuscini divano... 
  • ah! Perché non me lo hai detto? 
  • Perché non si è arrabbiata in fondo.... e ha deciso di graziarci e non dirlo a papà per questa volta. - prese un respiro - ecco perché ho paura Killian... se mia madre, che è sempre con la testa tra le nuvole, si è accorta di una cosa del genere, come pensi che non possa accorgersene Regina? A lei non sfugge nulla e conoscendola non ci metterebbe molto a chiamare i miei e raccontare loro che io frequento casa sua con te quando lei non è in casa. 
  • Tesoro è un semplice pranzo... - in teoria avevo in mente anche altro, ma se era terrorizzata anche solo per un m pranzo allora forse era meglio cambiare i piani. 
  • Tua madre potrebbe anche dedurre cose che non esistono però.
  • Shhhh... - la baciai - mia madre non dedurrà proprio nulla. Fidati di me. - le diedi un secondo bacio, questa volta leggermente più passionale del primo. 
  • D’accordo, spero solo tu abbia ragione. 

Una volta tranquillizzata un pochino le offrii un aperitivo, non alcolico, e nel mentre misi a scaldare il nostro pranzo.

  • che profumino.... cos’hai cucinato? 
  • Una prelibatezza di famiglia: lasagne.
  • Lasagne? Wow io amo le lasagne!!!! Forse non è stato un male venire fin qui. - rise sciogliendosi finalmente un poco. 
  • Davvero???? - annuì - Ne sono felice. Io anche amo molto questo piatto e queste che ti farò assaggiare oggi sono senza dubbio le mie preferite. 
  • Non vedo l’ora di assaggiarle allora! 
  • Inizia a metterti a tavola allora... arrivano subito. - mi allontanai giusto il tempo di andare a prendere la teglia dopodiche tornai da lei mostrandole quell’opera d’arte.
  • Wow... ha un aspetto davvero invitante... e che profumo.... - era in estasi. Ne tagliai una bella porzione e la misi nel suo piatto poi feci la stessa cosa per me. - o mio Dio !!!! - esclamò dopo essersi portata un boccone alla bocca. 
  • Cosa c’è? - domandai conoscendo glia la risposta: i suoi occhi parlavano soli.
  • Sono eccezionali! Le migliori che abbia mai assaggiato in tutta la mia vita. Killian sei un cuoco provetto... davvero! - ne prese un secondo boccone
  • Sono davvero felice che ti piacciano ma... beh... non sono opera mia. Non le ho fatte io. L’unico merito che ho è quello di non averle fatte bruciare.  - sorrisi.
  • Chiunque le abbia fatte è un genio! Sono deliziose.
  • Mia madre.... le ha fatte lei! - il suo sguardo cambio improvvisamente. 
  • Cosa??? 
  • Già... a quanto pare la mia cara mammina non sa solamente volteggiare. - risi sperando lei facesse lo stesso. 
  • Regina ha preparato le lasagne? - annuii - Killian perché non me lo hai detto subito! Non... non posso mangiarle! - cosa? Non... non poteva mangiarle? - le ha fatte per te! 
  • E allora??? 
  • Non pensi che capirebbe qualcosa se tornando a casa trovasse la teglia completamente vuota? Non sei un combattatore da cibo Killian, capirebbe che non le hai mangiate da solo. Io.... 
  • ehi frena un secondo! Magia tranquillamente ok? Mia madre non si meraviglierá di certo se troverà la teglia vuota. Non è la prima volta che succede..... al contrario di ciò che pensi sono seriamente in grado di mangiarle tutte da solo credimi e poi... nel caso remoto in cui non dovesse crederci potrei dirle o che le ho mangiate sia a pranzo che a cena o che, visto che sono uscito con te, ne ho approfittato per fartene assaggiare una porzione. 
  • Così mi farebbe fare un’ora e mezza di corsa per punizione... no grazie! - incredibile... mia madre aveva su di lei un potere allucinante. 
  • Vada per la scusa della cena allora. Ora mangia però o si fredderanno. 

Come da accordi una volta finito di pranzare lavammo i piatti e rimettemmo tutto in ordine onde destare sospetti ma al posto di andarci a fare una passeggiata, era questo che prevedeva il piano che le avevo esposto, riuscii a convincerla, non chiedetemi come, a farla sedere sul divano a chiacchierare un po’. Parlammo un po’ di tutto: della scuola e del mio lavoro in primis, poi lei mi chiese della scherma, dei miei ultimi allenamenti, così ne approfittai per indagare un pochino su quanto successo a lei pochi giorni prima.

 

  • gli allenamenti procedono bene, il mio allenatore ha detto che sono tornato quello di un tempo. Non mi aspettavo che sarebbe successo eppure a quanto pare è vero il detto “c’è una seconda opportunità per tutti”. - dissi quell’ultima frase di proposito e come immaginavo lei abboccò.
  • Quasi per tutti.... 
  • non dire così, vedrai che....
  • No! Non vedrò proprio nulla... ho avuto una seconda occasione e l’ho sprecata. - senza dire nulla ero già arrivato dove volevo arrivare.
  • Non ti seguo - feci finta di non capire.
  • L’altro giorno è stata la mia seconda occasione e io come un’idiota ho buttato tutto all’aria. 
  • Perché ti sei ritirata? - chiesi
  • No! Perché ho fatto schifo dovrebbe essere la domanda. Ritirarmi è stata l’unica cosa sensata che potevo fare per non essere umiliata in pubblico da tutti i presenti. 
  • Non dire così, nessuno ti avrebbe umiliato amore mio.... tutti sanno di che stoffa sei fatta, nessuno si permetterebbe di giudicarti. - ero convinto delle mie parole, non era un modo per rallegrarla il mio.
  • A no? Dillo a quelle tre sciacquette che ho sentito chiacchierare.... 
  • Hai... hai sentito qualcuno parlare male di te? - con quelle parole catturò completamente la mia attenzione. Chi accidenti si era permesso di parlare male della mia donna? 
  • Parlare male???? Asfaltare è il termine esatto Killian... mi hanno detto di tutto e di più ma il succo della situazione era sempre lo stesso: sono una nullità come ginnasta e stanno tutti aspettando le selezioni della nazionale per farmi fuori. Io lo so già da me che sono fuori e che tra tre anni non gareggerò con la squadra nazionale ma ascoltare la gente godere di questa cosa proprio..... 
  • perché non me lo hai detto amore??? - non so cosa mi trattenne dall’andare da mia madre e farmi dare il numero del responsabile della competizione. Come minimo  avrei trovato a suon di telefonate le ragazze in questione e le avrei fatte pentire del loro infantile comportamento a suon di insulti. 
  • Avevo l’esibizione al volteggio poco dopo e tirare fuori quanto provato non avrebbe fatto bene alla mia esibizione. Lo so.... ho fatto schifo ugualmente ma fidati che sarebbe stato peggio.
  • Ora inizio a capire come mai dopo la meravigliosa esibizione del corpo libero sei improvvisamente cambiata... 
  • non ho avuto più io controllo di me stessa e.... e.... - pianse ancora una volta. Corsi immediatamente ad abbracciarla e la tenni stretta me fin quando non la vidi calmarsi un pochino. 
  • Devi ignorare ciò che dicono gli altri Amore, non devi mai farti buttare giù... non devi dare loro soddisfazione. Le persone sono cattive, sopratutto in questo campo e pur di ottenere qualcosa, in questo caso un posto in squadra, sarebbero disposti ad infangare i loro stessi familiari. Fatti scivolare tutto addosso o se non ci riesci trasforma la tua sofferenza in forza e fai vedere loro di che pasta sei fatta. Ti hanno trovata sottotono una volta, la prossima volta non...
  • Non ci sarà una prossima volta Killian! - esclamò decisa senza neanche farmi terminare la frase.
  • Cosa?? Perché no??? - mi guardò sorpresa, non si aspettava di certo che io le dessi il via libera per una prossima gara... sapeva bene come la pensavo al riguardo.
  • Perché no! Non voglio più rivivere quello che ho vissuto quel giorno e sono sicura che questo accadrà ancora e ancora se solo tentassi. Mi sono sentita un vero schifo Killian e non voglio mai più sentirmi così. - feci per commentare ma mi anticipò - hai ottenuto ciò che volevi in fondo, dovresti esserne felice. Da oggi in poi non dovrai più preoccuparti per me.
  • No... non era affatto questo quello che volevo e mi dispiace che la pensi così sai? 
  • Ma come... Non eri tu quello che non voleva vedermi gareggiare? - domandó 
  • Si e no. È un discorso molto più complesso di così ma visto che stiamo affrontando l’argomento forse è meglio essere sinceri in tutto e per tutto. - presi un respiro... a quanto pare era finalmente il momento della verità. Tante volte in quell’ultimo anno avevo desiderato dirle ciò che seriamente pensavo ma non vi è mai stata la giusta occasione, avevo sempre il timore che fraintendesse e accelerasse le tappe. Neanche quel momento era quello più appropriato ad essere onesti, aveva appena dichiarato la sua sconfitta, ma forse le parole che stavo per dirle avrebbero potuto farle rivalutare il suo pensiero. - devo dirti una cosa importante e vorrei che mi ascoltassi in silenzio senza interrompermi. - annui anche se un po’ sorpresa - è da tempo che desideravo parlarti di questa cosa ma non l’ho mai fatto perché stavo aspettando ulteriori conferme. È una cosa che non sa neanche mia madre quindi ti prego non vederlo come un complotto contro di te o cose di questo tipo. Come ben sai io e Regina siamo stati sempre i due opposti nel prendere decisioni che riguardassero la tua salute e non mi pento minimamente di tutto ciò che ho fatto fino ad oggi ma devi sapere che dietro tutto questo mio accanimento nel non volerti vedere gareggiare c’è una spiegazione logica. Io non sono affatto contrario al fatto che tu un giorno possa tornare in pista ma prima di farlo ritengo che tu debba superare, sul piano medico, determinate situazioni che ad oggi non sono ancora state del tutto sistemate. Ho preso a cuore il tuo caso fin da subito  e non solo perché sei la mia donna ma anche perche condividiamo la passione dello sort e sappiamo entrambi cosa vuol dire la parola sconfitta. Ci sto girando intorno lo so ma non vorrei mai che tu mi fraintendessi.... te lo giuro Emma non ti sto per dire questa cosa solo per rallegrarti la giornata o darti un contentino. Voglio dirti quello che penso davvero per due motivi. Il primo, il più futile, è perché spero tu possa cambiare idea e il secondo è perché non manca poi molto al referto definitivo. - mi presi qualche secondo - vedi... Tutti i controlli che periodicamente fai da un anno ormai non sono obbligatori, non fanno parte del protocollo post operatorio.... a livello medico generale sei guarita perfettamente ma ho voluto comunque sottoporti a tutti i tipi di controlli possibili perché ho notato che reggi bene gli allenamenti, non hai quasi mai dolori e il chiodo non ti da nessun fastidio. Ho studiato le tue radiografie e risonanze giorno e notte, mi sono messo in contatto con specialisti provenienti da ogni parte del mondo e tutti concordano con me. 
  • Scusa se ti interrompo, so di  aver promesso di non farlo, ma mi stai facendo venire l’ansia.
  • Hai ragione scusa.... vado al dunque... in poche parole le mie teorie sono state confermate per cui ad oggi posso dirti che se continuerai di questo passo e di tanto in tanto continuerai le sedute di fisioterapia non c’è motivo per cui tra tre o quattro anni tu non possa tornare in pista ai livelli di un tempo. Certo non potrai allenarti 8 ore al giorno, dovrai limitate il lavoro a tre giorni al massimo ma potrai nuovamente tentare una scalata verso il successo.  - rimase a guardarmi in maniera del tutto indecifrabile e non riuscii a capire se fosse un bene o un male. - mia madre mi ha parlato spesso di atleti tornati in pista dopo infortuni gravi ma essendo casi rari non ho mai espresso apertamente il mio pensiero al riguardo per paura che potesse essere frainteso. Ha sorclassato la mia autorità da medico  già quando le avevo detto che non fossi pronta, pensa cosa si sarebbe inventata sapendo una cosa simile. 
  • Killian....
  • Il vero motivo per cui non ho mai voluto che  gareggiassi è solo perché ancora non sei fisicamente pronta ad affrontare tutto questo  ma tra qualche anno con un allenamento giusto e i dovuti controlli...
  • No.... non voglio più sottopormi a controlli medici ne tantomeno prendere parte ad alcun tipo di gara. La ginnastica è un capitolo chiuso ormai è voglio che voi tutti impariate a rispettare questa mia decisione. 
  • Mah... Emma....
  • Avrei dovuto accettare la cosa fin da subito e non accanirmi contro il mondo intero per avere a tutti i costi una seconda possibilità. Rialzarsi non...
  • Rialzarsi è possibile credimi - l’anticipai - solo che ci vogliono i tempi giusti. 
  • Rialzarsi non mi garantirà il futuro che mi ero prefissata... forse mi ci farà avvicinare, forse no... forse con un pizzico di fortuna potrei sul serio portare a casa il mio obiettivo  mah.... sono solo supposizioni... la verità è che non si sa come andrà e io non voglio più illudermi e sperare per poi vedere qualcun’altro prendersi ciò che è mio. 
  • Stai sbagliando... stai sbagliando seriamente. Un domani guardandoti indietro potresti pentirti di non aver neanche tentato. 
  • Lo so, ma sarò consapevole di aver preso questa decisione per salvaguardare la mia salute mentale. Mi conosco bene e so cosa succederebbe se una volta tornata vicino al traguardo finale dovessi “scivolare” ancora. Non mi riprenderei più, quindi tanto vale soffrire un po’ adesso piuttosto che perdere completamente il lume della ragione domani.  
  • Stai sbagliando... 
  • Possibile.... ma non ci riesco a guardare avanti ora quindi preferisco interrompere qui. Forse se l’altro giorno non avessi gareggiato ora, per questa tua notizia,  avrei esultato come una bambina la mattina di Natale ma dopo quello che è successo....
  • Lo sapevo che avrei dovuto oppormi... - dissi pentito di non averlo fatto.
  • No.... sarebbe stato peggio. Ti avrei incolpato per avermi tarpato le ali e avremmo finito per litigare. Se c’è una cosa a cui tengo oltre alla ginnastica sei tu e credimi se ti dico che non riuscirei a guardare nuovamente avanti se tu non fossi al mio fianco. - avrei voluto baciarla all’istante ma mi trattenni. Non era ancora il momento. 
  • Quindi... non sei arrabbiata con me per averti taciuto questa cosa... - avevo paura che lo fosse
  • No, affatto.... so perché lo hai fatto e lo apprezzo ma se devo essere totalmente sincera, ad oggi e dopo la mia confessione di rinunciare, avrei preferito non saperlo. - bene... molto bene... se preferiva non saperle significava che la cosa, nonostante dicesse il contrario, l’aveva scossa  ergo c’era ancora una speranza. 
  • Lo so ma non potevo farti mollare senza prima averti messo al corrente che una possibilità di riscattarsi c’è ancora. - annui comprensiva.
  • Basta parlare di questo peró, ok? Già sarà difficile dover comunicare tutto a Regina... evitiamo di parlarne ancora ti va? 
  • D’accordo ma solo se mi permetterai  di starti accanto. So che non sarà facile e vorrei esserci.
  • Tu ci sei sempre amore mio! - fu lei a baciarmi per prima. - argomento chiuso quindi? 
  • Per oggi si!  - sorrise dopodiche  tornammo a baciarci comodamente abbracciati sul divano. - toglimi una curiosità- domandai una ventina di minuti dopo, dopo  aver assistito ad una assurda scena: il suo cellulare aveva iniziato a squillare interrompendoci  e lei dopo aver letto furtivamente chi fosse aveva chiuso la chiamata senza neanche rispondere per poi tornare ad impossessarsi delle mie labbra. Per un primo momento non avevo detto nulla ma poi non riuscendo più a pensare ad altro dovetti chiederglielo o sarei impazzito. - da quanto conosci il tuo amico.... com’è che si chiama??? Marco?!?!  - era lui che l’aveva chiamata e la cosa non mi piaceva affatto. Chi si credeva di essere per chiamare la mia ragazza e sopratutto: cosa voleva da lei?
  • Parli di mark? 
  • Marco, mark quello lì insomma..... vi conoscete da tanto? Sembrate essere molto amici... - constatai visto che l’aveva chiamata a mio avviso senza nessun motivo.
  • Da sei anni ormai, è il mio fisioterapista da quando avevo 11 anni. 
  • Era il tuo fisioterapista.... - sottolineai 
  • Già! - sorrise - ora io mio fisioterapista è decisamente più carino. - mi diede un ulteriore bacio. 
  • Ruffiana...  - rise
  • Comunque si siamo amici, ero piccina e spaventata quando sono entrata in nazionale e lui è stato il primo con cui ho fatto amicizia. Mi ha protetta dalle “ginnaste grandi” come le chiamavo io e mi tranquillizzava ogni volta che piangevo per via di Regina e i suoi rimproveri. È stata una figura molto importante per me e ancora oggi gli voglio un gran bene. 
  • Ah si è?!?! Gli vuoi bene....
  • Sento una certa gelosia nell’aria - disse in maniera sarcastica prendendomi in giro. 
  • Non dovrei??? - scosse la testa - no dici? Davvero??? Anche se so che ti piacciono i tipi più grandi? 
  • Lui è un po’ troppo grande però. 
  • Beh... ha solo quattro anni più di me mi pare no??  Non mi sembra così vecchio.
  • 25 anni sono tanti per me Killian fidati. Comunque credimi: è solo un amico... più di un amico in realtà... diciamo che lo considero un po’ come un fratello maggiore quindi... 
  • E perché ti ha chiamato? Lo fa spesso???? 
  • Ci sentivamo tutti i giorni prima dell’incidente poi invece proprio a causa di questo non ci siamo sentiti per un anno intero. ci siamo rivisti due giorni fa alla gara. 
  • E ha ripreso a chiamarti tutti i giorni immagino... 
  • immagini???? - mi prese in giro.
  • Ok... Ho visto la chiamata di prima. - confessai. la vidi scuotere la testa rassegnata e divertita allo stesso tempo. - perché non gli hai risposto? - continuai.
  • Non per quello che pensi tu! Non ho nulla da nascondere scemo solo che ero troppo coinvolta a sbaciucchiarmi il mio ragazzo per perdere tempo al telefono. So già cosa vuole tanto: vuole sapere come sto e perché sono andata via in quel modo. 
  • Solo questo??? Quel giorno alla gara non ha fatto altro che fissarti! Non so cosa mi abbia trattenuto dal non prenderlo a calci nel sedere.
  • Non guardava solo me.... guardava noi. - mi sorprese quella risposta. - sei il mio primo fidanzato e lui è molto protettivo... si preoccupa per me. Vuole essere sicuro che tu non mi faccia soffrire.
  • Poverino.... tze. Digli a quel babbeo che può dormire su sette cuscini. Sono una persona con la testa sulle spalle io. 
  • Ok senti sono curiosa! Va bene la gelosia ma tu non lo sopporti anche per altro vero???
  • È troppo lunga la questione. 
  • Ho tutto il tempo del mondo per ascoltarla. 
  • Preferirei impiegare quel tempo per fare altro.... capiscimi al volo - la guardai malizioso facendola arrossire immediatamente. Adoravo avere ancora quell’effetto su di lei.
  • Qui?? Vuoi farlo qui?? A casa di tua madre? - disse scandalizzata - No amore, non se ne parla! 
  • Ma daiiiii....
  • No! Non farò quello che pensi in casa della mia allenatrice. Scordatelo proprio. 
  • Allora non saprai nulla di come conosco mark e del perché, oltre al fatto che ti sbava dietro, lo odio. 
  • A parte che non mi sbava dietro, questo è un ricatto bello e buono! Non è giusto. - fece quella faccina imbronciata che tanto adoro. 
  • In una relazione che si rispetti ci si deve  sempre venire in contro: io do una cosa a te, in questo caso ti svelerò questo piccolo segreto, e tu dai una cosa a me... e sai già cosa. - ammiccò.
  • Ok facciamo così ma con una differenza: non ti darò quello che pensi. - rise facendomi capire se che con molta probabilità sarei rimasto a bocca asciutta. 
  • mah.... - mi zitti con un bacio degno di chiamarsi tale per poi liberarmi le labbra e torturami a suon di baci sul collo... il mio punto debole. 
  • Allora???? Vuoi iniziare? - avrei dovuto resistere viste le sue intenzioni di non volermi accontentare ma come potevo dirle di no con quella dolce tortura? Senza neanche rendermene conto mi ritrovai a raccontarle tutto.
  • È successo tutto tre anni fa, era il mio primo anno da tirocinante e in quanto nuovo del mestiere venni affiancato da uno dei medici del posto. Tra tanti mi capitò  mark che ai tempi si era appena laureato e aveva ricevuto solo da qualche mese il suo primo incarico da medico ufficiale. - facendo due calcoli era diventato il fisioterapista della mia Emma ancor prima di laurearsi.... un po’ come me insomma. - ci misero in coppia insieme perché secondo il capo lui essendo l’ultimo arrivato avrebbe saputo accogliermi e indirizzarmi meglio di chiunque altro. 
  • Perché eravate entrambi molto giovani suppongo.
  • Esatto e poi perché lui fino all’anno prima era stato un tirocinante come me e di conseguenza credeva che ricordasse ancora cosa significasse essere solamente uno studente. 
  • Dal tuo modo di parlare deduco che non sia stato così....
  • Esattamente. Agli inizi andavamo anche d’accordo devo essere onesto, nei momenti di buco ci ritrovavamo a chiacchierare delle nostre vite o a studiare, io per qualche esame ancora da matricola e lui per la specialistica, voleva entrare nella medicina sportiva. Tutto procedeva nel migliore dei modi ma un giorno le nostre strade si inclinarono in maniera irreparabile. Ci venne assegnato un caso a cui avremmo dovuto lavorare solamente noi due  e dopo un’accurata visita del paziente  ci rendemmo conto di avere tra le mani un caso tutt’altro che semplice. Scartammo le patologie più comuni e quelle che di sicuro non erano riscontrabili con i sintomi e arrivammo a ridurre il tutto a due ipotesi: la mia contro la sua. Le discutemmo a lungo dopodiche stufo di rispondermi il caro Mark decise di asfaltarmi e di fare di testa sua curando la paziente con quella che poi si rivelò la cura sbagliata. 
  • no... non ci credo! Seriamente???? - disse restando a bocca aperta 
  • Purtroppo è andata così. Ricordo ancora le esatte parole con cui mi liquidò: “Non è perché sei entrato a fare il tirocinio prima del tempo significa che sei un genio... stai al tuo posto è osserva come si lavora davvero”. Questo mi disse...
  • E poi??? Quando si è reso conto di aver sbagliato? 
  • Oh semplice.... ha curato la paziente con la mia teoria ed è brillantemente guarita. 
  • E perché allora hai tutto questo astio con lui? Alla fine hai dimostrato di aver ragione no? 
  • Beh.... non è esattamente così! Lui ha capito  per certo di aver sbagliato la diagnosi ma quando poi alla chiusura della cartella clinica siamo andati dal primario il caro mark si è fatto grande prendendosi tutti i meriti. Ha detto al nostro superiore che la diagnosi sbagliata è stata un’idea di entrambi mentre quella corretta è stata tutta farina del suo sacco. Capisci ora perché c’è l’ho con lui oltre al fatto che non sopporto come ti guarda? 
  • E tu non hai detto nulla??? Non hai fatto valere la tua parola?
  • Ma quale parola Emma... tu pensi a chi avrebbe creduto il primario? A un tirocinante appena arrivato o a un dipendente della sua stessa struttura? Ho fatto buon viso e basta, mi sono beccato un sermone sul valutare bene i sintomi prima di sparare diagnosi a caso e me ne sono andato. Fortunatamente quella fu la prima e ultima volta che lavorai con lui. - la vidi completamente scioccata a quella rivelazione, a quanto pare non aveva idea di che testa di cavolo era il suo amico.
  • Non posso crederci che lo abbia fatto  ti giuro.... ma che idiota! - esclamò arrabbiata. - sarebbe da prenderlo a schiaffi quel babbeo. Ma come si è permesso???? A ma mi sente è..... sicuro che mi sente. Come accidenti si è permesso di... 
  • Emh... Emma... Che sia un idiota concordo con te ma evitiamo ok? È acqua passata ormai, siamo andati entrambi avanti e non voglio che la mia donna venga coinvolta. 
  • Ma Killian...
  • No! Sono geloso è vero, odio il modo in cui ti guarda e tutto quello che vuoi tu ma fino a poco fa era un amico per te e non voglio che il vostro rapporto si inclini a causa di questa storia. 
  • Non sono d’accordo! 
  •  Non te ne volevo parlare proprio per questo... non volevo influenzarti con le mie esperienze passate.  
  • Ma ti ha trattato da schifo! - insistette.
  • Lo so ma non mi importa più ormai: ho mantenuto il posto di lavoro anche dopo il tirocinio, sto per iniziare la specializzazione e ho la donna per cui lui stravede. Mi sono preso la mia rivincita e credimi che per me é più che sufficiente. - sorrisi per tranquillizzarla - Basta parlare di questo adesso, io ho mantenuto la parola... adesso tocca a te rispettare gli accordi. 
  • Te l’ho già detto... non otterrai quello che pensi. Scordatelo proprio. - disse convinta e divertita alla stresso tempo per la tortura che sapeva di starmi infliggendo.
  • Sei una guastafeste lo sai vero? per una volta che abbiamo casa libera.... - mi imbronciai. 
  • Ma quanto sei bello quando fai così è? - disse per poi avvicinarsi famelica e baciarmi. 
  • Ti piace vedermi imbronciato? - alzai un sopracciglio a quella sua reazione. 
  • Da morire.... - mi baciò di nuovo e senza mai staccare le labbra da me si mise comoda andandosi a sedere sulle mie ginocchia. Non mi lamentai affatto, anzi... mi piacque molto quella sua intraprendenza e stringendola ancora più saldamente tra le mie braccia andai ad approfondire il bació in maniera decisamente più seria e passionale. 

Mi lasciai  travolgere completamente dalle sue dolci attenzioni ma  presto come facilmente prevedibile la situazione si fece più calda e istintivamente tentai un approccio più diretto. Mentre le baciavo il collo insinuai le mani sotto la camicetta della sua divisa scolastica  e iniziai a vagare, solleticandola con i polpastrelli, su tutta la sua schiena per poi passare sul ventre e risalire fino verso il suo seno. In un barlume di lucidità temetti per la mia stessa vita, conoscendola avrebbe potuto schiaffeggiarmi da un momento all’altro ma non lo fece.... anzi. Sembrarono piacerle quelle attenzioni. Tornai quindi a perdermi nei meandri del piacere convinto di averla finalmente convita ma quando le mie mani tornarono a vagare lungo il suo corpo per poi fermarsi sull’orlo di quella gonna da capogiro eccola tornare sui suoi passi.

  • no Killian... non qui.... - mi ripetè per l’ennesima volta bloccandomi la mano e portandola sul suo petto per farmi ascoltare il battito del suo cuore - lo vorrei anche io credimi, non sai quando, ma non sto tranquilla. 
  • Non verrà credimi... 
  • Non puoi saperlo però. - ci rimasi un po’ male per quel suo ennesimo rifiuto, sopratutto dopo avermi i fatto sperare, ma non potevo di certo continuar ad insistere oltre. Se non voleva non voleva.... punto. Non potevo farci nulla. La feci scendere delicatamente dalle mie ginocchia dopodiche mi alzai per prendere un bicchiere d’acqua per placare i bollenti spiriti e quando tornai in salotto andai a sedermi all’altro capo del divano, volutamente lontano da lei. Rimase a fissarmi pensierosa per qualche minuto ma non disse nulla, intervenne solamente quando iniziai a far zapping alla tv alla ricerca di qualcosa da guardare.
  • Non... non te la sarai presa vero??? - mi disse con tono leggermente preoccupato - amore.... 
  • no no ma che presa, figurati. Se non vuoi non vuoi. Adesso troviamo qualcosa di bello da vedere, un film o qualcosa e ce lo vediamo insieme. Tranquilla... - sapeva che non amavo molto vedere film quando ero in sua compagnia, ogni volta che ci avevamo provato avevano finito per fare altro, ma non commentò, si limitò semplicemente ad annuire. 

Dopo un’accurata ricerca trovammo finalmente un film carino da guardare,  ve lo giuro, provai seriamente a concentrarmi ma ogni cinque o sei minuti involontariamente mi ritrovavo a sbuffare: averla li, a pochi metri di distanza  da me, non rendeva la cosa facile. Lei notò subito il mio malessere interiore e se in un primo momento non disse nulla, mi lasciò fare, dopo il mio sesto sbuffare eccola avvicinarsi, rubarmi il telecomando e spegnere la tv.

  • Emma ma....
  • Ho capito ho capito.... hai vinto ok???? Facciamo a modo tuo! - mi disse posizionandosi a cavalcioni su di me.
  • Co... cosa... - mi ritrovai a dire come un perfetto idiota, non mi aspettavo affatto una cosa del genere.
  • Non vuoi più farlo? - disse maliziosamente provocandomi. - ma come mi sembrava di aver capito che...
  • ...s... si.... mah... sei.... sei sicura??? - annuì. Stavo forse sognando? 
  • Basta che però mi prometti che possiamo stare seriamente tranquilli. - a quelle parole mi ripresi immediatamente, lo voleva anche lei. l’afferrai al meglio con entrambe le braccia e in un solo colpo invertii le posizioni facendola sdraiare sul divano e posizionarmi sopra di lei.
  • Più che tranquilli amore mio, fidati di me. Non ci disturberà nessuno. -detto questo tornai a baciarla. 

Restammo accoccolati su quel divano a regalarci piacere abbastanza a lungo poi, quando le cose si fecero più serie, eccola tornare a preoccuparsi.

  • non... non possiamo andare da un’altra parte? Qui sul divano non... non mi sento a mio agio ecco... - confessò sinceramente leggermente rossa in viso.
  • Seriamente? - mi venne da sorridere - Ma come... se  a casa tua il divano ha visto diversi Round mi sembra...
  • Casa mia è casa mia ma qui... uff lo sai. - si guardó attorno - ma non ce l’hai una camera? - domandò sempre più  imbarazzata. Non erano da lei questo genere di discorsi. 
  • Negativo amore.... purtroppo dormo su un divano letto quando sono qui. Almeno per il momento. Mamma sta riorganizzando la stanza degli ospiti, adibita a magazzino momentaneamente, per crearmi un piccolo giaciglio. Tranquilla però... se il divano non ti aiuta a rilassarti ho già in mente una soluzione... vieni, seguimi. - la presi per mano e senza dirle altro la condussi in un posto decisamente più adatto al  genere di attività che stavamo per continuare. - qui va meglio no? - le dissi una volta raggiunta la stanza in questione ovvero la camera da letto di mia madre. 
  • Questa è.... Killian questa è.... 
  • una camera da letto amore - feci dell’ironia 
  • Intendevo dire.... - annuii senza farle finire la frase: sapevo già cosa volesse chiedermi e non aveva alcun senso mentirle - ah....
  • Si mah.... possiamo tranquillamente...
  • no no no no no! - la vidi scuotere la testa energicamente subito dopo aver sgranato gli occhi per una manciata di secondi - Scordatelo! Scordatelo prorpio ok? Scordat.... - la baciai interrompendo quel fiume in piena. Le si era incantato il disco. 
  • Ho pensato già a tutto tesoro mio non preoccuparti. Cambiamo le lenzuola prima di andare via e rifacciamo il letto ok? 
  • Parli seriamente? - mi domandò con sguardo corrugato - pensi davvero  che in questo modo non se ne accorga? 
  • Perché dovrebbe? 
  • Avete forse una donna delle pulizie che al momento mi sfugge?
  • No....
  • E allora come pensi possa non accorgersene se questa mattina ha rifatto il letto con queste lenzuola e stasera le troverà diverse? - prese un respiro - mi dispiace amore ma non...
  • Le cambiamo subito allora! 
  • Kill....
  • Aspetta...Ascoltami prima! Le cambiamo ora e prima che vai via risistemiamo queste. È perfetto come piano non credi? 
  • Ma è camera di tua madre!!!! Della mia allenatrice Killian? Posso mai fare l’amore con il mio fidanzato nel suo letto secondo te? 
  • Si! se sei fidanzata con il figlio della tua allenatrice certo che sì! Avanti lasciati andare un pochino... divano o letto cosa cambia in fondo?!? Anzi... ad essere onesti mamma passa più tempo sul divano che qui quindi... - la vedevo ancora titubante. - proviamoci almeno ok? Dammi l’opportunità di provare a farti rilassare un po’, poi... nel caso non dovessi riuscirci e vuoi interrompere la cosa basterà dirmelo. 
  • Io....
  • Resterà il nostro piccolo segreto, non rinunciare solo perché hai un po’ di soggezione. - la vidi pensarci seriamente su
  • Non lo so... - disse continuando a non essere convinta. 
  • non ti riconosco sai??? Se fossimo stati a casa tua non ti saresti minimamente fatta tutti questi problemi. In neanche una settimana abbiamo perlustrato quasi mezza casa e ora ti preoccupi per una semplice camera da letto? 
  • È diverso.... - sospirai 
  • D’accordo... ok.... Se non vuoi non ti costringerò di certo, ci mancherebbe altro ma è un peccato non sfruttare questa opportunità... - mi avvicinai alla porta pronto ad uscire dalla stanza e  raggiungere nuovamente il divano, totalmente  convinto che non ci sarebbe stato un seguito a quel nostro discorso iniziato poco prima,  quando improvvisamente eccola spiazzarmi con una semplice frase. 
  • Ok... ma prima cambiamo le lenzuola, non si discute su questo! 
  • Cosa???
  • Ho detto cambiamo le lenzuola! 
  • Vuoi.... vuoi...
  • Si ma smetti di balbettare e aiutami ok? 
  • Si sì.. assolutamente amore - iniziai a saltellare dalla felicità per correre a togliere le coperte e prendere quelle nuove.
  • Sembri scemo! - mi disse ridendo per quella mia performance salterina - comunque a parete gli scherzi ... se in qualsiasi momento dovessi avere qualche ripensamento  tu...

Tornai serio: - hai la mia parola! 

Non ricordo neanche il momento in cui ci trasformammo in perfetti casalinghi cambiando le lenzuola e sistemando le vecchie in un angolo, quello che ricordo con precisione è che passato il primo momento di incertezza ci ritrovammo a fare l’amore come eravamo soliti fare, liberi, senza paure o pensieri di alcun genere. Esistevano solo noi, il resto non aveva più importanza. Ricordo che per fare il romantico e rendere l’atmosfera più rilassante  misi della musica di sottofondo  ma aimè si rivelò un vero errore che per poco non mi costò caro. A causa della musica purtroppo non sentimmo la porta di casa aprirsi e di conseguenza non ci accorgemmo di non essere più soli. 

 

POV REGINA.

Avevo iniziato quella mattinata con la consapevolezza di quello che mi sarebbe aspettato quel pomeriggio: sette ore di lungo lavoro in federazione, riunione con il capo e come se non fosse abbastanza avevo anche un allenamento extra dell’ultimo momento gentilmente concesso da un mio collega che per motivi a me sconosciuti era stato costretto ad assentarsi. Fantasticavo già prima di uscire da casa al momento in cui sarei rincasata e sarei andata a buttarmi stremata sotto le coperte ma fortunatamente per me il lavoro si rivelò più semplice del previsto tanto che alle cinque e mezza del pomeriggio ero già libera. La riunione era stata un successone, veloce e indolore e il lavoro fu dimezzato in quanto mezza squadra a causa dell’influenza era stata messa ko. Restava solamente l’allenamento serale in cui avrei dovuto sostituire il mio collega ma anche lì fui fortunata in quanto il diretto interessato all’incirca una ventina di minuti dopo essere uscita dall’ufficio mi chiamo sollevandomi dall’incarico dicendomi di essersi liberato. 

Quella doveva essere senza ombra di dubbio la mia giornata fortunata: non solo avrei potuto godere del restante pomeriggio andando a fare un giro per i negozi e camminare qua e là, ma cosa più importante avrei potuto cenare con mio figlio, cosa che accadeva raramente purtroppo. Lo chiamai per informarlo della cosa dicendogli di aspettarmi per cena ma non mi rispose, il suo cellulare squillava a vuoto. Strano... di solito stava sempre incollato al telefono a chattare con Emma. “Forse starà studiando” mi ritrovai a pensare così, visto che anche le due chiamate successive ebbero lo stesso esito, decisi di andare a fare semplicemente la spesa, per comprare le cose che più gli piacevano per preparargli una deliziosa cenetta e tornai a casa. 

La prima cosa che notai quando entrai fu la cucina disastrata: aveva buttato nel lavello piatti, pentole, bicchieri e chi più ne ha ne metta senza sciacquarli o quantomeno metterli in lavastoviglie. A terra il pavimento era ancora coperto di briciole e come se non bastasse la Tv del salotto era accesa nonostante non ci fosse nessuno a guardarla. Tale e quale al padre in questo... tale e quale. Sapeva bene che in questa casa vi erano regole diverse ma a quanto pare senza il gatto in giro a controllarlo, che sarei io, il topino aveva deciso di fare festa. Lo chiamai per comunicargli di essere rientrata ma non mi rispose... non mi aveva sentito. Come poteva dopotutto... oltre alla televisione, che spensi io, aveva anche lo stereo della mia camera acceso. Accendeva la musica solo quando studiava o era malinconico e visto che non vi erano libri sparsi in cucina o nel salottino, non gli piaceva studiare nel mio studio, di sicuro il motivo di quella musica doveva essere il secondo. Senza esitazioni lo raggiungi in camera per capire se fosse tutto ok, immaginavo che avesse potuto battibeccare con Emma, ma non appena aprii la porta, che era socchiusa, e misi piede in stanza per poco non mi venne un infarto.  Ma quale malinconia e malinconica... quel disgraziato stava più che bene. Si stava godendo la vita facendo zozzerie con la sua fidanzata. Li colsi proprio in fragrante e nel pieno del loro amplesso, fortunatamente per me erano coperti dalle lenzuola, ma la cosa peggiore è che nonostante fossi entrata in camera loro non si accorsero minimamente della mia presenza e continuatori imperterriti come se nulla fosse. 

La cosa più giusta da fare in quel momento sarebbe stata uscire e aspettarli in salotto per una bella lavata di orecchie ma ero troppo nervosa per ragionare lucidamente così, pur di mettere fine a quello scempio feci l’unica cosa che in quel momento mi venne di fare: mi avvicinai allo stereo e spensi la musica per annunciare loro la fine dei giochi. Non fu affatto una buona idea... per un cinque o sei secondi, per me se,vero passare un’ora, fui costretta ad udire i loro gemiti di piacere precedentemente ovattati dalla musica di sottofondo ma fortunatamente  prima che morissi seriamente loro stessi si accorgessero che qualcosa non andava. 

  • cazzo!!!! - esclamò Killian, ancora sopra di lei, nel vedermi li sullo stipite della porta. Prontamente balzò a sedere sul letto stringendo saldamente le coperte e facendo in modo che lei, la quale aveva nascosto la testa sotto il cuscino,  rimanesse coperta il più possibile - mamma non...
  • Risparmiati le stronzate Killian! Hai due minuti di orologio per vestirti: ti voglio in soggiorno tra due minuti esatti. - feci per uscire ma prima di farlo mi trattenni ancora una manciata di secondi - vale anche per te signorina! - e senza aggiungere altro andai ad aspettarli sul divano. 

Li sentii battibeccare dall’altra parte della stanza ma non riuscii a capire cosa si stessero dicendo, parlavano fitti fitti. Fu Killian ad uscire per primo, con indosso i vestiti che aveva la stessa mattina adesso leggermente sporchi qua e là del rossetto di lei. 

  • mamma ti prego adesso che esce non arrabbiarti con lei, non dirle nulla e lasciala tornare a casa. Credimi sulla parola lei non...
  • Siediti! - ordinai indicandogli il divanetto situato proprio di fronte a me. 
  • Si mi siedo ok, va bene mah..
  • Ho detto siediti! - alzai leggermente i toni per fargli capire che non ammettevo alcun tipo di replica. Capi al volo e infatti obbedì all’istante. - fammi capire bene... hai scambiato questa casa per un albergo per caso?  Aspetti che non ci sono per portarti le ragazze in camera? Camera mia per giunta.... Non ho parole guarda!
  • Non è come pensi... non ho scambiato casa per un albergo credimi e non porto le ragazze a casa così, tanto per, come dici tu. Ne porto solo una, la mia fidanzata, sempre la stessa. Non pensavo certo di doverti chiedere il permesso. Sono maggiorenne mi sembra. 
  • Che sei maggiorenne non conta nulla, a casa mia si rispettano le mie regole e non mi pare proprio che io ti abbia mai detto, neanche in passato, che potessi portarti le ragazze in casa... sopratutto in camera, mia ripeto. - specificai 
  • Sono cresciuto dall’ultima volta che abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto, ricordo ancora le regole ma credevo non fosse un reato visto i miei ventuno anni... ritengo di poter portare a casa la mia ragazza se voglio. Con papà non ci sono mai stati problemi di questo tipo quindi.... anzi, lui considera Emma di casa ormai. 
  • Ma davvero??? Tze... non ho parole - il mio ex marito era davvero un demente alle volte. - comunque se a tuo padre non interessa se ti rovini la vita non significa che non debba interessare  anche a me. Io ci tengo alle regole di questa casa e non voglio che mi si prenda in giro in questo modo. 
  • Non volevo prenderti in giro mamma. Non ho pensato che per te potesse essere un problema. Punto.... e poi parliamone: pensi seriamente che mi stia rovinando la vita? 
  • Diciamo che non hai pensato e  basta... - lo corressi - e si!  ti stai rovinando la vita. Se continui a fare il latin lover ti metterai seriamente nei guai prima o poi.
  • Nei guai??? Per cosa? Perché faccio sesso con la mia fidanzata? 
  • Perché fai sesso con la tua ragazza minorenne Killian! 
  • Ancora con questa storia? Ha 17 anni mamma non è più una bambina. 
  • È sempre minorenne però e questo porta con se conseguenze. 
  • Caspita... non pensavo fossi così all’antica. Tu pensi che le ragazze di oggi aspettino tutte la maggiore età per.... - rise - sei proprio fuori strada mammina cara.  
  • Forse non ci siamo capiti. A me non mi interessa nulla di cosa fanno le ragazze in generale Killian! A me  interessa di te e di quella che ti porti a letto! 
  • Io la amo Emma mamma, tu puoi dire quello che vuoi: questo non cambierà le cose. 
  • Si può amare una persona in tanti modi, non è necessario fare per forza di cose quello che fai tu. Esistono cose più romantiche del sesso Killian. 
  • E pensi che non lo sappia mamma? Per un anno l’ho corteggiata senza neanche sfiorarla con un dito. Le ho dato attenzioni quasi 24 ore su 24 e le cose ad oggi non sono cambiate. La tratto allo stesso identico modo di prima solo che abbiamo deciso di portare la nostra relazione ad un livello più alto. Non ci vedo nulla di male, non siamo né la prima né l’ultima coppia che fa sesso. 
  • Perché devi sempre metterti a paragone con gli altri è? Se gli altri decidono di fare una cazzata perché devi farla anche tu? 
  • Non seguo la massa, dico solo che è normale alla nostra età fare questo genere di esperienze. 

Proprio mentre stavo per replicare l’occhio mi cadde su una figura a me fin troppo familiare che quatta quatta, approfittando del fatto che fossi impegnata a chiacchierare animatamente e con Killian, stava tentando di fuggire senza essere vista. 

  • ferma dove sei tu! - le dissi cogliendola di sorpresa - dove credi di andare è?
  • Emh... si è fatto tardi devo....
  • Vieni a sederti forza, devo parlare anche con te; non crederai davvero di passarla liscia.
  • Regina davvero....
  • Mando un messaggio  tua madre e le dico che ti ho convocata per una riunione straordinaria e di non preoccuparsi se ti vede rientrare tardi quindi siediti. - nel mentre avevo già mandato un messaggio a Mary. - con sguardo basso la vidi raggiungere il divano dove era seduto Killian ma la cosa che mi fece ridere fu vederla sedersi dal lato opposto al suo. - Emmina.... rinfrescami un po’ la memoria: cos’è che mi hai detto ieri agli allenamenti? - non mi rispose - allora??? Guarda che sto parlando con te signorina, lo sai che non mi piace parlare da sola; come sai anche che non mi piacciono le bugie. Avanti parla.
  • Che dovevo anticiparmi i compiti per martedì prossimo per poter essere presente lunedì a lezione. - esattamente testuali parole mi disse neanche 24 h prima.
  • Esatto... ora dimmi: tu lo chiami studiare quello che vi ho visto fare in quella camera? 
  • Mamma per favore te l’ho detto prima! Non prenderla con lei! Lei non centra nulla. 
  • Non centra?
  • No... sono stato io a dissuaderla, lei non voleva farlo qui in casa tua.
  • Non voleva è?!?
  • No.
  • Beh... non voleva  non voleva ma dentro il letto con te stava mi sembra. Se non avesse voluto di certo si sarebbe messa a studiare, cosa che avrebbe dovuto fare a prescindere e invece.... - lasciai volutamente la frase in sospeso. - a proposito... come intenti recuperare questa giornata di studio persa? Devo prepararmi all’idea di un possibile tuo sms lunedì che mi avvisi di non poter venire ad allenarti per via del troppo studio? 
  • Non ho mai saltato un allenamento mi sembra, non lo salterò neanche lunedì credimi... anche perché dobbiamo parlare di una cosa. 
  • Oooh si! Mi devi ancora parecchie spiegazioni sulla fuga di due giorni fa. Io e Harris pretendiamo delle spiegazioni quanto prima. 
  • Lunedì le avrete. Ora se vuoi scusarmi devo...
  • No! Non ho ancora finito con voi due! - esclamai facendola alzare gli occhi al cielo. Mi ero distratta per una manciata di secondi dall’argomento principale parlando di altro ma questo non significa certo che avevo concluso quello precedente. Anzi.... avevo ancora molto da dire loro. - tornando a noi miei cari ragazzi... visto che a quanto pare non avete capito la gravità del vostro gesto provo ad illustrarvelo io. Differentemente da come la pensate voi l’età in questo genere di cose è molto... molto importante. È vero, si può essere responsabili a qualsiasi età ma un conto è essere giovani e responsabili e un conto è essere giovani e doversi trovare a vivere situazioni più grandi di voi stessi. Mi spiego meglio: il sesso porta con se delle conseguenze miei cari e voi dovete metterlo in conto prima di darvi alla pazza gioia così...tanto per passare il tempo. 
  • Ci stai facendo un discorso sul sesso sicuro mamma? - intervenne mio figlio strafottente come al suo solito - ti blocco subito: non ne abbiamo bisogno. Sappiamo già tutto ciò che c’è da sapere per cui evitiamo di parlarne ok? Uso il preservativo ogni volta se proprio lo vuoi sapere quindi non temere: non ti sentirai chiamare nonna tanto presto. 
  • Molte persone hanno detto queste parole ai propri cari in passato ma purtroppo non tutti hanno avuto  ragione. Anche se si sta molto molto attenti le conseguenze possono arrivare ugualmente purtroppo ed è per questo che insisto nel dirti - guardai mio figlio in particolar modo - che devi mettere un freno. 
  • Come la fai tragica mamma...
  • Tragica è??? Non sono affatto tragica Killian, sono realista: dico le cose come stanno. Pensiamo sempre che a noi questo genere di cose non possano capitare ma poi capitano invece ed è troppo tardi per rimediare.
  • Per caso sei rimasta incinta di me senza volerlo e ora vuoi impedirmi di commettere i tuoi stessi errori??? - ok mio figlio era decisamente un idiota. 
  • O guarda.... a te ti ho proprio voluto e ad essere sinceri ho dovuto lavorare molto per portarti in questo modo....sei mesi mio caro... ci sono voluti sei mesi. Ti dico questo perché sono realista e voglio tutelarti tutto qua, non credo ci sia nulla di male in questo. 
  • Tutelarmi?
  • Tutelarti si! Lo sai cosa succederebbe se la tua ragazza rimanesse incinta adesso che non ha ancora compiuto 18 anni vero??? 
  • A parte che non succederà ma anche se fosse cosa vuoi che succeda mamma! Non l’ho mica stuprata! Ci amiamo noi due. 
  • E vuoi che ai suoi genitori importerebbe qualcosa del fatto che vi amiate in quel caso? Ti farebbero passare i peggio guai Killian credimi e avrebbero il coltello dalla parte del manico. 
  • Siamo nel medioevo e non me ne sono accordo per caso? Dai mamma!!?? 
  • Non siamo nel medioevo ma siamo nel mondo in cui se c’è di mezzo un minore rischi grosso Killian. 
  • Non ha quattordici anni cavolo! Ne ha...
  • Ha quasi 18 anni lo so ma non li ha ancora compiuti e quindi resta ancora a tutti gli effetti un minore. - guardai Emma questa volta -  sii sincera come pensi reagirebbero i tuoi? Non ad una possibile gravidanza... solo a sapere che fai sesso con uno più grande! 
  • Mia mamma lo sa già in realtà. - ma davvero???  - ha beccato delle “prove” inequivocabili... e ha fatto due più due - pure??? Di male in peggio. Rimasi per una frazione di secondo senza parole nell’ascoltarla. 
  • Quindi non è la prima casa che frequentate questa, oltre a quella di tuo padre Killian.... grandioso! - esclamai sarcastica - e come l’ha presa tua madre? 
  • Non male a dire il vero! Mi ha semplicemente detto di stare attenta e di fare le cose con la testa. 
  • Visto? Persino la madre di una minorenne ha capito! 
  • Mary non fa testo! Lei è la classica principessa delle favole che parla con gli uccellini e vede l’amore dovunque. Come pensi reagirebbe tuo padre invece Emma ? 
  • Ohhh... beh... lui....
  • Senti mamma cosa vuoi che facciamo? - intervenne Killian non lasciandola rispondere - Che smettiamo di fare sesso così stai più tranquilla? Dai è ridicolo! 
  • Non è ridicolo!
  • Si che lo è e non ho intenzione di continuare questo discorso ancora per molto. Io ed Emma stiamo insieme e ci amiamo quindi se vogliamo fare sesso siamo liberi di farlo ok???
  • Volete farlo??? Bene! Ma non in casa mia e a patto che non vi scopra di nuovo! 
  • Perché? Ci metti in punizione? Ho ventuno anni ti ricordo e lei non è tua figlia. 
  • Non posso metterti in punizione ma posso dirlo a suo padre. - Emma sgranò gli occhi terrorizzata alla sola idea e killian accorgendosene andó subito in suo soccorso. 
  • No... non lo faresti mai...
  • O si invece....prova a sfidarmi, vediamo chi ne uscirà vincitore. 

Continuammo a discuterne senza trovare compromessi e alla fine Emma decise di tornare a casa nonostante non avessimo ancora finito di parlare. Avrei preferito rimanesse anche lei, non ero intenzionata a cedere ma conoscendo Killian la cosa sarebbe andata per le lunghe così la feci andare via, tanto ci saremmo viste in palestra il lunedì e un momento per parlarne lo avremmo trovato di sicuro. 

  • Sono modi questi mamma??? L’hai  fatta scappare! 
  • Se è scappata è perché non è ancora in grado di affrontare queste situazioni e se non è in grado allora non lo è neanche per...
  • Basta ok???? Ho capito il tuo pensiero! È palese, comunque non è che non è in grado di affrontare questo argomento manma è che è già piena di problemi poverina, non le serviva anche questo.
  • Piena di problemi? A 17 anni?? Non ti sembra di esagerare?
  • Affatto! Sta affrontando tante cose tutte insieme e il mondo sembra volersi accanirsi su di lei. L’incidente, quella maledettissima gara, questo stupido discorso! 
  • La gara???? Ti ha parlato della gara? Tu sai perché è... - annuì.
  • Me lo ha raccontato questo pomeriggio. 
  • E? Aggiornami avanti! - lo invitai a parlare. 
  • Non posso dirti nulla, è una cosa che deve fare lei mamma, mi dispiace. 
  • Andiamo Killian....
  • No! Non spetta a me affrontare questo argomento, l’unica cosa che posso dirti è di rispettare la sua decisione, qualunque essa sia. Ora scusami ma voglio dare un’occhiata alle mail: sto aspettando il piano di studi per la specializzazione. 

Mi lascio in soggiorno a rimuginare su quell’ultima frase detta “rispetta la sua decisione”. Di che decisione stava parlando? Non voleva più gareggiare forse? Probabile ma per esserne certa dovetti aspettare quel tanto atteso lunedì. 

Arrivai in palestra prima del dovuto quel giorno sperando fosse già li, capitava che si presentasse in anticipo qualche volta e quel giorno non fu fa meno: quando misi piede in sala la trovai seduta a terra sulla pedana del corpo libero ad aspettarmi. La prima cosa che mi colpì all’occhio fu il suo abbigliamento: nessun body e nessuna tuta.... aveva indosso un semplice jeans e una camicetta bianca. 

  • dobbiamo parlare! - esordi non appena mi vide. 
  • Lo so ma vai a cambiarti prima così risparmiamo tempo e possiamo anche allenarci. 
  • No... preferisco parlare subito, capirai dopo il perchè. - quella risposta non mi piacque affatto. 
  • D’accordo... sono tutta orecchie. 
  • Innanzitutto mi scuso per ciò che è successo l’altro giorno a casa tua. Non era mia intenzione mancarti di rispetto credimi e a ripensarci vorrei prendermi a schiaffi da sola per essermi fatta convincere da quel faccino d’angelo. 
  • Faccino d’angelo?? mio figlio??? - sorrisi. - se vedi un angelo in lui devi essere proprio innamorata. - oh si che lo era purtroppo  ed era proprio questo che mi spaventava. - Emma tesoro... da quanto ci conosciamo io e te? Tanto mi sembra. Ti ho fatto un po’ da mamma in questi anni che hai vissuto qui da sola e se mi permetto di rimproverarti in quelle che ritengo essere delle decisioni affrettate è solo perché tengo a te e non voglio vederti soffrire. Sei giovanissima, Killian è il tuo primissimo amore... potrebbe rivelarsi l’uomo della tua vita come potrebbe non esserlo... quanti amori finiscono oggigiorno? Sei ancora un po’ inesperta, passami il termine, prima di pentirti seriamente non sarebbe meglio aspettare di essere un po’ più consapevole prima di fare passi così importanti? Tutto qua tesoro. Comunque non devi scusarti, Killian è famoso per il suo trascinare le persone nelle sue malsane idee, non ne hai compa credimi. - accennò un leggerissimo, quasi impercettibile, sorriso. - oltre a questa piccola situazione volevi parlarmi di altro? Non so... della gara dell’altro giorno magari? 
  • In realtà si... vorrei parlare con te a proposito di alcune cose che sono successe quel giorno. 
  • Ne sono felice, quando ho saputo che eri letteralmente fuggita via sono rimasta spiazzata, non è un comportamento da te quello e di conseguenza mi sono preoccupata. Raccontami tutto. 
  • Non c’è molto da dire in realtà. Ci sono stati commenti sul mio ritorno non molto piacevoli, ho sentito altre ginnaste parlare di me in maniera davvero vergognosa e cattiva e questo mi ha portato a fare una pessima figura nell’esecuzione alla trave e al volteggio. - disse riassumendo in poche parole ciò che era successo e che a me era sfuggito. Chi accidenti si era permesso di parlare male della mia atleta per eccellenza? Provai a chiederglielo ma lei si rifiuto di dirmelo per paura che facessi qualche stupidaggine. 
  • Le critiche ti sono sempre scivolate addosso in passato, ricordo che c’è stato un periodo dove ti presero di mira perché credevano che mentissi sulla tua età fingendoti più piccola di quello che eri in realtà? Non ti ha mai sconvolto a tal punto di farti rinunciare ad una medaglia cosa è cambiato adesso? 
  • Erano cazzate quelle Regina! Ero davvero più piccola rispetto a loro quindi che loro pensassero il contrario a me non importava un accidenti.... adesso invece.... beh adesso è diverso. Quello che hanno detto quelle ragazze quel giorno nella palestra corrisponde alla realtà regina: io non tornerò mai in pista come la Emma di un tempo, non brillerò più come prima e di sicuro non otterrò un posto in nazionale come titolare quest’anno. È inutile continuare a lottare... per cosa poi? La mia carriera è finita ed è inutile anche che voi tutti continuate a darmi contentini e a illudermi dicendomi che piano piano le cose si sistemeranno. Anche Killian l’altro giorno ci ha provato.... nulla migliorerà purtroppo e prima ve lo metterete in testa tutti e prima io potró tornare a stare bene. 
  • E chi lo dice questo? Che sei finita intendo, che non avrai un posto in squadra.... hai fatto una delle cazzate più grandi della tua vita a scappare in quel modo anche in presenza di harris, di sicuro ci penserà tre volte prima di fare il tuo nome nello scegliere la squadra agonistica di quest’anno ma non è detto che non....
  • Non mi interessa un accidenti entrare in squadra come raccogli punti per le altre, per aggiustare il punteggio diciamo così... io voglio essere una titolare a tutti gli effetti, voglio gareggiare con gli individuali e voglio raggiungere determinati obbiettivi. Posso farlo? No naturalmente per cui basta! lascio.
  • Cosa???? - avevo sentito bene? Voleva lasciare? 
  • Hai capito: lascio! Abbandono tutto: gare, stage, allenamenti.... non ho più bisogno di questo. Subito dopo l’incidente ho avuto paura che senza ginnastica sarei impazzita, ero convinta che non avrei potuto vivere senza invece più passa il tempo e più mi rendo conto che è il contrario. Sto male quando faccio ginnastica e questo non va affatto bene. 
  • Emma non dire stronzate per piacere.
  • Non sono stronzate regina, è la pura verità. Ogni volta che  entro in palestra ho in testa un solo ed unico obbiettivo: superare i miei limiti e andare a prendermi la medaglia che mi è stata negata. Non riesco ad entrare in palestra con lo spirito di una ragazza normale che vuole semplicemente fare lo sport che le piace e fin quando non riuscirò a vedere oltre una fottutissima olimpiade è meglio se mi faccio da parte. - la vidi versare qualche lacrima nel pronunciare quelle parole - fa male, fa incredibilmente male credimi doverti dire una cosa del genere e accettare che il mio futuro non potrà mai essere quello che ho sempre desiderato ma devo farlo purtroppo se non voglio vivere per sempre nell’illusione e spero con tutto che tu non faccia nulla per fermarmi. - rimasi senza parole credetemi. Mi sarei aspettata un discorso simile agli inizi ma non un anno dopo quando tanti ostacoli erano già stati superati. - non... non dici nulla? Parlami ti prego.
  • Che vuoi che ti dica... ciò che vorrei dirti è proprio quello che non vorresti sentirti dire quindi.... 
  • mi stai odiando vero? Lo so... posso sembrare egoista dopo tutto quello che hai fatto per me ma credimi se ti dico che questa decisione farà andare avanti anche te. 
  • Me?? - domandai incuriosita.
  • Si... continui ad allenarmi per uno scopo ben preciso quando in realtà dovresti iniziare a guardare oltre. Le prossime olimpiadi saranno tra due anni e mezzo ormai, bisogna che inizi a cercare l’atleta degno di questo compito. 
    • non mi serve cercare atleti... non l’ho mai fatto e mai credo lo farò. Tu sei stata un’eccezione mia cara Emma e tu lo sai bene: non ero in cerca di atleti da allenare... sei arrivata da sola e con la tua voglia di fare mi hai completamente stregato. Ho rivisto me da piccola inseguire un sogno e non ho potuto non prenderti sotto la mia ala per aiutarti a realizzarlo. Mi dispiace che le cose abbiano preso una piega inaspettata, l’incidente ci ha destabilizzati un po’ tutti ma non è mai troppo tardi per rialzarsi Emma. Tu adesso ti sentirai ferita da quelle orrende parole dette sul tuo conto, demotivata per non essere riuscita ancora a sbloccarti è molto probabilmente dentro di te ci sarà un mix di emozioni contraddittorie che neanche potrei riuscire a decifrare. Un po’ la colpa di tutto questo è mia ne sono consapevole, non avrei dovuto tirare troppo la corda... avrei dovuto dare retta a Killian e aspettare prima di proporti qualsiasi cosa. Proporti la gara dell’altro giorno è la mossa più sbagliata che avessi mai potuto fare. Mi dispiace... mi dispiace davvero tanto... se sei arrivata a questa conclusione è solo colpa mia. - le aprii il mio cuore sperando potesse servire a qualcosa.
  • Colpa tua??? Regina non hai nessuna colpa, anzi.... mi hai mostrato la realtà dei fatti! Mi hai fatto aprire gli occhi e di questo posso solo ringraziarti. Se non mi avessi iscritto alla gara molto probabile starei ancora inseguendo un sogno irraggiungibile. - irraggiungibile.... ma quale irraggiungibile, non era affatto irraggiungibile il suo sogno, doveva solamente avere pazienza.
  • Posso essere onesta con te? - annui sorridendo appena - io non la penso come te anzi... credo seriamente che volendo potresti volare altro ma se non ci credi tu in primis difficilmente la cosa si realizzerà. Lasciare è la cosa peggiore che tu possa fare a te stessa ma so anche che continuare in questo momento non aiuterebbe a farti stare meglio. La soluzione migliore per me ora come ora sarebbe mollare le gare e continuare ad allenarti così.... solo per sfogo personale, più in là, quando tutto questo sarà passato, se avrai ancora voglia di rivincita potrai tornare a conquistarti i posti che tanto meriti senza doverti rimetterti a ricominciare da capo ancora una volta. - scosse la testa convinta del suo pensiero - pensaci almeno... - la mia era quasi una supplica.
  • Non ce la faccio, la serie A non è più per me ormai... non voglio più sentirla nominare.
  • Non esistono solo le gare di serie A. Potresti riprendere dalla serie B  ad esempio o addirittura dalla c. Mettersi in gioco e confrontarsi con gli altri non prevede necessariamente essere atleti professionisti di un certo livello. Ci sono tantissime gare in giro a livello non agonistico potresti....
  • No regina! Ti ringrazio per avere a cuore tutto questo ma no, basta così. - annui tristemente accettando la sconfitta. - grazie per tutto quello che hai fatto per me in tutti questi anni, davvero. Sei stata una seconda mamma eccezionale e non smetterò mai di considerarti come tale. - corse ad abbracciarmi lasciandosi andare ad un pianto liberatorio che commosse anche me. - non avercela con me! Non odiarmi ok? 
  • Come potrei mai odiarti è?!?! 
  • Promettimelo! 
  • Te lo prometto ma devi anche tu promettermi una cosa. 
  • Cosa? 
  • Prometti che penserai a quello che sto per dirti adesso. Non ti farò più alcun tipo di pressione su tutto ciò che riguarda la ginnastica ma ti prego, ti scongiuro prova a prendere in considerazione l’idea di allenarti ancora. Un atleta non sta mai più di tanto tempo lontano dallo sport e di sicuro tra qualche mese ti verrà voglia di iscriverti in palestra o quant’altro per non rischiare di diventare sedentaria.... tieniti come sport la ginnastica, allenati per te stessa, con me o senza di me non importa, ma non abbandonarla. Ti ha tirato su in un momento dove ti eri completamente smarrita, sono sicura che andando avanti con il tempo, quando questa delusione sarà solo un lontano ricordo, potrà ancora regalarti qualche bella emozione.
  • Non... non lo so... io...
  • Promettimi solo che ci penserai. Mi accontenterò di questo. 
  • D’accordo allora! Te lo prometto. - fui io questa volta ad abbracciarla. - torna a casa adesso, se non ricordo male domani hai dei compiti da consegnare e non mi pare che in questi giorni tu abbia lavorato molto! - riuscii a farle scappare una risata - fila avanti! E vai a casa.... il tuo bel principe lo vedrai domani. 

La guardai allontanarsi pian piano fino a quando non  si chiuse la porta alle spalle. Aveva mollato, aveva rinunciato al sogno della sua vita.... era stata debole ma allo stesso tempo era stata molto coraggiosa. Non sapevo cosa il futuro avesse in serbo per lei ma qualcosa dentro di me mi diceva che non era ancora finita. Presto molto presto avrei visto nuovamente la mia stella preferita brillare ancora.

  
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