Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Allen Glassred    09/04/2021    0 recensioni
A grande richiesta, ecco qui la long di Bloody Sunset!
da sempre il mondo è sorretto da due forze: il male ed il bene. Ma cosa accadrebbe se l'equilibrio che da millenni esiste tra loro si spezzasse? Il tempo è oramai giunto: i sette peccati capitali e le sette virtù cristiane, rispettivamente agli ordini del diavolo e del creatore, rinascono sulla Terra dopo secoli di assoluto silenzio. La battaglia celeste è imminente, anche se non tutto sarà come sembra, e molti segreti stanno per essere rivelati. Allen e Valentina sono amici d'infanzia, ma il destino li porterà a combattersi in due schieramenti opposti: uno nella schiera dei peccati capitali e l'altra nella schiera delle virtù. Ma saranno solamente i peccati i veri nemici? Quando, tra le fila delle virtù, si scoprirà un traditore, tutto verrà rimesso in gioco. Cosa succederà? Se volete saperlo, continuate a seguirmi.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bloody Sunset '
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Trascorrono altri dieci anni dagli ultimi eventi, dieci anni in cui altre incarnazioni, sia Angeliche che Demoniache, hanno fatto la loro comparsa sulla Terra. Anni in cui il piccolo dalla chioma bionda è diventato un bellissimo giovane adolescente, che tiene per mano un bimbo che avrà all’incirca cinque anni meno di lui. Il piccolo dalla chioma corvina osserva l’imponente statua di fronte a lui per poi prendere parola. “ Krad! Perchè mi hai portato qui? “. Chiede incuriosito. A quella frase, da prima l’altro non risponde ma, in seguito e senza distogliere lo sguardo dagli occhi di fatto inanimati della statua decide di dare una risposta.

“ Perchè lui mi ha chiesto questo, Castiel: lui mi ha chiesto di portarti qui, io ho semplicemente eseguito il suo ordine “. Fa, il piccolo pare ancor più confuso: cosa sta dicendo colui che considera da sempre suo fratello maggiore? Quando dice lui, a chi si riferisce?

“ Lui, chi? “. Chiede, guardando in che direzione sia puntato lo sguardo del biondo, i quali capelli si sono notevolmente allungati in questi dieci anni. Di lì a poco Castiel riceve una risposta che, probabilmente, lo lascia di sasso ed incapace di comprenderne a pieno il senso.

“ Michele. l’Arcangelo Michele mi ha chiesto di portarti da lui, ed io l’ho fatto. Dopo tutto, sono il suo fedele servitore “. Commenta, mentre un paio di maestose ali bianche fanno la loro comparsa sulla sua schiena ed i suoi occhi si tingono di una luce azzurra, quasi bianca e che, di sicuro, non ha nulla a che vedere con un normale riflesso di luce solare dato che, di fatto, fuori è notte fonda e sui cieli di Roma troneggiano nere nubi dalle quali la pioggia cade incessante. Chi sia il bimbo accanto a Krad non è ancora dato saperlo, ma una cosa è sicura: da dietro una colonna un uomo di rosso vestito osserva la scena. Senza dire nulla e senza farsi notare si dirige nel luogo in cui il Pontefice lo sta attendendo.

“ Santo Padre, sono giunto al vostro cospetto come da voi richiesto “. Fa rispettoso il Cardinale. Il Papa annuisce mentre si volge verso di lui, le mani giunte e lo sguardo neutrale.

“ Allora? Il piccolo Castiel si è ambientato bene, qui da noi? So che per anni è stato cresciuto da un parroco fuori dalle mura del Vaticano, tuttavia… “. Si ferma, come dovesse trovare le giuste parole che tuttavia non arrivano ma che, di lì a poco è l’altro uomo a pronunciare.

“ Si: era tempo che Castiel conoscesse il Vaticano e, soprattutto, che lui e Krad si conoscessero. Sono sicuro Santo padre, avete deciso per il meglio. Il Creatore ve ne sarà riconoscente “. Fa, l’altro tuttavia pare crucciato.

“ Non lo so, ho come la sensazione che le cose ci stiano sfuggendo di mano: i peccati stanno rinascendo uno ad uno, noi abbiamo già perduto Fede e… “. Si ferma, l’altro lo guarda seriamente.

“ Con me potete parlare liberamente, sapete che non tradirò questo segreto che oramai mi porto dietro da quasi vent’anni. Credete davvero che abbiamo perduto davvero la Virtù della Fede? Che il Creatore abbia permesso che il tramite della sua figlia prediletta morisse? “. Chiede. Il Santo Padre mantiene un’aria di mistero mentre, di lì a poco, da la sua shoccante risposta all’uomo che, una volta sentito tutto, non può far altro che sgranare gli occhi sbalordito.

Anche Valentina è cresciuta sana ed in salute. La piccola ha ormai dieci anni, boccoli mogano che sembrano baciati dal sole e vispi occhi celesti che vedono ancora il mondo come il luogo più bello ed incontaminato che esista. La bimba dondola serena sull’altalena, dietro di lei un ragazzo. Un ragazzo che avrà più o meno cinque anni più di lei, la chioma ametista che spesso è motivo di derisione da parte degli altri ragazzi e degli occhi celesti così simili a quelli della piccola che ora sta spingendo lentamente, facendola “ fluttuare nell’aria “ con quell’altalena che, qualche anno prima, fu teatro del loro primo incontro. “ Non puoi andare più veloce? “. Chiede lei, ridendo allegra. Lui la osserva qualche istante per poi fare cenno di no con il capo.

“ No, se ti spingo più veloce rischi di cadere a terra come hai fatto la volta scorsa “. Sentenzia il giovane. Mentre lei sta per rispondere tuttavia, alcuni ragazzini lì presenti iniziano a sghignazzare da prima sommessamente, poi in modo sempre più evidente.

“ Guardatelo: lo spostato fa il babysitter ai mocciosetti! “. Fa uno, l’altro gli fa eco mentre le risate aumentano.

“ E’ vero: mi chiedo però, come facciano i genitori a fidarsi di uno così strambo! Fossi in loro non gli affiderei nemmeno il mio cane “. A quella frase lui stringe i pugni: non si volta nemmeno, non reagisce. Questo fa indispettire gli altri che, scocciati nel non ricevere una risposta e nel non notare nessuna reazione lo afferrano malamente per la spalla.

“ Ehi, sfigato! Parlo con te! “. Fa il sedicenne. “ Non mi rispondi? Hai perduto la lingua? “. Continua a ridere, spingendo a terra il quasi coetaneo. A quella scena tuttavia, sotto lo sguardo attonito di tutti è la bimba ad intervenire. Dopo essere saltata giù dall’altalena si para di fronte al suo migliore amico e, con sguardo infuriato affronta i ragazzi malgrado questi siano più grandi di lei.

“ Lasciatelo in pace! “. Fa arrabbiata, ma i bulli non sembrano intenzionati a darle retta, com’era d’altra parte prevedibile.

“ Oh, guardate! Lo spostato si è fatto un’amichetta “. Ride sguaiatamente uno di essi, l’altro le si avvicina per poi dare uno spintone anche a lei.

“ Levati dai piedi, mocciosa! “. A quel gesto ma soprattutto, a quella frase la piccola si infervora maggiormente: a differenza di Allen lei reagisce istintivamente e, dopo essere riuscita a non finire a terra dopo quello spintone si avvicina e, arrabbiata, da un forte pestone al piede del più grande. “ Ahi!! Maledetta mocciosa! “. Grida, facendo per afferrarla per i capelli. A quella vista tuttavia, qualcosa scatta in Allen: solitamente non reagisce, ma stavolta pensa, stavolta è il momento che ripaghi la sua sola amica per tutte quelle volte che senza esitazione lo ha protetto. Si, pensa: glielo deve. Improvvisamente si alza in piedi e, con sguardo a dir poco furioso afferra il polso di colui che stava per afferrare Valentina. Lo fa con una forza di una tale portata che, per un istante, l’altro teme voglia rompergli il polso.

“ Lasciala in pace, insetto schifoso. Sei solo la feccia dell’umanità… “. Sibila mentre, senza che lei lo noti i suoi occhi si tingono di un intenso ametista. Ma il bulletto ed i suoi amici si, lo notano bene: quel colore che non hanno mai visto negli occhi di nessuno al mondo, quegli occhi che ora fanno loro provare terrore e paura. La presa sul polso aumenta sempre più, l’altro contorce il viso in una smorfia di dolore. “ Meriteresti di crepare seduta stante “. Commenta poi il giovane dalla chioma ametista, l’altro si china a terra mentre il male diventa insopportabile: sembra che la sua pelle bruci o sia stata posta su tizzoni ardenti. Le cose stanno per degenerare quando, da lontano, una voce femminile richiama il più grande.

“ Allen? Tesoro, dove sei? Dobbiamo andare “. Sentenzia la donna dalla chioma bionda. Il ragazzo sembra tornare in sé: lascia la presa sul polso dell’altro, sul quale compare una vistosa bruciatura.

“ s… scusateci! Non vi importuneremo più! “. Fanno all’unisono i ragazzini, correndo via come razzi e capendo che, forse, è il caso di lasciare in pace i due amici. Valentina guarda il suo migliore amico, che di lì a poco prende parola.

“ Stai bene? “. Chiede, accarezzandole dolcemente il viso. Lei annuisce e lui, rassicurato, conclude il discorso. “ Va bene, la mamma mi sta aspettando: devo andare “. Fa, la piccola annuisce semplicemente per poi correre ad abbracciarlo con dolcezza. Lui rimane interdetto qualche istante: cos’è quella sensazione che prova? Questo ancora non lo sa, ma una cosa è certa: da lontano sia Ettore e Doris che Halle hanno osservato la scena e non possono fare a meno di guardare i rispettivi figli con una sorta di preoccupazione.

*********************************

 

Circa vent’anni dopo, Roma.

La giovane avvocatessa rientra a casa, sospirando pesantemente: un’altra dura giornata di lavoro l’ha letteralmente sfinita, ha solamente voglia di farsi un bel bagno e di mettersi sotto le coperte. Ma sa di non poterlo fare, non subito almeno: ha bisogno di fare una telefonata alla madre che, di recente, è purtroppo rimasta vedova. Già, pensa colei che si rivela essere Valentina: il suo amato padre, Ettore Belzenia, è purtroppo deceduto e lei e sua madre sono rimaste sole. Da un po' di tempo lei vive sola, ma non ha mai abbandonato i genitori che abitano a poche vie di distanza da lei. Sta per prendere in mano il proprio telefono ma, quando lo fa nota una notifica: diversi nuovi messaggi e tutti da un solo ed unico mittente: il suo ragazzo. La donna sospira pesantemente per poi lanciare il cellulare sul divano, evidentemente non intenzionata a rispondere ad alcun messaggio. Non può fare a meno infatti, di pensare all’ultima discussione avuta con il fidanzato circa i suoi metodi di lavoro a dir poco scorretti. È infatti anche lui un avvocato, esattamente come lo è diventata lei dopo anni di duro studio ed impegno senza sosta, conseguendo l’agognata laurea con il massimo dei voti. Ma a differenza di lei, che non sopporta le ingiustizie e cerca sempre di aiutare gli onesti e non si lascia mai tentare da metodi poco ortodossi, lui pare essere il suo totale opposto: un avvocato senza scrupoli che, pur di vincere è anche disposto a proteggere delinquenti e criminali e ad usare qualsiasi mezzo per far scomparire eventuali prove a carico dei suoi clienti. Lei ha provato mille volte a farlo ragionare, vanamente: non vuole cambiare, accampa sempre la sua solita scusa: lui è il migliore e non esiste che perda una causa, non importa chi debba difendere o che mezzi userà, ciò che conta è conseguire una nuova vittoria in tribunale. Inizialmente pensa la donna, era diverso: non sembrava essere così senza scrupoli, così spietato e… il filo dei suoi pensieri viene interrotto: qualcuno ha appena bussato alla sua porta con una certa veemenza. “ Un momento, arrivo! “. Fa semplicemente la bruna, alzandosi e riflettendo: ma chi può mai essere a quell’ora di sera? La persona alla porta pare farsi sempre più impaziente, riprendendo a bussare come una furia. “ Ma che modi! Eccomi, sono… “. Non fa in tempo a terminare la frase: non ha il tempo di aprire la porta che chi stava bussando entra senza nemmeno domandare il permesso, in quella che di fatto è casa della donna. “ Ehi! “. Protesta semplicemente lei, ma colui che si rivela essere un uomo la trafigge con il suo sguardo di ghiaccio per poi prendere parola.

“ Si può sapere dov’eri? Ti avrò lasciato trenta messaggi e tu non hai risposto! “. Inizia a gridare, senza nemmeno salutarla, nulla. Questo atteggiamento pare infastidire la donna: chiude la porta per evitare che l’intero vicinato senta la discussione, in seguito incrocia le braccia e prende parola.

“ Intanto, buonasera anche a te, Moritz. È bello vedere come il mio fidanzato mi abbia salutata calorosamente e mi abbia chiesto scusa dopo l’ennesima lite, davvero molto commovente “. E’ palesemente ironica e questo non fa altro che infervorare maggiormente l’altro.

“ Io? Chiedere scusa a te? Sei uscita di senno, avvocato? “. Chiede, chiamandola con l’appellativo che ha sempre usato ma che, in quel momento per lei ha un suono totalmente differente ed un significato diverso. A quelle parole Valentina non può fare a meno di rimanere a bocca spalancata per qualche, interminabile istante. Poi prende parola decisamente innervosita.

“ Come, prego? Non pensi di aver un tantino esagerato con le offese, oggi? Non ti sembra di aver esagerato a piombare in casa mia a quest’ora, iniziando a gridare come un fuorsennato? Sei serio? “. Chiede decisamente sbigottita la fanciulla. Lui pare cercare di calmarsi un po': la guarda qualche istante e, in seguito e dopo alcuni momenti in cui lei pensa che finalmente si scuserà, scuote il capo sprezzante.

“ Non è colpa ma se dici un sacco di eresie e critichi ogni cosa che faccio “. Incrocia le braccia contrariato, lei non può fare a meno di rispondergli per le rime.

“ Giuro su Dio, io non ti capisco: sei qui per litigare? Beh io non ne ho voglia, dato che domani si svolgerà la cerimonia funebre di mio padre! Quindi, o ti scusi o te ne vai “. Sentenzia, dando un taglio netto alla discussione.

“ Dio? Dio, Dio, sempre Dio! dov’era il tuo Dio, quando tuo Padre è morto, eh? Perché non la smetti con queste tue sciocchezze da suora? “. Chiede acido ma, a quella frase, lei si avvicina e per la prima volta in vita sua alza le mani su qualcuno, rifilando un sonoro ceffone al giovane.

“ Non ti permettere più di parlarmi in questo modo, hai capito?! Non offendere mai più il Creatore o ciò in cui io e la mia famiglia abbiamo sempre creduto: non te lo permetto! “. Sentenzia alterata: non sa da dove derivi, ma la sua fede è incrollabile e non permette a nessuno, nemmeno al suo ragazzo di infangare il nome del Creatore in quel modo. Innervosito dallo schiaffo lui la afferra per un polso, stringendoglielo così forte che quasi le pare voglia spezzarglielo.

“ Razza di… “. Sibila lui, fermandosi subito dopo: i loro sguardi si affrontano, lei non ha timore di quegli occhi di ghiaccio che sembrano quasi volerla trafiggere.

“ Vattene “. Sibila solamente la bruna, lui tuttavia non pare volerla lasciare andare e men che meno pare volersene andare.

“ Dillo di nuovo “. Sibila, il suo tono tuttavia pare del tutto diverso da quello di prima: non c’è più rabbia, c’è ben altro.

“ Ti ho detto vat… “. Non finisce la frase la bruna: lui è più rapido e, senza darle il tempo di ribattere la zittisce con un bacio. Da prima lei cerca di opporsi, in seguito sembra quasi che quella discussione non abbia più senso, più nessuna ragione di essere. Succede sempre così tra loro: litigano, se ne dicono di ogni ma alla fine, il destino li conduce sempre a riunirsi nel solo modo possibile. Una remota parte di lei le grida di smetterla di continuare a cascarci, di svegliarsi e di porre fine a questa relazione. Ma il resto della sua mente e del suo corpo no: l’avvocatessa si arrende, ricambiando in fine quel bacio con la stessa intensità, come se una calamita invisibile la attirasse irrimediabilmente colui che si rivela essere Moritz Glassred: uno degli avvocati più corrotti di Roma, senza ombra di dubbio. Ma allo stesso tempo il fidanzato di colei che, invece, è conosciuta da tutti come l’avvocatessa più giusta e retta di tutta la capitale. Come abbiano fatto due persone così diverse ad unirsi, solo il destino lo può sapere. A volte anche Valentina si chiede come abbia potuto innamorarsi di una persona simile, chiedersi perché ogni volta finisce per perdonarlo e finire, ancora una volta, per far pace tra le lenzuola. Non lo sa, ma accade. Non lo sa, ma è sbagliato e forse, proprio l’indomani, ne avrà la prova. l’indomani, al funerale del padre, qualcosa di nuovo potrebbe accadere.

 

Nello stesso istante invece, al Vaticano.

Il giovane dalla chioma bionda sembra essere esausto: cade a terra, ferito in più punti del corpo malgrado di fatto, non sia nemmeno uscito dalla Basilica e quindi nessuno lo abbia ferito. A trovarlo in quello stato è proprio il Santo Padre. l’anziano solleva di poco la veste per non incespicare, per poi affrettarsi verso di lui e chinandosi allarmato. “ Krad! Figliolo, riesci a sentirmi? “. Chiede, mentre il giovane che si rivela essere Krad non gli risponde: dentro di sé avverte un dolore che pare quasi voler bruciare ogni cellula del suo essere, nella sua mente voci lontane e meno lontane riecheggiano. Voci sofferenti che, man mano che parlano fanno comparire su di lui nuove ferite. “ Coraggio figliolo, reagisci! Devi farlo “. Lo esorta il Papa. Ma lui rimane immobile a terra, le ali dispiegate e macchiate di sangue.

“ Non ce l faccio più. Perché sempre io, Santo Padre? Perché? “. Chiede. Il Papa cerca di alleviare la sua sofferenza nel solo modo possibile: chiedendo a Dio di intervenire.

“ Mio Signore, ti supplico: placa la sua sofferenza, te ne prego “. Prega accoratamente e, alla domanda del biondo non può fare a meno che porgli una mano tra i capelli con una dolcezza quasi paterna. “ Perchè tu, figliolo, tu sei la Virtù più vicina al Creatore. Sei il redentore che tutti aspettavamo e credevamo di aver perduto, colui che alla fine, ci guiderà tutti verso il Paradiso a capo delle sette incarnazioni Angeliche “. Sentenzia mentre, esausto, lui lo guarda perdendo sangue dalla bocca,

“ Non è vero. Non vi posso guidare in questo stato “. Sussurra: capita sempre più spesso, sente quelle voci, le voci dell’intera umanità. La sofferenza umana prende forma sul suo corpo, provocandogli atroci ferite e patimenti indicibili.

“ Ma certo che lo farai “. Il Santo padre gli prende una mano tra le proprie, come volesse aiutarlo a portare il peso di quella “ croce “ che purtroppo, a causa del suo ruolo solamente lui è in grado di portare. “ non essere adirato: il padre ti ha affidato un’importante missione, anche se è dolorosa. Lo so, è dura ma pensa questo: stai redimendo il genere umano “. Sussurra, ma a quella frase l’altro scuote il capo.

“ No “. Sussurra, cercando di alzarsi. “ Non è così che li redimerò: Michele mi ha detto come devo fare, non è soffrendo io che riuscirò ad aiutare il genere umano “. Tossisce un po' di sangue mentre, per fortuna, le forze sembrano lentamente tornargli e le ferite smettono di sanguinare. “ Devo redimere il mondo nel solo modo possibile: i peccatori devono essere puniti “. Conclude la frase il biondo, lasciando un Santo Padre attonito.

“ Allora, tu sai chi sei realmente…? “. Chiede, l’altro annuisce per poi prendere finalmente parola: una luce guarisce le sue ferite, le sue ali rifulgono di una meravigliosa luce meravigliosa così come i suoi capelli e la lancia che ora è comparsa nelle sue mani.

“ Io sono Fede: sono la Virtù più vicina al Creatore, colui che redimerà il mondo in nome dell’Arcangelo Michele e di mio Padre “. Sentenzia, mentre per un momento nei suoi occhi passa una luce quasi bianca e lasciando un Santo Padre attonito: credeva che Krad non fosse cosciente di chi è in realtà, non totalmente almeno. Ma evidentemente, si sbagliava. Ed ora la Virtù della Fede pare essere ben determinato a redimere il mondo punendo i peccatori. In che modo tuttavia, non è ancora dato saperlo. In tutto questo, un venticinquenne Castiel ha assistito di nascosto la scena, con sguardo colmo di ammirazione e un pizzico di devozione verso colui che, ormai, considera un fratello maggiore.



Salve miei fans, come state? Ecco qui il secondo capitolo di Bloody Sunset, che ne dite? In questo capitolo percorriamo le tappe più significative nell'infanzia di alcuni protagonisti, incontriamo un nuovo personaggio: Castiel. Chi sarà mai? Intanto arriviamo finalmente al vero inizio della storia: Valentina è diventata un'avvocatessa ed è la fidanzata di un avvocato corrotto, che porta lo stesso cognome di Allen. Coinccidenza? O no? Chi è in realtà Moritz? Al Vaticano nel frattempo, in Krad si è risvegliata la coscienza di essere Fede, la Virtù più vicina al Creatore e destinato a redimere il mondo. Castiel ha osservato utto quanto, alla sua sofferenza nel portare su di sè il peso della sofferenza umana ed il suo risveglio come Fede. Cosa succederà ora? Il funerale di Ettore si svolgerà davevro senza intoppi? Rimanete con me e lo scoprirete!
   
 
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