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Autore: Flame    07/09/2003    0 recensioni
Sono passate migliaia d'anni dalla sconfitta di Sauron a dallo scioglimento della Compagnia dell'Anello. Legolas è l'unico superstite dei Nove e si trova a fronteggiare una vita immortale che per lui non ha più significato. Ma un'oscura profezia rimetterà in gioco il suo destino...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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21. I campi di Alexandria


Amwy camminò nei campi fioriti che li avrebbero portati verso la loro destinazione. Forse avrebbero preferito terminare presto quel viaggio e tornare infine alle loro vite passate.

Ryken non vedeva l’ora di tornare nel suo regno acquatico, per essere lodato e ricordato anche molti anni dopo. Era poco conosciuto in quel periodo, ed era considerato un combinaguai.

Rouge voleva tornare nei giardini del suo regno nascosto nella profondità del suolo della Terra di Mezzo. Là avrebbe fatto visita alla statua di sua madre e le avrebbe parlato. Gli Elfi avevano trasformato in pietra il suo villaggio, e per lei era come la morte. Nessuno avrebbe più potuto tornare alla vita, e lei lo sapeva bene.

Myian adorava l’idea di tornare a Bosco Atro. Tutti l’avrebbero trattata in modo diverso perché sarebbe stata qualcuno di speciale. Nn sarebbe più stata l’evitata mezzelfa che alcuni disprezzavano, ma sarebbe stata vista come la mezzelfa che aveva salvato il mondo. E forse Legolas avrebbe voluto rivederla anziché rinchiudersi nelle sue stanze ad odiare la vita.

A Legolas, naturalmente, non importava di tornare a casa o partire per le Terre Imperiture. Gli interessava solo cercare la pace. Sapeva che non l’avrebbe trovata a Bosco Atro, e che il dolore se ne sarebbe andato solo con la morte. L’aveva provata, ed era stata la sensazione più bella della sua vita.

Viaggiarono a lungo, gettando fugaci sguardi ai pascoli e alle praterie nella distanza. Alla fine Amwy si fermò e si mise di fronte agli altri.

“Come vi sentite ? Credo che un po’ di riposo sarebbe opportuno !” Poi si sedette in mezzo ad un mucchio di fiori, raccogliendoli e sistemandoli in una splendida combinazione nei suoi capelli.

Anche Rouge si sedette accanto ai fiori, e, felice, contemplò la loro bellezza. Myian guardò Ryken per tutto il tempo. Si domandò come poteva essere un bambino mezzelfo, mezzuomo e mezzotritone. Non era mai stata così attratta da qualcuno.

Ryken camminò con impazienza per il campo, dando brevi sguardi alle diverse erbe. Infine si calmò e si sedette sul ceppo di un albero dalla forma comoda. Poi guardò la splendida Amwy.

Riccioli rosa caddero sul suo viso mentre il vento soffiava. Lui pensava che i suoi capelli fossero più belli di quelli degli altri, ma l’unica e bellissima capigliatura di Amwy gli faceva sentire il bisogno di toccare il suo viso. Con uno sforzo, resistette, ma non potè smettere di fissarla.

Lei si sistemò fiori viola e blu dietro le orecchie, aggiungendoli alla sua magnificenza. Alzò lentamente lo sguardo, dando un sorriso imbarazzato e continuando il suo lavoro con i fiori.

Poi guardò Legolas, che era seduto in un’area piana con corta erba. Si domandò perché evitasse l’attrazione dei fiori. Era nella volontà della sua gente amare la natura che la circondava perché non avrebbero mai saputo quando glie l’avrebbero strappata via.

Infine Ryken non potè resistere al suo bisogno di parlarle.

“Di che razza sei, se posso chiedertelo, mia Signora ?”

“Io sono una Ninfa ; una principessa, come già sai.” rispose lei, tenendo il suo sguardo sui fiori.

“Perché sei così lontana da casa ?” domandò Rouge, cercando di aggiungersi alla conversazione appena iniziata.

“Oh...sono scappata !” Questo attirò l’attenzione di Legolas. Tutti pensarono al disastro che sarebbe successo se fossero entrati nel regno di Alexandria con una principessa in fuga.

“Ma questo non metterà in pericolo le nostre vite, Amwy ?” chiese Myian con preoccupazione e un po’ di curiosità.

“Sistemerò tutto ciò che andrà storto e ogni sospetto di essere stata rapita da voi.”

Legolas parlò per la prima volta dopo molto tempo. “Non ho mai conosciuto una principessa che conoscesse l’arte della battaglia, come fai ad esserne in possesso ?”

“E’ un dono che ho ereditato !” disse Amwy, apprezzando l’attenzione. “Quando una Ninfa di sangue reale muore, tutte le sue attitudini naturali sono lasciate in una camera sotto il palazzo. Qualsiasi spirito pensi che ne valga la pena, vi darà i suoi doni naturali. Io ho ricevuto i doni di Alexander, il fondatore di Alexandria. Era il più potente mago e un gran maestro d’armi. Avendo il suo dono, io posso usare una versione più potente della sua magia, e tutto ciò che tocco può essere usato come arma nelle mie mani.”

Ryken fu sorpreso che una bellezza come lei potesse essere una combattente così seduttrice. Anche se agli altri poteva sembrare strano, credeva che questo l’avesse resa ancora più attraente di prima.

Myian vide lo sguardo sul volto di Ryken, e si ingelosì. Avrebbe voluto alzarsi e gridare ad Amwy “L’ho visto prima io !” Ma Myian conosceva il potere di Amwy.

La Ninfa suggerì di rimettersi in cammino, e fu ciò che fecero. Quando arrivarono a mezzo miglio di distanza da Alexandria, tutto il gruppo si fermò ad ammirare la bellezza della città. Ma Amwy non si era fermata per guardare la sua casa, si era fermata perché aveva sentito avvicinarsi dei nemici.

Prese le sue armi nascoste sotto il vestito bianco e si mise in posizione di combattimento. Continuò a guardarsi intorno, mentre il suo acuto istinto battagliero si faceva sentire nella sua mente. Un cambia-pelle in orma di orso sbucò all’improvviso dall’erba alta, pronto ad uccidere.

Amwy balzò verso di lui, piantandogli un pugnale nel petto. Il mostro cadde a terra, e Amwy atterrò sulla sua schiena. Era morto, ma qualcosa sembrava più vivo di prima.

Una palla di nebbia nera uscì dal corpo del cambia-pelle e scivolò nella bocca di Myian, che cadde a terra all’improvviso. Legolas e Ryken le si inginocchiarono accanto.

Legolas le controllò il polso, e scoprì che questa volta era davvero morta...

 

 

 

 

 

22. Finchè morte non ci separi

 

Legolas rimase in piedi davanti a quel corpo senza vita. Controllò di nuovo il polso, ma il suo cuore non dava il minimo segno di movimento. Poi si voltò verso Amwy, che era ancora appollaiata sulla schiena del cambia-pelle. Notò che esso stava lentamente tornando ad assumere una forma umana.

Amwy andò da Legolas, tenendo la testa bassa mentre parlava. “Mi dispiace. E’ stata una trappola imprevedibile. Non possiamo fare nient’altro che darle una degna sepoltura nel mio regno...”

Ryken abbassò il capo. Il dolore riempiva in parte il suo cuore. Gli dispiaceva come si era girato Myian tra le dita, solo per divertimento. Sperò che lei l’avesse perdonato.

Rouge aveva calde lacrime che le scendevano dagli occhi. Sentiva che i suoi occhi erano come la cascata che si trovava nella sua terra. Non riusciva a fermarle. La sua seconda amica in quel viaggio se n’era andata. Con i suoi sensi, avvertì lo spirito che si trovava nel corpo di Myian venire portato via dal vento. Rouge poteva confermare la morte, ma sapeva che nel profondo del loro cuore, tutti ne erano a conoscenza.

Amwy si sentì triste per la sua sbadataggine. Avrebbe dovuto capire che era una trappola. Convinse se stessa e tutti gli altri che era imprevedibile, ma in realtà non lo era...sperò che Myian la perdonasse...

Legolas era senza parole. Non aveva provato nulla per Myian in passato. Ma si sentiva in colpa perché era morta al posto suo. Sapeva che probabilmente sarebbe stata più felice nella sua forma reincarnata, forse stavolta sarebbe stata una ragazza elfa con una famiglia e una vita normali, ma avrebbe dimenticato Legolas e gli altri.

Legolas accettò solamente l’offerta di Amwy, mentre continuavano il loro viaggio, Myian nelle sue braccia...

 

Presto giunsero ad Alexandria, la Città della Bellezza sarebbe stato un nome più appropriato. Aveva alte mura di pietra bianca e torri di marmo. Ogni cosa splendeva alla luce del sole, ad eccezione del piccolo gruppo che stava oltrepassando le porte.

Tutti si voltarono verso di loro mentre Amwy li conduceva lungo le strade verso un palazzo.

La gente si inchinava, riconoscendo la loro principessa, e gli altri che non l’avevano fatto continuarono a vivere la loro vita di ogni giorno.

La gente non si inchinava mai né trattava Legolas con un simile rispetto a Bosco Atro, infatti non gli avevano mai fatto un completo inchino prima di allora. Avrebbe potuto essere in qualche modo invidioso o risentito, ma in quel momento portava un’amica morta nelle sue braccia, e non si diede quel grande pensiero.

Quando ebbero raggiunto la porta del palazzo, Amwy parlò in una lingua diversa, in modo che le guardie si facessero da parte e li lasciassero entrare.

Li condusse verso un trono, dove sedeva un piccolo re. Era alto solo 5 piedi, ma era molto orgoglioso e pieno di dignità. Un’enorme corona gli copriva i capelli, e portava un gigantesco vestito coperto di gemme e pietre brillanti.

“Benvenuti. Le guardie mi hanno informato dei fatti e perché siete qui. Provvederemo immediatamente alla preparazione per la sepoltura.”

Un sacerdote dai capelli neri e la veste bianca prese Myian dalle braccia di Legolas, e uscì velocemente con lei.

Trascorsero il resto della giornata a spiegare al Re di Alexandria e ad Amwy del loro viaggio, e come stessero cercando una Ninfa perché li aiutasse a completarlo.

C’erano delle possibilità che quella che stavano cercando fosse Amwy, ma c’erano anche delle possibilità che non lo fosse. Il re portò tutti i suoi discepoli nella Sala del Trono per vedere se potevano capirlo. Mentre stavano meditando e conversando silenziosamente (sic...ma è possibile ? NdT), fece preparare una camera per tutti i membri vivi del gruppo.

Rouge andò nella sua stanza, dove guardò dalla finestra incorniciata d’oro, pensando a Myian. Ryken fece lo stesso, ma si sedette sul bordo della finestra. Il cielo sembrava ricordare Myian ad entrambi. I suoi modi di fare vivaci...probabilmente era l’unica che portava un po’ d’allegria nel loro gruppo. E ora se n’era andata...

Legolas aveva un modo diverso di affrontare tutto questo. Si gettò sul letto ed entrò nel suo sonno elfico. Ma in esso, sognò. Sognò la vita che avrebbe potuto vivere con l’amicizia di Myian. Come avrebbe potuto trasformarla in qualcosa di più esplicito. Ma ora era impossibile. Adesso era davvero morta...

Passò i due giorni successivi a piangerla nel suo modo silenzioso. Nessuna lacrima sparsa, nessuna parola detta, nessuna emozione sul suo viso. Solo pensieri...

 

Legolas fu svegliato nelle prime ore della seconda notte da un visitatore inatteso. Galadriel era seduta sul bordo del suo letto, guardando il suo corpo addormentato.

“Cosa vuoi ?” Legolas si alzò dalla sua posizione e la guardò negli occhi.

“Il tuo perdono...” disse Galadriel, distogliendo il delicato sorriso dal suo viso.

Legolas si alzò dal letto e andò verso la finestra. Guardando la luna, i pensieri di Legolas tornarono a Myian.

“Lei è morta..” gli disse Galadriel “Era tempo che lasciasse la Terra di Mezzo. Non c’era nulla che tu potessi fare per impedirlo ! Smettila ! Stai di nuovo rovinando tutto ! Se tieni tutte le tue emozioni dentro di te, farai sentire alla gente il freddo dell’odio ! Smettila !”

Tutta la luce delle candele e del fuoco che era presente nella stanza svanì in nubi di fumo.

“Dimmi come ti senti ! Dovresti bruciare per tutte le cose che tieni dentro di te. Ti prego...dimmi solo come ti senti...”

“Non sento nulla” rispose Legolas alle sue suppliche “Non sento nulla, quindi non posso dirti nulla...”

“Lo sento dentro di te, Legolas ! So che hai dei sentimenti che scorrono nelle tue vene...ma dimmelo !”

“Io...io non posso...”

Qualcuno da chiamare madre

Galadriel si avvicinò a Legolas e scrutò il suo viso vuoto. Odiava la rabbia che aveva fatto crescere in lui, ma la sentiva necessaria.

Andò da lui e mise la mano sulla sua spalla. Era ossuta e curva, segno che non aveva mangiato nulla per qualche tempo. Chiuse la mano libera e la riaprì, mostrando una lucida mela rossa.

“Ecco, Legolas, mangia questa...ti farà recuperare le forze.”

Legolas le voltò le spalle e tornò verso il letto, sedendosi sul bordo. Galadriel lasciò cadere la mela mentre prendeva il posto di Legolas per guardare la luna fuori dalla finestra.

“Sai molto ben quanto ti voglio bene, Legolas. Te ne voglio quanto tua madre non può volertene. Perché non puoi accettarlo ? Perché devo farti irritare, fissando una porta eternamente sbarrata ? Ti prego, aprila per me.”

Legolas non rispose, sedeva semplicemente sul bordo del letto, ignorando la fame nel suo stomaco. Pensava solo alle sue perdite. Pensò a Myian. Perché qualcuno tanto innocente fosse condannato ad una morte così rapida e dolorosa confondeva Legolas.

Perché non avevano preso lui ? Lui voleva essere preso, voleva che la sua vita finisse. Ma non avrebbe mai ottenuto questo...mai.

Galadriel si avvicinò a Legolas, raggiungendolo sul bordo del letto.

Pose le braccia attorno alle spalle di Legolas. Lo abbracciò stretto, gli occhi umidi mentre supplicava che Legolas si aprisse a lei, ma lui non lo fece.

“Lasciami stare” fu tutto ciò che Legolas potè dirle.

“Non lo farò ! La tua vita non potrebbe essere più agonizzante di adesso, se solo tu mi parlassi !”

Il viso di Legolas divenne rosso dalla rabbia, facendolo alzare dal letto e andare verso il fuoco che era dalla parte opposta della stanza.

Guardò la legna bruciare, come bruciavano anche i suoi occhi.

Galadriel andò da lui e lo prese per una spalla, costringendolo a guardarla. Ma non solo lo fece voltare, ma lo spinse all’indietro nel fuoco...

 

“LEGOLAS !” gridò, mentre lui cadeva goffamente nelle fiamme dietro di lui.

Uno sguardo di terrore e confusione coprì il suo viso mentre il fuoco gli bruciava la pelle.

Galadriel lanciò un incantesimo che lo tirò fuori dal fuoco e spense le fiamme che stavano bruciando i suoi vestiti.

Lo portò verso il letto e iniziò a lanciare una serie di incantesimi che avrebbero ridotto il dolore delle scottature.

Rouge entrò nella stanza, avendo udito le urla, e si aggiunse subito a Galadriel nel suo processo di guarigione.

Tutto ciò che Legolas potè fare fu passare lentamente oltre il dolore...

 

Legolas si svegliò dal suo sonno. Cercò di alzare un braccio, ma lo lasciò subito cadere per il bruciante dolore che copriva il suo corpo.

Gridò di dolore mentre sentiva un’ondata di calore tutto intorno a sé.

Sentì una mano fermare dolcemente tutti i suoi movimenti, e cedette ad essa. Guardò e vide Galadriel, il viso coperto di lacrime. Lei iniziò ad accarezzare dolcemente i suoi lunghi capelli biondi con le sue mani di seta. I capelli di Legolas erano usciti intatti dal fuoco. Galadriel continuò ad accarezzargli i capelli, cercando di dargli quanto più conforto fosse possibile., cercando di guadagnarsi il suo perdono.

Si chinò e baciò la sua morbida fronte, una delle altre poche cose sopravvissuto all’impietoso incidente del fuoco. Lei aveva pianto per tutta la notte a causa della sua stoltezza. Sentiva che avrebbe fatto di tutto per ottenere la sua fiducia.

Notando che Legolas era quasi cosciente, sentì la sua ultima parola prima che si abbandonasse nuovamente al sonno.

“Madre...”

  
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