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Autore: Mary 95    15/04/2021    2 recensioni
Salve a tutti. Ho letto molte storie riguardanti Ranma così ho deciso di provare a scriverne una. La storia è ambientata dopo la conclusione del manga. Ranma e Akane sono sposati da cinque anni, gestiscono insieme la palestra e hanno un figlio di quattro anni Yuri. Le loro esistenze scorrono tranquille finchè un drammatico e inaspettato evento non è destinato a sconvolgerle.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Improvvisamente, Ranma cominciò a sentire un dolore acuto nei punti in cui era ferito, il braccio continuava a sanguinargli così come la ferita alla schiena inoltre la caviglia gli faceva un male cane sentiva che si era gonfiata; tanto che a un certo punto non riuscì più a resistere al dolore e svenne. Quando riaprì gli occhi si trovava in un letto d'ospedale, accanto a lui c'erano Yuri, i suoi genitori e Soun. "Finalmente ti sei svegliato " gli disse il signor Tendo tra le lacrime felice dopo aver seriamente temuto del resto come i presenti che non si sarebbe mai ripreso, "che è successo chi mi ha portato qui?" chiese Ranma confuso aveva un pò di mal di testa, cercò lo stesso di rialzarsi ma non ci riuscì, "non sforzarti" l'ammoni Yuri, trattenendolo "eri ferito gravemente", poi rispose alla sua domanda "siamo venuti a cercarti, eravamo preoccupati che fossi andato a combattere da solo, fortunatamente avevamo il messaggio che ti aveva dato Ryoga, ti abbiamo trovato a terra privo di sensi eri ridotto male cosi abbiamo chiamato i soccorsi e dopo aver spiegato a loro cosa vi era capitato abbiamo chiamato la polizia". "Capisco" rispose Ranma sforzandosi di rimanere seduto, e pensando che anche il suo avverasario doveva essere ridotto piuttosto male " Ryoga era conciato anche peggio di te, ma ci hanno detto che una volta che si riprenderà sarà arrestato" gli spiegò Yuri indovinando in parte il pensiero di suo padre. "A giudicare dalle vostre ferite avete combattuto molto duramente" gli fece notare suo padre, Ranma volse lo sguardo verso di lui era in piedi dietro sua madre sembrava così vecchio e stanco, "si è stato uno scontro molto duro anche se alla fine sono riuscito a vincere" gli disse Ranma fiero, raccontò poi cosa era avvenuto durante la lotta, "UN LUPO HAI DETTO!" esclamarono in coro increduli; "già proprio un lupo, Ryoga è riuscito a tornare in Cina e ha modificato la sua maledizione" si fermò un attimo a pensare alle volte che era stato alle sorgenti maledette "non immaginavo esistesse una sorgente del genere, sicuramente non è stata creata da molto tempo" disse esprimendo il suo pensiero ai presenti, sprofondò poi nel morbido cuscino per permettere alla schiena dolorante di riposare. Trascorse una settimana in ospedale, poi stanco di stare lì decise di tornare a casa nonostante il parere contrario del dottore. Ryoga come aveva detto Yuri una volta ripresosi venne arrestato per l'omicidio di Akane Tendo. Non oppose nessuna resistenza e non tentò neanche di discolparsi, sapeva che non sarebbe servito a nulla. Chiese solo ed ottenne il permesso dall'ispettore che si era occupato del suo arresto di lasciargli raccontare il motivo per cui aveva fatto una cosa simile e come era finito nuovamente dai Tendo. Cominciò dunque dicendo " non avevo mai accettato il fidanzamento e il matrimonio di Akane, anche se nel frattempo mi ero fidanzato con Akari. Sono andato via da Nerima per sempre poco dopo che si era sposata, con la speranza di dimenticarla ma era stato tutto inutile, così avevo lasciato Akari un pò mi era dispiaciuto era una ragazza adorabile e forse per questo non volevo più mentirle dicendole di essere felice con lei, d'altro canto anche la ragazza doveva aver capito che quel giorno che avevo preso lo zaino e l'ombrello per uscire non sarei più tornato doveva averlo capito dall'espressione della mia faccia, ma non aveva detto nulla. Ripresi a vagabondare di città in città, ripromettendomi sempre di non tornare più a Nerima ma ogni volta i miei piedi mi riportavano lì sempre a pochi passi da casa sua, come quel giorno quando avevo preso coraggio e avevo bussato alla sua porta. Lei era sempre uguale a come la ricordavo e felice che fossi passato a trovarla, non so cosa mi abbia preso ma le ho confessato i miei sentimenti e in modo chiaro stavolta non come in passato, non sapevo neanche perchè le avevo parlato in quel modo come ho detto prima , in fondo in cuor mio sapevo che avrebbe detto di no. Akane, infatti con la sua solita gentilezza mi ha detto di aver sempre visto in me un amico, era rimasta colpita dalle mie parole; ma pensava che ormai doveva essere chiaro anche a lui che lei era innamorata di Ranma. Rifiutò perfino il regalo che le avevo portato, un tagliacarte con decorazioni di ciliegi in fiore", si fermò un attimo a riflettere sul perchè le avesse portato un regalo del genere; ma poi era davvero un regalo per lei? o forse si era già immaginato la piega che avrebbe preso la loro conversazione. Si riscosse da quel pensiero e riprese a raccontare "ero rimasto come un povero scemo con il tagliacarte in mano, la voce di lei sembrava così fastidiosa in quel momento continuava a blaterare che avrebbe fatto finta di nulla per quello che gli avevo appena detto, poi mi aveva invitato ad andarmene, anche perchè suo marito stava per tornare. Aveva proprio detto marito non Ranma, come a volermi rimarcare ancora che io non aveva nessuna speranza. In quel momento mi ero reso conto di odiarla, aveva calpestato i miei sentimenti e adesso mi stava pure mettendo alla porta, la mia mano che impugnava il tagliacarte si mosse da sola e la colpì lei sgranò gli occhi non aspettandosi da me una reazione così violenta, stavo per colpirla ancora quando qualcuno che aveva silenziosamente assistito alla scena aveva tentato di disarmarmi; era il figlio di Akane e Ranma, Yuri aveva solo quattro anni non mi fu difficile scrollarmelo di dosso e colpirlo alla mano. Il bambino mi fissò con gli occhi marroni come quelli della madre in quel momento pieni di lacrime, non mi sentivo minimamente impietosito anzi l'avrei colpito ancora se Akane non me l'avesse impedito, si lanciò senza pensarci contro di me cercando di disarmarmi mentre stringeva con una mano la ferita che continuava a sanguinare, il vestito era sporco di sangue respirava affannosamente, sperava che Ranma arrivasse in fretta ma lui ancora tardava. Riuscii a scrollarmela facilmente di dosso con la stessa facilità con cui prima aveva allontanato il bambino, le si era pure rotta la collana, mi avventai rabbiosamente ancora contro di lei e la pugnalai ancora e ancora finchè non cadde a terra e non si rialzò più, mi avvicinai per controllarla, era morta. Raccolsi la sua collana da terra prima che il sangue la sporcasse se la rigirai tra le dita dopo la misi nella tasca dei pantaloni. Yuri fissava in silenzio terrorizzato sua madre , mentre io dopo che la rabbia era sbollita mi stavo facendo prendere dal panico, Ranma stava per tornare dovevo andare via di lì e alla svelta il più lontano possibile, raccolsi in fretta lo zaino nascosi il tagliacarte all'interno della manica della maglia, ignorai totalmente Yuri e mi precipitai fuori di casa. Iniziai a correre senza mai voltarmi lungo la via travolsi un ubriaco che mi prese a male parole ma non mi fermai e continuai a correre finchè non ebbi più fiato e fui costretto a fermarmi, ero piegato in due sulla ginocchia in un bagno di sudore e il cuore che mi martellava nel petto come un tamburo. Avevo paura ad ammettere a me stesso ciò che avevo fatto, però era successo ormai non potevo più tornare indietro avevo ucciso Akane tastai allora la manica della maglia dove avevo nascosto il tagliacarte insanguinato coma a darmi conferma che era tutto vero. Iniziando a ragionare con calma mi ero reso conto che ciò non era stata una cosa negativa odiavo ammetterlo ma forse per me stava realmente diventando un ossessione, (come poi gli aveva detto Ranma) adesso che non c'era più sarebbe stato più facile smettere di pensarla, avrei cominciato una nuova vita da un'altra parte, mi preoccupava solo il fatto che Yuri mi aveva visto e avrebbe potuto descrivermi alla polizia ma ripensandoci molto probabilmente non sarebbe stato in grado, avevo letto da qualche parte che lo shock causato dall'assistere a simili scene poteva far perdere la memoria. A parte questo chi avrebbe potuto collegarmi all'omicidio? nessuno di quelli che conoscevo mi aveva visto o sapeva che ero a Nerima. Mi liberai del tagliacarte gettandolo nel fiume, poi presi dalla tasca dei pantaloni la collana, non avrei dovuto prenderla comunque dovevo sbarazzarmene, non ci riuscii e decisi di tenerla , la nascosi nello zaino vicino a quei fogli di carta che riportavano pensieri sempre inerenti Akane. Ero consapevole che dovevo disfarmene, non aveva senso portarsele dietro erano troppo pericolose erano le prove della mia colpevolezza. Non trovai però il coraggio, così rimasero in fondo allo zaino, il tempo intanto mi aveva dato ragione, la polizia non aveva mai fatto il mio nome e il colpevole non era stato trovato. Ripresi dunque a viaggiare senza una metà precisa promettendomi di nuovo di non tornare mai più a Nerima, anzi sarei andato sempre più lontano. Ritrovai le sorgenti maledette di Jusenkyo finalmente mi sarei liberato una volta per tutte di p-chan. La guida mi aveva condotto fino alla sorgente dell'uomo annegato, mentre lui si era allontanato perchè doveva avvertire altri visitatori di stare attenti a non cadere in acqua, ero rimasto davanti alla sorgente che avevo atteso di trovare per anni eppure ancora non mi decidevo ad immergermi, stavo pensando a che vantaggi avrei avuto a tornare normale e basta, non sarebbe stato meglio trovare una sorgente che in qualche modo mi avrebbe reso più forte? così mi immersi in una sorgente non molto distante da quella in cui mi aveva condotto la guida, non sapevo neanche cosa sarei diventato, speravo però in qualcosa di meglio di un piccolo maialino. Mi trasformai quindi in un lupo, la cosa non mi dispiacque, mi resi conto che in quel modo avrei avuto la possibilità di sconfiggere Ranma, c'era ancora in me il desiderio di sconfiggere il mio vecchio rivale in modo definitivo anche se non sapeva quando e sè mai l'avrei rincontrato visto che mi ero giurato di non tornare più nella città dove viveva". Ryoga fece un'altra pausa, non si era reso conto che forse non avrebbe dovuto aggiungere quella parte al racconto, non aveva pensato che avrebbe potuto essere preso per matto parlando delle sorgenti maledette, ma fortunatamente il suo ascoltatore non battè ciglio, doveva conoscerle anche lui chissà magari ci era pure finito dentro in una di quelle, facendo finta di nulla riprese a parlare " mi rimisi in viaggio, sa è proprio vero che certe abitudini sono dure a morire, infatti senza rendermene conto ero finito ancora una volta dove mi ero ripromesso di non tornare più, e per giunta incontrai proprio il padre di Akane, Soun Tendo. Mi fermai a parlare un attimo con lui e gli proposi di lasciarmi gestire la palestra, dopo che lui mi aveva raccontato che Ranma era andato via e lui e l'amico Genma non riuscivano ad occuparsene, accettò di buon grado la mia offerta. Così finii per occuparmi della palestra che era stata di Ranma e Akane, e non solo mi ero pure stabilito in casa sua, finendo per occupare la camera di Nabiki Tendo. Dopo aver riposto con calma le mie poche cose, si presentò il problema dei fogli e della collana, decisi di sistemarli in fondo al cassetto della scrivania e di coprirli con un nuovo fondo, avrei dovuto buttarli, mi ero ripromesso di farlo ma una volta sistemati lì non avevo più il coraggio di riprenderli e avevo finito con il dimenticarmene"."Proprio gli oggetti che Yuri Saotome mi ha mostrato quando mi ha detto che eri tu l'assassino di sua madre"concluse l'ispettore. A questo punto non c'era nient'altro da aggiungere e Ryoga venne arrestato, in prigione durante la notte cominciò presto ad avere incubi dove vedeva Akane, era da molto tempo che non gli succedeva. I suoi continui lamenti impedivano anche agli altri di riposare così venne messo in isolamento. Lì la sua condizione peggiorò ormai non era più solo nei suoi incubi, gli capitava infatti di vederla anche durante il giorno l'aspetto di lei era quello dell'ultima volta che l'aveva vista: lo sguardo inespressivo e il vestito macchiato di sangue. Gli vennero dati dei tranquillanti, ma non servirono a nulla tanto che un giorno distrusse la sua cella è chiese alle guardie,"mandate via quella donna, con gli abiti sporchi di sangue, passarono allora a delle dosi di farmaco più forti. Trascorreva tutto il giorno chiuso nella sua cella, non aveva nessuno contatto e da giorni rifiutava i suoi pasti, chiamarono lo psichiatra per valutare le sue condizioni mentali. L'uomo dopo una breve visita al carcerato ritenne necessario il suo trasferimento in un ospedale psichiatrico, Ryoga non si era mostrato aggressivo ma per tutto il tempo che lo psichiatra era stato lì l'aveva ignorato stava seduto sul letto con le ginocchia strette al petto continuando a chiedere scusa alla parete bianca di fronte a lui dove sosteneva si trovasse Akane. Ranma riprese dunque a gestire la palestra le sue ferite fisiche erano guarite ormai mentre per quelle del suo animo ci sarebbe voluto pù tempo, aveva saputo che Ryoga era finito in un ospedale psichiatrico, non sapeva nemmeno cosa provare, anche se si rese conto che una piccola parte di lui provava un pò di pena per la brutta fine di quello che credeva amico, furono giorni molto difficili per tutti gli abitanti di casa Tendo e per le due sorelle maggiori di Akane una volta che furono messe anche loro al corrente della faccenda, il dolore per la perdita della ragazza che il tempo aveva in parte lenito ritornò più forte di prima ora che avevano scoperto che l'assassino era qualcuno cosi vicino a loro. Era quasi ora di cena Ranma dopo aver terminato le lezioni si era trattenuto per fare un pò di allenamento solitario decise di smettere, chiuse allora la porta della palestra e cominciò a percorrere con calma il vialetto l'aria fuori era piacevolmente fresca, non era stato facile tornare ad insegnare le arti marziali anche se ormai si stava riabituando nonostante adesso ad insegnare era da solo. Yuri si era offerto di aiutarlo ma lui non aveva voluto anzi l'aveva iscritto a scuola al liceo furinkan quello che aveva frequentato lui e anche sua madre, il ragazzo aveva protestato che così non avrebbe avuto più tempo per allenarsi, ma suo padre era stato irremovibile nella sua decisione, il tempo per gli allenamenti l'avrebbe trovato con questo non significava che volesse che abbandonava le arti marziali, Ranma infatti pensava fosse giusto che frequentasse i suoi coetanei inoltre voleva farsi perdonare per la vita di vagabondaggi a cui l'aveva costretto. Una volta in casa entrò in soggiorno e vide Soun e suo padre che chiacchieravano, sua madre doveva essere in cucina mentre Yuri cercava in tutti i modi di tenere alla larga da Mei il vecchio Happosai tanto che alla fine non ne potè più e gli sferrò un pugno che lo fece volare fuori casa. Si rese conto che quella sera l'aria in casa era più allegra, si spostò in giardino e alzò gli occhi al cielo per seguire la traiettoria del vecchio maestro, il cielo cominciava a diventare oscuro e già si vedevano le prime stelle. Un soffio di vento gelido gli sfiorò il viso e uno strano brivido gli percosse la schiena "Akane" mormorò piano tastandosi la faccia, si guardò un attimo intorno poi alzò nuovamente lo sguardo al cielo e quasi in risposta al suo mormorio vide una stella brillare si concesse un breve sorriso, e ciò lo fece sentire fiducioso che da quel momento tutto sarebbe andato bene.
   
 
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