Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Sanae77    09/04/2021    4 recensioni
Si fanno scelte nella vita che spesso coinvolgono gli altri.
Altre volte, senza esserne coscienti, sono le tue scelte a portare conseguenze.
Ma indipendentemente da ciò che scegliamo... il nostro destino è già scritto?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koshi Kanda, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante il caldo torrido gli allenamenti calcistici non si fermano. Osservo Yukari e Kumi al mio fianco pronte con gli asciugamani e le borracce di acqua fresca. La scuola è finita da due mesi ormai e la mia relazione con Kanda va a gonfie vele. Come quella di Yukari con Kazuo. Dopo i primi giorni di sfottò vari i nostri amici hanno accettato le novità, forse quello che c’è rimasto più male è Ryo, ma non lo dà a vedere; anche se ogni tanto lo sorprendo a osservare la mia amica con insistenza in attesa di scoprire non so cosa.
Anche perché non ha mai nascosto il suo interesse per il pugile, come non ha mai nascosto la loro relazione. Ogni tanto so che Ishizaki si sente con il capitano; visto che riporta sempre i saluti a tutti, immagino sia stato avvisato del mio rapporto con Kanda e francamente non ho intenzione d’indagare su quello che ha detto. Ha fatto la sua scelta staccando i contatti con tutto il mondo. Si fa sentire saltuariamente e non mi ha mai scritto. Non ho intenzione di rovinarmi l’estate e i mesi futuri per colpa sua. Sto bene con Koshi, che tra poco passerà a prendermi. Stasera lui e Kazuo hanno organizzato una sorpresa per noi.
 
Sbuffo: e non per il caldo.
 
Perché ogni volta che vengo al campo mi parte il trip mentale di scuse che trovo per giustificare la sottile rabbia che mi passa sotto pelle? Sì, perché ormai la riconosco. È un sentimento che ho scoperto di provare da quando so che Tsubasa tiene contatti con Ryo e non con me. Se davvero non me ne importa più nulla e se sto bene con Koshi… allora, perché la mia mente vaga per lande desolate in cerca di rassicurazioni sui pensieri che nutro verso Ozora?
 
Forse non voglio sufficientemente bene a Kanda?
 
Sbuffo ancora, tanto che Kumi si volta guardandomi sospettosa.
 
“Oggi fa davvero caldo” mi giustifico tentando di trovare una scusa che tenga per i miei sbuffi scocciati.
“Tra poco avranno finito e potremo finalmente andare via, alla fine preferisco la boxe, almeno la palestra ha l’aria condizionata e fisici asciutti da contemplare.”
“Yukari!” l’ammonisco con la voce e non solo; il mio sguardo adirato la dice lunga, Kumi è più piccola di noi e vorrei tenere un minimo di decoro almeno in sua presenza.
“Quanto la fai lunga.” Risponde la mia migliore amica allungando il passo e interrompendo la partita. “Ragazzi è arrivata l’ora del riposo!” quasi urla agli invasati del pallone mentre inizia a distribuire a destra e manca asciugamani e bottigliette.
Sembrano tutti felici di questo inaspettato break, non posso che biasimarli ci saranno ancora 35 gradi nonostante siano già le sei del pomeriggio.
Alle mie spalle infatti avverto il rombo delle due moto che sono venute e prenderci.
I nostri ragazzi sono dei maniaci della puntualità.
 
Appena Yukari li vede accelera il passo di distribuzione liberandosi del lavoro in modo eclatante: “Kumi, finisci tu di mettere in ordine, noi dobbiamo andare.”
“Certo manager.” Risponde lei con ancora quella punta di rispetto che ha sempre avuto per noi ragazze più grandi.
“Sei pessima.” Bisbiglio mentre raggiungiamo l’uscita e di conseguenza i nostri ragazzi.
 
Koshi mi viene incontro e dopo avermi stretta per la vita mi bacia con ardore. Già immagino gli schiamazzi a centrocampo, ma fregandomene allegramente afferro il casco che mi porge e lo indosso.
 
 
Varchiamo i cancelli di questa casa che mai avevamo visto. È casa di Kazuo e i suoi genitori non ci sono quindi hanno pensato bene di usufruire della piscina; complice il fatto che la calura non accenna a diminuire.
 
“Casa libera!” esclama per l’appunto il proprietario prima di togliersi la maglia e buttarsi di slancio nell’acqua.
 
Kanda lancia praticamente tutto il vestiario sui lettini a bordo vasca avvicinandosi pericolosamente a me.
Mi affretto a togliere lo zainetto e posare il casco a terra, ha un sorriso troppo beffardo perché si fermi. E anche se glielo chiedessi non lo farebbe mai, Koshi è davvero un ragazzo che ama divertirsi e scherzare; è anche per questo che sto tanto bene con lui.
Lui non mi permette di pensare ad altro.
Altro che è dall’altro lato del mondo.
Altro che occupa comunque la mia testa anche se non vorrei.
 
Yukari dice che è passato troppo poco tempo e che Kanda piano piano me lo farà dimenticare, ma ora che sono tra le sue braccia e sto per atterrare completamente vestita in acqua… ho sempre altro per la testa.
 
Maledetto altro! Penso mentre tra le risate riemergo dopo il tuffo.
 
E finalmente non penso più a nulla intanto che, contro il bordo della piscina, Koshi mi bacia con passione. Ultimamente vedo che fa sempre più fatica a fermarsi. Respira con affanno mentre nasconde la testa nell’incavo del collo, dall’altro lato noto che Kazuo e Yukari sono avvinghiati come non avevo mai visto.
 
“Andiamo a fare uno spuntino?” suggerisce il mio ragazzo staccandosi e issandosi sul bordo della piscina con le braccia. I muscoli si tendono mentre il mio sguardo gli scivola addosso ammirando ogni singola gocciolina che scende per la forza di gravità. E sia benedetta questa forza e questa luce del tramonto che fa brillare il suo corpo. Mordo il labbro inferiore perché ultimamente anch’io faccio fatica a fermarmi, anche se forse non mi sento ancora pronta per il passo successivo.
 
Esco anch’io dopo aver lanciato un’ultima occhiata a Yukari, che nell’angolino più nascosto della piscina non capisco bene cosa stia facendo, ma quando Koshi mi afferra per la mano tirandomi via e dicendo: “lasciamoli soli…” due o tre idee su cosa stiano facendo me le sono fatte.
 
“Ah.” Riesco solo a rispondere a un Kanda che ridacchia.
 
Raggiunta l’engawa afferra un telo dalla cassapanca e me lo avvolge intorno alle spalle abbracciandomi da dietro. Mi godo l’abbraccio mentre leggeri baci tracciano una scia tra la mascella e la spalla.
 
“Andiamo a preparare qualcosa per cena?” suggerisce afferrandomi la mano e trascinandomi dentro attraverso una porta finestra.
 
Lo osservo muoversi come se fosse casa sua, dopo mi indica il bagno dove posso andare a togliere questi vestiti bagnati e indossare qualcosa di asciutto; fortuna che avevo portato un cambio per la sera.
Ma poco prima di imboccare la direzione per il bagno Koshi mi lancia un pacchetto che afferro al volo.
 
“E questo?” domando incuriosita.
“Non ti avevo detto di portare il costume, così ho pensato di comprartene uno, spero di aver azzeccato taglia e colore.”
“Grazie” rispondo imbarazzata dal gesto del mio ragazzo. Rigiro il pacchettino tra le mani prima di decidere di andare a cambiarmi.
 
Mi friziono i capelli con l’asciugamano mentre mi giro a destra e sinistra per vedere come mi sta questo costume.
Annuisco soddisfatta perché Koshi è stato davvero bravo, ha indovinato taglia e anche colore riuscendo a soddisfare appieno i miei gusti. Un blu notte con delle stelline argentate più intense a destra che sfumano fino a scomparire a sinistra, mi donano perfettamente. Il modello semplice e pratico appaga le mie esigenze. La mutandina classica e non provocante s’intona perfettamente con il reggiseno a fascia che completa il costume.
Ancora mi volto da una parte e dall’altra, sono in dubbio perché così nuda non mi ha mai visto, e come sempre: mi faccio mille paranoie sul fisico.
Il bussare insistente alla porta mi fa riscuotere: non me lo aspettavo.
Con una mano al petto per lo spavento chiedo chi sia.
 
“Sanae, sono io, apri.”
 
Aggrotto le sopracciglia sentendo la voce di Yukari. Insomma l’avevo lasciata in piscina indaffarata in ben altri impegni. Giro al chiave e la faccio entrare.
 
“Come mai tutta questa fretta?” chiedo curiosa.
“Non ridere, ma mi scappava troppo la pipì e non potevo farla certamente in piscina. Sai che il contatto con l’acqua mi fa venire lo stimolo… uff.”
“A me sembra che abbiate ben altri stimoli.” La perculo senza ritegno; una volta tanto che posso permettermelo ne approfitto.
La mia amica è accaldata e non solo dalla calura estiva. Il suo sguardo nel mio la dice lunga, molto più lunga di qualsiasi parola.
 
Spalanco la bocca sorpresa: “lo avete fatto?”
Annuisce entusiasta: “Sì, ieri, qua a casa sua… e”
“E?” chiedo stupefatta.
 
Lei mi afferra le mani e inizia a parlare a raffica. “Oddio Sanae è stato magnifico, certo un po’ di fastidio all’inizio, ma dopo… oddio dopo.” 
 
Le brillano le iridi mentre confidandosi fa trasparire la miriade di emozioni che si è tenuta dentro finora.
 
“Non mi hai detto nulla oggi…”
“Giuro che non era mia intenzione, Sanae, sai che ti racconto sempre tutto, ma nell’arco della giornata non c’è mai stata occasione per raccontarti con tranquillità.”
“Quindi?” la incalzo.
 
Gli occhi al cielo e le mie mani sempre più serrate nelle sue fanno vibrare anche me. È euforica mentre racconta quello che è accaduto ieri e io l’ascolto in religioso silenzio.
 
L’argomento trattato attira la mia totale attenzione e curiosità perché anch’io… ci penso sempre più spesso. E anche se altro invade sempre il mio cervello devo dire che Koshi riesce a distrarmi dal capitano.
 
Cerco di scacciare il pensiero su Tsubasa attribuendogli il giusto peso che ha in questo periodo della mia vita e cioè altro, una parola anonima che ho selezionato per cercare di non visualizzare il suo volto quando ci penso. Perché già immaginarlo con l’appellativo di capitano, Ozora o Tsubasa mi fa nascere l’immagine del suo magnifico volto nella mia testa bacata.
 
Torno a Yukari e al suo racconto fatto di emozioni, risatine e accozzaglie varie che non riesco bene a seguire, ma di una cosa sono certa… la mia amica così felice non l’avevo mai vista e sono così contenta per lei in questo momento.
Momento che non sto assolutamente interrompendo visto che è un fiume di parole in piena.
 
“Quindi stasera resto a dormire qua da lui… ovviamente ho detto che saremo state insieme, tienimi la parte.” Termina risoluta.
“Tu sei fuori Yukari, e se tua madre telefona a casa mia e non ti trova? Sei impazzita?”
“Ti prego, ti prego… trova una scusa, dì che sono al bagno, che mi sono rotta una gamba, qualsiasi cosa ma stasera voglio dormire qua.”
 
Sollevo gli occhi al soffitto scocciata dall’improvviso colpo di testa di cui è vittima la mia amica, ma quando abbasso lo sguardo e vedo quegli occhioni imploranti non so resistere.
 
Neppure il Gatto con gli stivali nel film di Shrek li aveva tanto grandi.
 
“E va bene, ma tieni il cellulare a portata di mano se devo avvisarti di qualcosa, mi raccomando. E… spero che tu abbia preso precauzioni Yukari non vorrei scoprirmi zia improvvisamente.” L’ammonisco in tono scherzoso.
“Idiota! - risponde mollandomi una spallata con le guance che le vanno a fuoco – e comunque a buon rendere…”
E scappa dal bagno prima che possa replicare.
Scuoto la testa e improvvisamente mi soffermo sulla frase ‘a buon rendere’ e il calore m’investe anche le orecchie… vado al lavabo per bagnare il viso con l’acqua fresca, non posso certo uscire così accaldata se non voglio che Yukari mi perculi appena mi vede.
 
Ma faccio fatica a farlo passare ripensando alla proposta di Yukari e al corpo di Koshi bagnato che esce dalla piscina. Corpo che spesso preme sul mio. Corpo che si fa sempre più scolpito ed eccitante. Guardandomi allo specchio afferro il labbro inferiore con i denti superiori imprigionandolo. Questo mi provoca un leggera scarica di eccitazione a basso ventre che ultimamente sto provando sempre più spesso. Arrossisco di nuovo mentre le mani elargiscono laute manciate di acqua fresca sul volto. Acqua che serve a ben poco, onestamente. Sorrido.
 
E per pochi attimi mi rendo conto di non aver pensato ad altroaltro che vorrei fosse qua.
Ammetto a me stessa. Prima o poi passerà no?
 
Prendo fiato e esco, non voglio più pensarci. Dimenticandomi che sono in costume e che il mio ragazzo non mi ancora mai vista con così pochi indumenti addosso. Solo quando arrivo in sala realizzo che sono uscita senza pensarci troppo, quindi m’immobilizzo quando osservo Koshi voltarsi e tramutare il sorriso in una smorfia di stupore. A rallentatore gli vedo posare lo strofinaccio che aveva tra le mani senza staccarmi gli occhi di dosso. Mentre io incrocio le braccia all’altezza del bacino per nascondere… neppure io so che cosa. Un triangolo di stoffa? Sto per arrossire lo sento. Tento di distogliere lo sguardo, ma non funziona.
 
“Ti-ti sta benissimo Sanae.” Balbetta con voce rauca e imbarazzata. Non lo avevo mai visto così, solitamente è molto spigliato e intraprendente, confesso che questo atteggiamento al momento mi spiazza.
“Grazie, la taglia mi calza a pennello, sei stato molto bravo a sceglierla.” Sposto il peso da un piede all’altro non trovando una posizione consona.
Sorride. Mi muore un respiro tra gola e naso per quel sorriso.
“Diciamo che ho avuto un’ottima complice e consigliera… vero Yukari?”
Nel giro di un millesimo di secondo Kanda torna quello di sempre mentre lo vedo avvicinarsi con una disinvoltura a me nota.
La mia amica annuisce ridacchiando in modo partecipe verso Koshi, mentre sta tagliando le verdure sul pianale della cucina. Kazuo da dietro la stringe e a tratti le bacia il collo. 
Prima che Koshi mi afferri e baci lì, di fronte a loro, per un momento invidio la spavalderia che ha sempre avuto Yukari verso la vita e le persone, fregandosene delle chiacchiere e degli imbarazzi.
Io invece… arrossisco per tutto. Maledetta vergogna che non mi lascia mai da quando sono nata.
Stavolta non faccio in tempo a emozionarmi, Koshi prende la mia mano e costringe a seguirlo nell’ engawa prima, e subito dopo a bordo piscina.
“Ora che hai il costume direi che puoi rinnovarlo. Ti sta d’incanto.” aggiunge sussurrando così vicino al mio orecchio da farmi accapponare tutta la pelle sul lato destro del corpo. Sento le sue dita scorrere sulle braccia per raggiungere le mie mani e intrecciarsi a queste. Con le mani unite mi avvolge imprigionandomi con le mie stesse braccia. Con la mente finalmente sgombra da altri pensieri mi godo questo abbraccio e bacio dal quale assaporo sempre più le sue labbra. Cerco una via di fuga dalla morsa per poterlo abbracciare, ma questo gesto fa sì che anche le sue siano libere. Libere di posizionarsi su tratti di pelle che finora era stata sicuramente al coperto e al sicuro. Sull’ultima parola rido mentalmente. 
 
Al sicuro da cosa poi?
 
Sento una mano piena che preme sulla parte finale della vita mentre l’altra percorre tutto il fianco fino a sfiorare delicatamente la curva del seno. 
Un risolino sfugge, perché soffro terribilmente il solletico.
So che non è il momento ma non resisto.
Anche Koshi ride sulle mie labbra anche se non accenna minimamente a distaccarsi da questo abbraccio. Accarezzo lentamente l’attaccatura dei capelli sulla base finale della nuca, mentre l’altra mano non resiste e continua a percorrere il fianco per addentrarsi sugli addominali scolpiti.
 
“Soffriamo il solletico eh?” domanda guardandomi con occhi pieni di desiderio.
 
Annuisco prima di sollevarmi sulle punte e tornare a baciarlo.
Stavolta è lui che interrompe. Prende un profondo respiro prima di poggiare la fronte alla mia e bisbigliare sulle mie labbra: “Ho voglia di te Sanae, non voglio metterti fretta ma…”
“Forse dovrò sfruttare la proposta di Yukari…” rispondo praticamente un sì, anche se lui non ha nessuna idea del ‘a buon rendere’ della mia amica.
Infatti mi guarda con un grande punto interrogativo stampato sul bel viso.
“Che proposta?” chiede incuriosito, mentre sto attorcigliando un suo boccolo sul mio indice.
“Mi ha proposto di reggermi il gioco – ridacchio – praticamente mi fornisce un alibi se volessi dormire una sera fuori.”
 
Koshi ride di gusto discostandosi da me, e lasciandomi lì come un ebete. Non capisco.
 
“Siete tremende voi ragazze, e poi dicono di noi.” Scuote la testa per poi azzerare nuovamente la distanza afferrandomi e stringendomi a sé. Non capisco niente, so solo che due secondi dopo atterro tra le sue braccia in piscina. Riemergo cercando di togliere i capelli dal volto mentre il mio ragazzo mi sostiene e muove per la piscina.
“Koshi!” lo ammonisco tossicchiando via un po’ di acqua che comunque era riuscita a entrare dal naso.
“Che ne dici se sfruttiamo questo alibi stasera che Kazuo ha la casa libera?” propone mentre arrivati al bordo della piscina m’imprigiona contro. Stavolta la mano che sento sul fianco è più ferma e decisa. Non è più un semplice sfregamento ma un tocco risoluto quasi impaziente.
 
Non voglio pensare a niente. Voglio solo pensare a questo momento e al mio ragazzo che adesso è qua dinanzi a me, non lontano migliaia di chilometri. Scaccio ‘altro’… non è certo il momento.
In un attimo di eccitazione distacco i piedi dal fondo e con le gambe mi avvolgo al bacino di Koshi. Per tutta risposta due mani piene trovano collocazione sotto i miei glutei per sostegno e non solo. Il tocco è delicato, ma al tempo stesso determinato. Una posizione tanto intima non ce l’avevo mai avuta.
 
“Il problema è che Yukari ha avuto la brillante idea di dire a sua madre che stasera dormiva da me, quindi sono io a dover reggere l’alibi a lei.”
 
Riflette un attimo prima di baciarmi le labbra per poi proseguire verso la mascella e discendere lungo il collo. Sono confusa, accaldata e con la testa terribilmente leggera. Non riesco a capire come una mano adesso sia sul mio seno. Una mano che senza più alcun freno si prende libertà che finora non erano state concesse. Avverto le dita sotto la stoffa, chiudo il braccio in un attimo di pudore residuo. Koshi si ferma.
 
“Tutto ok?” chiede ansimando tra la spalla e il lobo dell’orecchio. Lo spostamento di aria sulla pelle la fa increspare involontariamente mentre sollevo la spalla chiudendo il viso del mio ragazzo.
“Sì, scusa, lo sai che soffro il solletico.” Mi giustifico, ma non regge.
“Lo sai che se non te la…”
 
Non lo faccio finire chiudendogli la bocca con un bacio.
Non voglio più pensare o inventare scuse accampate in aria. 
Sto bene con Koshi e sono pronta al passo successivo.
   
 
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