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Autore: ItsClaire_    15/04/2021    0 recensioni
Miyuki Kaminaze sa di voler essere un Hero ma sa anche che diventarlo, per lei, non sarà così semplice.
Figlia di uno dei villain più crudeli di Tokyo, decide di mettere un punto agli abusi del padre che, da quando il suo quirk ha iniziato a manifestarsi l'ha spinta a combattere clandestinamente per riuscire a padroneggiarlo sin da subito - anche a costo della vita, e di fuggire il più lontano possibile per poter diventare tutto l'opposto di ciò che lui aveva pianificato: un hero.
I fatti narrati nella storia sono puramente inventati anche se alcuni sono stati presi come spunto dall'anime!
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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CAMBIAMENTI 

 

Dopo aver passato il resto della serata insieme agli altri compagni al piano di sotto, sia Bakugou che Miyuki, che per tutto il tempo avevano continuato a fare come se nulla fosse successo ignorandosi completamente e stando esattamente alla parte opposta l’uno dell’altra, per far sì che nessuno sospettasse nulla, salirono verso le loro rispettive camere insieme a tutti gli altri e continuando a non guardarsi, si chiusero la porta alle spalle e si misero a dormire.

La mattina seguente però, dato che in realtà qualcosa era effettivamente successo tra tutti e due, Miyuki che nemmeno quel giorno era andata a lezione poiché obbligata da Aizawa, rimase con lo sguardo fisso sul soffitto per almeno un’ora dopo essersi svegliata.
Continuava a sentire il respiro di Bakugou sulla sua pelle, il calore delle sue mani e la morbidezza delle sue labbra e, ogni volta che dava un’occhiata alla parete tra il suo letto e l’armadio, non riusciva a non smettere di vedersi insieme a lui in quello che, molto probabilmente, era stato il bacio più bello che avesse dato nella sua vita, nonché il primo.

Ripensando al pomeriggio precedente, Miyuki sentì nuovamente l’ormai familiare sensazione di bruciore sulle guance e non riuscendo a trattenere un sorriso, si rigirò nel letto e affondò il volto nel cuscino per poi fare un respiro profondo.
Non riusciva a smettere di pensare ai suoi occhi, al profumo dei suoi capelli e dei suoi vestiti e, come scolpito nella sua mente, non riusciva a non pensare all’immagine di lui che, senza maglietta la stringeva a sé.
Tuttavia, nonostante questi pensieri continuassero a renderle la testa più leggera, come una piccola macchia d’olio che si va allargando, l’idea che una volta uscita dalla sua stanza Bakugou sarebbe tornato a trattarla esattamente come aveva fatto nei giorni precedenti, continuava ad interferire con i bei ricordi del giorno prima.
Aveva paura che quella fosse stata solo una delle tante volte in cui lui aveva cambiato comportamento nei suoi confronti e che, come aveva già fatto, sarebbe tornato per chissà quale altro assurdo motivo a trattarla con indifferenza e, se davvero sarebbe andata così, Miyuki non era certa che avrebbe avuto la forza di affrontarlo ancora.
Non poteva di certo arrivare continuamente al limite tra la vita e la morte per far sì che lui si comportasse normalmente con lei e, di certo, continuare a vivere in quel loop di amore, odio, morte, amore aveva già iniziato a sfiancarla.

Per quanto quel bacio fosse stato intenso e bellissimo, non poteva lasciare che Bakugou si approfittasse ancora del fatto che lei non fosse, chissà perché, per niente in grado di opporre resistenza.
Solo qualche giorno prima aveva pensato che non avrebbe mai più lasciato nessuno abbattere le sue difese a causa di tutto il dolore che aveva provato e invece, il giorno prima, aveva lasciato che lui rimettesse a posto tutto il casino che aveva fatto e, l’idea che potesse entrare di nuovo e spostare tutto ancora una volta non faceva altro che spingere l’immagine di loro due contro la parete della sua stanza in una delle parti più profonde della sua testa e del suo cuore, in modo che, se lui avesse iniziato a comportarsi esattamente come nelle settimane precedenti, lei prima o poi sarebbe riuscita a dimenticarsene.

Alzando la testa dal cuscino e data un’occhiata alla sveglia sul suo comodino che segnava le nove e mezza, Miyuki decise di uscire dall’involucro caldo delle sue coperte e di andare in bagno a farsi una doccia per riuscire a dare una rinfrescata anche ai suoi pensieri.
Una volta asciugatasi poi, recuperò il telefono che aveva abbandonato la sera prima sulla scrivania e sospirò alla vista dei nuovi sei messaggi di Midoriya che, come aveva fatto la mattina precedente, le mandava in diretta i compiti che stavano assegnando per non farla rimanere indietro.
“Quanti ancora me ne devi mandare?!” gli scrisse dopo due minuti in cui il suo telefono non aveva fatto altro che vibrare.
Dopo qualche secondo di silenzio il suo telefono vibrò di nuovo, questa volta per un messaggio da parte di Kirishima.
“Present Mic ha assegnato una verifica d’inglese per la settimana prossima e io e Kaminari siamo nella merda ti prego devi darci una mano!” Miyuki rise e dopo aver risposto che li avrebbe aiutati di sicuro, posò di nuovo il telefono sul tavolo e riprese a leggere nonostante la sua mente continuasse a vagare altrove.

Come poteva concentrarsi su una banalissima verifica di inglese quando là fuori, chissà dove, suo padre stava sicuramente continuando a tramare qualcosa?
Erano ormai diverse settimane che non succedeva assolutamente nulla di strano e anche il fatto di essere riuscita a respingere la visione del giorno prima non aveva smesso di darle il tormento.
E se in quella visione avrebbe potuto raccogliere altre informazioni importanti? Forse avrebbe dovuto lasciare che quella dimensione la risucchiasse invece di mandarla via con la forza.
Eppure però averla mandata via aveva significato continuare a vivere quel momento con Bakugou – si girò verso la parete alle sue spalle.
“Cazzo Miyuki devi concentrarti!” esclamò riportando la testa sui libri e iniziando a mordere nervosamente il tappo della penna.

Per la prima volta in vita sua non riusciva ad essere concentrata il che, di certo, non le era d’aiuto.
Non poteva permettersi di tralasciare lo studio anche perché, se avesse fallito alla Yuei, tutto ciò che aveva fatto per fuggire e diventare un Hero così da poter finalmente sconfiggere suo padre, non avrebbe avuto senso.
Doveva cercare di ritrovare il focus e soprattutto di riorganizzare le sue priorità.
Se nelle settimane precedenti l’unica cosa di cui le era importato davvero era capire il motivo del comportamento di Bakugou, adesso non poteva continuare a lasciare che continuasse ad essere lui il centro dei suoi pensieri.
Non poteva permettersi di perdere ulterior tempo e salute dietro ai continui sbalzi di umore di lui perché, ciò che era successo tra loro due, era qualcosa di non programmato, un qualcosa in più, bellissimo sicuramente, ma fuori dall’idea iniziale che aveva scatenato l’esplosione quella sera.
Era fuggita per riuscire ad essere libera, per riuscire a diventare un Hero così da sconfiggere suo padre e questo vedeva le sue priorità diventare la scuola, suo padre e, solo alla fine, Bakugou.

“Perché deve sempre essere così difficile però...” asserì sospirando.
Pochi secondi dopo poi, la vibrazione del suo telefono riportò di nuovo la sua attenzione la realtà e quando, aprendo la conversazione con Midoriya, si accorse dei trenta messaggi non letti, tutti pieni di esercizi e pagine da studiare, nonostante la voglia di tornare a ripensare a ciò che l’aveva già distratta fosse forte, l’intenzione di concentrarsi per davvero sulle sue nuove priorità ebbe la meglio e la portò a rimettersi a studiare, ignorando completamente il richiamo di quella parete e i ricordi ad essa collegati.

Ritrovata finalmente una parte della sua solita concentrazione, Miyuki portò a termine tutti i compiti che Midoriya le aveva mandato e non sentendo il telefono per almeno un’ora pensò che, sicuramente, i suoi compagni avevano lasciato l’aula per dirigersi verso la palestra e allenarsi come da orario scolastico.
Arrivata l’ora di pranzo e sentita la porta d’ingresso che si apriva, Miyuki che ormai da quindici minuti aveva finito di studiare e aveva iniziato a scarabocchiare su un foglio perché troppo codarda da uscire ed affrontare la possibilità che tutto ciò che stava temendo potesse diventare realtà, si stiracchiò rumorosamente e, invece di scendere, prese il telefono che aveva chiuso in uno dei cassetti della scrivania per non avere nessun’altra tentazione e andò a buttarsi sul letto nell’attesa che qualcuno andasse a tirarla fuori di peso.

Sentita la porta del piano di sotto aprirsi, Bakugou distolse lo sguardo dallo schermo del cellulare e fece un sospiro rassegnandosi ormai al fatto che, l’occasione di rimanere da solo con Miyuki fosse svanita poiché, chissà per quale motivo, non aveva avuto il coraggio di andare da lei per tutta la mattina.
“Ehi, Bakugou!” la voce di Kirishima da dietro la porta lo spinse a lasciare il telefono sul letto e ad alzarsi per andare ad aprire.
“Che c’è?” gli domandò dopo aver aperto; l’altro lo guardò con una strana espressione compiaciuta “Che cazzo vuoi?” chiese allora non sentendogli proferire parola.
“Mi fai entrare o no?” fece l’altro e con aria non molto lieta, Bakugou lo lasciò entrare chiudendosi la porta alle spalle.
“Allora?” domandò Kirishima sedendosi sul letto e guardandolo con l’espressione di chi stesse aspettando la storia del secolo; Bakugou lo guardò confuso “Allora che?”
Kirishima sospirò portando la testa all’indietro “Ieri!” Bakugou continuò a non seguirlo.
“Non mi hai più detto com’è andata dopo il messaggio – si mise seduto con le gambe incrociate – e quando siete scesi non vi siete rivolti la parola per tutto il tempo. Avete fatto pace o no?”

Bakugou si mise a sedere sulla sedia della scrivania “In un certo senso” rispose poi stringendo le spalle.
“Che vuol dire in un certo senso?” domandò l’altro che moriva dalla curiosità ma Bakugou si mise a giocare con una delle sue matite.
“Dai, mi hai costretto a tenere tutti fuori casa fino all’ora di cena per poter parlare con lei, penso di meritarmi una risposta dopo aver passato un intero pomeriggio con Mineta!” si lagnò.

Bakugou sbuffò e conscio del fatto che l’altro non se ne sarebbe andato senza una sua risposta, lasciò cadere la matita di peso su uno dei quaderni che aveva sulla scrivania “L’ho baciata” ammise poi guardandolo con l’espressione di chi sapeva che ne avrebbe fatto una questione di stato.
Come aveva immaginato, infatti, Kirishima spalancò la bocca e con gli occhi quasi fuori dalle orbite lo indicò con l’indice destro “L’hai baciata?!”
“Abbassa la voce!” lo rimproverò l’altro lanciandogli il portapenne in faccia; Kirishima lo afferrò al volo “L’hai baciata?!” ripeté a voce più bassa mentre l’altro faceva un cenno con la testa “E com’è stato?!”
“Che cazzo te ne frega?!” Kirishima scoppiò a ridere.
“Scusa ma un po’ me l’aspettavo – prese a dire poi – era tutto così strano tra di voi, tu che urli, lei che urla, tu che quasi la uccidi. Se non l’avessi baciata penso avresti finito per romperle l’osso del collo durante uno dei tuoi raptus di follia” rise ancora ma l’altro lo guardò serio.
“Beh? - prese il cuscino che stava alla sua sinistra e lo strinse tra le braccia – Quindi com’è stato?!” chiese ancora.
“Non ho intenzione di dirti un cazzo, Kirishima” asserì Bakugou voltandogli le spalle e prendendo a tamburellare con la matita sul quaderno mentre, nella sua testa, come avevano fatto per tutta la mattinata, tornavano le immagini della sera prima.
“Stai per caso arrossendo?” commentò l’altro dopo aver notato uno strano rossore comparire all’altezza delle orecchie dell’amico.
Bakugou spezzò la matita e con tutte le forze cercò di reprimere la voglia di ficcargliene negli occhi “Ho capito – continuò l’altro lasciando il cuscino dove lo aveva preso e alzandosi – se non hai intenzione di dirmelo, - si avviò verso la porta poggiando la mano sulla maniglia mentre l’altro lo seguiva con lo sguardo – andrò a chiederlo a lei!” e sorridendo compiaciuto spalancò la porta e corse verso la camera di Miyuki, sicuro del fatto che, per non far sapere niente a nessun altro, Bakugou non l’avrebbe inseguito urlando.
“Che stronzo” asserì l’altro sbattendo la porta e tornando alla scrivania tra un’imprecazione e l’altra.

Sentendo il rumore di qualcuno che correva velocemente verso la sua stanza, Miyuki distolse lo sguardo dal telefono e quando quel qualcuno bussò, dopo aver detto “E’ aperto!” rimase particolarmente sorpresa nel vedere Kirishima che, con un sorriso a trentadue denti, la guardava come se sapesse qualcosa in più di lei.
“Tutto a posto?” domandò divertita dal modo in cui aveva fatto irruzione nella sua stanza.
Assicuratosi che Bakugou non l’avesse seguito davvero, Kirishima entrò nella stanza dell’amica e chiuse la porta.
“Quindi?” chiese anche a lei con la stessa espressione compiaciuta di pochi istanti prima; Miyuki ancora a pancia in su sul letto lo guardò corrugando la fronte “Quindi cosa?”
L’altro sbuffò “Cos’è successo tra te e Bakugou? Ieri mi ha chiesto di tenere tutti fuori fino all’ora di cena ma non mi ha fatto sapere nient’altro e quando siamo tornati non ho avuto il tempo di chiederti nulla” mentì sperando che lei vuotasse il sacco.
Miyuki strinse le spalle, anche se non se l’erano detto a voce come l’ultima volta, era sicura che soprattutto in questo caso Bakugou non volesse che si venisse a sapere e, ripensandoci, neanche lei voleva che gli altri sapessero di ciò che era successo proprio sulla parete su cui si era appena poggiato Kirishima “Non so cosa ti aspetti ma non è successo proprio nulla.”
L’altro spalancò la bocca sorpreso e prese a scuotere la testa “Non ci posso credere” asserì poi fingendosi deluso “mi stai raccontando delle cazzate!” lei corrugò la fronte.
“Bakugou me l’ha detto che ti ha baciata” ammise lui incrociando le braccia al petto e come se qualcuno l’avesse tirata su di peso, Miyuki si mise immediatamente a sedere sul letto “Te l’ha detto?!”
Notando la sua espressione completamente in imbarazzo, Kirishima scoppiò a ridere “Che cazzo hai da ridere?!” esclamò lei mentre l’altro si accasciava a terra per le risate.
“La tua espressione mi ha ucciso” rispose lui ancora ridendo; Miyuki prese il cuscino su cui era appoggiata fino a poco prima e se lo schiacciò contro la faccia, sapeva benissimo di essere arrossita perché riusciva a sentire la pelle di tutto il viso andare a fuoco.

Una volta ripresosi, Kirishima si rimise in piedi e con ancora le lacrime agli occhi, si andò a sedere sul letto difronte a Miyuki che sembrava cercare un modo per sprofondare all’interno del cuscino.
“Com’è stato?” le domandò ancora più divertito di quando lo aveva chiesto a Bakugou – con Miyuki era più divertente perché non sapeva fingere tanto quanto l’altro.
Miyuki alzò la testa e come se avesse paura che Bakugou potesse sentirla in chissà quale maniera, guardò verso la porta prima di tornare a guardare l’amico “Quindi? - incalzò lui – Com’è stato? Bello, brutto, troppo umido, troppa ling-” Miyuki gli tappò la bocca.
“Non lo so” rispose a denti stretti mentre l’imbarazzo la divorava “è stato il mio – deglutì rumorosamente – primo bacio – gli tolse la mano dalla bocca – non ho un termine di paragone ma, posso dirti che non è stato male” non poteva credere di star dicendo certe cose a Kirishima.
L’altro ridacchiò “Se vuoi posso baciarti anche io così puoi fare il paragone.” Miyuki lo colpì in faccia con il cuscino “Okay scherzavo!” scoppiò ancora a ridere.
“Sei un coglione!” asserì lei colpendolo ancora.

“Almeno tu qualcosa me l’hai detta – si lasciò cadere all’indietro sul materasso – quell’altro non si fa uscire le cose di bocca a meno che non gli tiri fuori la lingua di forza!” rise.
Miyuki sospirò “E’ stato strano – l’altro si rialzò curioso – come se per tutto il tempo in cui non ci siamo parlati io fossi stata in apnea e, ieri è stato come tornare a respirare” sentì le guance diventare ancora più calde mentre Kirishima continuava a ridere.
“La smetti?!” lo colpì ancora.
“Scusa! - alzò le mani – E’ che fino a ieri ha cercato di ucciderti e dopo qualche ora dall’incidente ti ha baciata!”
Miyuki sospirò di nuovo “Lo so – iniziò a giocare con gli angoli della federa – infatti, per quanto possa essere stato bello – si mordicchiò l’interno del labbro inferiore – temo che quando uscirò da questa stanza tornerà tutto come dopo le vacanze.”
A quelle parole, Kirishima che stava ancora ridacchiando si fermò “Non credo” cercò di rassicurarla; Miyuki distolse lo sguardo dalla cucitura della federa “anche se non mi ha detto nulla l’ho capito che, - si trattenne dal ridere ancora – neanche tu baci male” alzò le sopracciglia e notando il rossore aumentare sul volto dell’amica, scoppiò ancora a ridere mentre lei lo colpiva con la mano sull’avambraccio destro che stava usando per pararsi la faccia.

Dopo aver passato altri cinque minuti a far aumentare il suo imbarazzo, Kirishima si alzò dal letto ancora ridendo “Comunque adesso devi uscire per forza da questa stanza.” lei lo guardò confusa.
“Devi aiutare me e Kaminari per la verifica di inglese” continuò lui allungandole la mano destra per aiutarla ad alzarsi.
Come se improvvisamente il suo corpo avesse preso una tonnellata di chili, Miyuki fece molta fatica ad afferrare la sua mano per alzarsi e non solo perché la gamba destra le stesse ancora facendo vedere le stelle.
Tuttavia però, aveva sperato che qualcuno l’avesse trascinata fuori da lì di peso e il fatto che fosse Kirishima a farlo rendeva le cose, forse, un po’ meno difficili da affrontare.
Tiratasi su, Miyuki recuperò i quaderni e il portatile che la scuola aveva procurato ad ogni studente e precedendo l’amico, lasciò la sua stanza sperando di non pentirsene.

Le urla di Kaminari che esasperato non riusciva a capire nulla della lezione che stavano ripassando risuonò per tutta la casa dato che, la maggior parte dei loro compagni non erano presenti.
“Kaminari è più semplice di quanto pensi!” cercò di rassicurarlo Miyuki “Ti serve solo un po’ di allenamento.”
L’altro la guardò con aria sofferente “Non possiamo allenarci invece di fare inglese?!” le strattonò il braccio sinistro “Devi ancora aiutarmi con il fulmine!”
Miyuki rise “Che io ti aiuti o meno con il fulmine dovrai comunque fare la verifica come tutti noi la settimana prossima!” l’altro iniziò a dare piccole testatine sul tavolo del soggiorno.
“Com’è possibile che tu sappia già tutte queste cose?!” esclamò Kirishima indicando la miriade di fogli che Miyuki aveva fatto quella mattina con tutti gli esercizi e gli schemi delle lezioni; lei strinse le spalle “Se c’è una cosa buona tra le tante orribili di mio padre è proprio quella di avermi fatto da insegnate e avermi anche avviato verso, se ci penso bene, un ottimo metodo di studio” scuoté la testa incredula.
Kirishima sospirò e si colpì la fronte con un blocco di fogli pieno di esercizi “Magari se li sbatto abbastanza forte qualcosa mi entra in testa” asserì aumentando la forza con cui si stava colpendo.
“Per far entrare qualcosa nella tua testa servirebbe spaccartela a metà, e non sono nemmeno sicuro possa funzionare” commentò all’improvviso Bakugou che, sentito il baccano proveniente da quei due, aveva titubato un po’ prima di raggiungerli dato che, oltre alle voci di Kirishima e Kaminari aveva sentito, ovviamente anche quella di Miyuki.

“La fai facile tu! - esclamò Kirishima – Oltre a lei – indicò Miyuki – e Shoto sei l’unico con più intelligente nella nostra classe!”
“Non ci vuole l’intelligenza per capire due regole del cazzo” gli strappò i fogli di mano e lo colpì violentemente alla testa.
“Ah no?” rispose Kaminari che stava ancora colpendo il tavolo.
Miyuki si massaggiò le tempie cercando di mantenere la calma dato che, da quando aveva sentito la voce di Bakugou alle sue spalle, l’agitazione che aveva tenuto a bada fino a quel momento stava aumentando a dismisura.
“Ragazzi seriamente – recuperò un paio di fogli davanti a sé – è la cosa più banale del mondo” iniziò a riscrivere gli esempi sperando che potessero capirli mentre Bakugou, con ancora i fogli in mano, le si sedeva di fronte.

Una volta seduto per bene, Bakugou iniziò a sfogliare i fogli che aveva in mano alternando sguardi verso gli appunti a quelli verso Miyuki che, con sguardo concentrato, rispiegava per l’ennesima volta l’argomento a Kaminari.
Dal canto suo poi, dato che non riusciva a farne a meno, anche Miyuki sporadicamente alzava lo sguardo per guardarlo e non furono poche le volte in cui entrambi si guardarono negli occhi mentre, gli altri due, completamente ignari, stavano con la testa china sul foglio nel tentativo di svolgere correttamente gli esercizi che gli venivano assegnati.

Così, anche se separati da quasi due metri di distanza, Bakugou e Miyuki tornarono a guardarsi negli occhi più volte come avevano fatto la sera prima e, come se in quegli istanti il tempo attorno a loro si fermasse e le loro menti si unissero, entrambi ripercorrevano piccoli spezzoni di cosa avevano vissuto il giorno prima al piano di sopra, nel silenzio più totale.
Come se non ci fosse nessun altro lì con loro, i due continuarono a fissarsi, entrambi con il respiro che iniziava ad essere un po’ più pesante e le mani, almeno quelle di Bakugou, che si torturavano a vicenda come nel tentativo di reprimere la voglia di afferrare qualcosa.

“Aspetta!” la voce di Kaminari proveniente dalla sua sinistra fece sobbalzare Miyuki e, a causa della sua reazione improvvisa, Bakugou trattenne a stento una risata “E’ giusto?!” quasi le lanciò il foglio in faccia.
Ancora un po’ persa in quel momento con Bakugou, Miyuki ci mise un po’ a ritrovare la concentrazione “Oddio – rilesse il foglio un paio di volte – è giusto!” esclamò poi girandosi verso l’amico e dandogli il cinque.
“Che cosa?!” si lagnò Kirishima girandosi verso Bakugou “Com’è possibile che lui ci riesca e io no?”
Bakugou lo guardò serio “Vuoi davvero che ti risponda onestamente?” era ancora infastidito dal fatto che avesse voluto ficcare il naso negli affari suoi e, dato che Kirishima lo aveva capito perfettamente, gli fece il verso e si girò verso Miyuki “Puoi rispiegarmelo?” e annuendo la ragazza si spostò con la sedia verso di lui mentre Kaminari si alzava vittorioso e iniziava a pavoneggiarsi per il soggiorno.

“Kirishima, ti prego – fece Miyuki mentre con le dita si massaggiava le palpebre – sono le otto e mezza, a momenti tornano tutti gli altri, dimmi che l’hai capito” lo guardò stremata.
L’altro guardò il foglio e con le mani tremanti se li sbatté di nuovo sulla fronte “No” ammise poi tristemente.
“Come puoi essere così coglione?!” esclamò Bakugou che ormai aveva perso la pazienza sbattendo il pugno destro sul tavolo per non tirarglielo in faccia “Te lo sta spiegando da ore!” la indicò con la mano.
“Non sgridarlo così!” lo difese lei; Bakugou la guardò sconvolto “Urlargli in testa non lo aiuterà a capire prima!” asserì lei.
“Beh non mi sembra che spiegargli le cose con calma abbia portato ad un risultato diverso!” lo colpì con uno dei quaderni che Kirishima aveva lasciato sul tavolo.
“Smettila!” esclamò lei allungandosi sul tavolo per toglierglielo di mano “Kirishima ignora Bakugou – posò il quaderno accanto a sé mentre con la mano gli portava via i fogli che si stava ancora sbattendo sulla fronte – sono sicura che entro il giorno della verifica saprai tutto!” gli sorrise.
Kirishima si accasciò sul tavolo “Sì, scommettici” commentò Bakugou alzando un sopracciglio.
“Okay” rispose lei allungandogli la mano “scommettiamo.” Kirishima alzò la testa e rimase a guardare i due che, con il fuoco negli occhi, si guardavano fisso.
“No ragazzi davv-”
“Okay!” asserì Bakugou stringendole la mano “Sarà divertente vederti perdere e pagarne le conseguenze.” e dopo aver ghignato, lasciò la sua mano e si diresse verso il frigo – aveva urgente bisogno di bere qualcosa di fresco.

“Vedrai che riuscirai a sapere tutto, - si scrocchiò le dita – non ho nessuna intenzione di perdere contro di lui” asserì Miyuki alzandosi “deve ancora pagarmela per il femore!” e dopo aver dato una pacca sulla spalla all’amico iniziò a raccattare tutte le sue cose per poterle portare al piano di sopra in modo tale da liberare il tavolo per la cena.

Arrivata nella sua stanza, Miyuki posò le cose dove le aveva prese e, dato che aveva lasciato la porta semi aperta poiché aveva entrambe le mani occupate, non si accorse della presenza di Bakugou finché la sua ombra non oscurò parte della scrivania.
“Vaffanculo!” esclamò lei facendo un saltello alla sua destra e facendosi male a causa della gamba destra “La vuoi smettere di sbucare all’improvviso?!” continuò massaggiandosi la gamba mentre lui la guardava divertito.
“Non mi ero accorto di farti questo effetto sai?” si passò la lingua tra i denti “Sei sempre tesissima quando sono nella stessa stanza” continuò avvicinandolesi.
Miyuki lo guardò corrugando la fronte “Scusa ma io non fraternizzo con i miei avversari” asserì seria; Bakugou corrugò la fronte “Avversari?” inclinò la testa.
“Abbiamo appena fatto una scommessa – indicò i quaderni sul tavolo – siamo rivali.”
Bakugou annuì e ghignò di nuovo “Ah giusto – continuò ad avvicinarsi verso di lei – devo anche pensare a cosa ti spetta quando perderai.”
“Chi ti dice che perderò?” chiese lei cercando di mantenere la serietà anche se questa andava diminuendo ad ogni passo che lui faceva verso di lei, lasciando spazio alla solita sensazione di smarrimento che la pervadeva quando lui era troppo vicino.
“Intuito – rispose lui iniziando a giocare con una sua ciocca di capelli – o forse il fatto che il pegno di chi perde è quello di passare una notte nella mia stanza” Miyuki rise e allontanò la testa per allontanare i suoi capelli dalla sua mano.
“Ne ho già passate diverse nella tua stanza” asserì poi guardandolo dritto negli occhi.
Per tutta risposta Bakugou le spostò i capelli dietro l’orecchio destro “Sì ma allora non avevo il coraggio di fare questo” e dopo essersi avvicinato ulteriormente poggiò ancora una volta le sue labbra su quelle di Miyuki e prese a baciarla con molta meno veemenza della volta precedente permettendo a lei di sentirne ogni piccolo movimento.

Esattamente come la sera prima, bastarono pochissimi secondi prima che dentro quella stanza si sentisse nuovamente lo stesso calore.
Continuando a baciarla, Bakugou l’accompagnò verso la scrivania e dopo aver spinto via i libri e i quaderni, facendoli cadere a terra, alzandola di peso la fece sedere reduce dal giorno prima in cui, per il troppo stare in piedi, la gamba le aveva fatto di nuovo male.
Una volta sicuro che fosse seduta, Bakugou affondò nuovamente le mani nei suoi capelli e mentre lei infilava nuovamente le mani sotto la sua maglietta, lui spingeva la lingua contro la sua lasciando che di nuovo l’ossigeno gli riempisse i polmoni.

Con le mani contro la pelle della sua schiena, Miyuki sentì ancora una volta la testa farlesi leggera e tutti i dubbi che quella mattina l’avevano distratta per un po’ di tempo svanirono mentre, le parole che le aveva detto Kirishima iniziavano a sembrare molto più vere, facendola sentire ancora di più in imbarazzo e facendole bruciare il petto e le gote come se prima o poi il suo quirk potesse lacerarne la pelle.
Dopo almeno un quarto d’ora parecchio intenso, Bakugou si ritrasse lentamente dal bacio, anche lui con le guance e le orecchie completamente arrossate “Sarà difficile trattenersi tutto domani” asserì per poi baciarla nuovamente.
“Come?” fece lei dopo che si fu staccato ancora; Bakugou rise a causa della sua espressione completamente persa “Sarà difficile trattenersi tutto domani dato che torniamo a lezione – ripeté scuotendo la testa – già oggi pomeriggio lo è stato” le poggiò nuovamente la mano destra sulla guancia e, Miyuki che ancora non si era ripresa né dal bacio né da ciò che aveva appena detto, si sciolse completamente sotto quell’ennesimo contatto tra la loro pelle.

Dopo almeno altri cinque minuti in cui Miyuki non diede segni di risposta a causa del fatto che, a seguito delle sue parole, la paura che potesse tornare tutto come qualche giorno prima era completamente svanita lasciando dentro di lei uno spazio nuovo, un po’ più luminoso e caldo rispetto a tutti gli altri, Bakugou si avvicinò di nuovo verso di lei e quando i loro occhi furono alla stessa altezza, la guardò corrugando la fronte “Terra chiama Miyuki” le strinse leggermente la guancia.
Come se di colpo lei fosse stata tirata fuori da quel nuovo posto dentro di lei, Miyuki, accortasi della vicinanza di Bakugou, si allontanò leggermente all’indietro per poi scuotere la testa “Cosa dicevi?”
Bakugou chinò la testa divertito solleticandole il naso con il movimento dei suoi capelli “Stavi così anche ieri?” le domandò poi dopo essere tornato a guardarla e lei, resasi conto di essere rimasta imbambolata a guardarlo per chissà quanto, in preda all’imbarazzo per quella situazione lo colpì con il dorso della mano sull’avambraccio destro “Stai zitto!”

Ancora più divertito per la sua reazione, Bakugou si raddrizzò e si grattò la nuca “Dovresti cercare di essere più ordinata” commentò poi indicando i quaderni e i libri che lui aveva buttato a terra mentre lei scendeva dalla scrivania.
“Lo sai che sei proprio stronzo?” asserì lei tirandogliene uno.
Bakugou lo afferrò al volo “E tu lo sai che la tua faccia ha lo stesso colore dei capelli di Kirishima?” indicò la sua faccia.
“Vattene!” urlò lei spingendolo via facendo uscire dell’aria fredda dalle sue mani e quando lui, ancora ridendo uscì dalla sua stanza chiudendosi la porta alle spalle, Miyuki lasciò tutti i quaderni dov’erano e si buttò a letto per cercare di riprendersi almeno un po’ prima di scendere al piano di sotto e andare a cenare con tutti gli altri.

“No, non c’è” asserì Kirishima quando lui e Bakugou entrarono in classe quella mattina “sicuro che non fosse ancora a casa?” gli domandò poi mentre l’altro controllava il telefono per vedere se lei avesse risposto ad almeno uno dei suoi messaggi in cui le chiedeva dove fosse finita.
“A casa non c’era nessuno e poi solitamente lei esce sempre prima con Todoroki”
“Sì?” rispose Shoto che, appena dietro le spalle di Bakugou si era sentito chiamare.
I due si girarono “Dov’è Miyuki?” chiese Kirishima istintivamente.
Shoto si guardò attorno per poi stringere le spalle “Non ne ho idea, ieri sera mi ha detto che sarebbe venuta a scuola un po’ prima perché aveva alcune cose da sbrigare.”
“Cose tipo?” chiese Bakugou con forse un po’ troppa aggressività; Kirishima lo tirò indietro “Grazie Shoto” gli sorrise “sono sicuro che arriverà prima o poi” continuò.
“Il fatto è che quando sparisce senza lasciar traccia non è un gran bel segno” commentò Bakugou infilando la testa fuori dall’aula per riuscire a vedere se stesse arrivando o meno.
“Dovrei preoccuparmi?” fece Shoto notando il nervosismo nell’espressione di Bakugou; Kirishima fece di no con la testa “Se ti ha detto che sarebbe venuta a scuola prima non vedo perché non crederle, dopotutto non è la prima volta che viene qui prima delle lezioni.” strinse le spalle.
“Beh se non si fa vedere entro la prima ora penso sia il caso di avvertire il professor Aizawa.” rispose Todoroki.
“Avvertirmi di cosa?” rispose Aizawa con voce annoiata e Kirishima confuso dal fatto che sia Shoto che Aizawa fossero arrivati proprio quando li avevano nominati, li guardò perplesso.

Bakugou rientrò in aula per far spazio al professore “Miyuki è sparita” asserì a denti stretti cercando di trattenere la calma; Aizawa lo guardò annoiato “Non è sparita – i tre lo guardarono – doveva sbrigare alcune pratiche per un nuovo costume, dopo come si è tagliato il suo le è stato riferito che avrebbero potuto ricucirlo ma si sarebbe vista la cucitura perciò – sospirò – ha deciso di chiederne un altro e, in più, doveva passare sia dal laboratorio degli strumenti di supporto che dal preside.” sbadigliò “Non penso ci raggiungerà prima della seconda ora, contenti?” concluse guardandoli con la solita espressione di chi non dorme da giorni.
“Visto?” asserì Kirishima passando accanto a Bakugou che si stava sedendo “Devi darti una calmata!” e aumentando il passo per evitare di essere colpito in qualsiasi modo, raggiunse il suo posto e si mise a sedere.

“Perfetto! - la donna della segreteria controllò un’ultima volta che ci fossero tutti i fogli – La tua richiesta verrà inoltrata entro mezz’ora e credo che, - guardò l’orologio appeso sulla parete alla sua destra – il suo costume sarà in fase di preparazione già a partire da oggi alle undici!” le sorrise.
Miyuki batté le mani “La ringrazio! Non vedo l’ora di vederlo!” e dopo essersi congedata, entusiasta della sua prima vera idea per il costume da Hero, si diresse saltellante verso il laboratorio dove Hatsume la stava aspettando.
Non vedeva l’ora di parlare con lei delle modifiche che aveva deciso di apportare al suo costume e soprattutto di scusarsi per aver rotto non una ma, ben due volte, i supporti che aveva creato appositamente per lei.

Continuando a camminare con la testa fra le nuvole per tutte le cose positive su cui aveva deciso di concentrarsi quella mattina, Miyuki si rese conto della figura di Bakugou che, dalla direzione opposta, ritornava verso la loro classe con la solita espressione disinteressata, solo quando fu abbastanza vicino da potergli lanciare una piccola scintilla d’elettricità da pochissimi volt sul petto.
“Buon giorno!” esclamò quando, parecchio infastidito dalla cosa, lui si girò per vedere chi fosse il malcapitato che quella mattina aveva deciso di prendersela con lui.
“Cos’era quello?” chiese indicandosi il punto in cui l’aveva colpito; Miyuki rise e camminando per un po’ all’indietro rispose “Consideralo l’inizio della mia vendetta per avermi distrutto il costume!” per poi tornare a dargli le spalle e continuare il suo cammino verso il laboratorio.

Finito anche lì, Miyuki, più che soddisfatta e anche un po’ meno preoccupata nel sentirsi dire che i suoi supporti sarebbero potuti esplodere, salì la rampa di scale che portava al piano in cui si trovava l’ufficio del preside Nezu e, una volta arrivata, bussò un paio di volte prima che lui la invitasse ad entrare.
“Buon giorno” lo salutò lei sorridente; il preside ricambiò il sorriso “le avevo scritto ieri, si ricorda?”
“Buon giorno a lei, - Nezu scese dalla sua poltrona – certo che ricordo, ho già fatto preparare tutto!”

“Sono già passate due ore e mezza.” commentò Kirishima mentre faceva riscaldamento accanto alle panchine dove, seduto con ancora addosso la divisa scolastica per via della punizione che gli impediva di partecipare agli allenamenti e che, Aizawa aveva allungato ad una settimana, Bakugou stava con le braccia incrociate dietro la testa cercando di non pensare a quanto fosse snervante non potersi allenare come tutti.
“Quanto tempo deve perdere ancora?” continuò tenendo lo sguardo verso l’entrata della palestra; Bakugou sbuffò “Mi stai facendo innervosire.”
Kirishima lo guardò “E’ che sono preoccupato io adesso” sospirò; Bakugou sbuffò “Perché non pensi ad allenarti tu che puoi?!”
“Dai amico, vedrai che questi giorni passeranno in fretta!” si mise a saltellare sul posto.
“Devi proprio allenarti davanti a me?!” sbraitò lui alzandosi dalla panchina ma prima che Kirishima potesse rispondere, dal corridoio che portava agli spogliatoi si sentì provenire il rumore di tacchetti che, come se qualcuno stesse correndo, si avvicinavano sempre di più.

“Eccoti!” esclamò Kirishima quando la vide spuntare dalla rientranza alla sua sinistra per poi smettere di parlare improvvisamente quando, con una seconda occhiata veloce, si fu reso conto del cambiamento nella divisa dell’amica che adesso, era uguale a quella di tutte le altre ragazze della scuola.
“Che c’è?” chiese lei notando il suo silenzio e facendo girare anche l’altro che, come Kirishima, rimase in silenzio per qualche secondo dopo averla vista “L’ho messa male? - si guardò per capire se ci fosse qualcosa di sbagliato – No perché non sono del tutto sicura di aver messo bene queste” indicò i collant.

Kirishima fece di no con la testa mentre Bakugou sembrava essere stato messo in pausa “No è che ero così abituato a vederti con l’uniforme maschile che per un istante non sono riuscito a capire chi fossi!” rise; Miyuki rise a sua volta “Già – strinse le spalle – è che ho pensato che ormai non avesse più senso coprirmi in quel modo e, - si sistemò la gonna – devo ammettere che non mi dispiace più di tanto anche se, adesso dovrò stare molto attenta a come mi muovo!”
“Miyuki! - la voce di Aizawa risuonò nella palestra – Eccoti finalmente” lei si spostò più al centro per farsi vedere e, quando anche il resto della sua classe la vide, come Kirishima, rimase in silenzio per un po’ facendola sentire leggermente in soggezione.
“Stai benone!” urlò Mina da sopra uno dei soliti cumuli di cemento “Già! - si aggiunse Uraraka – Non vedevamo l’ora di vederti così!”
Miyuki si grattò la nuca in imbarazzo “Aspettate di vedere il nuovo costume allora!” rispose poi.

“Bene, adesso che Miyuki è qui, - riprese Aizawa – anche se come Bakugou non può allenarsi – Miyuki guardò il ragazzo che sembrava ancora sovrappensiero – possiamo iniziare gli allenamenti veri e propri” e così dicendo fece cenno a Kirishima di raggiungerli mentre lei e Bakugou si dirigevano sugli spalti per evitare di finire in mezzo durante i combattimenti.

Seduti l’uno accanto all’altro, i due attesero in silenzio l’inizio del primo combattimento, quello tra Iida e Momo e quando il professore diede il via, facendo sì che nella palestra iniziassero a riecheggiare i rumori del combattimento, come se stesse aspettando solo quello per non farsi sentire da nessun altro oltre a lei, Bakugou si girò “Anche questo fa parte della tua vendetta?”
Con gli occhi fissi su Momo, Miyuki ghignò leggermente “Perché?” chiese poi senza distogliere lo sguardo.
Dato il silenzio di Bakugou e il fatto che la sua domanda l’avesse fatta ridere perché, il cambio di uniforme non c’entrava assolutamente niente con quella sua fantomatica risposta, Miyuki si girò verso di lui che, con la mascella contratta, faceva finta di seguire lo scontro e, ridendo asserì:
“Sai, la tua faccia ha lo stesso colore dei capelli di Kirishima.” per poi tornare a guardare l’incontro mentre, nascosta dalla fila di sedili davanti a quella su cui erano seduti loro, la mano destra di Bakugou s’intrecciava alla sua mano sinistra.





Angolo autrice:
ECCOMI QUI con l'ennesimo capitolo, prima di dirvi altro volevo dire anche qui (perché non pubblico la storia solo su Efp) che abbiamo superato le 2000 letture e sono davvero, davvero molto felice di questo, soprattutto perché ogni giorno vedo che la storia continua ad aumentare le visualizzazioni.
Se ci avete fatto caso, ho aggiunto una piccola parte al titolo ossia: [Arc 1] perché questa storia, trattando appunto del viaggio di Miyuki per diventare un Hero, si concluderà alla fine del terzo anno di liceo che sarà la fine dell' Arc 3, quindi la fine di questa fan fiction sarà solo la fine del primo anno e spero, oltre al fatto che l'idea vi piaccia, che continuiate a credere in questa storia e a rimanere con me fino alla vera fine!
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia nonostante sia un po' più lento degli altri ma mi serviva come base per altri eventi (e non avete idea di cosa vi aspetta) e dato che non ho più nulla da aggiungere, ci vediamo al prossimo!

   
 
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